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IGNORED

Incisori di Medaglie durante il Decennio Francese


Risposte migliori

Ai lamonetiani di questa sezione, dato che oggi, a quanto vedo, si parla di Medaglie grazie a Francesco ecco che leggendo, leggendo..........

da alcuni documenti si legge che tutte le monete e le medaglie battute, a Napoli, durante il decennio dell’occupazione Francese (Napoleonidi), sono anonime e a proposito di medaglie tali documenti parlano che il Rega, il Catenacci e l’Arnaud non identificarono, in deroga alle abitudini del tempo; tutte le medaglie della Zecca Partenopea, da Carlo III in poi, recano il nome degli autori.

A voi le risposte ed i vari commenti.

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Avevo aperto la discussione durante la giornata delle Medaglie (un paio di gironi fa) ma visto l'esito negativo sulle risposte ecco che provo ad integrare quanto postato:

Perchè non sentirono il bisogno di mettersi in luce, pur sapendo che le loro opere, per originalità d’invenzione, freschezza di bulino e precisione del disegno, potevano reggere il confronto con la migliore produzione contemporanea Italiana e straniera ?

Non si può pensare ad un atto di riguardo verso gli antichi padroni, perché se è vero che larghi favori ebbe il rega dai Borbone è altrettanto vero che maggiori ne ottenne dai Napoleonidi; pare che non si possa mettere in dubbio che il Rega si limitava solo ad inventare e disegnare, mentre l’incisione sull’acciaio veniva eseguita dai giovani aiutanti, è quindi evidente che le Medaglie, per un riguardo reciproco, non potevano essere firmate né dal Rega, che le aveva solo ideate, né dagli altri artisti che le avevano eseguite.

Anche per quest’inconveniente gli artisti dovettero lagnarsi, perché nell’istituire il gabinetto d’incisione, fra l’altro, si stabilì pure che il Direttore doveva solo formare il disegno ed il modello in plastica di ogni lavoro e sorvegliare l’esecuzione; così dal 1829, tutte le medaglie ufficiali portano la firma del direttore del gabinetto, seguita da INV. Oppure DIR. (inventò o diresse), quella dell’incisore, seguita da INC. o FEC. 8incise o fece) e, quasi per autentica, il nome del Direttore in carica della Zecca.

Ok Grazie :(

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Avevo aperto la discussione durante la giornata delle Medaglie (un paio di gironi fa) ma visto l'esito negativo sulle risposte ecco che provo ad integrare quanto postato:

Perchè non sentirono il bisogno di mettersi in luce, pur sapendo che le loro opere, per originalità d'invenzione, freschezza di bulino e precisione del disegno, potevano reggere il confronto con la migliore produzione contemporanea Italiana e straniera ?

Non si può pensare ad un atto di riguardo verso gli antichi padroni, perché se è vero che larghi favori ebbe il rega dai Borbone è altrettanto vero che maggiori ne ottenne dai Napoleonidi; pare che non si possa mettere in dubbio che il Rega si limitava solo ad inventare e disegnare, mentre l'incisione sull'acciaio veniva eseguita dai giovani aiutanti, è quindi evidente che le Medaglie, per un riguardo reciproco, non potevano essere firmate né dal Rega, che le aveva solo ideate, né dagli altri artisti che le avevano eseguite.

Anche per quest'inconveniente gli artisti dovettero lagnarsi, perché nell'istituire il gabinetto d'incisione, fra l'altro, si stabilì pure che il Direttore doveva solo formare il disegno ed il modello in plastica di ogni lavoro e sorvegliare l'esecuzione; così dal 1829, tutte le medaglie ufficiali portano la firma del direttore del gabinetto, seguita da INV. Oppure DIR. (inventò o diresse), quella dell'incisore, seguita da INC. o FEC. 8incise o fece) e, quasi per autentica, il nome del Direttore in carica della Zecca.

Ok Grazie :(

Ciao Pietro, il tuo quesito meriterebbe notevoli approfondimenti, hai fatto bene a sollevare l'argomento e chiedo venia se finora non ho dato alcuna risposta. Quel che hai riportato è parte delle teorie dell'esimio Tommaso Siciliano, studioso di medaglie napoletane del XX secolo che tanto diede al circolo Numismatico Napoletano attraverso i suoi bollettini http://www.ilportaledelsud.org/bcnn1975e.pdf .

In effetti è un ragionamento logico in linea con il pensiero di altri, è chiaro che Siciliano si sarà basato sulla lettura di una serie di documenti d'epoca. Anche io sono d'accordo con lui sulla teoria della mancanza delle firme, d'altronde è una cosa anomala se consideriamo che a Parigi la maggior parte delle medaglie napoleoniche riportano le firme degli incisori. Sarebbe interessante interpellare qualche esperto/collezionista di medaglie napoleoniche europee e fare i dovuti confronti sulle tecniche d'incisione dei conii e delle modalità di punzonatura delle firme degli artisti.

A pagina 9 di questo studio potrai leggere qualcosa sull'argomento http://www.ilportaledelsud.org/med_murat_1.pdf .

In allegato una delle tre tipologie di medaglie napoletane recante la firma di Filippo Rega, penso che per questa sia evidente la mano del Rega sia nel disegno che nell'incisione su conio. In questo studio del bollettino del CNN troverete inoltre, alcuni documenti della zecca sulla realizzazione della medaglia illustrata http://www.ilportaledelsud.org/bcnn1970_3.pdf .

Per quanto concerne l'attribuzione del conio della medaglia del 1813 per il ritorno a Napoli di Gioacchino Murat al più grande scultore italiano neoclassico Antonio Canova, vi rimando a questa scheda realizzata da Salvatore D'Auria e pubblicata per la prima volta sul catalogo di vendita dell'asta NAC 47, pagina 90 http://www.ilportaledelsud.org/opus_canova.htm .

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Come non rimanere attoniti di fronte a così ricca e imperiosa maestria riproduttiva.

Mi hanno sempre colpito i ritratti di Murat, quello del Canova e sublime, ma anche glia altri si difendono in modo egregio, pur rappresentato di profilo il sovrano pare possa esprimersi nella sua interezza, cosa non semplice da ottenere avendo a disposizione un sol lato del volto.

Le Medaglie offrono maggiori opportunità rispetto a un semplice tondello.......

Infine rimango perplesso, quando non vedo riscontro da parte degli amici del Forum, rispetto a così grande opportunità nell'aver in visione tali opere d'arte, e commentarle visto che certe medaglie molto rare non si recuperano molto facilmente, figuriamoci riuscirle a osservarle così attentamente, insieme alla descrizione degli studiosi che ci hanno omaggiato....

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Faccio notare un'altra chicca. Cosa mi dite sulla realizzazione del punzone dell'effigie di Murat? Ma soprattutto: cosa mi dite sul rovescio?

http://www.ilportaledelsud.org/bcnn1931c.pdf

Francè lo sai che stò imparando, ma qui proprio (rovescio) non so dirti nulla :(

Illuminami, Grazie

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Faccio notare un'altra chicca. Cosa mi dite sulla realizzazione del punzone dell'effigie di Murat? Ma soprattutto: cosa mi dite sul rovescio?

http://www.ilportale...g/bcnn1931c.pdf

Francè lo sai che stò imparando, ma qui proprio (rovescio) non so dirti nulla :(

Illuminami, Grazie

Quando si raffigura un velo rigonfio dal vento si vuol simboleggiare un arrivo o un annuncio.

Nel caso di questa rara medaglia si è voluto quasi sicuramente annunciare l'arrivo della regina a Napoli avvenuto la mattina del 9 ottobre 1808 che tra la gioia collettiva entrò nel duomo di Napoli e distribuì alcune decorazioni dell'Ordine delle Due Sicilie. Il fatto che sia anepigrafe la rende ancor più interessante e misteriosa. Sul volume di D'Auria sono riportate accanto all'illustrazione di questa medaglia (pag.147) alcuni bozzetti coevi del Canova che riproducono la figura danzante (Venere) al rovescio. E chi fu la Venere napoletana di quell'epoca se non la bella regina moglie di Murat? ;) ;) ;) Molto suggestiva è la teoria di Siciliano su questa medaglia che la classifica gettone da gioco. :unsure:

Sulle medaglie c'è tantissimo da imparare e da scoprire. Dietro ogni punto del tondello è celato sempre qualcosa di misterioso.

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Perchè non sentirono il bisogno di mettersi in luce, pur sapendo che le loro opere, per originalità d'invenzione, freschezza di bulino e precisione del disegno, potevano reggere il confronto con la migliore produzione contemporanea Italiana e straniera ?

Non si può pensare ad un atto di riguardo verso gli antichi padroni, perché se è vero che larghi favori ebbe il rega dai Borbone è altrettanto vero che maggiori ne ottenne dai Napoleonidi; pare che non si possa mettere in dubbio che il Rega si limitava solo ad inventare e disegnare, mentre l'incisione sull'acciaio veniva eseguita dai giovani aiutanti, è quindi evidente che le Medaglie, per un riguardo reciproco, non potevano essere firmate né dal Rega, che le aveva solo ideate, né dagli altri artisti che le avevano eseguite.

Anche per quest'inconveniente gli artisti dovettero lagnarsi, perché nell'istituire il gabinetto d'incisione, fra l'altro, si stabilì pure che il Direttore doveva solo formare il disegno ed il modello in plastica di ogni lavoro e sorvegliare l'esecuzione; così dal 1829, tutte le medaglie ufficiali portano la firma del direttore del gabinetto, seguita da INV. Oppure DIR. (inventò o diresse), quella dell'incisore, seguita da INC. o FEC. 8incise o fece) e, quasi per autentica, il nome del Direttore in carica della Zecca.

Ok Grazie :(

Ciao Pietro, il tuo quesito meriterebbe notevoli approfondimenti, hai fatto bene a sollevare l'argomento e chiedo venia se finora non ho dato alcuna risposta. Quel che hai riportato è parte delle teorie dell'esimio Tommaso Siciliano, studioso di medaglie napoletane del XX secolo che tanto diede al circolo Numismatico Napoletano attraverso i suoi bollettini http://www.ilportaledelsud.org/bcnn1975e.pdf .

In effetti è un ragionamento logico in linea con il pensiero di altri, è chiaro che Siciliano si sarà basato sulla lettura di una serie di documenti d'epoca. Anche io sono d'accordo con lui sulla teoria della mancanza delle firme, d'altronde è una cosa anomala se consideriamo che a Parigi la maggior parte delle medaglie napoleoniche riportano le firme degli incisori. Sarebbe interessante interpellare qualche esperto/collezionista di medaglie napoleoniche europee e fare i dovuti confronti sulle tecniche d'incisione dei conii e delle modalità di punzonatura delle firme degli artisti.

A pagina 9 di questo studio potrai leggere qualcosa sull'argomento http://www.ilportaledelsud.org/med_murat_1.pdf .

In allegato una delle tre tipologie di medaglie napoletane recante la firma di Filippo Rega, penso che per questa sia evidente la mano del Rega sia nel disegno che nell'incisione su conio. In questo studio del bollettino del CNN troverete inoltre, alcuni documenti della zecca sulla realizzazione della medaglia illustrata http://www.ilportaledelsud.org/bcnn1970_3.pdf .

Per quanto concerne l'attribuzione del conio della medaglia del 1813 per il ritorno a Napoli di Gioacchino Murat al più grande scultore italiano neoclassico Antonio Canova, vi rimando a questa scheda realizzata da Salvatore D'Auria e pubblicata per la prima volta sul catalogo di vendita dell'asta NAC 47, pagina 90 http://www.ilportaledelsud.org/opus_canova.htm .

Francesco :( dimmi....... come mai dopo quello che ho letto in questa medaglia trovo la firma del Rega ? Grazie

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Ciao Pietro, il tuo quesito meriterebbe notevoli approfondimenti, hai fatto bene a sollevare l'argomento e chiedo venia se finora non ho dato alcuna risposta. Quel che hai riportato è parte delle teorie dell'esimio Tommaso Siciliano, studioso di medaglie napoletane del XX secolo che tanto diede al circolo Numismatico Napoletano attraverso i suoi bollettini http://www.ilportale...g/bcnn1975e.pdf .

In effetti è un ragionamento logico in linea con il pensiero di altri, è chiaro che Siciliano si sarà basato sulla lettura di una serie di documenti d'epoca. Anche io sono d'accordo con lui sulla teoria della mancanza delle firme, d'altronde è una cosa anomala se consideriamo che a Parigi la maggior parte delle medaglie napoleoniche riportano le firme degli incisori. Sarebbe interessante interpellare qualche esperto/collezionista di medaglie napoleoniche europee e fare i dovuti confronti sulle tecniche d'incisione dei conii e delle modalità di punzonatura delle firme degli artisti.

A pagina 9 di questo studio potrai leggere qualcosa sull'argomento http://www.ilportale...med_murat_1.pdf .

In allegato una delle tre tipologie di medaglie napoletane recante la firma di Filippo Rega, penso che per questa sia evidente la mano del Rega sia nel disegno che nell'incisione su conio. In questo studio del bollettino del CNN troverete inoltre, alcuni documenti della zecca sulla realizzazione della medaglia illustrata http://www.ilportale.../bcnn1970_3.pdf .

Per quanto concerne l'attribuzione del conio della medaglia del 1813 per il ritorno a Napoli di Gioacchino Murat al più grande scultore italiano neoclassico Antonio Canova, vi rimando a questa scheda realizzata da Salvatore D'Auria e pubblicata per la prima volta sul catalogo di vendita dell'asta NAC 47, pagina 90 http://www.ilportale...opus_canova.htm .

Francesco :( dimmi....... come mai dopo quello che ho letto in questa medaglia trovo la firma del Rega ? Grazie

Perchè sicuramente per questa medaglia il Rega realizzò sia i disegni che l'incisione sull'acciaio.

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