Vai al contenuto
IGNORED

Carolvs IIIII


Risposte migliori

Ho provato a catalogare questo tarì di Carlo V con i testi noti da me posseduti ( Cagiati, Pannuti e Riccio, MIR Napoli e D'Andrea Andreani), ma ho delle difficoltà. E' una variante censita? Voi come lo cataloghereste?

post-21682-0-82139700-1313418748_thumb.j

Modificato da dareios it
Link al commento
Condividi su altri siti


:blink: :blink: :blink:

Che meraviglia Dareios!!! Patina, modulo, vigore del ritratto e del cerchio perlinato. Un piccolo capolavoro!

E guarda l'orecchio, i capelli, la punta della barba (spesso di conio stanco), quella fossetta sotto lo zigomo, le palpebre, il drappeggio dietro il collo... da museo! :wub:

La cosa più interessante è il segno di zecca recante il giglio sotto il taglio del collo. E' una variante molto interessante del Pannuti-Riccio 24.

Il Corpus al n, 450 descrive un solo esemplare, appartenente alla Collezione Reale, con il giglio tra due anelletti sotto il collo. Credo che corrisponda in tutto al tuo esemplare, con la sola differenza nella legenda al rovescio (tra anelletti): . REX . ARAGO . . VTRIVS . SI . R . L'esemplare della Collezione Reale pesa gr. 6,25.

Quell' ET è molto insolito, ma sul Corpus ci sono altri esemplari con questa caratteristica.

Ancora complimenti!!! :)

Modificato da JunoMoneta
Link al commento
Condividi su altri siti


Salute dareios

io la inquadrerei con Pannuti e Riccio tipo 24 anche se la tua ha per variante giglio sotto il collo dell'Imperatore e la posizione delle scritte soprattutto al R/

--Salutoni

-odjob

Link al commento
Condividi su altri siti


Salve a Juno e Odjob, è proprio il Corpus che mi manca, e io mi riferivo proprio al particolare del giglio riguardo la catalogazione. Comunque la moneta non è mia purtroppo :cray: E' in vendita su un sito francese al prezzo di 500 euro :girl_devil:

Link al commento
Condividi su altri siti


Mi sto rendendo conto che ogni tanto, sotto Carlo V, spunta qualche Tarì o Carlino con simboli poco conosciuti o meglio dire,alcuni non censiti.

Le annotazioni relative a tali simboli, soprattutto sotto questo sovrano sono molto scarne, se non addirittura, in molte opere assenti.

Poco tempo fa, un'altro frequentatore, precisamente Giuseppe, ha postato un Carlino con il Tosone, con impresso come simbolo una Torre (topic 67413 del 12 luglio 2011).

In questo stesso topic proprio Dareios ha ipotizzato che potrebbero trattarsi di simboli di zecchieri/incisori sconosciuti (per brevità di permanenza in zecca).

Potrebbe secondo me anche essere.

Io stesso posi la domanda....ma questi simboli ad inizio legenda cosa rappresentano ? erano solo un modo per dividerla, usati come interpunzione o cos'altro?

A queste domande ancora alcuna risposta.

Comunque complimenti a Dareios per la nuova scorperta, io personalmente uno con il giglio non l'avevo ancora mai visto.

Ciao

Link al commento
Condividi su altri siti


....ma questi simboli ad inizio legenda cosa rappresentano ? erano solo un modo per dividerla, usati come interpunzione o cos'altro?

Ciao Pietro, per me i simboli, come in questo caso, non sono messi per interpunzione. Non potevano bastare solo i cerchietti? Perchè perdere tanto tempo ad incidere un giglio?

Link al commento
Condividi su altri siti


....ma questi simboli ad inizio legenda cosa rappresentano ? erano solo un modo per dividerla, usati come interpunzione o cos'altro?

Ciao Pietro, per me i simboli, come in questo caso, non sono messi per interpunzione. Non potevano bastare solo i cerchietti? Perchè perdere tanto tempo ad incidere un giglio?

La motivazione per l'apposizione di questi segni distintivi è piuttosto discussa e credo che un'interpretazione univoca e corroborata da prove certe non sia ancora stata fornita. Almeno per il periodo che precede la disposizione della Tabella delle istruzioni della Zecca Napolitana del 21 gennaio 1623.

Il De Sopo per comodità suddivide la storia di questi segni in un "prima" e un "dopo" che usa come discrimine proprio questa importante disposizione. Quello che precede la disposizione lo denomina "Periodo dei segni di zecca" (1503-1621) e in questo periodo sostiene che "l'abitudine di variare i conii con questi segni era più che altro derivata dal desiderio di lasciare sul nuovo conio un segno diverso dal conio precedente e che servisse a qualificare e differenziare la Zecca stessa, più che a distinguere il personale addetto alla lavorazione". Che questi segni vogliono effettivamente "esprimere e significare solo il fatto materiale della varietà di conio e non, come dal secondo periodo in poi, il segno di riconoscimento del coniatore".

Questo secondo periodo infatti il De Sopo lo chiama "Periodo delle varietà monetarie" (1621-1684) e in realtà comincia precisamente con le disposizioni impartite il 21 gennaio 1623 dalla Regia Camera della Sommaria al Credenziere Maggiore Gian Donato Turbolo, sotto il nuovo viceré Antonio Alavrez de Toledo, duca d'Alba. Questo è il primo documento in cui si collega la presenza di questi segni all'attività dei singoli "cugnatori", ossia gli operai addetti alla coniazione:

"Darreti ordini, et così farreti osservare che lo Mastro di Cugno debbia e sia tenuto dare alli 25 cugnatori che sono in detta R.a Zecca ad ogni uno di essi dare una pila, et tre ferri per battere et cugnare le monete et in quale essa pila debia fare fondere uno segno quale habbia da servire per insino che durerà il servitio del cugnatore, acciò che la moneta che esce da detti cugnatori si possa conoscere da chi cugnatori sta' fatta, et perché nessuno cugnatore possa prestare ne cugnare alla pila dell'altro,et tutto ciò occorrendo trovarsi alcuna fraude in alcuna moneta si possa sapere da chi cugnatore fosse stata fatta del quale segno detto Mastro di Cugno debia far notamenti in suo libro conlo nome del cugnatore, et conservarlo con molta cautela, et questo sottopena di perdere li emolumenti de un anno". (cit. in G. De Sopo, Le monete di Napoli, pp. 116-117)

Insomma, da questa disposizione in poi si capisce che i segni di zecca erano identificativi dei singoli operai addetti alla coniazione, e servivavo appunto a riconoscere il responsabile in caso di frodi, e credo anche per il riconoscimento dei conii autentici dai falsi. Sul periodo precedente a questa disposizione anche il De Sopo è parecchio fumoso. Non è da escludere che anche in questo primo periodo tali segni avessero un qualche riscontro nelle regole interne della zecca, ma non mi risultano documenti atti a comprovare quest'uso.

Oltre al "tuo" tarì e al carlino di Giuseppe linkato da Pietro, a me è capitato di vedere un mezzo scudo con il doppio trifoglio, un segno piuttosto comune sui testoni, ma che non avevo mai visto sui mezzi scudi. Anche questo caso tuttavia non è sfuggito al Corpus, che ne classifica un esemplare, anch'esso mi pare dalla Collezione Reale.

Insomma; ragazzi miei, avete opere rarissime e ricercate (il Pannuti-Riccio!!!). Cosa aspettate a procurarvi un'altra opera davvero indispensabile e dal prezzo tutto sommato ancora ragionevole in anastatica Forni? ;)

Il Pannuti e il Corpus messi insieme fanno scintille come lo yin e lo yang :beerchug:

Modificato da JunoMoneta
  • Mi piace 2
Link al commento
Condividi su altri siti


"Darreti ordini, et così farreti osservare che lo Mastro di Cugno debbia e sia tenuto dare alli 25 cugnatori che sono in detta R.a Zecca ad ogni uno di essi dare una pila, et tre ferri per battere et cugnare le monete et in quale essa pila debia fare fondere uno segno quale habbia da servire per insino che durerà il servitio del cugnatore, acciò che la moneta che esce da detti cugnatori si possa conoscere da chi cugnatori sta' fatta, et perché nessuno cugnatore possa prestare ne cugnare alla pila dell'altro,et tutto ciò occorrendo trovarsi alcuna fraude in alcuna moneta si possa sapere da chi cugnatore fosse stata fatta del quale segno detto Mastro di Cugno debia far notamenti in suo libro conlo nome del cugnatore, et conservarlo con molta cautela, et questo sottopena di perdere li emolumenti de un anno". (cit. in G. De Sopo, Le monete di Napoli, pp. 116-117)

Caro Juno, mi sà che avevano trovato un modo per far lavorare di più gli operai :lol: E non potevano manco più imbrogliare :lol: :lol: :lol:

Link al commento
Condividi su altri siti


Insomma; ragazzi miei, avete opere rarissime e ricercate (il Pannuti-Riccio!!!). Cosa aspettate a procurarvi un'altra opera davvero indispensabile e dal prezzo tutto sommato ancora ragionevole in anastatica Forni? ;)

Il Pannuti e il Corpus messi insieme fanno scintille come lo yin e lo yang :beerchug:

Caro Giuseppe mi sto attrezzando per comprare i due Vol. del Corpus, ma devo farti notare che se ognuno di noi avesse tutto, in questa sezione di cosa si discuterebbe :P ...e poi a me personalmente piace molto leggerti. ;)

Grazie

Modificato da peter1
Link al commento
Condividi su altri siti


Caro Giuseppe mi sto attrezzando per comprare i due Vol. del Corpus, ma devo farti notare che se ognuno di noi avesse tutto, in questa sezione di cosa si discuterebbe :P ...e poi a me personalmente piace molto leggerti. ;)

Grazie

Concordo con Peter1, è un vero piacere leggere JunoMoneta, riesce a catalizzare l'attenzione e la concentrazione.

Grazie, Giò :)

Link al commento
Condividi su altri siti

Awards

Unisciti alla discussione

Puoi iniziare a scrivere subito, e completare la registrazione in un secondo momento. Se hai già un account, accedi al Forum con il tuo profilo utente..

Ospite
Rispondi a questa discussione...

×   Hai incollato il contenuto con la formattazione.   Rimuovere la formattazione

  Only 75 emoji are allowed.

×   Il tuo collegamento è stato incorporato automaticamente.   Mostra come un collegamento

×   Il tuo contenuto precedente è stato ripristinato..   Cancella editor

×   You cannot paste images directly. Upload or insert images from URL.

Caricamento...
×
  • Crea Nuovo...

Avviso Importante

Il presente sito fa uso di cookie. Si rinvia all'informativa estesa per ulteriori informazioni. La prosecuzione nella navigazione comporta l'accettazione dei cookie, dei Terms of Use e della Privacy Policy.