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Inviato (modificato)

Chi ha studiato questo tema e' il Gamberini , nei suoi tre tomi trovi numerose zecche europee che hanno prodotto imitazioni e contraffazioni di monete italiane e dell' Europa

Modificato da piergi00

Inviato

La produzione di monete imitative era comunque un affare per i signori di piccoli stati perchè permetteva loro di accedere a mercati ben più ampi rispetto a quelli di loro naturale riferimento. In pratica, se le loro monete venivano accettate come buone in un ampio raggio territoriale, questi potevano produrne volumi molto maggiori rispetto alle quantità richieste dal solo mercato locale e quindi, anche se di buon intrinseco, il guadagno veniva proprio dal grande numero di monete emesse.

I fratelli Xell nel 1618 presero l'appalto della piccola zecca di Guastalla, vi importarono da Augusta le più moderne attrezzature per la coniazione fra cui anche una pressa a rulli (tecnologia che successivamente trasferì a Parma); il loro scopo era di battere monete ad imitazione dei tipi svizzeri, tedeschi e dei Paesi Bassi, e così fecero. I commercianti conferivano, anche dall'estero, grandi quantità d'argento e ne ricevevano in cambio l'argento coniato con tipi ben accetti in tutti i territori imperiali.

Di seguito il tallero di Ferrante II del 1620 senza collare.

http://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-FIIGC/33

ed il tallero dell'arciduca Massimiliano

http://coins.www.collectors-society.com/wcm/CoinView.aspx?sc=32376

il tallero di Ferrante II del 1620 con collare.

http://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-FIIGC/32

ed il tallero dell'imperatore Ferdinando

http://coins.ha.com/common/view_item.php?Sale_No=3012&Lot_No=23091

Queste emissioni guastallesi furono prodotte con buon intrinseco, tanto che furono sempre tariffate allo stesso valore delle corrispondenti emissioni imperiali; da ciò ne deriva che anche la semplice produzione di grandi quantità di moneta poteva essere fonte di reddito sia per il signore, che per lo zecchiere, e per il commerciante che si assumeva l'onere di esportarle nei territori di riferimento.

Ovviamente l'imitazione con intrinseco inferiore, la falsificazione etc. portavano ulteriori guadagni ma anche notevoli rischi: Siro d'Austria, signore di Correggio, per aver prodotto moneta scadente, perse i propri diritti, tutti i possedimenti e morì in esilio e poverissimo.

Mario

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Inviato

non era per i grossi matapan.

quelli sono stati imitati e contraffatti mei secoli da varie zecche balcaniche e sono piuttosto noti.

ci sono anche pero` altre monete divisionali che son state contraffatte e di cui secondo me a oggi non si conoscono tracce o si e` persa la memoria

Ricordo anche un ripostiglio ritrovato a Monza, di falsi ducati veneziani in rame ancora senza la doratura. Evidentemente i falsari furono costretti ad abbandonare precipitosamente la loro "impresa". Purtroppo in questo momento non so citare il riferimento


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