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DENARI DI PAVIA


Risposte migliori

Nell'altra discussione sui denari piani imperiali di Federico II di Milano,avevo visto quanto ci dice il Murari in merito : il Murari si riferisce agli studi del Cipolla e del Biondelli .

Il Biondelli in particolare sacrifica 120 denari di Federico I per le rilevazioni ed ottiene un intriseco per il denaro imperiale di Milano di 0,425 circa ;per i denari terzoli a nome di Enrico ,che il Biondelli attribuisce ad Enrico IV,sacrifica per le analisi 240 denari concludendo che il loro intrinseco d'argento in gr..0,22266.

Questi dati confermano il valore da 2 a1 dei denari imperiali milanesi coi terzoli milanesi; avendo questo dato per i terzoli milanesi lo possiamo mettere in relazione con quelli dei denari pavesi di circa 0,21-0,22 grammi di argento,che dimostrerebbe che un'equivalenza ci starebbe 0,22 gr a 0,21-0,22 gr.

Buongiorno Giollo 2 e Dabbene,

Il decennio 1160-1170 è lungo e denso di avvenimenti storici di portata epocale, distruzione di Milano, disfatta del Barbarossa, rientro dei milanesi e ripresa economica della città, ecc. Tutti fatti che sicuramente devono aver avuto ripercussioni anche a livello economico e monetario.

Fatta questa precisazione, è possibile, anzi è certamente plausibile che verso la fine del secolo la moneta pavese abbia raggiunto l'equiparazione con il terzolo milanese, ma sicuramente non lo era nel 1164. Questo dato lo estrapolo dal saggio di Chiaudano già citato, sulla moneta di Genova nel XII secolo. Riporto le parole e la tabella di Chiaudano:

"... la marca di Colonia del peso di gr. 233,862 corrispondeva nel 1164 secondo i corsi dati dai banchieri del comune di Genova esattamente a:

86 soldi pavesi

56 soldi genovesi

48 soldi lucchesi o pisani

32 soldi 6 denari imperiali

La moneta genovese rappresenta quindi, come intrinseco, un quid medium tra le monete più deboli e quelle più forti correnti in quell'epoca nei principali mercati italiani."

Possiamo discutere se il dato di Chiaudano relativo al marco di Colonia sia corretto o meno, ma le equivalenze tuttavia restano e su queste possiamo sicuramente basarci per fare le nostre osservazioni.

Come si può vedere i denari terzoli non vengono citati, ma dal momento che essi possedevano la metà di fino del denaro imperiale, è ovvio che si fa presto a calcolarne la corrispondenza raddoppiando il numero dei denari imperiali: se il marco di Colonia corrisponde a 390 denari imperiali (32 x 12 + 6 denari) il numero di terzoli sarebbe stato di 390 x 2 = 780 che corrispondono a 65 soldi di terzoli. Dal momento che lo stesso marco corrispondeva a 86 soldi pavesi si vede bene come la moneta pavese in quel momento non corrispondesse, come intrinseco e dunque come potere liberatorio, al terzolo di Milano.

Cordialmente, Teofrasto

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: se il marco di Colonia corrisponde a 390 denari imperiali (32 x 12 + 6 denari) il numero di terzoli sarebbe stato di 390 x 2 = 780 che corrispondono a 65 soldi di terzoli.

E' corretta questa equivalenza?

Se non sbaglio è rapportata al contenuto in argento: se il contenuto in argento dell'imperiale è 100 quello del terzolo credo non possa essere 50 (Sempre per il fatto cha la somma del contenuto in fino degli spezzati non dovrebbe essere uguale a quello del nominale superiore).

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Mi spiego meglio e con dati condivisibili da tutti (presi dal testo della convenzione monetaria del 1254).

Secondo questa convenzione le caratteristiche "legali" del mezzano (mezzo imperiale) dovevano essere: peso 0,576 grammi, titolo 208,333 millesimi.

Quelle della medaglia (un quarto di imperiale) dovevano essere: peso 0,398 grammi, titolo 125 millesimi.

Il rapporto mezzano / medaglia, in termini di contenuto in fino, non era quindi 2 / 1 ma 2,41 / 1 (il mezzano conteneva 0,120 grammi di argento mentre la medaglia 0,04975).

Utilizzando questo rapporto (anche se probabilmente nel 1164 poteva essere un pò diverso) nell'analisi dei dati del Chiaudano, se non sbaglio, l'equivalenza terzolo / pavese diventa 1,1 / 1,0 ; valore che si avvicina all'unità. (E' un calcolo approssimativo riferito a nominali diversi mezzano / medaglia anzichè imperiale / terzolo e ad epoche diverse 1254 contro 1164)

Modificato da giollo2
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Inviato (modificato)

Il ragionamento che parte dal saggio di Chiaudano,che onestamente ammetto di non conoscere,ci porta a un risultato ,tramite vari passaggi e dati che ovviamente sono poi da riverificare in tutte le articolazioni e mi sembra un ragionamento complesso ; io partirei invece,ancora da quello che dicono Cipolla,Biondelli e alla fine Murari,che conosciamo tutti ,con l'articolo di Murari che molti ,anche del forum hanno a disposizione; il ragionamento che fa il Murari è questo : il Biondelli sacrifica 240 denari terzoli ,e non sono pochi,alla fine delle analisi arriva a concludere che il denaro terzolo milanese ha un intrinseco d'argento di gr.0,22266 ,e su questo ,non credo nessuno possa dubitare; la domanda eventuale è questa ,su quali denari terzoli e di che periodo ha fatto le analisi il Biondelli ?Abbiamo due dati ,uno del Biondelli stesso che ci indica un peso medio di tutti questi ,che è di gr.0,696,diremo per semplcità 0,70 gr.,l'altro del Murari stesso che ci dice che gli esemplari di terzoli che il Biondelli attribuisce a Enrico IV ,vanno spostati per lui a subito dopo Enrico V.

Come cataloga il Murari i denari terzoli di Milano ? Il Murari cataloga i terzoli fino ad Enrico V ,fino ad un periodo che arriva al 1125,poi cataloga quelli di Lotario II e Corrado III dal 1125 a 1152 con pesi medi da gr.0,70 a gr.0,75,poi passa a quellidell'epoca di Federico I e di Enrico VI ,dal 1152 a 1198 con pesi medi da 0,70 a 0,75 gr.,poi quelli di Enrico Vi o di Filippo di Svevia e di Ottone IV ,per il periodo fine 1100 a inizio1200, con un peso medio da 0,50a 0,70 gr.,poi quelli di Filippo di Svevia,Ottone IV,e Federico II fino al 1225 ,con un peso medio a 0,60 gr.

Allora passiamo ,secondo il Murari ,per i terzoli milanesi da un periodo dal 1125 al 1225 e un peso medio che nel tempo in modo decrescente da un valore massimo di 0,75 a un valore minimo per l'ultima tipologia di 0,60 gr.

Allora adesso esce la numismatica ed entra il ragionamento puramente matematico,con un grafico semplice o una proporzione arriviamo,che se il peso medio dato dal Biondelli al suo campionario di terzoli era di 0,70 gr.,arriviamo per il calcolo matematico a porci esattamente all'anno 1158 ; qui è ragionevole induttivamente e matematicamente ,porci,se crediamo nel Biondelli e nel Murari per stimare il periodo di emissione dei terzoli del Biondelli ; riassumendo,intrinseco 0,22266,peso medio 0,70 gr.,periodo stimato di emissione secondo la classificazione del Murari il 1158,che è molto vicino al nostro circa 1162.

Mi sembra questo ragionamento più facile e sicuro,vista la provenienza delle fonti ;indipendentemente da tutto questo,onore e merito a Teofrasto e Giollo per le loro analisi,complimenti vivissimi,di certo in questo momento i ragionamenti non sono più divulgativi,ma scientifici,di certo ogni tanto è bello alzare il livello,ma ricordiamoci sempre che siamo in un forum,e questo dovrebbe essere ogni tanto l'eccezione,la regola,anche per essere seguiti da altri è,secondo me,la divulgazione della materia,per non rischiare l'isolamento; comunque ,complimenti a tutti !.

Modificato da dabbene
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Scusa Dabbene, ma a me sembra che anche questo ragionamento sia abbastanza semplice:

In base al documento citato da Chiaudano (che non è altro che quello citato dal Capobianchi da p. 40 in poi, dal Cipolla a p. 24 e nota 32, dal Brambilla a pag. 279) 1032 denari pavesi (86 x 12) equivalgono a 390 imperiali (32 x 12 + 6).

Assumendo verosimile il rapporto che ho indicato qualche messaggio fa, 390 imperiali non equivalgono (in termini di argento contenuto) a 780 terzoli ma a 390 x 2,41 = 940 terzoli

Quindi 940 terzoli equivalgono (sempre in termini di contenuto in argento) a 1032 denari pavesi cioè 1 terzolo = 1,098 pavese.

In realtà il Capobianchi ( a pagina 43) dice che nel documento originale l'equivalenza fra marco di Colonia e imperiale era di 33 soldi e 6 denari e non di 32 e 6 denari. In questo caso la nostra equivalenza diventerebbe 1 terzolo = 1,065 pavese.

In entrambi i casi (1,098 e 1,065) valori abbastanza vicini alla parità.

Se poi vogliamo complicarci la vita possiamo dire che per il Cipolla (nota 32 a pag. 41) il marco di Colonia nel XII secolo non era di 233,86 grammi ma di circa 215 grammi (il valore di 233 grammi sarebbe valido solo per i secoli successivi).

Il dato del Biondelli sul fino dei terzoli (0,223 grammi) riportato da Dabbene può essere confrontato con quello ricavabile dal documento (adottando il rapporto terzoli:imperiale di 2,41:1 in termini di contenuto in argento):

in tutti i casi (considerando il peso del marco di Colonia 233 oppre 215 grammi e considerandolo equivalente a 32 soldi e 6 denari imperiali oppure a 33 soldi e 6 denari mperiali) il contenuto in fino del terzolo varia da 0,222 a 0,249 grammi.

Rileggendo il tutto non so se ho chiarito i concetti o li ho incasinati ancora di più.

Modificato da giollo2
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Mi sembra che la discussione si sia arenata.

A questo punto, per riassumere quanto emerso, inserisco la seconda parte del testo di pagina 73 dell'articolo con alcune modifiche e aggiunte (sperando in qualche ulteriore commento):

................

...............

Risulta interessante a questo punto il confronto con la contemporanea monetazione milanese (nota 1). Per il periodo ottoniano le Honorantie civitatis Papie (nota 2) ci confermano lequivalenza fra le due monete mentre per il periodo successivo il denaro milanese subì una più veloce svalutazione, tanto nel 1014 10 libbre di denari pavesi equivalevano a 11 di denari milanesi (nota 3). Successivamente fu invece il denaro pavese a subire pesantemente gli effetti dellinflazione (nota 4).

Secondo il Murari, agli inizi del XII secolo il denaro milanese pesava circa un grammo con un titolo in argento di più o meno 500 millesimi (nota 5) mentre i denari nuovi milanesi con peso pari a 0,7-0,8 grammi e contenenti inizialmente circa 0,25 grammi di argento fino, chiamati successivamente terzoli, comparvero fra la seconda e la terza decade del secolo XII. Il nuovo denaro di Federico I, chiamato imperiale e destinato a diventare la moneta di riferimento dellarea lombarda per un lungo periodo di tempo, fu coniato a partire dal 1159/1162 (nota 6). Questo denaro, con caratteristiche intrinseche analoghe a quelle dei vecchi denari milanesi, (circa un grammo di peso con 0,5 grammi di argento fino), fu imposto da Federico I come caput monete destinato a sostituire il circolante locale.

Da un documento del 1164 studiato da diversi autori (nota 7), appare chiaramente lequivalenza della quantità di argento contenuta in 86 soldi di denari pavesi (pari a 1032 denari) con quella contenuta in 32 (nota 8) soldi e 6 denari (pari a 390 denari) di moneta imperiale. Il rapporto fra denaro pavese e denaro imperiale era quindi, in base a questo documento e in termini di quantità di argento contenuto, pari a 2,5-2,6 (nota 9) a 1. Questo valore è confermato anche da altri documenti e sembra essere rimasto costante per un certo periodo di tempo (nota10): 1170: … decem millibus librarum papiensium vel quatuor millibus imperialibus…; 1196: …de XXX papie pro solido [imperialium]… .

Va sottolineato che nel documento del 1164 le diverse monete vengono rapportate alla stessa quantità di argento (marco di Colonia (nota 11)) e quindi i rapporti fra di loro si riferiscono al valore intrinseco (= contenuto in argento) e non al valore nominale. Per chiarire la differenza fra questi due concetti di valore si può fare riferimento alla convenzione monetaria del 1254 fra i comuni lombardi che fissava le caratteristiche intrinseche delle monete che potevano essere coniate dalle città firmatarie. Secondo questa convenzione le caratteristiche intrinseche del mezzano (mezzo imperiale = valore nominale) dovevano essere: peso 0,576 grammi e titolo 208,333 millesimi, mentre quelle della medaglia (un quarto di imperiale = valore nominale): peso 0,398 grammi, titolo 125 millesimi. Il rapporto fra mezzano e medaglia era quindi di 2 a 1 (2 medaglie = un mezzano) in termini di valore nominale e nello stesso tempo di 2,41 a 1 (2,41 medaglie = 1 mezzano) in termini di contenuto in argento (il mezzano conteneva 0,120 grammi di argento mentre la medaglia 0,04975).

Il minor contenuto in argento nei nominali inferiori (es. medaglia, terzolo) in termini proporzionali rispetto ai nominali maggiori (es. mezzano, imperiale) serviva a compensare le maggiori spese di coniazione: i costi per monetare una data quantità di argento in un nominale elevato erano infatti decisamente inferiori a quelli necessari a monetare la stessa quantità di argento in un nominale inferiore (anche solo per il fatto di dover produrre un numero inferiore di monete).

Per quanto riguarda infine il rapporto fra il contenuto in argento del denaro pavese e quello della moneta nuova milanese, il denaro terzolo, non sembrano esserci notizie nei documenti e negli studi a noi noti; anche perché, probabilmente, nelle transazioni di una certa importanza, riportate nei documenti, veniva preferita la moneta forte, cioè i vecchi denari milanesi o il nuovo imperiale. In ogni caso, tenendo conto delle considerazioni sopra riportate, tale rapporto probabilmente non doveva essere molto diverso dall'unità.

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Nota 1: Fra gli studi di riferimento per la monetazione milanesi, a prescindere dai classici, possiamo ricordare Murari 1980, Murari 1981, Travaini 1989, Crippa 1998.

Nota 2: Travaini 1989, pag. 227.

Nota 3: Rovelli 1995, pag. 82.

Nota 4: Anche Pavia, dice il Murari, deve aver svalutato le monete in modo notevole in varie fasi tra il 1102 ed il 1175. Murari 1981, pag. 32.

Nota 5: Murari 1981, pag. 33. I valori riportati del contenuto in fino dei denari milanesi, accettati ad oggi da tutti gli studiosi, si basano principalmente sulle analisi che Biondelli fece nel XIX secolo; a nostro avviso questi dati andrebbero riesaminati anche alla luce delle nuove proposte cronologiche emerse negli ultimi tempi. Essendo prossime alla pubblicazione due importanti opere quali il primo volume del Crippa e il volume 12 del MEC relativo allItalia settentrionale, ci auguriamo che questo aspetto venga debitamente approfondito.

Nota 6: Murari 1981, pag. 33.

Nota 7: Capobianchi 1896, pagg. 40-47; Chiaudano 1957, pagg. 200-201; Cipolla 1975, pag. 41, nota 32;

Nota 8: In realtà Capobianchi afferma che vi sono due documenti della stessa tariffa: in uno è riportato il numero di 33 soldi e 6 denari e nel secondo il numero di 32 soldi e 6 denari. Egli ritiene che il numero esatto sia quello di 33 soldi e 6 denari. Capobianchi 1896, pagg. 43-44.

Nota 9: Esattamente 2,65 a 1 se lequivalenza è riferita ad un numero di imperiali pari a 32 soldi e 6 denari (390) oppure 2,57 a 1 se lequivalenza è riferita ad un numero di imperiali pari a 33 soldi e 6 denari (402) (vedi nota precedente).

Nota 10: Capobianchi 1896, pag. 44, nota 49.

Nota 11: Cipolla afferma che il marco di Colonia nel XII secolo non era di 233 ma bensì di 215 grammi; il primo valore sarebbe quello adottato nei secoli successivi.

Modificato da giollo2
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Un documento del 3 gennaio del 989 pubblicato da Pier Maria Campi (Dell'historia ecclesiastica di Piacenza, Piacenza 1651), vol. I, pag. 493, doc. LIX, ci permette di conoscere che il maestro di zecca di Pavia che coniò a nome di Ottone III (983-1002) era un certo Gundefredo che si professava di legge longobarda.

Modificato da Pino29010
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Un amico del Cordusio mi ha girato gentilmente le immagini di questo tremisse longobardo di Desiderio di Pavia ,proveniente dal Museo Retico di Coira ,immagini per motivi di studio ,che il Museo ci permette gentilmente di mostrare con l'unica eccezione di essere citato e quindi oltre a citarlo lo ringraziamo pubblicamente.

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Inviato (modificato)

Luigi Colombetti ,è uno dei massimi esperti di monetazione pavese,presidente dell' Associazione Pavese di Numismatica e Medaglistica di Pavia ,promotore dei quaderni Ticinum -Notizie Numismatiche ,si è sempre interessato di Pavia e aveva iniziato un elenco molto dettagliato e preciso dei ritrovamenti in Pavia città ,l'analisi doveva continuare anche per la provincia di Pavia ma poi la pubblicazione è stata interrotta.

Per non perdere la memoria di queste preziose notizie mi piace riportare la parte pubblicata su Pavia città e zone limitrofe per la sola parte rinvenimenti di monete pavesi medievali .

Sono 280 i ritrovamenti di monete isolate o di tesoretti provenienti da scavi archeologici ,di cui circa 60 in Pavia,110 circa in Lomellina e 8o circa nell'oltrepo Pavese.

1) Pavia - Piazza del Duomo - Ritrovamento singolo - Nel corso della rimozione del basamento della statua del Regisole,andata distrutta durante gli avvenimenti del 1796,venne trovato un denaro di Lotario II Re d'Italia ( 945-950 ) per Pavia- ritrovamento del 1800

2)Pavia - 1863 - Contrada di S.Francesco da Paola ,oggi Via Volta - ritrovamento singolo ; durante l'esecuzione di scavi per la posa di tubazioni per il gas ,associato a ferri di lancia e avanzi di due spade molto logore ,venne trovato un denaro di Arduino d'Ivrea (1002-1015 ) per Milano

3)Pavia - 1881 - Bastioni di Porta Damiani ,ora Lungo ticino Sforza ,ritrovamenti singoli ,inoltre nel corso degli scavi per la demolizione del Bastione Bellisomi frammiste a materiali vari ,ceramica,metallo,vetro,ossa,furono trovate monete di rame e d'argento varie tra cui : 1 moneta di Ludovico il Bavaro ( 1314-1347),1 moneta di Genova (ante 1500),1 moneta di Mantova ,monete romane e Filippi II,III,IV.

4) Pavia -1908 - Via Mascheroni ,angolo Via XX Settembre ,ritrovamenti singoli nell'esecuzione di scavi per una nuova costruzione, 1 Massimiliano Sforza ( 1512-1515 ), 1 Francesco II Sforza ( 1522-1535 ), 1 Filippo II di Spagna (1556-1598 ) ,Ducato di Milano,1 Carlo II di Spagna ( 1665-1700)oltre a monete romane varie.

5)Pavia - 1911 - Piazza Castello - Ritrovamenti singoli - Durante la costruzione del Palazzo Devoti si rinvennero vari oggetti antichi tra cui 2 sesini del Ducato di Milano .

6)Pavia - 1914 - Vicolo S. Giovanni al Fonte - Ripostiglio - Durante gli scavi per la riapertura della Chiesa di San Giovanni Domnarum si rinvenne un recipiente di terra cotta con circa 400 monete ; ne rimangono 165: 88 denari di Enrico II ( 1046-1056) per Pavia ,1 denaro di Federico II (1220-1250) per Pavia ,76 denari del Vescovato di Puy ( sec.XII). ,Arslan 1995.

FINE 1° PUNTATA , DA CONTINUARE.

Modificato da dabbene
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Inviato (modificato)

2° PUNTATA RITROVAMENTI MEDIEVALI IN PAVIA :

7) Pavia - 1926 - Borgo San Patrizio ( zona di Piazza Cavour ,Piazzale Minerva ) ,forse un ripostiglio con 17 monete d'argento sforzesche

8)Pavia - 1932 - in località imprecisata durante uno scavo ritrovato 1 denaro di Gian Galeazzo Visconti ( 1385-1402) per Milano

9)Pavia - 1934 - Strada Nuova (incrocio Via Calatafimi ) - Ripostiglio - Nel corso di scavi per la costruzione di un pozzetto d'ispezione della rete telefonica in una canaletta ostruita a 2 metri circa di profondità venne alla luce un tesoretto di monete di periodo carolingio,la maggior parte per Milano e Pavia . Attualmente il ripostiglio è formato da 272 monete intere o in frammenti riconoscibili. Secondo il Cremaschi furono consegnate al Museo Civico di Pavia 251 pezzi ,mentre un terzo circa andò disperso. Il Peroni parla di 300 pezzi.

Dalle annotazioni del Cremaschi si hanno :

240 denari bracteati per Milano di Carlo il Grosso ( 880-888),Guido da Spoleto(889-894),Berengario I(898-924)

11 denari antiquiores papali per Roma ,1 di Nicolò I con Ludovico II (858-867),10 di Formoso con Guido da Spoleto (891-896)

10)Pavia -intorno al 1930 -località imprecisata - Ripostiglio- Tesoretto composto da diversi fiorini d'oro e altre monete d'argento,fu sequestrato dalle autorità

11)Pavia - 1949 - Fiume Ticino - Ripostiglio ? - Nello scavo di fondazione della spalla settentrionale del ponte in una lente d'argilla furuno recuperate alcune migliaia di monete di bronzo,d'argento e d'oro tra cui un tremisse di Liutprando (712-74)

DA CONTINUARE ALLA PROSSIMA PUNTATA.

Modificato da dabbene
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Inviato (modificato)

3° PUNTATA RIPOSTIGLI MEDIEVALi PER PAVIA

12)PAVIA - 1964 ? - FRAZIONE MIRABELLO - Ripostiglio - Ritrovamento di circa 200 ducati nel Parco Visconteo nei luoghi della battaglia di Pavia del 1525.

13)PAVIA - 1974 - Via San Giovanni in Borgo ( Istituto Cambiagio ) - Ritrovamenti singoli - Durante i lavori di scavo rinvenuto 1 denaro di Enrico III per Pavia ( 1046-1056)

14)PAVIA - 1975 - Torre Civica ( secondo scavo ) - Ritrovamenti singoli - Nel corso di scavi stratigrafici nel corridoio di ingrasso sono state ricuperate tra le altre : 1 denaro di Enrico per Pavia molto consunto e non identificabile ,1 trillina di Francesco I Sforza per Milano (1450-1466),1 trillina di Luigi XII di Francia per Milano (1500-1513)

15) PAVIA - 1976 - Santa Maria Gualtieri ( secondo scavo ) - Ritrovamenti singoli - Sono state trovate monete del XIII e XV secolo .

16) PAVIA - 1976 - FIume Ticino - ( a valle del Ponte coperto ,riva sinistra ) - Ritrovamenti singoli - Durante la grande magra sono state recuperate numerose monete,medagliette religiose ,piombi commerciali,le monete sono in pessimo stato di conservazione ,tra le altre sesini e quattrini del Ducato di Milano del periodo dei re di Francia e di Spagna ( 1500-1740)

17) PAVIA - 1979 - Santa Maria delle Cacce ( Via Scopoli ) - Ritrovamenti singoli - Nel corso di scavi archeologici all'interno della chiesa sono state trovate le seguenti monete : 1 denaro scodellato di Federico I di Svevia per Milano ( 1152-1190),1 denaro di Gian Galeazzo Visconti per Milano ( 1395-1402),1 trillina di Galeazzo Maria Sforza per Milano ( 1466-1476)

18)-PAVIA - 1983- Torre Civica ( atrio ) - Ritrovamenti singoli - Nel corso dello scavo archeologico nell'atrio della Torre si sono trovati : 1 denaro di Luchino Visconti per Milano (1339-1349),2 denari di Filippo Maria Visconti per Milano ( 1412-1447), 1 trillina di Francesco I Sforza per Milano (1450-1466) ,1 denaro di Francesco I Sforza per Milano ,1 denaro di Giovanni Galeazzo Maria e Ludovico Maria Sforza per Milano ( 1481-1496)

19) PAVIA - 1991 - Via Omodeo - Ritrovamenti singoli - In occasione del rifacimento della fognatura danneggiata dal crollo della Torre Civica venne effettutato uno scavo archelogico nel corso del quale si rinvenne 1 denaro di Berengario I per Pavia (888-924)

20 ) PAVIA - dopo il 1991 - Sant'Eusebio - Ritrovamento singolo - 1 denaro del Comune di Pavia ( 1250 -1359)

Segue breve disamina dei dati presentati.

Modificato da dabbene
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Ho riportato ,essendo una sezione medievale,solo i ritrovamenti di monete medievali ; i dati sono riferiti ai ritrovamenti della sola città di Pavia e immediate zone limitrofe ,perchè poi la ricerca di Colombetti si è interrotta e avrebbe dovuto comprendere anche i ritrovamenti della Provincia.

Leggendo in completo tutti i dati si vede subito che in città la maggior parte dei ritrovamenti è di monete di epoca romana ,veramente molte, successivamente quelle del periodo dei Re Spagnoli,in particolare di Filippo III e IV ,poi monete di epoca Viscontea e Sforzesca ; le monete medievali ritrovate sono veramente limitate ,in ritrovamenti singoli e isolati di solito ,evidentemente come sappiamo la moneta medievale non veniva di solito tesaurizzata e a volte veniva rifusa .

I ritrovamenti più ingenti provengono dagli argini e dal letto del fiume Ticino,grande collettore di oggetti e metalli vari ,per avere tesoretti di monete medievali si dovrebbe allargare la ricerca alla provincia dove qualche ripostiglio nel tempo è stato individuato.

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Spero di fare una cosa gradita postando un interessante articolo della numismatica Ursula Kampmann

su una breve storia delle monete ossidionali, che naturalemnete comprende esemplari di Pavia

L'articolo tratta la tematica in termini piuttosto ampi e Pavia eè solo una delle zecche interessate da questo

fenomeno, inoltre era corredato da molte foto che non sono state riprese.

Se per non dovesse risultare eccessivamente pertinente all discussione in oggetto prego di spostarlo nella sezione

più idonea..

From Pavia to the Sack of Rome – siege coins in Italy

by Ursula Kampmann

Why was it, one is inclined to ask, that so many Renaissance kings went to Italy? Why didn’t they stay in their countries and counted on what was to be called the absolutist central state one or two centuries later? Why did they spent enormous sums of money on the payment of troops to conquer a small city in Italy whose destiny it was to be re-conquered again only

months later?

The 'skyline' of Florence, the centre of rich Tuscany. Image: Lucarelli / Wikipedia.

It was the splendour of the long gone medieval era that pulled figures like Charles VIII, King of France, or his successor Francis I to Italy. The imperial office – in conjunction with the monarchia universalis, the world dominion – intoxicated persons like the down-to-earth Spanish King Charles V. Plus, there were the flourishing Italian trade cities whose taxes were promised to the winner over Northern Italy. After all, in Central Italy no ruler – be it German, Spanish or French – was to be gained a foothold with the Pope ruling who had returned home from his exile in Avignon and was determined to re-conquer the lost territories. Anyone planning to dominate the south peninsula had to keep in with the Pope since the Kingdom of Sicily was regarded Papal feud and was occupied at his discretion.

Francis I. Painting by Jean Clouet, Louvre / Paris. Source: Wikipedia.

That was the point of departure when Francis I of France and Charles V of Spain began to locks horns in Italy. Charles had already outmaneuvered Francis a few years earlier when the two rulers were fighting over the German emperorship. It was not about ruling the German states which were at loggerheads after the reformation – no, with the title of emperor came the supremacy over the Italian cities, and Francis had made a couple of conquests there already. Charles aimed for world dominion which the Roman Emperor of the German Nation was entitled to. The two, very different, kings initiated propaganda in the empire and outdone each other with pre-election promises. In June 1519, the prince-electors decided in favour of Charles for the simple reason that he had paid more. Of course, Francis did not retreat from Italy. Quite the contrary: the fight had only just begun.

Charles V. Painting by Jakob Seisenegger. Kunsthistorisches Museum Vienna. Source: Wikipedia.

The war broke out in 1521. France had mobilized 32,000 soldiers, a huge army which mainly consisted of Swiss rice’s runners, the then elite fighters. Their pike square (German: Gewalthaufen which means crowd of force) – a military formation which, in principle, was evocative of a running porcupine – was considered decisive in any battle. Nevertheless, Francis was not as successful as he hoped for. In spite of his Swiss, he had to accept a smackdown near Marignano as early as 1515 and this war as well started with a battle France lost near Bicocca.

After all, the art of warfare was changing. A revolutionary technology became established which created with the artillery a whole new arm of service. The House of Habsburg simply prevailed, for the most part due to the fact that the canons were made of copper which, in Europe, was only available in Hungary, Tirol, Saxony and Bohemia. Hence, three of the four most productive deposits of that precious raw material were at the disposal of the House of Habsburg which had extended its technical advantage under Maximilian I at the latest and therefore possessed the best and most advanced artillery at the time.

Dies lag daran, daß sich das Handwerk des Kriegsführens änderte. Eine revolutionäre Technologie begann sich einzubürgern, die eine ganz neue Waffengattung schuf, die Artillerie. Und da hatten die Habsburger einfach die Nase vorn, was zum großen Teil daran gelegen haben mag, daß Kanonen aus Kupfer angefertigt wurden und es in Europa nur in Ungarn, Tirol, Sachsen und Böhmen Kupfer gab. Über drei der vier ergiebigsten Lagerstätten dieses wertvollen Rohstoffs verfügten also die Habsburger und die hatten spätestens unter Maximilian I. ihren technischen Vorsprung ausgebaut, besaßen die beste und fortschrittlichste Artillerie der damaligen Zeit.

The Battle of Pavia. Painting by an anonymous master, probably from the southern Netherlands. The Ashmolean Museum / Oxford. Image: Ursula Kampmann.

That was to be confirmed near Pavia which was held by imperial troops consisting of German landsknechte with skilled artillery branches. Francis I continued to rely upon his Swiss who further refused to believe that the era of the pike square was inevitably over. With an army of 25,000 foot soldiers, 10,000 equestrians and – after all – 55 big guns Francis I personally moved closer to seize Pavia. On October 28, 1524, the siege began. The city was surrounded by an army which immediately blocked all supplies from the outside. Although there were only 5,000 German soldiers, reinforced by a garrison of 1,000 Spanish, these total 6,000 men ate a considerable amount of bread and meat each day and drank not an insignificant amount of wine.

One of the big military issues of the day was the fact that well into modern times the supply of an army was not centrally organized. Every landsknecht received the pay which he used to pay the sustenance for himself and his family. That’s right, his family, since a landsknecht was often followed by his wife and their children. The art of warfare was a profession like many others albeit riskier. No, we are not referring to death in battle. In the 16th century, it was easy to die, on numerous occasions. The risk was that the clients essentially hired an army bigger than they could afford. Hence, the soldier often lacked the pay. To him, that was inconvenient – for the inhabitants of the territory he was located in it was even more inconvenient. After all, with an armed man lacking the money he needed to buy the things he was in need of there was a good chance he simply took it with force. In a besieged city dependant on their garrison’s goodwill it was essential to supply the soldiers with money. If no regular money was available to pay the soldiers anymore then a kind of substitute money had to be created made of less expensive material which nevertheless was accepted in the city’s inns at full value.

Siege money from Pavia. Ducat 1524, minted under Antonio De Leyva. A L, above cross, below year. Maillet 360, 1; pl. XCIII Pavie 1. From a German private collection.

In Pavia, at the behest of the Spanish commander De Leyva, ducats and testone were minted that admittedly did not look as well and sophisticated as the pieces the soldiers were ordinarily given but which served their purpose all the same.

We know of two different obverse depictions of the siege coins minted during the siege of Pavia. For practical reasons, the reverse was simply left blank. A first one bore the legend A L for the commander which had ordered the minting, Antonio De Leyva, and the year of 1524 when the siege had begun.

Siege money from Pavia. Testone 1524, minted under Antonio De Leyva. CES / PP / OB, above year. Maillet 360, 2; pl. XCIII, Pavie 2. From a German private collection.

The second one displays the somewhat curious legend CES PP OB and the date. The abbreviation is usually read as Cesareis Papiae Obsessis – during the siege of imperial Pavia.

It does not take much time to get to the end of the story. An imperial army under Marchese Pescara relieved the city. The commander managed to circumvent the enemy’s left wing in the night from February 23 to 24. In the morning, the attack commenced, but at first the fortunes of war were not with the Spanish. They came under French artillery fire with absolutely no chance to escape. That was the moment when King Francis I sent his cuirass-bearing cavalry, he even went into battle on horse himself – thrilled by the possible victory -, right into the middle of things… and did not consider the repercussions: his cannoneers did not dare anymore to fire at the Spanish. After all, there was a distinct possibility that they might hit their own monarch. Marchese Pescara jumped at the chance, reinforced his shooters which had all the time in the world to finish one French cavalier after another off. After that, it was the infantry’s turn. George of Frundsberg with his 12,000 men proved successful. The Swiss batallion of the French which were stationed at the army’s left wing was too remote from the scenery to intervene in time. When moving closer, they immediately became trapped since the garrison of the city of Pavia had likewise left their fortress and contributed in empocketing the French army. It is said that 20,000 men were captured then including – and that was a windfall for Charles V – the French king himself.

Francis I spent months in Spanish prison before he was willing to make the political concessions Charles required. The contract was not worth the paper it was written on. After his return to France, Francis immediately cancelled everything. The Spanish victory of Pavia had no political ramifications.

For Italy, in contrast, the repercussions were desastrous. In spite of his victory, Charles V did not send any pays for his army to the effect that the soldiers lacked any money to make a living. Who is willing to endure hunger even though he is part of a powerful military force? Rumours circulated in the camp that there was a German monk referring to the Pope as the antichrist. Oh yes, in far away Rome the Pope and his cardinals lived in clover whereas the landsknechte who had fought for Emperor and Pope did not have anything to bite. Is it any wonder, then, that quickly a decision was taken to seize Rome?

The Castel Sant'Angelo under siege, painted by Maarten van Heemskerck 1556.

Frundsberg, the commander of his body of soldiers, had to stay behind due to an illness. There was no chance for him anymore to appeal to his soldiers to seriously consider the Papal offer of 15,000 gulden – later, the Pope held out the prospect of an even bigger sum – and kept out of Rome. The imperial army did not believe the spiritual leader of the Christians anymore. On May 5, 1527, the siege of Rome began, and another day later the attack. The imperial soldiers did not encounter any significant resistance. An eye witness reported the following events: "In 1527, on May 6, we took Rome by storm, battered 6,000 men to death, plundered the entire city, took whatever we came across in every church, burned a major part of the city to the ground and marauded, torn and smashed every kind of copistry, registry, letters and archives."

Italy, Papal States. 1/4 ducaton, without date (1527). Mario Traina, Gli assedi e le loro monete 59, 118a. From a German private collection.

It is estimated that more than 10,000 people were killed in the Sack of Rome. The Pope lamented that during one week of siege the inhabitans of his city had lost goods worth roughly 10 million ducats. (Everyone who has ever read an insurance report specifying the treasures inside a now lost suitcase knows what to make of that.) Be that as it may, Rome was never to recover from the devastation it had suffered in the Sack of Rome.

To the annoyance of Charles V, as a matter of fact, who surely had not intended the destruction of Rome. After all, the thoroughly planned coronation in the Eternal City had fallen through completely. Charles had to resort to Bologna to be crowned – by the way, he was the last German Emperor ever to receive the imperial crown from the Pope’s hands.

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  • 2 settimane dopo...

Posto questo interessante e particolare Ottone I Imp. e Ottone II Re -962-967,con legende D/Imperator, R/Otto Pius Re ,( potremmo anche dire Limido-Fusconi 15 ), peso gr. 1,38 ,diametro 17 mm.,gli aspetti interessanti sono l'incurvatura del tondello al rovescio,la sfasatura delle 2 O e delle 2 T al dritto della legenda OTTO con punto centrale ,al rovescio cuneo con vertice verso il basso con piccolo punto al centro di PAPIA ,peso sopra la media

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  • 2 mesi dopo...

Ogni tanto torno anche a Pavia : ecco un denaro di Enrico III ,spesso questi denari vengono attribuiti scambiandoli Enrico II per III e viceversa ,le monete sono praticamente quasi uguali ,in realtà c'è un modo semplice e veloce per distinguerle che evidentemente non viene usato neanche dai commercianti : in legenda sul rovescio abbiamo un PAPIA CI per Enrico II , e un solo PAPIA per Enrico III .

Questa moneta che pesa 1,05 gr. è un Enrico III con legenda al rovescio solo PAPIA ,o meglio legenda in tre righe PA PA I , ha dei bellissimi archetti perlinati sul dirittto come segni identificativi ,bel cerchio perlinato ,le lettere delle leggende rialzate rispetto al tondello ; è una di quelle monete da prendere in mano e sentirle al tatto e toccare il tondello e le lettere stesse

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Vorrei segnalare che è in corso di stampa su Panorama Numismatico la presentazione di un inedito di notevole importanza conservato presso il Gabinetto Numismatico e Medagliere delle Raccolte Artistiche del Castello Sforzesco di Milano. Si tratta dell’emissione, fino ad oggi inedita, del denaro mezzano (dal valore nominale di mezzo denaro imperiale) con la doppia stella, riconducibile al concordato monetario stipulato nel 1254 dai Comuni di Bergamo, Brescia, Cremona, Parma, Pavia, Piacenza e Tortona allo scopo di uniformare la circolazione monetaria nei territori di competenza delle città firmatarie. La moneta sarà inserita anche nello studio sulle monete di Pavia in corso di pubblicazione a fascicoli sulla stessa rivista (verranno aggiunte, in appendice, anche le immagini di un’interessante serie di monete carolingie pavesi appartenenti alla stessa collezione e di cui il dr. Martini, che ringrazio pubblicamente, ha autorizzato la pubblicazione.

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  • 2 settimane dopo...
  • 1 mese dopo...

Vi credevate che non vi leggessi più .... ma non è così e allora vi faccio vedere l'ultimo acquisto sperando di aver preso un oggetto "interessante" eccolo qui, dovrebbe essere Ottone III, ma, ovviamente, aspetto notizie da voi ....

Purtroppo il peso resterà un mistero finché non mi arriverà e, si sa, che le poste in agosto, vanno più a rilento del solito ... credo ci vorrà un mese ma io nel frattempo preparo il "cartellino".

Grazie anticipate e sempre molti complimenti per la Vostra disponibilità passata e futura ...

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Ciao, si , Ottone III ,HTERCIVS CI /IMPERATOR,OTTO nel campo con punto al dritto,al rovescio PAPIA su due righe con punto,rarità NC

Modificato da dabbene
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  • 5 mesi dopo...

ciao, questa monetina da studio è certamente un denaro pavese. Le condizioni sono alquanto critiche, come potete vedere.

diametro 15 mmm

(peso, non sono ancora attrezzato)

ipotizzo un H N RIC , in cerchio perlinato

N e C si distinguono, ho dei dubbi sulla I al centro...

La S coricata è nel punto che in genere hanno i denari con AVGVSTVS, quindi la prima delle due.

segue il R

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