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Africa Orientale Tedesca - storia e monetazione


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Anno di conio: 1916

Materiale: Ottone

Peso: circa 11,5 grammi

Diametro 29 millimetri

Segno di zecca: T (Tabora)

Sul dritto: Corona imperiale; millesimo; legenda D.O.A.

Sul rovescio: ghirlanda; valore nominale; segno di zecca

Tiratura: 1.307.760

Per entrambi i pezzi da 20 Heller esistono diverse varianti, nate dalla combinazione di dritti e rovesci differenti:

Corona piccola (come nelle prime due monete in foto) o grande (come nella terza moneta foto);

Entrambe le “L” di Heller dritte (come nella prima moneta in foto); entrambe decorate; la prima dritta interrotta e la seconda decorata (come nella seconda e terza moneta in foto).

Modificato da luke_idk

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XII. Le 15 rupie d'oro. "Tabora Pound"

Le pur ingegnose emissioni metalliche, però, non avrebbero risolto uno dei problemi più urgenti, per l'amministrazione coloniale: il pagamento dei soldati dei reparti di Askari. Tradizionalmente, la popolazione locale non riponeva alcuna fiducia, nella cartamoneta e questo era ancora più vero, in presenza di emissioni d'emergenza, da parte di un paese sull'orlo dell'implosione.

Il 15 aprile 1916, il governatore Heinrich Albert Schnee firmò il decreto, che autorizzava l'emissione di una moneta, in oro, da 15 Rupie. Il valore nominale corrispondeva a 20 Marchi tedeschi ed a circa 1 Sovrana britannica. Per questo motivo, tale moneta è comunemente conosciuta con il nome di "Tabora Sovereign" o "Tabora Pound". In realtà, nonostante il modulo corrispondesse, sostanzialmente, alla moneta tedesca da 20 Marchi, il suo contenuto in oro fino era, decisamente, inferiore.

Ritenendo irrispettoso, ritrarre un'improvvisata effigie del sovrano, il disegno fu scelto, in base ad un concorso pubblico, vinto da R. Vogt.

Un fabbro singalese preparò i conii e la produzione iniziò il giorno stesso, della firma del decreto.

Il metallo non mancava, in quanto era ancora in funzione la miniera d'oro di Sekenke, collegata a Tabora, dalla Mittelland Bahn. L'oro veniva fuso nella fucina di un fabbro, mentre un mulino per la laminazione di fogli di gomma fu riadattato, per trasformarlo in lamine. Inizialmente, fu utilizzata una primitiva pressa manuale, fino alla sua rottura ed al trasferimento della zecca a Lulanguru.

Una pressa a vapore, progettata per estrarre l'olio d'arachide, sostituì il lavoro manuale, incrementando la produzione.[15]

[15] Il racconto delle tecniche di coniazione è basato, principalmente, su Sankey, John, The Tabora Gold Coin, in Tanzanian Affairs, Britain-Tanzanian Society, n. 88 – Sept. – Dec. 2007, basato su Yonge, D.D., in Tanganyika Notes and Records Number 62, March 1964.

Modificato da luke_idk

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(foto concessa da Salvatore 20 giugno – La moneta.it)


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Anno di conio: 1916

Materiale: Oro 0,7500 circa

Peso: circa 7,1 grammi

Diametro: 22,5 millimetri

Segno di zecca: T (Tabora)

Contorno: liscio

Sul dritto: Stemma Imperiale del Secondo Reich (Aquila e corona imperiale); legenda DEUTSCH OSTAFRIKA; valore nominale

Sul rovescio: elefante che barrisce; sullo sfondo una probabile rappresentazione stilizzata del monte Kilimangiaro; in esergo millesimo e segno di zecca

Tiratura: 16.198

Esistono due varianti di questa moneta, a seconda che l'arabesco sopra l'ala sinistra dell'aquila (nella parte destra della moneta) termini sotto la "T" o sotto la successiva "A" della legenda OSTAFRIKA.

Pur nella sua, sostanziale, semplicità, la qualità di queste emissioni è decisamente superiore a quella dei pezzi in Heller.

Modificato da luke_idk

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Per l'anno 1916 la zecca di Tabora coniò pezzi da 5 Heller, 20 Heller, 15 Rupie, per un valore complessivo di 584.810 rupie.

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Elefanti di fronte al Kilimangiaro (foto dalla rete)


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XIII. Sconfitta e tramonto coloniale

Nei mesi in cui la zecca di Tabora fu operante, però, la situazione militare si era, radicalmente, modificata. Nonostante le brillanti vittorie di Lettow-Vorbeck, nelle battaglie di Tanga e del Kilimangiaro (in seguito alle quali, i tedeschi erano penetrati in Kenya e Rhodesia) le poche migliaia di soldati tedeschi e di Askari non erano più in grado, di affrontare le soverchianti forze anglo-sudafricane, belghe e portoghesi.[16]

[16] Il 9 marzo 1916, la Germania dichiarò guerra al Portogallo, a causa dell'appoggio logistico, fornito dal paese iberico al Regno Unito, suo tradizionale alleato, sin dal medioevo.

Modificato da luke_idk

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Soldati Askari (foto di Walther Dobbertin, in Bundesarchiv, da Wikipedia)


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Il 29 luglio 1916, il generale sudafricano Jan Smuts occupò Dodoma, interrompendo i collegamenti ferroviari, fra le principali città del paese e, due giorni dopo, la produzione della zecca cessò. Dopo la battaglia del Lago Tanganyika, con la quale gli anglo-belgi ottenevano il controllo del nord-ovest del paese, le forze dell’Intesa iniziarono a premere verso sud. Il Ruanda-Urundi fu occupato, nell’estate del ’16, mentre il 19 settembre, truppe belghe entrarono a Tabora. Le forze britanniche presero il controllo della capitale e delle coste ed i portoghesi invasero i territori più meridionali.

La autorità belghe recuperarono le 1.500 monete, che Schumacher aveva depositato presso la Banca di Tabora, mentre i britannici scovarono 39 delle 40 monete, che l’ingegnere tedesco aveva con sé.

Nel 1917 cessarono anche le ultime emissioni cartacee.


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Il margine di manovra di Lettow-Vorbeck era sempre più ridotte ma, nonostante ciò, le forze tedesche non capitolavano.

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Bandiera coloniale del Reich (foto da Wikipedia)


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La situazione in Europa, però, era diventata insostenibile, per gli Imperi Centrali. Il blocco navale britannico aveva ridotto Germania ed Austria-Ungheria, alla fame; le razioni dei soldati dovettero essere ridotte, per sfamare la popolazione civile. Nel frattempo, gli Stati Uniti erano entrati in guerra, al fianco della Triplice Intesa, iniziando a sbarcare truppe fresche, sul fronte occidentale.

Il conflitto non era più sostenibile.

Il 14 agosto 1918, il comando supremo tedesco, riunito al Quartier Generale di Spa, escludeva la possibilità di mantenere l'iniziativa militare. Il 29 settembre, i Capi di Stato Maggiore Hindenburg e Ludendorff invitarono il governo, a chiedere l'armistizio, prima che le truppe nemiche invadessero il territorio del Reich.

Ai primi di ottobre, iniziarono complesse trattative, ma la spallata finale arrivò dai soldati e dalla popolazione, esasperati dalle privazioni del conflitto. Il 29 ottobre si ammutinò la flotta a Wilhelmshaven; fra il 5 ed il 10 novembre la rivoluzione divampò, in tutte le principali città tedesche. La capitale insorse il 9 ed il Kaiser fuggì nei Paesi Bassi. Lo stesso giorno, fu proclamata la Repubblica, con a capo il Presidente del Partito Socialdemocratico (SPD) Friedrich Ebert. Il 10, si formò un nuovo governo (Consiglio dei Commissari del Popolo) che, per il tramite del deputato Erzberger, firmò l'armistizio, il giorno 11 novembre 1918.

L'oscura profezia di Bismarck, si compiva: "Jena arrivò vent'anni, dopo la morte di Federico il Grande; la catastrofe arriverà vent'anni dopo la mia dipartita"[17]

[17] Taylor, A.J.P., Bismarck, The Man and The Statesman, Vintage Books Edition, New York, 1967, reprinted by arrangement with Alfred A. Knopf, Inc., p. 264.

Modificato da luke_idk

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Le operazioni belliche in Africa, però, continuavano e Lettow-Vorbeck si arrese, solo il 23 novembre (dopo che era pervenuta la conferma dell’armistizio).

Le truppe dell’Intesa occuparono integralmente il paese, che cessava, de facto, di esistere.


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XIV. Trattati di pace. Fine della Deutsch-Ostafrika

Nel gennaio del 1919, Lettow-Vorbeck, che il Kaiser aveva nominato generale, con uno dei suoi ultimi atti ufficiali, rientrò a Berlino, fra l'esultanza della folla.

In un'epoca, nella quale non era ancora concepibile la sconfitta, mediata diplomaticamente, senza che le forze armate fossero realmente sopraffatte, il generale appariva come l'ultimo eroe nazionale. Il 2 marzo, gli venne tributata una parata della vittoria, sotto la Porta di Brandeburgo.

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Lettow-Vorbeck alla parata, in suo onore (foto di Walther Dobbertin, 2 marzo 1919, in Bundesarchiv, da Wikipedia)


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Nel frattempo, il 18 gennaio si era aperta la Conferenza della Pace, nella Sala degli Specchi del Castello di Versailles. Data e luogo non erano stati scelti a caso… lì, precisamente quarantotto anni prima, i principi tedeschi avevano offerto a Guglielmo I, la corona di Imperatore del Deutsches Reich.

Le condizioni, imposte dai governi alleati, erano pesantissime, tanto da indurre il Ministerpräsident Philipp Heinrich Scheidemann, a dimettersi, piuttosto che avallare il trattato, che fu, comunque, firmato il 28 giugno 1919, sotto la presidenza di Gustav Adolf Bauer.

Il trattato fu durissimo, si potrebbe dire spropositato, rispetto ad analoghe situazioni precedenti. L’ottusità dei governi occidentali (in particolare della Francia revanscista) nel pretenderne l’integrale applicazione, avrebbe avvelenato, pesantemente, la vita politica ed economico-sociale della Germania, per tutta la durata della cosiddetta Repubblica di Weimar, contribuendo al fallimento di questa esperienza.


Inviato

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Testo del Trattato di Versailles (foto da Wikipedia)


Inviato

Fine della Deutsch-Ostafrika

Era ora :lol:

Sto scherzando ;) bellissima discussione, che non ha mancato di illustrare ogni argomento, anche la cartamoneta....complimenti :)

petronius B)


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E il dopo, dove lo lasciamo? ;)

:lol: :lol: :lol:

PS. Grazie.

PPS. Devo essere imparentato, almeno alla lontana, con Lev Nikolaevič Tolstoj...

Modificato da luke_idk

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Con l'imposizione della rinuncia a tutte le colonie, da parte della Germania, terminava l'esperienza coloniale tedesca e, in particolare, la breve storia della Deutsch-Ostafrika. Il territorio del paese fu smembrato ed affidato alle potenze vincitrici, dalla neonata Società delle Nazioni.

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L’ex-impero coloniale tedesco. Nei colori rosso e giallo, gli stabilimenti persi, prima della nascita dell’Impero; in colore blu le cessione, seguite al trattato di Versailles (foto da Wikipedia).


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Il piccolo Triangolo di Kionga fu annesso all'Africa Orientale Portoghese, l'odierno Mozambico, divenuto indipendente, solo nel 1975.

Il Ruanda-Urundi passò, sotto mandato della Società delle Nazioni, al Belgio, fino alla sua indipendenza, nei due stati separati di Ruanda e Burundi, nel 1962.

La maggior parte del Tanganyika fu affidata, sempre in mandato, al Regno Unito, che vi costituì un protettorato.

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Bandiera del Territorio del Tanganyika (foto da Wikipedia)

Modificato da luke_idk

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L'Italia, esclusa dalla spartizione, fu "compensata", tramite la cessione di alcuni territori britannici e francesi, ai confini con la Somalia e la Libia, stante il rifiuto del Portogallo, ad accondiscendere alla stravagante richiesta italiana … la cessione dell'Angola!

Modificato da luke_idk

Inviato

PPS. Devo essere imparentato, almeno alla lontana, con Lev Nikolaevič Tolstoj...

Mi sa di sì :lol:

Non so se hai visto, ma in un'altra discussione hanno notato che oggi hai fatto 106 messaggi

Ma ormai saranno già di più.... :rolleyes:

petronius B)


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Non me n'ero accorto, neppure io :blink:.

PS. Domani, la fine del racconto...

Modificato da luke_idk

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XV. Post finem

La guerra e le sue conseguenze, più o meno dirette, incisero profondamente sulle strutture statali, dei paesi sconfitti ed anche sulle vite stesse, di milioni di persone. Fra queste, naturalmente, anche gli ultimi protagonisti della nostra storia.

Carl Peters, già caduto in disgrazia a seguito dei processi subiti, nel 1897, per la violenta repressione coloniale, trascorse gli ultimi anni scrivendo testi di vario genere, fra cui i resoconti delle sue esplorazioni. Fu riabilitato dal Kaiser, che gli assegnò una pensione ed il titolo onorifico di Commissario Imperiale, ma non sopravvisse al conflitto e morì a Bad Hazburg, il 10 settembre del 1918. Vent'anni dopo la sua morte, fu un decreto personale di Adolf Hitler a riabilitarne l'operato.

Il Kaiser Guglielmo II trascorse la sua vecchiaia nei Paesi Bassi, dove aveva ottenuto asilo politico, in cambio della completa astensione da ogni attività politica. Evitò, così, il processo, che gli alleati volevano intentare, contro di lui, in qualità di criminale di guerra. Morì a Doorn, il 4 giugno 1941.

L'ultimo cancelliere imperiale, Massimiliano di Baden, si ritirò a vita privata e morì a Salem, il 6 novembre 1929.

Il Ministro-Presidente del Reich Philipp Scheidemann, che rifiutò di avallare il Trattato di Pace, rimase in politica, senza incarichi di particolare prestigio e fuggì in Danimarca (dopo la presa del potere da parte dei nazisti) dove morì, il 29 novembre 1939.

Il suo successore, Gustav Bauer, sotto il cui governo fu ufficializzata la fine dell'Africa Orientale Tedesca, ricoprì altri incarichi ministeriali, dopo un periodo di allontanamento, seguito ad un celebre scandalo di corruzione. Morì a Berlino, il 16 settembre 1944.

Il Presidente Friedrich Ebert, già primo cancelliere della Repubblica, mantenne la sua carica, sino alla morte, avvenuta il 28 febbraio 1925, nella capitale.

Heinrich Schnee, ultimo governatore della colonia, fu eletto deputato al Reichstag, per il Partito Popolare Tedesco (DVP). In seguito, aderì al nazismo e fu deputato, per il Partito Nazionalsocialista dei Lavoratori Tedeschi (NSDAP) dal 1933 al 1945 e fondatore della Lega Coloniale Tedesca. Morì a Berlino, il 23 giugno 1949.

Il generale Paul Emil von Lettow-Vorbeck si spese in favore dei reduci tedeschi e dei "suoi" askari, per i quali aveva emesso certificati di credito, presso la Deutsch-Ostafrikanische Bank.[18]

Divenne un attivista politico di destra e deputato al Reichstag, per il Partito Popolare Tedesco-Nazionale (DNVP) dal 1929 al 1930. Si oppose ai nazisti, che avrebbero voluto usarlo, come un'icona della fierezza germanica. Dopo la seconda guerra mondiale, si ritirò a vita privata e visitò, per l'ultima volta, il Tanganyika. Qui, ricevette una calorosa accoglienza, dai reduci sopravvissuti al conflitto e gli onori militari, dai vecchi avversari britannici. Morì ad Amburgo, il 9 marzo 1964.

[18] Solo dopo la morte del generale, il governo della Repubblica Federale Tedesca iniziò ad indennizzare i reduci askari.

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XVI. Sussulti coloniali ed epilogo

La Repubblica di Weimar viveva la sua difficile stagione, compressa fra i moti rivoluzionari di destra e di sinistra. La crisi economica imperversava, fornendo un terreno fertile alla propaganda demagogica. Come in altri paesi sconfitti o, genericamente, insoddisfatti (quale, ad esempio, l'Italia) si moltiplicavano le istanze per una revisione del trattato di pace.

La propaganda nazionalista mirava ad ottenere, in primis, la restituzione dei territori nazionali, ceduti ai vincitori. Per la Germania, però, c'erano state anche le colonie…

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Un notgeld da 75 pfennig, emesso a Berlino, con l'immagine di Lettow-Vorbeck. Sotto al volto del generale, si legge "Gedenkt unserer kolonien" (Ricordate le nostre colonie) (foto dalla rete)

Modificato da luke_idk

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