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Settimio Severo - Denario


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Stasera ho deciso di postarvi questo bel Denarietto che riprende un tema trattato di recente in una discussione di Gianfranco, che non mancherò di ricordare e quotare anche se la sua era di Caracalla.

Settimio Severo - Denario

Al D/ SEVERVS PIVS AVG, imperatore laureato rivolto a destra

Al R/ INDVLGENTIA AVGG IN CARTH, la Dea Celestis che cavalca un leone con in mano un fulmine e uno scettro e sotto un corso d'acqua che sgorga da una roccia.

Roma - 204 d.C.

RIC IVa 266, pag. 125, Comune

La moneta è ovviamente non datata, visto che non riporta particolari titolature, ma il RIC la data come 204 d.C. e sarebbe confermata da due fattori, l'AVGG (plurale) che indica la reggenza coordinata fra Settimio Severo e il figlio, dal 198 al 209 d.C. e la campagna in Africa che appunto è datata dal 198 al 211.

Dunque diciamo che in base allo stile che rispecchia i tipi dell'anno 204 possiamo darla come tale.

Per quanto riguarda il rovescio, vediamo di analizzare un po' il suo significato.

L'INDVLGENTIA, ossia, un favore è stato fatto a Cartagine e gli Imperatori hanno ritenuto importante ricordarlo su di una moneta.

Ma questo favore, cosa è stato?

Il buon Illyricum, nella discussione sopra citata indica questo particolare interessante:

La virtù di cui sopra è riferita al fatto di aver fatto costruire (da Septimius Severus dopo un soggiorno a Carthago) varie infrastrutture tra le quali un monumentale acquedotto lungo ben 141 km, risolvendo il problema dell'approvigionamento idrico della città.

In effetti l'acquedotto c'è, e carino sarebbe pensare che l'acqua al di sotto della Dea indichi proprio questo, però mi sento di dire che può anche non entrarci nulla, sia perché l'acquedotto è sì costruito e rammentato, ma non ci sono prove certe dell'attribuzione ai Severi e secondo perché facendo una rapida ricerca, le commemorazioni a riguardo di acquedotti sono molto più esplicite in monete passate, per esempio:

Sesterzio di Traiano

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Denario di Marcius Filippo

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Ovviamente non è una sicurezza e la moneta può realmente rappresentare l'acquedotto, ma l'acqua può anche essere semplicemente un segno distintivo della Dea Caelestis.

E' anche vero che i favori elargiti a Cartagine sono stati molteplici e infatti, possiamo trovare l'Odeon e un piccolo teatro, e sappiamo che ad un certo punto i cittadini di Carthago vollero farsi chiamare "Septimian", intorno al 202.

Tralasciando il corso d'acqua esaminiamo gli altri elementi presenti nel rovescio.

Vediamo appunto il leone, simbolo dell'Africa e la Dea Caelestis che lo cavalca con in mano un fulmine, carattere che ricorda il suo collegamento con il Cielo e uno scettro.

Ma chi era questa Dea?

Ella deriva dalla Divinità per eccellenza di Cartagine, la Dea protettrice della città, Tanit. I romani, la associarono a Giunone Lucina, la Dea delle nascite e come Tanit, fu considerata la Dea dei Cieli, infatti, era chiamata anche Vergine del Cielo o la Dea del Cielo.

Purtroppo non ci sono molti altri confronti iconografici a riguardo di questa Dea e risulta difficile confermarne l'attribuzione, però conosciamo un'altra Dea, Cybele, la Magna Mater, introdotta nella mitologia romana a partire dal 204 a.C.

Sappiamo che ella era sovente rappresentata con un tamburo e sopra ad un leone, e non da poco, anche con una corona turrita.

Particolari che per esempio, si possono riscontrare qua:

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Ora, se controlliamo bene le monete di questa tipologia, emesse da Caracalla, per esempio in questo Asse:

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vediamo che la Dea, Turrita, sopra a un leone, ha in mano un tamburo, simbolo di Cybele.

Ancora, nella splendida Patera di Parabiago, la troviamo con uno scettro e in un carro trainato da leoni, datata IV sec. d.C.

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e ancora, in questo contorniato di Nerone, si intravede alla destra dell'obelisco una statua, attribuita a Cibele che cavalca un leone e assomiglia moltissimo al nostro rovescio.

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e ancora, la troviamo su monete Repubblicane, al Dritto con testa turrita

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e ancora in un sesterzio di Faustina Minor, rappresentata come nella statua mostrata in precedenza

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Potrebbe essere che la moneta inizialmente fu coniata con la Dea tamburata, e in seguito a disguidi e incomprensioni (non riconoscimento con la città di Cartagine) è stata riconiata dopo in più grandi quantità con la variante del fulmine, associando il tutto alla Dea Caelestis e il che avrebbe più senso, vista la commemorazione.

C'è anche da dire però che la Dea Tanit/Caelestis, fu associata anche a Cybele, la Magna Mater e probabilmente è questa la spiegazione della doppia raffigurazione.

Per Caelestis fu costruito un Tempio in Tunisia intorno al 222-235, a Dougga e questi sono i resti.

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Se proprio vogliamo essere pignoli :P, Cibele era associata al Monte Ida, uno dei monti sacri dell'antica Grecia, che si trova nell'attuale Turchia. Esso era dedicato al culto della Magna Mater e se vogliamo possiamo anche associarlo alle rocce che sono nella moneta al di sotto del leone... :P visto che è famoso per le fantastiche acque che vi sgorgano... :D

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Ovviamente la mia non vuole essere una presunzione di verità, anzi, mi diverto nell'esplorare queste congiunzioni fra Dei, luoghi e quant'altro e probabilmente senza troppi intrighi, tornando all'inizio del post, l'acqua non è altro che un ricordo del miglioramento dell'impianto idrico da parte di Settimio e Caracalla a Carthago.

Finisco con il postarvi il fantastico Aureo corrispondete alla mia moneta

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Modificato da Mirko8710
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e la mia moneta, che non è niente di speciale, ma come avete ben visto, sopra :D, ha svolto appieno il suo dovere...

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Sperando di non avervi annoiato :P

Mirko

Ah, ovviamente qualsiasi considerazione abbiate da fare, FATELA!

E di seguito, la discussione di Gianfranco, che prende più in esame il tipo monetale in se per se: http://www.lamoneta.it/topic/52193-caracalla-indulgentia-augg/

Modificato da Mirko8710
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Inviato

Complimenti! Resta poco da dire... :D

La Dea Caelestis è una delle divinità di origine orientale cui furono dedicati culti nell’Urbe. Derivava dalla figura della dea punica Tanit, ovvero la fenicia Astarte. In questo ambito rappresentava la divinità dell’amore, del piacere, della fertilità, associata alla buona fortuna, alla Luna ed ai raccolti; era raffigurata come una donna senza veli, con una colomba in mano ed una mezza luna sul capo. Consorte di Baal, era venerata a Cartagine anche come dea protettrice della città e vi era dedicato un grande tempio.

Elagabalus vi dedicò un tempio sito sul Colle Capitolino nei pressi di quello di Giunone Moneta.

Da una fonte (che al monmento non trovo) avevo trovato un riferimento al fatto che l'acqua sgorgante dalle rocce raffigurata era quella che alimentava l'acquedotto. Altre fonti smentiscono il riferimento della moneta alla condotta idrica, ma la maggior parte vi si riferisce.

Ho trovato riferimento ad un articolo in merito ad INDVLGENTIA IN CARTH:

"Probabili significati della scritta INDVLGENTIA AVGG IN CARTHAGINEM ed INDVLGENTIA AVGG IN ITALIAM su alcune monete di Setttimio Severo e Caracalla", in "Rivista Italiana di Numismatica", LXXXI,1979, pp. 103-114.

non leggebile dal web.... :(

Nella valle dello ouadi Miliane si trovano gli imponenti resti dell'acquedotto più lungo mai costruito dai Romani che portava le acque alla città di Cartagine. Per la sua costruzione fu necessario un grande intervento di ingegneria civile che durò parecchi anni.

Costruito sotto Adriano tra il 120 e il 131 e restaurato nel 203 da Settimio Severo, fu danneggiato dai Vandali e ricostruito in epoca bizantina. Le acque furono convogliate verso la città direttamente dalle sorgenti della regione di Zaghouan l'antica romana Ziqua lungo un percorso che si snodava per 132 Km.

Di quell'imponente costruzione che si snodava nel bel mezzo della pianura cartaginese restano oggi ampi tratti nella campagna. La struttura dell'acquedotto era a una semplice arcata su cui scorreva il canale che trasportava l'acqua.

I resti mostrano l'imponenza di questa arcate che si sviluppano in altezza anche oltre i 10 metri. L'acquedotto fu rovinato dagli arabi durante l'assedio di Cartagine nel 698, ma fu riattivato dai Fatimidi nel X sec. e restaurato nel XIII da el-Mostancir, cui risalgono numerose deviazioni. Per tutta la sua lunghezza, l'acquedotto mostra differenti tecniche di costruzione, testimonianza dei numerosi restauri subiti. Le parti più antiche sono in blocchi di pietra, quelle più recenti in mattoni o terracotta.

Nel segmento in direzione di Oudna si può ancora riconoscere una serie di arcate sormontate dal condotto a volta in pietra.

Ciao

Illyricum

:)

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Inviato

Complimenti Mirko per la discussione e la bella moneta.


Inviato

Bellissima discussione Mirko8710, mi è piaciuta la tua affermazione "esplorare queste congiunzioni fra dei luoghi e quant'altro". E' veramente affascinante ipotizzare. La storia viene scritta da uomini ma noi contemporanei abbiamo il dovere di interpretarla e di ipotizzare e legare un fatto con un altro. Ebbene vorrei anche io porre una questione. La dea celestis identificata dai romani come la dea punica Tanit e detta anche Virgo Caelestis o Caelestis Afrorum Dea cioè Celeste Dea degli Africani”, era una Dea che originava dall'Africa. Ad essa sembravano essere legati dei riti di sacrifici umani, anche se ciò è solo una ipotesi. Comunque la Dea Celestis o Tanit era identificata come madre e patrona del parto, una Dea di Luce che portava alla luce i bambini. Nella monetazione del sec. IV e III a.C. è mostrata alla guida d’un leone e con una lancia in pugno, con un diadema o una corona, le spighe del frumento tra i capelli e la luna crescente dietro. Il culto della dea sembra che fosse stato importato a Roma da Scipione l’Africano Minore. Questa ipotesi però non viene presa in considerazione in quanto non è stato segnalato in quel periodo un culto romano di Celestis. Un tempio di Tanit -Celestis sorse invece a Roma nel periodo di Caracalla presso il Campidoglio, vicino all’antico e venerato santuario di Giunone Moneta.Voglio io ipotizzare che essendo Settimio Severo nato a Leptis Magna e quindi in territorio Africano sia stato già da bambino stregato dalla figura mistica della Dea Tanit-Celestis. Il mal d'Africa Settimio Severo lo dimostra ampiamente come discusso da Mirko8710 e da Illyricum infatti questo imperatore ha restaurando e costruito molte strutture in questa terra. Egli amava profondamente l'Africa ed è quindi possibile che il suo Denario rispecchiasse una sorta di devozione nei confronti della Dea Tanit-Celestis, devozione che peraltro lui aveva già da bambino. Può reggere questa ipotesi???.

Un caro saluto

Adriapel


Inviato (modificato)
Voglio io ipotizzare che essendo Settimio Severo nato a Leptis Magna e quindi in territorio Africano sia stato già da bambino stregato dalla figura mistica della Dea Tanit-Celestis. Il mal d'Africa Settimio Severo lo dimostra ampiamente come discusso da Mirko8710 e da Illyricum infatti questo imperatore ha restaurando e costruito molte strutture in questa terra. Egli amava profondamente l'Africa ed è quindi possibile che il suo Denario rispecchiasse una sorta di devozione nei confronti della Dea Tanit-Celestis, devozione che peraltro lui aveva già da bambino. Può reggere questa ipotesi???.

Un caro saluto

Adriapel

Ritengo probabile che Settimio Severo sia rimasto legato alla sua terra d'origine, l'Africa, per avervi passato la giovinezza e avervi iniziato una carriera che in seguito lo porterà in ad essere Comandante delle Legioni delle zone danubiane.

Di seguito inserisco qualche informazione sulla giovinezza di Settimio e su Leptis Magna... eventualmente usabile come base per una biografia sullo stesso imperatore... se qualcuno vuole cogliere l'assist! ;)

Settimio Severo

Lucius Septimius Severus

« Sono diventato tutto quel che ho voluto. E mi accorgo che non ne valeva la pena »

(Settimio Severo, a un suo luogotenente)

Lucio Settimio Severo (Leptis Magna, 11 aprile 146 – York, 4 febbraio 211) fu un generale che divenne imperatore romano dal 193 alla sua morte, iniziando la dinastia severiana. Nato a Leptis Magna da Publio Settimio Geta e Fulvia Pia (sulla costa libica, a 130 km ad est di Tripoli), la famiglia di Settimio Severo apparteneva all'ordine equestre, e sembra che nel 172 sia stato fatto senatore da Marco Aurelio. Parlava latino ma aveva il classico accento punico della sua terra. Nel 174 era legato pro pretore in Africa, come risulta da un'iscrizione di Leptis Magna.

Leptis venne strappata dai Romani ai Cartaginesi durante la terza guerra punica (146 a.C.) e poi incorporata sotto Tiberio nella provincia Africa.

Durante il dominio romano Leptis, acquisito l'appellativo di "Magna", divenne ben presto una delle principali città romane d'Africa grazie al fiorente commercio marittimo di spezie, schiavi ed animali provenienti dall'Africa subsahariana. Con oltre 100.000 abitanti, la città raggiunse il suo apogeo nel 193, quando Settimio Severo, nativo leptitano, divenne imperatore. Negli anni successivi Settimio Severo fu un munifico propulsore dell'abbellimento della propria città natale, che in quanto a sfarzo giunse a rivaleggiare con Cartagine e Alessandria. Nel 205 Settimio Severo visitò la città, che gli tributò grandi onori.

Allego: busti di Settimio Severo ed Arco Trionfale di Settimio Severo a Leptis Magna.

(segue)

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Modificato da Illyricum65

Inviato

Tra le varie immagini relative a Settimio Severo ho trovato questa chicca:

Il Tondo Severiano

Il Tondo severiano è uno dei pochi esemplari conservatisi di pittura su tavola dell'antichità: risale infatti a circa il 200. Si tratta di una pittura a tempera su di un pannello di legno circolare (tondo) del diametro di 305 mm. Correntemente fa parte della collezione Antikensammlung Berlin (numero di inventario 31329).

Il pannello raffigura l'imperatore romano Settimio Severo e la sua famiglia: a sinistra la moglie Giulia Domna e, davanti, i figli Geta e Caracalla. Tutti indossano sontuose vesti cerimoniali, mentre Settimio e i suoi figli reggono degli scettri e indossano corone intrecciate in oro decorate con pietre preziose. Il volto di Geta è stato cancellato, probabilmente dopo il suo assassinio da parte del fratello e la successiva damnatio memoriae.

Si tratta probabilmente di uno di quei ritratti imperiali che erano prodotti in massa per essere esposti in uffici ed edifici pubblici di tutto l'impero: la procedura legale romana prevedeva infatti che alcuni documenti fossero firmati di fronte all'immagine dell'imperatore, cosa che conferiva loro lo stesso status che avrebbero avuto se firmati in sua effettiva presenza.Ad ogni successiva salita al trono di un nuovo imperatore, questi ritratti erano sostituiti dai nuovi. Poiché il legno è un materiale deperibile, non sono rimasti molti esemplari: il Tondo severiano, di probabile origine egiziana, è l'unico esemplare conservatosi.

Ciao

Illyricum

:)

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Inviato (modificato)

DE GREGE EPICURI

Bellissima discussione! Tanit effettivamente era considerata anche dea delle messi e della fecondità, ed in qualche caso è stata paragonata a Cerere. Le divinità della terra e della fecondità, nei tempi arcaici, ricevevano sacrifici umani; e non solo in Fenicia, ma anche in Grecia e in Italia. I Cartaginesi poi sembra abbiano mantenuto queste usanze cruente molto avanti nei tempi storici (sacrifici di giovinetti); Flaubert in SALAMBO ne dà una versione romanzata ma, sembra, piuttosto attendibile. Mi pare doveroso postare due immagini di Tanit da monete puniche.

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Modificato da gpittini

Inviato

ottima disamina su Settimio Severo. La grandezza di questo Forum è quella di dare notizie che difficilmente si trovano sui libri di storia ma derivano da osservazioni personali basate su fatti storici.


Inviato (modificato)

Che dire! Grazie mille! Direi che la discussione è praticamente completa...

Certo che quell'acquedotto era immenso...ohmy.gif Bellissimo...

Giusto per condire questo messaggio, inserisco i resti dell'Arco di Settimio Severo a Dougga, solito Municipia del tempio di Cybele

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Modificato da Mirko8710
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