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Altari


gpittini

Risposte migliori

Gianfranco, vedo che sei ben fornito di monete di Domiziano. :D

Fortunatamente quei denari li ho entrambi. ;)

Mi manca invece questo, che è sicuramente il più bello.

Moneta molto rara, coniata nell'ultimo anno di regno.

L'iconografia dell'altare con le due aquile che lo sormontano da entrambi i lati e i pannelli decorati da statue richiama quella dell'altare di Lione postato in precedenza.

Taluno (P. V. Hill - p. 65, n° 109 citato da C.G.B. nella scheda del suo esemplare) sostiene che vi sia rappresentato l'altare dei Pretoriani.

Questo splendido esemplare è stato esitato da N.A.C. nel 2007 per 1.500 franchi.

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  • 3 anni dopo...

Buonasera, ho acquistato incuriosito un asse di Domiziano “SALUTI AUGUST” con al rovescio un altare non meglio generalizzato (neanche dal R.I.C. 2, nr. 305, per intenderci) e stavo leggendo quest’interessante discussione sugli altari per approfondire su quello raffigurato in questo rovescio. Potrebbe trattarsi sempre dell’Ara Pacis? Potrebbe essere un altare generico, se non l’altare della Salus? Ringrazio chiunque possa aiutarmi a svelare questo mistero. Allego la foto.

35jwnjk.jpg

Anche perchè, confrontandolo con l'Ara Pacis dei rovesci neroniani si vede che l'architettura è diversa:

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Modificato da M@tti
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Sull'Ara Pacis........

Le uniche fonti iconografiche antiche sull'Ara Pacis, riconducibili all'epoca in cui il monumento era ancora visibile, sono due rappresentazioni monetali di Nerone e di Domiziano. Non è però possibile un raffronto puntuale tra le due raffigurazioni, poiché esse non rappresentano lo stesso fronte del monumento. Se la moneta di Domiziano effigia il fronte principale dell'Ara quello occidentale come confermato dalla presenza dei gradini, sulla moneta di Nerone è rappresentato invece il fronte opposto quello orientale anch'esso dotato di un'apertura, privo però della scala di accesso.

Nerone-Ara-Pacis-web.jpg Asse in bronzo di Nerone, 64-67 d.C.

La prima rappresentazione numismatica del monumento si trova, dunque, su una serie di assi di Nerone, datati tra il 64 e il 67 d.C. e battuti non a Roma ma nella zecca provinciale di Lugdunum (Lione). Una seconda serie di assi battuti con tutta probabilità anch'essi a Lione ci aiuta a fare maggior chiarezza sul significato politico di quest'emissione. Il tipo monetale in questione vede al rovescio l'effigie del tempio di Giano con le porte chiuse (che come sappiamo suggellava dai tempi di Numa Pompilio un periodo di pace totale, in tutto il territorio dell'imperium romano) e si riferisce a un preciso momento della reggenza di Nerone, che segna un termine post quem per la datazione dell'asse con l'effigie dell'Ara: si tratta del 66 d.C. anno in cui, per l'appunto, Nerone fece chiudere le porte del tempio di Giano per celebrare la vittoria su Tiridate re d'Armenia. Anche la legenda di quest'emissione fa riferimento alla pace ritrovata con una chiara citazione augustea: PACE P[opulo] R[omano] PARTA TERRA MARIQ[ue] IANVM CLVSIT; l'iscrizione richiama alla mente i versi di Orazio che ricordano la chiusura delle porte del Tempio di Giano nell'epoca aurea della Pax augustea, ma è soprattutto una esplicita ripresa del passo delle Res Gestae in cui lo stesso Augusto, subito dopo aver ricordato la dedicazione dell'Ara Pacis, rivendica orgogliosamente a sé il merito di aver chiuso le porte di Giano per ben tre volte durante il suo principato.

Sulla moneta del 66 d.C. l'intenzione è patentemente quella di rappresentare la Pax neroniana mediante l'icona del monumento alla Pace Augusta: l'effigie dell'Ara varia a seconda dei conii, ma vi sono elementi comuni a tutte le raffigurazioni, come ad esempio il fregio vegetale, che rafforzano l'identificazione del monumento rappresentato con l'ARA PACIS (la legenda comunque non lascia dubbi): l'immagine a cui Nerone affida la celebrazione della 'sua' pace terra marique parta è l'altare dedicato dal Senato dopo il ritorno di Augusto dalla Spagna nel 13 a.C. e inaugurato nel 9 a.C.

Nero-TErramarique-web.jpg Sesterzio di Nerone, 66-67 d.C.

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Fronte orientale dell'Ara Pacis nel sesterzio di Nerone e nella ricostruzione del 1938

La seconda moneta, anch'essa in bronzo, è un asse di Domiziano datato nella legenda al diritto al suo dodicesimo consolato [...COS XII...] ossia all'anno 86 d.C. Anche qui, come nella moneta neroniana, il monumento è identificato dalla legenda [PACIS], ma la lettura di esso appare più complicata, anche a causa di una suggestione ex post che finisce inevitabilmente per interferire sulla perspicuità dell'immagine raffigurata: la ricostruzione eseguita nel 1938 in occasione del bimillenario augusteo, propone una facciata dell'Ara non corrispondente a quella tramandataci dall'emissione. Wilhelm Kubitschek, che nel 1902 per la prima volta su richiesta di Eugen Petersen si occupò delle fonti numismatiche, nel confrontare l'asse di Nerone con quello di Domiziano non riusciva a darsi ragione della collocazione dei pannelli: ma quello che per Kubitschek era un vero e proprio rompicapo era motivato dal fatto che lo studioso riteneva che le due monete rappresentassero lo stesso fronte dell'Ara, dato che all'epoca i dati e i documenti di scavo, ancora molto lacunosi, non consentivano di immaginare che l'Ara Pacis avesse due accessi opposti e quindi due diverse facciate.

Domiziano-Ara-Pacis-web.jpg

Asse di Domiziano, 86 d.C.

Domiziano-Ara-Pacis-partico.jpg

Asse di Domiziano, fronte occidentale dell'Ara Pacis, 86 d.C.

Sull'asse di Domiziano è tratteggiato, il fronte con l'accesso principale del monumento. Anche qui il prospetto appare diviso in tre parti da quattro lesene, con una porta a due battenti nella parte centrale. La porta è raggiungibile tramite una scala, che serve al superamento dell'alto podio. Ai lati della porta, che presenta una sola suddivisione posta sopra alla linea divisoria dei pannelli, le due sezioni sono anch'esse divise a metà: in ognuna si sovrappongono due pannelli. Ciò che però si legge qui chiaramente, e fu invece disatteso nella ricostruzione del 1938, è la presenza su tutti e quattro i pannelli di un bassorilievo decorato con figure umane. Purtroppo la rarità del conio non permette il raffronto con altri pezzi della stessa serie. Tentando però di leggere i quattro pannelli, si possono riconoscere rispettivamente: nel pannello in alto a sinistra una figura stante a destra che osserva qualcosa che non sembra una figura umana; al di sotto, una figura in piedi sulla sinistra che appare togata che sembra rivolgersi a un altro personaggio appoggiato a una sorta di globo o scudo.

figura6.jpg

Fronte occidentale dell'Ara Pacis nell'asse di Domiziano e nella ricostruzione del 1938

Bibliografia di riferimento

S. Dolari, Riscoperta e fortuna dei rilievi dell'Ara Pacis nell'età della Rinascita, in Ara Pacis. Le fonti, i significati e la fortuna (Quaderno del Centro studi Architettura Civiltà e Tradizione del Classico in occasione della lezione e degli incontri con Eugenio La Rocca e Henner Von Hesberg, 6 e 7 febbraio 2007), Venezia 2007

W. Kubitschek, Die Münzen der Ara Pacis, "Jahreshaefte der Österreichen Archäologichen Institutes in Wien", 1902, pp. 153-164

G. Moretti, Ara Pacis Augustae, Roma 1938

E. Petersen, Ara Pacis Augustae, Wien 1902

Modificato da Fidelio
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Per altre monete, in questo caso antoniniani del II-III sec. d.C. è raffigurata l'ara di consacrazione.

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Alessandro Severo, antoniniano, Roma 250-251. RIC 98

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Traiano, antoniniano, Roma 249-251. Al dritto Traiano. RIC IV 86b (Traiano Decio)

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Augusto, antoniniano, Roma 250-251. RIC IV 78 (Traiano Decio)

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Tito, antoniniano, Roma 250-251. RIC IV 97 (Traiano Decio)

9.jpg

Settimio Severo, antoniniano, Roma 250-251. RIC IV 96 (Traiano Decio)

Modificato da Fidelio
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