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IGNORED

Il numismatico del passato


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Inviato

Volevo chiedervi com'era la vita de numismatico nei secoli ormai passati... ovvero... che so... come e cosa collezionavano i nusmismatici del medioevo, se anche all'epoca la numismatica era una cosa da ricchi... insomma... lo sviluppo della vita del numismatico nei secoli...

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Inviato

quesito veramente interessante che implica molta ricerca storica

Segnalo qualche spunto e indicazioni

- il collezionsimo è antichissimo, in pratica si può quasi dire che nasce con la nascita della moneta..

- già nel medio-evo abbiamo memoria di diversi (e illustri) collezionisti : Petrarca era uno di questi

- nel 1400-1500 il mercato antiquario a Roma e in altri importanti centri era floridissimo

- le grandi Famiglie, come gli Este, i Gonzaga, i Medici, ma anche Papi e Sovrani avevano già formato splendide collezioni di arte (moltissime delle quali ci sono pervenute e formano l'ossatura principale di tanti musei pubblici) che comprendevano anche importanti selezioni di monete

- abbiamo testi secenteschi e settecenteschi che ci descrivono molte di queste collezioni

- nel 1700 (e forse anche un pelo prima) cominciano le prime vendite all'asta di monete

- nel 1800 il collezionismo numismatico da vita a insiemi sontuosi per estensione e completezza. Colelzioni di monete greche e romane contano migliaia, a volte decine di migliaia di esemplari. La qualità delle moente conta relativamente poco, molto premiata è invece la rarità.

- nel 1900 Collezionisti sono principalmente nobili, famiglie facoltose, amatori d'arte, regnanti (re Farouk), tenori celebri (Caruso) , banche (banca italiana di sconto che falli negli anni Trenta) ,

- oggi : il collezionismo si è molto evoluto e diffuso. A collezionare non solo più solo cerete elite ma tutti grazie anche alla diffusione e pervasività di internet. Grandi collezionisti esistono ancora e se un secolo fa la collezione era più vista come una specializzazione, certamente con un valore intriseco ma dove aspetti di classificazione, rappresentatività, completezza sicuramente prevalevano, oggi gli insiemi sono più piccoli ma specializzati e dove l'elemento estetico rappresenta una grande attrattiva assieme, per molti insiemi all'elemento distintivo di status symbol per il quale molte collezioni vengono oggi frmate da facoltosi collezionisti.

Ognuno di questi temi potrebbe rappresentare un filone di ricerca che permetterebbe di analizzare in dettaglio le caratteristiche delle varie epoche sotto il profilo collezionistico. Non ho toccato naturalemente che pochissimi aspetti molto generici, in realtà le sfaccettature che si potrebbero esaminare per ciascun periodo sono infinitamente di più.

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Inviato

Nel Medioevo le monete andavano fuori corso molto più di adesso. Cambiava il "signore", il peso, l'intrinseco e chi non aveva problemi di contanti si permetteva di non portarle a fondere. Ma perchè tenersele? Un po' per il gusto di collezionare, un po' perchè le monete nuove spesso erano peggiori ( legge di Gresham).

Immagino che tra i collezionisti vi fossero anche zecchieri e cambiavalute.

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Ti consiglierei di leggere " Il collezionismo numismatico " da Atti della giornata di studio , Vicenza, 4 ottobre 1997, a cura di Claudia Perassi , Collana di Numismatica e scienze affini Vol. 1 , 1998, qui troverai molte risposte alla domanda che ti sei posto con le relazioni di Foraboschi, Arslan, Pera, Saccocci, Alteri, Tabarroni sull'argomento del collezionismo dall'antichità a oggi.


Inviato

Ti consiglierei di leggere " Il collezionismo numismatico " da Atti della giornata di studio , Vicenza, 4 ottobre 1997, a cura di Claudia Perassi , Collana di Numismatica e scienze affini Vol. 1 , 1998, qui troverai molte risposte alla domanda che ti sei posto con le relazioni di Foraboschi, Arslan, Pera, Saccocci, Alteri, Tabarroni sull'argomento del collezionismo dall'antichità a oggi.

Grazie del consiglio... come lo devo cercare questo libro?

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Ti consiglierei di leggere " Il collezionismo numismatico " da Atti della giornata di studio , Vicenza, 4 ottobre 1997, a cura di Claudia Perassi , Collana di Numismatica e scienze affini Vol. 1 , 1998, qui troverai molte risposte alla domanda che ti sei posto con le relazioni di Foraboschi, Arslan, Pera, Saccocci, Alteri, Tabarroni sull'argomento del collezionismo dall'antichità a oggi.

Grazie del consiglio... come lo devo cercare questo libro?

Lo vendono alla Società Numismatica di Milano ,puoi contattarli direttamente dal 17 settembre in avanti


Inviato

Nel Medioevo le monete andavano fuori corso molto più di adesso. Cambiava il "signore", il peso, l'intrinseco e chi non aveva problemi di contanti si permetteva di non portarle a fondere. Ma perchè tenersele? Un po' per il gusto di collezionare, un po' perchè le monete nuove spesso erano peggiori ( legge di Gresham).

Immagino che tra i collezionisti vi fossero anche zecchieri e cambiavalute.

Non mi pare che le monete andassero fuori corso tanto spesso.

Quel che contava era il contenuto di metallo (argento) , indipendentemente da chi le aveva coniate e dove.

Un grosso veneziano circolava tranquillamente e non credo che si facesse differenza tra quelli di Pietro Ziani e quelli di Giovanni Soranzo,posteriori di oltre cent'anni. Li pesavano e basta. I cambiavalute avevano delle tabelle con il peso e il fino di molte monete .

Le uniche monete che furono messe fuori corso per editto Imperiale in Germania e paesi limitrofi furono i cosiddetti Kipper ,che a seguito di svalutazioni dovute alla penuria di argento e alle spese per la guerra dei trent'anni, risultavano a 200/1000 e in alcuni casi soltanto spennellati di argento.Furono sostituiti da moneta buona ,cambiandoli in rapporto al contenuto.

Idem per i cosiddetti "vellones" di Spagna.

Un'altro esempio di monete ritirate,ma non per questo andate fuori corso, ( facevano aggio su quelle che avrebbero dovuto sostituirle) si ebbe con la Riforma francese.( di questo ho scritto intervenendo nella discussione sull'Asta Gadoury).

Per chi volesse studiare le inflazioni nei secoli e le monete relative ,c'è un bel libro "l'Inflazione" appunto ,scritto 50 anni fa da Richard Gaettens ( Longanesi ) Si trova sul web a 15/20 euro.

Inviato

A Napoli nel 700 confluì la collezione Farnese. I Borbone, eredi dei Farnese di Parma, per accogliere tutte le opere d'arte (famosa la statuaria), fondarono il primo museo archeologico d'Italia. Migliaia erano le monete, soprattutto greche e romane. Un altro aspetto del collezionismo antico è quello dei falsi d'epoca. Molte volte, quando gli antiquari del tempo non avevano di che vendere, facevano approntare monete di fantasia che venivano vendute a caro prezzo visto la loro "rarità".


Inviato

Non mi pare che le monete andassero fuori corso tanto spesso.

Beh... sì e no. La pratica della renovatio monetae o mutatio monetae era comune in certe aree ed era di fatto un mezzo di imposizione fiscale quando il sistema di raccolta delle imposte dirette era ancora poco sviluppato, visto che la moneta veniva sostituita con altra di minore peso e/o intrinseco oppure ne veniva data indietro in numero minore di quella consegnata. In Inghilterra nei secoli centrali del medioevo si aveva una completa renovatio monetae ogni sei-sette anni; in Germania e in parecchie aree dell'Europa centro-orientale anche una o due volte l'anno. In Italia era pratica comune mettere fuori corso la moneta spicciola battuta da zecche "straniere" (dove straniero poteva voler dire anche del comune vicino) quando questa era ritenuta di peso e/o intrinseco insufficiente, oppure per semplici motivi di politica monetaria (c'è un articolo illuminante di Angelo Finetti sull'argomento1). Poi c'era la legge di Gresham, che di fatto metteva fuori corso la buona moneta che veniva tesaurizzata, a favore della cattiva che veniva spesa. Poteva poi accadere che quando la tesaurizzazione veniva rimessa in circolo fosse passato del tempo, per cui le monete non erano più accettate per il loro valore nominale ma solamente a peso, con grande disdetta del tesaurizzatore... insomma, il quadro è complesso :)

1 FINETTI A., Boni e Mali Piczoli: Moneta piccola locale e forestiera in Italia Centrale (XIII_XV secolo), in: AA.VV. a cura di L. TRAVAINI, Moneta locale, moneta straniera: Italia ed Europa XI-XV secolo, Società Numismatica Italiana, Milano 1999.


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