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Publius Elvius Pertinax.


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Salve a tutti. Ispirato dallo splendido lavoro di ricerca e informazione condotto precedentemente dal diligentissimo Exergus riguardante la figura dell'imperatore Pertinace, ora vorrei aprire questa discussione per presentarvi suo figlio: Publio Elvio Pertinace. Questi nacque intorno al 181 d.C. avendo come genitori l'omonimo padre, Elvio Pertinace, che, prima di essere incoronato imperatore, servì come generale sotto Marco Aurelio, e come madre Flavia Titiana, figlia di un nobile senatore chiamato Tito Flavio Sulpiciano. Non era figlio unico: si conosce l'esistenza di una sua sorella, di cui, però, non si sa nulla, nemmeno il nome. L'ascesa al potere di suo padre, il primo di gennaio del 193 d.C., doveva garantire la fortuna politica del giovane figlio: infatti, il Senato offrì a Pertinace padre la porpora, a sua moglie il titolo di Augusta e a Pertinace figlio il titolo di Cesare. Questo titolo doveva assicurare la successione di Pertinace figlio al padre sul trono imperiale, in quanto, con questa cerimonia, si designavano i nuovi eredi. Pertinace padre, inaspettatamente, rifiutò questo prestigio per suo figlio dicendo che, se veramente aspirava ad una tale carica, se la sarebbe guadagnata con le sue forze. A quanto pare, l'imperatore respinse i titoli per la moglie e il figlio solamente per tutelarli: infatti, in previsione di un possibile attentato alla sua vita, secondo lui, si sarebbero salvati, dato che non erano in possesso di onori che potessero consentire loro di aspirare al governo dell'Imperium. Purtroppo il vecchio Pertinace doveva seguire il famoso detto latino "Carpe diem", dato che il 28 marzo di quello stesso annno fu assassinato dalla Guardia Pretoriana, forse perchè non aveva rispettato la somma di denaro che aveva promesso di donare a questi ultimi una volta salito al trono. Si dice, infatti, che Pertinace padre fosse un tantino avaro. Così, la tutela del giovane Elvio Pertinace passò a suo nonno materno, il senatore Sulpiciano, che cercò di accattivarsi le simpatie dei soldati per farsi nominare imperatore e assumere la reggenza in vece del suo giovane nipote. Ciò non accadde perchè le legioni misero all'"incanto" il trono dei Cesari: avrebbero riconosciuto come loro imperatore solo colui il quale avrebbe elargito loro una soddisfacente somma di denaro. A quanto pare il modesto Sulpiciano non potè accontentare tutti e i legionari, coadiuvati dalla sempre presente Guardia Pretoriana, scelsero come imperatore il ricchissimo senatore Marco Didio Salvio Giuliano che, stando alle notizie tramandateci dall'"Historia Augusta", pagò ben 25.000 sesterzi ai Pretoriani. Il Senato non poteva che approvare la nomina di Didio Giuliano (d'altronde era un loro esponente!). Solamente la plebe non accettò mai la nomina di questo senatore: il nuovo imperatore non riuscì ad acquistare l'attenzione del popolo nè con le buone - offrendo elargizioni pubbliche sia di viveri che di denaro - nè con le cattive - reprimendo i moti insurrezionali con l'esercito, il suo braccio armato. Assassinato da un sicario senatoriale il primo giugno del 193 d.C., Didio Giuliano lasciò la scena politica al suo più famigerato rivale Settimio Severo che aveva servito lealmente sotto Pertinace padre. Solo con l'ascesa di questo nuovo imperatore Pertinace figlio riuscì ad occupare un posto di prestigio nella società dell'epoca: venne, infatti, nominato "flamen", sacerdote, del culto del Divus Pertinax. Seguendo le varie cariche del cursus honorum, Pertinace figlio culminò la sua carriera politica col consolato nell'anno 213 d.C. Purtroppo, in quello stesso anno venne messo a morte per volere dell'imperatore Caracalla, il quale si risentì per una battuta fatta dal giovane Pertinace: Caracalla aveva infatti assassinato il proprio fratello Geta allo scopo di regnare da solo; Pertinace, allora, suggerì che avrebbe dovuto aggiungere ai suoi titoli – Germanicus, Parthicus, e Arabicus, ottenuto per aver vinto, rispettivamente, i Germani, i Parti e gli Arabi di Edessa – quello di Geticus, un doppio senso per la vittoria sui Geti e per l'uccisione del fratello Geta. Passando alle monete, possiamo notare che, nonostante Pertinace figlio non avesse mai ricevuto ufficialmente il titolo di Cesare, per i motivi su indicati, alcune emissioni provinciali gli attribuiscono questo onore. E' il caso di questi due bronzi provinciali che ora, a titolo di esempio, andrò a descrivere (le seguenti descrizioni saranno correlate dalle immagini degli esemplari tratti dal web):

1) AE Diobolo in bronzo, zecca di Alessandria d'Egitto, coniato intorno al 193 d.C. Gr. 6.29. Al D/ KAICAR - PERTINAX in caratteri greci, con busto drappeggiato di Pertinace figlio verso destra; al R/ TITIANH - CEBACTH, sempre in caratteri greci, con busto drappeggiato rivolto a destra dell'Augusta sua madre Flavia Titiana. Nel campo L-A, ad indicare la data di emissione, ovvero primo anno di regno di Pertinace padre. Reputato unico esemplare conosciuto. Il British Museum di Londra ospita un esemplare simile catalogato come Billon tetradramma (Sear, GIC 2106.), anch'esso considerato un unicum.

2) Billon tetradramma, zecca di Alessandria d'Egitto, coniato inotrno al 193 d.C. Gr. 12.75. Al D/ in lettere greche la legenda KAI[C]AP [ΠΕΡΤΙΝΑΞ], testa nuda e drappeggiata verso destra; al R/ una Vittoria alata avanza a sinistra e tiene una corona con entrambe le mani. Nel campo L-A, ad indicare l'anno di emissione (come il precedente). Rif.: Cohen pag. 397, 1, BMC Supp. 3124, Förschener 790. Apparentemente di questa tipologia ne sono conosciuti solo cinque esemplari.

Oltre a questi due nominali provinciali emessi a nome di Pertinace figlio, si conosce anche un altro esemplare molto raro, emesso per l'Augusta Flavia Titiana:

AE Diobolo in bronzo, zecca di Alessandria d'Egitto, coniato intorno al 193 d.C. 26 mm, 8.75 gr. Al D/ in caratteri greci TITIANH - CEBACTH, busto dell'Augusta drappeggiato a destra; R/ Vittoria alata avanza verso sinistra reggendo con entrambe le mani una corona. Nel campo L-A ad indicare l'anno di emissione (vedi precedenti). Se ne conoscono due esemplari. Rif.: Emmett 2649 (tetradrachm); GIC 2104 ; Cohen pag. 397, 1.

Modificato da Caio Ottavio
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Inviato

1) Diobolo bronzeo, unicum:

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2) Billon tetradramma, Cohen pag. 397, 1, BMC Supp. 3124, Förschener 790:

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Inviato

Diobolo in bronzo a nome dell'Augusta Flavia Titiana, Emmett 2649 (tetradrachm); GIC 2104 ; Cohen pag. 397, 1:

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Inviato (modificato)

Bellissimo lavoro, grazie per aver trovato e condiviso, oltre alla loro storia, le immagini di queste rare monete.

Adesso abbiamo la famiglia Pertinax al completo :)

Aggiunto il link alle "Biografie imperiali"

Ciao, Exergus

Modificato da Exergus

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