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le zecche minori


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Visto che nessuno mai parla delle zecche piccoline, ho pensato fosse interessante e utile iniziare una discussione sulle zecche più minute, quelle sconosciute di cui molti ignorano addirittura l' esistenza... zecche come sovana, tresana, senigallia, pistoia, santa croce, luni .... credo sia importante perchè quando si cercano informazioni in merito (almeno per me è così) non si trova mai nulla, spesso sono zecche prive di bibliografia, con esemplari rarissimi che non passano mai neanche in asta e che, per questo, nessuno conosce...

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STORIA DELLA ZECCA DI CHIUSI

Chiusi, affonda le sue radici nell' antichità etrusca, già sotto i longobardi battè un tremisse anonimo (ed è proprio l' età longobarda la più studiata dai testi "moderni" ) , ma la sua storia monetaria di maggior rilievo si ha dal 1337 al 1355. il primo vescovo documentato a chiusi è Fiorenzo ( V sec. dC ) ma si crede che ce ne siano stati alcuni più remoti, la città subì un breve assedio da parte dei Goti, che se ne andarono però, presto, cacciati dai Bizantini di Giustiniano. il picco massimo di importanza, chiusi lo raggiunse nel VI sec. sotto i longobardi.

Come molte altre zecche italiane, anche quella di chiusi è nata dal ventennio di interregno, ovvero i 23 anni (o forse 22, non ricordo) in cui, il caos politico generato dalla morte dell' imperatore Enrico, causò feroci diatribe tra i signori della Germania che lasciarono al loro destino le città della periferia perchè troppo impegnati nella contesa al potere, questo è il periodo in cui le zecche nascono come funghi, le città, infatti, si proclamano autonome e non necessitano più di un diploma imperiale per l' aperture delle loro zecche... c'è chi batte moneta in simbolo della propria potenza, per dare lustro alla città, chi lo fa per monetare l' argento delle proprie miniere, chi perchè crede realmente in un' importanza economica della propria zecca, il tutto supportato dagli zecchieri che avevano trovato in quegli anni una grande fonte di guadagno (ricordiamo che molti orefici fiorentini, lasciarono l' arte dell' oro per diventare zecchieri, da tanto era più fruttifero quel mestiere).

tornando alla storia, Chiusi fu da sempre soggetta alle lotte espansionistiche di Siena e Perugia sulla val di chiana, e riuscì a costituirsi in libero comune per soli 18 anni, liberandosi dall' egemonia delle altre potenze.

Chiusi era un bersaglio ambito per la sua posizione strategica che facilitava i commerci lungo una delle più importanti vie francigene che portavano a Roma, e forse è stato proprio questo uno dei motivi della breve fortuna della monetazione di chiusi.

Non esiste un documento che regoli l' apertura o il funzionamento della zecca, proprio perchè la città decise liberamente di battere moneta e non si servì mai di documenti per allogare la zecca o regolare i rapporti con gli zecchieri.

la prima comparsa di una moneta di chiusi sui grandi libri, è firmata Bellini; si tratta del grosso agontano, più avanti si verranno a conoscere le altre 5 varianti della stessa moneta, una seconda varietà e il picciolo in Mistura; come afferma Montagano nel MIR, il Grosso agontano di Chiusi, rispecchia pienamente lo stile dei coevi volterrani e massani; come per volterra, infatti, si osserva il santo mitrato e nimbatoin piedi benedicente, al R/ la croce patente accantonata da stellette a 6 raggi nel 2° e 3° quadrante.

il santo rappresentato è S. Silvestro, il Vescovo di Fabriano che, abbandonati gli studi di legge all' università di bologna, si ritirò in campagna fondando l' ordine monastico dei Silvestrini.

è la moneta con il più alto numero di varianti in assoluto in relazione alla rarità, ogni esemplare conosciuto ad oggi, infatti, rappresenta una variante unica.

Singolare è il Picciolo, che si differenzia dagli altri toscani per l' assenza del santo a mezzo busto, il picciolo è un esemplare unico, e fu battuto per la prima volta nell' asta 21 di Negrini, la sua fattezza, come attesta il MIR, è sintomo di un' influenza (anche stilistica) proveniente dal commercio adriatico.

qua si concludono le mie conoscienze... se qualcuno volesse aggiungere qualcosa, ne sarei ben lieto.

saluti,

Magdi

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Nel Nord-Est abbiamo una moneta coniata con il nome di Latisana (ma la zecca probabilmente era Lienz che appatreneva ai Conti di Gorizia). E' in stile delle monete scodellate di Pellegrino II patriarca di Aquileia (1195 - 1204) e al dritto presenta la figura di un Vescovo circondata dalle legenda PORTVM TESANA e al rovescio un tempio con due torri.

Arka

Modificato da Arka
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Ho fatto delle piccole ricerche... Moooolto piccole ;)

Su Senigallia fammi studiare il Cavicchi poi se volete vi scrivo una decina di righe mica tanto di più..

LUNI:

CHIUSI: "L' agontano una moneta d' argento per l' Italia medievale" Atti dell' omonimo convegno. Pp. 141-152

SENIGALLIA: "Le monete del Ducato d' Urbino" Andrea Cavicchi. P. 14 ; pp. 57-58

LATISANA: http://www.lamonetapedia.it/index.php/Latisana#IL_DENARO_DI_LATISANA

http://www.mcsearch.info/search.html?search=Latisana&view_mode=1&en=1&de=1&fr=1&it=1&es=1&ol=1&sort=&c=&a=&l=#0

Spero che questo piccolo elenco ( fatto in 2 minuti ) possa essere continuato da persone più esperte di me e possa essere di base a qualcuno per delle ricerche.

Modificato da coins
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STORIA DELLA ZECCA DI CHIUSI

Chiusi, affonda le sue radici nell' antichità etrusca, già sotto i longobardi battè un tremisse anonimo (ed è proprio l' età longobarda la più studiata dai testi "moderni" ) , ma la sua storia monetaria di maggior rilievo si ha dal 1337 al 1355. il primo vescovo documentato a chiusi è Fiorenzo ( V sec. dC ) ma si crede che ce ne siano stati alcuni più remoti, la città subì un breve assedio da parte dei Goti, che se ne andarono però, presto, cacciati dai Bizantini di Giustiniano. il picco massimo di importanza, chiusi lo raggiunse nel VI sec. sotto i longobardi.

Come molte altre zecche italiane, anche quella di chiusi è nata dal ventennio di interregno, ovvero i 23 anni (o forse 22, non ricordo) in cui, il caos politico generato dalla morte dell' imperatore Enrico, causò feroci diatribe tra i signori della Germania che lasciarono al loro destino le città della periferia perchè troppo impegnati nella contesa al potere, questo è il periodo in cui le zecche nascono come funghi, le città, infatti, si proclamano autonome e non necessitano più di un diploma imperiale per l' aperture delle loro zecche... c'è chi batte moneta in simbolo della propria potenza, per dare lustro alla città, chi lo fa per monetare l' argento delle proprie miniere, chi perchè crede realmente in un' importanza economica della propria zecca, il tutto supportato dagli zecchieri che avevano trovato in quegli anni una grande fonte di guadagno (ricordiamo che molti orefici fiorentini, lasciarono l' arte dell' oro per diventare zecchieri, da tanto era più fruttifero quel mestiere).

tornando alla storia, Chiusi fu da sempre soggetta alle lotte espansionistiche di Siena e Perugia sulla val di chiana, e riuscì a costituirsi in libero comune per soli 18 anni, liberandosi dall' egemonia delle altre potenze.

Chiusi era un bersaglio ambito per la sua posizione strategica che facilitava i commerci lungo una delle più importanti vie francigene che portavano a Roma, e forse è stato proprio questo uno dei motivi della breve fortuna della monetazione di chiusi.

Non esiste un documento che regoli l' apertura o il funzionamento della zecca, proprio perchè la città decise liberamente di battere moneta e non si servì mai di documenti per allogare la zecca o regolare i rapporti con gli zecchieri.

la prima comparsa di una moneta di chiusi sui grandi libri, è firmata Bellini; si tratta del grosso agontano, più avanti si verranno a conoscere le altre 5 varianti della stessa moneta, una seconda varietà e il picciolo in Mistura; come afferma Montagano nel MIR, il Grosso agontano di Chiusi, rispecchia pienamente lo stile dei coevi volterrani e massani; come per volterra, infatti, si osserva il santo mitrato e nimbatoin piedi benedicente, al R/ la croce patente accantonata da stellette a 6 raggi nel 2° e 3° quadrante.

il santo rappresentato è S. Silvestro, il Vescovo di Fabriano che, abbandonati gli studi di legge all' università di bologna, si ritirò in campagna fondando l' ordine monastico dei Silvestrini.

è la moneta con il più alto numero di varianti in assoluto in relazione alla rarità, ogni esemplare conosciuto ad oggi, infatti, rappresenta una variante unica.

Singolare è il Picciolo, che si differenzia dagli altri toscani per l' assenza del santo a mezzo busto, il picciolo è un esemplare unico, e fu battuto per la prima volta nell' asta 21 di Negrini, la sua fattezza, come attesta il MIR, è sintomo di un' influenza (anche stilistica) proveniente dal commercio adriatico.

qua si concludono le mie conoscienze... se qualcuno volesse aggiungere qualcosa, ne sarei ben lieto.

saluti,

Magdi

Discussione molto interessante. Ancora oggi si discute sull'esistenza di alcune zecche dette minori. Quindi credo sia molto utile parlarne in questa sede, per quanto riguarda Chiusi ti segnalo questi due contributi:

Pizzetti, P., Antichità toscane e in particolare della città e contea di Chiusi nei secoli di mezzo. Siena 1778.

Travaini, L.,L’agontano di Chiusi, in AA.VV., L'agontano: una moneta d'argento per l'Italia medievale. Convegno in ricordo di A. Finetti, Trevi 11-12 ottobre 2001. A cura di L. TRAVAINI. Perugia 2002.

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Inviato (modificato)

Discussione molto interessante. Ancora oggi si discute sull'esistenza di alcune zecche dette minori. Quindi credo sia molto utile parlarne in questa sede, per quanto riguarda Chiusi ti segnalo questi due contributi:

Pizzetti, P., Antichità toscane e in particolare della città e contea di Chiusi nei secoli di mezzo. Siena 1778.

Travaini, L.,L'agontano di Chiusi, in AA.VV., L'agontano: una moneta d'argento per l'Italia medievale. Convegno in ricordo di A. Finetti, Trevi 11-12 ottobre 2001. A cura di L. TRAVAINI. Perugia 2002.

ho letto qualche tempo fa gli atti del convegno sull' agontano, è vero, la c'è qualcosa... magari in questi giorni di nullafacenza do una riletta... e visto che ci sono rileggo anche Massa Marittima (la medioevale massa di maremma) di cui ricordo poco e nulla...,. anche quella è una bella zecca che approfondirò volentieri dopo una breve lettura, da quello che ricordo, anche quella zecca proviene dal periodo di interregno, anche se ha meno a che vfare con i vescovi e più con le autorità laiche... di massa mi è rimasta impressa la figura del santo (cerbone se non erro) perchè i cittadini utilizzavano il suo altare come centro delle decisioni più importanti (la stessa costituzione del libero comune fu scritta e firmata sull' altare del santo), per il resto so che è una zecca particolare perchè si sa quando iniziò, grazie ad una pergamena che regolava i rapporti tra il comune e gli zecchieri ma non se ne conosce la fine, che si credeva coincidente con la fine della libertà comunale ma in realtà è stata rivalutata negli ultimi anni, a mettere ancora più scompiglio, la presenza di tutti i conii ritrovati intatti e non distrutti stranamente (uno è custodito nella pinacoteca di Volterra, per questo approfondii l' argomento), che hanno fatto supporre che la zecca non sia mai stata chiusa in realtà, o forse che sia stata solo sospesa... poi ricordo la palazzina della zecca, che si trova nella piazza della città... e poi, quello che reputo il motivo della sua fortuna... ovvero si uniformò alle caratteristiche monetali di siena, non correndo il rischio della tesaurizzazione delle proprie monete ne della svalutazione... seppe prendere il positivo e lasciare il negativo di siena (visto che i grossetti da 6 non andavano, infatti, evitò di batterli)... per il resto non ricordo niente altro, a parte le affinità stilistiche con i grossi di Volterra e Chiusi :) appena avrò riletto saprò dirvi qualcosina di più :)

Saluti,

Magdi

Modificato da magdi
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L'idea è molto buona, ma trovo dispersivo parlare di molte zecche contemporaneamente, nella medesima discussione. Non potrà risultare altro che una terribile confusione.... :rolleyes:

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L'idea è molto buona, ma trovo dispersivo parlare di molte zecche contemporaneamente, nella medesima discussione. Non potrà risultare altro che una terribile confusione.... :rolleyes:

spero di no.... :) io l' ho pensata come raccolta di informazioni... visto anche che una discussione per ogni singola "mini-zecca" non raccoglierebbe molto interesse...

e comunque non credo che succeda molta confusione perchè al contrario di zecche come siena e venezia, su queste non c'è molto da discutere.... trovo invece che sia più utile metterle insieme in modo da poter trovare anche similitudini e poterle mettere in relazione (parere personale ovviamente)

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Per favore: evitate e consigliate altri amici di evitare l'abuso del tasto “Quota” al posto di quello “Rispondi”.

Non bisogna cioè riportare in testa alle risposte sempre tutto il messaggio originale. Perché, oltre allo spreco di spazio, risulta difficile capire a quale punto del messaggio originale si sta rispondendo. Molto meglio riportare solo la parte più importante di quello a cui si risponde, tagliando tutto il resto e sostituendolo con tre puntini sospensivi.

Fare uso del tasto “Quota” al posto di quello “Rispondi” senza tagliare il superfluo (overquoting) è vietato dal regolamento ed esiste una recente discussione aperta su questo tema:

http://www.lamoneta....ilita-dei-post/

Grazie per la comprensione. Un salutone,

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L'argomento è sicuramente interessante. Le zecche minori spesso sono "meno studiate" rispetto alle loro sorelle maggiori per ovvi motivi, quindi benvenga un post dove discuterne tranquillamente. Ha certamente ragione anche Ghera quanto paventa una dispersione nel parlare di queste zecche in una sola discussione, ma proviamo ad iniziare, poi magari se prende piede, si può estrapolare quanto di interessante ed aprire una discussione apposita per una determinata zecca minore.

PS:

Concordo con adolfos con l'uso improprio del tasto "quote". Può sembrare superfluo ribadirlo ma per chi legge effettivamente a volte è fastidioso e di difficile comprensione su quale punto si voglia dare la risposta. Utilizzatelo, ma poi togliete la parte superflua e lasciate solo quella a cui si riferisce la seguente vostra risposta. Si avranno discussioni più snelle e di sicura più facile lettura. Grazie a tutti! (non ci fate fare i bacchettoni :lol: , che in questa sezione di certo non sono necessari)

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ho tolto la quota in più e mi scuso, l' ho fatto anche ieri in un' altra discussione e provvedo subito a rimediare anche la, il fatto è che rispondendo, non penso al fatto che poi la quota ingombri e possa dare fastidio... chiedo nuovamente scusa

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Grazie Magdi per la collaborazione e complimenti per la discussione . Dovremo poi decidere (insieme) come portarla avanti se come singola o per zecca ;) .

A presto

Modificato da adolfos
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  • ADMIN
Staff

Ho fatto delle piccole ricerche... Moooolto piccole ;)

Su Senigallia fammi studiare il Cavicchi poi se volete vi scrivo una decina di righe mica tanto di più..

Su Senigallia c'è anche la sezione sul catalogo:

http://numismatica-italiana.lamoneta.it/cat/W-SENI

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per Adolfos... io proporrei di dividere una zecca nel solo caso in cui susciti interesse e ci siano gli spunti per una discussione... altrimenti lasciarla qua, ma attendiamo le proposte degli altri ;)

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Iniziamo a parlare di una zecca minore specifica (scegliete voi quale, perché io sarei tentato a scendere a sud :P ), portiamo avanti un discorso e vediamo come procede...

Per Magdi, grazie della disponibilità dimostrata.

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beh... per la toscana, le zecche piccoline più interessanti sono Volterra, Massa Marittima e Luni... visto che per Luni e Volterra esistono scritti recenti, rimane massa di maremma, che però non da grandi spunti... per cui, se ne hai una buona del sud, ben volentieri! sarà l' occasione per allargare un po' lo sguardo ;)

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Beh, ad onor del vero per Massa di Maremma c'è l'ultimo egregio studio di Massimo Sozzi ed anche il catalogo online completato ultimamente :rolleyes: .

Sovana e Santa Croce sarebbero interessanti ma non so veramente chi potrebbe approfondirle con cognizione di causa. Almeno io ne so ben poco.

Una zecca più a sud ? Si rischierebbe di fare invasione di campo :) . Comunque se avete qualche idea, tiratela fuori e vediamo cosa si può fare. Intanto vediamo in quanti intervengono nella discussione.

A presto

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Supporter

Buona serata a tutti

per essere interessante, lo è senza dubbio. Io sono poco ferrato in materia, salvo qualche lettura sbocconcellata qua e la e della quale, confesso, mi è restata poca memoria. :(

Due cose so:

1) delle zecche dei rami minori gonzagheschi (di queste ho un libro, ma forse è già un target elevato rispetto a quello che credo pensiate voi);

2) ci sono state decine di zecche che hanno coniato una manciata di monete, spesso di ostenzazione, per favorire il signorotto locale, oppure per giustificare il potere di conio concesso, ma di fatto monete per circolare effettivamente, non ne hanno mai coniate.

Sarebbe interessante leggere di qualche zecca che, comunque, ha coniato moneta in maniera sufficiente e per un discreto periodo, tanto da assolvere alla sua funzione primaria, trascurando quelle che pur formalmente esistite, non hanno di fatto mai coniato sul serio.

Non ricordo chi aveva fatto un elenco in ordine alfabetico di città/paesi che hanno avuto una zecca. Si potrebbe partire da li.

Saluti

Luciano

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Bellissima discussione, si può partire piano piano con una zecca e poi passare avanti in modo da creare una vera e propria rete di studio delle zecche italiane.

Zecche piccole, poco studiate, ce ne sono veramente tante, zecche addirittura dubbie! Si può parlare perfino delle zecche inesistenti citate nel CNI....

Da che partiamo?

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Buonasera Luciano

mi sembra un'ottima idea. Chiaramente anche le zecche minori del Nord sarebbero di grande interesse. Tutto sta nell'organizzare la discussione senza creare confusione. Magari, ogniuno scegliendo una zecca in particolare . E postando anche qualche immagine di moneta e note varie di tipo tecnico e storico . Vediamo un poco come evolve la cosa.

Saluti

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Ciao coins

l'importante è organizzarsi. Vuoi già partire ? :D Come ho detto prima ogni utente potrebbe fare una piccola monografia, possibilmente in un unico messaggio. Poi, dopo , magari commentarle; é solo un'idea. Vediamo in quanti siamo, prima ;)

Ci vediamo presto

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Alla luce anche della recente pubblicazione su Zecche d'Italia edito dall'IPZS e curato da Lucia Travaini, opera di cui si è già parlato in altre discussioni,

ritengo che l'argomento sia interessantissimo e possa proporre una grande mole di argomentazioni e disquisizioni. Credo però che si rischi di cadere in un

"mare magnum" in cui tutti parlano di tutto per poi terminare che solo pochi utenti continuano la discussione parlando unicamente di alcune argomentazioni.

Forse sarebbe più logico limitare la discussione quantomeno in maniera almeno regionale in modo da poter concentrare gli interventi di volta in volta sulle piccole zecche delle specifiche regioni o zone monetali.

Il nostro Catalogo, come già evidenziato, potrebbe dare lo spunto ad alcune valide discussioni sulle zecche minori, avendo già a disposizione alcuni elementi, alcune schede, ed alcune immagini di monete coniate nelle varie piccole realtà.

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E' stupenda questa discussione, ma la realtà dei fatti è che queste zecche sono commercialmente poco affascinanti a causa dell'alta rarità di pezzi disponibili sul mercato.

Le ricerche su queste zecche vengono fatte per lo più da appassionati e talvolta non vengono pubblicati a causa dello scarso interesse.

Io sto effettuando ricerche sulla zecca di Crema e Castelleone e ho trovato che le uniche informazioni si hanno datate 1867/1868, ad esclusione di una piccola pubblicazione del Rinaldi su Castelleone nel 1940...

Per la mia ricerca sto contattando musei e biblioteche, consultando cataloghi d'asta passati e ,se si ha la fortuna, si conosce qualche appassionato che può farti ammirare le monete ricercate.

Vi garantisco che il lavoro è lungo, ma quando scoprirete qualcosa che qualcuno non ha mai fatto... La soddisfazione sarà enorme!!!

Tanti auguri a tutti...

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Me ne saltano alla mente decine, dalle più piccole situate fra la Liguria e il Piemonte (Cortemilia, Acqui, Dego, Incisa,...) fino a quelle Emiliano-Lombarde (Castiglione delle Stiviere,....) che erano specializzate nelle imitazioni/contraffazioni di monete sabaude. Però, come già scritto, procedere che ognuno scrive qualcosa su una zecca e gli altri commentano rischia di diventare dispersivo. O si parte da una regione, si studiano le zecche di questa regione e poi si passa ad un altra, o si aprono delle discussioni per ogni singola zecca :rolleyes:

Saluti,

Lorenzo

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la lista di tutte le zecche italiane cel' ho sul computer... la cerco e poi la metto... per quanto riguarda SantaCroce, che ho sentito rammentare prima, quella è una zecca molto particolare... inquanto c'è una sola moneta conosciuta di quella zecca ma non è una zecca autonoma... in poche parole sarebber stata la zecca di sicurezza di Arezzo, Santa croce, infatti, non è S.Croce sull' arno... bensì un quartiere periferico di Arezzo in cui si spostava la zecca nei periodi di rivolta... il più importante momento di coniazione (che poi dette vita all' unico picciolo conosciuto è la cosiddetta tirannide del duca d' Atene nella prima metà del trecento c'è uno scritto ottocentesco del Gamurrini che parla di questa officina monetaria

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