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DENARI DI PAVIA


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VAL D'AOSTA

Aosta-Moneta del IX-X secolo:4 denari di Ottoni di Pavia-FONTE:SACCOCCI

Aosta,Foro Romano,area ad Est-Moneta del IX-X secolo:1 denaro di Ottone I di Pavia-FONTE:ORLANDONI

Aosta,S.Lorenzo:1 denaro di Carlo Magno di Pavia -FONTE:ORLANDONI

Dal Saccocci abbiamo notizie dei numerosi ritrovamenti di denari Ottoniani di Pavia o di tipologie precedenti:l'elenco dei siti sarebbe numeroso,abbiamo siti in Germania,ex Germania est,Polonia,Francia,Svizzera,Cecoslovacchia,Danimarca,Svezia,Norvegia,Estonia,Russia,Israele,Giordania.

Si ricava un grosso agglomerato di siti e ripostigli ovviamente nell'Italia Settentrionale,ma anche molti in Italia Centrale;molto importanti e numerosi sono i ritrovamenti nell'Europa del Nord,in particolare in area germanica;moneta quindi di estensione,come risulta da questi dati ,non solo di tutta l'Italia peninsolare ,ma anche Europea.

Le fonti e i dati non sempre sono precisi e dettagliati,a volte con qualche dato incerto,ma comunque danno un quadro abbastanza omogeneo di dati e che può essere analizzato per area geografica,criterio dell'elenco,ma anche in chiave cronologica con una certa affidabilità.

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Bel lavoro , Mario.

Sicuramente il repertorio dei ritrovamenti dei denari pavesi di X e XI sec. è più omogeneo e numericamente più importante di quelli che riguardano Lucca . E più studiato sicuramente A mio parere le motivazioni del fenomeno potrebbero essere molteplici . Le più significative sarebbero la maggiore circolazione del pavese in quel periodo considerata moneta di conto e la composizione del metallo in buon argento , e quindi sottoposto a tesaurizzazione e relativo "inguattamento" dei gruzzoli . Non dico nulla di nuovo di ciò che già non si sapesse ma è comunque la dimostrazione che il pavese era usato in tutto il territorio . Mi sorprende la quantità dei ritrovamenti nel Lazio ma questo mi conferma la sua abbondante circolazione a Roma , che fù costretta a coniare il provisino nuovo proprio per mancanza di moneta pavese alla fine del XII sec.

Auguri a te e giollo per lavoro ;) .

adolfos

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Nel primo post di questa discussione Dabbene elencava le moneta di Pavia coniate dagli Ottoni. Fra queste c'è un denaro di Ottone III con al rovescio la legenda CIVITAS GLORIO. Mi piacerebbe avere qualche notizia in più su questa moneta.

Modificato da Arka
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Nel primo post di questa discussione Dabbene elencava le moneta di Pavia coniate dagli Ottoni. Fra queste c'è un denaro di Ottone III con al rovescio la legenda CIVITAS GLORIO. Mi piacerebbe avere qualche notizia in più su questa moneta.

Il Saccocci come avrai visto per Ottone III cataloga tre tipologie una con reggenza di Ottone III dal 983-996 con legende Imperator/Inclita Civitas e qui è il periodo in cui era sotto tutela prima della madre poi della nonna fino al 996(ricordiamo che Ottone III salì al trono a 3 anni nel 983),una seconda dal 996 con lui Imperatore da poco con Htercius/Civitas glorio molto rara ,e una terza quella veramente diffusa che arriverà al 1002 con Htercius/Imperator;perchè Civitas Glorio,perchè probabilmente nel periodo d'interregno tra reggenza e inizio impero acora sotto tutela di Adelaide,la stessa affezionatissima a questa antica capitale volle che la stessa fosse onorata anche sulle monete con l'epiteto nobile di GLORIOSA,che tra l'altro aveva usato anche Lotario I ; più tardi consolidandosi l'impero di Ottone III lo stesso preferì usare di sua sponte la legenda Htercius/Imperator che lo consacrava a tutti gli effetti come l'Imperatore in carica.;è in pratica un bellissimo omaggio da parte di Adelaide amante di Pavia alla bella sua città,ci penserà subito dopo Ottone III a ristabilire la sua autorità.

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  • 2 settimane dopo...

buon giorno e buon anno,

mi sapete dire dove posso trovare l'articolo citato sul ripostiglio delle monete rinvenute a Cisano?

grazie in anticipo

GR

PS: mi interesserebbe poi sapere se qualcuno conosce qualche altro ripostiglio in cui sono state rinvenute monete di Cremona o di Brescia.

grazie

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buon giorno e buon anno,

mi sapete dire dove posso trovare l'articolo citato sul ripostiglio delle monete rinvenute a Cisano?

grazie in anticipo

GR

PS: mi interesserebbe poi sapere se qualcuno conosce qualche altro ripostiglio in cui sono state rinvenute monete di Cremona o di Brescia.

grazie

E' stato pubblicato sul volume del 1922 della RIN; purtroppo non mi risulta sia disponibile online; lo trovi alla biblioteca della SNI a Milano o tramite il prestito interbibliotecario presso la biblioteca della tua città. Se non lo trovi e se vieni al convegno di Piacenza il 21 gennaio te ne posso far avere una copia.

Saluti

Per i ripostgli puoi consultare la bibliografia di Arslan disponbile online sul sito di Incuso oppure le numeose schede pubblicate dalla Travaini (l'elenco delle sue pubblicazioni, con alcuni articoli scaricabili) è sul suo sito personale (non ricordo a memoria l'indirizzo ma lo puoi trovare su google).

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Vi trascrivo un pezzo tratto dal volume Le avventure della lira di Carlo Maria Cipolla, edito nel 1958 da "Edizioni di comunità - Milano". Il pezzo, senza alcuna pretesa, mi ha colpito, mentre stavo leggendo il volumetto.....e ovviamente ho subito pensato a voi :D

Stasera finisco con la seconda parte ;)

PS: Spero sia di vostro gradimento :rolleyes:

________________________________________________________________________________________

Per quanto riguarda il denaro Pavese notizie preziose sono contenute negli annali del Genovese Caffaro. All'anno 1102 Caffaro annota che "moneta denariorum papiensium veterum finem habuit et alia incepta novae monetae brunitorum fuit". Poi all'anno 1115 annotava che i denari "bruni prioris novae monetae mense octubris finem habuerunt et ... alia moneta minorum brunitorum incepta fuit". Poichè sino al 1138, anno in cui re Corrado concesse ai Genovesi di battere moneta propria, la moneta prevalente sulla piazza Genovese fu sempre quella Pavese, gli storici sono d'accordo nel ritenere che:

- bruni e brunetti erano ancora denari pavesi

- l'appellativo di bruni e brunetti derivava dal peggioramento della lega dei denari che dava loro un aspetto più scuro

- poichè posteriormente alle date indicate dal Caffarro si ritrovano ancora citate nei contratti genovesi le vecchie monete, la cronologia del Caffaro non vuole indicare che una moneta sostituì l'altra, ma piuttosto che la zecca pavese cessò di battere un tipo di denaro per passare ad un altro.

L'esame numismatico dei pezzi che ci sono conservati conferma indubitabilmente il declino del denaro pavese. La massa dei pezzi pavesi appartenenti al periodo 1000-1150 si differenzia nettamente, secondo il Brambilla (cfr. C. Brambilla, Monete di Pavia), in quattro gruppi distinti dalle caratteristiche indicate nel Prospetto 1.

PROSPETTO 1: Caratteristiche dei denari pavesi del periodo 1000-1150.

GRUPPO PESO MASSIMO (grammi) LEGA (mill.) FINO (grammi)

a 1,3 - 1,4 800 1 - 1,1

b 1,3 - 1,4 600 0,8

c 1,1 500 0,5

d 1 430 0,4

(Dati tratti dal già citato libro di C. Brambilla)

I pezzi che cadono nel primo gruppo sono facilmente riconoscibili come denari di Ottone III (983-1002), Enrico II (1002-1024) e Corrado II (1024-1039). Ma più difficile è l'attribuzione dei grubbi B, C e D. I denari di questi tre gruppi sono immobili nel tipo e mantengono tutti l'incisione "Enricus", senza mai indicare se si tratti di Enrico III (1039-1056), Enrico IV (1056-1106) o di Enrico V (1106-1125). Cercando di mettere d'accordo i risultati d'indagine numismatica con i dati di Caffaro, Brambilla e Desimoni avanzarono l'ipotesi che i pezzi del gruppo C fossero i bruni (quindi posteriori al 1102) e i pezzi del gruppo D fossero i brunetti (quindi posteriori al 1115). Ma si tratta sempre di ipotesi. La confusione poi è aumentata dal fatto che i documenti dell'epoca indicano l'esistenza di pezzi da mezzo-denaro e fanno nascere quindi il sospetto che qualcuno dei gruppi A, B, C o D rappresenti non danari ma medaglie (mezzi denari).

Modificato da Ghera
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Vi trascrivo un pezzo tratto dal volume Le avventure della lira di Carlo Maria Cipolla, edito nel 1958 da "Edizioni di comunità - Milano". Il pezzo, senza alcuna pretesa, mi ha colpito, mentre stavo leggendo il volumetto.....e ovviamente ho subito pensato a voi :D

Stasera finisco con la seconda parte ;)

PS: Spero sia di vostro gradimento :rolleyes:

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Per quanto riguarda il denaro Pavese notizie preziose sono contenute negli annali del Genovese Caffaro. All'anno 1102 Caffaro annota che "moneta denariorum papiensium veterum finem habuit et alia incepta novae monetae brunitorum fuit". Poi all'anno 1115 annotava che i denari "bruni prioris novae monetae mense octubris finem habuerunt et ... alia moneta minorum brunitorum incepta fuit". Poichè sino al 1138, anno in cui re Corrado concesse ai Genovesi di battere moneta propria, la moneta prevalente sulla piazza Genovese fu sempre quella Pavese, gli storici sono d'accordo nel ritenere che:

- bruni e brunetti erano ancora denari pavesi

- l'appellativo di bruni e brunetti derivava dal peggioramento della lega dei denari che dava loro un aspetto più scuro

- poichè posteriormente alle date indicate dal Caffarro si ritrovano ancora citate nei contratti genovesi le vecchie monete, la cronologia del Caffaro non vuole indicare che una moneta sostituì l'altra, ma piuttosto che la zecca pavese cessò di battere un tipo di denaro per passare ad un altro.

L'esame numismatico dei pezzi che ci sono conservati conferma indubitabilmente il declino del denaro pavese. La massa dei pezzi pavesi appartenenti al periodo 1000-1150 si differenzia nettamente, secondo il Brambilla (cfr. C. Brambilla, Monete di Pavia), in quattro gruppi distinti dalle caratteristiche indicate nel Prospetto 1.

PROSPETTO 1: Caratteristiche dei denari pavesi del periodo 1000-1150.

GRUPPO PESO MASSIMO (grammi) LEGA (mill.) FINO (grammi)

a 1,3 - 1,4 800 1 - 1,1

b 1,3 - 1,4 600 0,8

c 1,1 500 0,5

d 1 430 0,4

(Dati tratti dal già citato libro di C. Brambilla)

I pezzi che cadono nel primo gruppo sono facilmente riconoscibili come denari di Ottone III (983-1002), Enrico II (1002-1024) e Corrado II (1024-1039). Ma più difficile è l'attribuzione dei grubbi B, C e D. I denari di questi tre gruppi sono immobili nel tipo e mantengono tutti l'incisione "Enricus", senza mai indicare se si tratti di Enrico III (1039-1056), Enrico IV (1056-1106) o di Enrico V (1106-1125). Cercando di mettere d'accordo i risultati d'indagine numismatica con i dati di Caffaro, Brambilla e Desimoni avanzarono l'ipotesi che i pezzi del gruppo C fossero i bruni (quindi posteriori al 1102) e i pezzi del gruppo D fossero i brunetti (quindi posteriori al 1115). Ma si tratta sempre di ipotesi. La confusione poi è aumentata dal fatto che i documenti dell'epoca indicano l'esistenza di pezzi da mezzo-denaro e fanno nascere quindi il sospetto che qualcuno dei gruppi A, B, C o D rappresenti non danari ma medaglie (mezzi denari).

Grazie Ghera del contributo ,molto pertinente e utile in particolare sui bruni e brunetti.

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Continuo oo)

L'aria di mistero che crconda la storia del denaro pavese si dipana poco dopo laa metà del XII secolo quando due diversi documenti, luno del 1162 e l'altro del 1164 permettono di calcolare che il denaro pavese doveva contenere in quegli anni circa 0,2 grammi di argento fino. Così, se possono sussistere numerosi dubbi sui tempi ed i gradi di decadimento del denaro pavese, non vi sono dubbi nè sull'esistenza del fenomeno nè sulla intensità complessiva: ai primi del secolo XI il denaro pavese conteneva ancora circa un grammo di argento fino; poco dopo la metà del XII secolo s'era ridotto a poco più di 0,2 grammi. E' importante rilevare che il denaro milanese aveva subito più o meno la stessa sorte.

Dopo di che procede con il denaro veronese. Quando arrivo a quello di Lucca, trascrivo il brano nell'apposita discussione ;)

Modificato da Ghera
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Continuo oo)

L'aria di mistero che crconda la storia del denaro pavese si dipana poco dopo laa metà del XII secolo quando due diversi documenti, luno del 1162 e l'altro del 1164 permettono di calcolare che il denaro pavese doveva contenere in quegli anni circa 0,2 grammi di argento fino. Così, se possono sussistere numerosi dubbi sui tempi ed i gradi di decadimento del denaro pavese, non vi sono dubbi nè sull'esistenza del fenomeno nè sulla intensità complessiva: ai primi del secolo XI il denaro pavese conteneva ancora circa un grammo di argento fino; poco dopo la metà del XII secolo s'era ridotto a poco più di 0,2 grammi. E' importante rilevare che il denaro milanese aveva subito più o meno la stessa sorte.

Dopo di che procede con il denaro veronese. Quando arrivo a quello di Lucca, trascrivo il brano nell'apposita discussione ;)

Wonderful,per Pavia,ma anche per Lucca

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Posto due Enrico II ,uno direi normale ,un pò scuretto con archetti ,segni identificativi e poi ne posterò un altro diverso un pò anomalo,li metto entrambi per fare vedere la differenza,

post-18626-0-36003600-1294601212_thumb.j

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