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Zecca di Macerata, emissioni autonome


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Inviato

Quali sono le fonti antiche da consultare per studiare le emissioni autonome della zecca di Macerata?

Al momento ho consultato il Corpus, lo Zanetti (in particolare il vol. IV) e il trattato di Santoni e Raffaelli (Bollettino Italiano di Numismatica).

Sono sufficienti o c'è qualcos'altro di interessante?

Grazie

Luigi


Inviato (modificato)

Qualcosina, ma poco, si trova anche sul Biaggi, ed una paginetta sul vol. IV del Muntoni.

Modificato da miroita

Inviato

Grazie del suggerimento.

L'esemplare che sto studiando non è neppure riportato dal Biaggi (per la verità l'esatta combinazione di D/ e R/ non compare persino nel CNI) e il Muntoni si occupa solo delle anonime pontificie.

Ma al di la di ciò sono attualmente interessato a qualcosa di più generale sulla storia della zecca con riferimenti a documenti antichi e bolle pontificie (un po' come si trova sui due testi citati, Zanetti e Raffaelli/Santoni).

Luigi


  • 2 settimane dopo...
Inviato

Riprendo questa richiesta perchè non sono riuscito ancora a trovare quello che cercavo, nonostante gli input ricevuti anche in privato.

Avendo acquistato recentemente questo quattrino di Macerata ho una questione, probabilmente di nessuna rilevanza, che tuttavia spererei mi aiutaste a chiarire.

Tra la fine del XIV e la metà del XV secolo, per concessione di papa Bonifacio IX, la zecca di Macerata ha coniato grossi, bolognini, quattrini e piccioli che non recano il nome o il ritratto del pontefice in carica.

Le legende di D/ e R/ di queste monete sono basate su variazioni dei temi MACERATA o DE MACERATA e S.IVLIANVS.

Il CNI divide questo discreto gruppo di emissioni in due grandi sottogruppi con numerose varianti: le emissioni autonome e le emissioni anonime pontificie. Queste ultime vengono datate dal CNI fino al papato di Sisto IV il quale riproporrà tipologie con stemma e nome del pontefice.

Il discriminante fondamentale tra i due gruppi di emissioni anonime mi sembra essere la presenza delle chiavi decussate, o come tema del dritto o come simbolo di interpunzione della legenda di dritto. Dalle datazioni riportate nel Corpus mi sembra quindi di capire che per almeno mezzo secolo le due tipologie circolarono contemporaneamente.

Vengo alla domanda. Non è un po' singolare che una zecca propagandi la propria autonomia monetaria emettendo tipologie che mancano di riferimenti al papa, ma contemporaneamente (o se preferite, parallelamente) fa uscire dalle proprie officine tipologie che dimostrano il contrario, seppure in modo anonimo (leggi: chiavi decussate)?

Esistono lavori che splittano i due sottogruppi in due spazi temporali diversi e non sovrapposti, ossia una prima fase di concreta autonomia seguita da un “piccolo ripensamento” papale, prologo alla definitiva cancellazione delle emissioni anonime da parte di Sisto IV?

Grazie

Luigi

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Inviato

Buonasera tacrolimus2000

Cercherò di risponderle anche se non credo di esserne in grado dal momento che purtroppo non conosco molto bene questa monetazione, peraltro interessantissima.

Credo che una distinzione così netta, tra le due zecche, papale e comunale, sia in realtà un "falso" problema.

Mi spiego meglio: quando nel 1392 fu attivava la zecca comunale, essa fu aperta, come lei ha già sottolineato, su concessione papale. Era infatti stato papa Bonifacio IX, con relativa bolla, a consentirne l'attivazione. A dimostrazione che la zecca comunale maceratese afferiva esclusivamente alla camera apostolica a mio avviso c'è il fatto che quando nel 1454 il pontefice ne ordinò la chiusura, questa non fu mai più riattivata.

Dunque nonostante la mancanza di contrassegni visibili, secondo me le monete potrebbero rientrare tutte (sia che abbiano la chiavi decussate sia che ne siano sprovviste) a pieno titolo tra quelle che generalmente vengono chiamate "anonime pontificie".

Il perché la camera apostolica abbia consentito ai maceratesi queste coniazioni, che a noi oggi appaiono eccessivamente "autonome", sinceramente non so dirlo. Forse bisognerebbe cercare la risposta nella storia della città e nei suoi rapporti con Roma, ma io in questo momento non sono in grado di farlo.

Spero comunque di esserle stato un po' d'aiuto.

Cordialmente, Teofrasto


Inviato

Grazie per l'intervento.

Mi sembra di capire che lei dia scarso significato alla presenza delle chiavi decussate e che, poichè si tratta in ogni caso di emissioni autorizzate da un pontefice, in realtà il gruppo è unico.

Ho una certa difficoltà a condividere questa impostazione, perchè toglierebbe significato alla simbologia propagandistica.

Che la moneta allegata è una emissione anonima pontificia coniata a Bologna è immediatamente evidente proprio per la presenza delle chiavi decussate.

A prescindere da ciò, non mi spiego in che arco temporale spalmare queste emissioni (perchè quelle "autonome" terminerebbero prima, come dice il corpus).

Se il periodo fosse sostanzialmente o parzialmente lo stesso, resterebbe da spiegare perchè produrre due serie simili, ma distinguibili, invece di una serie unica.

Se invece, come a me sembrerebbe più logico, le due serie non furono emesse negli stessi anni, bisognerebbe trovare un documento che lo comprovi o alternativamente tentare una cronologia dello stile di lettere, figure e simboli.

Probabilmente si tratta comunque, come lei ha detto, solo di un "falso" problema generato dalla mia scarsa conoscenza della zecca di Macerata.

Grazie ancora

Luigi

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Inviato

No, no, credo al contrario che lei su queste emissioni sia molto più competente di me e credo anche che si sia posto delle domande più che legittime, alle quali andrebbe data una risposta esaustiva.

Credo purtroppo che, per quanto riguarda il periodo medievale, studi recenti sulla zecca di Macerata non ce ne siano, o almeno io non ne conosco.

Il prof. Roberto Rossi, della Deputazione di Storia Patria delle Marche, probabilmente è oggi il maggior conoscitore delle zecche marchigiane e sarebbe sicuramente in grado di aiutarla e di aiutarci a risolvere i dubbi. Personalmente posseggo diversi suoi articoli, ma non ho nulla che approfondisca la questione che lei ha sollevato.

Varrebbe la pena farci un convegno... sarebbe bello e interessante.

Cordialmente, Teofrasto


Inviato

Come già detto, mancano studi recenti ed esaustivi sulla zecca di Macerata, dalla mia Bibliografia segnalo 2 ricerche, datate ma interessanti:

Compagnoni, P., Notizie della zecca di Macerata, in G.A. ZANETTI, Nuova raccolta delle monete e zecche d’Italia. (5 voll.).Bologna 1775-1789, IV, pp. 491-518.

Santoni, M.,-Raffaelli, F., La zecca di Macerata e della Provincia della Marca. Notizie e documenti, in «Bullettino di numismatica e fragistica», I. 1882, pp. 54-64; 287-300; 382-400; II. 1883, pp. 155-163; 193-205; 298-314; III. 1888, pp. 115-127.


Inviato

Come già detto, mancano studi recenti ed esaustivi sulla zecca di Macerata, dalla mia Bibliografia segnalo 2 ricerche, datate ma interessanti:

Compagnoni, P., Notizie della zecca di Macerata, in G.A. ZANETTI, Nuova raccolta delle monete e zecche d’Italia. (5 voll.).Bologna 1775-1789, IV, pp. 491-518.

Santoni, M.,-Raffaelli, F., La zecca di Macerata e della Provincia della Marca. Notizie e documenti, in «Bullettino di numismatica e fragistica», I. 1882, pp. 54-64; 287-300; 382-400; II. 1883, pp. 155-163; 193-205; 298-314; III. 1888, pp. 115-127.

Grazie, ma sono le stesse fonti che ho già citato nel post iniziale e di conseguenza già consultato.

Luigi


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