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Gettoni di Carnevale


giancarlone

Risposte migliori

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Qualcuno sa dirmi a cosa servivano questi gettoni carnevalizi ? Grazie !

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Qualcuno sa dirmi a cosa servivano questi gettoni carnevalizi ? Grazie !

Forse li davano per ricordo a qualche festa, oppure serviva a parteciparvi, una sorta di invito. :whome: :whome:. Sono belli e particolari. Giò

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Supporter

Salve

Come riportato in questo articolo sui vari tipi di gettoni per i ragazzi

http://xoomer.virgilio.it/paolopitotto/unbelgioco/presentazione.pdf

si tratta di gettoni per l’accesso al carnevale locale (corsi mascherati, sfilate dei carri, ecc.)

Dalle cronache:

Nel 1886 il Carnevale dei bimbi fu alla Canobbiana: il teatro fu trasformato nella piazza del Duomo ove si ergevano il tempio, il Palazzo di Corte e l'antica Osteria del Rebecchino, i palchi fungevano da casette con balconi, al centro rimaneva lo spazio per le danze dei piccini. In questa occasione la Casa Treves distribuì il giornaletto Mondo Piccino ai piccoli vestiti da bersaglieri, garibaldini, briganti, incroyables, paggetti, o famosi medici alla goldoniana.

Il gettone del 1886 poteva quindi servire per l’ingresso al teatro.

Notizie più dettagliate si possono trovare su un giornale dell’epoca:

Bonamore A.: Carnevale dei fanciulli nel teatro della Canobbiana a Milano. Milano. 1891; Il Secolo Illustrato della Domenica di 8 pag. in folio dell'8/2/1891.

apollonia

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Ho avuto conferma che il gettone serviva per l'ingresso a teatro da questo estratto di un articolo di Paolo Pitotto

Nel 1776, in seguito all’incendio del teatro ducale, Maria Teresa d’Austria incaricò l’architetto Palmierini di progettare

due nuovi teatri per gli spettacoli della città. In pochi anni furono quindi costruiti e inaugurati il teatro alla Scala (grande teatro) e il teatro alla Canobbiana (piccolo teatro) che divenne sede del carnevale dei Fanciulli. A testimonianza di questa particolare manifestazione si illustra qui un distintivo nastriforme in argento (0,8 g, l. 18,8 mm), emesso nel 1893 dal Comitato Cuccagna, che organizzava le feste per l’infanzia promuovendo nel contempo gli ideali della patria appena costituita (pro patria).

post-703-0-67998200-1297270737_thumb.jpg

Sempre in tema è il gettone in ottone del 1886, usato per l’accesso al teatro durante gli spettacoli del Carnevale dei Fanciulli (0,8 g, diam. 18,8 mm).

apollonia

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Grazie a Giovanna e Apollonia per le gradite spiegazioni :)

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Qualche amico può aiutare nella datazione?

Sono gettoni ottocenteschi in ottone incisi a Torino da Restelli.

Gianduia e Meneghino affrontati sul dritto testimoniano il gemellaggio tra il carnevale torinese (ufficilmente nato nel 1857) e quello milanese.

20 LIT sul rovescio è la contromarca per venti litri di buon vino, a riprova dell’abbondanza delle libagioni in tempo di carnevale.

apollonia

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Simpaticissimo e vecchio gettone del carnevale Torinese, che meriterebbe un bel commento, anche se parla da solo.

1868 ottone mm 21

Come sempre bellissimi e, quest'ultimo, veramente simpatico, ma quello che più preferisco è che, finalmente, tu abbia caricato una foto grande, ENORME! Mi raccomando....continua così! ;)

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Supporter

Simpaticissimo e vecchio gettone del carnevale Torinese, che meriterebbe un bel commento, anche se parla da solo.

1868 ottone mm 21

E' il gettone del gemellaggio con il dritto dedicato a 'tutti i bei facini' che dava diritto, invece che a 20 litri di buon vino come il precedente, a ' 20 basin (= bacini)' nel corso dei festeggiamenti del carnevale del 1868.

Attuale quindi con il giorno di san Valentino.

Il peso dovrebbe essere 2,7 g.

apollonia

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Supporter

Buondì

Come scrive Paolo Pitotto con il quale ho in comune un lungo periodo di vacanze versiliesi al Lido di Camaiore (personalmente più di 11 lustri!), il Carnevale di Viareggio, che ha ufficialmente inizio nel 1873, si caratterizza fin da subito per una cura particolare dei carri allegorici che vengono fatti sfilare sul viale a mare, affollato di spettatori festanti.

Per lo spettacolo delle sfilate domenicali si deve pagare un biglietto d’ingresso, e a metà degli Anni Settanta, a causa della carenza di moneta spicciola, per l’accesso ai corsi si utilizzarono dei gettoni appositi come questi

2cgistj.jpg

Oltre che per l’accesso al corso mascherato, i gettoni potevano servire anche come moneta per acquisti alle bancarelle.

apollonia

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  • 4 settimane dopo...
  • 6 mesi dopo...

Salve a tutti!

Vi mostro oggi un gettone piccolino, ma ricco di grande testimonianza storica.

Prima di postarlo, voglio pero' descrivervi le circostanze storiche che lo hanno generato per poi chiedere, sopratutto a quelli di voi che sono Torinesi , di commentare, correggere ed aggiungere note e fatti utili ad una sua maggiore comprensione.

Questo mio tondello in bronzo dorato, porta sul Diritto l'immagine di Gianduja II , Re del Carnevale e la data del suo innalzamento altrono (1872). Sul Retro invece e' il valore del buono stesso: 20 litri di vino.Ovvero una piccola damigiana di vino.

thumbnail.jpg

Il Catalogo di Numismatica e Monete riporta la versione medaglia che con un diametro di 36mm. Esibisce sul Diritto l'immagine diGianduja elevato al trono (1872) mentre sul retro l'immagine del Palazzo di Carignano.

FieraFantastica.jpg

Per capire pienamente il significato di questo gettone bisogna tornare indietro nel tempo, all'anno 1861 , tempo in cui Torino raggiunse l'apice politico essendo divenuta sede di Governo dell'appena formato RegnoD'Italia. Con l'espandersi dell'orgoglio civico , l'anno seguente , un gruppo di illustri cittadini guidati dal conte Ernesto di Sambuy, dette vita ad ungruppo di azione civica che con il nome di Societa' di Gianduja aveva lo scopo principale di organizzare ed espandere le celebrazioni del carnevale di Torino. Prima pero' che i piani di questa Societa' fossero messi inopera il 15 Settembre 1864 avvenne un fatto politico di grande importanza: la Convenzione di Settembre. Cioe' fu firmato un accordo fra il nascente Governo Italiano guidato dal ministro MarcoMinghetti e Napoleone III di Francia. Il trattato richiedeva all'Italia il rispetto della sovranita' degli StatiPontifici rimasti ancora indipendenti e che si assumesse la parte dei debiti proporzionale ad i territori pontifici annessi. In contraccambio la Francia avrebbe proceduto con una graduale ritirata delle sue truppe dai territori pontifici. Inoltre per calmare le preoccupazioni del Pontefice che temeva che il Governo Italiano volesse rimanere a Torino per velocemente annettere lo StatoPontificio e trasferire la capitale a Roma, il trattato includeva un protocollo segreto in cui condizionava l'accordo stesso al trasferimento in 6 mesi della capitale da Torino a Firenze.

Appena una settimana dopo la firma del trattato, firmato in Parigi, la notizia dell'esistenza di un protocollo segreto si sparse immediatamente per le strade di Torino. Alla notizia che la capitale sarebbe stata spostata a Firenze il popolo torinese inferocito comincio' a protestare immediatamente. Temendo il peggio il Ministro Minghetti chiamo' i gendarmi dalle citta' limitrofe . Nel pomeriggio del 21 Settembre i corpi di polizia si riversarono sulla folla riunita in Piazza San Carlo ed usando sciabole e bastoni la dispersero momentaneamente. Piu' tardi, in serata, la protesta riprese. Per disperdere la folla sempre piu' vasta ed arrabbiata questa volta la polizia sparo' direttamente su di essa facendo 57 morti e centinaia di feriti. Il giorno seguente, con la proptesta che non mostrava di calmarsi ma che anzi aumentava di numero ed intensita', la polizia sparo' dinuovo direttamente sulla folla fittissima lasciando 100 morti in piazza.

Sentendo aria di rivoluzione. Re Vittorio Emmanuele II sciolse l'intero Governo il 23 Settembre 1864, solo 8 giorni dopo aver firmato la Convenzione di Settembre.

Nonostante tutto questo, il Parlamento Italiano approvo' il trattato agli inizi di Ottobre ed inizio' il trasferimento degli uffici da Torino immediatamente. Lo stesso Vittorio Emmanuele II temendo per la sua incolumita', si trasferi' a Firenze.

Pochi mesi dopo la rivolta edopo il trasferimento della capitale a Firenze La Societa' Gianduja presiedette la rinnovata edizione del Carnevale1865. Lo spettacolo comprendeva carri con gruppi mascherati , fuochi di artificio ed una esibizione di vini. In risposta all'alta disoccupazione del tempo la citta' di Torino contribui' 5.000 lire alla Societa' di Gianduja per la messa in opera di un ballo di beneficienza per i disoccupati e le vittime del massacro di Settembre. Il successo di questa edizione porto' all'espansione del Carnevale nel 1866 enegli anni seguenti.

CarnevaleTorino.jpg

Carnevale.jpg

La festa occupo' una parte piu'ampia della citta'. Furono aumentate le rotte delle parate dei carri ed aumentate le Piazze cittadine a disposizione del Carnevale. Nel 1867 fu aggiunta al programma una competizione di vini. Negli anni successivi una lotteria di vini, una competizione di bestiame bovino, come pure un' esposizione di prodotti regionali.

Gianduja-marionetta.jpg

Durante tutte queste festivita'la figura di Gianduja spiccava sempre in modo prominente, nei teatri, nelle canzoni come pure nelle presentazioni publiche. La Societa' di Gianduja promoveva queste "feste" con mesi di anticipo usando annunci sulla gazzetta del Popolo ed a partire dal 1867 sulla Gazzetta Piemontese. Gli annunci (30 o piu'..)prendevano forma di bollettini firmati da Gianduja.Il culmine delle celebrazioni era rappresentato dalla FIERA FANTASTICA diGianduja durante la quale la Giuria distribuiva medaglie con l'immagine di Gianduja e Giacometta.

GiandujaeGiacometta.jpg

Il poeta e "cantautore" Cesare Scotta creo' diverse canzoni popolari in Piemontese che mostrano la profondita'dell'identificazione della popolazione locale con la Maschera. Scotta scrisse perfino la "Giandujeide" opera in cui si raccontava la vita di Gianduja. In una rappresentazione di tale spettacolo in piazza Vittorio durante il Carnevale del 1968 lui stesso impersono' il ruolo di un adulto Gianduja.

In una breve canzonetta dallo stesso titolo Scotta fece ripetere al coro, dopo ogni stanza, questo brindisi inneggiante a Gianduja ed ai suoi Giandujot.

Verses.jpg

LaGiandujeide venne poi ripresentata in tutti I carnevali sino al 1893.

Tuttavia il grande ruolo diGianduja nel carnevale del 1865 non e' stato quello del personaggio gioviale delle feste , ma quello di grande riconciliatore politico. Durante le celebrazioni della Domenica del 26Febbraio Re Vittorio Emmanuele II ritorno' a Torino per assistere allospettacolo. Mentre attraversava in carrozza scoperta Piazza San Carlo , luogo dei due massacri di appena cinque mesi prima, Federico Dogliotto a cavallo gliblocco' il passo.

Dogliotto era vestito daGianduja, in maniche di camicia ma con il caratteristico tricorno ed il codino.Con il tricolore con lo stemma Savoia in mano disse al Re:" Vede Maesta'che ho gia'donato la mia giacca? Ma sono'pronto, se necessario, a donare anche questa povera camicia per Lei e per ilbene dell'Italia". Vittorio Emmanuele II, commosso dal gesto, allungo' la mano per stringere quella di Gianduja.

La litografia di Felice Cerruti Bauduc rappresentante questa simbolica stretta di mano, circolo' rapidamenteper tutto il Piemonte, cementando la lealta' dei " Ij Fieuj d'Gianduja" a Vittorio Emmanuele II ed al Regno D'Italia.

Handshake.jpg

Dopo questa lunga chiaccheratavi posso presentare ora il mio tondello. Inviterei chiunque avesse informazioni sulla tipologia dei gettoni dellaFesta Fantastica di condividerle e se avesse altri gettoni simili di postarli in questa discussione in modo che la loro imagine non vada persa. Con un po' difortuna si potrebbe cosi' ricreare un interessante inventario di questi storici ed interessantissimi gettoni. Sarei anche interessato a postarel'immagine del gettone ne Catalogo di Numismatica e Monete se mi verra' indicata la scheda giusta.

Buon divertimento!

Lamberto

Dati Metrologici:

Peso 1,6 gr.

Diametro 22mm.

Spessore: 1,18mm

Asse: Nessuna Rotazione

FieraFantastica20LiterBonObverse.jpg

FieraFantastica20LiterBonReverse.jpg

Modificato da lgmoris
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Supporter

Del Carnevale di Torino si è parlato qui

(post # 12, 13, 15)

e qui

(post # 25, 26)

apollonia

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Sempre oggetti interessanti ci fa vedere il nostro Igmoris, grazie anche per le notizie storiche.

Da bambina a scuola ci facevano studiare le figure carnevalesche, ed era giusto, fanno parte delle tradizioni e dei nostri costumi. Non so se lo fanno ancora, ma lo saprò tra non molto visto che il nipotino ha iniziato le elementari :D :D

Grazie Lamberto, Giò :)

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