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Risposte migliori

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Credo che uno scarabeo sia anche presente su un hecte di Focea (Bodenstedt 55).

Arka

P.S. Forse è più correttamente una cicala...

Modificato da Arka

Inviato (modificato)

A questo punto conviene non uscire troppo dal tema, fermo restando che comunque lo scarabeo risulta poco rappresentato sulle monete, nonostante l'ampia diffusione di sue riproduzioni in terracotta e in altro materiale come le gemme.

Già Plutarco scriveva "Si suppone che questa specie di coleotteri sia composta esclusivamente di esemplari maschi, i quali depongono il loro seme in un materiale a cui poi danno la forma di una palla e che arrotolano con le zampe posteriori. Se, così facendo, imitano il corso del Sole che va da Est a Ovest, poi sembrano però seguire una direzione opposta al corso degli astri". Questa descrizione, sebbene non proprio esatta, indusse ad associare tra loro le idee della palla, del Sole, dell'atogenerazione e della rigenerazione e per gli Egizi lo scarabeo era il dio Kephri che era anche il simbolo del Sole che sorge, "generato dalla Terra". Dal mondo egizio e orientale, poi il mito dello scarabeo come simbolo della rigenerazione si diffuse in tutto il mondo greco ed etrusco.

Qui vorrei mettere a stretto confronto il diritto del tetradramma con almeno due conii di diritto delle litre per meglio mostrare come si possa riconoscere la stessa mano dell'incisore (altri conii potrebbero, come già accennato in precedenza, essere opera di altri incisori, meno abili).

post-7204-0-04601000-1311183865_thumb.jppost-7204-0-33864900-1311183889_thumb.jppost-7204-0-32146000-1311183908_thumb.jp

Sicuramente nel tetradramma i dettagli sono molto più accurati e possono anche un poco sorprendere. D'altra parte il tetradramma aveva anche un maggiore valore "propagandistico" e l'incisore aveva avuto l'incarico di assicurare la massima cura nei dettagli, anche simbolici.

Naturalmente sarebbe auspicabile una collaborazione tra il medagliere di Bruxelles e l'Università di Messina per un'analisi più accurata e obiettiva per fugare ogni possibile dubbio sull'autenticità.

Modificato da acraf

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Acraf

puoi mettere a confronto l'etnico che compare nel rovescio delle due litre da te scelte

con quello che appare nel diritto del tetra ?

Un ingrandimento delle lettere sarebbe l'ideale, ma anche le due foto a confronto con la medesima scala andrebbero benissimo


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Spero di soddisfare la curiosità di Numa, tanto più che avevo in animo di effettuare ingrandimenti delle leggende dell'etnico nei vari conii, anche per meglio caratterizzarle.

Ho provato anche ad accostare le due metà dell'etnico, in modo da avere

post-7204-0-14218100-1311260062_thumb.jp Etnico nel tetradramma di Bruxelles

post-7204-0-87935400-1311261313_thumb.jp Etnico nella litra R3 (Tkalec = catalogo n. 8)

post-7204-0-14974000-1311261388_thumb.jp Etnico nella litra R5 (New York Sale = n. 15)

post-7204-0-63904000-1311261451_thumb.jp Etnico nella litra R9 (NAC 33 = n. 23)

post-7204-0-78142900-1311261498_thumb.jp Etnico nella litra R11 (NAC O = n. 27)

Sorprende un pò la forma delle lettere nel tetradramma, in particolare la lettera A, che normalmente nelle litre presenta un globetto a guisa di asta orizzontale, che manca totalmente nel tetradramma dove la lettera sembra essere un lambda.

Non m'ero accorto di questo dettaglio, obiettivamente "sgradevole" e incongruo in un'opera altrimenti "perfetta".

Poi la prima lettera N dell'etnico nel tetradramma presenta linee non proprio rettilinee e sembra un pò incerta, a differenza della seconda (e ultima) N che sembra più simile e affine alla stessa lettera che si riscontra nelle litre.

Manca l'etnico della litra unica 3d (del BM) che ha un andamento retrogrado dell'etnico. Dovrò chiedere una foto migliore e digitale al British Museum (il solito problema delle immagini da musei....).

Più guardo, anche se solo sulla foto, il tetradramma di Bruxelles, più mi convinco che sia necessario effettuare attenti esami per fugare dubbi di autenticità.

Modificato da acraf

Inviato

:D :D :D ...... penso che a Bruxelles non si daranno molto da fare affinché il tetradrammo sia sottoposto ad analisi del tipo "Messina"........rimarremo-rimarrete tutti con i nostri dubbi


Inviato

...

Sorprende un pò la forma delle lettere nel tetradramma, in particolare la lettera A, che normalmente nelle litre presenta un globetto a guisa di asta orizzontale, che manca totalmente nel tetradramma dove la lettera sembra essere un lambda.

Non m'ero accorto di questo dettaglio, obiettivamente "sgradevole" e incongruo in un'opera altrimenti "perfetta".

Poi la prima lettera N dell'etnico nel tetradramma presenta linee non proprio rettilinee e sembra un pò incerta, a differenza della seconda (e ultima) N che sembra più simile e affine alla stessa lettera che si riscontra nelle litre.

Manca l'etnico della litra unica 3d (del BM) che ha un andamento retrogrado dell'etnico. Dovrò chiedere una foto migliore e digitale al British Museum (il solito problema delle immagini da musei....).

Più guardo, anche se solo sulla foto, il tetradramma di Bruxelles, più mi convinco che sia necessario effettuare attenti esami per fugare dubbi di autenticità.

Acraf, grazie mille per l'encomiabile sforzo,

Ecco era proprio a questo che volevo arrivare guardando più attentamente l'etnico del tetra.

Condivido le osservazioni di Acraf, noto peraltro che l'etnico del tetra al diritto è disposto in modo retrogrado mentre nelle litre , a parte l'esemplare del BM non chiaro in foto, l'etnico parte sempre da sin e va verso dx.

Ho confrontato anche gli etnici di alcuni nominali maggiori di Katane, Naxos, Messana, siracusa e da un'indagine molto superficiale mi pare di riscontrare che non vi siano molti diritti con legenda retrograda (anche se questo punto potrebbe non essere rilevante).

Sicuramente un'indagine stilistica comparativa tra le lettere utilizzate nell'etnico delle litre e i caratteri dell'etnico del tetra avrebbe comu nque un senso.

Altro elemento che ho trovato poco congruente con la simbologia e soprattutto lo stile del pezzo è la forma particolare dell'uccello rappresentata al rovescio.

Detto questo mi fermo qui e credo ogni altra considerazione andrebbe demandata ad un'analisi più approfondita del pezzo in questione che forse meriterebbe uno studio un pò più serio del piccolo opuscolo fatto in suo onore dal museo di Israele presso il quale è stato temporaneamente esposto.

In ogni caso penso che il supporto iconografico e magari anche alcune considerazioni fatte in questi recenti post abbiano potuto dare un piccolo contributo all'indagine speculativa sulla produzione di una dell meno conosciute zecche della Sicilia antica. :)


Inviato

Concordo pienamente con Numa, che ha molto opportunamente richiamato l'attenzione sulla "strana" aquila sopra l'albero di abete. Questo simbolo presenta una "ineleganza" che stona anche con la visione d'insieme della complessa rappresentazione del rovescio.

Alcune informazioni possono essere desunte solo da un'attenta comparazione con altre emissioni più o meno coeve.

Di un certo interesse dovrebbe essere lo studio sulla vicina Katana, ovviamente nel V secolo a.C.

Esistono tetradrammi di Katana che hanno leggenda retrograda (spesso con A con globetto come asta orizzontale !!!) come ad esempio su Rizzo tavola IX, 6-8 e 15). Spero di trovare una buona foto di tetradramma di Katana con leggenda retrograda, anche per comparazioni.

Colgo l'occasione che esiste uno studio di Boehringer del 1979 che si è soffermato sui frazionali di Katana durante il V secolo a.C.: "Kataneische Probleme: Silberne Kleinstmuenzen", presentato al 9° Congresso Internazionale di Numismatica, a Berna (Actes, p. 71-83, con tre tavole).

Se avrò tempo, spero di aprire una nuova discussione incentrata sui frazionali di Katana, con i vari problemi anche cronologici.


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Come promesso, posto ora un esemplare di Katana Rizzo IX, 8, che forse risale a pochissimo prima del tetradramma di Aitna, poco dopo il 470 a.C., assieme al dettaglio dell'etnico (che ho messo in B/N per una migliore lettura):

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Si nota che la lettera A ha il globetto al centro e la forma della lettera N, con le solite aste un poco oblique, appare molto regolare. Interessante osservare che l'ultima letteraè una sigma non una N.

In ogni caso desidero segnalare che a Katana, più o meno negli stessi anni, compare un interessante tetradramma, Rizzo IX, 12, che reca una figura intera di Sileno sopra il toro (con relativo ingrandimento). Nell'etnico invece la lettera A mostra una normale barra orizzontale e in ogni caso c'è sempre l'omicron (l'omega comparirà più tardi, dopo il 430 a.C. circa):

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Quindi anche nella vicina Katana era già stato rappresentato sul tetratramma il Sileno, seppure come simbolo accessorio e la cui testa verrà poi, alcuni anni dopo, ripresa sulle litre della stessa città, a conferma che comunque era un personaggio noto e venerato nella zona etnea.

N.B.: molti dei tetradrammi di Katana di quel periodo che sono apparsi in asta negli ultimi 30 anni provengono dal famoso rispostiglio di Randazzo, del 1980, subito disperso e illustrato dalla Arnold-Biucchi in un bel volume, al quale si rimanda per ulteriori dettagli. Le monete ivi illustrate sono sicuramente autentichee costituiscono ovviamente una grave perdita per lo stato italiano.....

Modificato da acraf
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Infine, alla domanda di Numa se in quegli anni è mai stato adottato un etnico realmente retrogrado sui tetradrammi, la risposta è affermativa.

Allego un esempio di un bellissimo tetradramma di Leontinoi, intorno al 460 a.C., dove si vede benissimo l'andamento retrogrado della leggenda:

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Inviato

Infine, alla domanda di Numa se in quegli anni è mai stato adottato un etnico realmente retrogrado sui tetradrammi, la risposta è affermativa.

Allego un esempio di un bellissimo tetradramma di Leontinoi, intorno al 460 a.C., dove si vede benissimo l'andamento retrogrado della leggenda:

post-7204-0-39601500-1311346847_thumb.jp

ottimo Acraf, davvero minteressante il tetra arcaico di Katana con il satiro (in posa plastica :P ) che non conoscevo.

Deve essere rarissimo. Queste zecche dell'area etnea non finiscono rdi riservare sorprese.

Interessante anche l'etnico retrogrado di Leontini, ma conferma la singolarità di tale pratica piuttosto che il suo utilizzo frequente.

A questo punto cosa conviene fare ? forse approfondire ancora i particolari dell'etnico delle emissioni di quest'area direi per vedere se riusciamo ad estrapolare qualche altra riflessione su presunti parallelismi.


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Penso che al momento la discussione sui particolari dell'etnico sia ormai esaustiva e ulteriori dettagli rischiano di essere poco determinanti e anche fuorvianti.

Qui dobbiamo chiarire bene per cosa si intende una leggenda retrograda. La lettura normale dell'etnico va SEMPRE da destra a sinistra e quello che può cambiare è il senso orario oppure antiorario.

Osservando i due tetradrammi di Katana che avevo postato è possibile notare che l'etnico nel primo esemplare va da sopra a sotto e quindi in senso antiorario, mentre nel secondo esemplare (con Sileno al rovescio) l'etnico va dal basso in alto e quindi in senso orario. Noi moderni siamo istintivamente abituati a leggere le parole sul bordo in senso orario (come appunto sulle monete del Regno e della Repubblica italiana).

Se la leggenda è in senso antiorario basta comunque ruotare opportunamente la moneta per leggere correttamente sempre da destra a sinistra e con lettere disposte nel verso giusto.

La vera leggenda retrograda non è tanto quella in semplice senso antiorario (come anche sul tetradramma di Aitna) quanto le lettere sono invertite, determinando la lettura da sinistra a destra per avere un senso compiuto. In questo caso la leggenda è denominata più correttamente "bustrofedica". L'etimologia della parola ricorda infatti l'andamento di un bue durante l'aratura (dal greco βοῦς, "bue", e στρέφειν, "girare, invertire"). Più spesso ci sono singole lettere ad essere invertite. Comunque in rari frazionali di Naxos è possibile leggere l'etnico in maniera completamente rovesciata, come nel seguente esempio:

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L'etnico NAXION si legge in senso orario, ma le lettere, in particolare la N, appaiono invertite, per qui la lettura corretta parte da sinistra a destra. Questa è una vera leggenda retrograda.

Modificato da acraf
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Chiara la differenza tra retrograda (quella che va in senso antiorario, come nell'etnico del tetra di Aitna) e quella bustrofedica (ove le lettere sono invece invertite). Mi pare questi termini siano abbastanza esplicativi.

Io penso che i caratteri delle legende siano invece stati poco studiati e possano dirci molte più cose , anche nel senso di determinare cronologie relative, di quanto ne abbiamo potuto finora derivarne.


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So di essere quasi fuori tempo massimo ma forse il curatopre della discussione non me ne vorrà considerando che queste litre sono poiuttosto infrequenti e ogni nuova aggiunta è ben accetta.

Mi ero quasi dimenticato di questa piccola litra passata per il mercato qualche anno fa (asta Nomisma ma non ho l'anno di riferimento)

In compoenso qui c'è il peso : gr. 0.69 e la classificazione : ANS 1239

Può essere un'utile aggiunta al 'corpus' in fieri .. ;)

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Inviato

Le segnalazioni non sono mai fuori tempo massimo e ti ringrazio. Purtroppo non ho molto tempo per seguire anche le piccole aste e quelle non presenti sui maggiori siti come CoinArchives e acsearch.

La litra da te segnalata è in Nomisma n. 39 del 2009 lotto n. 1523.

Se qualcuno ha trovato qualche esemplare che mi è sfuggito può tranquillamente segnalarmi.


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Felice agosto a tutti i partecipanti a questa brillante discussione!

Innanzitutto desidero ringraziare di cuore Acraf e Numa numa per questa eccellente discussione dove trovano risposta o autorevole conferma anche i molti quesiti già espressi nella discussione Obolichepassione, alcuni dei quali, di obolo in obolo, rimasti in sospeso…. (vedi i vivaci contributi di Piakos, Numa numa, Daniele Alberti e miei di agosto 2009 e aprile 2010, lungo l'asse Naxos/Aitna-Katane :rolleyes:).

Io penso che i caratteri delle legende siano invece stati poco studiati e possano dirci molte più cose , anche nel senso di determinare cronologie relative, di quanto ne abbiamo potuto finora derivarne.

(....) Sorprende un pò la forma delle lettere nel tetradramma, in particolare la lettera A, che normalmente nelle litre presenta un globetto a guisa di asta orizzontale, che manca totalmente nel tetradramma dove la lettera sembra essere un lambda.

Non m'ero accorto di questo dettaglio, obiettivamente "sgradevole" e incongruo in un'opera altrimenti "perfetta".

Poi la prima lettera N dell'etnico nel tetradramma presenta linee non proprio rettilinee e sembra un pò incerta, a differenza della seconda (e ultima) N che sembra più simile e affine alla stessa lettera che si riscontra nelle litre.

Manca l'etnico della litra unica 3d (del BM) che ha un andamento retrogrado dell'etnico. Dovrò chiedere una foto migliore e digitale al British Museum (il solito problema delle immagini da musei....).

Più guardo, anche se solo sulla foto, il tetradramma di Bruxelles, più mi convinco che sia necessario effettuare attenti esami per fugare dubbi di autenticità.

Complimenti vivissimi per le intriganti osservazioni inerenti l'etnico!!! Sarebbe oltremodo interessante oltre che ormai imprescindibile, mi sa..., poter approfondire lo studio sulla epigrafia monetale....

Riguardo a quella Alpha che sembra essere una :Greek_Lambda: (lambda)… [ovvero senza il trattino orizzontale, verticale o il puntino (che compare a Selinunte, Himera e Katane)] - trovo sarebbe interessante poter accedere a questa monografia della prof.ssa A. Brugnone: "Annotazioni sul segno Λ (= alpha)", in Kokalos, XXIV, 1978, pp. 69-76. A quanto sembra dal titolo, l'Alpha senza il trattino risulta attestata e l'autrice ne supporrebbe un'origine arcaica. Vi risulta????? :unsure:

Vediamo se riusciamo a procurarci questo articolo e ne riparliamo.

Nel frattempo e come promemoria posto altri saggi di epigrafia greca della Brugnone, invitando tutti Voi ad aggiungere altra bibliografia sull'argomento.

Brugnone 1980-1981 = A. Brugnone, Epigrafia greca, Kokalos, XXVI-XXVII,

Brugnone 1984-1985 = A. Brugnone, Epigrafia greca, Kokalos, XXX-XXXI,

Brugnone 1988-1989 = A. Brugnone, Epigrafia greca, Kokalos, XXXIV-XXXV,

Brugnone 1995 = A. Brugnone, Gli alfabeti arcaici delle poleis siceliote e l'introduzione

dell'alfabeto milesio, ASNP, S.III, XXV, 1995, 1297-1327.

Brugnone 1978 = A. Brugnone, Annotazioni sul segno Λ (= alpha), Kokalos, XXIV, 1978, pp. 69-76.

Valeria

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Inviato

E' naturalmente anche possibile che un falsario di diabolica abilità si sia ispirato alle litre per realizzare il tetra ma occorrerebbe anche riconscere, oltre l'abilità tecnica, un'inventiva davvero singolare per immaginare la ricchezza di simbologia del rovescio del tetra

(....)

2) Scarabeo. Gli scarabei (kantharos in greco) dell'Etna erano famosi nell'antichità in quanto considerati i più grossi del mondo allora conosciuto (Aristofane, Pace 73). Forse adesso questa definizione non è corretta e l'insetto è stato recentemente identificato come Thorectes (o i sinonimi Jekelius o Scarabeus) marginatus, una rara specie di grosse dimensioni, anche se non è la più grande fra i coleotteri noti:

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Alcune riflessioni di carattere iconico su Aitnaios kantharos e Bes-Silenos

A prescindere dalla autenticità o meno di questo tetradramma ... :rolleyes:, il suo artefice dimostra di conoscere benissimo la complessità dell'immaginario calcidese e delle sue trame mitiche, le cui espressioni iconiche sulle monete sicelioti sono state spesso oggetto di ampia indagine da parte nostra (vedi anche in Obolichepassione). Infatti anche la figura dello scarabeo ha una sua storia, che si intreccia con quella di Silenos …. Di seguito, e in attesa del ritorno di Acraf, permettetemi di offrirVi alcune note di colore ...

Aitnaios Kantharos: il celeberrimo scarabeo gigante dell'Etna e il gigante Αρισταιος

Fabio Caruso (Univ di Catania) nel saggio "Varco del Tartaro, colonna del cielo. Immagini del mito e della leggenda nella regione etnea" (Catalogo della mostra "In Ima Tartara - Preistoria e leggenda delle grotte etnee" a cura di F. Privitera e V. La Rosa) ricorda come la figura dello scarabeo sul tetra di Aitna richiami i racconti sulla saga della Titanomachia-Gigantomachia - di matrice euboica e in particolare calcidese, bene attestata anche in ambito coloniale - che celebra la sovranità degli dei olimpici che sorreggono il mondo.

In particolare, sappiamo dal lessico bizantino Suda (Σοῦδα) che quando si scatenò la lotta tra gli dei olimpici e i giganti (paradigma del disordine e dell'ingiustizia che minacciano il giusto ordinamento divino), quest'ultimi furono tutti annientati tranne uno soltanto, il gigante Αρισταιος (Aristaios), che riuscì a sopravvivere grazie ad una prodigiosa metamorfosi: assunta la forma di scarafaggio/scarabeo, Aristaios si rifugia sulla montagna siciliana chiamata Aitna (il vulcano Etna) "e il fuoco del cielo (cioè il fulmine) non lo raggiunge, nè l'Etna gli reca danno". (Voci Aitnaios Kantharos e Aristaios).

Ancora una volta il monte Etna si offre come la sede di un gigante sconfitto, oltre appunto a Encelado e Tifone di cui si è già parlato.

Non sappiamo quanto antica sia l'identificazione dello scarabeo dell'Etna con Aristaios; è comunque significativo che l'unica immagine del gigante Aristaios finora nota, conservata su un frammento a figure nere del pittore Lydos e più antico del nostro tetradramma di circa un secolo, lo ritragga come avversario di Hephaistos-Efesto, dio del fuoco, anch'esso in stretto rapporto con il vulcano sede delle sue fucine. La natura ignifuga di Aristaios doveva quindi essere nota già in quell'epoca.

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Gigantomachia - Dinos del Pittore Lydos, dopo il 560 a.C. Atene, NM Akropolis

Frammento s: Aristaios contro Hephaistos; il frammento preserva le prime tre lettere del nome del dio e le prime sei del suo avversario, il gigante Aristaios...

Indubbiamente il mito offriva ad una popolazione abituata a vivere sotto la costante minaccia della lava un ottimo schermo sul quale proiettare le proprie ansie. E' probabile tuttavia che l'autorità che ha emesso il tetra con l'allusione ad Aristaios e all' Aitnaios Kantharos volesse ribadire la necessità di cambiare forma e condizione per sottostare al disegno ordinatorio di Zeus….

Ricordiamo ancora una volta come il culto di Zeus Aitnàios sia riportato da Pindaro (nella I Pitica, composta in celebrazione della fondazione di Aitna) quale strumento ideale per una propaganda informata al parallelismo Zeus/Hierone quale pacificatore supremo dei conflitti politici e militari...

Aitnaios Kantharos in Aristofane

In La Pace (Εἰρήνη) di Aristofane, Trigeo, per salire all'Olimpo da Zeus e chiedergli ragione dei guai dei Greci, fa nutrire con letame, da due servi, un grosso scarabeo dell'Etna - Aitnaios Kantharos - quale estemporaneo concorrente del mitico Pegasos…. Su questa "olezzante" bestia si alza in volo verso l'Olimpo….

Aitnaios Kantharos in Epicarmo

Il volo di Trigeo a cavallo dell'Aitnaios Kantharos, ricorda la parodia descritta dal siceliota Epicarmo - Megara Iblea, 520-430 a.C. – che presenta Eracle comicamente in lotta con i Pigmei a cavallo dei grossi scarabei dell'Etna (Eracle alla conquista del cinto fr. 76K).

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Epicarmo soggiornò a Siracusa presso la corte del tiranno Ierone (478-466 a.C.), dove forse conobbe pure Pindaro, Simonide, Bacchilide, ultimi grandi esponenti della poesia lirica corale arcaica, ed Eschilo, primo dei tre massimi tragediografi ateniesi. Tutti questi poeti e tragediografi erano stati chiamati alla corte dei Dinomenidi a garanzia e legittimazione del potere politico esercitato da Gelone e Ierone … Rinverdire le antiche tradizioni conferiva pertanto maggiore mordente e autorità agli orditi propagandistici dei Deinomenidi. ...

Continua...

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Kantharos, tra Scarabei, Dioniso, Efesto e Sileni

Curioso infine che il termine "kantharos" (un significato del quale era appunto scarabeo), oltre che rimandare al recipiente potorio attributo di Dionysos, richiami anche al suo artefice, il fabbro Efesto… La scena, tipica di un dramma satiresco, compare su un bellissimo e famosissimo cratere attico a colonnette assegnato al Pittore di Harrow (470-460 a.C.) e proveniente dalle necropoli del centro indigeno ellenizzato di Sabucina (Museo di Caltanissetta).

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In esso compare effigiata la fucina di Efesto con il dio dal Pileo incoronato d'edera intento a forgiare un kantharos per Dioniso e aiutato in maniera del tutto insolita da un corteggio di satiri. Nota sul forno l'effige di un sileno/satiro....

Tutto risulterà più consueto in seguito, con Euripide e il suo dramma satiresco "Il Ciclope" ambientato proprio alle falde dell'Etna che così fa parlare Sileno: "Eravamo all'altezza del promontorio Malea quando un vento di levante investe la nave e ci butta su questa rupe rocciosa dell'Etna, dove i figli del dio del mare, i Ciclopi, abitano in caverne solitarie: hanno un occhio solo e sono degli assassini. Uno di loro ci cattura e viviamo da schiavi in casa sua: lo chiamano, il nostro padrone, Polifemo. Sono finiti i tripudi dei baccanali: adesso ci occupiamo delle greggi dell'empio Ciclope..."

Continua: Riflettendo sulla figura di Sileno

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Riflettendo sulla figura di Sileno

Nel periodo 500-475 a.C. si assiste ad una maggiore capacità ricettiva dei mercati siciliani per i vasi attici a figure rosse realizzati dai più prestigiosi pittori che utilizzavano questa nuova tecnica. Oltre al Pittore di Harrow del cratere di Sabucina (vedi post precedente), ricordiamo il Pittore Onesimos, ben attestato lungo la rotta di approvvigionamento ionico-tirrenica, del quale riporto questo spettacolare Sileno incoronato d'edera.

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Prima di procedere, una curiosità (già riportata dialogando con Numa numa in Obolichepassione) riguarda le figure di Sileno e dei Satiri. Pare infatti che nel VI secolo non si operasse una distinzione tra Sileni considerati collettivamente e Satiri… (Vedi F.Brommer, Satyroi, Wurzburg 1937; Carpenter, Dionysian Imagery in Archaic Greek Art, 1986) per cui la differenza tra satiri e sileni non è facilmente determinabile, ed anche in letteratura i due tipi sono spesso confusi...

Come nell'immagine dello scarabeo di Aitna anche in quella di Silenos risulta implicita un'allusione alla rinascita, rigenerazione….

(continua)

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Sull'affinità Bes-Silenos

Secondo M.Caccamo Caltabiano (articolo già citato da Acraf, "WHY IS THERE THE HEAD OF A SILENUS ON THE AITNA TETRADRACHM?"– NOMISMATIKH) la connessione tra scarabeo e Sileno di Aitna potrebbe aver avuto origine dal sincretismo tra Sileno e il dio egizio Bes che la studiosa attesta fosse noto ai greci fin dall'VIII secolo attraverso amuleti e scarabei. La studiosa sottolinea inoltre la similarità iconica tra le maschere di Sileno e di Bes in ambiente Cipriota come anche in Sicilia, ad esempio a Naxos.

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Il nome Bes si trova nelle iniziazioni misteriche e deriva dal copto Bes, in greco βήσας e significa" "introdurre","far entrare"....

L'etimologia di Silenos è invece più oscura, anche se taluni lo fanno derivare dal verbo greco silaìnein, silainein giocare con impudenza

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Secondo Maurizio Sannibale (La raccolta Giacinto Guglielmi, Volume 2) la figura dei Sileni sarebbe stata inventata dagli artisti ateniesi agli inizi del VI secolo, recependo l'immagine del Dio egizio Bes in un momento privilegiato per gli scambi tra le culture greca ed egizia che portò a interessanti fenomeni sincretistici.

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Bes Sileno di Cartagine; Bes su scarabeo da Tharros; Bes di Tharros; bes da Cipro VIII sec.; Bes-Sileno su hektè V secolo di Focea.

(continua)...

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Sempre riflettendo sull'affinità Bes-Silenos Anche secondo G.Sfameni Gasparro (I Culti orientali in Sicilia, Pag 15-17) la figura di Bes, per alcune sue caratteristiche (grasso ventre, tratti animaleschi), non sarebbe estranea alla creazione del tipo di Sileno. Bes fu accolto ben presto dall'arte greca che ne fece, nel corso di una lunga evoluzione stilistica, uno dei soggetti preferiti della coroplastica. In particolare le raffigurazioni di Bes sono assai frequenti fra il materiale siracusano (vedi le terracotte siracusane del IV-inizio III secolo aC) .

Bes di Siracusa, rilievo fittile, da Giancarlo Germanà Bozza "Importazioni greco-orientali e fenicie nei santuari arcaici della Sicilia orientale"

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Si tratta infatti di un motivo figurativo filtrato attraverso i moduli espressivi greci oltre che, in alcuni casi, adattato a personaggi appartenenti alle tradizioni religiose locali (i Daimones.....; mi vengono in mente le statuette grottesche fittili di Himera....: vedi in Obolichepassione...).

Essi pertanto nella cultura siceliota rivelano i rapporti con la madrepatria piuttosto che con l'Egitto, da cui il tipo-BES ebbe comunque origine.

Il dio Bes conobbe larga diffusione nel mondo fenicio e cartaginese che fu uno dei tramiti per i quali i Greci, e in particolare i Greci di Sicilia, vennero in contatto con Bes medesimo. Le raffigurazioni di Bes permettano di seguire, dall'età arcaica agli inizi dell'età ellenistica, l'evoluzione di un tipo figurativo "egizio" ma decisamente tradotto in termini greci, nonchè la diffusione nel mondo siceliota di un motivo religioso che - sia pure utilizzato in senso decorativo - non ha mai perduto del tutto il suo riferimento primario alla sfera della fecondità garantita dal personaggio divino in questione.

Le affinità Bes-Sileno non si limitano all'iconografia. Oltre alle connessioni con la simbologia e il ciclo solare, verosimilmente forma popolare dello stesso dio solare, Bes incarna una più ampia valenza rigeneratrice ed apotropaica nel suo carattere di divinità benefica della magia (compare spesso su amuleti e scarabei), della fecondità, della salute, della danza (ricordiamo il valore propiziatorio e rituale della musica e della danza in tema di morte e rinascita) nonché di nume tutelare delle fasi di passaggio dell'esistenza. Bes divenne anche il dio protettore della vendemmia e della vinificazione e come dio protettore del vino viene anche rappresentato nei vasi per la libagione rituali o in oggetti per il travaso.

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Dio Bes. Terracotta del Museo di Trapani. Si tratta di una terracotta (altezza cm. 20 e rinvenuta nei primi anni del 1900 nelle campagne di Paceco) recante in bassorilievo un'immagine di un grottesco dio nano, vecchio, barbuto, con le gambe arcuate e le mani sull'enorme ventre, con una gran testa calva, fronte rugosa e due grandi orecchie equine, bocca spalancata e lingua pendente, identificato con il dio Bes. Tale terracotta, ritenuta opera di un artigiano locale di modeste capacità iconografiche, può essere collocata nella metà del III secolo a.C.

(continua)

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Per concludere questi spunti di riflessione che meriterebbero certo una più diffusa ricerca...., propongo alcuni esemplari di interessanti antefisse sileniche da Naxos, e cretule da Selinunte (post seguente).

Antefisse sileniche a Naxos, Gela, Camarina…

La produzione di antefisse sileniche - a decoro di edifici sacri ma anche di abitazioni private - ebbe inizio a Naxos dagli ultimi decenni del VI sec., forse per la prima volta in Sicilia, e conobbe poi, nel corso del V sec., un periodo di intensa fioritura ...

Confrontiamo lo stile a partire dalle bellissime antefisse di fine VI sec./inizi V sec., di stile tardo-arcaico, rinvenute nell'area dell'arsenale di Naxos ...

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... continuando poi con quelle più tarde del V - I V secolo da Gela e Camarina, dove la fronte rugosa e i tratti pronunciati di tipo ... negroide ci riportano alle immagini di Sileno sulle monete di Aitna e Katane...

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Per saperne di più :

P. PELAGATTI, "Antefisse sileniche siceliote", CronArchStArte IV (1965), p. 79-85, p. 88-98; ead., "Sacelli e nuovi materiali architettonici da Naxos, Monte San Mauro e Camarina", CronArchStArte 16 (1977 [1985]), p. 43-65; "Antefisse di provenienza camarinese certa o presunta" (pag 515)

M.C. LENTINI, "Ultime ricerche nell'arsenale di Naxos di Sicilia" pag 49-50; "Il culto di Dioniso a Naxos: due antefisse dipinte con figure sileniche", BdArte 92 (1995), p. 49-56.

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Cretule di Selinunte del IV sec. aC che testimoniano il sincretismo in atto Bes - Silenos anche nella punica Selinunte che certo riprende l'iconografia greca

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Vedi online il saggio di Rossana De Simone: Le cretule del 'tempio C': motivi iconografici greci nella Selinunte punica.

BIBLIOGRAFIA su Bes-Silenos presente in CACCAMO CALTABIANO , "WHY IS THERE THE HEAD OF A SILENUS ON THE AITNA TETRADRACHM?"– NOMISMATIKH.

44. CHEVALIER, GHEERBRANT, op. cit. (supra, no 19) s.v. ' Scarabeo', 335-336.

45. G. SFAMENI GASPARRO, I Culti orientali in Sicilia, EPRO 31, Leiden 1973, 183 nn. 49-52; 185-188 nn. 59 a-o, 60, 62a-d, 63 a-b, 64; 195-196 nn. 96a-c, 97; 199 n. 110; 200 n. 116; 201 n. 119; 202-203 nn. 121.1-12; 218 n. 175; 219n. 179; 226 n. 197; 229 n. 201; 230 n. 204bis; 231 n. 209; 232 n. 210a-b; 233 n. 213; 237-243 nn. 231- 240 (numerousnumbers inside!); 244 n. 2 4 2; 254 nn. 280-281; 255-256 n. 285a-h, 286; 258 nn. 290-291; 261-262 nn.300a-b, 301.

46. F. JESI, Bes e Sileno, Aegyptus, XLII, 1962, 257-275. Many statues of Bes have been found in Sicily SFAMENI GASPARRO, op. cit., p. 181-182 nn. 47abc, 48.1-5; 183-184 n. 54ab; 194 n. 92; 195 n. 94 Bes?; 198 n. 105 Bes?; 214 n. 162; 218 n. 173 Bes?; 219 n. 178 (inscription with the name of Bes); 236 n. 227; 248-249 nn. 260-265.

47. Vd. TRAM TAN TIN , in LIMC, III, Zürich – München 1986, s.v. 'Bes', 107.

48. A. HERMARY, in LIMC, III, s.v. 'Bes' (Cypri et in Phoenicia), p. 111 nn. 35-37. TRAM TAN TIN, op. cit., p. 107.

49. F. JESI, "Bès initiateur", Aegyptus 38 (1958), p. 171-183; id., "Bès e Sileno", Aegyptus XLII (1962), p. 257-275.

50. P. PELAGATTI, "Antefisse sileniche siceliote", CronArchStArte IV (1965), p. 79-85, p. 88-98; ead., "Sacelli e nuovi materiali architettonici da Naxos, Monte San Mauro e Camarina", CronArchStArte 16 (1977 [1985]), p. 43-65;

M.C. LENTINI, "Il culto di Dioniso a Naxos: due antefisse dipinte con figure sileniche", BdArte 92 (1995), p. 49-56.

Desidero ribadire, prima di chiudere, che queste riflessioni hanno avuto lo scopo di sottolineare le origini e i molteplici significati a livello simbolico della figura di Sileno.... Ma ora torniamo alle monete.... ;)

Un caro saluto a tutti!

Valeria

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  • 9 mesi dopo...
Inviato

vorrei aggiungere che esiste uno stretto legame tra lo scarabeo, Inessa Etna ed Efesto. Sono tutti elementi legati al fuoco!


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