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DENARO GENOVA


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... che la ricostruzione della Basilica del Santo Sepolcro da parte dei crociati (che mi risulta terminata nel 1149 come il disegno allegato …e quindi 10 anni prima si era nel pieno dei lavori) potrebbe essere stata fonte di ispirazione, o un "immagine-simbolo" da commemorare. Ricordo che dietro all’altare maggiore c’era una lapide con iscrizione in oro "Praepotens Genuensium Praesidium" a ricordo dei genovesi (che ora non c’è più).

Devo però dire che mi piace di più l'idea che i due archi vogliano simboleggiare il luogo dove si radunava l'assemblea dei consoli ... (come nella foto allegata che rappresenta il podestà milanese Jacopo Manerio eletto nel 1195 ...notare i "capitelli"...), ma perché escludere che fosse un “simbolo” multiplo?

In quel XI-XII secolo i genovesi costruirono la prima “lanterna”, un’infinità di torri (Embriaci, De Negri, Sauli, Spinola, Maruffi e quelle di Porta Soprana), contemporaneamente si costruiva nelle colonie e nei fondaci acquisiti nell’Oriente latino e in Terrasanta …

Caro Dizzeta,

pur avendo lanciato io questo sasso, riesco a rispondere solo adesso, a distanza di diversi giorni: mi dispiace, ma volevo trovare il tempo per farlo con compiutezza... ed invece anche stasera sono un poco di corsa, tra le varie scadenze che hanno ricominciato ad attanagliarmi dopo la quasi-pausa natalizia. Ma mi pareva doveroso aggiungere qualche considerazione alle tue.

Anzitutto mi fa piacere che la mia idea dell'immagine della città e delle arcate, e di cosa queste potessero rappresentare/alludere ti abbia convinto :). E del resto avevo già anticipato che anche secondo me probabilmente quel castello/ porta urbica/imago civitatis probabilmente è un segno polisemico (che in fondo vuol dire la stessa cosa che intendi con il tuo "simbolo multiplo" ;)).

Anzi, come è stato ribadito al convegno di Milano dedicato a questi temi (ho appena ultimato il testo per la pubblicazione), c'è da pensare che spesso le monete, e soprattutto quelle di questo tipo, assumessero significati diversi agli occhi di chi le emetteva/produceva e di chi magari, con diverso tipo di cultura e differenti livelli di conoscenze le poteva utilizzare. La semiotica (http://it.wikipedia.org/wiki/Semiotica ) è una cosa complessa, ma estremamente affascinante!

Detto questo, ciò che mi aveva colpito di quell'"errore" del rivenditore, e anche la suggestione che volevo lanciare, è che come spesso accade nella monetazione medievale nel giro di pochi anni in ambito mediterraneo si siano cominciate a produrre due monete assai simili nell'adozione dei motivi dei due campi.

Probabilmente fu creata un poco prima quella genovese, che nacque proprio in quel periodo con i primi denari e le prime mezzaglie - 1139/1141 - e poco dopo, nel 1143, si cominciarono le coniazioni di denari ed "oboli" del Regno di Gerusalemme al nome di Baldovino III (le emissioni precedenti sono abbastanza diverse, e solo quelle successive assoceranno alla Torre di Davide anche la chiesa del S. Sepolcro: http://medievalcoins.ancients.info/crusader_kingdoms_of_the_levant.htm ).

Entrambe nei primi tipi hanno la E tonda e dei cerchi perlinati grossi, mentre altre lettere sono abbastanza diverse. Infine: in questo periodo i due denari mostrano anche un peso analogo (media 0,90-0,80 g), ma ovviamente bisogna valutare l'intrinseco.

Altrettanto probabilmente nella definizione del tipo del nuovo denaro del Regno di Gerusalemme dovettero avere un certo ruolo le monete romane imperiali con il camp-gate, ancora ben note e soprattutto in area medio-orientale, che forse in Italia settentrionale erano conosciute più attraverso le trasformazioni e la mediazione della monetazione del periodo carolingio (per questo i vari link del mio precedente post, ma non so se li avete scorsi tutti).

Ma non è anche possibile che una delle due serie monetali abbia in qualche modo influenzato/ispirato l'altra ... ^_^ ? Questa ipotesi si porta dietro poi tutta una serie di altri problemi sulla reale circolazione dei denari genovesi in quella parte del Mediterraneo...che però rimanderei ad altro momento della discussione.

Postandovi un paio di esemplari per ciascuna delle due serie di denari (le prime) qui di seguito per raffronto,

mi congedo e vi mando un saluto MB

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Modificato da monbalda
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Che bel confronto, in effetti così si possono notare le somiglianze. Ma ho notato anche una cosa: il DE anteposto al nome della città. Cosa molto comune anche in parecchie emissioni italiane, ma non in altre come quelle genovesi.

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Che bel confronto, in effetti così si possono notare le somiglianze. Ma ho notato anche una cosa: il DE anteposto al nome della città. Cosa molto comune anche in parecchie emissioni italiane, ma non in altre come quelle genovesi.

Sì è vero...ma sul versante tirrenico direi che quell'uso è senz'altro minoritario, almeno fino al pieno XIII secolo.

Interessante comunque la soluzione della legenda per il lato croce - dritto o rovescio che si consideri : CVNRAD1REX senza altra crocetta // BALDVINVREX sempre senza altra crocetta.

Ovviamente il tutto è di un certo rilevo proprio vista la cronologia della quale stiamo parlando. Tra fine XII e XIV secolo poi ci saranno diverse monetazioni in varie parti del Mediterraneo che guarderanno o avranno similitudini tipologiche con quella genovese, quelle per Tripoli e Cipro in testa (ne allego qualcuna in ordine cronologico, con la datazione presunta nel nomefile), oltre alle emissioni c.d. "colonie" ed aree ad esse limitrofe.

Vediamo se arrivano altri pareri in merito

un saluto a tutt* MB

P.S. Che cosa notate di significativamente diverso in questa serie di castelli / porte urbiche rispetto alle serie genovesi ;)?.

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Ottime considerazioni, guardate questa rarità (è un obolo R4 di Atene/Tebe), qui hanno coniato addirittura due castelli, foto prelevata dal sito di Artemide Aste.

E non dimentichiamoci dei "castelli bonifacini" che nella meravigliosa discussione "Bonifacio per il piacere" ne possiamo vedere a bizzeffe.

Vedo anche che la croce patente si uniforma sempre più col trascorrere degli anni ...mentre i castelli si "personalizzano" al loro interno ...al che mi sorge spontanea una domanda:

Quando e soprattutto perchè i due archi del "castello/porta urbica/imago civitas/porta-Ianva da e verso l'Oriente" si trasformano in "palmetta/palma/alberello/due foglie su un ramo verticale"?

...e ad un certo punto anche con i frutti alla base delle foglie o "noci di cocco" che dir si voglia...

Erano solo antesignani dei "verdi"?

Volevano distinguersi tra i tanti castelli di forma genovese che stavano spuntando dappertutto?

A voi l'ardua ...sentenza.

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Belle, sono quelle monetine bi-lingue che mi fanno pensare a quanto erano "moderni" i nostri antenati nel tentativo di integrazione "soft" nei confronti delle popolazioni "occupate", credo sia uno dei motivi per i quali il "castello" fosse un simbolo in qualche modo "positivo".

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Ringrazio DZ e scacchi per le monete postate (per quella moneta a cui alludi sto continuando a cercare anche io mirco ;)), che ricordano tutta la fortuna e gli impieghi avuti da questo che è diventato il "logo" genovese nel medioevo.

La cosa che avrei voluto far notare io è come in quasi nessuna delle monete che abbiamo visto, dalle prime di Gerusalemme e di Cipro a quelle successive inviate dai nostri amici, sia stato compreso e ripreso in modo consapevole il motivo delle due arcate centrali o loggiato, che invece si è trasformato in modo evidente più spesso in porta, a due o ad una sola anta, se non in altro motivo centrale generico.

Questo mi pareva interessante per riflettere su quegli aspetti accennati, ovvero dello scarto che c'è sempre tra quello che si vorrebbe comunicare e come per questo lo si sceglie di comunicare, e come spesso invece viene recepito (una cosa sempre attuale, no ;) ?).

Rilancio invece sulla "palmetta" (e poi chiudo visto che siamo rimasti in pochi pochi a seguire): ma quali sono le imitazioni delle monete genovesi o le monete delle "colonie" in cui la trasformazione delle arcate in palmetta appare per prime, almeno da quello che ne sapete, o riuscite a trovare?

Un caro saluto a tutt* MB

P.S. Le monete di cui avevo postato le immagini le trovate su mc.search e zeno.ru...

Modificato da monbalda
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Rilancio invece sulla "palmetta" (e poi chiudo visto che siamo rimasti in pochi pochi a seguire): ma quali sono le imitazioni delle monete genovesi o le monete delle "colonie" in cui la trasformazione delle arcate in palmetta appare per prime, almeno da quello che ne sapete, o riuscite a trovare?

Bene, quando ho scritto che “personalizzano l’interno” intendevo proprio quello.

Comunque mi dispiace che non intervengano altri, forse credono che sia una discussione tra specialisti …ma almeno io non sono specialista!

Ho fatto in altra discussione un esempio che mi sembra illuminante:

E’ come se chiediamo di dipingere una vecchietta che ricama, illuminata solo dalla luce proveniente da una finestra, ad un bambino di 5 anni e a Rembrandt …avremo due risultati molto diversi della stessa immagine …ebbene io sono il bambino di 5 anni ….(wow …che bello!!!)

…quindi anche in questa discussione io cerco di “dipingere” una bella cosa con le mie capacità pre-elementari, per cui non stupitevi di come la dipingo …faccio del mio meglio e l’intenzione è buona, ma il risultato non confrontatelo con quello di Rembrandt, per cortesia.

Quindi passo a tentare una risposta nello spirito detto sopra, non so se tra le imitazioni delle genovesi si possa riscontrare il passaggio tra arcate e palmetta (anche se lo ritengo possibile in quanto la palmetta richiama l'Oriente e quindi potrebbe essere stato un "richiamo" all'integrazione fra i popoli o, meglio, un "segno un po' ruffiano" per far accettare di buon grado le monete). Ma guardando solo le monete di Genova io direi che nel 1139 i denari avevano gli archi, tra il 1180 e il 1194 su qualche moneta, forse battuta un po’ male, qualcuno disse che sembrava più una palmetta che due archi, la cosa piacque e nel 1194, quando iniziarono a battere i grossi da 4 denari, la palmetta prese lentamente forma, quando poi dal 1220 si coniarono i grossi da 6 ormai era una palmetta e gli archi erano ormai dimenticati.

Sull’oro ho qualche dubbio perché non so quando fu coniato il primo soldo d’oro al cui interno c’è un ibrido fra archi e palmetta, sulle quartarole direi che è una palmetta incerta su quelle con CVNRAD1 mentre è più sicura su quelli con CVNRADVS, infine sui genovini dovrebbe essere ormai palmetta a tutti gli effetti.

Boh, ho azzeccato qualcosa?

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Caro DZ, grazie come al solito per il tuo intervento, che fa sempre piacere e porta il vento fresco della tua splendida personalità in questa discussione (io sono veramente "barbosa" ...a volte :D!).

Se quello di cui abbiamo iniziato a parlare rappresentasse per loro una palmetta o meno, lo vedrei alla fine di questo ragionamento, se sei d'accordo.

Prima mi pare necessario capirsi su cosa almeno intendevo fare riferimento, e questo perchè poi volevo provare a seguire un certo filo, come fatto per le arcate ed il significato dell'imago sui primi denari genovesi.

Io volevo verificare con te e con altri - se ne avessero voglia - quando e su quali nominali di Genova ed imitativi si può vedere al centro dell'imago civitatis/castello un motivo effettivamente diverso dalle due arcate tradizionali, ovvero un segno che volutamente e non per rapidità di esecuzione dei conii, o altro fenomeno legato alla produzione artigianale, accorcia e soprattutto e curva maggiormente i due archi, che così non toccano i due segmenti verticali laterali e assumono la guisa quasi di due foglie, e che in più presenti al centro della "colonna" centrale un punto/globetto o un ingrossamento evidente, anche in questo caso evidente e voluto (la tua noce di cocco :)).

Mentre alcune delle cose da te accennate che si vedono sulle monete genovesi a partire dalla fine del XII/inizi XIII secolo a mio parere sono da ascrivere ai fenomeni di esecuzione manuale di conii e monete di cui sopra, questo ultimo a mio invece è un mutamento tipologico rilevante, che potrebbe servire per datare meglio alcune serie ed anche per capire il perchè di certi cambiamenti nelle emissioni.

Per chiarire a cosa mi riferisco, posto le immagini di 4 palmette ritagliate da monete genovesi passate qui sul forum o sul nostro catalogo, e da qualche asta (2 in oro, 1 in lega d'argento ed 1 in in lega di rame).

Aspetto le tue/vostre osservazioni e considerazioni allora (ma Matteo, che ha rilanciato la discussione con la ripresa della scuola ci ha abbandonato ? E quel "lazzarone" di fra crasellame ...?).

Un saluto a tutt*, ovviamente MB

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Modificato da monbalda
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Grazie mille, cercherò in questo week-end se riesco a trovare qualcosa di più "scientifico" e meno fantasioso.

Intanto ti anticipo questo che è stato classificato come denaro di Genova ...ma io sospetto sia di qualche colonia, mi sembra abbia le lettere e la croce un po' anomale, l'arco di destra staccato ma soprattutto ..la "noce di cocco"!

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Molto interessante DZ! Dove lo hai scovato? E soprattutto che peso avrebbe?

Un salutone :) MB

P.S. Quanto avevi scritto nel precedente post non era affatto fantasioso, nel senso di "non scientifico" (che poi anche nel procedimento scientifico talvolta è necessaria quell'intuizione "fantasiosa" che fa circo-circuitare le idee costruite su solide tracce e prove certe, no?).

Solo che secondo me nell'analisi delle monete bisogna sempre sforzarsi di capire cosa è voluto e ripetuto nella costruzione dei conii, ed anche perchè, distinguendolo da altro derivato dalla manualità, dalla gestione delle operazioni di battitura da parte di personale diverso etc.....tutto qua. Non è sempre semplice, ma nel mio caso - come in quello di altri che eventualmente possono leggere - è parte del mio mestiere, e quindi per me è rilevante.

Modificato da monbalda
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Il lazzarone vi legge volentieri... ma con sto tempo umido si da alla doratura... :P

caro @@fra crasellame, sbaglierò ma qualcosa mi dice che con l'umidità in giro la doratura (http://it.wikipedia.org/wiki/Doratura) non vien bene :nea: !

In caso contrario invece, facci vedere i risultati :).

Se poi tra un'operazione e l'altra hai qualche osservazione da condividere con noi sulle questioni delle quali stiamo discutendo, ovviamente - come tutti gli altri - sei il benvenuto.

Saluti MB

Modificato da monbalda
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Molto interessante DZ! Dove lo hai scovato? E soprattutto che peso avrebbe?

Ecco, lo sapevo ....mi sono bruciato lo "scoop" ... lo stavo ..."studiando" ....

Viene da qui: http://www.forumancientcoins.com/catalog/roman-and-greek-coins.asp?vpar=1507&zpg=68307

pesa 0,363 gr e ipotizzano "1139-1339: contemporanea contraffazione siciliana?"

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ciao, sulla domanda di dizzeta riguardo la palmetta, la mia opinione più o meno è allineata. Lungi da me indicare ardue sentenze, che con il Medioevo e con Genova di mezzo, è sempre rischioso. La mia ipotesi è che c'è una evoluzione di stile in parte casuale (ovvero punzoni che si consumano e sono sostituiti da punzoni simili, ma leggermente diversi) in parte voluta, per "firmare" la propria opera. E' possibile che una variante casuale, abbia poi ispirato un incisore a cambiare stile volutamente.

Può essere che per fare il conio di un grosso da 6, in assenza di punzone adatto sia stato usato il punzone del denaro e gli archetti a quel punto non toccavano più la porta e in seguito anche nei denari gli archetti erano più corti, ma questa volta volutamente.

Certo, una cosa è quello che l'incisore vuol rappresentare e un'altra il messaggio che viene recepito. Il rigonfiamento sulla congiunzione degli archi, che qualcuno chiama noce di cocco, se non ricordo male, tempo fa nel forum è stato interpretato anche come "capitello" in cima ad una colonna, su cui poggiano gli archi.

Colgo l'occasione per allegare immagine inviata a suo tempo da Monbalda, che offre una panoramica di porte urbiche.

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...Il rigonfiamento sulla congiunzione degli archi, che qualcuno chiama noce di cocco, se non ricordo male, tempo fa nel forum è stato interpretato anche come "capitello" in cima ad una colonna, su cui poggiano gli archi.

Eh no! I "capitelli" sono quelle sporgenze sui lati esterni degli archi a forma triangolare, le "noci di cocco" sono le palle alla base delle foglie o sul tronco ....ed è stata una "descrizione iconografica" derivata da anni e anni di studi approfonditi!

Opperbacco! :D

Grazie del tuo intervento e per quello di Fra ....soffrivo un po' di solitudine ...

Modificato da dizzeta
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oh che bello vedo che la discussione prosegue a gonfie vele..... in effetti @@monbalda hai proprio ragione .... questo è un periodo pieno di verifiche e interrogazioni per me ...

per quanto riguarda la palmetta mi sembra abbastanza evidente questa anche se molto più tarda rispetto ai denari

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Modificato da matteo95
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caro @@fra crasellame, sbaglierò ma qualcosa mi dice che con l'umidità in giro la doratura (http://it.wikipedia.org/wiki/Doratura) non vien bene :nea: !

In caso contrario invece, facci vedere i risultati :).

Se poi tra un'operazione e l'altra hai qualche osservazione da condividere con noi sulle questioni delle quali stiamo discutendo, ovviamente - come tutti gli altri - sei il benvenuto.

Saluti MB

Mi attengo alle parole del Cennini... ;)

"Di che modo si mette l'oro in tavola.

Come viene tempo morbido e umido, e tu voglia mettere d'oro, abbi la detta ancona riversciata in su due trespoli. Togli le penne tue: e spazza bene; togli un raffietto, va' con leggier mano cercando il campo del bolo. Se nulla puzza, e nocciolo o granellino vi fusse, mandalo via. Piglia una pezza di lesca di panno lino, e va' brunendo questo bolio con una santa ragione. (...)"

Poi vediamo come viene l'esperimento... in merito a quest'ultimo argomento ora come ora non mi viene in mente nulla.

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Come viene tempo morbido e umido....

Beh umido lo è, ma morbido ... proprio no :D! Comunque in bocca al lupo per quello che stai facendo.

Un saluto anche a Matteo e a Bavastro che hanno fatto di nuovo capolino. In effetti per la moneta postata da Matteo siamo molto avanti, anche se il tipo di "palmetta" è quello. Grazie a quella mia tabella ripescata da bavastro (ma allora i miei lavoretti per il forum possono servire a qualcosa :O!) però mi pare che si possa seguire abbastanza bene come si sviluppa il fenomeno in tendenza e quando si passa alla palmetta vera e propria. Voi cosa ne dite e cosa ci "vedete"?

Per DZ: tranquillo...ti lasciamo lo scoop (al limite a me servirà per altre cose). Mi chiedo però se dicono imitazione coeva siciliana perchè in qualche modo ne conoscono la provenienza?

Un saluto e un buon fine settimana - per quanto assai freddo - a tutt* MB

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Per DZ: tranquillo...ti lasciamo lo scoop (al limite a me servirà per altre cose). Mi chiedo però se dicono imitazione coeva siciliana perchè in qualche modo ne conoscono la provenienza?

I miei "scoop" sono "scoopini" che mi scatenano ad immaginare una Storia Genovese tutta mia.

Non c’è niente da fare … sono proprio fasulli! E' tutta la notte che mi sforzo di essere “scientifico” ma …mi scappano le fantasie … convinto come sono che i genovesi tra la l’inizio del 1200 e la metà del secolo erano così orgogliosi delle loro conquiste e delle immense ricchezze che erano riusciti ad accumulare che “l’imago civitas” (luogo dove facevano le assemblee pubbliche, probabilmente sotto gli archi, forse nella casa del vescovo) non rappresentava più la realtà cittadina, la trasformazione istituzionale con la nomina del Podestà rendeva più complesso il governo (1217) e il vescovo perdeva un po’ di potere.

Le assemblee cittadine si convocano in locali sempre più grandi, credo nella cattedrale di San Lorenzo tant’è che quando viene “occupata” nel 1226 il Podestà convoca l’assemblea nella chiesa delle Vigne. Tutto questo per dire che gli “archi” erano superati. Nel 1234 nascono le “maone” (le prime società per azioni ante-litteram) e gli affari vanno a gonfie vele, in Oriente hanno trovato l’America (molto prima di Colombo ...sic...) finchè con l’elezione di Guglielmo Boccanegra (1257) e con il Trattato di Ninfeo (1261), secondo me, Genova, in poco più di 100 anni, diventa una potenza e soprattutto, riconosciuta come tale.

Quindi ecco che arriva la palmetta, per sostituire quegli archi ormai obsoleti e indicare che quella “porta urbica” era la porta per l’Oriente (prima andava vista verso l'interno "a difesa", poi cambia come porta verso l'esterno "all'espansione"), per le ricchezze e l’orgoglio genovese. E allora cosa c’era di meglio di sostituire nelle monete gli archi con la palma del “prutah” delle monete di Gerusalemme?

Scusate, sono tutte fantasie ricavate dai 4 libri che ho, mi lascio trasportare dall’idealizzare la Storia che invece ha bisogno di approcci ben diversi e ben documentati …ma per questo altri sono molto più bravi di me.

E allora finisco il mio "scoopino" facendovi vedere il prutah che, sì, è di molti anni prima, ma è sempre stato la moneta simbolo di Gerusalemme.

Qua altri esempi: http://www.coinproject.com/search_city_result.php?city=Bar-Kochba-Revolt&region=JUDAEA&type=12&sort=obv

Saluti e....abbiate pazienza per i miei sproloqui!

P.S. ...per i nostri amici di lingua francese voglio sottolineare che "scoopino" non è "brosse de toilette" ma è solo "piccolo scoop" ...anche se ... :D

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Modificato da dizzeta
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Ecco molto tempu che non avevo imbucato più sull'argomento..è un denaro nero di miei favoriti con sempre delle imperfezioni..? o dei segni? ...peso 1 g..? diam 16 mm... :pardon: .ma che tesoro questa Corsica .. :rofl:

1 g...ma no e posibile paolo...! la tua bilancina ed "ad patres" ....! :blum:

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1 g...ma no e posibile paolo...! la tua bilancina ed "ad patres" ....! :blum:

Ma che cosa ne sai di la mia bilancina ...amico , parli cume un piano crollato.....! 1 gramo no si discuta ...! no ne come il R di questo denaro..!

Modificato da Corsodinazione
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Forse mi sono lasciato prendere la mano , torniamo a guardare questa moneta del post 1497 e seguenti,

ha un punto sul retro (gruppo III) quindi è strano che pesi un grammo, il peso giusto dovrebbe essere intorno a 0,80 ...ma forse ha una patina pesante oppure non è ben pulito, dalla fotografia mi sembra un po' opaco.

Il punto alla destra della croce sembra "altissimo" nel senso che ha uno spessore veramente inusuale.

Sulla R di CVNRAD mi sembra invece ci sia una frattura del conio con relativa eccedenza, comunque è un bell'effetto!

Saluti cumpà ...in ogni caso è bellissima!

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Buonasera,

effettuo un’incursione in un terreno per me non abituale con questo denaro:

peso: 0.79 g, diametro 16 mm, sfasamento tra gli assi 90°.

Mi avventuro anche in un tentativo di classificazione: si tratta di un esemplare Baldassarri I b?

Un caro saluto,

Valerio

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