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Carlo II - Tarì


Risposte migliori

Ancora un'altra moneta:

Carlo II - Tarì 1695

P.R. al n° 22 (senza grado di rarità);

MIR al n° 304/4 Comune;

D'Andrea, Andreani, Perfetto al n° 32 Comune;

Civitas Neapolis al n° 356 Rara.

A voi i commenti.

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Modificato da peter1
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Ciao Pietro, vedo con piacere che continui a perseverare :D , e questo credo sia piacevole e interessante per coloro che ci seguono, il tuo contributo diventa sempre più importante, specialmente quando c'è un po’ di "sonnolenza"

Il Tarì di Carlo II, col rovescio del mitico tosone sospeso, elemento presente in gran numero nella monetazione di questo sovrano, e particolarmente ostico.

La sua conservazione latita parecchio, il tuo nominale ha qualche particolarità?

Mi sembra di scorgere i soliti globetti più o meno presenti, ma niente di più.

La sua monetazione ha ultimamente riservato parecchie sorprese, chissà che magari non ne riservi altre.......... :rolleyes:

Grazie di tutto, ciao Eros

.

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Ciao Pietro, vedo con piacere che continui a perseverare :D , e questo credo sia piacevole e interessante per coloro che ci seguono, il tuo contributo diventa sempre più importante, specialmente quando c'è un po’ di "sonnolenza"

Il Tarì di Carlo II, col rovescio del mitico tosone sospeso, elemento presente in gran numero nella monetazione di questo sovrano, e particolarmente ostico.

La sua conservazione latita parecchio, il tuo nominale ha qualche particolarità?

Mi sembra di scorgere i soliti globetti più o meno presenti, ma niente di più.

La sua monetazione ha ultimamente riservato parecchie sorprese, chissà che magari non ne riservi altre.......... :rolleyes:

Grazie di tutto, ciao Eros

.

Ciao Eracle e grazie per quello che mi scrivi, il mio Tarì non ha nessuna particolarità, ma avevo notato (e l'ho evidenziato in grasseto) come questo tipo datato 1695 due su tre considerano tale moneta Comune, mentre nell'Asta Civitas Neapolis è stata riportata come Rara.

Secondo te e (voi) qual'è stato il motivo, la moneta è Comune o è Rara? :o

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Entriamo nuovamente in campo minato...

Ribadisco per certi nominali, non possiamo definirne la rarità solo per passaggi, o presenze sul mercato, come di consueto.

Per tale monetazione andrebbe definito il grado di rarità in base alla sua conservazione.

Questo tondello e comune, ma per il suo stato conservativo, potrebbe divenire NC o R.

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Ciao Pietro, vedo con piacere che continui a perseverare :D , e questo credo sia piacevole e interessante per coloro che ci seguono, il tuo contributo diventa sempre più importante, specialmente quando c'è un po’ di "sonnolenza"

Il Tarì di Carlo II, col rovescio del mitico tosone sospeso, elemento presente in gran numero nella monetazione di questo sovrano, e particolarmente ostico.

La sua conservazione latita parecchio, il tuo nominale ha qualche particolarità?

Mi sembra di scorgere i soliti globetti più o meno presenti, ma niente di più.

La sua monetazione ha ultimamente riservato parecchie sorprese, chissà che magari non ne riservi altre.......... :rolleyes:

Grazie di tutto, ciao Eros

.

Ciao Eracle e grazie per quello che mi scrivi, il mio Tarì non ha nessuna particolarità, ma avevo notato (e l'ho evidenziato in grasseto) come questo tipo datato 1695 due su tre considerano tale moneta Comune, mentre nell'Asta Civitas Neapolis è stata riportata come Rara.

Secondo te e (voi) qual'è stato il motivo, la moneta è Comune o è Rara? :o

ciao peter,la verità sta sempre nel mezzo,quindi direi NON COMUNE :D

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ciao peter,la verità sta sempre nel mezzo,quindi direi NON COMUNE :D

Ciao Genny, e grazie per il tuo interessamento.

Per par condicio ti messo a messo a metà :)

Ma credo che esprimere un'opinione su un grado di rarità non è come dare un giudizio su uno stato di conservazione; se fosse stato in tal senso avrei potuto anche capire.

In questo caso invece, la moneta o è Comune o è Rara.

Non credete che tra le due ci sia una non sottile differenza? ;)

Modificato da peter1
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..posseggo un Tarì Carlo II° del 1696 di qualità più alta di quello di Peter1, il mio è un BB, quello di Peter1 è un MB...quindi il mio cm rarità dovrebbe essere più avanti del suo....

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..posseggo un Tarì Carlo II° del 1696 di qualità più alta di quello di Peter1, il mio è un BB, quello di Peter1 è un MB...quindi il mio cm rarità dovrebbe essere più avanti del suo....

ma cos'è cm rarità :(

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..posseggo un Tarì Carlo II° del 1696 di qualità più alta di quello di Peter1, il mio è un BB, quello di Peter1 è un MB...quindi il mio cm rarità dovrebbe essere più avanti del suo....

ma cos'è cm rarità :(

sara' come

Grazie iachille.... :blush: ..ed io che leggendo il discorso pensavo cosa fosse cm.

A historicum devo dire invece che non è la conservazione di una moneta che fà la rarità;

Il tuo è un comune tarì del 1696 P.R. 23 - MIR 300/5 - Andreani, D'Andrea, Perfetto 33 che se in stato di conservazione BB potrebbe solo valere più del mio, ma rimane comunque Comune.

L'oggetto della discussione rimane comunque un'altro. ;)

Ciao

Modificato da peter1
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Questo tondello e comune, ma per il suo stato conservativo, potrebbe divenire NC o R.

Come già detto da Eracle, una moneta comunissima è una moneta che è stata battuta in gran quantità, soltanto perchè era d'uso quotidiano del popolo. Queste monete del popolo poi, non smettevano di circolare nemmeno con la morte del sovrano. Venivano ritirate solo quando diventavano tondelli illeggibili o quando cambiava il rapporto con la nuova moneta. Di conseguenza, trovare una moneta in FDC di questo tipo, diventa raro. Prova a comprare una moneta borbonica in rame rosso e una uguale in conservazione MB o anche BB.

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Questo tondello e comune, ma per il suo stato conservativo, potrebbe divenire NC o R.

Come già detto da Eracle, una moneta comunissima è una moneta che è stata battuta in gran quantità, soltanto perchè era d'uso quotidiano del popolo. Queste monete del popolo poi, non smettevano di circolare nemmeno con la morte del sovrano. Venivano ritirate solo quando diventavano tondelli illeggibili o quando cambiava il rapporto con la nuova moneta. Di conseguenza, trovare una moneta in FDC di questo tipo, diventa raro. Prova a comprare una moneta borbonica in rame rosso e una uguale in conservazione MB o anche BB.

Dareios, scusami un attimo.....ma per la moneta in questione, vorresti dire che per il MIR e D'Andrea/Andreani/Perfetto la moneta è Comune e poi in vendita all'asta Civitas Neapolis è stata proposta come Rara per il suo stato conservativo qFDC? :o

Modificato da peter1
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Dareios, scusami un attimo.....ma per la moneta in questione, vorresti dire che per il MIR e D'Andrea/Andreani/Perfetto la moneta è Comune e poi in vendita all'asta Civitas Neapolis è stata proposta come Rara per il suo stato conservativo qFDC? :o

Ciao Pietro, potrebbe essere proprio così. Se Alberto Varesi leggesse questa discussione, potremmo toglierci tutti i dubbi (soprattutto i tuoi).

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Oggi, vorrei porre una domanda ai sostenitori di questa tesi;

Faccio un esempio concreto: pochi giorni fa ho postato un Tarì di Filippo V - 1702 - R4 in stato conservativo MB.

Mi chiedo, ma se fosse stato un BB o qFDC che grado di rarità avrebbe raggiunto, R6, R7 ?? :(

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Ciao Peter, io preferirei analizzare separatamente i due fattori che escono fuori da questa discussione e cioè la rarità e il valore commerciale.

Il grado di rarità nelle monete contemporanee è legato alla produzione riferita al millesimo meno le monete ritirate .

C: comune;

NC: non comune;

R: raro;

R2 (RR): molto raro;

R3 (RRR): rarissimo;

R4 (RRRR): estremamente raro;

R5 (RRRRR): conosciuto solo in alcuni esemplari;

Nelle monete contemporanee grazie alla possibilità di studiare i decreti l'eventualità di dare un grado di rarità errato è molto basso. Altro è attribuire il grado di rarità alle monete dove è difficile trovare i documenti relativi alla produzione di come ES. medioevali e alcune rinascimentali.

Per questo tipo di monete ci viene in aiuto l'osservazione, cioè se quella moneta è di facile reperimento, naturalmente l'attribuzione è soggettiva ed empirica, quindi l'attribuzione è soggetta a cambiamenti nel tempo.

Può essere che lo studioso abbia a suo tempo fatto un lavoro di attribuzione molto scrupoloso e attento, dopo esce fuori un tesoretto relativo alle monete da lui studiate e inevitabilmente ne cambia il grado di rarità in difetto.

Non è difficile che una moneta diciamo venga declassata.

Ad esempio ho cambiato il grado di rarità del denaro di Carlo I d'Angiò detto palmizio http://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-CIA/33 da R4 estremamente raro a R2 molto raro poiché compare spesso nelle aste numismatiche e come prova ne ho messo le foto,

Un altro fattore che determina la difficoltà di trovare monete nel mercato è l''interesse legato alla moda del momento, In questo caso la rarità della moneta aumenta, ma non è dovuta alla quantità ma alla reperibilità.

La difficoltà di reperibilità ne influenza il valore commerciale, quindi il prezzo è legato sia alla rarità che all'interesse.

L'interesse per una moneta può essere legata sia a motivi di studio, sia collezionistici e sia a motivi di puro investimento.

Questi fattori legano il valore della moneta allo stato di conservazione.

Prendiamo come riferimento una moneta comune, lo studioso si accontenta anche di monete a basso stato di conservazione che dopo lo studio potrebbe anche rimetterle in circolazione.

Il collezionista tende ad avere nella propria collezione monete ad uno stato di conservazione maggiore, tendendo a dare via quelle a bassa conservazione.

L'investitore tesaurizza le monete ad alta conservazione.

Questo sistema spiega una delle cause perchè le monete ad alta conservazione sono più rare rispetto a quelle a bassa conservazione.

Un'altra causa è legata al motivo per cui è nata la moneta, cioè mezzo di scambio e quindi soggetto a usura. Cioè la moneta doveva circolare difficilmente veniva tesaurizzata, monete ad alta conservazione proviene principalmente da tesoretti.

Per concludere il grado di rarità di una moneta è legato alla quantità una volta stabilito è diciamo fisso nei cataloghi, naturalmente se si può anche legare la rarità della moneta allo stato di conservazione ma va da se che il grafico che rappresnta la conservazione alla rarità avrà un'iperbole più pronunciata più si va indietro nel tempo.

Credo che se si analizza uno stesso periodo è più facile trovare monete ad alta conservazione se di oro, meno se di argento, quasi impossibile se di rame.

Spero di essermi spiegato

Antonio

Modificato da carlino
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Inviato (modificato)

Ciao Antonio, ti sei spiegato benissimo, altrochè, ho letto con molta atttenzione ciò che hai esposto e tutto fila; chi compila i cataloghi tiene sicuramente conto dei motivi che hai appenana enunciato, ecco perchè si rivedono e si rivendono di anno in anno (Ediz. 2010, Ediz. 2011 ecc. ecc.)

Ma una volta che la moneta è classificata Comune rimane Comune, non potrei mai sentirmi dire la frase "la mia o questa moneta è più bella e quindi piiù rara, altrimenti dove andiamo a finire !! Ognuno così potrebbe ricavarsi il proprio grado di rarità in base alla conservazione della sua moneta.

Grazie

Modificato da peter1
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Ma una volta che la moneta è classificata Comune rimane Comune, non potrei mai sentirmi dire la frase "la mia o questa moneta è più bella e quindi piiù rara, altrimenti dove andiamo a finire !! Ognuno così potrebbe ricavarsi il proprio grado di rarità in base alla conservazione della sua moneta.

Grazie

Hai Ragiono avrebbe dovuto dire "questa moneta comune, in questo stato di conservazione è difficile da trovare"

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Ciao Pietro, i tarì e i carlini napoletani di Carlo II con il toson d'oro sono non comuni per le date dispari, poi ci sono quelli datati 1698 (per il tarì) e 1700 che sono molto rari (il 1697 è rarissimo). Questo tuo 1695, anche se ha una data molto interessante, è appena leggibile e quindi direi un B.

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