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Attenzione però, non confondiamo piani diversi di falsificazione. Esistevano imitazioni e contraffazioni, e la linea che passava tra queste due cose era molto sottile. In entrambi i casi però la moneta non era perfettamente identica all'originale imitato, ma riportava qualche segno che la contraddistingueva. Il più famoso principe contraffattore della storia, ossia Rodolfo Gonzaga di Castiglione, nonostante la sua turpe attività ha prodotto sempre monete che avevano qualche lettera o legenda che riconducesse a Castiglione o comunque che differenziava la moneta dai tipi originali imitati (quasi sempre baiocchelle papali).

Qui invece siamo su un piano diverso: abbiamo una moneta che è l'esatta copia del bianco di Savoia, non riporta alcun elemento che possa assegnarla a zecca diversa, e la sua origine di falso (al di là di vari piccoli dettagli che possono stonare) è data dal fatto che è suberata. Quindi questa non è una contraffazione, ne tantomeno un tentativo di imitazione, ma è un falso vero e proprio, come può esserlo 1 Euro di oggi che non entra nella macchinetta del caffè. Mentre un principe che produceva contraffazioni poteva sempre cavarsela (e difatti Rodolfo Gonzaga fu levato di mezzo non dall'imperatore o da altre autorità superiori, ma dai suoi sudditi stanchi delle sue angherie), molto più grave era la situazione per un principe che era coinvolto in uno spaccio di falsi veri e propri. L'altro giorno rileggevo uno dei cataloghi BAM nel quale si parlava della zecca di Novellara, e c'era un riferimento a un processo nel quale venne coinvolto Alfonso II, conte di Novellara. Si era infatti verificata la presenza sul mercato di un notevole numero di falsi (sottolineo falsi, non contraffazioni) talmente ben fatti che molte volte nemmeno gli zecchieri delle zecche originarie erano in gradi di distinguerli dalle monete genuine. Le indagini portarono ad incriminare alcuni addetti della zecca di Novellara, e fu coinvolto pure il principe, che rischiò pure di essere dichiarato decaduto dei suo titoli. La cosa fece molto scalpore all'epoca, ed è questo che intendevo dire: erano cose che succedevano, ma non così frequentemente, e quando succedevano si alzava un polverone colossale. Come se oggi si venisse a scoprire che alla zecca di Roma gli addetti, con la complicità di qualche politico, producono moneta falsa e la spacciano all'estero!

Insomma, ovviamente nulla può essere escluso, però mi sentirei di dire che l'ipotesi di falso di zecca minore non sia così probabile.

Modificato da Paolino67
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Per avere più notizie sulla situazione dell'epoca,aggiungo un inserto del bando citato,

che avevo tralasciato. Da questo passaggio si nota che l'individuazione dei falsi delle

zecche minori non era poi cosi facile,per cui la supposizione che la moneta di Savoiardo

sia uno di questi potrebbe reggere.

post-3514-0-21501700-1297428245_thumb.jp

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il problema e` che si sono perse le notizie di tutto questo

ci sono gli atti del processo del conte di Novellara ?

che monete erano ?

se han pescato lui chissa quanti non ne han presi

per quello che secondo me e` un falso di zecca

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insomma! era un periodo moooolto difficile, chissà quanti hanno nelle loro collezioni , in buona fede, coni non originali, le zecche erano diverse ed in quelle piccole forse era piu' facile "corrompere" chicchessia. Malgrado io ' sostenga che il bianco di Savoiardo sia un falso d'epoca, e che non provenga da zecche ufficiali, a titolo di curiosità "posto" una ricerca di qualche anno fa sulla zecca di Pomponesco dove si notano anche qui, contraffazioni dei savoia

Modificato da profausto
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insomma! era un periodo moooolto difficile, chissà quanti hanno nelle loro collezioni , in buona fede, coni non originali, le zecche erano diverse ed in quelle piccole forse era piu' facile "corrompere" chicchessia. Malgrado io ' sostenga che il bianco di Savoiardo sia un falso d'epoca, e che non provenga da zecche ufficiali, a titolo di curiosità "posto" una ricerca di qualche anno fa sulla zecca di Pomponesco dove si notano anche qui, contraffazioni dei savoia

queste sono contraffazioni....

lo quoto in pieno!

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Supporter

Attenzione però, non confondiamo piani diversi di falsificazione. Esistevano imitazioni e contraffazioni, e la linea che passava tra queste due cose era molto sottile. In entrambi i casi però la moneta non era perfettamente identica all'originale imitato, ma riportava qualche segno che la contraddistingueva. Il più famoso principe contraffattore della storia, ossia Rodolfo Gonzaga di Castiglione, nonostante la sua turpe attività ha prodotto sempre monete che avevano qualche lettera o legenda che riconducesse a Castiglione o comunque che differenziava la moneta dai tipi originali imitati (quasi sempre baiocchelle papali).

Qui invece siamo su un piano diverso: abbiamo una moneta che è l'esatta copia del bianco di Savoia, non riporta alcun elemento che possa assegnarla a zecca diversa, e la sua origine di falso (al di là di vari piccoli dettagli che possono stonare) è data dal fatto che è suberata. Quindi questa non è una contraffazione, ne tantomeno un tentativo di imitazione, ma è un falso vero e proprio, come può esserlo 1 Euro di oggi che non entra nella macchinetta del caffè. Mentre un principe che produceva contraffazioni poteva sempre cavarsela (e difatti Rodolfo Gonzaga fu levato di mezzo non dall'imperatore o da altre autorità superiori, ma dai suoi sudditi stanchi delle sue angherie), molto più grave era la situazione per un principe che era coinvolto in uno spaccio di falsi veri e propri. L'altro giorno rileggevo uno dei cataloghi BAM nel quale si parlava della zecca di Novellara, e c'era un riferimento a un processo nel quale venne coinvolto Alfonso II, conte di Novellara. Si era infatti verificata la presenza sul mercato di un notevole numero di falsi (sottolineo falsi, non contraffazioni) talmente ben fatti che molte volte nemmeno gli zecchieri delle zecche originarie erano in gradi di distinguerli dalle monete genuine. Le indagini portarono ad incriminare alcuni addetti della zecca di Novellara, e fu coinvolto pure il principe, che rischiò pure di essere dichiarato decaduto dei suo titoli. La cosa fece molto scalpore all'epoca, ed è questo che intendevo dire: erano cose che succedevano, ma non così frequentemente, e quando succedevano si alzava un polverone colossale. Come se oggi si venisse a scoprire che alla zecca di Roma gli addetti, con la complicità di qualche politico, producono moneta falsa e la spacciano all'estero!

Insomma, ovviamente nulla può essere escluso, però mi sentirei di dire che l'ipotesi di falso di zecca minore non sia così probabile.

e quello che dice paolino anche!!!

devo vedere ma mi ricordo che un appaltatore di zecca, mi pare proprio sotto carlo emanuele, sia stato giustiziato per frode... mi pare che lo abbiano cotto vivo.... :(

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il problema e che queste cose non le studia nessuno

qui stiamoa perdere tempo sulle conservazioni degli aquilini e non passiamo tempo su queste cose.

fossi in te andrei a cercare se riesci a trovare un collegamento tra l appaltatore e la moneta , per esempio perche` e` stato cotto vivo.

inoltre quali erano i canali di immissione delle monete false nell economia ?

nessuno lo sa cioe come facevo io zecca o appaltatore o falsario a immettere le monete ?

per esempio a castiglione coniavano le baiocchelle di fano che dista 400 km come venivano immesse ? e dove venivano immesse

stesso discorso per le savoia che distano 200km e oltre da castiglione

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Attenzione però, non confondiamo piani diversi di falsificazione. Esistevano imitazioni e contraffazioni, e la linea che passava tra queste due cose era molto sottile. In entrambi i casi però la moneta non era perfettamente identica all'originale imitato, ma riportava qualche segno che la contraddistingueva. Il più famoso principe contraffattore della storia, ossia Rodolfo Gonzaga di Castiglione, nonostante la sua turpe attività ha prodotto sempre monete che avevano qualche lettera o legenda che riconducesse a Castiglione o comunque che differenziava la moneta dai tipi originali imitati (quasi sempre baiocchelle papali).

Qui invece siamo su un piano diverso: abbiamo una moneta che è l'esatta copia del bianco di Savoia, non riporta alcun elemento che possa assegnarla a zecca diversa, e la sua origine di falso (al di là di vari piccoli dettagli che possono stonare) è data dal fatto che è suberata. Quindi questa non è una contraffazione, ne tantomeno un tentativo di imitazione, ma è un falso vero e proprio, come può esserlo 1 Euro di oggi che non entra nella macchinetta del caffè. Mentre un principe che produceva contraffazioni poteva sempre cavarsela (e difatti Rodolfo Gonzaga fu levato di mezzo non dall'imperatore o da altre autorità superiori, ma dai suoi sudditi stanchi delle sue angherie), molto più grave era la situazione per un principe che era coinvolto in uno spaccio di falsi veri e propri. L'altro giorno rileggevo uno dei cataloghi BAM nel quale si parlava della zecca di Novellara, e c'era un riferimento a un processo nel quale venne coinvolto Alfonso II, conte di Novellara. Si era infatti verificata la presenza sul mercato di un notevole numero di falsi (sottolineo falsi, non contraffazioni) talmente ben fatti che molte volte nemmeno gli zecchieri delle zecche originarie erano in gradi di distinguerli dalle monete genuine. Le indagini portarono ad incriminare alcuni addetti della zecca di Novellara, e fu coinvolto pure il principe, che rischiò pure di essere dichiarato decaduto dei suo titoli. La cosa fece molto scalpore all'epoca, ed è questo che intendevo dire: erano cose che succedevano, ma non così frequentemente, e quando succedevano si alzava un polverone colossale. Come se oggi si venisse a scoprire che alla zecca di Roma gli addetti, con la complicità di qualche politico, producono moneta falsa e la spacciano all'estero!

Insomma, ovviamente nulla può essere escluso, però mi sentirei di dire che l'ipotesi di falso di zecca minore non sia così probabile.

e quello che dice paolino anche!!!

devo vedere ma mi ricordo che un appaltatore di zecca, mi pare proprio sotto carlo emanuele, sia stato giustiziato per frode... mi pare che lo abbiano cotto vivo.... :(

il punto pero` che faccio io e` piu` sottile

cioe` queste contraffazioni le conosciamo perche` sono diverse

pero` come facciamo ad escludere che queste zecche non producessero anche falsi ?

la tecnologia ce l avevano e sicuramente i falsi come il tuo sono piu` profittevoli di una contraffazione

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cioe` queste contraffazioni le conosciamo perche` sono diverse

pero` come facciamo ad escludere che queste zecche non producessero anche falsi ?

la tecnologia ce l avevano e sicuramente i falsi come il tuo sono piu` profittevoli di una contraffazione

Differenza abbastanza irrilevante a questo punto, secondo me. Tieni presente che obiettivo di queste contraffazioni, almeno quelle destinate al mercato interno, era principalmente la moneta erosa o plateale che dir si voglia (moneta in mistura), in ogni caso la moneta usata dal popolo, che era sostanzialmente analfabeta e quindi non in grado di distinguere piccole differenze nelle scritte. Ai fini pratici quindi, una contraffazione abbastanza simile all'originale poteva essere spacciata in modo altrettanto efficiente quanto un ipotetico falso identico. Dato che queste piccole variazioni erano un artificio che metteva al riparo da conseguenze più gravi in caso di scoperta (perché a rigore non si poteva più parlare di falso), perché il falsario avrebbe dovuto rischiare creando falsi identici senza averne alcun vantaggio supplementare rispetto a una "buona" contraffazione? Invece sono molto interessanti le tue domande sulle dinamiche dello "spaccio", su cui in effetti almeno io ne so abbastanza poco.

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le mie sono ipotesi.

secondo me la produzione di un falso di buona qualita` come questo presuppone certe competenze tecniche che secondo me erano in zecca,

poi se troviamo un maestro di conii che andato in pensione si e` messo a fare il falsario non lo sapremo mai.

purtroppo sulle dinamiche dello spaccio ne sappiamo tutti troppo poco.

se ci pensi ci si dovrebbe essere accorti appena un quantitativo di moneta falsa entrava in circolazione

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La svalutazione sotto Carlo II aveva raggiunto livelli allarmanti e la Riforma di Emanuele Filiberto era atta a mettere un po' d'ordine nella circolazione monetaria nel Ducato di Savoia. Non siamo molto lontani da quel periodo: infatti Carlo Emanuele I sale al potere nel 1580, alla morte del padre Emanuele Filiberto.

Le finanze del Ducato erano compromesse: perchè quindi non battere moneta con minore bontà?

A mio parere si potrebbe cercare in questa direzione.

Saluti,

N.

Modificato da niko
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La svalutazione sotto Carlo II aveva raggiunto livelli allarmanti e la Riforma di Emanuele Filiberto era atta a mettere un po' d'ordine nella circolazione monetaria nel Ducato di Savoia. Non siamo molto lontani da quel periodo: infatti Carlo Emanuele I sale al potere nel 1580, alla morte del padre Emanuele Filiberto.

Le finanze del Ducato erano compromesse: perchè quindi non battere moneta con minore bontà?

A mio parere si potrebbe cercare in questa direzione.

Saluti,

N.

questa e` una grande spiegazione.

in effetti introduce un elemento nuovo alla discussione che rimette in gioco la teoria che possa essere un falso prodotto con i conii veri come sosteneva savoiardo

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questa e` una grande spiegazione.

in effetti introduce un elemento nuovo alla discussione che rimette in gioco la teoria che possa essere un falso prodotto con i conii veri come sosteneva savoiardo

Veramente a ma pare che Niko dica una cosa completamente diversa da ciò che affermi tu, ossia che la moneta potrebbe non essere un falso ma una moneta originale di minore bontà (a causa delle sfavorevoli congiunture economiche da lui citate).

Per quanto riguarda i discorsi emersi in precedenza, posso dire che da quanto ne so, in molti casi lo spaccio delle contraffazioni avveniva per mezzo di mercanti che commerciavano nelle regioni di provenienza delle monete contraffatte. Nel XVI secolo nelle zecca di Casale Monferrato nel periodo di dominio di Guglielmo Gonzaga, vennero prodotte parecchie contraffazioni/imitazioni di liard o petit blanc francesi che come ho scritto sopra, venivano poi vendute a mercanti che si recavano a commerciare in Francia. E pare pure che, almeno in alcuni casi, queste contraffazioni venissero addirittura commissionate dai mercanti stessi.

In un'altra testimonianza arrivante da documenti d'epoca abbiamo il racconto dello spaccio di baiocchelle prodotte nella zecca di Gazoldo: lo zecchiere vendeva le monete contraffatte a una "donna nominata la signora Francesca" la quale assieme a dei complici le andava a spacciare sui mercati marchigiani.

Per quanto riguarda le contraffazioni di Castiglione, va detto che la lontananza delle monete contraffatte dalle zecche originali era indubbiamente un vantaggio, e la scelta di queste monetine pontificie dovuto al fatto che proprio in quel periodo le baiocchelle papali avevano visto ridurre il proprio contenuto di fino senza un un abbassamento del valore legale, il che rendeva ancor più proficuo contraffarle. La mole di contraffazioni prodotte da Castiglione era tale che constrinse lo stato pontificio a ritirare tutte (quindi sia le buone che le false) le baiocchelle prodotte nelle zecche marchigiane (ossia quelle prese di mira) che vennero addirittura chiuse.

Per quanto riguarda infine la questione riguardante la zecca di Novellara, abbiamo documenti precisi di quanto avvenne all'epoca: Nel 1669 a Guastalla, alcune persone vennero arrestate perchè sospettate di spaccio di monete false, e nelle loro abitazione vennero rinvenuti un notevole numero di falsi di varie zecche, quali Mantova, Parma, Guastalla, Bologna, Milano, Firenze e Genova. Il duca di Guastalla Ferdinando III avviò una sorte di commissione d'inchiesta informando le cancellerie degli stati di appartenza delle monete contraffatte. Subito i sospetti ricaddero sulla vicina zecca di Novellara, il cui signore Alfonso II si dichiarò pronto a collaborare. Lo scandalo però dilagò ben presto ed anche Alfonso II ne venne coinvolto. A Novellara vennero processati un paio di lavoranti della zecca ma come al solito erano pesci piccoli che pagavano per tutti. In realtà l'affare era di proporzioni ben maggiori visto che esisteva una vera e propria organizzazione dedita alla produzione (in zecca) di falsi e allo spaccio degli stessi sui mercati del nord Italia. Alla fine Alfonso II per salvare il proprio stato dovette dar fondo a tutto il proprio corpo diplomatico, ma la zecca venne chiusa e non riaprì mai più. Come è evidente dalle storie che ho narrato, uno spaccio di falsi di zecca non avveniva certo in numeri bassi, anzi, era un affare colossale che coinvolgeva decine e decine di persone e per questo doveva anche produrre un fatturato di dimensioni notevoli. E queste storie prima o poi venivano a galla, difficile che un mare di falsi come quello di cui stiamo parlando continuasse indisturbato a circolare sui mercati come se nulla fosse. Certo, non sempre si riuscivano a colpire i colpevoli; ma se questo bianco di Savoia è un falso di zecca sicuramente da qualche parte c'è qualche evidenza documentaria che ne parla.

Modificato da Paolino67
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Veramente a ma pare che Niko dica una cosa completamente diversa da ciò che affermi tu, ossia che la moneta potrebbe non essere un falso ma una moneta originale di minore bontà (a causa delle sfavorevoli congiunture economiche da lui citate).

non fare la suocera come al solito

non siamo qui per far prevalere le nostre tesi , ma solo per cercare di capire cosa e` e inserirla nel giusto contesto storico.

lo so che niko dice una cosa diversa da cio che avevo "ipotizzato" (affermare e` un altra cosa)

e la sua e` un ipotesi interessante che va approfondita

come lo sono le altre.

che abbia ragione lui o io e ininfluente , l importante e capire cosa sia.

questa e` una di quelle monete la cui attribuzione non sara certa al 100% , possiamo solo fare ipotesi che poi possiamo studiare e supportare

siamo tutti qui per imparare e per aiutare

ciao

Modificato da rick2
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Per quanto riguarda infine la questione riguardante la zecca di Novellara, abbiamo documenti precisi di quanto avvenne all'epoca: Nel 1669 a Guastalla, alcune persone vennero arrestate perchè sospettate di spaccio di monete false, e nelle loro abitazione vennero rinvenuti un notevole numero di falsi di varie zecche, quali Mantova, Parma, Guastalla, Bologna, Milano, Firenze e Genova. Il duca di Guastalla Ferdinando III avviò una sorte di commissione d'inchiesta informando le cancellerie degli stati di appartenza delle monete contraffatte. Subito i sospetti ricaddero sulla vicina zecca di Novellara, il cui signore Alfonso II si dichiarò pronto a collaborare

da quello che dici si evince che l attivita` di contraffazione e falsificazione (uso 2 termini separati per indicare le 2 cose sottilmente diverse) era ben radicata

inoltre da quello che dici la zecca di novellara produceva veri e propri falsi , non solo contraffazioni (o sbaglio?)

ci sono tracce di queste monete ?

inoltre novellara e` rinomata oggi per le contraffazioni di lucca e di bologna.

Modificato da rick2
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da quello che dici si evince che l attivita` di contraffazione e falsificazione (uso 2 termini separati per indicare le 2 cose sottilmente diverse) era ben radicata

inoltre da quello che dici la zecca di novellara produceva veri e propri falsi , non solo contraffazioni (o sbaglio?)

ci sono tracce di queste monete ?

inoltre novellara e` rinomata oggi per le contraffazioni di lucca e di bologna.

Si parla sempre di falsi veri e propri, che per queste zecche rappresentano l'eccezione in mezzo a una produzione imitativa sempre ben cospicua.

E la differenza tra falso e contraffazione (o imitazione) è ben evidente proprio da quanto ho scritto: i quattrini tipo Lucca o Bologna che citi hanno tutti riferimenti ben precisi alla zecca di Novellara (citata nelle legende), il che fa capire come la cosa, pur non certo limpida, venisse almeno in parte tollerata (un pò come oggi quando vediamo ditte che marchiano le loro scarpe Addas o Niche....), mentre una falsificazione vera e propria muoveva meccanismi tali che finivano per ritorcersi contro gli stessi signori che facevano emettere moneta.

Cmq nel testo che ho citato sopra parlavamo di seconda metà del '600, mentre se ho ben capito la moneta incriminata risale al secolo precedente. Volendo dar credito alla tua ipotesi (così la smetti di dire che sono una suocera :P ) dovremmo analizzare le zecche più attive nel campo delle contraffazioni in quel periodo. Siccome nello scandalo della zecca di Novellara non si parla, stranamente, di falsificazioni di monete sabaude, punterei l'attenzione più a zecche dell'area piemontese (Desana? Frinco? Masserano?), e qui mi fermo perchè sono assolutamente fuori dai confini delle mie consocenze.

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Parte finale dell'intervento di Paolino 67

Certo, non sempre si riuscivano a colpire i colpevoli; ma se questo bianco di Savoia è

un falso di zecca sicuramente da qualche parte c'è qualche evidenza documentari

che ne parla.

In questa stessa discussione ho postato un bando di Carlo Emanuele I datato

3 ottobre 1581 nel quale si fa riferimento proprio alla moneta di Savoiardo.

Seguendo il filo del discorso che segue il mio intervento,mi sono reso conto che

nessuno lo ha letto! Eppure mi pare chiarificatore poichè cita anche le zecche imputate

di tale misfatto, la FALSIFICAZIONE, le zecche citate in modo specifico sono Monferrato,

Masserano,Guastalla ed altre che non dice. Che siano falsificazioni lo evidenzia bene

il passaggio che ripropongo, dove si parla di monete "contraffatte e talmente oscure"

che ben difficilmente si possono distinguere dalle nostre ecc- ecc- Se avessero avuto

dei particolari che le diifferenziavanodalla zecca Sabauda,non sarebbero state cosi difficili

da riconoscere!

ciao

post-3514-0-32324800-1297553916_thumb.jp

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mi piace il passaggio dove si cita la plebe idiota !

come non sono cambiati i tempi in 500 anni :lol:

comunque

se le contraffazioni di zecca sono state classificate e si possono ricondurre ad una zecca

i falsi veri e proprio no

per cui non si puo escludere che queste zecche non producessero falsi basandosi solo sulle monete classificate oggi , perche per la loro natura questi falsi non si potevano attribuire

ma cio non toglie che non venissero prodotti

dai documenti dell epoca come quello di romanus o quelli citati da papadopoli si evince che la falsificazione era molto molto diffusa al tempo

ma se ci pensate ad oggi non ci sono esemplari di falsi di questo periodo attribuiti a nessuno.

a me viene addirittura da pensare che nel 1500 si facessero falsi e poi questa attivita` dopo l intervento dell imperatore si fosse evoluta nell attivita` di contraffazione (le monete citate nel CNI sono quasi tutte post 1580).

se ci pensate anche oggi molte volte si parte con falsi e poi si finisce con prodotti leggermente diversi per evitare l accusa di falsificazione.

spero di esser stato chiaro :D

Modificato da rick2
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In effetti il tondello non sembrerebbe d'argento. Potrebbe essere come hai detto tu: uno "scherzetto" di qualche funzionario di zecca che ha usato le matrici originali (con le quali coniavano i bianchi veri) per battere un tondello di metallo vile ;)

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Supporter

di quel periodo mi è comunque capitato di vedere diversi falsi, i fiorini ad esempio .... ne ho uno in collezione ed è sul catalogo, a volte se ne vedono alcuni persino nelle aste, questa moneta invece non penso che sia stata diminuita come bontà... era come ho già detto il primo anno di regno e le monete non erano ancora state svilite....

con ingrao abbiamo visto un due fiorini di conio sicuramente di zecca ma di peso nettamente inferiore....

la cosa strana è che per quanto ignorante potesse essere la "plebe" erano abituati a maneggiare la moneta, più di noi ora, e mi sembra strano che non si accorgessero della mancanza di peso...

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In questa stessa discussione ho postato un bando di Carlo Emanuele I datato

3 ottobre 1581 nel quale si fa riferimento proprio alla moneta di Savoiardo.

Seguendo il filo del discorso che segue il mio intervento,mi sono reso conto che

nessuno lo ha letto! Eppure mi pare chiarificatore poichè cita anche le zecche imputate

di tale misfatto, la FALSIFICAZIONE, le zecche citate in modo specifico sono Monferrato,

Masserano,Guastalla ed altre che non dice. Che siano falsificazioni lo evidenzia bene

il passaggio che ripropongo, dove si parla di monete "contraffatte e talmente oscure"

che ben difficilmente si possono distinguere dalle nostre ecc- ecc- Se avessero avuto

dei particolari che le diifferenziavanodalla zecca Sabauda,non sarebbero state cosi difficili

da riconoscere!

Hai ragione, ma ne documento che hai postato mi pare si parli di faslficazioni di ben altro spessore, visto che si parla di monete "tollerate in altri stati". E' evidente che si parlava di contraffazioni (non c'era alcuna differenza per i bandi quando si parlava di monete contraffatte, ossia moneta con minor percentuale di fino anche se riconducibili ad una zecca, e falsi veri e propri) bandite nel ducato di Savoia perchè di minore bontà rispetto alle monete sabaude, ma qui siamo di fronte, e qui mi ripeto, ad una moneta che secondo me di argento ne ha ben poco, visto che per passare per buona hanno dovuto imbiancarla. E una moneta simile non sarebbe stata tollerata in nessun stato.

E' questo che mi fa pensare non possa essere un falso di zecca, anche se, ripeto, ogni ipotesi è valida.

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Bene,prendo atto. Giunti a questo punto sarebbe interessante vedere una

moneta accertata come contraffazione di altra zecca vicino ad una di zecca

sabauda,cosi per curiosità.

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