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IGNORED

...ma che bella barba, Imperatore!


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Inviato

BARBE, BARBE ...

Ciao,

l’amico Gianfranco ha proposto pochi giorni fa una carrellata sulle “barbe imperiali”… di seguito spero di accontentarlo…

Da piccolo mi spiegavano: “ I Barbari sono stati chiamati tali perchè avevano la barba…”. Più avanti ho scoperto che così non era … Imperatori filosofi, usurpatori, tetrachi… tutti con la loro barba, più o meno lunga, o almeno quasi tutti, a seconda della moda del periodo...

Ma nel Primo Impero erano tutti glabri: Cesare e poi Augusto, considerano una trascuratezza non avere il volto ben rasato ogni giorno.

Portavano la barba solo in segno di lutto. Mi pare ci sia anche una moneta imperatoriale o fine repubblica con questa caratteristica ma non ricordo esattamente quale…

Chiaramente loro non andavano dal barbiere pubblico, ovvero il tonsor

Il tonsor nell'antica Roma svolgeva le funzioni sia di barbiere, per il taglio della barba, che di parrucchiere per le acconciature dei capelli.

Il barbiere, privato e costoso per i più ricchi, o pubblico che nella sua bottega o all'aperto in strada, tagliava capelli e sistemava barbe. Nel II secolo d.C. l'esigenza per i più raffinati di recarsi più volte al giorno dal barbiere fa sì che le loro botteghe diventino luogo d'incontro per oziosi, secondo alcuni:

« Hos tu otiosos vocas inter pectinem speculumque » = « Chiamali oziosi questi tra il pettine e lo specchio »

secondo altri invece la moltitudine che s'incontra nella tonsrina dall'alba sino all'ora ottava ne fa un luogo d'incontro, di pettegolezzi, di scambio di notizie, un vero variegato salotto di varia umanità, tanto che diversi pittori dal secolo di Augusto in poi ne fanno oggetto dei loro quadri come già avevano fatto gli Alessandrini.

Per questo loro indefessa attività rimuneratrice sempre più richiesta, diversi tonsores si arricchirono e divennero rispettabili cavalieri o proprietari terrieri come Marziale nei suoi Epigrammi o Giovenale nelle sue Satire spesso riferiscono ironizzando sugli ex-barbieri arricchiti.

La bottega del tonsor è così organizzata: tutt'intorno alle pareti gira una panca dove siedono i clienti in attesa del loro turno, alle pareti sono appesi degli specchi sui quali i passanti controllano la propria condizione pilifera, al centro uno sgabello su cui siede il cliente da riordinare coperto da una salvietta, grande o piccola, oppure da un camice (involucrum). Attorno si affannano il tonsor e i suoi aiutanti (circitores) per tagliare o sistemare i capelli secondo la moda che in genere è quella dettata dall'imperatore in carica. Le acconciature degli imperatori da Traiano in poi, almeno così come risulta dalla monete, fatta eccezione per Nerone che dedicava particolare attenzione alla chioma, in genere seguivano quella dell'imperatore Augusto che non amava perdere troppo tempo ad acconciarsi con capelli troppo lunghi o riccioluti.

All'obbligo sociale di radersi potevano sottrarsi solo i filosofi e i soldati; anche gli schiavi erano costretti dal loro padrone a farsi radere da un tonsor, pubblico o più economicamente da un servo della casa. Certo è che nessuno si radeva da solo: curiosamente si sono trovati molti rasoi risalente all'età preistorica o etrusca ma quasi nessuno dell'età romana: questo perché mentre quelli più antichi erano in bronzo e si sono conservati quelli romani erano in ferro e sono stati consumati dalla ruggine.

Questi rasoi in ferro, benché ci si sforzasse di affilarli il più possibile, venivano poi usati sulla pelle nuda del malcapitato senza alcun uso di sapone o altri unguenti: tutt'al più si spruzzava il viso da radere con dell'acqua.

Considerate che erano quello che erano: i due che ho trovato e che posto sotto sono forbici chirurgiche, pensate come potevano essere quelli per la barba e i capelli! :cray:

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Inviato

Rari erano i barbieri che non sfregiassero regolarmente i loro clienti tanto da essere celebrati dai poeti come Marziale.

In realtà Nerone aveva una barba, stramba, lanuginosa, che gli incorniciava il mento, ma nella numismatica non compare…

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All'inizio del II secolo quindi i romani si accontentavano di una sistematina a base di qualche colpo di forbice (forfex) che di solito aveva delle lame unite da un perno al centro con degli anelli alla base, non molto efficiente per un taglio uniforme, a giudicare dalle scalette che sfregiavano la capigliatura così come nota Orazio prendendo in giro se stesso:

« Si curatus inaequali tonsore capillos Occurri, rides,.. » = « Se mi è capitato di avere acconciati i capelli a scaletta da un barbiere, tu te la ridi... »

Per evitare questo rischio i più ricercati preferiscono farsi arricciare i capelli come faceva Adriano e suo figlio Lucio Cesare e il figlio di questi Lucio Vero che sono rappresentati nelle loro effigi con capelli inanellati da abili tonsores che si servivano alla bisogna di un ferro (calamistrum) scaldato al fuoco. La moda divenne prevalente tra i giovani e purtroppo anche tra uomini anziani che volevano servirsi dei riccioli per nascondere la pelata ma, come li sferza Marziale, bastava un colpo di vento per far riapparire «...il cranio nudo tutto circondato da filacce di nuvoli ai suoi lati...Ah se tu vedessi la miseria assoluta di una calvizie capelluta!»

Non si contano poi le prese in giro dei poeti satirici romani nei confronti di quelli che si facevano tingere i capelli, profumare e che si facevano applicare finti nei (splenia lunata).

Il tormento della rasatura era tale che quando l'imperatore Adriano, all'inizio del II secolo, si dice per nascondere la brutta cicatrice di una ferita, si fece crescere la barba, la gran parte degli imperatori e del popolo romano lo imitarono per i centocinquant'anni seguenti con profondo sollievo, senza alcun rimpianto per quella tortura che avevano sopportato per due secoli.

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E vai, tutti barbuti, tranne il suo favorito Antinoo, dalla bellezza efebica…

HADRIANUS (117 - 138)

Aureus, Rome, 119-122. IMP CAESAR AVG TRAIAN HADRIANVS. Laureate armored bust and shoulder pad to the right. Perlkreis; R: PM TR P COS III. God Janus in Hüftmantel standing akimbo en face, faces to the side, scepter in his right hand, left hand in the hip. Section, Perlkreis. RIC 62; BMCRE 100 (other stamp); Hunter -; Calico 1311 (other stamp); C. 1070th 7.08 g. 6th St. Rare. Small error margin. Very nice.

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Il suo delfino

L. Aelius Caesar, Aureus (7.41 g), Rome 137 AD. Av. AELIVS L - CAESAR, draped bust nr Rv. TRIB - POT - COS - II / PIE - TAS (in boxes), with pietas Opfergutschatulle no, before that altar. RIC 444 (R2), C 41 (Av.) / 42 (Rv.) (200 Fr), Calico 1448 (Fig. stgl.). RR

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Inviato

E via via tutti gli imperatori a seguire a ruota…

Antoninus Pius 138-161

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- As Augustus. Aureus (7.42 g), Rome AD 145/161. Av. ANTONINVS PIVS AVG PP, portrait right. Rv:. COSIIII TR P, Roma, with palladium and scepter on the throne with a shield. RIC 14 (a) var (Victoria instead, palladium and scepter instead of spear), C: 935, Calico 1653 (this copy!). Portrait of elegant style with the best of high relief!. vzgl. + This specimen shown in Calico, The Roman aurei (2003), S.312, # 1653! Ex NAC 31 (2005), # 49 (good EF) ex Tkalec (1991), # 289 (almost FDC)

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Marco Aurelio no come Cesare…

Marcus Aurelius 161-180 - As Caesar. Sestertius (26.09 g), Rome 145th Av. AVRELIVS CAESAR AVG PII F COS II, bust right. Rv:. Minerva goes right, spear throwing, holding shield, SC. AIC: 1243A, C: 576

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Ma quando indossa la porpora imperiale si allinea e… via, ridotte le spese del barbiere dal bilancio! :D

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Marcus Aurelius augustus, 161 – 180

Aureus 174-175, AV 7.27 g. Laureate and draped bust r. Rev. Liberalitas standing l., holding abacus and cornucopiae. C 416. BMC 619. RIC 318. Calicó 1880.Good very fine

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Inviato (modificato)

Cosicchè anche suo fratello co-imperatore migliora il bilancio:

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LUCIUS VERUS. 161-169 AD. AV Aureus (7.32 gm). Struck 167 AD. L VERVS AVG ARM PARTH MAX, laureate, draped, and cuirassed bust right, seen from behind / CONG AVG IIII TR P VII IMP IIII COS III, Liberalitas standing left, holding abacus and cornucopiae. RIC III 568 (Marcus); MIR 18, 155-12/37; BMCRE 446 (Marcus); Calicó 2128; Cohen 52. Superb EF.

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E il figlio, sulle orme del padre e dello zio, li emula, anche se accorcia un po' la lunghezza …

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Commodus Aureus, d=22 mm, 181-182, AV 7.31 g. M COMMODVS – ANTONINVS AVG Laureate and cuirassed bust r. Rev. TR P VII – IMP IIII C – OS III P P Commodus seated l. on platform between soldier standing l., holding spear, and Liberalitas standing l., holding abacus and cornucopiae; at foot of platform, citizen r. mounting steps. In exergue, LIBERAL V. RIC 37. BMC 74. C 13. Calicó 2277.

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E pure i successivi aspiranti al trono:

Didius Julianus, Aureus (Gold, 6.64 g 5), Rome, March-April 193.

Obverse: IMP CAES M DID IVLIAN AVG Laureate head of Didius Julianus to right.

Reverse: P M TR P COS Fortuna standing left, holding rudder on globe in her right hand and cornucopiae in her left.

Rarity: Extremely rare.

References: Biaggi 1048. BMC 4. C. 8. RIC 2. Sear II 6070.

Condition: Lustrous and richly toned with a superb portrait. Virtually as struck.

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Pertinax, Denarius, 193, Alexandria (?); 2:52 g. Head r. with a laurel wreath / / Providentia standing left, hands raised to the one star. Bickford-Smith, Roger A., The imperial mints in the east for Septimius Severus: it is time to begin a thorough reconsideration, in: RIN XCVI (1994/1995), p. 54, BMC 13 (Rome); Coh. 43; RIC 11a (Rome).

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Pescennius Niger, 193-194. Aureus (Gold, 6.65 g 1), Alexandria, late 193.

Obverse: IMP CAES PESC NICER IVSTVS AVC Laureate, draped and cuirassed bust of Pescennius Niger to right.

Reverse: VICTORIAE AVG P P Draped female figure standing facing, head to right, holding long staff in her right hand and Victory bearing a wreath in her left.

Rarity: Unique.

References: Biaggi . BMC –. R.F. Bland, A.M. Burnett and S. Bendall, The Mints of Pescennius Niger in the Light of Some New Aurei, NC 1987, p. 71, 11 and pl. 10, 11 (this coin). C. –.RIC –. Sear II 6098 (this coin).

Condition: Bright, sharp, struck in high relief and altogether a well-nigh perfect example. Virtually as struck.

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Inviato

Molto bello! Un solo appunto: in teoria si vedono delle monete di Nerone con un filo

di barba. Ora non posso postarti l immagine. Seite d' accordo ho interpreto male il ritratto?


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Salve a tutti. E' una bellissima discussione: i miei complimenti a Illyricum, che sta avendo l'accortezza e la perizia di mettere assieme una così completa raccolta iconografica e didascalica, e anche a Gianfranco che ha avuto questa splendida idea. Ho già letto molto attentamente tutto ciò che c'è scritto e vorrei fare delle piccole annotazioni, se posso:

1) Illyricum , ti ricordi bene quando dici che esiste una moneta imperatoriale con il ritratto giovanile di Augusto barbuto: l'ho trovato ed è da mettersi in connessione con un evento particolare. Procedo con al descrizione:

AR Denarius forse di zecca africana emesso nel 36 a.C.

Al D/ IMP CAESAR DIVI F III VIR ITER RPC, testa nuda di Ottaviano rivolta verso destra con barba leggera e rada fatta spuntare in segno di lutto per la morte di Cesare ed effigiata per motivi propagandistici (messa in risalto della "pietas" filiale).

Al R/ COS ITER ET TERT DESIG, vista frontale del tempio a quattro colonne del Divino Giulio Cesare (come attesta la dicitura DIVO IVL sull'architrave). Attraverso i battenti d'ingresso si intravede la sua statuta che lo ritrae ormai divinzzato. Sul timpano una stella a otto punte. Nel campo, a sinistra, un altare per i sacrifici alla figura divina.

Rif.: Cr. 540,2; Syd. 1338.

Peso: 3,82 gr.

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Dopo la morte di Cesare ed il suo celebre funerale organizzato scenicamente da Antonio, che aspirava a raccogliere la sua eredità, Caio Ottaviano, rientrato intanto in Italia ed essendo stato nominato figlio adottivo da Cesare nel suo stesso testamento, fece costruire un tempio nel Foro nello stesso luogo dove il corpo del Dittatore era stato cremato e dove fu eretto un altare temporaneo. Infatti, all'epoca della coniazione di questa moneta, il monumento non era ancora terminato,ma in fase di costruzione. Si intuisce bene il disegno propagandistico di Ottaviano se si mettono in relazione la sua effige barbuta in segno di lutto e devozione verso il parente defunto (il rispetto della tradizione faceva molta presa sulle folle dell'Urbe) e il finanziamento per la costruzione (celebrata su questo tondello) di un così grande edificio in onore dell'uomo che ha cambiato i destini di Roma e adulato dai suoi concittadini. Mi fermo qui perchè mi rendo conto che non è questo il momento adatto per parlarne. :)

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2) Provvedo io a postare l'immagine di un rasoio romano: questa tipologia, detta "lunata" a causa della caratteristica forma della lama, fu in uso per un periodo di tempo approssimativo che va dal 200 a.C. al 200 d.C.

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Inviato

Lo stesso discorso vale per Marc Antonio che si era fatto crescere la barba, più testa velata, per il lutto per la morte di Cesare. Come già sapete, pero marcantonio non era un imperatore


Inviato (modificato)

3) Esistono evidenti tracce monetali della barbetta "lanuginosa" portata da Nerone. Eccone un esempio dal Museo Archeologico Nazionale di Firenze:

AE Sesterzio della zecca di Roma risalente al 65 d.C.

Al D/ IMP NERO CLAVD CAESAR AVG GERM P M TR P XIII P P, testa laureata con barba a destra.

Al R/ PACE P R TERRA MARIQ PARTA IANVM CLVSIT, il tempio di Giano con finestra a grata verso destra e doppia porta chiusa a sinistra. Sopra, serie di ghirlande. Ai lati S-C.

Rif.: RIC 354.

Peso: 25,41 gr.

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Inviato

Sono costretto a postare da parte un ingrandimento del ritratto barbuto di Nerone dalla moneta precedente, date le sue dimensioni:

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Grazie per il contributo!

...Un solo appunto: in teoria si vedono delle monete di Nerone con un filo di barba. Ora non posso postarti l immagine. Siete d' accordo ho interpreto male il ritratto?

3) Esistono evidenti tracce monetali della barbetta "lanuginosa" portata da Nerone. Eccone un esempio dal Museo Archeologico Nazionale di Firenze:

AE Sesterzio della zecca di Roma risalente al 65 d.C.

Al D/ IMP NERO CLAVD CAESAR AVG GERM P M TR P XIII P P, testa laureata con barba a destra.

Al R/ PACE P R TERRA MARIQ PARTA IANVM CLVSIT, il tempio di Giano con finestra a grata verso destra e doppia porta chiusa a sinistra. Sopra, seire di ghirlande. Ai lati S-C.

Rif.: RIC 354.

Peso: 25,41 gr.

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Bravi, io non avevo trovato una moneta con questa evidenza... Nell'esemplare postato da me probabilmente la barba non era così marcata e/o è consunta.

2) Provvedo io a postare l'immagine di un rasoio romano: questa tipologia, detta "lunata" a causa della caratteristica forma della lama, fu in uso per un periodo di tempo approssimativo che va dal 200 a.C. al 200 d.C.

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I rasoi lunati, se ben ricordo, sono abbastanza antichi. Sono presenti anche nell'età del Ferro, se non prima. Le forbici, invece, sono costruite come una sorta di pinza con le due lame che si strusciano ll'una sull'altra, recidendo.

Inoltre, splendido l'Ottaviano barbato, mi ricordavo il riferimento al lutto per lo zio ma non ricordavo la moneta e quindi mi era difficile la ricerca.

Ciao

Illyricum

:)

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Inviato (modificato)

.. riprendo con il catalogo...

Tra i vari pretendenti al trono la spunta l’ “Africano” Septimius che presenta una bella barba anche divisa a due/tre punte:

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SEPTIMIVS SEVERVS Aureus (Gold, 7.59 g 5), Rome, 196.Obverse: L SEPT SEV PERT AVG IMP VIII Laureate, draped and cuirassed bust of Septimius Severus to right.Reverse: LIBERALITAS AVG II Liberalitas standing left, holding abacus in her right hand and cornucopia in her left.Rarity: Very rare.References: Biaggi –. BMC –. (see p. 47, note to 166). Calicó 2477. C. 289. Foss 16. Hill 239. RIC 81b.Condition: Lustrous and superb. Virtually as struck.

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Meno appariscente ma comunque presente, la barba del suo antagonista:

CLODIUS ALBINUS Aureus (Gold, 7.40 g 12), Rome, 194.Obverse: D CLOD SEPT ALBIN CAES Bare-headed bust of Clodius Albinus to right, slight drapery on far shoulder.Reverse: FORT REDVCI COS II Fortuna seated left on low stool, holding rudder on globe with her right hand and cornucopia with her left; below stool, wheel. Rarity: Extremely rare.References: Biaggi 1057. BMC p. 36, 93. Calicó 2415. C. 29. Hill 101. Jameson 160 (this coin). RIC 5b. Sear II 6135.Condition: Extremely fine.

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Ma la spunta, come detto, la barba fluente e riccia di Settimio Severo.

I figli dell'Imperatore lo imitano, dapprima compaiono glabri ma col tempo, da Augusti... una bella barba dà sempre un tocco particolare:

Geta Augustus, Aureus , d=21 mm,210-212, AV 7.11 g. P SEPT GETA – PIVS AVG BRIT Laureate head r. Rev. LIB AVGG V ET V Caracalla and Geta seated l. on platform; in front, Liberalitas standing l., holding abacus and cornucopiae; on platform, citizen. RIC 87 (misdescribed). BMC 64 and pl. 54, 18 (this obverse die). C 70. Calicó 2888.

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Caracalla, 198-217 AV Aureus. 7.30 g. 210-213. d = 22 mm

Av: ANTONINVS PIVS AVG BRIT Bust of Caracalla Rv: LIB AVGG VI ET V Caracalla and Geta seated side by side on stage at Sella Curule; of l. Liberalitas them is with Abacus and cornucopia; by L. Roman citizen comes close to his Gift pick.

RIC 215a. BMC 371, *. C. 130th

Nearly FDC

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Inviato

Sia Tito che il Domiziano giovane sfoggiarono una rada barbetta.

Proprio perchè appena accennata, di norma è più facile vederla sui metalli nobili (aurei e denari), sia per la maggior accuratezza del conio, sia per la minore usura.

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Inviato

Molto particolari poi questi favoriti che Domiziano sfoggiò in età più matura e che anticipano di vari secoli quelli di un Gioacchino Murat.

Si ritrovano solo in emissioni degli anni 88-89.

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Inviato

Il povero Macrinus ci prova: anche lui con una bella barba (il figlio non ce la fa per… impossibilità anagrafica)… ma ciò non impedirà all’esercito di farlo fuori:

Macrinus, 217-218 AD. Rome. Gold Aureus (7.29 g), Rome mint, struck 218 AD. Laureate, cuirassed, and draped bust of Macrinus right. Reverse: Macrinus and Diadumenian on decorated, raised platform left, seated in curule chairs, dispensing largesse to citizen at lower left; flanking them are Liberalitas at left, holding abacus and cornucpiae, and officer behind, holding implements; LIBERALITAS AVG. RIC 79; BMCRE 71; C. 43; Fr-449. Exceptional, sensitive portrait for this emperor. Interesting historical type. Extremely rare. NGC graded Choice Uncirculated.

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Segue Elagabalus… glabro… dicono dai gusti un po’ “eccentrici”…

Ma ben presto la serie delle barbe riprende con:

PUPIENUS. 238 AD. Æ Sestertius (19.74 gm). Laureate, draped and cuirassed bust right, seen from behind / Liberalitas standing left, holding abacus and cornucopiae. RIC IV 14; BMCRE 10; Cohen 15. Good VF, attractive green patina. Very nice.

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e con il Gordiano nr.1 che presenta... una barbetta. E qui comincia una lunga tendenza: via il barbone (porta sfortuna?) e tutti con una barbetta ... :D

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GORDIANVS I Denarius 238, Rome. IMP M ANT GORDIANVS AFR AVG Draped and cuirassed bust, laureate, to r. Rev. P M TR P COS P P Emperor standing to l., holding branch in r. hand. 2,88 g. RIC 1. C. 2. Very rare. Extremely fine.

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Inviato

Il buon Filippo I alterna la barba “di due giorni” ai ritratti glabri; il figlio spera di imitarlo... ma non ce la farà.

PHILIP I. ARABS. 244-249. Antioch. Antoninianus Draped and armored bust right with radiate crown Rs: l. Spes with flower, tightened her robe. C. 221st RIC 70th 3.93 g.

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Aemilianus Antoninianus, 253 IMP AEMILIANVS PIVS FEL AVG. Radiate, draped bust, right Paludament and tanks. Rs: P - ACI - AVG. Pax supported with branch and scepter, standing on pedestal en face, his head turned to the left. RIC 8th 26th C. 2.71 g. Rare. d = 21 mm

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Gallieno, altro imperatore con interessi filosofici, presenta una barba un po’ più lunga, ma non tocca mai le lunghezze del II secolo…

Gallienus, 253-268.

Co-emperor with Valerianus I, 253-260

Emperor, 260-268

Heavy aureus 253, Rome.Obv. IMP C P LIC GALLIENVS AVG Draped and cuirassed bust, radiate, to r.

Rev. AETERNITAS AVGG Emperor, radiate, advancing to r., holding out r. hand and holding globe in l. hand. 5,87 g.Calico 3467. Cohen 49. RIC 69.Extremely rare. Almost extremely fine-good very fine.

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Inviato

Gli imperatori dell’Impero Gallico e Britannico invece la portano più lunga (… alla “gallica?”)

Postumus, 260 – 269 Aureus, Lugdunum January-March 262, 5.82 g. IMP C POSTV – MVS P F AVG Laureate and draped bust r. Rev. LI – BER – ALITAS Postumus seated l. on platform, behind him, lictor and before him Liberalitas holding coin-counter and cornucopiae; below, citizen; in exergue, AVG. C188. RIC 27. Schulte 31 (these dies). Calicó 3742 (this coin). Biaggi 1520 (this coin).

Extremely rare. A fine portrait and an interesting reverse composition. Several marks

on edge and light scratches in field, otherwise about extremely fine

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Victorinus, 269 – 271 Aureus, Southern mint January 271, 4.04 g. IMP C VICTORINVS P F AVG Laureate head r. Rev. LAETITIA AVG N Laetitia standing to front, head l., holding wreath and anchor. C 55 var. (omits N). RIC 10 var. (omits N). Calicó 3825 (this coin). Biaggi 1542 (this coin).

Extremely rare. A metal flaw in obverse field and minor marks on edge,

otherwise about extremely fine

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Tetricus, 271 – 274 Aureus, Treveri or Cologne Summer 272, 3.07 g. IMP C TETRICVS P F AVG Laureate and cuirassed bust r., with drapery on l. shoulder. Rev. VIRTV – S AVG Virtus seated l. on cuirass, holding branch and sceptre. C 202. RIC 39. Schulte 24a (this coin). Calicó 3916 (this coin). Biaggi 1557 (this coin).

Very rare. Several light scratches in fields, otherwise good extremely fine

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Inviato

L’Impero Centrale risponde con Claudio II e suo fratello, il primo con una barbette un po’ più lunga, il secondo riccio, con una corta ma a riccioli (non si apprezza a pieno nell’aureo presentato).

Claudius II Gothicus, Aureus 268/270, Mediolanum. IMP CLAVDIVS AVG Laureate head to l. Rev. VICTO - RIA AVG Victory advancing to r., head turned l., holding wreath in raised r. hand and palm branch in l. hand. To her feet two captives, the one on l. raising arms in supplication, the one on r., with hands tied in back. 4,27 g. RIC 9. C. 296. Calicó 3955. Very rare. Almost extremely fine-good very fine.

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Quintillus, July - September 270

Aureus, Mediolanum circa 270, 4.82 g. IMP C M AVR QVI - NTILLVS AVG Laureate, draped and cuirassed bust r. Rev. CONC - ORD EXER Concordia standing l., holding standard in r. hand and cornucopia in l.; in exergue, T. RIC 1 var. (laureate and draped bust). C 10 var. (laureate and draped bust). H. Huvelin and J. Lafuarie, op. cit. RN 1980, pl. 5, 50-52 (these dies). Vagi 2396. Calicó 3968 (this coin illustrated).

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Inviato

Poi, da Aureliano in poi, la barba è sempre presente, medio-corta, anche nei tetrachi…

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Aurelian, 270-275 Aureus (Gold, 4.29 g 12), Milan, late 270.Obverse: IMP C AVRELIANVS AVG Laureate, draped and cuirassed bust of Aurelian to right.Reverse: CONCORDIA MILI Concordia seated left on throne, holding standard in each hand.Rarity: Rare.References: Biaggi 1579. Calicó 3985. C. 41. Estiot 32e (this coin). Göbl 9d0(4). M &L 68 (this coin). RIC 166 (Siscia).Condition: An unusually fine piece with a portrait of superb style. Typical matte surfaces from being found under the sea, otherwise, good extremely fine.

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Tacitus, 275-276.

AV Aureus, Antioch, 4.75 g. IMP CM CL TACITVS AVG, draped bust right with a laurel wreath / / Roma AET ERNA Roma seated l. on shield with Victoria on globe and spear, in the SC section. Calico 4096; RIC 209th RR

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Florianus 276 AE Antoninianus (3.80 g), Cyzicus (Erdek), 1 Offizin 276 AD. Av. FLORIANVS IMP AVG, Radiate, draped bust, draped and cuirassed nr Rv. CONC Ordia MILITVM / P (in section), Victoria, with palm branch and wreath, and emperors with scepter vis-à-vis. RIC 116, C 15var (bust). vzgl + -. In places, slightly rough at minimal Prägeschwäche Rd, minor cleaning marks

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Probus, 276-282.

AV Aureus, Lugdunum, 5:07 g. Armored bust r. goes with laurel wreath / / Mars r. with spear and trophy. Calico 4166; Coh. -;. RIC 6 E. Min wavy, attractive, very beautiful specimen

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Carus, 282 - 283 Aureus, Siscia circa 282-283, 4.93 g. DEO ET DOMINO CARO AVG Laureate, draped and cuirassed bust r. Rev. VICTO - RIA AVG Victory standing l. on globe, holding wreath in r. hand and trophy over l. shoulder. RIC 96. C 86. Kent-Hirmer pl. 144, 556 var. (bust cuirassed). Vagi 2472. Calicó 4287 (this coin illustrated).

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Carinus 283-285 - As Augustus 283-285. Aureus (5.41 g), Siscia 284 AD. Av. IMP CM AVR CARIVS PF AVG, portrait left. Rv:. Liberalitas AVGG, Liberalitas with abacus and cornucopia, star iFrechts. RIC 309 (R2), C: 48 (300 Fr), Calico: 4347 (R3). RR

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Inviato

Certo è che nessuno si radeva da solo: curiosamente si sono trovati molti rasoi risalente all'età preistorica o etrusca ma quasi nessuno dell'età romana: questo perché mentre quelli più antichi erano in bronzo e si sono conservati quelli romani erano in ferro e sono stati consumati dalla ruggine.

Questi rasoi in ferro, benché ci si sforzasse di affilarli il più possibile, venivano poi usati sulla pelle nuda del malcapitato senza alcun uso di sapone o altri unguenti: tutt'al più si spruzzava il viso da radere con dell'acqua.

Anche in tempi recenti, diciamo fine 1800, era piuttosto raro che ci si radesse da soli. I rasoi costavano e la loro manutenzione non era da tutti.

Questa cosa dei rasoi in ferro e del fatto che usassero solo acqua mi ha sempre lasciato perplesso. Ci sono riferimenti in merito?

In realtà Nerone aveva una barba, stramba, lanuginosa, che gli incorniciava il mento, ma nella numismatica non compare…

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Questione di stile o questione di non voler nessuno che armeggiasse con lame vicino alla tua gola?

Recentemente sul forum si è discusso di un personaggio che porta una barba assai simile:

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Il tormento della rasatura era tale che quando l'imperatore Adriano, all'inizio del II secolo, si dice per nascondere la brutta cicatrice di una ferita, si fece crescere la barba, la gran parte degli imperatori e del popolo romano lo imitarono per i centocinquant'anni seguenti con profondo sollievo, senza alcun rimpianto per quella tortura che avevano sopportato per due secoli.

Penso che le motivazioni siano anche legate alle influenza greca nella cultura romana. E i greci erano tutti molto barbuti no?


Inviato

Ecco la risposta dell’Impero Britannico…

CARAUSIUS, AD 286-293 Denarius, unknown mint; 3.81 g.

Obv. IMP CARAVSIVS P F AVG Laureate, draped bust r. with short beard.

Rev. FELIC-ITAS / RSR Galley with high mast, rigging, cabin and four oarsmen, sailing r. over waves.

Very rare. Good silver. Well centered. Characteristic portrait.

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Allectus, 293-296.

Bronze Quinarius, Camulodunum. Radiate bust to r. Rev. Galley. 3,08 g. RIC 2. Very rare. Green patina. About extremely fine.

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Stili diversi, ma pur sempre di barbe si tratta! :D


Inviato

DE GREGE EPICURI

Illyricum, non finisci di stupirmi! Grazie, e complimenti per questa bellissima discussione. Nel periodo repubblicano le barbe non sono frequenti, ma qualcuna c'è...Ecco J. Brutus il Vecchio associato a Servilius Ahala. Siamo solo nel 54 a.C., mancano 10 anni alle Idi di Marzo, ma a me vien da pensare che queste barbe già vogliano dire qualcosa: la lode degli antichi tempi, gli ottimati, il Senato, la libertà dei cittadini (aristocratici, naturalmente) rispetto al crescente potere dei grandi nomi che si stanno affacciando alla storia.

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Inviato

Certo è che nessuno si radeva da solo: curiosamente si sono trovati molti rasoi risalente all'età preistorica o etrusca ma quasi nessuno dell'età romana: questo perché mentre quelli più antichi erano in bronzo e si sono conservati quelli romani erano in ferro e sono stati consumati dalla ruggine.

Questi rasoi in ferro, benché ci si sforzasse di affilarli il più possibile, venivano poi usati sulla pelle nuda del malcapitato senza alcun uso di sapone o altri unguenti: tutt'al più si spruzzava il viso da radere con dell'acqua.

Anche in tempi recenti, diciamo fine 1800, era piuttosto raro che ci si radesse da soli. I rasoi costavano e la loro manutenzione non era da tutti.

Questa cosa dei rasoi in ferro e del fatto che usassero solo acqua mi ha sempre lasciato perplesso. Ci sono riferimenti in merito?

In realtà Nerone aveva una barba, stramba, lanuginosa, che gli incorniciava il mento, ma nella numismatica non compare…

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Questione di stile o questione di non voler nessuno che armeggiasse con lame vicino alla tua gola?

Recentemente sul forum si è discusso di un personaggio che porta una barba assai simile:

paul-kruger-krugernationalparkhistory.jpg

Il tormento della rasatura era tale che quando l'imperatore Adriano, all'inizio del II secolo, si dice per nascondere la brutta cicatrice di una ferita, si fece crescere la barba, la gran parte degli imperatori e del popolo romano lo imitarono per i centocinquant'anni seguenti con profondo sollievo, senza alcun rimpianto per quella tortura che avevano sopportato per due secoli.

Penso che le motivazioni siano anche legate alle influenza greca nella cultura romana. E i greci erano tutti molto barbuti no?

Ciao Incuso,

non è che abbia trovato molto sul web sul tema delle barbe. E inoltre, quasi niente su quelle... romane.

Sul fatto della rasatura a secco e l'uso di emollienti/saponi pro rasatura nemmeno. Ma solo accenni. Mi pare ne accenni anche Angela in uno dei suoi due libri. Ma non so citarti una fonte classica.

Posso dirti invece che c'è quella voce sulla cicatrice di Adriano e la sua barba; c'altra parte la barba si usava, in Grecia, in antico, in segno di virilità e forza; dopo l'età macedone si diffuse l'uso del rasoi e la barba rimase un attributo tipico dei filosofi; e come tale probabilmente venne ripresa dall'Imperatore Adriano, amante della cultura classica e quindi greca in particolare.

Nell'antica Roma assunse una notevole importanza il rito della depositio barbae, ossia il primo atto di rasatura del giovanotto. Una sorta di iniziazione.

Ciao

Illyricum

:)


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