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Guest utente3487
Inviato

ma non paragonare, ad esempio, Metcalf con Farouk. Si rischia di buttare il bambino con l'acqua sporca!

Non ho capito, scusami. Non vuoi mica dire che i pezzi di VEIII della Farouk non erano farlocchi?

E' indubitabile che vi fossero anche (ma fortunatamente non solo) diciamo ... "prove d'autore" :P , ma gli esemplari di questa americanata Metcalf (e, purtroppo, Goldberg) superano ogni limite di decenza e buon gusto anche rispetto agli allegri addetti alla Zecca nostrani! :D

A rongom: ho notato anch'io la mancanza di monete USA: penso si tratti della consapevolezza di serietà di quella zecca che rende "altamente improbabili" tali mostri. L'abbondanza di italiane è invece possibile espressione del concetto opposto, ovvero della verosimiglianza che il nostro Bel Paese sia il regno dell'illegalità e del faidate.

Proprio per rendersi conto della serietà degli USA, basta vedere come si sono comportati per i 20 dollari double eagle del 1933. Altro che la serie del 1940 italiana.... <_<

  • Mi piace 1
  • 10 mesi dopo...
Inviato

[...]

Il problema però è un altro e cioè il fatto che dai documenti ufficiali della R. Zecca non risultano coniate monete in oro da 20 lire con il millesimo 1910 (nè con l'aquiletta nè con l'aratrice....)..

Quindi la perplessità rimane.

Saluti.

Michele

Da quanto so nel 1910 vennero coniati oltre 30.000 pezzi da 20 lire aratrice, tutti rifusi ad eccezione di 6 pezzi: se non vado errato ne era comparso uno in asta anni fa (che sia quello ... scomparso della Collezione Reale?)


Inviato

Da quel poco che so, sulle 20 lire in oro tipo aratrice si è fatta parecchia confusione, e si sono scritte informazioni a volte in contrasto fra di loro; Si conosce la tiratura iniziale di 32.589 esemplari, poi quasi tutti rifusi. Quasi tutti gli autori di cataloghi e libri specializzati riportano che scamparono al crogiuolo nr. 6 esemplari da 20 lire, ed un solo esemplare da lire 100, lire 50 e lire 10, i quali furono omaggiati al Sovrano. Il Dott. Traina nell'articolo "Facciamo il punto su prove e progetti" in Cronaca Numismatica n. 128 - marzo 2001, a pag. 45 scrive che si salvarono "...6 per le 20 assieme alle prove". Per come è riportato, sembra che il n. 6 si riferisca non solo alle 20 lire ma comprenda anche le monete di prova. Appare logico pensare che anche della moneta da lire 20 possa essere sopravvissuto 1 solo esemplare come gli altri valori della serie in oro del 1910. Sorge spontanea la domanda: quante sono le prove in oro conosciute? Presso il Museo della Zecca è presente la prova in oro da L. 100; un'altra è presente nella collezione reale a palazzo Massimo; una terza era presente nella collezione D'Incerti (vendita Varesi - aprile 2000), ex Montenapoleone n. 7 1986, ex collezione Cutolo asta Ratto 1961. Esiste poi la prova del 20 lire e la prova da lire 10 entrambe in oro, conservate nella bacheca nr. 17 presso il Museo della Zecca le quali presentano il bordo circolare più largo e rialzato rispetto alla emissione cosidetta regolare. Tali prove, sono state dimenticate anche nell'ultimo lavoro del dott. Luppino, ma esistono, come esistono i cartellini che ne confermano le caratteristiche tecniche. Ritengo pertanto evidente, che l'unico esemplare apparso sul mercato:

1) Asta Montenapoleone n. 7 1986; 2) listino Ratto anni '90; 3) asta Negrini n. 6 1997; 4) asta Nomisma n. 16 2000; sia quello mancante alla collezione Reale.

Rimanendo in attesa di conferme o smentite, ringrazio per l'opportunità avuta

  • Mi piace 1

Guest ilnumismatico
Inviato

non ho capito molto, scusami.

Puoi riformulare la discussione?

Quali sono le prove presenti al Museo della Zecca e non note?

  • 3 anni dopo...
Inviato

Ho seguito la discussione relativa al giudizio formulato da esperti e periti circa la falsità della moneta da Lire 20 1910 tipo aquila araldica, che però non mi ha convinto fino in fondo. Premetto che ero presente all'asta Negrini nella quale fu offerta in vendita tale moneta partendo da una base di 50 milioni di lire, ed aggiudicata a 107 milioni + diritti e come dimostra l'aggiudicazione fu largamente contesa. Un esemplare analogo (forse il medesimo) venne venduto (lotto 916) alla già citata asta Florange Ciani 1922 a Parigi (collezione De Ferrari la Renotière) per 1100 Franchi Francesi oro. Al tempo la moneta era a corso legale, per cui in base alla normativa vigente, avrebbe dovuto attirare l'attenzione dell'Autorità Giudiziaria in caso di emissione falsa e per giunta in oro. L'indagine della G.d.F. non ha mai fatto accenno ad indagini effettuate al tempo, nè scritti o segnalazioni da parte del più grande collezionista dell'epoca (il Re Vittorio Emanuele III°), che sicuramente avrebbe avuto buoni motivi per acquisire un pezzo mancante o perseguire la diffusione di monete false. Allo stesso modo si è frettolosamente liquidata come riconio del 1926 la moneta da lire 20 1908 aquila araldica coniata con il bordo a rigatura larga. Anche tale moneta era presente nella medesima asta Florange Ciani 1922 al lotto 901 e fu aggiudicata sempre a 1100 Franchi Francesi oro. L'indagine della G.d.F. ha stabilito delle certezze a cui si è dato scarso risalto mentre si è dato risalto a degli indizi molto contradditori, vedi appunto il cartellino "1926?  riconiazione". La certezza è che tale coniazione fu effettuata in alcuni esemplari (2 esemplari conservati al Museo della Zecca, di cui uno in cassaforte) del tutto simili all'esemplare esitato all'asta Varesi aprile 2000 (collezione D'Incerti) ed a quello della collezione Curatolo (Asta Ratto 1971, poi Asta Montenapoleone n. 7 1986). Tali esemplari esistevano già prima del 1926, e quindi non furono coniati per fare un favore a Farouk, essendo presente un esemplare nella collezione del già citato De Ferrari la Renotière morto nel 1917. La coniazione si può ragionevolmente far risalire tra il 1908 ed il 1910, come coniazione sperimentale o di prova della nuova moneta da lire 20 con la godronatura larga; infatti come scoperto dall'indagine della G.d.F. esiste un cartellino che parla di nr. 2 esemplari coniati in oro a titolo di Prova o Progetto che differiscono dalla moneta vera e propria per il bordo a rigatura larga e per i fondi normali. A riprova esiste anche il cartellino per la moneta a corso legale da lire 20 1908 di cui il Museo della Zecca conserva un solo esemplare coniato col bordo consueto e con i fondi lucidi e rilievi opachi. Attendo conferme o smentite documentate da chi ha approfondito l'argomento. Grazie 


Inviato

aquila 1910....non esiste materiale creatore in zecca e la moneta sequestrata a suo tempo venne periziata accuratamente in zecca e riconsegnata al legittimo proprietario perche FALSA.

 

Per il resto....ne abbiamo discusso così tanto che oramai, alla luce delle continue schifezze perpetrate a danno delle nostre collezioni e delle quali peraltro nessuno chiede nulla....es...nota 56....non ne ho più voglia di parlare....

 

si legga..se crede..il mio primo libro.....poi se vuole ci possiamo confrontare


Inviato

Dimenticavo la mia solita ingenua riflessione....dunque VEIII, Autorità Emittente, perdipiù numismatico, non avrebbe avuto in collezione le lire 20 Aquila 1910?

 

Quindi....lo avrebbero tenuto all'oscuro di una SUA moneta? Suvvia....cerchiamo di essere realisti.

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Inviato

Convengo che il fatto che la moneta da lire 20 1910 aquila araldica mancasse alla raccolta dell'Autorità Emittente è un'anomalia inspiegabile; ritengo però strano che non siano mai emerse indagini già dal 1922, epoca in cui apparve pubblicamente la prima moneta accertata falsa! 


Inviato

Convengo che il fatto che la moneta da lire 20 1910 aquila araldica mancasse alla raccolta dell'Autorità Emittente è un'anomalia inspiegabile; ritengo però strano che non siano mai emerse indagini già dal 1922, epoca in cui apparve pubblicamente la prima moneta accertata falsa! 

Indagini nel 1922? a parte il fatto che nel 1922 forse si era impegnati in ben altro....

 

ti risulta forse che fino al 2000 qualcuno aveva fatto indagini?

 

E oggi? che neanche rispondono alle domande più elementari tipo la storia della nota 56?

 

Comunque il materiale creatore riconducibile alle lire 20 1910 aquila araldica in zecca non esiste. Garantito al limone,

  • Mi piace 1

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