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IGNORED

ASTA GENEVENSIS DEI GIORNI SCORSI.


piakos

Risposte migliori

Anche la casa d'aste ha la sua importanza... Infatti le grandi collezioni sono vendute da grandi case d'asta nella quasi totalità dei casi. Per la Garrett addirittura due... ;)

Certo che hanno la loro importanza, e non a caso, tranne collezioni molto vecchie, il binomio collezione importante-casa d'asta rinomata vale sempre. Quello che intendevo però è che un pedigree lo fa la "collezione" più che la casa d'aste. Ovvero un pezzo appartenuto alla Garrett, poniamo, è una cosa, un pezzo proveniente da una vendita NFA o Leu (che hanno "anche" organizzato la vendita Garrett, su mandato della Jonhns Hopkins University ) non necessariamente ha altrettanta valenza, anche se rappresenta comunque un segno di distinzione.

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Anche in questo caso, cioè la provenienza di una moneta da grandi collezioni...il segno dei tempi si distingue ed è crudele...nel senso che non importa gran che a nessuno.

:)

Il collezionista medio del nostro tempo...cioè dei nostri giorni, non conosce i grandi collezionisti del passato, non li studia e poco sa delle grandi collezioni...tranne eccezioni.

Diciamo che non ha il tempo per farlo?

Sicuramente l'essere appartenuta una moneta a storici collezionisti poco incide sul lievitare dell'aggiudicazione...se non per il solo fatto che possa essere stata pagata molto già tempo addietro. ;)

Per converso viene ritenuta nobile la proveneienza di una moneta da Grandi Case.

Fa noblesse...in più si ritiene che una moneta, ove licitata da Casa riconosciuta per la competenza e l'esperienza, sia garantita, cioè scevra da trucchi e falsificazioni che, ove anche fossero presenti vengono per soltito dichiarate dalle Grandi Case.

Così stanno oggi le cose...nella numismatica a tutto campo.

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I collezionisti "medi" o debuttanti non conoscono e non "riconoscono" le provenienze da collezioni famose, o importanti del passato.

I collezionisti seri , cosi come i commercianti stessi, non esitano a citare provenienze illustri delle monete da loro messe in vendita.

Se una moneta proviene dalla Gnecchi o dalla Magnaguti sicuramente inciderà, favorevolmente, sul prezzo di aggiudicazione , molto di più che non una semplice citazione generica " proveniente da asta Pinco n. 13 o n. 18".

Direi , a maggior ragione, che oggi le provenienze da collezioni famose è un elemento di distinzione assai più importante che nel passato.

Per una collezione esitata all'inizio del Novecento ben poche erano le collezioni conosciute e citabili precedenti (magari una Strozzi, una Evans...)

ma oggi che di storia numismatica delle collezioni ne è passata un pò di più sotto i ponti, i passaggi di pezzi selezionati per diverse collezioni allunga il pedigree.

Per i collezionisti di classiche poi direi che il pedigree ha non solo una valenza superiore a quello delle medievali, ma poter citare provenienze illustri e documentate indietro nel tempo mette automaticamente al riparo da potenziali rischi sulla moneta, sia per quanto ne concerne l'autenticità, sia per quanto riguarda la provenienza che diversamente potrebbe sempre inferirsi da scavo da parte delle autorità.

In buona sostanza il pedigree, per i collezionisti avveduti e più smaliziati è certamente un elemento discriminante e ricercato che di solito comanda un plus nelle valutazioni/aggiudicazioni e che quasi mai viene ignorato dal mercato, almeno da quello che naturalmente ha i mezzi culturali ed economici per apprezzarlo.

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Mi reputo un collezionista medio, forse addirittura debuttante, quindi posso considerarmi parte della categoria citata negli ultimi post. L'anno scorso ho acquistato alcune monetine gonzaghesche all'asta Varesi-collezione De Micheli. Non avevo e non ho tuttora assolutamente idea di chi fosse questo De Micheli, però tutte le volte che guardo quelle monetine non posso che provare un moto di orgoglio nell'avere alcuni pezzi di quella importante collezione. Per capire che una collezione è importante infatti non è indispensabile sapere chi era la persona che l'aveva costruita, ma basta osservare il catalogo d'asta e vedere il livello della collezione stessa.

E lo stesso penso sia ciò che muove le persone che acquistano da Genevensis: si sa che conquistare una cosa da più soddisfazione quanto più è difficile la conquista. E si sa che quando il livello medio di una vendita (sia essa una collezione omogenea di qualche grande collezionista, oppure "solo" l'unione di vari pezzi pregiati dalle più svariate provenienze) è così elevato, si muovono i più grandi collezionisti dei vari settori rappresentati. Penso che anche per questi grandi collezionisti sia molto diverso doversi disputare una moneta contro i 4-5 rivali di sempre piuttosto che contro un collezionista anonimo; è come giocare una partita di calcio al vertice piuttosto che contro una squadra di medio-bassa classifica, come si suol dire, nello scontro diretto i punti valgono doppio..... perchè se il tuo rivale ti porta via una moneta ambita, sai che non solo tu non l'avrai, ma d'ora in poi il rivale potrà vantarsi con te di avertela soffiata.

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Mi reputo un collezionista medio, forse addirittura debuttante, quindi posso considerarmi parte della categoria citata negli ultimi post. L'anno scorso ho acquistato alcune monetine gonzaghesche all'asta Varesi-collezione De Micheli. Non avevo e non ho tuttora assolutamente idea di chi fosse questo De Micheli, però tutte le volte che guardo quelle monetine non posso che provare un moto di orgoglio nell'avere alcuni pezzi di quella importante collezione. Per capire che una collezione è importante infatti non è indispensabile sapere chi era la persona che l'aveva costruita, ma basta osservare il catalogo d'asta e vedere il livello della collezione stessa.

E lo stesso penso sia ciò che muove le persone che acquistano da Genevensis: si sa che conquistare una cosa da più soddisfazione quanto più è difficile la conquista. E si sa che quando il livello medio di una vendita (sia essa una collezione omogenea di qualche grande collezionista, oppure "solo" l'unione di vari pezzi pregiati dalle più svariate provenienze) è così elevato, si muovono i più grandi collezionisti dei vari settori rappresentati. Penso che anche per questi grandi collezionisti sia molto diverso doversi disputare una moneta contro i 4-5 rivali di sempre piuttosto che contro un collezionista anonimo; è come giocare una partita di calcio al vertice piuttosto che contro una squadra di medio-bassa classifica, come si suol dire, nello scontro diretto i punti valgono doppio..... perchè se il tuo rivale ti porta via una moneta ambita, sai che non solo tu non l'avrai, ma d'ora in poi il rivale potrà vantarsi con te di avertela soffiata.

Questo ragionamento ti mette automaticamente tra i collezionisti "esperti". :D

Attenzione , per me il collezionista medio non è assolutamente colui che ha pochi mezzi o minore di altri, bensi colui che non arriva a comprendere che una collezione, fatta con cura e passione, ha comunque un valore aggiunto rispetto a mettere insieme monete come fossero figurine.

A mio avviso è molto, ma molto, piu esperto e valido il piccolo collezionista che studia e conosce a menadito la storia delle sue monete e quindi da questa sarà guidato nelle sue scelte piuttosto che il collezionsita benestante , dotato di larghi mezzi, o anche il commerciante che magari hanno meno tempo da dedicare e approfondire le monete che comprano.

Ok sicuramente per una provenienza NG come provenienza di prestigio, ma è molto più importante , a mio avviso quando una provenienza è ex Cahn, ex Hunt, ex Garrett, ex Abecassis, ex magnaguti, ex Gnecchi etc. etc. questo almeno è come la penso

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Mi reputo un collezionista medio, forse addirittura debuttante, quindi posso considerarmi parte della categoria citata negli ultimi post. L'anno scorso ho acquistato alcune monetine gonzaghesche all'asta Varesi-collezione De Micheli. Non avevo e non ho tuttora assolutamente idea di chi fosse questo De Micheli, però tutte le volte che guardo quelle monetine non posso che provare un moto di orgoglio nell'avere alcuni pezzi di quella importante collezione. Per capire che una collezione è importante infatti non è indispensabile sapere chi era la persona che l'aveva costruita, ma basta osservare il catalogo d'asta e vedere il livello della collezione stessa.

E lo stesso penso sia ciò che muove le persone che acquistano da Genevensis: si sa che conquistare una cosa da più soddisfazione quanto più è difficile la conquista. E si sa che quando il livello medio di una vendita (sia essa una collezione omogenea di qualche grande collezionista, oppure "solo" l'unione di vari pezzi pregiati dalle più svariate provenienze) è così elevato, si muovono i più grandi collezionisti dei vari settori rappresentati. Penso che anche per questi grandi collezionisti sia molto diverso doversi disputare una moneta contro i 4-5 rivali di sempre piuttosto che contro un collezionista anonimo; è come giocare una partita di calcio al vertice piuttosto che contro una squadra di medio-bassa classifica, come si suol dire, nello scontro diretto i punti valgono doppio..... perchè se il tuo rivale ti porta via una moneta ambita, sai che non solo tu non l'avrai, ma d'ora in poi il rivale potrà vantarsi con te di avertela soffiata.

Questo ragionamento ti mette automaticamente tra i collezionisti "esperti". :D

Attenzione , per me il collezionista medio non è assolutamente colui che ha pochi mezzi o minore di altri, bensi colui che non arriva a comprendere che una collezione, fatta con cura e passione, ha comunque un valore aggiunto rispetto a mettere insieme monete come fossero figurine.

A mio avviso è molto, ma molto, piu esperto e valido il piccolo collezionista che studia e conosce a menadito la storia delle sue monete e quindi da questa sarà guidato nelle sue scelte piuttosto che il collezionsita benestante , dotato di larghi mezzi, o anche il commerciante che magari hanno meno tempo da dedicare e approfondire le monete che comprano.

Ok sicuramente per una provenienza NG come provenienza di prestigio, ma è molto più importante , a mio avviso quando una provenienza è ex Cahn, ex Hunt, ex Garrett, ex Abecassis, ex magnaguti, ex Gnecchi etc. etc. questo almeno è come la penso

Quoto totalmente! ;)

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Mi reputo un collezionista medio, forse addirittura debuttante, quindi posso considerarmi parte della categoria citata negli ultimi post. L'anno scorso ho acquistato alcune monetine gonzaghesche all'asta Varesi-collezione De Micheli. Non avevo e non ho tuttora assolutamente idea di chi fosse questo De Micheli, però tutte le volte che guardo quelle monetine non posso che provare un moto di orgoglio nell'avere alcuni pezzi di quella importante collezione. Per capire che una collezione è importante infatti non è indispensabile sapere chi era la persona che l'aveva costruita, ma basta osservare il catalogo d'asta e vedere il livello della collezione stessa.

E lo stesso penso sia ciò che muove le persone che acquistano da Genevensis: si sa che conquistare una cosa da più soddisfazione quanto più è difficile la conquista. E si sa che quando il livello medio di una vendita (sia essa una collezione omogenea di qualche grande collezionista, oppure "solo" l'unione di vari pezzi pregiati dalle più svariate provenienze) è così elevato, si muovono i più grandi collezionisti dei vari settori rappresentati. Penso che anche per questi grandi collezionisti sia molto diverso doversi disputare una moneta contro i 4-5 rivali di sempre piuttosto che contro un collezionista anonimo; è come giocare una partita di calcio al vertice piuttosto che contro una squadra di medio-bassa classifica, come si suol dire, nello scontro diretto i punti valgono doppio..... perchè se il tuo rivale ti porta via una moneta ambita, sai che non solo tu non l'avrai, ma d'ora in poi il rivale potrà vantarsi con te di avertela soffiata.

Questo ragionamento ti mette automaticamente tra i collezionisti "esperti". :D

Attenzione , per me il collezionista medio non è assolutamente colui che ha pochi mezzi o minore di altri, bensi colui che non arriva a comprendere che una collezione, fatta con cura e passione, ha comunque un valore aggiunto rispetto a mettere insieme monete come fossero figurine.

A mio avviso è molto, ma molto, piu esperto e valido il piccolo collezionista che studia e conosce a menadito la storia delle sue monete e quindi da questa sarà guidato nelle sue scelte piuttosto che il collezionsita benestante , dotato di larghi mezzi, o anche il commerciante che magari hanno meno tempo da dedicare e approfondire le monete che comprano.

Ok sicuramente per una provenienza NG come provenienza di prestigio, ma è molto più importante , a mio avviso quando una provenienza è ex Cahn, ex Hunt, ex Garrett, ex Abecassis, ex magnaguti, ex Gnecchi etc. etc. questo almeno è come la penso

Quoto totalmente! ;)

Quoto anch'io nella sostanza e mi inchino dinanzi alle monete di "nobile" decorsa appartenenza.

;)

Chiarisco od aggiungo che, la prassi dominante da me evidenziata, non mi vede d'accordo.

Debbo tuttavia ribadire che...la provenienza od il pedigree di una moneta non incidono oggi - se non forse in maniera marginale - sull quantum dell' aggiudicazione...se non per il prezzo cui fu aggiudicata all'epoca.

E chiarisco altresì che con il termine collezionista medio non intendo suddividere gli appassionati in classi come sembrerebbe voler fare Numa...ma solo indicare una media statistica. Per me i collezionisti hanno pari dignità in quanto tutti appassionati di numismatica...ed ognuno di loro può apportare felici e rilevanti contributi a prescindere dalla sussitenza o consistenza della loro collezione.

Per rientrare, oltre le dissertazioni di classe...sul tema da me introdotto...faccio un recente esempio diretto, tanto per parlare di temi concreti.

;)

All'ultima Genevensis è stata aggiudicata una moneta papale di una qualche importanza...trattasi del lotto n. 690, piastra di Alessandro VIII (1689 - 91 al secolo Pietro Ottoboni)...che reca un ritratto particolare ritenuto molto raro e di cui si conoscono pochissimi esemplari in conservazione più che spendida...tra i quali, quello della Genvensis, potrebbe essere tra i migliori. Ribadisco altresì che nella monetazione ad alta valenza iconografica ed artistica (come le monete barocche) la pienezza dei rilievi acquisisce significato oltre la fisima estetica di un collezionista.

La piastra in questione fu battuta ad un'asta Negrini, mi pare degli inizi degli anni '90...e già proveniva da una collezione importante. Oggi provine sicuramente da un compendio altrettanto importante... probabilmente dalla raccolta di un grande collezionista italiano, noto all'ambiente, e scomparso da non molto tempo.

Di tutto questo la Genevensis ha ritenuto di non evidenziare nulla.

So per certo che colui che se la è da ultimo assicurata conosceva il prezzo di aggiudicazione della Negrini che, con i diritti ed ove rivalutato al massimo indice (cioè all'indice reale che protegge il potere d'acquisto)...dovrebbe indicare, come risultato, una somma simile all'odierna aggiudicazione ....(guarda caso...).

Comunque un saluto a tutti ed un sincero grazie per le attive partecipazioni e le serene dissertazioni che state fornendo alla discussione.

:)

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Un altro esempio che npuò essere fatto per evidenziare che una "grande" raccolta non è assolutamente sinonimo di grandi prezzi è la recente vendita della Este Milani (Varesi). Questa collezione trasudava letteralmente cultura, passione, senso estetico, "amore" per le monete messe insieme. Eppure se vediamo le aggiudicazioni nessun pezzo era quotato cifre straordinarie e pochissimi sono stati i realizzi superiori alle quattro cifre. Ciononostante anche un umile "sesino" proveniente da tale vendita fa storia e potrà in futuro essere citato.

Questa raccolta è l'ultima in ordine di tempo, di pregevoli collezioni riunite con profonda passione, studio e intelligenza e direi che il mezzo finanziario per queste raccolte è quasi secondario (ovviamente necessario per formarle, ma mai determinante), molto più importante è il fil rouge che lega i vari pezzi che fa percepire l'impronta, l'imprinting, inconfondibile che il "vero" collezionista sa dare alla propria raccolta quando essa viene fatta con questi criteri. Caratteristiche che invece non si riconoscono nelle collezioni che vengono fatte a suon di muscoli, con più dovizia di mezzi finanziaria piuttosto che culturali, interesse e passione.

Ricordo infine che se una casa d'aste non pubblica la provenienza di un pezzo è solo per rispetto della privacy del collezionista che lo pone in vendita e non certo perché non ritanga importante farlo. Case come la NG sono ben felici di poter citare provenienze illustri che aumentano il prestigio del pezzo.

Nel caso delle papali dell'ultima asta, l'insieme era chiaramente omogeneo con una singola (quasi) provenienza, la mancata citazione era piu che ovvia per i motivi di cui sopra e in futuro si dovrà fare riferimento alla vendita NG n. 6 per indicare la fonte, buona ma meno significativa di una, ad esempio , ex de' Calboli-Piazza , etc. anche per la relativa piccola dimensione del gruppo di monete, pur sceltissime, rispetto a insiemi più omogenei e di largo respiro. Direi infien che ggi vi è meno tempo rispetto alle grandi collezioni del passato.

Vi è più rigiro di materiale collezioni che vengono formate in pochi anni, mentre un tempo occorrevano decenni, en revanche si perde in ampiezza e approfondimento. Ma questo rappresenta il segno dei tempi, essun giudizio di valore, solo prendere atto delle tendenze correnti :)

.

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Ops, mi accorgo adesso che nel messaggio precedente avevo commesso un refuso, le monetine a me così care comprate da Varesi l'anno passato erano della collezione (appunto) Este Milani, non De Micheli :rolleyes: (il succo del discorso cmq non cambia, ovviamente)

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A volte sono le stesse case d'asta che non mettono in vendita come un unico nucleo ma lo disperdono all'interno del catalogo. Ci sono alcuni esempi con la vendita n. 1 dell'asta Centauro con il più bell'insieme di monete di Pio VI apparso sul mercato, confuso con monete di poco rilievo (mi sono fatto un catalogo solo della parte papale). Di recente alla vendita 2 Ranieri le monete di Masserano meritavano comunque una sezione a parte, per quanto poche sono il più bell'insieme completo apparso sul mercato. Certo avere in collezione un semplare di Pio VI ex XYZ mi farebbe migliore effetto della Centauro 1. Oggi si è così condizionati che vendere al proprio nome sembra di fare peccato mortale, come se le monete invece che cultura portino danni e guai. Tanto di cappello a Este Milani, Luciano Rambaldi, o Filippo Patti che potranno avere un buon ricordo in tutte le future generazioni di collezionisti, così come lo furono il conte Alessandro Magnaguti, il Prof. Signorelli, l Ruchat, Traverso, Dal Vivo, Morosini etc. etc.

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