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Risposte migliori

Ditemi voi, che non sò niente, ma propio niente, su questa moneta.

Non sò qual'è il D/ o il R/. Facciamo che il D/ è quello con la croce.

D/ croce cerchiata con in alto IIII e, credo, la scritta IMPRETATOR, ma vedo bene solo le lettere ATOR in basso, le altre sono poco leggibili.

R/ Aquila stilizzata. Da sotto i piedi dell'aquila: GI(oppure L)ATRIX però non riesco a capire le ultime lettere. Potrei solo supporre.

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Grazie a tutti. :)

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Okay, okay. Mi sono sbagliato. L'ho beccata nel catalogo. Dovrebbe essere la terza variante Denaro con aquila.

Confermate?

Una cosa: il mezzo denaro differisce per 6mm di dimensione. Il mio è di 15mm. o devo considenare come Denaro?

Modificato da ggpp The Top
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la tua è un denaro. Il 1/2 denaro ha un diametro attorno ai 12 mm ed un peso di circa 0.3 g.

Grazie. Hai informazioni sul regnante? (Enrico VI e non IV <_< )

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la tua è un denaro. Il 1/2 denaro ha un diametro attorno ai 12 mm ed un peso di circa 0.3 g.

Grazie. Hai informazioni sul regnante? (Enrico VI e non IV <_< )

ecco una breve storia del regno di sicilia - alla fine troverai Enrico VI che segna la fine della dinastia normanna a favore di quella sveva - ciao e buona lettura

Quella degli Altavilla è stata una delle famiglie più importanti fra i Normanni.

Partirono dalla Normandia ed intrapresero la conquista e l'unificazione politica dell'Italia meridionale.

La conquista, iniziata nella fine dell’anno 1000 da Ruggero I , venne appoggiata dal papa Onorio II e si concluse nel 1130 con la costituzione del regno di Sicilia con Ruggero II .

Ruggero II d'Altavilla, nel 1128 ottenne dal papa Onorio II il titolo di Conte di Sicilia, Duca di Calabria e Puglia.

La nascita del Regno di Sicilia è da ricondurre ad una vicenda che vide coinvolti, nel 1130, Papa Innocenzo II e il suo Antipapa Anacleto II, entrambi successori di Onorio II.

Nella notte tra il 13 e 14 febbraio 1130 moriva Papa Onorio II e, immediatamente, all'interno del Collegio Cardinalizio, si accese la lotta per la successione : sedici porporati facenti capo alla famiglia dei Frangipane elessero il loro candidato Papareschi col nome di papa Innocenzo II, gli altri quattordici porporati, facenti capo alla famiglia dei Pierleoni, elessero Papa il Cardinal Pietro Pierleoni che assunse il nome di Anacleto II (antipapa – ovvero non legittimo).

Poco tempo dopo il Pierleoni riuscì a far convergere su di sé il gradimento anche di alcuni cardinali che avevano eletto il Papareschi, raccogliendo in tal modo la maggioranza dei voti del Collegio e accreditandosi, di conseguenza, come legittimo Pontefice.

Poiché Innocenzo II non intendeva rinunciare alla tiara, si aprì un vero e proprio scisma all'interno della Chiesa di Roma che finì per coinvolgere soprattutto elementi non ecclesiastici, ovvero alcuni grandi Stati d'Europa, come l'Inghilterra, la Francia e la Germania che, unitamente a gran parte dell'Italia, appoggiavano Innocenzo II.

Papa Anacleto II, bersagliato anche per le sue origini ebraiche e completamente isolato chiese l'appoggio dei Normanni del Duca Ruggero II, al quale offrì, in cambio, la corona regia.

La dinastia degli Altavilla, cui apparteneva il duca, avevano già conquistato la Sicilia, rendendola un punto cardinale nei traffici e nell'economia del mondo dell'epoca.

Il Duca non si lasciò sfuggire l'occasione e concluse, nel settembre 1130, una vera e propria alleanza militare con il Papa, in seguito alla quale questi emise una Bolla che consacrava il Conte di Sicilia, nonché Duca di Calabria e di Puglia, Rex Siciliae.

Al primo re di Sicilia succedono :

GUGLIELMO I

Guglielmo I (detto il Malo), successore di Ruggero, tra¬scorse la maggior parte del suo periodo di regno in Palermo, e la maggior parte delle sue giornate nei giardini e negli harem del suo palazzo; trascurò così le cose del Regno, affidandone la gestione a persone di fiducia: tra queste Maione di Bari che egli nominò amiratus amiratorum (emiro degli emiri), una specie di primo ministro plenipotenziale.

Maione non fu mai benvoluto ne dal popolo ne dai signori feudali, uno di questi Matteo Bonello lo catturò e giustiziò in pubblico fra il giubilo dei popolani. Una tradizione popolare vuole che Maione fosse stato ucciso davanti al palazzo arcivescovile, dove ancora oggi sul portone d'ingresso si troverebbe infissa l'elsa della spada del Bonello. Il re Guglielmo fu costretto, per placare la rivolta a dichiarare che non avrebbe arrestato Bonello. Successivamente Bonello si ritirò nel castello di Caccamo (PA) da dove nel marzo del 1161 organizzò una congiura contro lo stesso Guglielmo, la rivolta tendeva a dichiarare decaduto Guglielmo I ed anticipare la successione di Guglielmo II.

Per ragioni non chiare la rivolta fallì: Guglielmo, nel frattempo ritornato sul trono, fece imprigionare Matteo Bonello nel suo stesso castello a Caccamo. La tradizione popolare parla di atroci torture ai danni di Bonello: sarebbe stato sfigurato e rinchiuso sino alla morte nei sotterranei del castello.

GUGLIELMO II

Guglielmo II (il Buono), salito al trono alla morte del padre omonimo, Guglielmo sposò Giovanna Plantageneto, ma dalla loro unione non nacquero figli; così alla sua morte unica erede della casata era rimasta Costanza , ultima figlia di Ruggero II e zia di Guglielmo II.

Costanza viveva in convento, ma Guglielmo aveva l'interesse a mantenere salda la dinastia, rafforzandola con l'ingresso degli Svevi, perciò aveva combinato il suo matrimonio con Enrico VI di Svevia figlio dell'imperatore Federico Barbarossa,

Costanza lo sposò a Milano nel 1186; Enrico era di circa undici anni più giovane di lei.

TANCREDI

Nel 1161 Tancredi partecipò alla sanguinosa rivolta di Palermo: la congiura, fomentata da Matteo Bonello (che l'anno prima aveva assassinato Maione da Bari, prevedeva la deposizione del re Guglielmo il Malo e la salita al trono del giovane Ruggero IV, il primo in successione dinastica.

Quando Guglielmo il Buono morì (1189) era molto forte l'opposizione dei cavalieri normanni alla dinastia imperiale sveva in Sicilia, e una parte della corte, sperando anche nell'appoggio papale, simpatizzava per Tancredi, che era riuscito ad ottenere una certa stima come comandante militare ed era, per quanto illegittimo, l'ultimo discendente maschio della famiglia Altavilla.

Tancredi morì di una malattia non meglio precisata nel febbraio del 1194.

GUGLIELMO III

Guglielmo III nacque nel 1185, figlio secondogenito di Tancredi (1139-1194) e di Sibilla di Medania (1153-1205). L'erede al trono era suo fratello maggiore Ruggero III di Sicilia (1175-1194) che dal 1193 prese le rendini dello stato ma morì nel gennaio 1194 all'età di 19 anni. Tancredi morì poco dopo, a 55 anni. Gli successe al trono Guglielmo III, di soli 9 anni, sotto la reggenza della madre Sibilla.

ENRICO VI

Enrico VI era figlio di Federico Barbarossa. Nel 1191, alla morte del padre, assunse il potere e, pur assumendo verso la Chiesa una politica formalmente rispettosa, mantenne fermo il principio dell'universalità del suo ufficio. Sempre nel 1191 scese in Italia per essere incoronato re d'Italia a Pavia e poi imperatore a Roma da Papa Celestino III, che dovette acconsentire.

In virtù del suo matrimonio con Costanza d'Altavilla, rivendicò per sé il trono di Puglia e di Sicilia.in contrasto con i disegni paterni, egli voleva fare del Regno di Sicilia un feudo personale degli Hohenstaufen, estraneo sia all'antico Regno Italico che all'impero; un centro strategico da sottrarre al controllo sia della Chiesa che dei Principi italiani e tedeschi.

Il Papa, non tollerando in quello che riteneva un feudo ecclesiale la presenza di un re tedesco, aveva legittimato la successione di Tancredi di Sicilia, ma, misteriosamente, morirono sia il nuovo re che il figlio Ruggero. Enrico VI, col sostegno delle flotte genovesi e pisane e con la forza delle armi, dopo essersi garantito la neutralità dei Comuni lombardi col Trattato di Vercelli del 12 gennaio 1194, sottomise la Sicilia.

Nonostante la facilità con cui si era annesso il Regno di Sicilia, Enrico VI usò atroci crudeltà contro laici ed ecclesiastici, accusandoli di congiura e suppliziandoli barbaramente. L'Imperatrice, divisa tra il ruolo di moglie di un personaggio temuto ed odiato e quello di discendente di una famiglia amata dal popolo siciliano, sviluppò una sorta di odio per i Tedeschi. Il clima di terrore che attanagliò la Sicilia si allentò solo con la morte improvvisa dell'imperatore. Costanza, morto Enrico, regnò in nome del figlio Federico II, poi Re di Sicilia, di Germania ed Imperatore.

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Grazie mille. Da quanto letto su Wiki, Manfredi faceva parte della Hohenstaufen... e dice che era nipote di enrico VI... ma allora perche si passa dai Normanni agli Svevi se erano della stessa famiglia? :unsure:

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Grazie mille. Da quanto letto su Wiki, Manfredi faceva parte della Hohenstaufen... e dice che era nipote di enrico VI... ma allora perche si passa dai Normanni agli Svevi se erano della stessa famiglia? :unsure:

Il dominio Normanno si concluse quando l'eredità passò a l'ultima erede, Costanza d'Altavilla.

L'intero territorio passò poi sotto la corona Sveva degli Hohenstaufen quando Enrico VI sposò Costanza.

Tutti i diritti ereditati vennero rivendicati, essendosi estinta la dinastia Normanna.

La dinastia degli Hohenstaufen era Sveva. ;)

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Grazie mille. Da quanto letto su Wiki, Manfredi faceva parte della Hohenstaufen... e dice che era nipote di enrico VI... ma allora perche si passa dai Normanni agli Svevi se erano della stessa famiglia? :unsure:

Il dominio Normanno si concluse quando l'eredità passò a l'ultima erede, Costanza d'Altavilla.

L'intero territorio passò poi sotto la corona Sveva degli Hohenstaufen quando Enrico VI sposò Costanza.

Tutti i diritti ereditati vennero rivendicati, essendosi estinta la dinastia Normanna.

La dinastia degli Hohenstaufen era Sveva. ;)

Ora rinquadra tutto! Grazie mille, ancora. :)

Ecco perchè questa Sezione mi piace sempre di più :)

Quando allo studio delle monetazioni viene intersecata anche un pò di Storia .......beh, allora è proprio un'altra "Storia".

Già! :lol:

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