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Inviato (modificato)

Sto raccogliendo dati e informazioni sulla zecca di Piombino (1594-1699). Chiunque fosse in grado di fornire notizie, foto di monete, ecc. è pregato vivamente di rispondere.

Grazie a tutti

Luciano Giannoni- curatore della raccolta numismatica del Comune di Piombino

Modificato da Lu.Giannoni
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Inviato

Posso fornire un pò di bibliografia utile:

AA.VV., Le monete di Piombino: dagli etruschi ad Elisa Baciocchi. Catalogo della Mostra tenuta a Piombino,1 agosto-30 settembre 1987. Ospedaletto 1987.

Giannantonj, M., I Ludovisi e la zecca di Piombino, in «Cronaca Numismatica», 17. 1991, p. 7.

Traina, M., I Ludovisi e le monete battute a Piombino, in «Cronaca Numismatica», 214. 2009, pp. 4-5; 215. 2009, p. 3.


Inviato

Grazie intanto per queste prime notizie. L'articolo di Traina sul grosso in CN/241 lo conosco così come il catalogo (anche perchè la mostra l'avevo organizzata ed allestita), mentre non conoscevo l'articolo di Giannantonj.

Approfitto per dire che sono ovviamente a mia volta a disposizione degli interessati per quanto riguarda la monetazione del Principatp di Piombino così come quella di Lucca e Piombino.

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Inviato

Buonasera dott. Giannoni,

qui di seguito riporto la bibliografia che conosco, relativa alla zecca di Piombino. Ometto gli interventi presenti sul catalogo della mostra del 1987 e il saggio di Gradenigo in Zanetti II:

- Bellesia L.1997, Note su due monete di Piombino, «Schweizer Münzblätter», 47, 186, pp. 25-29.

- Brunetti L. 1966, Opus monetale Cigoi, Arnaldo Forni Editore, s.l. (ma Bologna), p. 106, nn. 704-705.

- Del Mancino A 1969, La crazia con santa Anastasia di Giovan Battista Ludovisii principe di Piombino, «RIN», 71, pp. 145-164.

- Melillo R. 2002, Quell’orientamento del bordo sempre trascurato o ignorato, «Cronaca Numismatica», 140, aprile, pp. 52-55.

- Melillo R. 2003, E' stata la rottura del conio a produrre la rara variante, «Cronaca Numismatica», marzo, p. 48.

- Petrucciani E. (a cura di) 2004, Il ferro il fuoco e l’oro. Follonica zecca di stato del principato di Piombino dall’età rinascimentale: gli Appiani d’Aragona e Boncompagni Ludovisi, catalogo della mostra, Follonica s.d. [ma 2004].

- Traina M. 1995, Quelle quattro stelle lo rendono inedito, «Cronaca Numismatica», 65, giugno, pp. 51-52 (viene pubblicato una variante del grosso di Giacomo VII Appiani signore di Piombino).

- Traina M. 2009, La posta. I Ludovisi e le monete battute a Piombino, «Cronaca Numismatica», gennaio, pp. 4-5 (Traina pubblica la foto del rarissimo mezzo scudo di Niccolò Ludovisi e uno strano soldo in argento di Gianbattista Ludovisi, facendo alcune ipotesi in proposito - v. anche CN 216-).

Spero di esserle stato utile. Cordiali saluti, Teofrasto

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Inviato

Scusate,

mi sono dimenticato, sempre di Roberto Melillo, Elisa Bonaparte Baciocchi. Quattro monete per una principessa, «Circolo Numismatico 'Mario Rasile'». Quaderno di Studi, 47, Settembre/Ottobre 2001. Formia, 2001.

Cordiali saluti, Teofrasto

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  • 1 mese dopo...
Inviato

penso che si svilupperà una bella discussione da seguire.


  • 1 mese dopo...
Inviato (modificato)

Sto raccogliendo dati e informazioni sulla zecca di Piombino (1594-1699). Chiunque fosse in grado di fornire notizie, foto di monete, ecc. è pregato vivamente di rispondere.

Grazie a tutti

Luciano Giannoni- curatore della raccolta numismatica del Comune di Piombino

Salve Luciano!

Dall'America rispondo al tuo richiamo e cerco come posso di aiutarti.

Io colleziono Regno e Republica, quindi Piombino non rientra nel mio campo di azione. Pero' la tua cittadina mi ha sempre interessato per la sua storia, la sua attivita' ferriera industriale e per le sue spiagge ( vado di tanto in tanto a fare il bagno a Baratti quando vengo in estate...).

Per l'interesse che porto per Piombino mi sono tenuto una sua monetina. Ha vissuto molto e deve aver passato molte peripezie prima di giungere nelle mie mani, ma come sai, tali monete sono difficili a trovarsi e quando si trovano non sono mai in buone condizioni.

Ma la loro importanza storica va al di la' del loro aspetto fisico. Spero quindi che, se anche non bella, tu la trovi interessante e possa esserti utile per il tuo studio e per la tua ricerca'.

Ecco a te un piccolo Quattrino di rame di Niccolo' Ludovisi direi del 1634. Buon studio e divertimento!

:)

DRITTO:

Piombino-QuattrinoNiccoloLudovisi1634Obverse.jpg

ROVESCIO:

Piombino-QuattrinoNiccoloLudovisi1634Reverse.jpg

Modificato da lgmoris

Inviato

Carissimo lgmoris, ti ringrazio per la cortesia e mi auguro di poterti incontrare a Piombino, dove potrò farti vedere la raccolta numismatica comunale dedicata alle monete (ahimè quelle poche che si riesce a trovare) e alle medaglie del Principato. Nell'occasione sarò ben lieto di darti una copia del volume da poco uscito sulla Zecca di Piombino.

A questo proposito, chi fosse interessato al volume LA ZECCA DI PIOMBINO: DA JACOPO VII APPIANI A GIOVAN BATTISTA LUDOVISI, da me curato nella collana dei quaderni dell'Archivio Storico Piombinese, può richiederlo (prezzo € 15,00) al seguente indirizzo: [email protected] .

Di seguito l'indice del volume:

INDICE

- O. Dellomodarme: PRESENTAZIONE

- M. Giachi: PRESENTAZIONE

- L.Giannoni: INTRODUZIONE

- F.M. Vanni: LA ZECCA DI PIOMBINO DA UN RIESAME DELLA BIBLIOGRAFIA E DELLA DO-CUMENTAZIONE ARCHIVISTICA

- L. Giannoni: I GROSSI DI JACOPO VII D’ARAGONA APPIANO: UN TENTATIVO DI SEQUEN-ZA DEI CONII

- F. Callaioli: UN GROSSO DI JACOPO VII

- E. Peccatori: LA SITUAZIONE ECONOMICA DEL PRINCIPATO DI PIOMBINO DURANTE IL GOVERNO DI NICCOLO’ E GIOVAN BATTISTA LUDOVISI (1634-1700) ALLA LUCE DELLE FONTI DOCUMENTARIE

- L. Giannoni: SUL BANDO “SOPRA LA PRIOBIZIONE DE’ QUATTRINI NERI CATTIVI , E CRAZIE SIMILI” EMESSO DAL GRANDUCA FERDINANDO II AL TEMPO DI GIOVAN BATTISTA LUDOVISI

- L. Giannoni: OSSERVAZIONI SULLA MEZZA PIASTRA INEDITA DEL 1697 CONSERVATA PRESSO IL BRITISH MUSEUM DI LONDRA

- S. Ferruzzi, L. Giannoni: L’OFFICINA DELLA ZECCA A MARCIANA: PROPOSTA DI RI-QUALIFICAZIONE AD USO MUSEALE

- M.Carrara: A PROPOSITO DI UNA MEDAGLIA DI LUIGI XIV: LA PRESA DI PIOMBINO E PORTO LONGONE DA PARTE DELLA FLOTTA FRANCESE

- BIBLIOGRAFIA


Inviato

Ciao Luciano,

congratulazioni per il tuo ultimo lavoro! Sembra molto interessante e credo che mi spingera' alla ricerca di altre monete della tua citta'. Accetto la tua gentile offerta e cerchero' di venire a farti visita questa estate. Mi piacerebbe infatti vedere la Collezione Comunale e le monete che sei riuscito a reperire.

Io ho in programma di venire in Italia a Luglio. A parte, tramite un PM ti comunichero' le date del mio soggiorno e quando potremmo vederci in Piombino.

Ancora cogratulazioni per il lavoro fatto ed us saluto!

A presto,

Lamberto


  • 1 anno dopo...
Inviato

Anche se non è la sezione delle novità editoriali, mi sembra il caso di postare qui, vista la discussione, l'opera che è stata pubblicata con la curatela di Luciano Giannoni e con i contributi - tra gli altri - di F.M. Vanni e di E. Peccatori. Un volumetto molto agile ed utile che ricostruisce la soria della monetazione del principato di Piombino, dagli Appiani ai Ludovisi.

Luciano Giannoni (A cura di)

La zecca di Piombino, da Iacopo VII Appiani a Giovan Battista Ludovisi

Nuovi Quaderni dell’Archivio Storico della Città di Piombino

Edizioni Archivinform, Venturina 2011 - € 15

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Inviato

Anche se non è la sezione delle novità editoriali, mi sembra il caso di postare qui, vista la discussione, l'opera che è stata pubblicata con la curatela di Luciano Giannoni e con i contributi - tra gli altri - di F.M. Vanni e di E. Peccatori. Un volumetto molto agile ed utile che ricostruisce la soria della monetazione del principato di Piombino, dagli Appiani ai Ludovisi.

Luciano Giannoni (A cura di)

La zecca di Piombino, da Iacopo VII Appiani a Giovan Battista Ludovisi

Nuovi Quaderni dell’Archivio Storico della Città di Piombino

Edizioni Archivinform, Venturina 2011 - € 15

Ciao Liutprand, perchè non fai anche una segnalazione in: Segnalazione novità editoriali e riviste

Penso avrebbe più visibilità, ciao e grazie. Giò

Awards

  • 1 anno dopo...
Inviato

Buongiorno a tutti.e' da tempo che volevo togliermi alcuni dubbi su un paio di quattrini suppongo di niccolo ludovisi e fare alcune domande al dott.giannoni.spero oggi pomeriggio di poter postare le foto.ovviamente le monete sono in bassa conservazione ma faro' del mio meglio .a presto.


Inviato (modificato)

Buongiorno a tutti.e' da tempo che volevo togliermi alcuni dubbi su un paio di quattrini suppongo di niccolo ludovisi e fare alcune domande al dott.giannoni.spero oggi pomeriggio di poter postare le foto.ovviamente le monete sono in bassa conservazione ma faro' del mio meglio .a presto.

Aspetto con piacevole curiosità le immagini. Nel frattempo saluti all'Elba da un oriundo elbano (rio-capoliverese).

Sei stato al piccolo museo della Zecca a Marciana? Nel bene o nel male, ho curato l'allestimento e i pannelli sulla monetazione del Principato che a Marciana, appunto, aveva una delle due officine della Zecca.

Modificato da Lu.Giannoni

Inviato

Buon giorno dott. Giannoni scusa(se posso darti del tu)ma ho avuto problemi con il telefonino con cui seguo il forum.ho avuto la fortuna di visitare la zecca ,ma solo prima dei lavori.E' un opera incredibile e spero di poterla vedere al piu presto terminata.avrei da farti alcune domande in proposito ma vorrei farti prima vedere 3 quattrini poi ne parliamo. Il primo pesa 0,58g diam. 14-15 mm. Ho notato un paio di particolarita'la prima e' la S rovesciata della legenda AUSTRO e la seconda e' la legenda sempre al verso in doppio giro attorno allo stemma stessa cosa per il perlinato.cosa ne pensi?post-29237-0-31050100-1408366141_thumb.jpost-29237-0-44925500-1408366175_thumb.jpost-29237-0-07224300-1408366200_thumb.j


Inviato

Buon giorno dott. Giannoni scusa(se posso darti del tu)ma ho avuto problemi con il telefonino con cui seguo il forum.ho avuto la fortuna di visitare la zecca ,ma solo prima dei lavori.E' un opera incredibile e spero di poterla vedere al piu presto terminata.avrei da farti alcune domande in proposito ma vorrei farti prima vedere 3 quattrini poi ne parliamo. Il primo pesa 0,58g diam. 14-15 mm. Ho notato un paio di particolarita'la prima e' la S rovesciata della legenda AUSTRO e la seconda e' la legenda sempre al verso in doppio giro attorno allo stemma stessa cosa per il perlinato.cosa ne pensi?attachicon.gifmir_20140817_233444.jpgattachicon.gifmir_20140818_005107.jpgattachicon.gifmir_20140817_234726.jpg

Il quattrino postato è del tipo con al R/ la cartella dello stemma circolare e non è frequentissimo. La "doppia" legenda è dovuta ad una ribattitura di conio, cosa non infrequente nei quattrini di Niccolò.

La <S> rovesciata è uno dei frequenti errori presenti in queste monete, parte delle quali venivano sicuramente coniate a Marciana.

Ti sarei grato se mi volessi postare anche le altre, dato che da tempo sto raccogliendo un database delle monete piombinesi.

P.S.

Il 25 sarò a Marciana per una conferenza sula monetazione napoleonica; se capiti possiamo scambiare due chiacchere.


Inviato

2°quattrino peso 0,56 diam.15 la particolarita'piu'evidente e' che ho per sbaglio postato la foto del rovescio capovolta.post-29237-0-01206300-1408396912_thumb.jpost-29237-0-01201100-1408396936_thumb.j


Inviato

Questo invece una particolarita'vera ce l'ha.e'un po in sovrappeso 1,00 g tondo tondo e da 16 a 20mm il diametro.aspetto le tue preziose considerazioni e ti chiedo se , visto che lo Zecchini e' cosi' scettico,su cosa si basa la tua convinzione che l' officina abbia realmente funzionato.tutto su

quelle due righe dello Zanetti o conosci qualche moneta direttamente riconducibile a questa zecca?ti ringrazio e faro' di tutto per essere a marciana il 25 saluti giovanni(margheludo).

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Inviato

Questo invece una particolarita'vera ce l'ha.e'un po in sovrappeso 1,00 g tondo tondo e da 16 a 20mm il diametro.aspetto le tue preziose considerazioni e ti chiedo se , visto che lo Zecchini e' cosi' scettico,su cosa si basa la tua convinzione che l' officina abbia realmente funzionato.tutto su

quelle due righe dello Zanetti o conosci qualche moneta direttamente riconducibile a questa zecca?ti ringrazio e faro' di tutto per essere a marciana il 25 saluti giovanni(margheludo).

Cerco di risponderti sulla questione "Zecca".

Il principato di Piombino inizia le proprie coniazioni nel 1595 con Jacopo VII Appiani; interrotte nel 1603, riprendono con Niccolò Ludovisi nel 1640, per terminare con Giovan Battista Ludovisi alla fine del '600.

E' abbastanza noto che i piccoli stati coniavano più per motivi di prestigio che per reale necessità, visto che le monete valevano per il loro valore intrinseco e che dal '400 fino alla fine del '500 Piombino non aveva avuto moneta propria ma questo non aveva creato nessun problema economico, anzi. E' altrettanto noto che i vari signori (parlo sempre di piccoli stati) preferivano avere la Zecca (che era di loro proprietà personale e non dello Stato) sotto il loro diretto controllo, quasi sempre nel loro stesso palazzo o nelle immediate vicinanze. Zecca che, di regola, aveva una propria officina gestita direttamente da persone di fiducia del signore appaltata a terzi.

Il principato di Piombino aveva la particolarità di essere diviso in due dal canale di Piombino che nel XVII secolo (ma anche prima e dopo) era reso insicuro non solo dalle frequenti mareggiate ma anche da una non infrequente presenza di pirati e predoni. Dovendo fornire di propria moneta l'isola era molto meno rischioso trasportare da Piombino all'Elba il rame che non le monete già coniate. Parlo di rame perchè da alcuni documenti che ho trovato di recente nell'Archivio Segreto Vaticano risulta che l'argento fosse utilizzato rifondendo monete spagnole (Portolongone) o fiorentine (Portoferraio) presenti sull'Elba. Da questo documento avrei motivo di supporre che sull'Elba venisse coniata solo moneta di piccolo taglio (mezzi giulij, crazie e quattrini) che serviva all'uso quotidiano della popolazione.

Con queste premesse, veniamo allo Zanetti che parla di quattro officine: due in continente (Piombino e Follonica) e due isolane (Marciana e Rio Elba).

Poichè è evidente che quattro officine per uno stato che contava non più di 5.000 abitanti erano eccessive, è naturale escludere le due che non rispondono a nessun criterio funzionale, Follonica e Rio, oltretutto piccoli centri ben poco difendibili. Resta Piombino, con l'officina "...nei pressi della Cittadella...(residenza dei principi)" e Marciana nella " casa Bernotti..." che guarda caso era il <majordomo> dei Ludovisi sull'elba e la cui residenza è tutt'uno con la residenza estiva dei principi di Piombino e risponde quindi alle caratteristiche cui sopra ho fatto cenno.

Lo Zecchini è un bravo archeologo (magari non certo "...uno dei massimi esperti di Etruscologia..." come enfaticamente lo descrive il giornalista e come spero lui stesso non si sia autodefinito) ma non mi risulta ssere uno studioso della monetazione piombinese.

Naturalmente gli ambienti recentemente restaurati a Marciana non sono tutta "l'officina della Zecca" ma sono alcuni ambienti di un'officina certamente più ampia; problemi di varia natura hanno impedito al comune di Marciana di acquisire quelli che verosimilmente potevano essere gli altri locali, ma resta comunque, a mio avviso - e non solo perchè ne ho curato l'allestimento - un'operazione importante per arricchire la storia di Marciana e del Principato.

Infine due parole sulla "tomba etrusca" ipotizzata dallo Zecchini. Visto che non sono un etruscologo (ma conosco eminenti studiosi di etruscologia), possiamo ragionevolmente dire che ci sono motivi a favore dell'ipotesi ed altrettanti contrari e che un'approfondimento non può che essere benvenuto. Quello che a me pare evidente è che le due cose - tomba etrusca prima e parte dell'officina della Zecca poi - non sono nè antitetiche nè in contrasto tra loro, anzi, grazie al lavoro di restauro conservativo fatto, accrescono il valore del tutto. Non mi pare invece che il problema debba essere affrontato con quel lieve tono di spocchia presente nelle dichiarazioni dell'amico Zecchini.

Mi spiace di essere stato un po' lungo, ma l'argomento, come puoi capire, mi appassiona.

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Inviato (modificato)

L'unico mio dubbio riguarda il fatto che si tratta di un'opera che ha necessitato di tempi lunghi e di fatiche immani,e se fosse servita magari anche solo come caveau , bastava anche un po meno profonda e con un solo locale.credo che sia piu' verosimile che sia una tomba ad ipogeo riutilizzata a mestiere e che la residenza sia stata scelta in funzione di questa.grazie per la lezione di storia e scusa te se avanzo ipotesi su un argomento che non conosco poi cosi' bene a presto saluti dalla nostra meravigliosa isola.PS. PERDONA LA DOMANDA ROMANTICA MA QUANTE PROBABILITA HO DI POSSEDERE ALMENO UN QUATTRINO CONIATO A MARCIANA?

Modificato da margheludo

Inviato

L'unico mio dubbio riguarda il fatto che si tratta di un'opera che ha necessitato di tempi lunghi e di fatiche immani,e se fosse servita magari anche solo come caveau , bastava anche un po meno profonda e con un solo locale.credo che sia piu' verosimile che sia una tomba ad ipogeo riutilizzata a mestiere e che la residenza sia stata scelta in funzione di questa.grazie per la lezione di storia e scusa te se avanzo ipotesi su un argomento che non conosco poi cosi' bene a presto saluti dalla nostra meravigliosa isola.PS. PERDONA LA DOMANDA ROMANTICA MA QUANTE PROBABILITA HO DI POSSEDERE ALMENO UN QUATTRINO CONIATO A MARCIANA?

Il tuo dubbio è più che legittimo e in parte l'ho avuto anch'io e vale sia per l'ipotesi caveau che per l'ipotesi tomba. Le tombe ipogee etrusche sono di regola scavate in rocce tenere (panchina, tufo, ecc.) ma non mi sento di escludere apriori l'ipotesi della tomba riutilizzata come caveau così come l'ipotesi della realizzazione in epoca rinascimentale; non dimentichiamo che la lavorazione del granito a Marciana ha tradizioni millenarie.

Per quanto riguarda la tua domanda "romantica" posso solo dirti che, a tutt'oggi, non ci sono documenti che ci possano consentire una risposta certa.

Personalmente ho anch'io una mia ipotesi "romantica" ma non la metterò mai per scritto! Semmai ne parleremo a voce a Marciana. A parte gli scherzi, mi sentirei tranquillo a scommettere un 40-50% di probabilità, basandomi sul fatto che la popolazione elbana era pressappoco equivalente a quella "continentale". La differenza tra le due officine poteva essere semmai relativa alle coniazioni di monete d'oro e in argento di grande modulo che, a logica, potevano essereconiate preferibilmente nell'officina piombinese.

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Inviato

GRAZIE ANCORA PER IL TEMPO CHE MI HAI DEDICATO SE RIESCO A FARMI PRESTARE DA UN AMICO UN QUATTRINO DI G.BATTISTA LO POSTO,MA NON SO QUANDO CI RIUSCIRO'.FARO' DI TUTTO PER ESSERE A MARCIANA IL 25 A PRESTO.


Inviato

Complimenti intanto per la discussione che penso possa interessare molti e quindi cerco di tenerla accesa in particolare sulla parte elbana, conoscendo bene Marciana Alta, per trascorsi giovanili estivi ormai purtroppo lontani, il suo museo che ricordo ricco di cimeli romani, anfore olearie, vinarie e chissà cosa c'è ancora da trovare in quei bellissimi mari.....

Il fatto che l' Elba abbia avuto una zecca e comunque coniato rientra in quelle che io chiamo storie numismatiche che fanno sognare e che possono far scatenare ipotesi affascinanti.

Mi domandavo se si sapeva qualcosa di più sui locali della zecca, sulla loro potenzialità e se la manodopera fosse locale.

Interessante effettivamente capire cosa si coniasse in Marciana, se come dice Giannoni essenzialmente moneta povera, quindi una distinzione per metallo e modulo, o una forma mista con produzioni di ogni tipologia sia a Piombino che a Marciana , a parte il documento citato da Giannoni che all'Elba andava rame e potrebbe portarci verso una direzione, la domanda che pongo voi è se per esempio non vi risultano segni identificativi di zecca o di zecchiere che possano far pensare a una distinzione su questa moneta tra le due produzioni e a fare qualche ipotesi anche in tal senso.

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Inviato

Complimenti intanto per la discussione che penso possa interessare molti e quindi cerco di tenerla accesa in particolare sulla parte elbana, conoscendo bene Marciana Alta, per trascorsi giovanili estivi ormai purtroppo lontani, il suo museo che ricordo ricco di cimeli romani, anfore olearie, vinarie e chissà cosa c'è ancora da trovare in quei bellissimi mari.....

Il fatto che l' Elba abbia avuto una zecca e comunque coniato rientra in quelle che io chiamo storie numismatiche che fanno sognare e che possono far scatenare ipotesi affascinanti.

Mi domandavo se si sapeva qualcosa di più sui locali della zecca, sulla loro potenzialità e se la manodopera fosse locale.

Interessante effettivamente capire cosa si coniasse in Marciana, se come dice Giannoni essenzialmente moneta povera, quindi una distinzione per metallo e modulo, o una forma mista con produzioni di ogni tipologia sia a Piombino che a Marciana , a parte il documento citato da Giannoni che all'Elba andava rame e potrebbe portarci verso una direzione, la domanda che pongo voi è se per esempio non vi risultano segni identificativi di zecca o di zecchiere che possano far pensare a una distinzione su questa moneta tra le due produzioni e a fare qualche ipotesi anche in tal senso.

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Il problema - negativo - è costituito dalla pressochè assenza di documenti relativi all'attività della zecca piombinese. Attualmente sono riuscito a trovare, come ho detto a <margheludo> , presso l'archivio Segreto Vaticano il libretto delle entrate e uscite del 1643, di cui esiste copia e probabile integrazione nell'Archivio di Stato di Firenze. Teniamo presente che quando lo Zanetti scrive sulle monete di Piombino erano passati meno di cent'anni dalla fine delle coniazioni eppure ebbe difficoltà a reperire informazioni, tant'è che alcune monete non sono nè citate nè illustrate o lo sono solo parzialmente.

Sembrerebbe abbastanza chiaro che il personale (il libretto parla di due mastri zecchieri) fosse stipendiato, ma non ci sono elementi per sapere se avevano aiutanti e quanti potessero eventualmente essere.

Non ci sono segni di zecchieri sulle monete di Niccolò Ludovisi tranne che per la piastra del 1654 ed il testone del 1650 e 51 che hanno una R; anche alcuni mezzi giulij senza data riportano la sigla MG che tuttavia non corrisponde, come la R, a nessuno dei mastri zecchieri citati nel libretto del 1643.

Per la precisione, sia che l'officina fosse piombinese o marcianese, nel libretto si parla solo di monete in rame (quattrini), in mistura (crazie) e mezzi giulij (argento); questi ultimi sono le uniche monete datate 1643.

Per concludere, i dati sulla zecca piombinese sono estremamente scarsi; questo rende difficile lo studio ma ha aggiunge allo studio il fascino della ricerca della speranza di trovare qualcosa di nuovo. Lascio solo immaginare come mi brillassero gli occhi appena avuto sottomano il libretto del 1643 dopo anni di ricerche!


  • 2 settimane dopo...
Inviato

Molto interessanti queste storie e questi dati, ero a Piombino ieri, vengo spesso lì, prima ci tenevo la barca e dell Elba sono molto legato a Cavo frazione di Rio nell Elba.

Rio nell Elba é stata molto famosa per la pirite e per il ferro ancora visibile dalla costa sotto il promontorio di capo Pero di Rio.

Concordo con @@Lu.Giannoni esperto del periodo che fosse molto meno inespugnabile il castello di Piombino o la cittadina che Marciana, quindi molto probabile che trasportassero il ferro o il rame dall isola a Piombino per far coniare le monete.

Lo stesso ferro e rame che servì per l abbazia di San Galgano a Chiusdino..

A Piombino ci sono i cosiddetti quartieri Spagnoli come a Napoli, fitti e molto ben riparati, interessante il fatto della fusione delle monete Spagnole per batterle con nostra zecca.

Mi piacerebbe molto avere la piastra o il testone dei Ludovisi, sono estremamente rare?

colleziono il periodo Dei Medici e le raffigurazioni del testone del Ludivisi sono simimi a quelle di Cosimo III..

Ricordo a Piombino il piccolo porticciolo Mediceo sotto piazza Bovio dove sono stati girati diversi film..

Saluti

Fofo


Inviato

Molto interessanti queste storie e questi dati, ero a Piombino ieri, vengo spesso lì, prima ci tenevo la barca e dell Elba sono molto legato a Cavo frazione di Rio nell Elba.

Rio nell Elba é stata molto famosa per la pirite e per il ferro ancora visibile dalla costa sotto il promontorio di capo Pero di Rio.

Concordo con @@Lu.Giannoni esperto del periodo che fosse molto meno inespugnabile il castello di Piombino o la cittadina che Marciana, quindi molto probabile che trasportassero il ferro o il rame dall isola a Piombino per far coniare le monete.

Lo stesso ferro e rame che servì per l abbazia di San Galgano a Chiusdino..

A Piombino ci sono i cosiddetti quartieri Spagnoli come a Napoli, fitti e molto ben riparati, interessante il fatto della fusione delle monete Spagnole per batterle con nostra zecca.

Mi piacerebbe molto avere la piastra o il testone dei Ludovisi, sono estremamente rare?

colleziono il periodo Dei Medici e le raffigurazioni del testone del Ludivisi sono simimi a quelle di Cosimo III..

Ricordo a Piombino il piccolo porticciolo Mediceo sotto piazza Bovio dove sono stati girati diversi film..

Saluti

Fofo

Alcune piccole precisazioni.

All'Elba il minerale predominante è il ferro, concentrato nel versante orientale (Rio e Capoliveri) ed è presente nelle sue varie forme chimiche (ferro puro, emamenti tite, pirite, ecc.) mentre la presenza del rame non sembra essere così importante da essere estratto e commercializzato (parlo ovviamente del XVII secolo).Dai documenti sembrerebbe che il rame utilizzato nella Zecca provenisse essenzialmente da rottami (pentole, attrezzi, ecc.).

Per quanto riguarda i testoni , scudi, doppie, piastre e zecchini, dalle indagini che ho fatto in questi anni parlerei o di pezzi unici o comunque di un numero di monete - per ciascun tipo - che si può contare al massimo sulle dita delle mani. Mi risulta che il pezzo venduto più recentemente sia stato uno zecchino nel 1960 per 800.000 lire!

Non so nulla invece dei "quartieri spagnoli" a Piombino. Ne sei proprio sicuro?


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