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IGNORED

17 marzo 2011


Risposte migliori

Inviato

.... ciò non toglie che fosse un ex ladro di cavalli....La capigliatura folta era necessaria per nascondere l'orecchio mozzatogli dalla polizia sudamericana che puniva in questa maniera coloro che si macchiavano di quel tipo di reato.

Sulla storia dell'orecchio mozzato, invito te e tutti a leggere questo interessante articolo, e anche i commenti che ne scaturiscono

http://www.siciliainformazioni.com/giornale/cultura/111927/ineditosvelato-mistero-delle-orecchie-garibaldi.htm

L'autore nel complesso non è tenero con Garibaldi, ma fornisce una spiegazione plausibile della parte di orecchio mancante, cosa che non riescono a fare i suoi detrattori, perchè

Risulta evidente che la sussistenza e realtà della ferita da arma da fuoco, non basta da sola ad escludere l'intervento punitivo, ma di questo non rinvengo alcuna traccia documentale, se non il racconto molto postumo di svariati personaggi.

Gli stessi storici che hanno sostenuto questa tesi, non sono mai riusciti a portare (fino ad oggi) uno straccio di prova documentale. Anzi NON SI SONO NEANCHE PERITATI DI CERCARE NEL MATERIALE FOTOGRAFICO LA PROVA, NON DELLA PUNIZIONE, MA DELLA SUSSISTENZA ALMENO DELLA MUTIULAZIONE. E questo la dice lunga sul metodo ascientifico e non rigoroso fin qui utilizzato. Nessuno può escludere che domani ritroveremo le prove di questa mutilazione, ma ad oggi "Madamina, il catalogo è questo". (G. Di Bella)

Ora, se sei a conoscenza di documenti che provano il carattere punitivo della mutilazione, ti invito a mostrarli, e sarò il primo a ricredermi, altrimenti ti pregherei di astenerti dal lanciare affermazioni gratuite che, come rilevato in post precedenti, possono offendore la sensibilità di molti.

Grazie.

petronius.


Inviato

Tutti hanno ragione

il Signor G. di più

Io non mi sento italiano

ma per fortuna o purtroppo

per fortuna o purtroppo

per fortuna

per fortuna lo sono.

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Inviato (modificato)

Circa l'intervento dei famosi Mille nell'Italia Meridionale c'è stata un poco di informazione "aggiustata" perché si voleva dimostrare qualcosa. E per questo ben vengano le opinioni diverse, discordanti, che servono solo a confrontarci, rispettando anche chi la pensa diversamente. Questa, signori ed amici, è la nostra civiltà, la nostra cultura, la nostra educazione.

Chiamare i 1000 sbandati, non è forse informazione "aggiustata"? Io direi millantata, veramente. Ci è stato detto di informarci... si informi anche chi spara certe assurdità e non solo su testi filoborbonici, possibilmente. Di educazione non ne vedo proprio, anzi.

E come definiresti mille persone (molte delle quali improvvisate) appartenenti ad un esercito irregolare che riuscirono a sconfiggere a Calatafimi un esercito regolare composto da migliaia di soldati armati fino ai denti ma guidati da generali borbonici corrotti precedentemente da emissari sabaudi? I borbonici non persero combattendo ma si ritirarono per ordine dei comandanti per dare campo libero ai mille e creare la leggenda dei garibaldini invincibili.

Sulla questione dell'educazione di alcuni neoborbonici che rispondono alle provocazioni di persone poco informate sono d'accordo, basta leggere un po' di forum sparsi su internet e lo scambio di offese tra le due parti, per fortuna non è il nostro caso. Tuttavia, il tono poco cordiale di alcuni neoborbonici (che non condivido nella maniera più assoluta) nei confronti della quotidiana propaganda mediatica è comunque poca cosa rispetto ai 150 anni di disinformazione diffusa dalla storiografia dei vincitori. L'indottrinamento viene sistematicamente diffuso attraverso i primi libri scolastici, in un altro forum ne abbiamo parlato, ricordi? Sei stato proprio tu ad iniziare un thread sull'argomento http://www.lamoneta....ia/page__st__60 .

P.s. A proposito di informazione aggiustata: vedo che di tutti i miei lunghi post precedenti hai soltanto sottolineato la mia breve affermazione sui mille ed hai preferito non commentare il resto.

Modificato da francesco77

Inviato (modificato)

E come definiresti mille persone (molte delle quali improvvisate) appartenenti ad un esercito irregolare che riuscirono a sconfiggere a Calatafimi un esercito regolare composto da migliaia di soldati armati fino ai denti ma guidati da generali borbonici corrotti precedentemente da emissari sabaudi?

Francesco, non pigliamoci per i fondelli! :lol:

Se tu, scrivendo una biografia di Einstein, informassi il lettore che è stato bocciato, te ne saremmo grati, ma se ad un convegno di fisica ti riferissi allo scienziato come "quel cretino che è stato bocciato", diresti semplicemente una immane corbellieria, distorcendo la realtà a tuo comodo.

Non potevi, riferendoti a Garibaldi, scrivere che è stato "un discutibile comandante", anziché "un ex-ladro di cavalli"? E i 1000 anziché "sbandati" non potevi scrivere "secondo me furono degli ingenui manovrati".

Nota bene che qui nessuno ha inneggiato ai Savoia nè mostrato alcuna forma di disprezzo per i Borbone.

Questo post vuole essere in ricordo dei valori positivi o potenzialmente positivi dell'unità d'Italia. E troveresti degli interlocutori aperti e pronti a confrontarsi con te nel modo più civile se solo tu non ti facessi predere la mano spesso e volentieri. :)

Modificato da orlando10

Inviato

E come definiresti mille persone (molte delle quali improvvisate) appartenenti ad un esercito irregolare che riuscirono a sconfiggere a Calatafimi un esercito regolare composto da migliaia di soldati armati fino ai denti ma guidati da generali borbonici corrotti precedentemente da emissari sabaudi?

Francesco, non pigliamoci per i fondelli! :lol:

Se tu, scrivendo una biografia di Einstein, informassi il lettore che è stato bocciato, te ne saremmo grati, ma se ad un convegno di fisica ti riferissi allo scienziato come "quel cretino che è stato bocciato", diresti semplicemente una immane corbellieria, distorcendo la realtà a tuo comodo.

Non potevi, riferendoti a Garibaldi, scrivere che è stato "un discutibile comandante", anziché "un ex-ladro di cavalli"? E i 1000 anziché "sbandati" non potevi scrivere "secondo me furono degli ingenui manovrati".

Nota bene che qui nessuno ha inneggiato ai Savoia nè mostrato alcuna forma di disprezzo per i Borbone.

Questo post vuole essere in ricordo dei valori positivi o potenzialmente positivi dell'unità d'Italia. E troveresti degli interlocutori aperti e pronti a confrontarsi con te nel modo più civile se solo tu non ti facessi predere la mano spesso e volentieri. :)

Ok Orlando, grazie mille per i consigli. :) Forse c'è stata un po' di incomprensione ma se posso confidarti una cosa, ogni volta che assisto a disinformazione mediatica (non in questo forum ma altrove), mi bolle il sangue nelle vene. Purtroppo non posso farci nulla, è una cosa più forte di me, è come se mi sdoppiassi. Quando si iniziano discorsi sull'annessione al Regno di Sardegna (non unità d'Italia) sento il dovere morale d'intervenire per ricordare a tutti le grida di dolore della gente del sud che videro il loro stato trattato come terra di conquista e dei difensori della patria etichettati come briganti. Tutto qui.

Grazie per il tuo intervento e approfitto dell'occasione per invitare tutti coloro che abitano nel Lazio e nella Campania a partecipare domenica mattina 13 febbraio 2011 alle ore 10,00 alla sfilata folkloristica e alla manifestazione storica nella città di Gaeta (LT), parteciperanno come ogni anno centinaia di persone (quest'anno migliaia) e si percorreranno a piedi i luoghi degli ultimi giorni dell'assedio di Gaeta. Francesco


Inviato (modificato)

Avevo detto discorso chiuso perchè mi ero stufato, ma dato che vengo citato, è necessaria un'ultima chiosa.

Tu conosci le storie personali di tutti i garibaldini? Se sì, dimmelo così ti chiedo se hai qualche ulteriore aneddoto sulla storia della mia famiglia. Altrimenti, hai sparato un tentato insulto gratuito e questo non mi stupisce, affatto.

I briganti, invece, erano patrioti, giusto? Loro non erano nè sbandati, nè improvvisati.

I garibaldini erano irregolari? Eh sì.. anche i vietcong lo erano, in effetti.

Meno male che le SS erano regolarissime e tutt'altro che improvvisate. Che bello essere regolari...

Sì, ho aperto un topic, che si chiamava Viva l'Italia! Peccato e disonore!

Rettifico "La Germania prima di ogni altra cosa al mondo" (cit.).

Comunque, vedremo quando qualcuno verrà ad inquinare le vostre, di commemorazioni (non io... a certi giochetti, non mi presto proprio)

PS. Bene, ho appena sentito un bel po' di fischi, sulle note dell'inno d'Italia. Fa piacere scoprire che i separatisti sono ovunque...

Detto questo, addio.. anzi farewell e God save the queen

Modificato da luke_idk

Inviato

Avevo detto discorso chiuso perchè mi ero stufato, ma dato che vengo citato, è necessaria un'ultima chiosa.

Tu conosci le storie personali di tutti i garibaldini? Se sì, dimmelo così ti chiedo se hai qualche ulteriore aneddoto sulla storia della mia famiglia. Altrimenti, hai sparato un tentato insulto gratuito e questo non mi stupisce, affatto.

I briganti, invece, erano patrioti, giusto? Loro non erano nè sbandati, nè improvvisati.

I garibaldini erano irregolari? Eh sì.. anche i vietcong lo erano, in effetti.

Meno male che le SS erano regolarissime e tutt'altro che improvvisate. Che bello essere regolari...

Sì, ho aperto un topic, che si chiamava Viva l'Italia! Peccato e disonore!

Rettifico "La Germania prima di ogni altra cosa al mondo" (cit.).

Comunque, vedremo quando qualcuno verrà ad inquinare le vostre, di commemorazioni (non io... a certi giochetti, non mi presto proprio)

PS. Bene, ho appena sentito un bel po' di fischi, sulle note dell'inno d'Italia. Fa piacere scoprire che i separatisti sono ovunque...

Detto questo, addio.. anzi farewell e God save the queen

Gaeta, 14 febbraio 1861, mentre il re Francesco II di Borbone si apprestò a lasciare l''ultima roccaforte dopo tre mesi di assedio passò tra le lacrime dei suoi soldati e disse alla fine del suo discorso "...... Non vi dico addio, ma a rivederci. Conservatemi intatta la vostra lealtà, come vi conserverà eternamente la sua gratitudine e la sua affezione il vostro Re Francesco."

Viva o'rre! Esclamarono i soldati, ma questi ultimi eroi della patria morirono di stenti dopo alcuni anni nel lager di Fenestrelle.


Inviato

Che Napoli sia per un cittadino italiano, e sicuramente per me, un motivo di orgoglio, forse è banale dirlo, ma aggiungo che aver riscoperto nel tempo la figura di Francesco II mi ha emozionato: naturalmente la sua personalità non corrisponde per nulla all'infelice concentrato di bigottismo e debolezza con il quale è spesso liquidato.

Continuo però a pensare che nella spedizione dei Mille debbano ravvisarsi valori ed energie positive di quanti volevano un’Italia democratica, omogenea, indipendente che potesse dialogare alla pari con le altre potenza europee.

Le varie circostanze hanno poi raccolto queste speranze intorno alla dinastia dei Savoia con un re, Vittorio Emanuele II, che non volle cambiare il proprio nome a fronte di un’Italia unita, fatto, questo, indicativo delle priorità del sovrano.

Se "si devono fare gli italiani", squarciare il velo delle menzogne che seguirono l'unita d'Italia, passata appunto attraverso l'annessione del Regno delle Due Sicilie, è una tappa obbligata e di questo ne sono convintissimo. Ma, per squarciare efficacemente questo velo che ha semplificato, mistificato e nascosto la storia in molteplici aspetti, bisogna più che mai essere lucidi e non cadere nella tentazione di semplificare a propria volta, sia perché si correrebbe il rischio di non essere ascoltati sia perché si commetterebbe l’errore che si pretende correggere.

Un paese forte deve essere pronto a mettere in dubbio quelle che per alcuni possono rappresentare certezze e, nello stesso tempo, le celebrazioni dell’unità d’Italia non devono essere sprecate nella retorica pro Savoia o pro Borbone. Non è certo semplice, e per più ragioni, anche emotive, avere una visione d’insieme che possa “coprire” un tessuto così enormemente variegato quale era l’Italia preunitaria, ma è solo con una seria conoscenza reciproca, se c’è la volontà, che si può davvero essere più italiani.

Purtroppo anche l’articolo di Romano, nella seconda parte, è, a mio avviso, ulteriore e un po’ stanca testimonianza di parte. E l’unità d’Italia, specie nelle scuole, andrebbe raccontata in ogni sua parte.

Ogni sua parte, la parte dei vinti e dei vincitori, degli entusiasti e degli scettici, delle vittorie e dei sacrifici. E questo senza cadere nel regionalismo, nella macchietta, nell’inutile rancorosa polemica che giova solo a se stessa e non alle valide argomentazioni.

Non è necessario essere nazionalista per osservare che nel 1861, dopo tre secoli di umiliazioni e declino, l’Italia ritornò finalmente in Europa.

Questo è essenziale. Ma forse non meno essenziale è saperne il prezzo, certamente per amore di verità e per una migliore comprensione tra le genti d’Italia.


Inviato

Continuo però a pensare che nella spedizione dei Mille debbano ravvisarsi valori ed energie positive di quanti volevano un’Italia democratica, omogenea, indipendente che potesse dialogare alla pari con le altre potenza europee.

Bravo Orlando, sono daccordo in ogni Tuo messaggio che hai scritto........purtroppo queste distinzioni fra passato, presente e futuro Ci saranno sempre e forse è l' unico motivo per qui l' Italia non andrà mai bene come dovrebbe. Ciao a Tutti Massy


Inviato

Che Napoli sia per un cittadino italiano, e sicuramente per me, un motivo di orgoglio, forse è banale dirlo, ma aggiungo che aver riscoperto nel tempo la figura di Francesco II mi ha emozionato: naturalmente la sua personalità non corrisponde per nulla all'infelice concentrato di bigottismo e debolezza con il quale è spesso liquidato.

Continuo però a pensare che nella spedizione dei Mille debbano ravvisarsi valori ed energie positive di quanti volevano un'Italia democratica, omogenea, indipendente che potesse dialogare alla pari con le altre potenza europee.

Le varie circostanze hanno poi raccolto queste speranze intorno alla dinastia dei Savoia con un re, Vittorio Emanuele II, che non volle cambiare il proprio nome a fronte di un'Italia unita, fatto, questo, indicativo delle priorità del sovrano.

Se "si devono fare gli italiani", squarciare il velo delle menzogne che seguirono l'unita d'Italia, passata appunto attraverso l'annessione del Regno delle Due Sicilie, è una tappa obbligata e di questo ne sono convintissimo. Ma, per squarciare efficacemente questo velo che ha semplificato, mistificato e nascosto la storia in molteplici aspetti, bisogna più che mai essere lucidi e non cadere nella tentazione di semplificare a propria volta, sia perché si correrebbe il rischio di non essere ascoltati sia perché si commetterebbe l'errore che si pretende correggere.

Un paese forte deve essere pronto a mettere in dubbio quelle che per alcuni possono rappresentare certezze e, nello stesso tempo, le celebrazioni dell'unità d'Italia non devono essere sprecate nella retorica pro Savoia o pro Borbone. Non è certo semplice, e per più ragioni, anche emotive, avere una visione d'insieme che possa "coprire" un tessuto così enormemente variegato quale era l'Italia preunitaria, ma è solo con una seria conoscenza reciproca, se c'è la volontà, che si può davvero essere più italiani.

Purtroppo anche l'articolo di Romano, nella seconda parte, è, a mio avviso, ulteriore e un po' stanca testimonianza di parte. E l'unità d'Italia, specie nelle scuole, andrebbe raccontata in ogni sua parte.

Ogni sua parte, la parte dei vinti e dei vincitori, degli entusiasti e degli scettici, delle vittorie e dei sacrifici. E questo senza cadere nel regionalismo, nella macchietta, nell'inutile rancorosa polemica che giova solo a se stessa e non alle valide argomentazioni.

Non è necessario essere nazionalista per osservare che nel 1861, dopo tre secoli di umiliazioni e declino, l'Italia ritornò finalmente in Europa.

Questo è essenziale. Ma forse non meno essenziale è saperne il prezzo, certamente per amore di verità e per una migliore comprensione tra le genti d'Italia.

Bravo Orlando e complimenti per il tuo intervento, a proposito delle promesse dei Savoia sul nuovo stato unitario da te citate, permettimi di segnalare a tutti gli amici che ci leggono questo film intitolato "Li chiamarono briganti", si tratta di un film recente e ben fatto (con molti sottotitoli) basato sulle notizie d'archivio (come confermato su Wikipedia http://it.wikipedia.org/wiki/Li_chiamarono..._briganti! ) . http://www.youtube.com/watch?v=JkU_3w9P4Zs , ecco il trailer.

Il film è interamente disponibile su www.youtube.com ma è spezzato in vari capitoli. Chi di voi vuole davvero vedere come sono andate le cose nel meridione post-unitario consiglio di vederlo attentamente e di riflettere. Ovviamente non intendo commentare, ho deciso di lasciarlo fare a tutti coloro che ne sentano il dovere morale. Grazie e a presto.

http://www.youtube.com/watch?v=JkU_3w9P4Zs


Inviato

Fatto stà che l'Unità d'Italia è stata fatta.

Ed nell'arco dei 150 anni ci siamo divisi molte volte.............ed continueremo ad dividerci in futuro.

Ed ora stiamo ad parlare di briganti ed borbonici ecc.........

Ed questo solo perchè ho aperto il post "17 marzo festa nazionale" solo per dire guardate è un giorno di festa in più...

minchia a questo punto ditemi che monete "politicamente/culturalmente" collezionate.............

Ad mio avviso la discussione stà cadendo nel politico.

Cavolo scusate ma Alberto da Giussano a battuto monete...................

Io non mi sento italiano

ma per fortuna o purtroppo

per fortuna o purtroppo

per fortuna

per fortuna lo sono.


Inviato (modificato)

Fatto stà che l'Unità d'Italia è stata fatta.

Ed nell'arco dei 150 anni ci siamo divisi molte volte.............ed continueremo ad dividerci in futuro.

Ed ora stiamo ad parlare di briganti ed borbonici ecc.........

Ed questo solo perchè ho aperto il post "17 marzo festa nazionale" solo per dire guardate è un giorno di festa in più...

minchia a questo punto ditemi che monete "politicamente/culturalmente" collezionate.............

Ad mio avviso la discussione stà cadendo nel politico.

Cavolo scusate ma Alberto da Giussano a battuto monete...................

Io non mi sento italiano

ma per fortuna o purtroppo

per fortuna o purtroppo

per fortuna

per fortuna lo sono.

Mi sembra giusto commentare l'annessione sabauda (in maniera pacata come stiamo facendo tutti) tenendo in considerazione non solo la storia dei vincitori. Mi permetto il lusso di postare qualche video veritas solo per ricordare a tutti chi erano i patrioti delle Due Sicilie e qual'era l'atmosfera che si respirava nel periodo post-unitario.

Il video che ho postato sopra è una doccia fredda per tutti coloro che inneggiano ed enfatizzano questo anniversario, la stessa pronipote di Garibaldi fa un'affermazione scioccante da Bruno Vespa, clikkate e sentite cosa dice dopo 55 secondi dall'inizio del video. Da notare l'espressione degli altri ospiti.......... la loro reazione? Spallucce. MEDITATE

Modificato da francesco77

Inviato

non c'è il contradittorio. Filmato di parte.

Ed non ho visto le spallucce........ forse perche ci stava Bondi Ministro per i Beni e le Attività Culturali :D


Inviato

ciao a tutti,oggi il TG5 ha confermato che sarà festa nazionale mà solo per quest'anno,quindi scuole e uffici pubblici resteranno chiusi...


Inviato

ciao a tutti,oggi il TG5 ha confermato che sarà festa nazionale mà solo per quest'anno,quindi scuole e uffici pubblici resteranno chiusi...

Grazie


Inviato

Ho molto meditato se intervenire o no in questa discussione, perché sono convinto che quasi sempre la ragione sita nel mezzo.

Io sono favorevole al festeggiamento del 150° anniversario dell’Unità d’Italia in quanto premessa indispensabile e, ovviamente, inconsapevole della Repubblica Italiana.

Sono conscio che quell’evento è formalmente ambiguo perché da un alto ha i caratteri dell’annessione (Vittorio Emanuele II ad esempio non cambiò numerale cosa che fece, in parte il suo successore Umberto che divenne I per il Regno d’Italia ma IV per il trono sabaudo, in quanto i titoli precedenti non furono mai aboliti; inoltre Vittorio Emanuele II festeggiò il suo giubileo nel 1874) ma, indubbiamente ebbe anche i caratteri di una Unione (il Parlamento che decretò la nascita del Regno era composto anche dagli Stati annessi con il plebiscito, la capitale fu spostata a Firenze, cosa che provocò una rivolta a Torino, fenomeni, questi che sancivano di fatto un cambiamento, senza contare che la nuova entità mutò il nome in Regno d’Italia).

Per quel che riguarda l’impresa dei Mille, questi ultimi hanno tutto il mio rispetto perché veramente credevano in quello che hanno fatto, a rischio della loro vita, senza contare che grazie alla loro opera hanno permesso la creazione di uno stato che avrebbe avuto un posto in Europa, cosa che prima non aveva nessuno stato italiano.

L’impresa ha dell’incredibile in quanto è riuscita a mettere in scacco uno Stato, che evidentemente, nonostante i primati che poteva vantare all’epoca e che sono stati ampiamente illustrati, era debole almeno dal punto di vista militare (soprattutto a causa degli ufficiali corrotti), prerogativa imprescindibile di una potenza che si rispetti.

Effettivamente i detrattori della spedizione hanno dalla loro il fatto che non era un esercito regolare, e quindi i suoi componenti assimilabili a dei rivoluzionari, senza contare che l’esercito del Regno di Sardegna attraversò in armi lo Stato Pontificio e poi il regno delle Due Sicilie senza una dichiarazione di guerra, tuttavia insistendo su questo punto non si fa che ribadire la debolezza di questi ultimi due stati.

A chi sostiene che il neonato regno d’Italia ha favorito il nord a discapito del sud ricordo i bersaglieri responsabili del sacco di Genova e i cannoni sulla folla a Milano (episodi che ricordano da vicino Ferdinando II). Aggiungo altresì che il nord si è sviluppato anche per la sua vicinanza e i suoi collegamenti verso l’Europa, quindi anche per un motivo geografico, senza contare che esistevano al nord imprenditori borghesi disposti a mettere in gioco i propri capitali, (e qui lo confesso, non so, se una classe tale esistesse nel sud e ne chiedo lumi: la mia immagine della classe “dirigente” del Regno delle Due Sicilie, forse è falsata, fondandosi spesso, sula figura del Principe Salina de il “Gattopardo” ).

Comunque, ammesso che tutte le colpe del divario che si è creato siano del Regno d’Italia, questo è finito nel ’46 quindi c’è stato tempo per risollevarsi .

Spenderei anche due parole su Francesco II, e sulla sua dignità personale e il suo coraggio in un periodo non facile, lontani dalle caricature risorgimentali di parte.

Infine, vorrei presentarvi alcuni dati:

Referendum istituzionale del 2-6.1946

Monarchia

Piemonte 42,9%

Liguria 31%

Lombardia 35.9%

Trentino 15%

Veneto e Friuli 40,7%

Emilia Romagna 23%

Toscana 28,4%

Marche 29,9%

Umbria 28,1%

Lazio 51,4%

Abruzzi e Molise 56,9%

Campania 76,5%

Puglia 67,3%

Basilicata 59,4%

Calabria 60,3%

Sicilia 64,7%

Sardegna 60,9%

Nei territori in cui regnavano i Borbone prevale nettamente la preferenza alla Monarchia Sabauda.

In un periodo in cui la memoria del Regno delle Sue Sicilie era certamente più viva che non adesso, perché i fatti erano più recenti, come mai non si è deciso di liquidare i responsabili delle disgrazie del sud (ma anche del nord)?

Chiudo qui, sperando di non avervi annoiato troppo con il mio pensiero, invitandovi a guardare più al futuro che al passato perché senza il primo il secondo è ben poca cosa...

Forse il nord e il sud hanno camminato a lungo separati, ma sarebbe ora che si unissero nel percorso; queste sono le premesse per una unione di grande respiro che abbatta le frontiere, le divisioni (perché non essere cittadini del mondo?): il massimo sarebbe che gli Uomini si unissero in una “social catena”.

Sicuramente sarò tacciato di idealismo e me ne rendo conto, ma sono fatto così.

Un saluto a tutti,

Simone.

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Inviato

Forse il nord e il sud hanno camminato a lungo separati, ma sarebbe ora che si unissero nel percorso

Giusto, e sarebbe di sicuro un Italia più Forte e più Unita. Ciao Massy


Inviato

Ho molto meditato se intervenire o no in questa discussione, perché sono convinto che quasi sempre la ragione sita nel mezzo.

Io sono favorevole al festeggiamento del 150° anniversario dell'Unità d'Italia in quanto premessa indispensabile e, ovviamente, inconsapevole della Repubblica Italiana.

Sono conscio che quell'evento è formalmente ambiguo perché da un alto ha i caratteri dell'annessione (Vittorio Emanuele II ad esempio non cambiò numerale cosa che fece, in parte il suo successore Umberto che divenne I per il Regno d'Italia ma IV per il trono sabaudo, in quanto i titoli precedenti non furono mai aboliti; inoltre Vittorio Emanuele II festeggiò il suo giubileo nel 1874) ma, indubbiamente ebbe anche i caratteri di una Unione (il Parlamento che decretò la nascita del Regno era composto anche dagli Stati annessi con il plebiscito, la capitale fu spostata a Firenze, cosa che provocò una rivolta a Torino, fenomeni, questi che sancivano di fatto un cambiamento, senza contare che la nuova entità mutò il nome in Regno d'Italia).

Per quel che riguarda l'impresa dei Mille, questi ultimi hanno tutto il mio rispetto perché veramente credevano in quello che hanno fatto, a rischio della loro vita, senza contare che grazie alla loro opera hanno permesso la creazione di uno stato che avrebbe avuto un posto in Europa, cosa che prima non aveva nessuno stato italiano.

L'impresa ha dell'incredibile in quanto è riuscita a mettere in scacco uno Stato, che evidentemente, nonostante i primati che poteva vantare all'epoca e che sono stati ampiamente illustrati, era debole almeno dal punto di vista militare (soprattutto a causa degli ufficiali corrotti), prerogativa imprescindibile di una potenza che si rispetti.

Effettivamente i detrattori della spedizione hanno dalla loro il fatto che non era un esercito regolare, e quindi i suoi componenti assimilabili a dei rivoluzionari, senza contare che l'esercito del Regno di Sardegna attraversò in armi lo Stato Pontificio e poi il regno delle Due Sicilie senza una dichiarazione di guerra, tuttavia insistendo su questo punto non si fa che ribadire la debolezza di questi ultimi due stati.

A chi sostiene che il neonato regno d'Italia ha favorito il nord a discapito del sud ricordo i bersaglieri responsabili del sacco di Genova e i cannoni sulla folla a Milano (episodi che ricordano da vicino Ferdinando II). Aggiungo altresì che il nord si è sviluppato anche per la sua vicinanza e i suoi collegamenti verso l'Europa, quindi anche per un motivo geografico, senza contare che esistevano al nord imprenditori borghesi disposti a mettere in gioco i propri capitali, (e qui lo confesso, non so, se una classe tale esistesse nel sud e ne chiedo lumi: la mia immagine della classe "dirigente" del Regno delle Due Sicilie, forse è falsata, fondandosi spesso, sula figura del Principe Salina de il "Gattopardo" ).

Comunque, ammesso che tutte le colpe del divario che si è creato siano del Regno d'Italia, questo è finito nel '46 quindi c'è stato tempo per risollevarsi .

Spenderei anche due parole su Francesco II, e sulla sua dignità personale e il suo coraggio in un periodo non facile, lontani dalle caricature risorgimentali di parte.

Infine, vorrei presentarvi alcuni dati:

Referendum istituzionale del 2-6.1946

Monarchia

Piemonte 42,9%

Liguria 31%

Lombardia 35.9%

Trentino 15%

Veneto e Friuli 40,7%

Emilia Romagna 23%

Toscana 28,4%

Marche 29,9%

Umbria 28,1%

Lazio 51,4%

Abruzzi e Molise 56,9%

Campania 76,5%

Puglia 67,3%

Basilicata 59,4%

Calabria 60,3%

Sicilia 64,7%

Sardegna 60,9%

Nei territori in cui regnavano i Borbone prevale nettamente la preferenza alla Monarchia Sabauda.

In un periodo in cui la memoria del Regno delle Sue Sicilie era certamente più viva che non adesso, perché i fatti erano più recenti, come mai non si è deciso di liquidare i responsabili delle disgrazie del sud (ma anche del nord)?

Chiudo qui, sperando di non avervi annoiato troppo con il mio pensiero, invitandovi a guardare più al futuro che al passato perché senza il primo il secondo è ben poca cosa...

Forse il nord e il sud hanno camminato a lungo separati, ma sarebbe ora che si unissero nel percorso; queste sono le premesse per una unione di grande respiro che abbatta le frontiere, le divisioni (perché non essere cittadini del mondo?): il massimo sarebbe che gli Uomini si unissero in una "social catena".

Sicuramente sarò tacciato di idealismo e me ne rendo conto, ma sono fatto così.

Un saluto a tutti,

Simone.

Condivido il 100% di quanto hai detto e che rappresenta il mio stesso pensiero, da fautore dell'Unità e da repubblicano convinto e poco amante di tutte le casate reali... (Borbone, Savoia, Asburgo e chi più ne ha, più ne metta).

D'accordo anche sul fatto che i Garibaldini possano essere considerati rivoluzionari, il che (ne l mio personalissimo punto di vista è più positivo che negativo).

Sui risultati del referendum, ho un mio (va beh, non certo soltanto mio) punto di vista, ma non posso esprimerlo, qui, perchè si sconfinerebbe in discorsi politici e vorrei evitare che qualcuno potesse sentirsi offeso. Anche se questo riguardo nei miei confronti non c'è minimamente stato, anzi, non mi interessa allinearmi.


Inviato

Forse il nord e il sud hanno camminato a lungo separati, ma sarebbe ora che si unissero nel percorso

Giusto, e sarebbe di sicuro un Italia più Forte e più Unita. Ciao Massy

Io vorrei che si unisse tutta l''Europa' dalle Canarie a Vladivostok e che diventasse il mio paese :). L'Italia, per me, lo è da sempre :)


Inviato

Oh gente, se non volete festeggiare l'Unità, festeggiate il mio compleanno laugh.gif

... Quest'anno è addirittura festa nazionale, il giorno dei miei 18, pensate un po'!

Saluti,

N. tongue.gif

- scusate l'OT


Inviato

Forse il nord e il sud hanno camminato a lungo separati, ma sarebbe ora che si unissero nel percorso

Giusto, e sarebbe di sicuro un Italia più Forte e più Unita. Ciao Massy

Io vorrei che si unisse tutta l''Europa' dalle Canarie a Vladivostok e che diventasse il mio paese :). L'Italia, per me, lo è da sempre :)

Certo Luke, daccordissimo anchio, però a Mio parere Ti dico: se non vai daccordo con tè stesso ( Italia) come fai ad andare daccordo con gli altri ( Europa) :lol: Ciao Massy


Inviato

Sono d'accordo anche io con questi interventi di Littore e Luke.

Una causa delle incomprensioni sono le guerre sui dati, tra cui appunto anche i primati, inseriti come elemento indiscutibile a favore o contro una teoria.

Io penso che, al di là dei primati, nel Regno delle Due Siicile, ci fossero degli equilibri che con l'annessione sono venuti meno.

Non sono in grado di entrare nel dettaglio, però mi viene in mente l'ex Unione Sovietica. Si è soliti identificare il regime come qualcosa di negativo, ma, caduto in tempi brevi, sono venuti meno equilibri che di fatto hanno cancellato la classe media e portato i problemi che conosciamo. E ora c'è chi lo rimpiange. Da un certo punto di vista, non si potrà dargli torto.

Nel Regno delle Due Sicilie magari c'erano meno ferrovie e più analfabetismo, ma questi dati, alla luce degli equilibri interni, non devono essere letti come negativi senza possibilità di replica. Francesco ha scritto per esempio che, se non c'erano ferrovie, era perché probabilmente la vocazione del Regno erano i porti. Questo già pone la questione sotto un'altra luce. Le nuove amministrazioni dopo l'annessione non vollero o non seppero ritrovare adeguati equilibri. Poi, che anche con i Borboni ci fossero scontenti e problemi nessuno potrà negarlo. Non è difficile incontrare siciliani che si lamentino di Borbone e Savoia insieme. :D

Altro esempio attuale lo si può facilmente trovare nell'Europa di oggi. C'è chi dice che si sono sfondate le barriere troppo in fretta, chi, invece, sostiene che se non fosse avvenuta l'integrazione dei paesi dell'Est europeo, ci sarebbe stato il serissimo rischio che questi sarebbero collassati in pseudo regimi.

Che ci siano letture storiche diverse, alla luce di un diverso peso dato ai fatti, va bene, ma non dovrebbe venire meno la volontà di una ricerca approfondita. Questa discussione, una volta recuperati toni pacati, sta offrendo molto e, se anche le opinioni possono rimanere distanti, è solo con il banale confronto che ci si toglie dallo stallo. :D


Inviato

Fatto stà che l'Unità d'Italia è stata fatta.

Ed nell'arco dei 150 anni ci siamo divisi molte volte.............ed continueremo ad dividerci in futuro.

Ed ora stiamo ad parlare di briganti ed borbonici ecc.........

Ed questo solo perchè ho aperto il post "17 marzo festa nazionale" solo per dire guardate è un giorno di festa in più...

minchia a questo punto ditemi che monete "politicamente/culturalmente" collezionate.............

Ad mio avviso la discussione stà cadendo nel politico.

Cavolo scusate ma Alberto da Giussano a battuto monete...................

Io non mi sento italiano

ma per fortuna o purtroppo

per fortuna o purtroppo

per fortuna

per fortuna lo sono.

Mi sembra giusto commentare l'annessione sabauda (in maniera pacata come stiamo facendo tutti) tenendo in considerazione non solo la storia dei vincitori. Mi permetto il lusso di postare qualche video veritas solo per ricordare a tutti chi erano i patrioti delle Due Sicilie e qual'era l'atmosfera che si respirava nel periodo post-unitario.

Il video che ho postato sopra è una doccia fredda per tutti coloro che inneggiano ed enfatizzano questo anniversario, la stessa pronipote di Garibaldi fa un'affermazione scioccante da Bruno Vespa, clikkate e sentite cosa dice dopo 55 secondi dall'inizio del video. Da notare l'espressione degli altri ospiti.......... la loro reazione? Spallucce. MEDITATE

Leggo solo ora questo post e devo dire che non conoscevo il contenuto delle affermazioni della sig.ra Garibaldi. Non ho motivo di dubitare di quanto detto sia perchè la persona è al di sopra delle parti, in quanto diretta discendente del dittatore, sia perchè la predetta circostanza sarebbe dimostrabile con documenti alla mano, come lei stessa afferma. Ovviamente la notizia, di per sè davvero rivoluzionaria, ci fa assai piacere anche se (e la cosa non mi ha sorpreso più di tanto), i media hanno pacatamente glissato sulla circostanza facendola dolcemente scivolare nell'oblio liddove giacciono le più scomode verità che accompagnarono il processo di unificazione.

Ho molto meditato se intervenire o no in questa discussione, perché sono convinto che quasi sempre la ragione sita nel mezzo.

Io sono favorevole al festeggiamento del 150° anniversario dell'Unità d'Italia in quanto premessa indispensabile e, ovviamente, inconsapevole della Repubblica Italiana.

Sono conscio che quell'evento è formalmente ambiguo perché da un alto ha i caratteri dell'annessione (Vittorio Emanuele II ad esempio non cambiò numerale cosa che fece, in parte il suo successore Umberto che divenne I per il Regno d'Italia ma IV per il trono sabaudo, in quanto i titoli precedenti non furono mai aboliti; inoltre Vittorio Emanuele II festeggiò il suo giubileo nel 1874) ma, indubbiamente ebbe anche i caratteri di una Unione (il Parlamento che decretò la nascita del Regno era composto anche dagli Stati annessi con il plebiscito, la capitale fu spostata a Firenze, cosa che provocò una rivolta a Torino, fenomeni, questi che sancivano di fatto un cambiamento, senza contare che la nuova entità mutò il nome in Regno d'Italia).

Per quel che riguarda l'impresa dei Mille, questi ultimi hanno tutto il mio rispetto perché veramente credevano in quello che hanno fatto, a rischio della loro vita, senza contare che grazie alla loro opera hanno permesso la creazione di uno stato che avrebbe avuto un posto in Europa, cosa che prima non aveva nessuno stato italiano.

L'impresa ha dell'incredibile in quanto è riuscita a mettere in scacco uno Stato, che evidentemente, nonostante i primati che poteva vantare all'epoca e che sono stati ampiamente illustrati, era debole almeno dal punto di vista militare (soprattutto a causa degli ufficiali corrotti), prerogativa imprescindibile di una potenza che si rispetti.

Effettivamente i detrattori della spedizione hanno dalla loro il fatto che non era un esercito regolare, e quindi i suoi componenti assimilabili a dei rivoluzionari, senza contare che l'esercito del Regno di Sardegna attraversò in armi lo Stato Pontificio e poi il regno delle Due Sicilie senza una dichiarazione di guerra, tuttavia insistendo su questo punto non si fa che ribadire la debolezza di questi ultimi due stati.

A chi sostiene che il neonato regno d'Italia ha favorito il nord a discapito del sud ricordo i bersaglieri responsabili del sacco di Genova e i cannoni sulla folla a Milano (episodi che ricordano da vicino Ferdinando II). Aggiungo altresì che il nord si è sviluppato anche per la sua vicinanza e i suoi collegamenti verso l'Europa, quindi anche per un motivo geografico, senza contare che esistevano al nord imprenditori borghesi disposti a mettere in gioco i propri capitali, (e qui lo confesso, non so, se una classe tale esistesse nel sud e ne chiedo lumi: la mia immagine della classe "dirigente" del Regno delle Due Sicilie, forse è falsata, fondandosi spesso, sula figura del Principe Salina de il "Gattopardo" ).

Comunque, ammesso che tutte le colpe del divario che si è creato siano del Regno d'Italia, questo è finito nel '46 quindi c'è stato tempo per risollevarsi .

Spenderei anche due parole su Francesco II, e sulla sua dignità personale e il suo coraggio in un periodo non facile, lontani dalle caricature risorgimentali di parte.

Infine, vorrei presentarvi alcuni dati:

Referendum istituzionale del 2-6.1946

Monarchia

Piemonte 42,9%

Liguria 31%

Lombardia 35.9%

Trentino 15%

Veneto e Friuli 40,7%

Emilia Romagna 23%

Toscana 28,4%

Marche 29,9%

Umbria 28,1%

Lazio 51,4%

Abruzzi e Molise 56,9%

Campania 76,5%

Puglia 67,3%

Basilicata 59,4%

Calabria 60,3%

Sicilia 64,7%

Sardegna 60,9%

Nei territori in cui regnavano i Borbone prevale nettamente la preferenza alla Monarchia Sabauda.

In un periodo in cui la memoria del Regno delle Sue Sicilie era certamente più viva che non adesso, perché i fatti erano più recenti, come mai non si è deciso di liquidare i responsabili delle disgrazie del sud (ma anche del nord)?

Chiudo qui, sperando di non avervi annoiato troppo con il mio pensiero, invitandovi a guardare più al futuro che al passato perché senza il primo il secondo è ben poca cosa...

Forse il nord e il sud hanno camminato a lungo separati, ma sarebbe ora che si unissero nel percorso; queste sono le premesse per una unione di grande respiro che abbatta le frontiere, le divisioni (perché non essere cittadini del mondo?): il massimo sarebbe che gli Uomini si unissero in una "social catena".

Sicuramente sarò tacciato di idealismo e me ne rendo conto, ma sono fatto così.

Un saluto a tutti,

Simone.

Il tuo intervento è gradevole ed in parte anche condivisibile. Non trovo però conveniente da parte mia "smontare" alcune posizioni esposte poichè comunque già ampiamente dibattute in questo pregevolissimo topic. Rischieremmo solo di ripeterci.

Ho invece solo un veloce commento ai risultati del referendum Repubblica/Monarchia presentati: a mio avviso, nei territori in cui regnarono i Borbone prevalse la preferenza alla Monarchia Sabauda poiché fu in quei territori e non nel resto d'Italia, che si consumò l'implacabile opera di censura e plagio delle coscienze meridionali contro l'uscente stato duosiciliano secondo le terribili modalità che putroppo (o per fortuna) ben conosciamo. E i risultati dopo 85 anni, seguirono esattamente le proporzioni che hai indicato.


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Inviato

Ho invece solo un veloce commento ai risultati del referendum Repubblica/Monarchia presentati: a mio avviso, nei territori in cui regnarono i Borbone prevalse la preferenza alla Monarchia Sabauda poiché fu in quei territori e non nel resto d'Italia, che si consumò l'implacabile opera di censura e plagio delle coscienze meridionali contro l'uscente stato duosiciliano secondo le terribili modalità che putroppo (o per fortuna) ben conosciamo. E i risultati dopo 85 anni, seguirono esattamente le proporzioni che hai indicato.

Il fatto che il resto d'Italia sia stato occupato dai tedeschi e vi si sia consumata una guerra civile non è una spiegazione piú semplice del divario dei risultati tra nord e sud?


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