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IGNORED

Un sesterzio di Traiano.


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Salve a tutti. Vorrei mostrarvi un delizioso sesterzio dell'Imperatore Traiano che mi aggrada particolarmente, poichè questo è uno di quei casi in cui la moneta "parla" realmente e racconta la storia della sua epoca. L'esemplare si data tra il 103 e il 111 d.C. - Montenegro n° 905. Secondo questa classificazione la moneta è R. Al D/ troviamo il busto imperiale laureato a destra con drappeggio sulla spalla e la dicitura "IMP CAES NERVAE TRAIANO AVG GER DAC P M TR P COS V P P"; al R/ l'Imperatore a cavallo che indossa la panoplia dei generali sconfigge un soldato nemico, un dace. Intorno "SPQR OPTIMO PRINCIPI", in esergo "SC". Sotto Traiano l'Impero Romano raggiunse la sua massima espansione territoriale; l'esercito fu comandato ed utilizzato nel migliore dei modi e ricevette donativi non trascurabili e una paga regolarmente; tutti elementi che garantirono l'appoggio delle truppe e la loro fedeltà all'Imperatore. Infatti, Nerva, il suo predecessore, era stato un abile politico, ma un pessimo comandante militare e non sarebbe riuscito a governare e a tenersi buone le truppe legionarie se non avesse visto in Traiano l'uomo carismatico che avrebbe impresso un tale sentimento rassicurativo tra i legionari, tanto da guadagnarsi la loro piena fiducia. La moneta in questione riassume la vittoria di Traiano su Decebalo e il suo regno di Dacia. Situata nei pressi dell'odierna Romania, la Dacia costituiva uno dei territori barbarici dell'est più ricchi e influenti: infatti, durante le guerre daciche, Decebalo potè contare sull'appoggio di numerose truppe inviategli da popolazioni alleate, come i Roxolani e i Bastarni. La Dacia, quindi, rappresentava agli occhi dell'Impero Romano una pingue preda tutta da spolpare. In effetti, conclusesi le guerre daciche, Traiano inviò a Roma un quantitativo di ricchezze enorme, riuscendo a costituire una floridezza economica che non si era vista così spesso e su larga scala nell'Impero. Le prime ostilità, iniziate nel 100-101 e conclusesi nel 102, portarono agli occhi dei Daci la grande potenza militare romana che tuttavia non arrivò ad assediare la capitale del Paese, Sarmizegetusa, poichè Decebalo si arrese e chiese di interrompere le ostilità riconoscendo i Romani vittoriosi. La seconda campagna di Traiano in Dacia principiò nel 105 perchè Decebalo, trasgredendo i patti stipulati alla fine della prima campagna, armò un nuovo esercito e si gettò in azioni bellicose contro i Romani, seguendo un fiducioso sentimento di rivalsa che lo accompagnò fino alla morte che si diede con le proprie mani per non finire prigioniero dei Romani. Infatti, in questa nuova campagna militare, Traiano, a capo delle sue legioni, tra le quali la Legio I Italica, era intenzionato a non concedere tregua ai Daci traditori e, respingendo le sacce di resistenza, assediò ed espugnò Sarmizagetusa. Decebalo si suicidò dopo una disperata e inutile fuga e la sua testa fu portata all'Imperatore dall'equite Tiberio Claudio Massimo che era riuscito ad accaparrarsi il cadavere del sovrano nemico. Così, la Dacia cessò di essere libera e sulla monetazione traianea di questo periodo troviamo la Dacia Capta. Quindi, la moneta in questione, si colloca in uno spazio temporale compreso tra la fine della prima campagna e la fine della guerra dacica. Ne allego un'immagine tratta dal web con una patina verde scuro omogenea e completa.

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Modificato da Caio Ottavio

Inviato

Bellissima moneta, in grande conservazione.

Nel ritratto si apprezza anche bene la presenza dell'egida.

Queta moneta riprende un soggetto già utilizzato da Domiziano, con riferimento alla campagna contro i Catti che gli valse il titolo di Germanicus.

Nella moneta di Domiziano (RIC 358) sia l'imperatore che il nemico atterrato portano uno scudo, quello del nemico è di forma esagonale.

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Inviato

E' bella anche la moneta di Domiziano. Diciamo che quest'ultimo si impegnò soprattutto nella lotta contro le tribù germaniche (a cui appartenevano anche i Catti), spedendo in Dacia circa 100.000 uomini armati tra l'85 e l'89 d.C. in una discreta spedizione contro Decebalo che, tuttavia, fu sottomesso solo da Traiano . Domiziano inviò in Germania la Legio I Minervia per attaccare questa tribù, ma alla fine i Romani dovettero riparare dietro al limes che costruirono sul fronte germanico. Lo stesso limes fu successivamente superato sempre da un esercito germanico composto da varie tribù, tra cui ancora i Catti, che infastidirono Marco Aurelio tra il 161 e il 162 d.C. arrivando a minacciare anche l'Italia nord-orientale. Allego di seguito una illustrazione ricostruttiva tratta da un libretto della "Osprey". Abbiamo rappresentati da sinistra: un cavaliere leggero armato di scudo e lance, alcune atte ad essere scagliate e una per il combattimento ravvicinato; un guerriero di fanteria di linea, armato di scudo esagonale, come quello effigiato nella moneta di Domiziano da te postata, e spada lunga; infine, un lanciere della fanteria leggera, dotato di lance corte e scudo ligneo. I guerrieri germani si distinguevano anche per il caratteristico "codino" che portavano legato proprio sulla testa, come si può vedere nell'immagine.

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Inviato (modificato)

Per quanto riguarda lo scudo retto dall'Imperatore a cavallo differisce da quello dei Germani: infatti è uno scudo, sì di forma esagonale, ma appartiene al corpo militare dei Pretoriani. Non era lo scudo usato dalla Guardia Pretoriana di linea(che era più funzionale e pesante ed era anche decorato in modo differente), bensì uno scudo da cavalleria (ecco perchè viene impugnato dall'Imperatore che è a cavallo)su cui campeggiano quattro scorpioni dorati, simbolo della Guardia. Il corpo fu organizzato inizialmente da Augusto, ma fu fondato ufficialmente sotto Tiberio a cui si deve l'adozione del simbolo dello scorpione, a lui strettamente connesso. C'è da dire che i Pretoriani conobbero il loro periodo di servizio più attivo proprio sotto Traiano, mente nelle altre epoche furono utilizzati nella maggior parte dei casi per le opere civili più che militari. Per questo l'armamento in tempi di pace era relativamente vario, con un numero di forme variabili anche per gli "scuta". Allego un'immagine dello scudo usato dalla sezione di cavalleria della Guardia Pretoriana.

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Modificato da Caio Ottavio

Inviato

Complimenti per la bella moneta, di grande pregio. Faccio notare che a rovescio il cavallo ha sempre le zampe posteriori un po' troppo lunghe. E' probabilmente un espediente dell'incisore per dare dinamicità alla scena, ottenendo l' effetto di un salto. Può anche darsi che questa ragffigurazione sia stata presa da un gruppo scultoreo esposto nel foro di Traiano, inneggiante alle vittorie dell'Imperatore. Del resto le monete ci riportano quasi fotograficamente vari scorci di quella mitica Roma, la colonna, il tempio dedicato a Traiano, la basilica Ulpia, l'a statua equestre dell'imperatore a cavallo ecc ecc.

Q"uiesta è una di quelle moente che fa collezione da sola ;)


Inviato

Infatti, ottima osservazione iconografica, caiuspliniussecundus! :) E' bello apprendere dalle monete antiche la storia del loro tempo, andando oltre al semplice fattore estetico o alla loro rarità. Soprattutto per questi esemplari che sono stati coniati in epoche storiche così decisive e importanti, come la conquista della Dacia, è interessante analizzare gli armamenti, ad esempio, indossati, in questo caso, dallo stesso Imperatore rappresentato come combattente in prima persona e quindi artefice diretto della vittoria.


Inviato

Complimenti per la bella moneta, di grande pregio. Faccio notare che a rovescio il cavallo ha sempre le zampe posteriori un po' troppo lunghe. E' probabilmente un espediente dell'incisore per dare dinamicità alla scena, ottenendo l' effetto di un salto. Può anche darsi che questa ragffigurazione sia stata presa da un gruppo scultoreo esposto nel foro di Traiano, inneggiante alle vittorie dell'Imperatore. Del resto le monete ci riportano quasi fotograficamente vari scorci di quella mitica Roma, la colonna, il tempio dedicato a Traiano, la basilica Ulpia, l'a statua equestre dell'imperatore a cavallo ecc ecc.

Q"uiesta è una di quelle moente che fa collezione da sola ;)

Complimenti a tutti per l'interessante discussione. Ringrazio in particolare l'amico Caius per le interessanti informazioni. In effetti il sesterzio di Traiano con l'imperatore a cavallo che sta per trafiggere un nemico è tra i soggetti più belli della serie imperiale. Allego alla presente discussione una variante sul genere, apparsa nell'ultima asta NAC, che abbina il rovescio cui si accenna nella presente discussione con un dritto con l'imperatore, rappresentato a sinistra con un busto eroico a mio modesto parere di bellezza rimarchevole. ;)

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Inviato

Splendida moneta, interessante la mancanza delle staffe (che ancora non esistevano) erroneamente riprodotte nelle produzioni televisive e cinematografiche.

Vorrei solo capire a cosa possono essere dovuti quei puntini in rilievo, quello dietro il collo sul laccetto potrebbe appunto essere parte dello stesso, quello davanti parte dell'Egida? E quelli tra i caratteri al verso?

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Scusate se ho detto un'eresia... ma sono qui per imparare.

Ciao Exergus


Inviato (modificato)

Sembra non sia un fenomeno isolato, questo dei "punti". Infatti, ho notato che anche su altri esemplari dello stesso tipo appaiono, ma in zone diverse del campo. Questo mi fa pensare a dei "residui" bronzei dovuti alla coniazione stessa della moneta. Ne sono degli esempi: 1. l'immagine che ho allegato, proveniente dall'asta n° 59 di "Numismatica Ars Classica" e 2. la stessa immagine postata da aemilianus253 che presenta un punto in rilievo sul R/ proprio dietro al deretano del cavallo e un'altro al D/ sotto il busto dell'Imperatore.

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Modificato da Caio Ottavio

Inviato

Si tratta molto probabilmente di piccole rotture o imperfezioni del conio.


Inviato (modificato)

Sì, in effetti è quello che ho pensato e ho scritto anche io, avendo notato la frequenza con cui si presentano su questi esemplari...infatti, Exergus, i Romani non conoscevano le staffe dato che furono introdotte solo in epoca successiva. I cavalieri romani usavano una particolare sella di cuoio con quattro corni, due davanti e due dietro, che, grazie anche alle piccole dimensioni, consentiva alle gambe del cavaliere di incastrarsi ben bene, lasciando la necessaria libertà di movimento e rotazione del busto dell'equite per colpire il nemico in combattimento. Sembra che questo tipo di sella sia di derivazione gallica, come,d'altronde, lo è anche lo stesso elmo legionario che, non a caso, è distindo in vari tipi e si chiama "gallico", differenziandosi da quello"italico".

Modificato da Caio Ottavio

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