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Finis Italiae, finis Europae


Risposte migliori

Inviato

Perché si collezionano monete? Uno dei motivi, soprattutto x le collezioni di monete antiche, è, direi, “tenere la storia in mano”.

Quante cose ci può raccontare una piccola moneta su grandi personaggi storici, vicende della vita quotidiana di gente comune, avvenimenti di grande importanza storica, politica, militare, sociale e artistica riguardanti imperi, città, regni, repubbliche e signorie che furono…

Per questo una piccola moneta è una grande storia.

Ma non basta possedere una moneta e conoscere le vicende ad essa legate, se non ne scaturisse una riflessione ideale sull’insegnamento che quella monetina, con le storie che ha in sé, può darci. Se historia magistra vitae, ogni monetina è un insegnamento.

Proprio da queste monetine traevo una riflessione, per la quale vorrei sentire la vostra opinione, se l’argomento vi interessa.

Confrontavo nella mia mente le raffinatissime ed elaborate monete ellenistiche della fine del IV sec. a.C. con i coevi rozzissimi e semplici aes gravis dei contadini e pecorari italici.

Eppure quei pecorari e montanari dell’Italia centrale avrebbero presto costituito il fulcro di una potenza formidale, potenza CIVILIZZATRICE ED ORDINATRICE dell’intero mondo antico. Cosa che gli stessi greci ben presentivano, definendo proprio allora quei pecorari dagli umili costumi la pericolosa “nube che si avvicina dall’occidente”.

Gia allora quindi forse benessere non equivaleva necessariamente a felicità.

La felicità è una condizione assolutamente personale, ma quando è riferita alle collettività politiche dovrebbe avvicinarsi all’idea di Stato Etico.

Come hanno fatto quei pecorari a prevalere su un mondo in gran parte più civilizzato e tecnicamente avanzato, unificandolo in un’unica civiltà superiore?

Le fonti e i pensatori antichi convergono su una spiegazione essenziale: superiorità etica da cui una conseguente superiore capacità politica e amministrativa.

Naturalmente anche quella causa iniziale di superiorità, è andata finendo, come tutte le cose. Ma a quel punto aveva lasciato un’altra eredità, tutta culturale: quella di una civiltà splendida.

Parto da queste premesse per affrontare la vera questione. Questo è quello che ci ha insegnato la storia. Maestra di vita.

Sappiamo che dal quel momento l’Europa e in particolare l’Italia, che ne è stato il cuore culturale per oltre 2000 anni, è il fulcro culturale, economico e politico del mondo.

L’Italia, anche nei sui periodi più bui dal punto di vista politico, fu all’avanguardia in Europa dal punto di vista artistico e culturale. Poche altre nazioni possono vantare una ricchezza culturale che senza interruzioni è durata quasi 3000 anni. Vi ricordo che il nostro paese è il più ricco in assoluto per quantità di opere d’arte, mentre per la qualità il giudizio è soggettivo… Non a caso si è sempre parlato in campo artistico e culturale di Genio Italico.

Ebbene non so se ve ne siete accorti, ma ora questo lungo processo è finito. L’Italia ha perso dopo 3000 anni la caratteristica che sempre l’aveva caratterizzata, anche nei momenti più bui della sua storia: il primato culturale. Quello che Gioberti chiamava il primato morale e civile degli italiani. Questo primato è finito.

Con esso non è finito solo questo paese, che oggi ha rilievo nel mondo solo ed esclusivamente per il suo passato che fu, ma anche l’Europa che la circonda.

Europa che è soltanto poco più che una espressione geografica e che sarà un’espressione economica ancora per poco, molto poco. Le macerie delle 2 autodistruzioni europee del secolo scorso hanno chiuso un’epoca plurimillenaria.

Il 1945 sarà per le generazioni future un anno fatidico così come noi sentiamo il 476 d.C. Oggi nessuno, o pochi, lo sanno. Proprio come non lo sapevano i romani di allora.

Eppure, esporre all’opinione di tutti questa evidenza è oggi imprudente, trattandosi di un chiaro “politicamente scorretto”.

Un declino visibile a tutto campo, etico, morale, economico, culturale, sociale e politico. Non c’è scampo. Sono convinto che tra 20 o 30 anni arriverà il redde rationem.

Nel frattempo lascio ad altri il divertimento tra un giovinismo debosciato quando non rincoglionito, valori deboli e finti, buonismi ipocriti, autoevirazioni, insulto alle proprie radici. E infine la partecipazione a inutili elezioni di una sedicente democrazia formale, non sostanziale, il cui risultato sarà comunque sempre lo stesso: la vittoria dell’oligarchia plutopartitocratica neofeudale.

Sì, tutto questo lo lascio ad altri. Perché io purtroppo sono cosciente.


Inviato

Se posso condividere l'idea dell'Italia ormai lontana dal centro dei fermenti culturali, posso assicurarti che sulla questione dell' Europa come mero termine ti sbagli di grosso.

Mai come da 10 anni a questa parte si e' venuta a formare un'identita' europea sovrannazionale molto sentita nelle fasce di eta' piu' giovane.


Inviato
Se posso condividere l'idea dell'Italia ormai lontana dal centro dei fermenti culturali, posso assicurarti che sulla questione dell' Europa come mero termine ti sbagli di grosso.

Mai come da 10 anni  a questa parte si e' venuta a formare un'identita' europea sovrannazionale molto sentita nelle fasce di eta' piu' giovane.

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Quoto in pieno...!

D'altra parte la "federazione" tra le varie entità nazionali europee è una delle poche cose che ci può tutelare.


Inviato (modificato)

Il tanto dibattuto e sofferto "concetto" di Decadenza o Inclinatio (per gli storici antichi ) mi spinge a rispondere con le parole di Verlaine che ispirato dalla Fine dell'Impero Romano pubblicò il celebre Manifesto per un nuovo movimento Letterario specchio dei suoi Tempi : Je suis l'Empire à la fin de la dècadence.

Langueur

Io sono l'impero alla fine della decadenza,

il quale guarda il passaggio dei grandi barbari bianchi,

componendo acrostici indolenti

di uno stile d'oro, in cui danza il languore del sole.

L'anima solinga è rattristata da densa stanchezza.

Si dice che laggiù si svolgono sanguinose battaglie.

Oh non potere, per la debolezza dai pigri desideri,

oh non volere intrecciar fiori su questa esistenza!

Oh non volere, oh non poter morire lì un poco!

Ah tutto è bevuto! Batillo, hai finito di ridere?

Tutto bevuto, tutto mangiato! Più nulla da dire.

Solo un poema un pò vuoto, che si getti al fuoco,

solo uno schiavo un pò girovago che vi trascuri,

e un tedio non sò quale che vi colpisca!

Altre parole non aggiungo ...............

Modificato da Silla

Inviato
potenza CIVILIZZATRICE ED ORDINATRICE dell’intero mondo antico

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Hanno fatto un deserto, e lo chiamano pace...

Ciao, P. :)


Inviato

Posso capire la vostra fiducia nell'Europa, intesa come amministrazione migliore della nostra. In Europa c'è un'economia liberale + seria della nostra, che è liberale solo di nome... e infatti avete sotto gli occhi gli ultimi scandali plutopartitocratici del nostro paese. Sfortunatamente però non credo che un'Europa di tecnocrati e banchieri potrà risollevarsi dal declino. Bisogna prima stabilire che Europa si ha in mente. Una Europa che non ha neppure il coraggio di riconoscere le proprie origini culturali e storiche, parte già molto fiacca.

Una Europa che sia solo merci, capitali e lavoratori, senza spirito e senza identità è un'Europa che non andrà molto lontano. E ci sono problemi grossi in vista x il futuro: immigrazione in quantità abnorme, sfruttamento selvaggio della manodopera a bassissimo costo (nuovi schiavi) in Cina e estremo oriente e anche Europa dell'est. In una situazione già difficile per l'Europa, figuratevi per il nostro paese è già un rottame.


Inviato
potenza CIVILIZZATRICE ED ORDINATRICE dell’intero mondo antico

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Hanno fatto un deserto, e lo chiamano pace...

Ciao, P. :)

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C'era un grande come Annibale a portare loro la libertà...xchè non l'hanno presa?

;)


Inviato

Grande Verlaine, poi Languore mi piace molto ,l'ho studiato lo scorso anno a scuola.

PS, anche se italiano, sotto sotto un pò europeo mi sento.

Ciccio 86

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Inviato
Posso capire la vostra fiducia nell'Europa, intesa come amministrazione migliore della nostra. In Europa c'è un'economia liberale + seria della nostra, che è liberale solo di nome... e infatti avete sotto gli occhi gli ultimi scandali plutopartitocratici del nostro paese. Sfortunatamente però non credo che un'Europa di tecnocrati e banchieri potrà risollevarsi dal declino. Bisogna prima stabilire che Europa si ha in mente. Una Europa che non ha neppure il coraggio di riconoscere le proprie origini culturali e storiche, parte già molto fiacca.

Una Europa che sia solo merci, capitali e lavoratori, senza spirito e senza identità è un'Europa che non andrà molto lontano. E ci sono problemi grossi in vista x il futuro: immigrazione in quantità abnorme, sfruttamento selvaggio della manodopera a bassissimo costo (nuovi schiavi) in Cina e estremo oriente e anche Europa dell'est. In una situazione già difficile per l'Europa, figuratevi per il nostro paese è già un rottame.

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Le tue parole sono quantomeno contraddittorie...parli di un'Europa solo sulla carta e poi tu stesso la definisci solo in base a criteri economici e non culturali. Sarebbe proprio questo l'errore ...pensare all'Europa come un'entita' unicamente economica e non come una collettivita' di persone.

Vorrei infine ricordare un'ultima cosa ... l'Europa dell' Est appartiene all'Europa sia geograficamente che politicamente (1 gennaio 2004)


Inviato (modificato)
C'era un grande come Annibale a portare loro la libertà...xchè non l'hanno presa?

;)

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Forse perchè quando avevi a che fare con i Romani l'alternativa era... "magna sta minestra o buttate dalla finestra" :)

Detto fuori di metafora, quando una città o nazione finiva nella sfera di interesse di Roma, non c'erano alternative entrare (più o meno spontaneamente) nell'orbita romana o finire distrutti... la parola "imperialismo" ti dice niente? Detto questo, non voglio assolutamente sminuire l'importanza della civiltà romana, ma evitiamo le mitizzazioni. A Roma c'erano un'economia basata sul lavoro servile, i giochi del circo, un concetto di "democrazia" che se confrontato con quello della polis greca fa ridere i polli e svariate altre cosette che non so se sia il caso di prendere a peso... Vogliamo parlare della condizione femminile? Bin Laden applaudirebbe :)

Per quanto riguarda l'Europa, dici che dopo il 1945 l'Europa è finita. Io ti dico: cos'era l'Europa fino al 1945? Un ininterrotto campo di battaglia. Di quanti milioni di morti hai ancora bisogno? Il fatto che per la prima volta in 500 anni non ci sono eserciti nemici schierati sulle rive del Reno è una grande conquista di civiltà, non un passo indietro.

Dici anche: "La felicità è una condizione assolutamente personale, ma quando è riferita alle collettività politiche dovrebbe avvicinarsi all’idea di Stato Etico." Forse non ho capito io, ma intendi dire che lo stato definisce cosa deve essere la felicità per i cittadini? Questo concetto ha un nome: si chiama "totalitarismo". Anche di questo in Europa ne abbiamo avuto abbastanza ;)

Ciao, P. :)

Modificato da Paleologo

Inviato
Posso capire la vostra fiducia nell'Europa, intesa come amministrazione migliore della nostra. In Europa c'è un'economia liberale + seria della nostra, che è liberale solo di nome... e infatti avete sotto gli occhi gli ultimi scandali plutopartitocratici del nostro paese. Sfortunatamente però non credo che un'Europa di tecnocrati e banchieri potrà risollevarsi dal declino. Bisogna prima stabilire che Europa si ha in mente. Una Europa che non ha neppure il coraggio di riconoscere le proprie origini culturali e storiche, parte già molto fiacca.

Una Europa che sia solo merci, capitali e lavoratori, senza spirito e senza identità è un'Europa che non andrà molto lontano. E ci sono problemi grossi in vista x il futuro: immigrazione in quantità abnorme, sfruttamento selvaggio della manodopera a bassissimo costo (nuovi schiavi) in Cina e estremo oriente e anche Europa dell'est. In una situazione già difficile per l'Europa, figuratevi per il nostro paese è già un rottame.

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Le tue parole sono quantomeno contraddittorie...parli di un'Europa solo sulla carta e poi tu stesso la definisci solo in base a criteri economici e non culturali. Sarebbe proprio questo l'errore ...pensare all'Europa come un'entita' unicamente economica e non come una collettivita' di persone.

Vorrei infine ricordare un'ultima cosa ... l'Europa dell' Est appartiene all'Europa sia geograficamente che politicamente (1 gennaio 2004)

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Scusa, xchè dici che sono in contraddizione? Io dico che l'Europa deve ancora superare molte difficoltà di livello mondiale, problemi più grandi di lei direi, quando è così vile e autolesionista da rinnegare, nella fallita costituzione (costituzione che nei paesi veramente democratici è stata sottoposta a referendum popolare) perrfino le sue radici storiche e culturali cristiane.

Mai negato che i paesi dell'est facciano parte dell'Europa. Ho solo detto che sarà difficile affrontare problemi tipo la PAC. Ad esempio la Francia non vuole rinunciare ai sussidi in agricoltura, frattanto i prodotti agricoli dell'est costano in media due terzi in meno che in quella occidentale e l'Inghilterra vorrebbe abolire completamente o quasi ogni sussidio agricolo. Dimmi come si conciliano queste posizioni o situazioni inconciliabili, se non a lunghissimo termine. Ed è uno dei problemi + stupidi. Inoltre, premesso che io non ho nulla contro la Turchia, perchè la Turchia può entrare in Europa e ad esempio la Libia, la Tunisia e il Burundi no?

Forse bisognerebbe innanzitutto stabilire cosa intendiamo per Europa. Se per Europa intendiamo solo una unione economica e poco più, meccanicamente intesa, allora questa Europa è tutto e niente.


Inviato (modificato)
C'era un grande come Annibale a portare loro la libertà...xchè non l'hanno presa?

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Forse perchè quando avevi a che fare con i Romani l'alternativa era... "magna sta minestra o buttate dalla finestra" :)

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Aspetta, quando Annibale è arrivato in Italia e stava stravincendo, xchè solo pochi popoli hanno aderito alla sua causa mentre la maggior parte è rimasta fedele a Roma? Scusa, quello era il momento ideale per riprendere la libertà e farla finita con Roma, proprio come suggeriva Annibale. Evidentemente con Roma non si stava tanto male...

Detto fuori di metafora, quando una città o nazione finiva nella sfera di interesse di Roma, non c'erano alternative entrare (più o meno spontaneamente) nell'orbita romana o finire distrutti... la parola "imperialismo" ti dice niente?

Non nego, ma il suo imperialismo non era confrontabile con quello di Atene, molto ma molto + duro per i sottomessi. Inoltre l'imperialismo romano portava la pace in zone generalmente turbolente e la civiltà dell'urbanizzazione e del diritto. Insomma niente a che vedere con lo sfruttamento coloniale come quello inglese e francese del XIX sec., molto vicino a quello Ateniese come tipologia.

A Roma c'erano un'economia basata sul lavoro servile, i giochi del circo, un concetto di "democrazia" che se confrontato con quello della polis greca fa ridere i polli e svariate altre cosette che non so se sia il caso di prendere a peso... Vogliamo parlare della condizione femminile?

L'economia servile c'era in tutto il mondo antico. E in America è durata fino a 150 anni fa... La democrazia ateniese all'esterno, in politica estera, non era affatto "democratica", dovresti sapere bene che gli Ateniesi con i sottoposti erano assolutamente spietati, a differenza dei romani che erano implacabili solo coi nemici. Per quanto riguarda la donna romana...mbeh se dici così non hai presente la condizione della donna greca! Guarda che la donna romana era molto più simile a quella etrusca che a quella greca (cioè molto più libera).

E poi non so se l'attuale supermignottismo sia da considerarsi una conquista...

Per concludere i valori cui facevo riferimento sono quelli della Repubblica, non dell'Impero. Infatti quando le cose hanno cominciato ad andare a rotoli c'è voluto un Cesare che salvasse lo Stato, nella sostanza non nella forma.

Per quanto riguarda l'Europa, dici che dopo il 1945 l'Europa è finita. Io ti dico: cos'era l'Europa fino al 1945? Un ininterrotto campo di battaglia. Di quanti milioni di morti hai ancora bisogno? Il fatto che per la prima volta in 500 anni non ci sono eserciti nemici schierati sulle rive del Reno è una grande conquista di civiltà, non un passo indietro.

Ma per carità! Certo, e infatti ho detto che l'Europa si è autodistrutta. Purtroppo definitivamente. Te ne accorgerai quando ti diranno che non avrai diritto alla pensione e che a 80 anni dovrai ancora lavorare con gli stipendi degli schiavi che la plutocrazia mondiale ha a disposizione in Cina (a proposito di economia servile...)

Dici anche: "La felicità è una condizione assolutamente personale, ma quando è riferita alle collettività politiche dovrebbe avvicinarsi all’idea di Stato Etico." Forse non ho capito io, ma intendi dire che lo stato definisce cosa deve essere la felicità per i cittadini? Questo concetto ha un nome: si chiama "totalitarismo". Anche di questo in Europa ne abbiamo avuto abbastanza  ;)

Intendo dire che ci dovrebbero essere dei valori di riferimento ben precisi, un minimo comun denominatore inerente un'autocoscienza dell'identità nazionale ma anche dello stato e dei diritti sociali (direi che dal XIX sec. in poi, ma forse fin dal tempo dei Gracchi :D, questo elemento non può essere escluso).

Valori di minimo comun denominatore che dovrebbero essere condivisi da tutti. Ad esempio la nostra costituzione prevede, tra le altre cose, il divieto dell'abuso della proprietà privata e la possibilità di socializzare imprese in certi casi. Secondo te xchè queste volontà sono rimaste carta straccia? Non ho detto che è lo Stato a stabilire la felicità, ho detto che dovrebbe essere lo Stato, cioè noi tutti, a porre le condizioni per cui tutti possano, partendo dalle stesse condizioni di base, raggiungerla. Il che ripeto non significa assolutamente l'uguaglianza benessere=felicità, anzi. Poi bisognerebbe mettersi d'accordo su cosa si intende democrazia... Democrazia è forse quando ogni tanto si dà al popolo l'illusione di essere sovrano? Tu credi di vivere in una democrazia? Formalmente forse sì, sostanzialmente non credo. Basta il clientelismo a snaturare una democrazia. Allora l'interesse di parte su quello generale. Fazioni o partiti alleati o coincidenti con forze talora occulte pluto-massoniche tengono in pugno questa "democrazia". Eppure ogni tanto danno al popolo l'illusione di essere sovrano. Tanto sanno che non è in grado di porre alcuna alternativa. Semplicemente il popolo scegliera tra le diverse facce della stessa medaglia pultopartitocratica. Quindi nessuna scelta.

Per farti un esempio, democrazia non è solo votare personaggi inseriti in una fazione partitica, ma anche e forse più, votare persone che rappresentino non una fazione, ma un interesse di categoria specifico: riconosciuto, tutelato e soprattutto evidente.

Ma qui entreremmo in un ambito molto complesso e su cui potremmo stare a discutere secoli...

Dove lo Stato è debole, quindi a maggior ragione uno stato non etico, spesso regna la confusione e l'incertezza. Così il potente fa quello che vuole e il debole abbozza. Con lo Stato Etico, l'unico personaggio potente è lo Stato. Se lo Stato è forte, io debole sono forte, se lo Stato è forte, il plutocrate forte è debole.

Ciao :)

Modificato da Graccanvs

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