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A questo punto credo che inserire il 1/2 reale tra le monete "fantasma" sia leggittimo. L'unico dubbio è il dato riportato dal MEC... eppure credo di aver tradotto bene dall'inglese :P .

Ho ritrovato un'immagine di quello passato in asta UBS 72 lotto 272. Impressionante la similitudine col disegno del Cagiati ( che se non erro deriva dall'esemplare di Marsiglia) il che potrebbe far sospettare uno stesso conio (?).

Ringrazio numa numa per aver fatto la sua "domandina" che ha portato a chiarire alcuni elementi su questa monetazione.


Inviato (modificato)

Tornando all'augustale e in particolare all'ultimo intervento di numa numa, riguardo l'effettiva rarità (non elevata), c'è da rilevare che non è difficile trovare nei cataloghi d'asta pezzi realizzati con coni sfruttati al massimo e ormai rovinatissimi, segno che la produzione dovette essere piuttosto abbondante e che il ruolo di questa moneta negli scambi commerciali tutt'altro che trascurabile, come del resto testimoniano anche i molti tesoretti con presenze di augustali e la documentazione dell'epoca sulle monete presenti negli scambi commerciali. A titolo esemplificativo sullo stato dei coni, questo è un esemplare attualmente in vendita da parte di una ditta d'oltralpe.

Come correttamente rilevato dalla ditta, il dritto proviene da un conio (fortemente) arrugginito.

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Modificato da aemilianus253

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Riguardo invece il mezzo augustale, la ditta svizzera Nova Marketing SA, oltre all'esemplare pubblicato nel mio post precedente, ha in vendita anche un bell'esemplare di mezzo augustale (allego l'immagine a titolo esemplificativo e non per pubblicità, ovviamente :) ). Interessante rilevare che nella descrizione del pezzo suddetto, si rilevi che solo cinque esemplari sono attualmente conosciuti con questa coppia di conii (U91-B85).

1) Museo e Galleria d’Arte antica e moderna di Udine, ex Coll. Colloredo Mels.

2) M. Baranowsky, Milano e Roma, Asta 18.VI.1930, lotto 97, Coll. Cavallaro.

3) M. Baranowsky, Milano e Roma, Asta 02.II.1932, lotto 3458, Coll. Trivulzio.

4) Münzen und Medaillen AG Basel, Listino 306 (nov. 1969), lotto 80.

5) Münzen und Medaillen AG Basel, Asta 50, 27.II.1975, lotto 963.

Infine, entrambi gli esemplari in vendita da Nova Marketing provengono dall'asta Munzen und Medaillen 50 del 27/28 febbraio e 1 marzo 1975. Qualcuno possiede il catalogo, per caso? Volevo chiedere se vi fossero altri esemplari e di che tipo di vendita si trattasse. :)

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Modificato da aemilianus253

Inviato

L'esemplare UBS mi era passato per le mani e ho notato subito un aspetto assai particolare della moneta , l'oro era molto liscio, tracce di usura totalmente assenti, inoltre aveva un aspetto un pò gonfio, arrotondato, un pò innaturale, dello spessore del tondello mentre queste monete presentano spesso piccole ammaccature ai bordi. Il ritratto poi presentava un viso molto allungato del tutto diverso dai ritratti (ve ne è una tipologia assai diversificata) cui siamo abituati per i reali dove la variabilità dello stile dà però sempre l'idea di visi schiacciati piuttosto che allungati.

Il falso prveniva da un noto, e discusso, commerciante svizzero (ora deceduto) ma erano satti fatti molto tempo addietro assieme ad uno stock di monete d'oro che comprendeva tremissi di benevento e tari amalfitani particolarmente rari.


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L'esemplare UBS mi era passato per le mani e ho notato subito un aspetto assai particolare della moneta , l'oro era molto liscio, tracce di usura totalmente assenti, inoltre aveva un aspetto un pò gonfio, arrotondato, un pò innaturale, dello spessore del tondello mentre queste monete presentano spesso piccole ammaccature ai bordi. Il ritratto poi presentava un viso molto allungato del tutto diverso dai ritratti (ve ne è una tipologia assai diversificata) cui siamo abituati per i reali dove la variabilità dello stile dà però sempre l'idea di visi schiacciati piuttosto che allungati.

Il falso prveniva da un noto, e discusso, commerciante svizzero (ora deceduto) ma erano satti fatti molto tempo addietro assieme ad uno stock di monete d'oro che comprendeva tremissi di benevento e tari amalfitani particolarmente rari.

Di questo lotto di monete d'oro "sòla", ho sentito parlare anch'io da un commerciante frodato (forse l'amico numa può intuire chi fosse). Peraltro questo stock composto prevalentemente di falsi, frammisti anche a monete autentiche, fu alcuni anni fa posto in vendita pubblica, se non erro... E con conseguenti risultati poco lusinghieri per i proponenti e un seguito fatto di carte bollate e tribunali tra la casa d'aste e il discusso conferente (anzi, venditore...). Giusto?

Modificato da aemilianus253

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L'esemplare UBS mi era passato per le mani e ho notato subito un aspetto assai particolare della moneta , l'oro era molto liscio, tracce di usura totalmente assenti, inoltre aveva un aspetto un pò gonfio, arrotondato, un pò innaturale, dello spessore del tondello mentre queste monete presentano spesso piccole ammaccature ai bordi. Il ritratto poi presentava un viso molto allungato del tutto diverso dai ritratti (ve ne è una tipologia assai diversificata) cui siamo abituati per i reali dove la variabilità dello stile dà però sempre l'idea di visi schiacciati piuttosto che allungati.

Il falso prveniva da un noto, e discusso, commerciante svizzero (ora deceduto) ma erano satti fatti molto tempo addietro assieme ad uno stock di monete d'oro che comprendeva tremissi di benevento e tari amalfitani particolarmente rari.

Di questo lotto di monete d'oro "sòla", ho sentito parlare anch'io da un commerciante frodato (forse l'amico numa può intuire chi fosse). Peraltro questo stock composto prevalentemente di falsi, frammisti anche a monete autentiche, fu alcuni anni fa posto in vendita pubblica, se non erro... E con conseguenti risultati poco lusinghieri per i proponenti e un seguito fatto di carte bollate e tribunali tra la casa d'aste e il discusso conferente (anzi, venditore...). Giusto?

Giustissimo Aemilianus,

conosco il commerciante frodato, una brava e onestissima persona che ha avuto il solo torto di aver cercato di fare tutto da solo fidandosi di gente poco per bene. Conoscevo anche il frodatore benché non avesse piu avuto rapporti con lui. Un controllino con altri commercianti sarebbe stato auspicabile, ma capisco anche che le insidie dell'ambiente a volte portino a far tirare dritto per la propria strada. Il discusso venditore è passato a miglior vita (tra l'altro proprio da lui presi una fregatura quando, alle prime armi mi stavo affacciando al collezionismo, che riconobbi come falso solo molti anni dopo, troppo tardi per recriminazioni e quindi decisi di regalare il bel faslo alla SNI che detiene e cura una bella collezione di monete false..)


Inviato

Giustissimo Aemilianus,

conosco il commerciante frodato, una brava e onestissima persona che ha avuto il solo torto di aver cercato di fare tutto da solo fidandosi di gente poco per bene. Conoscevo anche il frodatore benché non avesse piu avuto rapporti con lui. Un controllino con altri commercianti sarebbe stato auspicabile, ma capisco anche che le insidie dell'ambiente a volte portino a far tirare dritto per la propria strada. Il discusso venditore è passato a miglior vita (tra l'altro proprio da lui presi una fregatura quando, alle prime armi mi stavo affacciando al collezionismo, che riconobbi come falso solo molti anni dopo, troppo tardi per recriminazioni e quindi decisi di regalare il bel faslo alla SNI che detiene e cura una bella collezione di monete false..)

Anch'io conosco il commerciante frodato e sottoscrivo il fatto che sia una persona perbene. Non so gli sviluppi della vicenda, ma gli auguro di aver recuparato qualcosa rispetto alla cifra pagata per le monete rivelatesi dei falsi.

Purtroppo l'ambiente numismatico è particolare ed a volte per evitare di confidare i propri affari anche con una persona competente e di fiducia si prendono delle belle "intronate"! Meglio, a mio avviso, se capita l'occasione, fare un affare in due piuttosto che rischiare di rimanere nei guai. :)


Inviato

Che tristi queste storie...

Torniamo alla moneta in questione, l'augustale.

Come è stato detto questa moneta ottenne un successo tale che le altre città della penisola si adeguarono ed iniziarono anche loro a coniare monete d'oro (ducati, fiorini, ecc) ma con un titolo superiore mettendo in crisi la moneta sveva prima ed angioina successivamente.

Vorrei sottolineare un aspetto "negativo" però di questa moneta (almeno per i tempi) come riportato da M. Guglielmi nel libro La monetazione degli Svevi nell'Italia meridionale.

Cito testualmente : "Nonostante questa nuova moneta avesse tanti pregi, venne considerata come di poca fede per l'abolizione dei simboli religiosi, per l'esaltazione della dinastia e per l'ispirazione all'antica Roma".

A mio avviso quest'aspetto non è da sottovalutare visto il rapporto che l'Imperatore aveva con la Chiesa, quindi è logico suppore proprio la volontà di eliminare qualsiasi simbolo religioso (almeno su questa moneta) per evidenziare l'autorità imperiale.


Inviato

Aspetta aspetta Fedafa,

l'augustale fu si quotato in buona quantità ma non ebbe mai il successo dei ducati e dei fiorini.

Inoltre era una moneta "antica", superata se vogliamo a tutti gli effetti. Per tipologia (si rifaceva addirittura agli aurei romani :P )

per finezza (i nuovi ducati rasentavano l'oro puro, questa si fermava a 20 carati e mezzo), per metrologia si rifaceva ai tari siciliani (il suo valore corrispondeva a 1/4 di oncia ovvero a 7 tarì e mezzo , mentre il suo peso e fino corrispondevano a 6 tarì) Le nuove monete italiche erano invece costituite di oro quasi puro e presentavano modelli e metrologie ben più innovative rispetto al tarì.

Il nuovo era invece rappresentato dalle emissioni genovine, di Firenze e poi , a seguire, Lucca, Pisa, Venezia, Siena, etc.

Con Genova e Firenze che veramente avevano innovato creando nominali nuovi, nuove tipologia, una nuova concezione di moneta d'oro insomma, dopo secoli, e con le altre città che vanno dietro a queste due con emissioni che emulano, per peso, fino, tipologia, etc.

i due precursori.

Kowalski ha credo recensito poco più di 300 augustali che rappresentano comunque una bel numero di esemplari pervenuti sino a noi . La moneta è presente in tutti i trattati di mercatura, ma non deve sorprendere perche comunque si tratta di un'emissione aurea e in secondo luogo tali trattati sono molto analitici (riportano anche monete che sono oggi rarissime). Che l'augustale non ha avuto un successo commerciale travolgenete lo prova il fatto che nessuno lo imitò, tranne il reale che doveva in pratica sostituirlo (1266), ma successivamente il palcoscenico doveva ben presto essere occupato dalle monete delle grandi Repubbliche.


Inviato

Forse mi sono spiegato male, ma intendevo proprio questo scrivendo che dopo l'augustale le altre città coniarono monete d'oro con titolo superiore facendo sì che il corso della moneta sveva prima ed angioina dopo sia stato limitato.

Non vi è dubbio che le monete auree di Genova, Firenze, Venezia abbiano avuto un successo tale che venivano accettate da tutti.


Inviato

L'oro nell'età di Mezzo è uno degli argomenti piu affascinanti della numismatica medioevale.

Ricordo un articolo dedicato proprio a questa tematica di Lorenzina Cesano (senza però avventurarsi nelle ragioni che portarono alla ri-nascita della moneta d'oro, ma solo descrivendo le emissioni dei vari comuni e stati), negli Atti e Memoria dell'Istituto italiano di Numismatica (credo il n. 2).


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Questo interessante contributo sull'iconografia di Federico II° parla ampiamente dell'augustale: http://emeroteca.provincia.brindisi.it/Japigia/1933/Articoli/fascicolo%202-3/Un%20Ritratto%20Sconosciuto%20di%20Federico%20II.pdf

Grazie infinite per questo pdf, anche perché così ho scoperto dove trovare la foto dell'augustale con corona!

post-1677-0-70273300-1299157925_thumb.jp

Fonte: http://www.khm.at/en/kunsthistorisches-museum/collections/coin-cabinet/das-hohe-mittelalter/

ma anche: http://bilddatenbank.khm.at/viewArtefact?id=557494

Pare che sia da considerarsi postuma...

Modificato da fra crasellame
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Questo interessante contributo sull'iconografia di Federico II° parla ampiamente dell'augustale: http://emeroteca.pro...derico%20II.pdf

Grazie infinite per questo pdf, anche perché così ho scoperto dove trovare la foto dell'augustale con corona!

post-1677-0-70273300-1299157925_thumb.jp

Fonte: http://www.khm.at/en...he-mittelalter/

ma anche: http://bilddatenbank...efact?id=557494

Pare che sia da considerarsi postuma...

Caro FC,

come accennato anche da qualcun'altro in questa discussione - mi pare - più o meno tutti seguendo il Kowalski riportano l'ipotesi che questo augustale coronato possa essere stato coniato a Pisa nel periodo di permanenza in città di Enrico VII (a periodi "alterni" tra lo scorcio del 1311 e la tarda primavera 1313; fu poi sepolto a Pisa).

Tuttavia c'è un dato, oltre a piccoli particolari stilistici rispetto alla monetazione pisana per Enrico VII che non mi tornano. C'è infatti da considerare il fatto che nelle monete coniate in quel grappolo di anni a Pisa - compresi i nuovi piccioli da me individuati qualche anno or sono, e non conosciuti al tempo dello studio di Kowalski - si adotti in legenda sempre il nome di henricvs - unica eccezione nell'arco di tutta la produzione di questa zecca nel periodo 1155-1406. Per quale motivo questo imperatore, che per altro tenta di imporre anche una riforma della monetazione di parte della penisola italiana (Scripta ad res monetaria spectanda, gennaio 1312: documento interessantissimo anche per Genova, tra l'altro), ed impone il suo nome anche alla moneta piccola, avrebbe coniato un augustale al nome di Federico ? Se si deve attribuire questa moneta ad Enrico VII, non penso che Pisa sia la città giusta.

Purtroppo non abbiamo certezze nè in un senso, nè nell'altro (nè ritrovamenti, nè attestazioni delle fonti scritte dirette) ma questa attribuzione di Kowalski non mi convince pienamente (ed infatti , almeno per ora, non ho inserito questa moneta tra le coniazioni pisane).

Gli unici augustali e mezzi augustali dei tipi non coronati rinvenuti a Pisa sono quelli del ripostiglio delle Logge dei Banchi (con tarì, fiorini, un grosso d'oro di Lucca ed un histamenon bizantino più antico, forse spurio) deposto in base ai miei studi di qualche anno fa intorno al 1270. I documenti di Pisa e del territorio citano raramente tarì ed invece, soprattutto dagli anni Novanta del Duecento, fiorini. Dagli inizi del Trecento per quanto riguarda le valute auree sono menzionati solo fiorini e raramente ducati.

saluti a presto MB

Modificato da monbalda
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L'esemplare UBS mi era passato per le mani e ho notato subito un aspetto assai particolare della moneta , l'oro era molto liscio, tracce di usura totalmente assenti, inoltre aveva un aspetto un pò gonfio, arrotondato, un pò innaturale, dello spessore del tondello mentre queste monete presentano spesso piccole ammaccature ai bordi. Il ritratto poi presentava un viso molto allungato del tutto diverso dai ritratti (ve ne è una tipologia assai diversificata) cui siamo abituati per i reali dove la variabilità dello stile dà però sempre l'idea di visi schiacciati piuttosto che allungati.

Il falso prveniva da un noto, e discusso, commerciante svizzero (ora deceduto) ma erano satti fatti molto tempo addietro assieme ad uno stock di monete d'oro che comprendeva tremissi di benevento e tari amalfitani particolarmente rari.

guarda caso......


Inviato

Caro FC,

come accennato anche da qualcun'altro in questa discussione - mi pare - più o meno tutti seguendo il Kowalski riportano l'ipotesi che questo augustale coronato possa essere stato coniato a Pisa nel periodo di permanenza in città di Enrico VII (a periodi "alterni" tra lo scorcio del 1311 e la tarda primavera 1313; fu poi sepolto a Pisa).

Tuttavia c'è un dato, oltre a piccoli particolari stilistici rispetto alla monetazione pisana per Enrico VII che non mi tornano. C'è infatti da considerare il fatto che nelle monete coniate in quel grappolo di anni a Pisa - compresi i nuovi piccioli da me individuati qualche anno or sono, e non conosciuti al tempo dello studio di Kowalski - si adotti in legenda sempre il nome di henricvs - unica eccezione nell'arco di tutta la produzione di questa zecca nel periodo 1155-1406. Per quale motivo questo imperatore, che per altro tenta di imporre anche una riforma della monetazione di parte della penisola italiana (documento interessantissimo anche per Genova, tra l'altro), ed impone il suo nome anche alla moneta piccola, avrebbe coniato un augustale al nome di Federico ? Se si deve attribuire questa moneta ad Enrico VII, non penso che Pisa sia la città giusta.

Purtroppo non abbiamo certezze nè in un senso, nè nell'altro (nè ritrovamenti, nè attestazioni delle fonti scritte dirette) ma questa attribuzione di Kowalski non mi convince pienamente (ed infatti , almeno per ora, non ho inserito questa moneta tra le coniazioni pisane).

Gli unici augustali e mezzi augustali dei tipi non coronati rinvenuti a Pisa sono quelli del ripostiglio delle Logge dei Banchi (con tarì, fiorini, un grosso d'oro di Lucca ed un histamenon bizantino più antico, forse spurio) deposto in base ai miei studi di qualche anno fa intorno al 1270. I documenti di Pisa e del territorio citano raramente tarì ed invece, soprattutto dagli anni Novanta del Duecento, fiorini. Dagli inizi del Trecento per quanto riguarda le valute auree sono menzionati solo fiorini e raramente ducati.

saluti a presto MB

Grazie per le preziose info :)

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Segnalo, per quanti non ne fossero a conoscenza, questo saggio:

Francesco Punzi

L'Augustale

in Atti del 2° Congresso Nazionale di Numismatica, Bari, 13-14 novembre 2009, pp. 189-209.

(Copyright 2010 Circolo Numismatico Pugliese, ma edito da Scorpione Editrice, Taranto)

Il saggio ripropone l'intervento dello studioso nella seconda giornata del Congresso (dedicata al tema La monetazione sveva nel regno di Sicilia).

Sono illustrati diversi esemplari, compresi tre col busto coronato (Roma, Vienna, Dresda) e un mezzo agustale dello stesso tipo (ex Collezione Fassio).

Completano lo studio alcuni confronti stilistici con opere d'arte (a proposito del "ritratto" dell'imperatore) nonché la descrizione di alcuni falsi, sia d'epoca che moderni.

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Modificato da tornese71

Inviato (modificato)

Nel leggere l'interessante libro di Lorenzo Bellesia " Le monete di Como ",che consiglio a tutti ,si parla dei rapporti filoimperiali tra le città di Como e Bergamo a favore di Federico II in contrasto con i rapporti con la città di Milano invece fortemente avversa alle politiche di Federico II.

Anche Como come Bergamo conia grossi con il ritratto dell'imperatore mentre al rovescio abbiamo l'aquila imperiale , ma perchè Bergamo e Como metteno l'effigie dell'imperatore in moneta e le altre città no ? Probabilmente in ossequio ai buoni rapporti con Federico II e per differenziarsi dalle avversarie in particolare l'osteggiata Milano.

I due ritratti in cosa si differenziano ? Bergamo ha un busto laureato ,in quello di Como l'imperatore ha la tiara ; inoltre l'imperatore è raffigurato a mezza figura e include anche le braccia .

L'aspetto artistico è elevato ,anche se non si ritiene realistico : quasi siuramente nessun incisore comasco vide di persona l'imperatore.

Il ritratto è ricco di simboli ,la corona ,lo scettro e gli oggetti tenuti nella mano sinistra che variano ,l'anello ,la rosa,il globo .

Si ritiene che tre dei quattro simboli presenti,la corona ,il globo ,e l'anello rapresentino Federico nella parte pubblica delle sue funzioni ,la rosa lo rappresenta nel suo privato come uomo di grande cultura.

Modificato da dabbene

Inviato

Nel leggere l'interessante libro di Lorenzo Bellesia " Le monete di Como ",che consiglio a tutti ,si parla dei rapporti filoimperiali tra le città di Como e Bergamo a favore di Federico II in contrasto con i rapporti con la città di Milano invece fortemente avversa alle politiche di Federico II.

Anche Como come Bergamo conia grossi con il ritratto dell'imperatore mentre al rovescio abbiamo l'aquila imperiale , ma perchè Bergamo e Como metteno l'effigie dell'imperatore in moneta e le altre città no ? Probabilmente in ossequio ai buoni rapporti con Federico II e per differenziarsi dalle avversarie in particolare l'osteggiata Milano.

I due ritratti in cosa si differenziano ? Bergamo ha un busto laureato ,in quello di Como l'imperatore ha la tiara ; inoltre l'imperatore è raffigurato a mezza figura e include anche le braccia .

L'aspetto artistico è elevato ,anche se non si ritiene realistico : quasi siuramente nessun incisore comasco vide di persona l'imperatore.

Il ritratto è ricco di simboli ,la corona ,lo scettro e gli oggetti tenuti nella mano sinistra che variano ,l'anello ,la rosa,il globo .

Si ritiene che tre dei quattro simboli presenti,la corona ,il globo ,e l'anello rapresentino Federico nella parte pubblica delle sue funzioni ,la rosa lo rappresenta nel suo privato come uomo di grande cultura.

A parte differenze di stile , dovute forse a differenti incisori tra le due zecche, i due ritratti riprendono l'immagine "convenzionale", della quale hai correttamente descritto i vari attributi e simboli che giocano un ruolo importantissimo nel veicolare il messaggio del potere e della regalità (corona, scettro, globo, etc.)-

Il problema del ritratto fisionomico (o meglio della mancanza di esso) non è però tanto dovuto al fatto che nessuno degli incisori avesse visto di personal l'imperatore, quanto che tale modo di rappresentare i personaggi sulle monete e non in pratica si può dire non esistesse all'epoca.

Se tracciamo un parallelo con la storia dell'arte coeva non conosciamo ritratti "realistici" nenache nel medio della pittura o della scultura.

Nei cosiddetti "primitivi" italiani ci sono pervenuti molti ritratti, sopratutto di santi e di personaggi legati a storie del Nuovo e Antico Testamento, ma i ritratti esprimono tratti poco differenziati e le cosiddette differenziazioni sono risolte tramite vesti e attributi piuttosto che nella difefrente caratterizzazione dei volti (spesso anche poco espressivi). E' solo più tardi, agli inizi del Quattrocento che avremo uno studio del carattere del personaggio raffigurato ed una differenziazione dei tratti somatici e del volto che ci restituisce la "naturalità" del personaggio raffigurato.

E' sintomatico, ma non sorprendente, come tale "MATURAZIONE" artistica sia avvenuta pressoché in contemporanea tra i diversi "mezzi espressivi" utilizzati. Nella pittura, nella scultura e anche nelle medaglie (prima che nelle monete) con il ritratto di Giovanni VIII Paleologo nella medaglia realizzata da Pisanello nel 1438 (i ritratti fisionomici sulle monete iniziareanno 15-20 anni dopo) . E' quindi una corrente artistica, un movimento che segnò una svolta profondissima dando origine ad una concezione che evolveva dalla rappresentazione di un fatto a quella di un personaggio (in pratica i ritratti "nascono" nel Quattrocento, mentre fino al Trecento abbiamo al massimo rappresentazioni di santi , al massimo di regnanti, ma con lo stesso intento di rappresentazioni convenzionali dell'autorità pastorale, o terrena, ma non di introspezione del personaggio raffigurato come avremo, superbamente con i vari Antonello, Pisanello, Botticelli, Durer, per non parlare di Hans Holbein, Cranach, etc. etc.)

Quindi non era la distanza o la mancanza di contiguità tra l'artista e il sovrano da raffigurare che limitava l'espressione del ritratto , bensì proprio un'evoluzione artistica che doveva ancora avere luogo.

Singolare è ancora la "nascita" o meglio rinascita della medaglia (inizi del Quattrocento (non abbiamo infatti medaglie nei secoli dell'alto Medioevo) , che sembra ancora una volta prendere le mosse dalla messa al centro dell'Uomo, e delle sue gesta, evolutasi con l'insorgenza dell?Umanesimo. E' la ripresa dell'antico, delle gesta dei grandi predecessori, e quindi il legame con i medaglioni romani che celebravano l'imperatore e le sue imprese, che ispirò le prime medaglie (quelle dei Da Carrara replicavano quasi perfettamente i medaglioni romani..).

Più che un'esigenza pratica, o anche artistica sembra scorgersi una necessità di comunicazione e celebrativa nell'importantissima introduzione del ritratto sulle medaglie prima e monete poi che marcherà tutta l'evoluzione numismatica successiva fino ai giorni nostri.

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  • 1 mese dopo...
Inviato

Il prezzo relaivamente basso è proporzionato alla (s)conservazione della moneta.

Sembra molto usurata (ha rilievi cossiddetti "saponosi", l'oro appare masticato,

non è un bel pezzo e occorrerebbe vederlo bene per dire di più.


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