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IGNORED

osella Alvise IV Mocenigo


picchio

Risposte migliori

Ho comprato ieri una osella da un giovane e premuroso "lamonetiano"; finita l'asta mi sono fermato a fare due chiacchiere con un "forumista", l'umore non era dei migliori ... sulle papali nonostante fossi presente in sala avevo raccolto un misero 1 su 7 eppure ero convinto di fare filotto o quasi, e nonostante l'accanimento c'è chi ha più coraggio di me; e si perchè quando si pagano alcune monete cifre siimili ci va coraggio e probabilmente me ne è mancato. Amen, quindi, quando ho visto mr. X (il giovane e premuroso "lamonetiano") mi son detto : "che almeno sia una buona giornata per qualcuno !". Così mi ha candidamente messo in mano un bell'album di monete. Tra tutte ne ho trovato una, che vi illustro di seguito, non che le altre non meritassero ma ero alla ricerca di una moneta che mi riportasse un pò di buon umore. E' proprio vero che i collezionisti ricordano solo le monete che non comprano ... e non godono di ciò che hanno !.

Alvise IIII Mocenigo

Doge CXVIII 1763 - 1778

Osella Anno XII , 1774 in argento di gr. 9,793 diametro 33,86mm

D/ ❀ S : MARCVS – VENETUS ❀

Leone di San Marco in moleca, all’esergo •❀•

Rv: •❀• / ALOYSII / MOCENICI / PR(I)NCIPIS / MUNUS•AN•XII / 1774 / G•M•B•

(Giustinian Maria Badoer, massaro dal 6 novembre 1773), in serto di foglie d'alloro con bacche.

Werding 255, Paolucci 257, CNI 216.

Piacevole patina blu, leggeri strappi di conio al diritto, ininfluenti nell'insieme e presenta la solita debolezza di conio sulla I di PRINCIPIS, come l'esemplare illustrato sul Werding,

pagata ... troppo ... ma va bene così, se non si da una mano ad un lamonetiano ... e comunque sono ben contento dell'acquisto.

Ex Collezione DdR NAC 36.

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Pare cmq in discreta conservazione, bella moneta.

A volte capita che illudendosi di avere già la moneta tra le mani si rimanga scottati. E' una sensazione che penso sia comune per la quasi totalità dei collezionisti, ognuno almeno una volta ci è passato.

Saluti,

N.

Modificato da niko
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Pare cmq in discreta conservazione, bella moneta.

A volte capita che illudendosi di avere già la moneta tra le mani si rimanga scottati.

Saluti,

N.

Francamente più che discreta conservazione ... non credo sia facile trovare di meglio.... e l'osella non è una moneta.

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Pare cmq in discreta conservazione, bella moneta.

A volte capita che illudendosi di avere già la moneta tra le mani si rimanga scottati.

Saluti,

N.

Francamente più che discreta conservazione ... non credo sia facile trovare di meglio.... e l'osella non è una moneta.

Mi scuso per l'ignoranza.

(Direi quindi che hai ben concluso la giornata di ieri...smile.gif)

Saluti,

N.

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Da una breve ricerca:

Moneta d'argento o pubblica medaglia. (F. Mutinelli lessico veneto)

Il Doge, per antica tradizione, nel dicembre di ogni anno, donava ai nobili del Maggior Consiglio cinque anatre selvatiche. Nel 1521 il consiglio, a causa delle guerre che impedivano la caccia, decretò che al posto degli uccelli venisse consegnata una moneta che fu perciò chiamata "osella" (dal veneziano oseło, "uccello"). La coniazione ebbe termine nel 1797, con la caduta della Repubblica.

Corretto?

Saluti,

N.

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Corretto, sebbene fosse accettata come "moneta" e di un valore approssimativo a 3 lire venete e soldi diciotto; oppure di un quarto di ducato d'oro ed a questo proposito esistono due decreti del maggior consiglio, entrambi del 1521. Erano battute a spese del Doge e non dalla Repubblica Serenissima di Venezia.

In buona sostanza era d'obbligo, da parte del Doge un donativo equivalente a 31 soldi per patrizio, e se non ce li metteva lui .... veviva decurtato dallo stipendio si S. Serenità. Questo donativo veniva fatto recapitare a casa degli aventi diritto per Natale.

L'origine è quella da Te citata. Il carattere medaglistico ebbe subito il sopravvento su quello monetale. Era il Doge a deciderne le rappresentazioni che potevano celebrare i fasti della Repubblica oppure i propri privati.

In seguito l'osella viene accettata come merce al di sopra del suo valore d'intrinseco ed a fini "collezionistici", tanto che vi è una nuova ordinanza del 22 febbraio 1542 che ne vieta la distribuzione a scrivani ed al altri funzionari, sia presso la Roson Vecchie, sia presso la stessa Zecca.

Secondo Werding le oselle distribuite erano circa 2.500 per la sola Venezia, esclusivamente in argento, mentre quelle in oro, da 3 o 4 zecchini erano battute in zecca, utilizzando i conii in oro su richiesta dei privati (infatti sono riportati i massari dell'argento). Secondo poi il Conte Papadopoli le oselle di doppio peso furono coniate per semplificare il lavoro di zecca, per i patrizi cui ne spettavano due.

E' un mondo affascinante, che ripercorre pari pari la storia della Serenissima dal primi del 1521 alla fine della Repubblica nel 1796. Seguono poi altre due oselle "anomale" una battuta dalla Municipalità di Venezia e detta del "lido" (R4 e forse unica in oro) e quella per la ricostruzione del campanile da Vittorio Emanuele III. Le oselle furono battute anche a Murano.

L'osella del 1796 è l'ultima battuta dalla Repubblica prima della violazione dei suoi confino da parte delle truppe napoleoniche, e si riferisce alle offerte pecuniarie dei cittadini per la sacralità della Repubblica.

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Supporter

Buongiorno

Nulla da aggiungere alle indicazioni dotte di chi mi ha preceduto. Solo un "anedotto gustoso" (almeno per il sottoscritto) tratta dal libro di Alvise Zorzi "La Repubblica del Leone":

Le oselle (tipici uccelli dalle zampe rosse che venivano catturate nella laguna di Marano) erano donate dal doge alla vigilia di Natale ai membri di Maggior Consiglio in ragione di due per ogni componente, una grassa ed una magra...così da non scontentare nessuno.

Da qui il detto veneto "Un magro e un grasso come gli osei de Maran"

Saluti

luciano

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Vi segnalo un pò di bibliografia sull'argomento:

Bettiolo, G., Come ebbero origine le oselle: Appunti di storia veneta. Venezia 1811.

Jesurum, A., Cronistoria delle “Oselle” di Venezia. Venezia 1912.

Werdnig, G., Die Osellen oder Münz-Medaillen der Republik Venedig. Wien 1889. Trad. a cura di E. WINSEMANN FALGHERA, Le Oselle, Monete-medaglie della Repubblica di Venezia. Trieste 1983.

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