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Inviato

Ciao a tutti volevo chiedere le vostre opinioni e magari qualche informazione su questa moneta che penso sia un mezzo baiocco di clemente nono....pesa 6.72 g,mi risulta che abbia regnato per poco tempo...è comune?cos'è quella mancanza tagliata in alto?grazie per le risposte.

gianluca


Inviato

Ciao, si tratta di una moneta rara, probabilmente i mezzi baiocchi di Clemente IX sono i più difficili da reperire tra le emissioni di Gubbio di quel periodo e qualora si trovino in buona conservazione sputano prezzi interessanti...:rolleyes:

Lo schema è quello classico dei mezzi baiocchi eugubini della seconda metà del XVII secolo, con al rovescio il valore entro corona d'alloro e nel campo elementi dello stemma del pontefice regnante, in questo caso ci sono due rombi.

La moneta è classificata dal Muntoni al n°24

Purtroppo il tuo esemplare è assai "vissuto", notevoli i segni di corrosione, ed i crateri lasciati dall'eliminazione delle ossidazioni. Questo un esemplare meglio conservato per confronto:

post-35-0-85422000-1307177438_thumb.jpg

Quanto al taglio che compare in alto sul tondello, può dipendere da più fattori, comunque dipendenti dalle fasi di coniazione. In questo caso mi pare un taglio diritto privo di spigoli (la conservazione non aiuta :rolleyes:), pertanto può dipendere dal fatto che la moneta, coniata a rullo su lamina e poi fustellata, sia capitata con il conio in parte fuori dalla lamina stessa.

Altre cause possono essere l'aggiustamento del peso post coniazione, in fase di controllo in zecca per i tondelli "oversize" si praticava una leggera troncatura con una cesoia, lascia però segni differenti ed un bordo "frastagliato".

Altra possibilità è la fustellatura di esemplari contigui da una lamina coniata, che però avrebbe lasciato un segno a "mezzaluna" sul tondello. Di questo tipo di segno si era parlato in questa discussione:

http://www.lamoneta....olata-a-gubbio/

Ciao, RCAMIL.

  • Mi piace 1

Inviato

ciao grazie tantissimo per le notizie...in verità l'ho trovata per caso in mezzo a monete ad una bancarella in un mercatino,mi è sembrata subito poco comune e l'ho presa per poco....anche se rovinata a me non dispiace....grazie ancora....ma sai che ne ho altre con quel taglio sopra...possibile che ne venissero coniate così molte?cioè che molte si trovassero col conio fuori dalla lamina?


Inviato

[...]

Altra possibilità è la fustellatura di esemplari contigui da una lamina coniata, che però avrebbe lasciato un segno a "mezzaluna" sul tondello. Di questo tipo di segno si era parlato in questa discussione:

http://www.lamoneta....olata-a-gubbio/

Ciao, RCAMIL.

Mi era sfuggita la discussione sul "quattrino per Gubbio". Moneta eccezionale per bellezza e conservazione quella lì fotografata, nonostante si tratti di un piccolo nominale!

Inoltre sempre interessantissimi i commenti di rcamil che con disinvoltura centra sempre il cuore di un problema e ne sottolinea gli aspetti più curiosi e meno noti.

Riguardo alla coniazione su rullo avrei tante domande: in che epoca è iniziata e quando è terminata? Come avveniva da un punto di vista operativo? Vi è qualche testo-articolo che affronta il problema dei metodi di coniazione nello Stato Pontificio?

:)


Inviato

ma sai che ne ho altre con quel taglio sopra...possibile che ne venissero coniate così molte?cioè che molte si trovassero col conio fuori dalla lamina?

Diciamo che si tratta di eccezioni dovute ad un metodo di coniazione "di massa", dove la componente umana (e con questa anche l'errore umano) era molto presente.

Però è vero che una percentuale non indifferente usciva dalla zecca con uno dei "difetti" di cui sopra (fuori lamina, correzione peso, fustellatura errata), considerando che la zecca di Gubbio era all'epoca l'unica a coniare il rame per lo Stato Pontificio, e la frenesia di produrre monete giocava certamente a favore di questi tondelli "imperfetti".

Giusto per fare un pò di statistica, tra tutte le monete in rame eugubine che ho in collezione, la percentuale di tondelli imperfetti è vicina al 20%, la concentrazione maggiore è sui quattrini del XVII secolo.

Ciao, RCAMIL.


Inviato (modificato)

Riguardo alla coniazione su rullo avrei tante domande: in che epoca è iniziata e quando è terminata? Come avveniva da un punto di vista operativo? Vi è qualche testo-articolo che affronta il problema dei metodi di coniazione nello Stato Pontificio?

Ciao, come per le altre tecnologie "moderne" che soppiantarono la coniazione a martello, l'introduzione risale al XVII secolo, dati precisi non ce ne sono dato che spesso nei vari testi (anche coevi) si parla di "ingegni" per descrivere le macchine per la coniazione, ed a parte le note sul fatto che fossero azionate tramite energia idraulica o animale, non si specifica altro.

A Roma ad esempio durante il pontificato di Urbano VIII si sperimentò la coniazione con le presse a bilanciere, che aumentarono notevolmente la qualità delle monete coniate, eliminando il "fastidioso" (per noi collezionisti in primis tongue.gif) problema dei salti di conio, intrinsechi della coniazione a martello.

Anche i coni rotanti (che potevano essere a singola impronta o ad impronte multiple) ebbero uso nella zecca romana ed anche per nominali di notevole diametro come le mezze piastre o le piastre di papa Clemente XII. In particolare per la mezza piastra A.IV non venne adeguatamente preparato il conio sul rullo e le monete che ne derivano (i tondelli erano preparati precedentemente alla coniazione) ne risultano ovalizzati notevolmente.

La coniazione con coni rotanti ad impronta multipla (4-6-8 impronte su un conio) era invece particolarmente adatta per i nominali minori, in particolare in rame, per via della rapidità di coniazione e la relativa importanza di ottenere tondelli perfetti (vedasi quanto scritto sopra).

Fu questo il metodo principe utilizzato a Gubbio per tutto il periodo di operatività della zecca pontificia, e fu anche quello messo in opera dalle tante zecche riaperte da Pio VI nel periodo 1795-1797, soprattutto in quelle dove la massa di rame da monetare era elevata e la produzione con coni singoli era senz'altro limitativa.

La tecnica dei coni rotanti viene abbandonata gradualmente all'inizio del XIX secolo, con l'introduzione su tutti i nominali (fu Pio VIII ad introdurre il contorno ornato anche sul rame, compresi i quattrini, nel 1829) dei contorni lavorati tramite l'espansione del tondello su una ghiera di contenimento, a sua volta lavorata. Era una velocizzazione notevole rispetto a riprendere i tondelli singoli per lavorarne il contorno su appositi macchinari.

Venendo alle fasi operative della tecnica di coniazione a rullo che interessa la moneta oggetto di questo topic, la più lunga e complessa era certamente la preparazione dei coni.

Occorreva un albero in acciaio fuso o forgiato, da tornire al diametro necessario per contenere le impronte (maggiore il diametro della moneta da coniare, minore il numero delle impronte sul conio) e sul quale punzonare i coni, opportunamente ovalizzati (diametro trasversale maggiore di quello longitudinale di circa 1/8), per ottenere un impronta perfettamente circolare sul tondello.

Questo un conio a rullo per il 5 bolognini 1779 di Pio VI, conservato al Museo civico di Bologna, si notano parte delle 8 impronte presenti:

post-35-0-98686300-1307262523_thumb.jpg

Fatto ciò il cilindro andava cementato (zona dei coni) e temprato per renderlo resistente. In mancanza di metodi scientifici per garantire il risultato (si pensi che le sostanze "cementanti" erano fuliggine, unghie di bue ed urina) ne risultavano cilindri diversamente deformati che andavano messi in fase per renderli operativi.

In pratica le impronte venivano contrassegnate con delle lettere dopo avere messo in fase un'impronta su una zona deformata "in positivo", con una corrispondente deformata "in negativo" sull'altro cilindro; in tal modo la lamina da coniare avrebbe mantenuto uno spessore costante facilitando l'operazione di conio.

Su questo mezzo baiocco di Gubbio si nota tra le impronte dei due coni vicini la lettera "B", gli altri segni esterni al conio servivano per aiutare il trascinamento della lamina in fase di coniazione:

post-35-0-92083700-1307262885_thumb.jpg

Contemporaneamente andavano preparate le lamine da coniare, tramite un laminatoio che portasse i lingotti allo spessore necessario.

post-35-0-72667100-1449394504.jpg

Ne seguiva la coniazione vera e propria, anch'essa con un laminatoio dove i rulli lisci per portare a spessore le lamine erano sostituiti con i coni precedentemente preparati. Questo il risultato su un sampietrino di Roma (ex asta Centauro 2006):

post-35-0-62885800-1307262641_thumb.jpg

L'ultima fase era la separazione dei tondelli dalla lamina coniata, tramite una fustellatrice che poteva essere manuale per i piccoli spessori (es. quattrini) o a bilanciere per lamine di spessore maggiore (si pensi ad esempio al sampietrino di cui sopra).

post-35-0-25536600-1449394325.jpg

A questo punto, salvo aggiustamenti di peso o eventuali operazioni aggiuntive di lavorazione dei contorni, i tondelli erano pronti per essere versati nelle casse della zecca e per essere ammessi alla circolazione.

Come testi utili ad approfondire le tecniche di coniazione segnalo il libro di Angelo Finetti "Numismatica e tecnologia", molto semplice e completo nel trattare tali argomenti; e per approfondire il tema più strettamente legato alle coniazioni pontificie suggerisco l'ottimo libro di Michele Chimienti "La zecca di Bologna e le sue macchine", dal quale provengono alcune delle immagini qui postate, che tratta in particolare della zecca felsinea ma non tralascia di citare quello che accadeva contemporaneamente nel resto dello stato e nel resto d'Italia.

Ciao, RCAMIL.

Modificato da rcamil
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Inviato

grazie anche da parte mia una spiegazione esauriente e bellissima :)


  • 2 settimane dopo...
  • 7 mesi dopo...
Inviato (modificato)

Up

Credo meriti la collocazione tra le discussioni importanti... ;)

Saluti

Simone

Modificato da uzifox

Inviato (modificato)

Up

Credo meriti la collocazione tra le discussioni importanti... ;)

Saluti

Simone

Grazie, ho provveduto...

A breve spero di trovare il tempo necessario per impostare anche per le Monete Pontificie gli "indici di sezione" che alcuni curatori hanno già inserito sulle proprie sezioni, utili a ritrovare con più facilità le discussioni che hanno avuto più seguito.

Ciao, RCAMIL.

Modificato da rcamil

  • ZuoloNomisma ha rimosso questo topic da quelli importanti

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