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IGNORED

Inizio utilizzo di lettere gotiche nelle legende


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FC: Escluderei l'uso della fustella,

Per questi denari con le lettere goticizzanti/gotiche o per tutti i denari di Genova, anche più antichi?

FC: certi denari potrebbero essere stati ricavati come descritto dal Finetti per i denari di Lucca,

Se intendi ritagliati in forma quadrangolare e poi spianati con martelletto a bocca tonda per provocarne un arrotondamento per espansione ti direi di no, perchè non ho mai visto denari genovesi con segni di arrotondamento. Per questo sono sempre anche molto leggibili.

' FC: altri invece sembrano ritagliati con forbici altri come nell'immagine di Malbrunot che avevo postato per le monete bonifacine...

Direi che assolutamente questa è la tecnica per questi tipi tardi (fine XIII-primi decenni XIV secolo). Tuttavia, come ti avevo detto nella discussione apposita (ma poi nessuno mi ha risposto, se non vado errata), non capisco perchè intendi queste due cose come diverse: anche per le monete bonifacine Malbrunot parla tondelli ritagliati da lamine per mezzo di cesoie ...

FC: Per il resto bisognerebbe sfrondare un po' la discussione e discutere tipo per tipo. E' sicuro che di punzoni ce ne fossero e magari c'erano anche diverse officine... quindi i punzoni si moltiplicano!

Senz'altro hai ragione tu se volessimo fare un lavoro sistematico (che va fatto/in parte è stato fatto anche dai collezionisti del circolo Astengo): ma per questo contesto e per non ricadere a parlare di aspetti troppo speciosi che magari interesserebbero pochissimi utenti, secondo me si potrebbero intanto notare delle cose a livello generale, che possono saltare agli occhi anche a non esperti conoscitori di questa zecca, se si mettono a confronto questi denari con quelli postati, ad esempio, nella discussione "denaro di genova" .

Invece sul fatto che ci fossero diverse officine, anche se è stato in passato ipotizzato per i denari genovesi, da quel che conosco delle zecche medievali di area tirrenica, per non dire della penisola centro-settentrionale occidentale ed in particolare per Genova, non credo proprio. Magari incisori dei conii diversi, forse attivi anche contemporaneamente, ma con conii e tondelli riposti e richiusi a chiave in armadi separati, come altrove (a Pisa per sicurezza davano poi le chiavi a tre persone diverse e per aprire le casse o armadi serviva sempre la presenza di tutti e tre...!).

In attesa di eventuali commenti

saluti MB

Modificato da monbalda
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Dunque... con calma anche se la mia testaccia purtroppo è altrove...

FC: Escluderei l'uso della fustella,

Per questi denari con le lettere goticizzanti/gotiche o per tutti i denari di Genova, anche più antichi?

Solo per questi, anche se molti dubbi sui più antichi. Non so se usassero delle fustelle o più probabilmente "segnavano" dei cerchi che poi venivano tagliati con molta più cura rispetto ai denari "più tardi".

FC: certi denari potrebbero essere stati ricavati come descritto dal Finetti per i denari di Lucca,

Se intendi ritagliati in forma quadrangolare e poi spianati con martelletto a bocca tonda per provocarne un arrotondamento per espansione ti direi di no, perchè non ho mai visto denari genovesi con segni di arrotondamento. Per questo sono sempre anche molto leggibili.

Ok annotato, anche se forse non come i denari lucchesi c'erano altri tondelli ricavati più o meno così, ma direi che non è il caso di Genova anche se di denari non posso dire d'averne visti a sufficienza.

' FC: altri invece sembrano ritagliati con forbici altri come nell'immagine di Malbrunot che avevo postato per le monete bonifacine...

Direi che assolutamente questa è la tecnica per questi tipi tardi (fine XIII-primi decenni XIV secolo). Tuttavia, come ti avevo detto nella discussione apposita (ma poi nessuno mi ha risposto, se non vado errata), non capisco perchè intendi queste due cose come diverse: anche per le monete bonifacine Malbrunot parla tondelli ritagliati da lamine per mezzo di cesoie ...

E' l'effetto stordimento, in effetti sono la stessa cosa; ho fatto confusione.

FC: Per il resto bisognerebbe sfrondare un po' la discussione e discutere tipo per tipo. E' sicuro che di punzoni ce ne fossero e magari c'erano anche diverse officine... quindi i punzoni si moltiplicano!

Senz'altro hai ragione tu se volessimo fare un lavoro sistematico (che va fatto/in parte è stato fatto anche dai collezionisti del circolo Astengo): ma per questo contesto e per non ricadere a parlare di aspetti troppo speciosi che magari interesserebbero pochissimi utenti, secondo me si potrebbero intanto notare delle cose a livello generale, che possono saltare agli occhi anche a non esperti conoscitori di questa zecca, se si mettono a confronto questi denari con quelli postati, ad esempio, nella discussione "denaro di genova" .

Invece sul fatto che ci fossero diverse officine, anche se è stato in passato ipotizzato per i denari genovesi, da quel che conosco delle zecche medievali di area tirrenica, per non dire della penisola centro-settentrionale occidentale ed in particolare per Genova, non credo proprio. Magari incisori dei conii diversi, forse attivi anche contemporaneamente, ma con conii e tondelli riposti e richiusi a chiave in armadi separati, come altrove (a Pisa per sicurezza davano poi le chiavi a tre persone diverse e per aprire le casse o armadi serviva sempre la presenza di tutti e tre...!).

In attesa di eventuali commenti

saluti MB

Sarà ma resto dubbioso circa il fatto che non esistessero altre officine. Anche perché la Zecca era in appalto a privati imprenditori e chissà che per le monete in mistura non attrezzassero altri locali vista la mole di monetine coniate.

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  • 2 settimane dopo...
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Anche se ad alcune di queste considerazioni avevo già risposto in persona a Daniele quando mi sono recata a Genova per la conferenza del Circolo Astengo, mi pareva doveroso riportarle anche qui.

Per realizzare i tondelli delle prime serie di denari genovesi penso che in linea di massima si usasse la fustella a bocca tonda, perchè il ritaglio circolare mi pare poco pratico e "lungo" per queste emissioni che sono tra le più copiose di questa zecca in fatto di moneta minuta, dato che tra l'ultimo quarto del XIII secolo e inizi Trecento la quantità prodotta mi pare proprio calata (basta vedere i ripostigli ed anche la tipologia dei denari in collezione, compresi quello via via postati su questo forum...). Oltre a questo - a mio parere - vi sono anche alcuni piccoli indizi fisici, che per ora sorvolo.

Ad un certo momento si passò senz'altro al ritaglio con cesoia, con conseguente creazione di un tondello poligonale. Interessante è verificare quando si attuò questo mutamento ed eventualmente riflettere sulle motivazioni....

Invece per quanto concerne la zecca in nessun documento che ho trovato, per quanto purtroppo da un periodo piuttosto tardo in poi (dalla metà circa del XIV secolo) si parla di officine separate.

Il fatto che si desse in appalto la zecca non vuol dire che gli appaltatori si potessero portare conii e tondelli dove pareva loro, ma soltanto che ne curavano l'efficace funzionamento e la rendita economica (compreso il proprio guadagno), ed anche se le quantità di monete prodotte erano rilevanti, non penso che la mole giornaliera sia di tondelli a ritaglio da lamina, sia di monete coniate con battitura manuale, potesse richiedere spazi enormi, o comunque più grandi di quelli disponibili nell'odierna Piazza Caricamento, dove si doveva trovare allora la zecca. Al contrario c'era l'esigenza di controllare la bontà dell'operato della zecca da parte degli ufficiali comunali, per ciò si tenevano in un unico luogo, ben visibile e controllabile da parte dei funzionari pubblici, e sottochiave, tondelli preparati - ma eventualmente ancora non coniati - e conii.

Questo non solo si evince dallo studio di zecche medievali documentate variamente in Italia (a Pisa ad esempio solo nel XIV secolo per motivi di decoro e pulizia urbana si separò la prima parte del processo produttivo, dalla coppellazione all'alligazione in altro edificio e altra zona, più periferica della città) e in Europa, ma anche da ciò che ho potuto verificare su Genova stessa a partire dai documenti e dalle fonti iconografiche. Ripeto: penso che al limite si possa parlare di diversi incisori incaricati o di diversi controllori (leggi: ufficiali di controllo del Comune). Comunque per adesso non vi svelo troppo, in modo da non rovinarvi l'attesa per quanto scritto nella voce relativa a Genova nella guida sulle zecche curata da Lucia Travaini, oramai prossima uscita.

Vi saluto una immagine ricostruttiva del porto di Genova nel tardo-medioevo/prima età moderna tratta da Alireza Naser Eslami, Genova e il Mediterraneo. I riflessi d'oltremare sulla cultura artistica e l'architettura dello spazio urbano, XII-XVII secolo, Genova 2000 (rielaborata dalla nota cartografia urbana di Grossi Bianchi - Poleggi) con significativa indicazione della posizione e delle eventuali dimensioni della zecca in quel periodo (anche se tra XII e XIII secolo l'edificio poteva essere un poco più piccolo e forse anche meno "compatto"...). MB

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Modificato da monbalda
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Anche se ad alcune di queste considerazioni avevo già risposto in persona a Daniele quando mi sono recata a Genova per la conferenza del Circolo Astengo, mi pareva doveroso riportarle anche qui.

Per realizzare i tondelli delle prime serie di denari genovesi penso che in linea di massima si usasse la fustella a bocca tonda, perchè il ritaglio circolare mi pare poco pratico e "lungo" per queste emissioni che sono tra le più copiose di questa zecca in fatto di moneta minuta, dato che tra l'ultimo quarto del XIII secolo e inizi Trecento la quantità prodotta mi pare proprio calata (basta vedere i ripostigli ed anche la tipologia dei denari in collezione, compresi quello via via postati su questo forum...). Oltre a questo - a mio parere - vi sono anche alcuni piccoli indizi fisici, che per ora sorvolo.

Ad un certo momento si passò senz'altro al ritaglio con cesoia, con conseguente creazione di un tondello poligonale. Interessante è verificare quando si attuò questo mutamento ed eventualmente riflettere sulle motivazioni....

Invece per quanto concerne la zecca in nessun documento che ho trovato, per quanto purtroppo da un periodo piuttosto tardo in poi (dalla metà circa del XIV secolo) si parla di officine separate.

Il fatto che si desse in appalto la zecca non vuol dire che gli appaltatori si potessero portare conii e tondelli dove pareva loro, ma soltanto che ne curavano l'efficace funzionamento e la rendita economica (compreso il proprio guadagno), ed anche se le quantità di monete prodotte erano rilevanti, non penso che la mole giornaliera sia di tondelli a ritaglio da lamina, sia di monete coniate con battitura manuale, potesse richiedere spazi enormi, o comunque più grandi di quelli disponibili nell'odierna Piazza Caricamento, dove si doveva trovare allora la zecca. Al contrario c'era l'esigenza di controllare la bontà dell'operato della zecca da parte degli ufficiali comunali, per ciò si tenevano in un unico luogo, ben visibile e controllabile da parte dei funzionari pubblici, e sottochiave, tondelli preparati - ma eventualmente ancora non coniati - e conii.

Questo non solo si evince dallo studio di zecche medievali documentate variamente in Italia (a Pisa ad esempio solo nel XIV secolo per motivi di decoro e pulizia urbana si separò la prima parte del processo produttivo, dalla coppellazione all'alligazione in altro edificio e altra zona, più periferica della città) e in Europa, ma anche da ciò che ho potuto verificare su Genova stessa a partire dai documenti e dalle fonti iconografiche. Ripeto: penso che al limite si possa parlare di diversi incisori incaricati o di diversi controllori (leggi: ufficiali di controllo del Comune). Comunque per adesso non vi svelo troppo, in modo da non rovinarvi l'attesa per quanto scritto nella voce relativa a Genova nella guida sulle zecche curata da Lucia Travaini, oramai prossima uscita.

Vi saluto una immagine ricostruttiva del porto di Genova nel tardo-medioevo/prima età moderna tratta da Alireza Naser Eslami, Genova e il Mediterraneo. I riflessi d'oltremare sulla cultura artistica e l'architettura dello spazio urbano, XII-XVII secolo, Genova 2000 (rielaborata dalla nota cartografia urbana di Grossi Bianchi - Poleggi) con significativa indicazione della posizione e delle eventuali dimensioni della zecca in quel periodo (anche se tra XII e XIII secolo l'edificio poteva essere un poco più piccolo e forse anche meno "compatto"...). MB

Sul fatto che non andassero con i conii in giro sono d'accordo, ma vista la quantità di monete prodotte... non mi convinco e penso a locali attigui con ulteriori conii chiusi a chiave. Non penso certo che da "Caricamento" prendessero o l'1 per andare a Voltri o il 12 verso Molassana :D

post-1677-0-98662000-1302444617_thumb.jp

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ul fatto che non andassero con i conii in giro sono d'accordo, ma vista la quantità di monete prodotte... non mi convinco e penso a locali attigui con ulteriori conii chiusi a chiave.

L'edificio della zecca era composto infatti da più corpi di fabbrica contigui, organizzati intorno ad una chiostra o grande cavedio, con vari accorgimenti per regolare/controllare gli accessi..., ma in questo caso non parlerei di officine diverse wink.gif.

saluti a presto MB

P.S. L'immagine che hai postato è una delle tante che ho inviato anche per la guida delle zecche, anche se non so se saranno riprodotte tutte.

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ul fatto che non andassero con i conii in giro sono d'accordo, ma vista la quantità di monete prodotte... non mi convinco e penso a locali attigui con ulteriori conii chiusi a chiave.

L'edificio della zecca era composto infatti da più corpi di fabbrica contigui, organizzati intorno ad una chiostra o grande cavedio, con vari accorgimenti per regolare/controllare gli accessi..., ma in questo caso non parlerei di officine diverse wink.gif.

saluti a presto MB

P.S. L'immagine che hai postato è una delle tante che ho inviato anche per la guida delle zecche, anche se non so se saranno riprodotte tutte.

Io l'ho tratta - come quella qui sotto - dall'ottimo volume che pubblicizzo un po'

Ritratto di Genova nel'400. Veduta d'invenzione. Ediz. italiana e inglese. Con CD-ROM

di Poleggi Ennio - Croce Isabella

Editore: SAGEP

Genere: storia d'europa

Argomento: genova-storia genova-architettura

Traduttore: Rondanina T.

Pagine: 224

ISBN: 8870589846

ISBN-13: 9788870589849

Data pubbl.: 2008

post-1677-0-87749400-1302445589_thumb.jp

PS: la zecca è il numero 66

Modificato da fra crasellame
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  • 4 settimane dopo...

L'ho visto e non mi piace.

I vecchi numismatici dicevano (forse con metodo un po' "empirico") che un segno di autenticità era il perfetto posizionamento delle lettere della legenda, la perfetta corrispondenza delle lettere opposte e la perfetta centratura tra: spazio precedente-lettera (o segno)-spazio successivo.

Non so quanto sia vero ma in questo esemplare forse lo zecchiere era.... ubriaco.

Sulle A direi che ne ho visto simili solo in genovini di Simon Boccanegra (primo tipo) dove nel "cappello" delle A spuntano piccoli apici che puntano in basso.

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Però, adesso che guardo meglio la A assomiglia molto al mio che è nei cataloghi Mio collegamento il secondo delle foto che comprai inun'asta da kunker, però nel mio le lettere mi sembrano ben posizionate.

Caro DZ è quello che ti volevo dire anche io: il dritto è praticamente lo stesso, e mi pare anche la croce del rovescio. E non a caso si tratta di quel tuo genovino che aveva attirato i miei sospetti rolleyes.gif, se ben ti ricordi, anche se altri erano convinti del contrario

Quella A per monete auree genovesi periodo non l'ho mai vista, se non su questi due esemplari (ma nei tipi del terzo quarto del Duecento non ne ho visti tanti, quanto i grossi etc...) e non torna proprio con la datazione di questo tipo di genovino...ma con monete effettivamente più tarde.

Comunque facciamo anche altre verifiche...pure su quella porta urbica asimmetrica...e la N al dritto con il nodino, che le avvicina al genovino con le rosette come interpunzioni al D/ (vedi altro esemplare nel catalogo on-line). Magari si tratta di una sorta di estenuazione "di fine serie" o ...altro ? voi cosa pensate ?

Saluti MB

P.S. Volevo caricare anche il tuo dritto per confronto ravvicinato ma non riesco ad alleggerire la foto... anzi non mi si apre proprio

post-10758-0-03891900-1304628576_thumb.j

Modificato da monbalda
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Eccolo il dritto del mio, l'asta di provenienza era Rauch (ho corretto dopo la tua risposta) del 2008.

L'avevo preso proprio perché era particolare, mentre quello della NAC mi ha colpito subito per gli spazi troppo larghi di CVNRADVS e il REX troppo stretto.

post-9750-0-94241400-1304630430_thumb.jp

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Ho provato la sovrapposizione dei conii del dritto e, tolta un poco di distorsione data dalla presa fotografica diversa, ...combaciano perfettamente (provo a postarvi le immagini posizionate con quella sopra in trasparenza: c'è anche la stessa sorta di linea che collega il primo segno di interpunzione con la prima I).

Direi stesso dritto e invece rovescio diverso, per due emissioni una successiva all'altra (non a caso una un'interpunzione ed un'altra ne ha due ...?). Poi va valutato come considerarlo...ma anche sui genovini delle prime serie (IANVA e CIVITAS IANVA) secondo me c'è ancora molto da studiare e da dire wink.gif.

Saluti MB

post-10758-0-93115100-1304631538_thumb.j

Modificato da monbalda
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Sorelle ma non dello stesso conio, la S è diversa e le spaziature pure. Anche io, ammessa la genuinità cosa che su foto è dura, sarei propenso per una "fine serie" ed insisto sulle X molto simili a quelle dei CIVITAS IANVA e sulla via per diventare quelle tipiche di fine duecento e poi del trecento.

L'esemplare di DZ pare più genuino, almeno questa è la mia impressione, ma come si dice... ne devo mangiare di pasta per diventare grande :D

PS: intendevo il R, in effetti il D pare sia frutto della stessa "mamma", un'altra cosa che mi piace poco è l'interruzione di quella che dovrebbe essere la perlinatura interna...

Modificato da fra crasellame
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un'altra cosa che mi piace poco è l'interruzione di quella che dovrebbe essere la perlinatura interna...

Concordo...MB

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un'altra cosa che mi piace poco è l'interruzione di quella che dovrebbe essere la perlinatura interna...

Concordo...MB

buonasera ,

mi scuserte l' intervento non molto illuminante per dire solamente che il contorno fatto in questa maniera è bruttino per quanto è particolare...o no?

un saluto a tutti

Modificato da lollone
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Nella mia piccola ricerca sui genovini trovai altri esemplari simili:

-all'asta CNG Triton X del 9/1/2007: stesso dritto (forse il castello/porta un po' più simmetrico e la perlinatura intera mentre al R/ spazi larghi per CVNRADVS e stretti per REX

-all'asta G. HIRSCH NACHFOLGER 259 del 10/1/2009 (qui invece della rosetta ci sono i tre anellini e la A senza gli apici ma la fattura del castello e simile, mentre sul R/ il CVNRADVS è più stretto e il Rex più largo ma non di molto)

-all'asta Ghiglione 42 (qui sul catalogo c'è solo il D/ che è un'altra "sorella" con castello/porta un po' asimmetrico e ugualmente largo, rosetta e cerchio in alto perlinato in basso quasi liscio)

-all'asta Hess-Divo I del 18/5/2010 che è lo stesso esemplare presentato all'asta NAC 50 del 15/11/2008 (simile alla mia la spaziatura sul R/ e la X, sul D/ castello forse leggermente più stretto, A senza apici e cerchio perlinato completo, qualche spaziatura non precisa)

-un altro ancora all'asta Christie's 2432 (ex collezione Pesce) lotto 27 (stesse caratteristiche ma migliore spaziatura non perfetta, cerchio perlinato completo A con cappello senza apici) .... ora è terdi e devo chiudere

Se volete di tutti questi ho le fotografie e ditemi se le volete vedere.

Saluti

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... ormai è tardi ma ho bisticciato con mia moglie e posso stare ancora un po' qui con voi...

vi posto l'immagine del più autorevole (quello dell'ex collezione Pesce) e vediamo le analogie...

Circa il falso d'epoca non credo perchè non sarebbe d'oro e poi l'avrebbero fatto, secondo me, più simile ai genovini canonici (ved. quello nei cataloghi esposto a Tursi).

Bhè ora basta... vado a riconciliarmi.

Buona notte

post-9750-0-85074200-1304635961_thumb.jp

Modificato da dizzeta
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...allora proseguo (sperando di non annoiare troppo).

Sui 43 degli 80 genovini che ho esaminato (... esaminato è una parola grossa ...diciamo "guardato") ho la fotografia e vi posso dire che:

4 hanno gli apici del cappello della A rivolti verso il basso come quelle dei due esemplari esaminati;

13 hanno la N col nodino;

9 hanno la X di REX fatta nella stessa maniera (diversa dalla croce e, diciamo, meno "spigolosa")

e ben 17 hanno la S di CUNRADVS ,,,diciamo "incinta" (alcuni di pochi mesi, ma molti di 7 o 8).

Scusate la descrizione "poco professionale" ma credo renda l'idea.

Aspetto ora vostre considerazioni

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Nella mia piccola ricerca sui genovini trovai altri esemplari simili:

-all'asta CNG Triton X del 9/1/2007: stesso dritto (forse il castello/porta un po' più simmetrico e la perlinatura intera mentre al R/ spazi larghi per CVNRADVS e stretti per REX

-all'asta G. HIRSCH NACHFOLGER 259 del 10/1/2009 (qui invece della rosetta ci sono i tre anellini e la A senza gli apici ma la fattura del castello e simile, mentre sul R/ il CVNRADVS è più stretto e il Rex più largo ma non di molto)

-all'asta Ghiglione 42 (qui sul catalogo c'è solo il D/ che è un'altra "sorella" con castello/porta un po' asimmetrico e ugualmente largo, rosetta e cerchio in alto perlinato in basso quasi liscio)

-all'asta Hess-Divo I del 18/5/2010 che è lo stesso esemplare presentato all'asta NAC 50 del 15/11/2008 (simile alla mia la spaziatura sul R/ e la X, sul D/ castello forse leggermente più stretto, A senza apici e cerchio perlinato completo, qualche spaziatura non precisa)

-un altro ancora all'asta Christie's 2432 (ex collezione Pesce) lotto 27 (stesse caratteristiche ma migliore spaziatura non perfetta, cerchio perlinato completo A con cappello senza apici) .... ora è terdi e devo chiudere

Se volete di tutti questi ho le fotografie e ditemi se le volete vedere.

Saluti

Caro DZ,

secondo me la spaziatura delle lettere da sola non è così significativa, ma può diventarlo se messa insieme ad altri indizi, di cui secondo me i più interessanti sono quel tipo di A e di N, oltre a quella anomalia nel cerchio e porta urbica: non so se mi sono spiegata.

Dei tipi sopra elencati se ti va potresti inviarci le immagini dei seguenti, così li confrontiamo e ci ragioniamo (magari in qualche caso ci può essere coincidenza tra i pezzi):

- asta CNG Triton X del 9/1/2007: stesso dritto

- asta Ghiglione 42

L'esemplare Pesce ce lo hai già inviato, ma non mi pare avere nessuna delle caratteristiche interessanti, ovvero simili ai due esemplari dei quali stavamo parlando. Infatti A ed N sono normali, il cerchio è perlinato, la porta urbica è leggermente diversa dal solito, ma non è asimmetrica.

Poi magari potremo vedere gli eventuali altri rimanenti con quella A.

Comunque complimenti per la passione e per il censimento che hai effettuato in così poco tempo, ma non far arrabbiare la tua bella signora alla quale mando i miei saluti.

A presto MB

Modificato da monbalda
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...

Dei tipi sopra elencati se ti va potresti inviarci le immagini dei seguenti, così li confrontiamo e ci ragioniamo (magari in uno caso ci può essere coincidenza tra i pezzi):

- asta CNG Triton X del 9/1/2007: stesso dritto

- asta Ghiglione 42

Eccoli sono immagini molto piccole scaricate da internet, spero si possano vedere abbastanza bene, per Ghiglione, come al solito, mette solo la foto del Dritto..

Circa mia moglie, non ti preoccupare, è amabilissima e, soprattutto,....... gli passa subito.

Saluti

post-9750-0-04025100-1304692088_thumb.jp

post-9750-0-25731100-1304692170_thumb.jp

Modificato da dizzeta
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Ho scaricato di nuovo ghiglione 38 qui si vede meglio ... e c'è anche il R/

A me pare che il castello sia asimmetrico, anche se è un conio diverso, ... ma pure non è la stessa moneta. Quella che ti ho messa prima, evidentemente non era Ghiglione 38... cercherò ancora

post-9750-0-06100000-1304692494_thumb.jp

post-9750-0-70827300-1304692499_thumb.jp

Modificato da dizzeta
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