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Inviato

Buongiorno a tutti, vorrei presentare il mio esemplare di 5 Franchi Rep. Subalpina, l'an 10. Peso 24.6 grammi

t11776_5francslan10d.JPG

t11774_5francslan10r.JPG

La conservazione è bassina, però a me piace ,è una moneta carica di storia. Che ne pensate ?

Ho visto che sul Gigante la tiratura per questo anno è di 141.194 esemplari, mentre sul Montenegro e sul catalogo del forum è di 33.000. Come mai queste divergenze ?


Inviato

tutte le monete sono parte di "storia". Questa forse ha qualche "grammo" di storia in più rispetto alle altre. Mostra la totale sudditanza alla Repubblica Francese, con la legenda in francese, l'utilizzo del valore in franchi al posto della lira, e la denominazione di Gallia Subalpina (ma il Piemonte dov'è finito ? salvataggio in corner con ERIDANIA)

Fortunatamente i nostri incisori sono tra i più validi del primo 800 e Lavy ne ha ricavato una moneta ben equilibrata al diritto, con sottile incisione delle vesti e mirabile dettaglio dei volti delle due allegorie. Al rovescio i due rami a corona con l'utiizzo della palma al posto della quercia riempiono bene il campo nella sua semplicità.

Per la tiratura sono più propenso a numeri prossimi alle 150.000 unità. I 33.000 esemplari citati dal Montenegro mi paiono essere pochi. Andrebbe data una lettura al Carboneri, anche se questo periodo a cavallo dell'annessione del Piemonte alla Francia ha dati non perfettamente concordanti tra loro.

Piergi00 ha studiato bene il periodo e sicuramente può aggiungere molto a quanto ho appena scritto.


Inviato (modificato)

Come sempre le tirature riportate nei cataloghi sono da prendersi con le pinze

Nel testo del Carboneri a pagina 844 tabella B risultano 165.000 pezzi per il 1802 (an. 10 rep)

Questo scudo per peso e titolo risulta identico a quello coniato in Francia a partire dal 1796

Essendo presente il cuore segno del maestro Paolucci della zecca di Torino questa tipologia viene attribuita alla zecca piemontese

Tuttavia alcuni autori e pubblicazioni anche ufficiali sostengono la tesi della loro battitura insieme ai marenghi presso la zecca di Parigi

In una precedente discussione ho riportato su quali elementi si basa l' opinione del Carboneri :

A conferma della battitura del marengo nella zecca di Torino il dr. Giovanni Carboneri cita due autori : Engel e Serrane che cosi' scrivono nel loro trattato di numismatica

En 1799 les troupes francaises furent chassees d'Italie ,mais la victoire de Marengo , en 1800 , retablit la republique piemontaise sons le nom de Gaule subalpine.

Deux monnaies frappees a turin l' an 9 et l' an 10 et dont les coins , dus a Lavy , peuvent compter parmi les chef-d' ouvre de la gravure monetaire , rappelent ces evenements.

La piece d' or de 20 francs , connu sous le nom de "Marenghino", port a l' avers une tete de Minerve casquee et la legende : - L'Italie delivree a Marenco -.

Le reverse porte les mots : - Liberte , Egalite, Eridania - autour d' une couronne qui renferme , placees en trois lignes , les indications de le valeur et de l' annee republicaine

(Traite de numismatique moderne et contemporaine , di A.Engel e R. Serrure parte II pag.680 )

A sostegno dell' emissione torinese sempre il Carboneri fa due considerazioni basate su alcuni documenti reali :

In un verbale di ricognizione dell' attivo e del passivo della zecca torinese datato 5 giugno 1801 conservato nell' archivio di Stato a Torino e' scritto :

"Rottami delle pezze marengo m. 1-2-1-4. L. 787-14-11".

Questo presuppone che erano stati battuti a Torino questi marenghi essendo improbabile che fossero presenti degli scarti e rottami coniati da altre zecche e che potessero gia' figurare in bilancio dopo pochi mesi , il decreto di emissione risale infatti al 13 marzo del medesimo anno

Infine nei rapporti annuali dell' amministrazione delle monete e medaglie di Francia non si fa nessun cenno del marengo e dello scudo subalpino , inoltre non risultano coniati da zecche francesi monete d' oro decimali nel periodo 1801-1802

Un opposto punto di vista e' quello proposto da Lucio Ferri nel suo studio : "La monetazione in Piemonte durante l' occupazione napoleonica (1798-1814) "pubblicato sulla Rivista Italiana di Numismatica e Scienze Affini Vol. LXXXIII - 1981

Ecco il suo pensiero in sintesi :

"[..]LaCommissione Esecutiva del Piemonte decreta il 22 Ventoso anno IX , ossia il 13 marzo 1801 , la emissione di nuove monete.

Anzi sono due i decreti nella stessa data.

Uno prevede la emissione decimale da 5 franchi in argento , l' altro di una moneta decimale in oro da 20 franchi

[..]Altra moneta coniata con decreto portante la stessa data e' il pezzo da 20 franchi denominato Marengo.

Al diritto , intorno alla figura elmata e laureata la leggenda in francese dice : L'ITALIE DELIVREE A MARENCO. Al rovescio LIBERTE.EGALITE.ERIDANIA ,valore e data in corona di lauro.

Questo pezzo coniato nell'anno 9' (1801) e 10' (1802) viene a volte attribuito alla zecca di Torino perche' il decreto ne prevedeva la battitura in questa zecca.

La moneta, tuttavia e' stata coniata nella zecca di Parigi.

Nella relazione del Ministero del Tesoro del 1902 figura una nota che dice : " Nei primi anni del secolo (19') la zecca di Torino , considerata come una dipendenza della zecca di Parigi , non conio' monete d' oro.

I pezzi da 20 lire (marenghi) aventi il millesimo dal 1801 al 1804 furono battuti presso quest' ultima" .

Il direttore generale del Tesoro S. Zincone e' perentorio.

Consideriamo inoltre che sulla moneta manca ogni segno di zecca e il cuore simbolo del maestro di zecca Paoletti.

Ben curioso e' anche l' errore di grafia per cui la G di Marengo diventa una C

A Torino si doveva ben conoscere il villaggio piemontese , a Parigi forse un po' meno.

Ricordo infine che anche il CNI pur attribuendo il marengo alla zecca di Torino , segnala che la battitura e' stata eseguita a Parigi.

Queste monete, anche se formalmente decretate dalla Commissione Esecutiva del Piemonte , sono del tutto francesi.

Infatti , sono di metrologia decimale , la leggenda e' in francese , il valore espresso in franchi

Inoltre la leggenda fa riferimento solo ad una espressione geo-grafica e non geo-politica come era il dipartimento dell' Eridanio o piu' genericamente alla Gallia Subalpina

Viste le caratteristiche delle monete , nel particolare contesto storico nel quale vedono la luce , possiamo considerarle monete di occupazione

p.s. per chi e' interessato lo stessa autore sostiene , con valide argomentazioni ,anche l' attribuzione del 2 soldi alla Repubblica Piemontese come aveva gia' fatto il CNI invece che a quella Subalpina

Modificato da piergi00

Inviato

Inserisco alcune pagine tratte da una Tariffa dell' epoca recuperata tempo fa presso una libreria:

TARIFFA E CONTI FATTI IN VALORE DI PIEMONTE E DI FRANCIA DELLE MONETE D'ORO E D'ARGENTO CORRENTI NELLA 27 DIVISIONE MILITARE.... TORINO Tipografia SOFFIETTI 1802

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Inviato

Grazie per le risposte,

Però se nel testo del Carboneri risultano 165.000 pezzi per il 1802 (an. 10 rep), si sa dove il Gigante prende il dato di 141.194 pezzi coniati ? E a cosa fa riferimento il Montenegro, con i suoi 33.000 pezzi coniati per l'an 10 ?


Inviato

Bella domanda.....


Inviato

Andrebbero sempre citate le fonti, solo che esigenze editoriali il più delle volte vengono omesse.


Inviato

Ho capito. E' un mistero da risolvere...:unsure:


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