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Il 19 febbraio del 1797, con la firma del trattato di Tolentino, veniva costituita la repubblica Cisalpina che andava a riunire la repubblica Cispadana e la repubblica Transpadana.

La repubblica Cisalpina venne soppressa nel 1799 dagli austriaci e ricostituita dai francesi nel 1800 dopo la battaglia di Marengo per mutarsi poi in Repubblica Italiana nel 1802.

Dal punto di vista delle emissioni monetarie della repubblica in questione ci sono rimaste due sole monete in argento emesse nel 1800 e nel 1801. Si tratta dello scudo da 6 lire con al dritto la scritta ALLA NAZ.FRAN. LA REP. CISAL. RICONOSCENTE, e la moneta da 30 soldi che celebra la pace di Luneville e la fondazione della strada Foro Bonaparte a Milano.

Molto probabilmente le popolazioni della repubblica Cisalpina ebbero ben poche occasioni di vedere e maneggiare le monete in questione e, dopo aver piantato l'albero della libertà nelle piazze della pianura padana, temo che poterono apprezzare ben pochi cambiamenti pratici.

La nuova repubblica doveva finanziare, e da subito, le proprie attività; da qui la necessità di imporre (o meglio mantenere), tasse, gabelle e dazi. E i segni di questa presenza vennero conosciuti dalle genti; mercanti, artigiani o commercianti che fossero.

Nei mercati del piccolo antiquariato della pianura padana si possono ancora trovare (anche se rari)

i bolli (o suggelli) che i finanzieri apponevano alle merci dopo il pagamento dei dazi.

un suggello apposto nel distretto di Gualtieri (RE)

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un suggello aposto nel distretto di Reggio Emilia

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La repubblica Cisalpina ebbe vita breve (5 anni) e vita ancora più breve ebbero gli alberi della libertà, che vennero presto rimossi, ma il seme portato dalla rivoluzione francese e dalle nuove idee presto avrebbe dato nuovi germogli destinati a cambiare l'Europa per sempre.

Un saluto rivoluzionario

Mario

p.s. spero perdonerete la scarsa qualità delle immagini e l'escursione nell'exomunia ma l'invito di Mario è stato irresistibile

Modificato da mariov60
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Belle storie, ma possono essere anche spunti anche più semplici, di cui si è anche già parlato ( ormai effettivamente qui abbiamo parlato di tanto....) anche curiosità.....credo che le più di 8.000 letture della discussione dimostrano e testimoniano letture e interesse, e credo che il maggiore beneficiario di una discussione simile sia il visitatore o l'utente che cerca di orientarsi in questo mondo, ma poi anche tutti....perché molti esempi proposti credo fossero per tutti motivo di nuove conoscenze personali .

Possono questi spunti creare motivazioni, nuovi appassionati, ecco perché l'intento dovrebbe portare a chi segue una specifica monetazione o area a postare, a raccontare.....incuriosire e magari creare nuovi numismatici proprio della monetazione proposta che voi seguite abitualmente....

E allora forza, almeno chi non è in vacanza...mi rivolgo a caso ad alcuni, ma veramente a caso... che hanno competenze specifiche per esempio a @@vathek1984 per le estere, a @@cembruno5500 per le repubblicane, al Regno d'Italia con @@Littore e @@renato, ma anche per esempio ai tanti appassionati del Regno delle Due Sicilie che meritano di avere in questa discussione qualche esempio, qualche storia....e qui chiamo @@francesco77 e chi vorrà e segue e frequenta quella sezione, ma anche agli appassionati dei Savoia e quindi a @@savoiardo e ai numerosi appassionati di queste monete.....l'elenco può essere lungo, tutti potenzialmente possono essere chiamati in causa, nessuno escluso, staff compreso ovviamente :blum: ....vediamo se riusciamo a unirci idealmente in questa discussione per il forum, per la numismatica, per la divulgazione della stessa....io ci provo giustamente sempre :blum:, credo possa essere interesse di tutti creare qualche spot per la numismatica per tutti....perché poi questi spot contano...contano....

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Dammi tempo dabbene...

Siamo anche a meta' agosto...

:)


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Tutto il tempo che volete ci mancherebbe altro.....discussione che d'altronde potrebbe durare anche sempre, poi tutto sommato l'importante e' condividere l'idea, il progetto.....e anche qui non è detto che possa piacere a tutti......come è giusto che sia, buone ferie a tutti e buon ferragosto con l'occasione .....

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La prima meta' del XVII secolo vede il Piemonte ed il trono sabaudo trovarsi in pieno fra i conflitti della corona spagnola e quella francese, la guerra detta dei Trent'anni.

La morte di Vittorio Amedeo I, la sua successione al primogenito morto prematuramente e quindi al secondogenito maschio Carlo Emanuele II, provoca un momento di debolezza del regno sabaudo pressato da un lato dei francesi e dall'altro dagli spagnoli.

La Duchessa Cristina, vedova di Vittorio Amedeo I e reggente dello Stato, filofrancese per nascita ( era la sorella del re di Francia) pressata e manovrata dal cardinale Richelieu, aveva come rivali i suoi cognati, il cardinale Maurizio ed il Principe Tommaso, che si erano invece schierati dalla parte spagnola.

Forti del fatto che l'imperatore Ferdinando III d'Asburgo riconobbe Maurizio e Tommaso come tutori del piccolo Carlo Emanuele, cominciarono una guerra civile fratricida, Tommaso si impossessa di Ivrea e di tutta la Val d'Aosta, prende possesso del Vercellese e muove verso Torino.

La Duchessa con il figlio scappa dal Piemonte, si sposta in Francia lasciando i suoi fedelissimi padroni della sola cittadella di Torino.

Il 10 maggio 1640 l'esercito francese comandato dal conte d'Harcourt DeLorean assedia Torino, nello stesso momento il principe Tommaso stava assediando la Cittadella, dopodichè all'esterno arrivano i rinforzi spagnoli comandati dal marchese Diego Felipe de Guzman a dare manforte al principe Tommaso.

Comunque il 19 novembre 1640 Tommaso abbandona Torino ottenendo l'onore delle armi e si rifugia ad Ivrea.

Affascinante questo schema concentrico di scontri:

al centro la cittadella coi fedeli alla Madama Reale, assediati dal principe Tommaso alleato alla Spagna, assediato a sua volta con la città intera dai francesi di d'Harcourt, esternamente impegnati da quello che restava dell'esercito spagnolo comandato del marchese di Leganes.

In tutto questo scompiglio a Torino si batteva comunque moneta e vista la penuria di spiccioli il 15 giugno 1640 ( in pieno caos di assedi e contro assedi) si ordinò di battere dei mezzi soldi.

A differenza di quelli battuti sucessivamente ad Ivrea questi presentano, ovviamente, la data 1640, e come segno di zecca una piccola stella sotto il monogramma del diritto.

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Modificato da savoiardo
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Raccolgo anche io l'invito di Dabbene, presentando una moneta che trovo molto interessante nonostante la giovane età...si tratta del taglio da 100 pesetas emesso dalla Spagna tra il 1966 ed il 1970, sotto la dittatura di Francisco Franco.

La moneta presenta al diritto un ritratto volto a destra di Franco con la dicitura "Francisco Franco Caudillo de Espana por la G. de Dios" ed in basso la data di prima emissione, tra due stelle. Al rovescio è invece presente lo stemma nazionale ed in alto l'indicazione del valore.

Come accade per numerose altre monete spagnole del periodo, la data effettiva di coniazione è racchiusa nelle stelle poste ai lati della data di prima emissione, nel caso concreto la moneta è del 1966.

Tale emissione è l'unica in argento ad essere stata coniata durante la dittatura franchista (1939-1975) e con i suoi 19 grammi in argento '800 si avvicina considerevolmente, per dimensioni e stile, ai vecchi scudi della Unione Monetaria Latina.

Segnalo altresì come per tale tipologia la monete datate 1969 siano piuttosto rare e ricercate, nonchè soggette a ingente falsificazione.

In seguito alla morte di Francisco Franco, che si era proclamato "reggente" non abolendo bensì in qualche modo congelando la monarchia, la Spagna intraprenderà nuovamente la strada della democrazia con l'avvento sul trono di Re Juan Carlos.

Modificato da vathek1984
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Inviato

Veramente pregevoli queste ultime storie numismatiche, complimenti agli utenti che ce le hanno proposte, possono essere anche monete più conosciute, teniamo conto che per chi conosce solo una monetazione o un periodo tutto il resto è un arricchimento.

Il tentativo di questa discussione, più o meno ambizioso, è ripeto duplice, uno prettamente divulgativo ed è l'essenza base del forum, far conoscere, incuriosire chi inizia o chi non conosce certe monetazioni, e le letture testimoniano e confortano che stiamo andando nella direzione giusta.

L'altro paradossalmente quasi più difficile, ma non affatto impossibile, è quello dell'altro intento del forum condividere le conoscenze insieme, condividere e divertirsi apprendendo insieme.

Gli ultimi post sono stati secondo me molto importanti e significativi, quasi dal valore simbolico, unire tutte le monetazioni, medaglie e altro in una unica discussione, difficile ? Penso di no, unire tutti sotto la bandiera di una discussione....vediamo se è realizzabile....ovviamente possono rispondere anche non solo i @ quasi casuali che ho inserito.... ma tutti anche con post semplice, una moneta per utente dice la discussione, ovviamente con una piccola spiegazione.....proviamoci ancora.....mi piacerebbe vedere qualche altro periodo storico tipo il Regno....o monete del Regno delle due Sicilie, una monetazione così ricca, così seguita, deve per forza avere in questa discussione, di unione, di condivisione, avere degli esempi, ma certamente tante sono le zecche, i periodi, tutto e tutti sarebbe bello che partecipassero.....


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unire tutti sotto la bandiera di una discussione, questo caro Mario sarebbe quasi un sogno, per un solo thread, potersi ritrovare tutti insieme, senza aspettare convegni, dibattiti, visite museali, ecc. ecc.

Per una volta giocare tutti insieme nella stessa squadra, contro un avversario che cerca in ogni modo di dividerci...

Per il Regno ci sarebbe un bel plotone, per Napoli potrebbe intervenire una intera compagnia, e il comandante in questo caso chiuderebbe un occhio, visto i valori in campo....

Eros

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Il 14 giugno 1800 si affrontarono in campo aperto nella bassa pianura padana occidentale, in vicinanza del fiume Bormida, all'altezza del paese di Marengo, gli eserciti della Prima Repubblica Francese, a capo del quale era il Primo Console Napoleone Bonaparte, da un lato e quello austriaco con il generale von Melas alla testa, dall'altro.

Napoleone, varcando il passo del Gran San Bernardo, prima occupò Milano e, in seguito, tentò di prendere alle spalle gli austriaci che erano stati impegnati a Genova contro le truppe francesi di Massena che cercavano di resistere all'assedio.

Si ebbe nei pressi di Montebello un primo scontro che costrinse gli austriaci a ritirarsi nella città di Alessandria (9 giugno1800).

Alcuni giorni dopo, gli austriaci passarono all'offensiva cogliendo di sorpresa le truppe francesi, che non conoscemdo la posizione esatta del nemico si erano divise, a Marengo. Le sorti della battaglia sembravano volgersi a favore degli austriaci (tanto che von Melas si ritirò dal campo di battaglia e inviò a Vienna un dispaccio contenente il messaggio di vittoria), quando il 32enne generale Desaix, richiamato da Napoleone, riuscì con le sue truppe di supporto, a sorprendere gli austriaci che vennero vinti: nel corso della carica, tuttavia, Desaix perse la vita colpito al cuore da una pallottola.

Grande importanza strategica ebbe questa vittoria francese, in quanto, gli austriaci furono costretti a chiedere un armistizio e lasciare il Piemonte, la Lombardia e la Liguria, attestandosi oltre il Mincio.

Nacque così la repubblica Subalpina, entità dipendente dalla repubblica francese, che, per celebrare la vittoria di Marengo coniò un pezzo da 20 franchi in oro, dal peso di 6,45 gr e dal titolo di 900/1000. Il piede, con sui venne battuta questa moneta, venne poi adottato da numerosi paesi, per cui le monete d'oro dello stesso peso vengono definite anche marenghi.

D/ Nel campo testa muliebre elmata (Minerva?) volta a sinistra. Intorno la legenda "L'ITALIE DÉLIVRÉE `A MARENCO •". Sotto la testa di le iniziali dell'incisore A • L •(Amedeo Lavy).

R/ Nel campo, all'interno di una corona di lauro legata alla base con nastro incrociato, 20 - FRANCS su due righe, fregio e indicazione della data. Intorno LIBERTÉ, EGALITÈ e ERIDANIA separate da due rosette a sei petali.

T/ foglie in rilievo


Fonte Cataloghi Online


Fonte Cataloghi Online

Questi pezzi furono battuti nel 1801 e 1802 (Anno 9 e 10, secondo il sistema repubblicano).

La battaglia viene ricordata anche in campo culinario: si racconta, infatti, che il "pollo alla marengo" (con gamberetti di fiume e funghi) venne servito al Primo Console dopo la vittoria.

Marengo, fu anche il nome dell'amato cavallo arabo di Napoleone, che portò con sè dall'Egitto, fido compagno di numerose battaglie dell'Imperatore e che "cadde prigioniero" del nemico durante la disfatta di Waterloo.

Il Primo Console supera le Alpi al Gran San Bernardo (David)

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Modificato da Littore
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.....mi piacerebbe vedere qualche altro periodo storico tipo...

...la Guerra Civile americana? ^_^

Non se ne è mai parlato molto, se non per qualcuno che ogni tanto viene a mostrare qualche banconota confederata....9 su 10 falsa :rolleyes:

Questa da 50 dollari (vera, dalla mia collezione ;)), fa parte della sesta (di sette) serie di emissione, rilasciata in base all'Atto del 23 marzo 1863, mentre la data che compare sulla banconota è il 6 aprile 1863. Oltre a questa data, comune a tutti gli esemplari, sulla destra potete vederne un'altra, impressa con un timbro rosso, febbraio 1864, ultima data di stampa per la sesta serie. Il motivo di questa seconda data, quella di effettiva stampa e messa in circolazione, sta nel fatto che queste banconote avrebbero potuto essere convertite in obbligazioni confederate al 6% se la cosa fosse stata fatta entro 12 mesi dall'emissione.

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La banconota riporta anche la dicitura "pagabile entro due anni dalla ratifica del trattato di pace tra gli Stati Confederati e gli Stati Uniti".

In precedenza, a partire dalla terza serie del settembre 1861, questo termine era stato ridotto a sei mesi, perché i sudisti, dopo la vittoria di Bull Run, pensavano che la guerra sarebbe potuta effettivamente terminare entro pochi mesi, naturalmente con la loro vittoria.

Ma nella primavera del 1863, anche se i nordisti non avevano ancora ottenuto le decisive vittorie di Vicksburg e Gettysburg, le cose per il Sud incominciavano a farsi complicate, e si era tornati all'antico, due anni per la conversione delle banconote, come era già per quelle della seconda serie.

Infatti, oltre alla situazione militare, anche quella economica si stava deteriorando. L'inflazione era sempre più pesante, all'inizio del 1864 per acquistare 1 dollaro d'oro erano necessari 20 dollari confederati di carta, contro i 6 di pochi mesi prima (un'inflazione del 300% su base annua) e il governo si era visto costretto a imporre una tassa del 10% su tutte le attività produttive.

Anche il blocco navale operato dai nordisti diventava sempre più efficace, ed era sempre più difficile far affluire merci di qualsiasi genere dal resto del mondo. Questo si rifletteva anche sull'arruolamento, serviva a poco arruolare uomini se non c'era di che equipaggiarli, e i contrabbandieri che forzavano il blocco, piuttosto che attrezzature militari (armi, munizioni e quant'altro) preferivano importare generi di lusso, sebbene fosse vietato, perché per loro il guadagno era molto maggiore.

Quando entrarono in circolazione le ultime banconote della sesta serie, nel febbraio 1864, il Sud aveva perso il controllo del fiume Mississippi, la grande battaglia di Gettysburg, tutto il Tennesse e gran parte dello stato del Mississippi.

Il giorno in cui fu autorizzata l'emissione della settima serie, 17 febbraio 1864, i Confederati scrissero però un'importante pagina di storia militare con il loro sottomarino Hunley, primo sommergibile della storia ad affondare una nave nemica.

Concludo segnalando che il personaggio raffigurato al centro della banconota è Jefferson Davis, presidente della Confederazione, sulla cui figura non mi dilungo, perché uscirei dall'ambito della discussione...vi basterà digitarne il nome nei motori di ricerca per sapere tutto di lui :D

petronius oo)

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Bella risposta complimenti, l'unica nota stonata sono i Confederati, il mio povero bisnonno attende ancora il pagamento per la vendita di duemila cavalli al loro esercito..

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Bella risposta complimenti, l'unica nota stonata sono i Confederati, il mio povero bisnonno attende ancora il pagamento per la vendita di duemila cavalli al loro esercito..

:lol:


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UNITI TUTTI SOTTO LA STESSA BANDIERA....in una unica discussione è un sogno ? Forse si Eros e chi sta leggendo, ma lasciateci da idealisti sognare......non si sa mai, per il momento aspettiamo che si muova per esempio quella che tu chiami una intera grande compagnia del Regno delle Due Sicilie :blum:, personalmente ritengo incredibile non vedere esempi in una discussione come questa che vuole abbracciare tutto e tutti di questa seguitissima e bellissima monetazione.....ma così è a quanto pare....vediamo se troviamo un volontario.... :blum: anche perché è giusto e bello che tutti siano rappresentati e presenti o sbaglio ? Probabilmente sbaglio, sbagliamo a questo punto....

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Ma sai, forse sono concetti troppo astratti, le banalità a volte funzionano meglio, ma io ho sempre creduto in questo forum e in tutti coloro che lo rappresentano, rimarrebbe un'altra ipotesi come dicevano qualcuno, sono solo dei ragazzi...

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una moneta di aquileia che nel libro di bernardi non è inserita

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La moneta è apparsa per la prima volta nella XXXVII Asta della ditta Artemide tenutasi l’8 dicembre del 2012 al lotto 393, e realizzò un prezzo di € 550 più diritti d’asta, dopo 6 offerte partendo da una base d’asta € 400.

E’ descritta da detta ditta d’asta come “Follaro o frazione di follaro (?). D/ Volto frontale, ai lati legenda non decifrabile. R/ Croce a punte con lettere inquartate. AE. g. 1.30 Unico. BB”. Segue “La moneta non ci risulta presente in nessuno dei testi consultati. L'attribuzione alla zecca di Salerno è stata fatta in base allo stile ed alle analogie con follari e mezzi follati del XII sec. (Guglielmo Gran Conte di Sicilia e Duca di Puglia, Ruggero II Gran Conte di Sicilia e Duca di Puglia e Guglielmo I il Malo)”.

Io dato il peso propenderei per classicifarla come frazione di follaro.

Guglielmo I d’Altavilla, detto il Malo, per le atrocità commesse, che vedremo in tale dissertazione, fu re di Sicilia dal 1154 al 1166, dopo essere stato associato al trono paterno nel 1151. Quarto figlio di Ruggero II e di Elvira Alfonso di Castiglia, ebbe la pesante eredità di condurre una monarchia di recente costituzione, essendo morti i fratelli maggiori ed essedo stato il padre il primo a riunire sotto un unico regno le regioni dalla Puglia alla Sicilia.

Fu un tiranno, privo di moderazione, che si lanciava nella guerra senza giudizio, che infliggeva pene crudeli ai traditori e che governava attraverso l’oppressione e la violenza, ma riuscì a mantenere unito il regno, tramite un accentramento dei poteri, finalizzato a contrastare le forze centrifughe dei nobili della regione. Inoltre dovette fronteggiare l’attacco da parte dell’Imperatore Manuele I Commeno alle coste pugliesi.

Nel 1156 venne a patti col Papa Adriano IV (concordato di Benevento) e nel 1158 stipulò la pace con l’Imperatore Manuele I Commeno, ma a causa dell’attacco degli Almohadi perdette, nel lustro 1155 – 1160, molti domini africani.

Nel 1160 fronteggiò la congiura capeggiata da Matteo Bonello, signore di Caccamo, che dapprincipio gli era fedele, ma quando fu inviato in Calabria come suo ambasciatore, per cercare una soluzione diplomatica alle controversie con la nobiltà locale gli si rivoltò contro mettendosi a capo dei nobili rivoltosi calabresi e pugliesi. Il 10 novembre del 1160 in nottata Matteo Bonello giunse sino a Palermo e catturò e giustiziò il gran cancelliere Maione di Bari, ammiraglio del regno, fra il giubilo dei popolani, che non ebbero alcun ritegno nel profanare il cadavere, prendendolo a calci, coprendolo di sputi, strappandogli i capelli e la barba e trascinandolo lungo le strade. L’efferato assassinio del gran cancelliere Maione di Bari avvenne davanti al palazzo arcivescovile, sul cui portone d'ingresso, secondo una tradizione popolare, ancora oggi si troverebbe infissa l'elsa della spada del Bonello. Il re Guglielmo I d’Altavilla fu costretto, per placare la rivolta a dichiarare che non avrebbe arrestato Bonello.

Nel marzo del 1161 lo stesso Bonello organizzò una congiura contro il re Guglielmo I d’Altavilla, che catturato ed imprigionato, fu dichiarato decaduto e venne proclamato re il figlio Ruggero, ancora di minore età. La rivolta divenne una sommossa incontrollata: vennero massacrati molti membri della corte e decine e decine di mussulmani, inoltre vennero saccheggiati e dati alle fiamme i palazzi reali, distruggendo un ingente patrimonio economico ed artistico. Bonello non movendo le proprie truppe perse il controllo della rivolta e, in seguito ad un tradimento, venne arrestato da re Guglielmo, ritornato sul trono, nel suo stesso castello a Caccamo.

Il re Guglielmo I d’Altavilla perseguì spietatamente i responsabili della congiura: Bonello fu sfigurato e rinchiuso sino alla morte nei sotterranei dello stesso castello, mentre lasciò salva la vita a Tancredi e a Ruggero, che confinò fuori dal Regno: Tancredi riparò a Bisanzio, Ruggero forse si recò in Terra Santa e l’antica città di Piazza che ospitò parte dei ribelli, diventò il luogo in cui il re esercitò la cosiddetta crudelitas regis, ossia l’esercizio del terrore come manifestazione della propria regalità e del proprio potere, dopo di che venne distrutta. Il re Guglielmo I d’Altavilla, riuscì così a concedere al regno di Sicilia alcuni anni di pace, grazie anche alla tregua stipulata con l’Impero di Bisanzio e all’alleanza con il papato, avendo modo di arricchire la capitale Palermo di importanti opere architettoniche, come il grande palazzo della Zisa.

Morì a 46 anni il 7 maggio 1166 e fu sepolto nella cripta della Cappella Palatina del Castello Soprano o Palazzo Reale di Palermo.

Nel 1182 il figlio Guglielmo II traslò la salma in un mausoleo all'interno del Duomo di Monreale.

«Guglielmo I (detto il Malo), successore di Ruggero, trascorse la maggior parte del suo periodo di regno in Palermo, e la maggior parte delle sue giornate - come sussurravano le malelingue - nei giardini e negli harem del suo palazzo. La presenza fisica del sovrano in Sicilia consentì perciò l'evolversi di un sistema amministrativo alquanto diverso, impostato su fondamenta ad un tempo arabe e bizantine»

(David Samuel Harvard Abulafia – storico britannico)

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Complimenti ad Angel, post altamente simbolico e importante il suo, se avessi avuto la possibilità gli avrei dato due mi piace :blum:, ma sono sicuro che a questo penseranno poi altri amici....

Poiché nella vita bisogna far di necessità virtù e bisogna anche essere eclettici mi cimenterò volutamente ora ricollegandomi al post precedente nella continuazione di quanto raccontato.

Se una moneta è bella, è bella....non c'è periodo, non c'è zecca che tenga..., a me piacciono tutte le monete indistintamente che mi danno emozioni a tenerle in mano e questa da sempre me ne ha date tante....

Rimaniamo in Sicilia e passiamo al successivo Guglielmo II ( 1166 - 1189 ), è un trifollaro, moneta in rame, che si trova abbastanza facilmente, ma con un modulo così' ampio forse meno....

Alte simbologie presenti dalla testa di leone frontale che richiama simboli classici, con quegli occhi del leone che sembrano fissarti e quasi ammonirti, e poi al rovescio un simbolo dell'identità, la palma coi datteri, un mix di classico e di identità, moneta che è un piacere girarsela nelle mani e vedersela, spero che questo sia un buon incentivo, da buon milanese, per queste splendide monete siciliane....poi le monete sono simboli universali che devono abbracciare giustamente tutti e insegnare e raccontare....a voi.....a noi....

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Modificato da dabbene
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Onestamente mi sento meglio anche con me stesso dopo questi due esempi siciliani, abbiamo reso un giusto, anche se piccolo , tributo a questa monetazione.

La discussione per come è stata strutturata rimane sempre accesa per ogni tipo di contributo, credo che possa essere una buona opportunità di iniziare a spiegare agli altri una moneta anche da chi è agli inizi o comunque ne potranno trarre buoni spunti tutti.

Rimane il rammarico di non vedere qualche esempio della memorabile e fantastica monetazione napoletana, un peccato......, perché qui siamo nella totale divulgazione, all'incentivo.....e Napoli, io ritengo, merita di essere degnamente presente.....in tutte le sedi del forum, sezione specifica a parte ovviamente......

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Il seicento un grandissimo periodo per l'uomo, per la Numismatica e per la zecca di Napoli...

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Filippo IV re di Spagna (1621-1665). Ducato 1622. AR 29,41 g. – ø 41,9 mm. PHILIPPVS • IIII • DEI • GRA • Busto giovanile radiato, corazzato e drappeggiato, a destra; gorgona ad ornamento della lorica. Nel campo a sinistra, MC C (Michele Cavo e Costantino di Costanzo, rispettivamente maestri di zecca e di prova). Sotto, nel giro, •1622• TL. Rv. HISP • VTRIVSQ • SICILIE • RX • Stemma coronato entro cartella a forma di cuore ornata a cartocci. Asse a 170°. CNI 37 var. Cagiati tipo C. Pannuti Riccio 14 (R/4). Davenport 4043.

Una variante apparentemente inedita di una emissione della più grande rarità.
Filippo IV a soli sedici anni si trovò ad essere il sovrano di domini immensi per estensione e popolazione, purtroppo il suo carattere rispecchiava l'indecisa personalità paterna. Dimostrò abulia nella condotta degli affari di Stato e travagliato dagli intrighi di corte delegò pienamente il potere al Duca di Olivares fino al 1643 e poi a don Luigi de Haro. Filippo IV sposò in prime nozze la figlia del re di Francia Enrico IV, Elisabetta di Borbone e nel 1649, in seconde nozze, Anna Maria d’Austria, figlia di Ferdinando III, poi madre dell' infante principe Carlo. Il suo regno fu segnato da cruente guerre e cocenti sconfitte tra cui vale la pena ricordare quelle che portarono all’ indipendenza del Portogallo nel 1640 e a quella, dopo la pace di Westfalia del 1648, delle Province Unite. Le continue vessazione che oppressero i napoletani durante questo regno culminarono nel 1647 con la rivolta capeggiata da Masaniello. La vera causa di questa rivoluzione non fu, come comunemente accettato, l’introduzione della nuova gabella sulla frutta, ma la cattiva situazione della moneta circolante che, continuamente adulterata nel titolo e nel peso dalle autorità spagnole, veniva immessa in circolazione ma non accettata per il pagamento delle imposte, che venivano riscosse in ragione del peso e non dell’impronta. Va specificato che la moneta realmente circolante a Napoli era: per il popolo quasi esclusivamente il mezzo carlino (zanetta) e per la borghesia il carlino e il doppio carlino, infatti l’unica emissione di questo regno dello scudo in buon argento è quella del 1622, conosciuta in pochissimi esemplari e che ci fa pensare a una coniazione limitatissima.

Modificato da eracle62
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Il seicento un grandissimo periodo per l'uomo, per la Numismatica e per la zecca di Napoli...

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Filippo IV re di Spagna (1621-1665). Ducato 1622. AR 29,41 g. – ø 41,9 mm. PHILIPPVS • IIII • DEI • GRA • Busto giovanile radiato, corazzato e drappeggiato, a destra; gorgona ad ornamento della lorica. Nel campo a sinistra, MC C (Michele Cavo e Costantino di Costanzo, rispettivamente maestri di zecca e di prova). Sotto, nel giro, •1622• TL. Rv. HISP • VTRIVSQ • SICILIE • RX • Stemma coronato entro cartella a forma di cuore ornata a cartocci. Asse a 170°. CNI 37 var. Cagiati tipo C. Pannuti Riccio 14 (R/4). Davenport 4043.
Una variante apparentemente inedita di una emissione della più grande rarità.
Filippo IV a soli sedici anni si trovò ad essere il sovrano di domini immensi per estensione e popolazione, purtroppo il suo carattere rispecchiava l'indecisa personalità paterna. Dimostrò abulia nella condotta degli affari di Stato e travagliato dagli intrighi di corte delegò pienamente il potere al Duca di Olivares fino al 1643 e poi a don Luigi de Haro. Filippo IV sposò in prime nozze la figlia del re di Francia Enrico IV, Elisabetta di Borbone e nel 1649, in seconde nozze, Anna Maria d’Austria, figlia di Ferdinando III, poi madre dell' infante principe Carlo. Il suo regno fu segnato da cruente guerre e cocenti sconfitte tra cui vale la pena ricordare quelle che portarono all’ indipendenza del Portogallo nel 1640 e a quella, dopo la pace di Westfalia del 1648, delle Province Unite. Le continue vessazione che oppressero i napoletani durante questo regno culminarono nel 1647 con la rivolta capeggiata da Masaniello. La vera causa di questa rivoluzione non fu, come comunemente accettato, l’introduzione della nuova gabella sulla frutta, ma la cattiva situazione della moneta circolante che, continuamente adulterata nel titolo e nel peso dalle autorità spagnole, veniva immessa in circolazione ma non accettata per il pagamento delle imposte, che venivano riscosse in ragione del peso e non dell’impronta. Va specificato che la moneta realmente circolante a Napoli era: per il popolo quasi esclusivamente il mezzo carlino (zanetta) e per la borghesia il carlino e il doppio carlino, infatti l’unica emissione di questo regno dello scudo in buon argento è quella del 1622, conosciuta in pochissimi esemplari e che ci fa pensare a una coniazione limitatissima.

Modificato da eracle62

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UNITI TUTTI SOTTO LA STESSA BANDIERA....in una unica discussione è un sogno ? Forse si Eros e chi sta leggendo, ma lasciateci da idealisti sognare......non si sa mai, per il momento aspettiamo che si muova per esempio quella che tu chiami una intera grande compagnia del Regno delle Due Sicilie :blum:, personalmente ritengo incredibile non vedere esempi in una discussione come questa che vuole abbracciare tutto e tutti di questa seguitissima e bellissima monetazione.....ma così è a quanto pare....vediamo se troviamo un volontario.... :blum: anche perché è giusto e bello che tutti siano rappresentati e presenti o sbaglio ? Probabilmente sbaglio, sbagliamo a questo punto....

Ciao Mario, lunedì sera o martedì contribuiró anch'io con una modesta moneta napoletana. Scusa per il ritardo ma essendo fuori sede non riesco ad accedere al mio archivio.

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Forza ragazzi, si fa per dire ovviamente, forza forum, cosi 'si fa.....alla grandissima .....la strada e' questa......facciamola insieme, complimenti !


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... ci provo. :rolleyes:

Una moneta per il popolo.
Non sappiamo con certezza quanto questa moneta di appena 2,3 g fosse rara. Al momento, quella censita sul MIR, risulta R2.
Un dato è certo, furono le prime di Carlo III (poi VI) d'Asburgo per il regno di Napoli (http://it.wikipedia.org/wiki/Carlo_VI_d'Asburgo - http://www.treccani.it/enciclopedia/carlo-vi-imperatore_(Enciclopedia-Italiana)/) e ne furono coniate in due varianti nel solo dritto, mentre uguale nel rovescio.
Nel dritto: una con il volto del regnante sobrio, autorevole, con più capigliatura, braccio monco e leggenda diversamente disposta e l'altro, con volto più rilassato, con meno capelli, protome leonina sulla spalla al posto del braccio e con diversi graffi di conio sul dritto o sul rovescio.
I due Carlini furono prodotti con l'intento di accompagnare il consenso del popolo verso il nuovo regnate Carlo III d'Asburgo durante la cavalcata per l'entrata e il possesso del regno di Napoli. Ne furono coniati 3050, 3000 lanciati al popolo durante la cavalcata e 50 inviati a Vienna al nuovo regnate dal viceré Georg Adam von Martinitz al quale non piacque la prima versione; infatti, nella relazione della riunione del Collaterale del 7 luglio 1707 è riportato: "[...] si ritrovano così malamente formate che il volto di S.M. che Iddio guardi, si vede sconcio e con membri molto alieni dal suo Naturale ch'è bellissimo, onde diede a me, segretario del Regno e del Collaterale D. Domenico Fiorillo, ordine che mi chiamassi il Mastro di Zecca a fin che riceve la brevità di dicta funzione." (Rif. G. Bovi)
A tuttora nessun documento chiarisce quale delle due versioni monetali sia quella rifiutata e bloccata nella produzione pertanto, la rarità dei due Carlini è rimasta un'incognita ancora tutta da scoprire e sarà il tempo, se avverrà, a dirci, sulla base della quantità dei Carlini circolanti, quale dei due è quello più raro. E' il bello della numismatica.
I due Carlini:
Dritto - CAR . III . DG . . REX . HISP . ET . NEAP
Busto del re Volto a destra con braccio monco. Sotto . IM . (Giovanni Montmein)
Rovescio - . FIDE . ET . . ARMIS .
Stemma coronato, sopra a sinistra AG/A, sotto 17 07 - Contorno dentellato, Taglio liscio
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Dritto - . CAR . III . DG . REX . HISP . ET . NEAP .
Busto del re Volto a destra con protome leonina. Sotto . IM . (Giovanni Montmein)
Rovescio - Simile al precedente
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:) inovazione e creazione in perpetuale movimento che le proposte di Mario......

:good: e questa volta non posso resistere a la chiama!... :lol: ....allora una storia .....come tante........storia de le nostre origine,con frontiere in perpetuale movimenti.......era cosi,e sara sempre cosi....per fin che dura il mondo...!!.. -_-

andiamo nel 807,,il nostro buono Carlomagno mando Burchard,per protergere l'isola di corsica da i mori,che la stavanno metendo a male dipoi tanti e tanti anni......

questi li venivanno sempre di spagna,fermandossi prima in sardegna,furonno battaglia e si dice che perduronno 3000 soldati......dopo questa sconfita,ripartiranno in linea dritta in corsicane li,si son presi con l'armata di burchard,ne uno dei porti del isola,e furono messi in fugita,dopo aver persso 13 batelli e numerosi soldati(detti di eginhard).

un ultima narazione d'il comte bonifacce che era in carica de la protezione de la corsica.....con il suo fratello bertaire,prese nave e armata,fatta di toscani,corsicani e sardi,e se ne ando fare guerra in africa....(ibidem)......

in cui mi riguarda me.....isolano vagabondo su le mie terre...da questo che ho possuto osservare e rissentire...questi uomini anno contribuato a fare chiese su posti antici,su montagne dominando regione abitate allora da diverssi popoli.....rivennuti dal antico impero romano distrutto.....con occupazione discrette piu o meno.....da i bizantini a i longobardi.......tutto un miscio di popolo che aveva come sola luce,questa che guidava la christianita........ -_-

il primo moro ripresentato..........

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e la firma del gran signore......!!!..

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un gran saluto a tutti!!..

Modificato da jagd
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