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Inviato

Ciao a tutti, volevo segnalare che ieri sera dopo avere fatto passare e ripassare qualche testo...e raffrontando le monete, mi sono deciso a mandare una mail alla stack's, sottoponendo alla loro attenzione qualche criticità su questa litra da loro offerta....

Una litra con lo stesso conio era stata ritirata dall'asta Rauch di maggio....

Risultato, dopo 10 minuti mi arriva una mail dal loro tecnico...che mi ringrazia molto e comunica che la moneta è stata ritirata.....

Ciao e mi raccomando...occhi sempre aperti!!!!

sku

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Inviato

Complimetni Sku, come sempre!

grazie mille!!!!! :D

sku


Supporter
Inviato

Salve Sku e complimenti per l'acume.

Sarebbe di molto interesse se convidessi anche con noi le ragioni esposte alla casa d'aste sulla moneta in questione.

Saluti


Inviato

Ciao,

Già la litra che era in asta da Rauch (di cui allego le immagini mi aveva insospettito, fondamentalmente è un problema di stile. Vedendo che anche da rauch era stata ritirata, e provenendo anche questa dallo stesso conio ho fatto qualche ricerca;

La litra in questione è stata battuta dalla zecca di Himera per alcuni nel periodo successivo alla battaglia del Crimiso e quindi in epoca Timoleontea (342/1 A.C), per altri (tra i quali Manganaro) in un periodo antecedente, e se ne conoscono pochissimi esemplari (quindi pochi conii), raffigurati in un articolo di G.manganaro sullo Zeus Eleutherios/ Zeus kronos (inserisco la scansione della tavola). Il diritto di questa moneta riporta appunto lo Zeus kronos, rappresentato su questa litra con uno stile particolarmente accurato.

Manganaro ne differenzia per peso due tipologie, una con al rovescio fulmine ed aquila (piu pesante) ed una (piu leggera) con fulmine tra 2 chicchi di orzo (questa in esame).

La litra presentata da Stacks presenta uno stile piuttosto scadente, quasi "barbarico", particolare che normalmente contraddistingue l'emissione di bronzi , ad esempio i bronzi con Zeus Eleutherios battuti da Siracusa, nel periodo che coincide con la fine dell'emissione.

ciao sku

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  • 6 mesi dopo...
Inviato

Ciao a tutti, riprendo questa discussione per segnalare che l'ultima litra postata dopo essere stata ritirata da Rauch, fu nuovamente proposta da Kunker, ma successivamente ritirata ;) .

Recentemente, sono stati posti in vendita presso due case d'asta 2 esemplari che provengono dalle stesse coppie di "conii" delle monete precedentemente segnalate.

Allego le immagini, pertanto ..occhi aperti ..... :D

ciaooo

sku

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  • 6 mesi dopo...
Inviato

ciao a tutti,

segnalo un altro esemplare recentemente comparso.....

(nella descrizione del lotto dovrebbe essere riportato che si tratta della seconda moneta conosciuta, certo se provenisse dalla stessa coppia di conii della moneta illustrata dal manganaro...ma di questo tipo ce ne qualche semplare in piu.... ;) ....)

sku

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Inviato

Ti ringrazio per la nuova segnalazione e spero, quando avrò un pò di tempo, di poter meglio inquadrare questa emissione.

Un solo consiglio. Quando riferisci l'esistenza di un nuovo esemplare, come questo, sarebbe opportuno "etichettarlo" con riferimenti alla sua provenienza (asta n. ......) e peso.

Questo per agevolare poi, a distanza di tempo, l'identificazione di tale esemplare.

Poi segnalo che alcuni forumisti, in passato, hanno segnalato l'esistenza di monete su aste, specie eBay, che poi scompaiono da internet, mettendo solo il link ma non la foto.

A distanza di tempo il link diventa ovviamente "vuoto" e non è più possibile ricuperare l'immagine di quella moneta. Quindi è meglio sempre cercare di ricavare l'immagine in jpg e quindi agevolare un possibile archivio.

Se qualcuno ha difficoltà a "ritagliare" l'immagine su internet, si può sempre chiedere aiuto a noi.


Inviato (modificato)

Ti ringrazio per la nuova segnalazione e spero, quando avrò un pò di tempo, di poter meglio inquadrare questa emissione.

Un solo consiglio. Quando riferisci l'esistenza di un nuovo esemplare, come questo, sarebbe opportuno "etichettarlo" con riferimenti alla sua provenienza (asta n. ......) e peso.

Questo per agevolare poi, a distanza di tempo, l'identificazione di tale esemplare.

Poi segnalo che alcuni forumisti, in passato, hanno segnalato l'esistenza di monete su aste, specie eBay, che poi scompaiono da internet, mettendo solo il link ma non la foto.

A distanza di tempo il link diventa ovviamente "vuoto" e non è più possibile ricuperare l'immagine di quella moneta. Quindi è meglio sempre cercare di ricavare l'immagine in jpg e quindi agevolare un possibile archivio.

Se qualcuno ha difficoltà a "ritagliare" l'immagine su internet, si può sempre chiedere aiuto a noi.

ciao, grazie a te per le precisazioni.

Non ho volutamente inserire la provenienza per evitare eventuali malumori ....essendo un asta tedesca.. in corso....cmq non preoccuparti l'ho in archivio, già schedata .. ;) (quando ti serve ..).

Credo sia importante mettere in evidenza gli esemplari che stilisticamente differiscono notevolemente da quelli segnalati in importanti lavori.

ciao

sku

Modificato da skubydu

Inviato

<br><br>VICISSITUDINI DI UNA MONETINA DI HIMERA (KRONIA?)

<br>ANALISI TECNICA

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Ex rauch, ora ex Stack's ?

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In data odierna all'incanto presso Busso Peus

Premessa: è palese dall'esame delle foto che trattasi di due monete di stesso conio, che hanno subito diverse vicissitudini sia di battuta che conservative, nemmeno possono essere dei cloni di stessa matrice.

La serie in questione era di estrema rarità.

Poi è diventata molto rara o rara.

Sinceramente e per mera palestra dialettica non me la sentirei di dare per false, sulla sola visione in foto, sia la litra ritirata da rauch e adesso da Stack's (prima foto) e nemmeno quella in asta da Busso peus (seconda foto). Mi permetto inoltre di valutare che può esserer altamente istruttivo discernere non solo di grandi monete che passano per buone...ma anche di nummetti che passano per falsi.

Valga quindi quanto segue.

1) I ritrovamente casuali e certi di tale tipologia frazionale, principalmente nelle zone limitrofe a quella di coniazione antica, sono stati successivamente ai primi studi, relativamente frequenti, per cui i tipi del conio sarebbero tutti da riconsiderare e da riscrivere.

2) Questa frazione è data ormai unanimemente per un prodotto successivo alla grande Himera...quindi in un momento in cui lo stile della coniazione non era più quello migliore. Nei momenti di transizione lo stile decade sempre...i buoni incisori non coniavano per i siti piccoli od in crisi o bloccati nello sviluppo (στάσις). Peraltro le buone mani, anche nel periodo timoleonteo, non coniavano frazionali in bronzo o argento, ma solo in oro.

3) Probabile che la tipologia monetale in esame sia una coniazione di fuorisusciti dalla grande Himera distrutta...in un sito da collocarsi non lontanto dalla Polis madre. Molteplici i pareri al riguardo. Ciò giustificherebbe ampiamente lo stile non eterodosso rispetto alle precedenti coniazioni.

4) La monetina ex Rauch (coerente nell'iconografia) non appare di stile maccheronico ma, bensì, presenta una forte ossidazione che ne ha alterato pressocchè in toto i rilievi, creando anche delle distorsioni. Sicuramente aveva una patina originale che è stata rimossa, anche meccanicamente, accentuando per reazione la porosità visibile e la cottura (come in gergo indicata, peraltro palese a chi ha buon occhio su tali tipologie). Peraltro non è, specie nel diritto con rilievi più esposti nel dorso monetale, una monetina in buona conservazione. Presenta probabilmente anche delle abrasioni...in parte causate dalla pulitura...in parte originali per la sua circolazione/conservazione. Mentre il rovescio, meglio protetto e meno esposto è coerentemente più fresco...pur presentando le stesse caratteristiche coerenti del diritto nell'ossidazione. Ad un esame obiettivo è un MB/BB...poroso in quanto ossidato.

5) Il pezzo in esame non è quindi di grande valore proprio per la relativa conservazione e per lo stile non di prima mano. Tutto è possibile nel mondo delle monete greche...ma per solito i falsificatori si dedicano a produrre qualcosa di meglio...cioè appetibile e meglio collocabile (cfr. la recente discussione sulla litra di Boro).

6) Checchè se ne dica non è che i superperiti delle Case internazionali abbiano questa enorme esperienza per i frazionali del mondo greco...segnatamente per le litre di ambito sicelioto...ancor peggio per monetine note nel tempo in pochi esemplari. Alcuni non ne hanno avuta in mano nemmeno una. Probabilmente quella in esame è stata la prima in questa tipolgia di conio. Nei frazionali del mondo greco italiota possono essere influenti solo i grandi mercanti specialisti. E sono pochi...spesso non più giovani.

7) Per quanto al punto precedente ne vien fuori che una Casa d'asta non specializzata nel mondo greco o americana...non ha pragmatico interesse a difendere una monetina che può valere (realmente) dai 150 ai 250 euro...per dirla tutta, in ragione della modesta conservazione. Spenderebbero il loro tempo senza che ne valga la candela...peraltro insicuri della materia. Fanno prima a restituire l'oggettino a chi di dovere...con tanti ringraziamenti a tutti. Rauch...peraltro...di solito la pensa così. Non vuole diatribe e non ama perdere tempo, in parole molto povere non gliene può importare di meno. Si crea quindi una bocciatura che, per una monetina di scarso valore, non conviene sconfessare nello stesso ambiente.

Alla fine: l'oggettino viene commercialmente bruciato con buona pace del possessore che, difficilmente potrà ottenere un expertise tecnico che non sia generico (la moneta non è buona punto) e che gli consenta di riscattarsi o di restituire l'oggettino. Purtroppo è capitato e capita ancora...e non è giusto che i collezionisti di tono e possibilità minori debbano subire danni...quando, è noto che, ben altre sono le contraffazioni insidiose che possono infestare l'ambiente.

Caro Sku...è palese che le mie osservazioni non costituiscono assolutamente una polemica nei tuoi confronti, sai bene gli ottimi rapporti che ci rendono amici e la stima reciproca. Stiamo solamente facendo numismatica tecnica.

Peraltro e in ben altro campo è in corso in questo Sito una discussione su una moneta veramente importante collocata in una occasione d'asta importante che, rispetto a quaell qui in esame, potrebbe più facilemente essere discussa proprio inragione dello stile (e dell'assenza assoluta di ossidazione verace).

EPILOGO

Ho voluto cogliere una buona occasione per rammentare e comprovare ciò che sosteneva un commerciante americano di primo piano per la monetazione classica: non c'è buono e non c'è falso....c'è solo ciò che si riesce a vendere e ciò che resta nello stock.

Un salutissimo a tutti.

P.S. Poichè la presente modesta nota ha comunque rilievo sotto l'aspetto tecnico, è utile uno strappo alla regola e, quindi opterei per postare queste note anche nella discussione oboli.

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Inviato

per la monetazione classica: non c'è buono e non c'è falso....c'è solo ciò che si riesce a vendere e ciò che resta nello stock

Questa affermazione l'ho sentita anch'io e la trovo molto discutibile e lesiva degli interessi dei collezionisti.

Il Forum non deve abbassare la guardia e anzi, in virtù della indipendenza di giudizio e competenza tecnica di diversi dei suoi partecipanti rende un ottimo servizio al mondo dei collezionisti in cerca di opinioni, confronti, conferme etc.

Chiaro che l'interesse del mercante è quello di commerciare visto che dalla transazione deriva la sua capacità di generare reddito e sviluppare la sua attività.

L'interesse del collezionista è quello di stabilire cio che e buono e cio che non lo è e di ricercare la verità storica di una moneta


Inviato

<br><br>VICISSITUDINI DI UNA MONETINA DI HIMERA (KRONIA?)

<br>ANALISI TECNICA

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Ex rauch, ora ex Stack's ?

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In data odierna all'incanto presso Busso Peus

Premessa: è palese dall'esame delle foto che trattasi di due monete di stesso conio, che hanno subito diverse vicissitudini sia di battuta che conservative, nemmeno possono essere dei cloni di stessa matrice.

La serie in questione era di estrema rarità.

Poi è diventata molto rara o rara.

Sinceramente e per mera palestra dialettica non me la sentirei di dare per false, sulla sola visione in foto, sia la litra ritirata da rauch e adesso da Stack's (prima foto) e nemmeno quella in asta da Busso peus (seconda foto). Mi permetto inoltre di valutare che può esserer altamente istruttivo discernere non solo di grandi monete che passano per buone...ma anche di nummetti che passano per falsi.

Valga quindi quanto segue.

1) I ritrovamente casuali e certi di tale tipologia frazionale, principalmente nelle zone limitrofe a quella di coniazione antica, sono stati successivamente ai primi studi, relativamente frequenti, per cui i tipi del conio sarebbero tutti da riconsiderare e da riscrivere.

2) Questa frazione è data ormai unanimemente per un prodotto successivo alla grande Himera...quindi in un momento in cui lo stile della coniazione non era più quello migliore. Nei momenti di transizione lo stile decade sempre...i buoni incisori non coniavano per i siti piccoli od in crisi o bloccati nello sviluppo (στάσις). Peraltro le buone mani, anche nel periodo timoleonteo, non coniavano frazionali in bronzo o argento, ma solo in oro.

3) Probabile che la tipologia monetale in esame sia una coniazione di fuorisusciti dalla grande Himera distrutta...in un sito da collocarsi non lontanto dalla Polis madre. Molteplici i pareri al riguardo. Ciò giustificherebbe ampiamente lo stile non eterodosso rispetto alle precedenti coniazioni.

4) La monetina ex Rauch (coerente nell'iconografia) non appare di stile maccheronico ma, bensì, presenta una forte ossidazione che ne ha alterato pressocchè in toto i rilievi, creando anche delle distorsioni. Sicuramente aveva una patina originale che è stata rimossa, anche meccanicamente, accentuando per reazione la porosità visibile e la cottura (come in gergo indicata, peraltro palese a chi ha buon occhio su tali tipologie). Peraltro non è, specie nel diritto con rilievi più esposti nel dorso monetale, una monetina in buona conservazione. Presenta probabilmente anche delle abrasioni...in parte causate dalla pulitura...in parte originali per la sua circolazione/conservazione. Mentre il rovescio, meglio protetto e meno esposto è coerentemente più fresco...pur presentando le stesse caratteristiche coerenti del diritto nell'ossidazione. Ad un esame obiettivo è un MB/BB...poroso in quanto ossidato.

5) Il pezzo in esame non è quindi di grande valore proprio per la relativa conservazione e per lo stile non di prima mano. Tutto è possibile nel mondo delle monete greche...ma per solito i falsificatori si dedicano a produrre qualcosa di meglio...cioè appetibile e meglio collocabile (cfr. la recente discussione sulla litra di Boro).

6) Checchè se ne dica non è che i superperiti delle Case internazionali abbiano questa enorme esperienza per i frazionali del mondo greco...segnatamente per le litre di ambito sicelioto...ancor peggio per monetine note nel tempo in pochi esemplari. Alcuni non ne hanno avuta in mano nemmeno una. Probabilmente quella in esame è stata la prima in questa tipolgia di conio. Nei frazionali del mondo greco italiota possono essere influenti solo i grandi mercanti specialisti. E sono pochi...spesso non più giovani.

7) Per quanto al punto precedente ne vien fuori che una Casa d'asta non specializzata nel mondo greco o americana...non ha pragmatico interesse a difendere una monetina che può valere (realmente) dai 150 ai 250 euro...per dirla tutta, in ragione della modesta conservazione. Spenderebbero il loro tempo senza che ne valga la candela...peraltro insicuri della materia. Fanno prima a restituire l'oggettino a chi di dovere...con tanti ringraziamenti a tutti. Rauch...peraltro...di solito la pensa così. Non vuole diatribe e non ama perdere tempo, in parole molto povere non gliene può importare di meno. Si crea quindi una bocciatura che, per una monetina di scarso valore, non conviene sconfessare nello stesso ambiente.

Alla fine: l'oggettino viene commercialmente bruciato con buona pace del possessore che, difficilmente potrà ottenere un expertise tecnico che non sia generico (la moneta non è buona punto) e che gli consenta di riscattarsi o di restituire l'oggettino. Purtroppo è capitato e capita ancora...e non è giusto che i collezionisti di tono e possibilità minori debbano subire danni...quando, è noto che, ben altre sono le contraffazioni insidiose che possono infestare l'ambiente.

Caro Sku...è palese che le mie osservazioni non costituiscono assolutamente una polemica nei tuoi confronti, sai bene gli ottimi rapporti che ci rendono amici e la stima reciproca. Stiamo solamente facendo numismatica tecnica.

Peraltro e in ben altro campo è in corso in questo Sito una discussione su una moneta veramente importante collocata in una occasione d'asta importante che, rispetto a quaell qui in esame, potrebbe più facilemente essere discussa proprio inragione dello stile (e dell'assenza assoluta di ossidazione verace).

EPILOGO

Ho voluto cogliere una buona occasione per rammentare e comprovare ciò che sosteneva un commerciante americano di primo piano per la monetazione classica: non c'è buono e non c'è falso....c'è solo ciò che si riesce a vendere e ciò che resta nello stock.

Un salutissimo a tutti.

P.S. Poichè la presente modesta nota ha comunque rilievo sotto l'aspetto tecnico, è utile uno strappo alla regola e, quindi opterei per postare queste note anche nella discussione oboli.

ciao Piakos, relativamente a quanto hai scritto, e soprattutto a quanto ho scritto io, vorrei fare presente che non ho assolutamente parlato di un falso, anche perchè avrei riportato il messaggio nella sezione relativa.

Tutto parte da un confronto stilistico con monete descritte in studi di indubbia importanza fatti da chi la materia la conosce sicuramente piu di me e di te e di tanti altri messi assieme. Da questo confronto mi sembra chiaro che le monete presentino delle differenze che all'occhio di chi vende e soprattutto di chi acquista devono essere note. Purtroppo non è sempre cosi ed ultimamente vedo che sui frazionali le varie tecniche per renderli piu appetibili, stanno migliorando. è vero e lo ribadisco che da delle immagini non si puo dare la certezza che una moneta sia falsa o valida, ma se ne deve comunque discutere. Cio è fondamentale per la numismatica.

Relativamente al punto 5, non credo che i falsificatori al giorno d'oggi facciano distinzioni su cosa renda di piu o di meno, anzi falsificano quello che piace a chi acquista.....dai bronzi di poche decine di euro si passa ai piccoli frazionali .....(tempo fa ricordo di averti inviato mp con dei riferimenti a riguardo..).

Relativamente al punto 6, il problema di porre in asta monete che fanno pensare, non lo limiterei a case d'asta piuttosto che altre, prova ne è che comunque il lotto ritirato di turno capita un po ovunque. Va bene, come si dice "non sbaglia chi non fa niente..", capita a tutti commettere degli errori, per quanto mi riguarda nessuno sta puntando il dito contro chi vende ne in questa discussione ne nell'altra che tu accennavi , ma per quanto mi riguarda parlarne è un modo per crescere......si sta semplicemnete parlando di numismatica..... ;).

ciao

sku

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Inviato

Buongiorno a tutti, scusate l'intrusione ma credo fermamente che prima di esprimere un qualsiasi giudizio su di una moneta la si deve avere tra le mani , a meno che sia capitato di aver visto ed esaminato un falso accertato e la moneta in questione sia la gemella di conio, tramite foto anche se di ottima qualita' a mio parere non e' possibile esprimere un giudizio, possono esserci dei ragionevoli dubbi ma ripeto se non si sono avuti ed esaminato accuratamente altri esemplari l'unico risultato che si ottiene e' bruciare la moneta anche se e' buona ed a mio parere lo e'


Inviato

per la monetazione classica: non c'è buono e non c'è falso....c'è solo ciò che si riesce a vendere e ciò che resta nello stock

Questa affermazione l'ho sentita anch'io e la trovo molto discutibile e lesiva degli interessi dei collezionisti.

Il Forum non deve abbassare la guardia e anzi, in virtù della indipendenza di giudizio e competenza tecnica di diversi dei suoi partecipanti rende un ottimo servizio al mondo dei collezionisti in cerca di opinioni, confronti, conferme etc.

Chiaro che l'interesse del mercante è quello di commerciare visto che dalla transazione deriva la sua capacità di generare reddito e sviluppare la sua attività.

L'interesse del collezionista è quello di stabilire cio che e buono e cio che non lo è e di ricercare la verità storica di una moneta

:rolleyes: ....quoto in pieno quello che dice numa numa.queste affermazioni dettate solo da interessi economici di commercianti senza nessun scrupolo,non andrebbero neanche sussurrate.tanto meno da chi dovrebbe moderare e difendere lo spirito del forum rivolto piu' a chi colleziona e ricerca piuttosto a chi vuol vendere e guadagnare... :)

faccio anche io i complimenti a skuby ,almeno per la passione e l'amore per la numismatica che ci trasmette....sono,per me ,esempi da incentivare sempre!


Inviato

Buongiorno a tutti, scusate l'intrusione ma credo fermamente che prima di esprimere un qualsiasi giudizio su di una moneta la si deve avere tra le mani , a meno che sia capitato di aver visto ed esaminato un falso accertato e la moneta in questione sia la gemella di conio, tramite foto anche se di ottima qualita' a mio parere non e' possibile esprimere un giudizio, possono esserci dei ragionevoli dubbi ma ripeto se non si sono avuti ed esaminato accuratamente altri esemplari l'unico risultato che si ottiene e' bruciare la moneta anche se e' buona ed a mio parere lo e'

ciao ettore,

grazie per il tuo parere, e non ti devi scusare anche perchè la discussione è aperta a tutti e tutti devono argomentare...

Volevo pero puntualizzare che io non ho mai parlato di Falsi, ma ho solo espresso dei miei dubbi sullo stile della serie proposta.

Permettimi di non concordare quando scrivi che "prima di esprimere un qualiasi giudizio ....", se fosse cosi, allora non dovremmo parlare piu di monete..sbaglio??, poi alla fine anche tu esprimi un giudizio, sostenendo che sia autentica, l'hai avuta in mano la moneta per dirlo con certezza? Al momento io non mi sento di esprimere un parere a riguardo, sto solo cercando di risalire a queste evidenti differenze di stile su una emissione cmq particolarmente rara, e sullo spuntare nel mercato di qualche esemplare che fino a poco tempo fa non si era visto.

Relativamente al bruciare la moneta in vendita, credo che una casa d'aste alla quale fai una segnalazione, possa essere solo felice dell'interesse ed al riguardo che si possa avere in primis alla loro immagine e a chi compra. In passato avevo segnalato l'esemplare a busso e a Hirsch, e mi avevano risposto che secondo loro erano piu che autentiche...entrambe sono state vendute, quindi chi ha comprato le ha ritenute piu che valide e magari ha letto anche questa discussione...

ciao grazie

sku


Inviato

Un saluto a tutti.

A me piace andare in fondo alle cose, specificamente dove la materia è difficile...al fine di rendere un servizio all'utenza ed informarla a 360° su ciò che avviene.

Compreso quello che pensava e diceva pubblicamente "l'amerecano" (1)...che deve essere detto a chiare lettere per informazione e cultura dell'ambiente.

Chiedo venia per questa mia fissazione...che, per converso, è da alcuni (per non dire molti...) utenti piuttosto apprezzata. Questo non per mia lode, che non merito per essere io un povero dilettante ed oggi un modesto collezionista di piastre e testoni papali, ma solo per rendere l'idea di cosa l'utenza vuole sapere per cercare di crescere insieme. E' compito dei membri Staff promuovere ed incentivare la conoscenza della numismatica a tutti i livelli.

Colgo - sommessamente e pacificamente - l'occasione per evidenziare UNO DEI PROBLEMI DEL FORUM: cioè l'innescarsi di una sorta di polemica o di vaga competizione non appena si dice qualcosina di più...o si tenta di alzare uno dei sette veli.

Possono finire delle buone conoscenze o addirittura delle amicizie.

Ed è un gran peccato.

Io personalmente se trovo, non delle grandi menti (che spesso sono elitarie e spocchiose) ma un semplice dispensatore di esperienza...posso anche portargli i pasticcini ed una buona bottiglia di vino ;)...nell'auspicio che possa dispensare di più. :D E se posso agevolare l' ingresso nel Forum di una persona valida (più in gamba di noi)...mi faccio in quattro senza pensare che possa essere più o meno bravo di noi. Anzi, tanto di cappello ed a buon rendere.

Questo sempre per incentrare il fine di questo Sito nell'interesse comune...che, storicamente, nel nostro paese è un concetto duro, come per primo ha insegnato il Guicciardini.

Terminato il su esposto pistolotto (del quale mi scuso, portate pazienza...), peraltro non strettamente strettamente mirato a questa serena discussione, passo ad esporre poche precisazioni.

a) La mia stima a Skubidu, le mie erano delle precisazioni che ho ritenuto di postare a prescindere dall'ambito di riferimento.

b) In merito all'attività di Lor Signori...liberi Maestri incisori in attività...preciso che le mie valutazioni erano da riferire a monetine importanti e/o molto rare (o a tuttoggi ancora ritentute tali dal mercato).

Sopratutto in tempi di crisi ci si attacca a tutto, è vero, ma non ho mai visto finora un falso di una monetina - molto rara - circolata, smozzicata ed ossidata come quella ex Rauch di cui parliamo. Queste tipologie quando vengono replicate hanno quel minimo di appeal che consente degli strappi di prezzo nella competizione in asta. A meno non si tratti di inediti o di unicum...e comunque anche in quei casi si va almeno un mezzo gradino sopra alla litre di Kronia in argomento.

c) La usura da circolazione della monetina in questione, ed anche di quella in Busso Peus, è del tutto evidente e coerente laddove i rilievi sono alti o più esposti e si attenua laddove le monetine sono più protette. Per cercare di rendere tali effetti in modo artificioso è necessario pedere tempo, provare e riprovare fino a quando il pezzo non esce abbastanza bene. I buchini lasciati dall'ossidazione sono però difficili da replicare...se si cosparge il metallo con dei reagenti chinici e degli acidi, la colorazione ed altre conseguenze indesiderate prossono prendere il sopravvento. Tale tecnica è più semplice con il bronzo...che viene poi pasticciato e ripatinato. L'argento si presta di meno.

Ribadisco infine che le mie idee sono state splicitate dopo riflessione sulle conseguenze negative che il ritiro di un "pezzo" da un catalogo d'asta possa ingenerare a caduta:

- nell'ambito di una monetazione già abbastanza delicata e sottoposta a pressione dalla clonazione;

- nell'ambito dei rapporti tra Case d'asta giusto quanto esposto sopra;

- da ultimo, ma in primis, nei confronti dei possessori delle monete mal valutate...che spesso svendono il loro compendio e chiudono con la numismatica.

Ringrazio per l'attenzione e mi scuso per le prolissi.

Nota (1)

L'amerecano: definizione di Albertoniana memoria. Nello specifico è un operatore commerciale, grande esperto e conoscitore della monetazione classica.

Il medesimo intendeva dire cose note e legittime:

- che nel mondo dell'arte da sempre le opere vengono falsificate o riprodotte, è un fenomeno fisiologico che può rendere rischiosa o più divertenete l'esercizio di una passione (la cosa è personale);

- che esistendo le repliche può capitare, commercialmente, che si possa equivocare, prendendo le opere buone per false e le false per autentiche. :)

- Un altro grande conoscitore della monetazione classica, qquesta volta italiano, sostiene la stessa cosa ma con altre parole: è più bravo chi sbaglia meno.

Tutto qui.


Inviato

ciao a tutti, non ho' affatto intenzione di accendere i toni, tutt'altro, purtroppo ho' visto le partite e piakos , ha anticipato in gran parte le mie sensazioni e la mia risposta, cioe' che la moneta presenta caratteristiche e segni che possono essere lasciati solo dal tempo e non creati artificialmente, purtroppo in questo mondo basta il minimo sospetto e si grida subito all'untore, in questi anni ho' visto tante di quelle patacche in aste importanti da rimanere sconcertato, ne sono sicuro perche' frequentando certi ambienti mi erano state gia' proposte e quindi facilmente riconoscibili, la cosa che fa' rabbia e che nesuno l'ha fatto notare e sono state vendute a ignari collezionisti per svariate migliaia di euro, c'e' inoltre da dire un'altra cosa , che quando uno fa' notare certe cose non si ha' la piu' pallida idea delle intimidazioni che si ricevono, un'altra cosa , tutti i collezionisti che pensano di fare l'affare finiscono sempre per essere fregati, loro pensano di essere furbi, comprare per 500/600 euro un pezzo che ne vale x 5 o 6,volte, forse pensava che il venditore fosse un incompetente, inoltre in tanti anni di esperienza e di vagabondaggio per convegni in tutto lo stivale ho' visto che gran parte dei commercianti e' complice e consapevole di quello che vende , e che quando qualche malcapitato collezionista si rivolge a lui per un parere sull'acquisto , ben sapendo da dove viene il pezzo lo giudica autentico, perche' poi ricevera' una lauta mancia, tempo addietro ho' avuto modo di visionare una collezione spaventosa e al 95% falsa i pezzi buoni erano solo le monetine comuni, il malcapitato in due anni aveva speso 250.000,00 euro, li aveva acquistati tramite un noto commerciante che faceva da tramite , con l'ingenuo venditore , 3.500,00 euro il tetradramma di naxos, e cosi' via fino alla arrivare alla stratosferica cifra di mezzo miliardo della vecchia e rimpianta lira, mi scuso di nuovo ma non avevo affatto intenzione di accendere i toni, Ettore


Inviato (modificato)

Posso fare una sommessa e pacata osservazione, dettata sia dalla mia esperienza sia dal mio personale carattere che ritengo essere innatamente molto mite e alieno dall'innescare inutili polemiche.

Non è facile ma è sommamente auspicabile poter scrivere concetti che siano i più chiaramente espressi e con proprietà di termini, senza abbondare in allusioni più o meno nascoste, doppi sensi e anche ironie che poi trovano il loro tempo.

Il primo ruolo del forum, nel caso delle monete antiche e quindi con tutto il loro carico di ben note problematiche (anche legali), è quello di favorire al massimo la conoscenza verso queste monete spesso così difficili da capire.

Nel caso specifico delle litre di Himera con il dio Kronos/Fulmine, il buon Skubydu ha semplicemente sollevato alcuni problemi partendo da un semplice confronto fra esemplari noti che stanno comparendo sempre più nonostante fosse inizialmente considerata come una emissione molto rara, suscitando semplici e motivate perplessità ma senza accusare apertamente di falsità.

Chi è dentro l'ambiente e con contatti anche con seri professionisti sa bene che questa litra è stata oggetto di falsificazioni e su questo non ci sono dubbi (lo dico senza inutili ipocrisie).

Il vero problema è come aiutare a discernere monete buone da quelle false. Si tratta ovviamente di un discorso molto delicato e come tale va affrontato con una certa cautela e a monte si dovrebbe giudicare le monete "dal vivo" e non sulla base della sola fotografia. Però è anche vero che un semplice confronto fotografico, specie se si ha a disposizione buone foto di adeguata definizione, è possibile almeno formulare sospetti e quindi avere il diritto di analizzare i vari elementi.

Forse sarebbe opportuno fare un passo indietro, e spiegare meglio le particolarità e le problematiche di questa rara emissione che ha la fondamentale caratteristica di riportare il nome IMEPAION quando la città era già stata distrutta nel 409 a.C. e non più riedificata.

Presto riporterò la traduzione del noto lavoro di Boehringer, del 1989, che ha appunto analizzato il problema delle monete con IMEPAION ma del IV secolo a.C.

Debbo precisare che le posizioni del Boehringer non sono state poi condivise dalla scuola italiana, in particolare dalla brava Tusa Cutroni.

Una volta che avrò riportato e commentato i contributi del Boehringer proverò ad analizzare i vari esemplari noti, senza gratuite "sparate" ma con la massima obiettività possibile.

Ringrazio Piakos per la sua attenzione e per la sua proficua discussione "Oboli che passione", ma preferirei rimanere in questa sede per continuare il discorso sulla litra in oggetto. In questa maniera ritengo che eviteremo inutili dispersioni.

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Inviato

Caro Acraf, non ho intenzione di cambiare sede a questa discussione, sta bene qui e qui resta.:)

Ritengo comunque che estrapolare una sorta di riassunto tecnico da postare in Oboli...possa essere proficuo perchè, per dispersiva che sia, è una delle discussioni più lette del Forum e quindi ritengo opportuno che ci sia la massima informazione su temi sensibili...nel bene e nel male.

Per quanto concerne la bibliografia tu sai che io ho un approccio più pragmatico ed intuitivo/visionario, anche se può sembrare un paradosso.

In sintesi ed a a mio pur modestissimo avviso:

- la messe dei ritrovamenti successivi alla maggior parte della letteratura canonica e consolidata sulle monete della Sicilia antica, rimettono in gioco molto...se non quasi tutto, comprese le rarità e l'ubicazione dei siti e delle zecche.

- Il fatto che con le antiche monetine autentiche ne siano uscite anche di fasulle...complica ancor di più la cosa.

- I suddetti aspetti erano stati già ampiamente intuiti sullo scorcio degli anni '90 solo che non si sapeva bene da dove ricominciare per essere ignoti o non pubblicati molti pezzi dispersi in trattative private (sia buoni che falsi)...e per non essere ben censiti molti altri o noti solo in foto.

- Nel periodo, in un libricino molto intrigante, il Cammarata pubblicò e classificò molti frazionali che erano considerati di estrema rarità o addirittura inediti e che già non apparivano più tali.

- L'esperienza sul campo coltivata in molti anni di numismatica e la comparazione stilistica e dei contesti storici e culturali sono un mezzo potente nella prassi. Tanto da ridurre il dato della letteratura settoriale, sempre utilissima ma ormai non prevalente.

Attendiamo tutti i tuoi contributi...per epici :) e colti confronti, aperti a tutta l'utenza interessata.


Inviato

Personalmente, forse anche per la mia formazione di biologo tossicologo, rabbrivisco a sentire un approccio intuitivo/visionario che, se può fornire alcuni spunti, non permette un corretto approccio "scientifico" alla materia numismatica.

Ognuno è libero di esprimere le proprie personali impressioni, dettate sia dalla personale sensibilità sia dalla propria esperienza, ma deve poi fornire solidi supporti innanzi tutto storici, archeologici, ecc.

Ecco perchè è sempre importante poter usufruire di valide letture di ricercatori che hanno tentato un approccio molto concreto, anche se talvolta può portare a conclusioni ancora opinabili.

Come preannunciato, provo ora a postare il seguente studio di Boehringer, pubblicato nel 1989 in tedesco e quindi poco noto al pubblico italiano.

E' praticamente un primo passo per meglio circorscrivere il problema della litra di dio Kronos/Fulmine.

(continua)


Inviato

HIMERA NEL IV SEC. a.C.

Christof Boheringer

Kraay-Morkholm Essays. Numismatic studies in memory of C.M. Kraay and O. Morkholm, Louvain-La-Neuve, 1989, p. 29-40 (e tav. VII-VIII)

Al VI Convegno del Centro Internazionale di Studi Numismatici di Napoli, nel 1977, dedicato alla monetazione di bronzo della Sicilia, Colin Kraay ha affrontato questioni di Himera (nota 1). Secondo il suo punto di vista ivi espresso, la polis avrebbe ripreso a coniare le monete a proprio nome anche dopo la sua conquista e la distruzione da parte dei Cartaginesi, nel 409/408 a.C. (nota 2), ed è sorta una controversa discussione.

Come è da tempo riconosciuto, le ultime emissioni in bronzo di Himera (Tavola VII, 1-6) non possono essere distinte dalla monetazione della Sicilia orientale. La loro datazione si ripercuote sulla sistemazione di serie monetarie di altre zecche alla fine del V secolo, in particolare sulle emissioni di Siracusa. Le monete di Himera (nota 3) quindi assumono una posizione chiave. Il tentativo di definire il problema della cronologia è ora più accurato rispetto al passato, e in questo volume voglio onorare la memoria di due ricercatori quali Colin M. Kraay e Otto Morkholm

I. Le fonti storiche

Anche dopo il 409/408 Himera è ripetutamente chiamata con il suo vecchio nome da parte di Diodoro, Enea Tattico e Polieno. Enea Tattico è una fonte quasi simultanea, ancora nel IV secolo a.C. Diodoro morì nel 36 a.C., mentre Polieno visse nel II secolo d.C.

(1) 408/407 a.C. Diod. XIII 75, 2 (del 36 a.C.)

Il siracusano Ermocrate, raccogliendo i suoi soldati, partì da Selinunte, e, arrivando a Himera, si accampò nella periferia della città, che era in rovina. E scoprendo il luogo dove i Siracusani si erano posizionati, raccolse le ossa dei morti e mettendole sui carri che aveva costruito e abbellito con grandi costi li trasportò a Siracusa.

Come ci si potrebbe aspettare, la città era allora in rovina.

(2) 405 a.C. Diod. XIII 114, 1

Di conseguenza Amilcare, agendo sotto l'impulso di circostanze, inviò un messaggero a Siracusa esortando i vinti a comporre le loro divergenze. Dionisio fu felice di rispettare e hanno concluso la pace alle seguenti condizioni: ai Cartaginesi appartengono, insieme con i loro colonizzatori, gli Elimi e Sicani; gli abitanti di Selinunte, Agrigento, e Himera così come quelli di Gela e Camarina possono abitare nelle loro città, che devono essere private di fortificazioni, previo pagamento di un tributo ai Cartaginesi; gli abitanti di Leontini e Messana e i Siculi devono tutti vivere sotto le proprie leggi; i Siracusani sono soggetti a Dionisio; e tutti i prigionieri e le navi da loro detenuti devono essere restituiti a chi li avevano persi.

La denominazione di Himera nel trattato di pace è una interpolazione di Diodoro che è stata variamente spiegata. Tuttavia, dal momento che riflette solo una lettera di intenti, non dice nulla sullo stato della città nel 405. Se la città era probabilmente in rovina, difficilmente sarebbe già stata restituita agli abitanti.

Altre 4 fonti riguardano il I periodo di Dionisio I e tre di esse (3-5) si riferiscono a prima della terza guerra cartaginese.

(3) 397 a.C. Diod. XIV 47, 6

[Dionisio I] ricevette prima i soldati di Camerina, poi quelli di Gela e Acragas, dopo fece arrivare quelli di Imera, che vivevano nell’altra parte della Sicilia, prese con sé i Selinuntini nel passare e giunse così a Mozia con tutto l’esercito.

(4) 396 a.C. Diod. XIV 56, 2

Il generale cartaginese Himilkon strinse amicizia con gli abitanti di Himera e della fortezza di Kephaloidion.

(5) ca. 388/87 a.C. Aen. Tact. 10, 21-22.

[21] Così si comportò anche Dionisio, quando si rese conto che la posizione di suo fratello Leptine, che godeva dei favori del popolo siracusano, andava per molti versi rafforzandosi. Cominciò a dubitare della sua lealtà e voleva liberarsene, non tentò però di sbarazzarsene alla luce del sole, conscio della forza di cui Leptine avrebbe goduto grazie alla sua buona reputazione e del fatto che avrebbe potuto derivarne una rivolta. Escogitò quindi il seguente piano. [22] Lo inviò, con un piccolo contingente di mercenari, in una città il cui nome era Imera, con l’ordine di ricondurre in patria la guarnigione che vi stazionava, rimpiazzandola con i suoi soldati. Una volta che Leptine fu a Imera, gli trasmise un massaggio con l’ordine di rimanervi, finché egli stesso non lo avesse personalmente richiamato.

Nota del T.: L’episodio qui narrato dovrebbe aver avuto luogo prima del 383 a.C., anno della morte di Leptine [Diodoro XV, 17, 1]. Lo storico Stroheker, nella sua biografia di Dionisio, a p. 130, pone invece la vicenda tra il 388 e il 386 a.C.

(6) Epoca di Dionisio Polyaen.V 2, 10 (2 sec. d.C.)

Benché Dionigi volesse catturare Himera, egli entrò in alleanza con gli abitanti del posto. Ha poi fatto la guerra contro alcune città vicine e si accampò vicino a Himera. Egli frequentemente inviò ambascerie alla città, poiché il popolo era in alleanza con lui, e gli abitanti di Himera fornirono il suo esercito con vettovaglie per qualche tempo. Ma quando questo grande esercito continuò a rimanere nelle sue vicinanze, senza cercare nulla di concreto, nei cittadini sorse il sospetto di un segreto complotto, e si rifiutarono di fornirgli nello stesso modo generoso che avevano fatto prima. Dionisio quindi prese pretesto da questa mancanza di forniture per rompere con gli uomini di Himera; egli mosse contro la loro città con tutte le sue forze e lo prese d'assalto.

Rimane aperta l’esatta collocazione di questo episodio, ma sarebbe avvenuto prima dell'episodio di Leptine (fonte n. 5). Himera forse fu anche attaccato come pretesto di essere preso d'assalto. Frontino dice questo stratagemma come diretto contro Reggio e aggiunge:

(7) Epoca di Dionisio Frontin. III 4, 3-4 (del 103 d.C.)

[3] Dionisio, che si era impadronito di molte città e voleva investire Reggio piena di grandi risorse, finse di voler la pace e chiese loro di fornire provviste per i suoi soldati. Quando la sua richiesta venne accolta e il grano degli abitanti era finito, attaccò la città privata di viveri e la conquistò (nel 391 a.C.) [4] Si riscontra si sia comportato allo stesso modo con gli abitanti di Himera (nel 387 a.C.).

Nota del T.: questo nuovo patto con i Cartaginesi in qualche modo superava il precedente patto di Timoleonte, del 338 a.C., e l’eparchia puniva risulta leggermente ingrandita.

(8) 314 a.C. Diod. XIX 71, 7

I punti fondamentali degli accordi erano i seguenti: delle città greche di Sicilia, Eraclea, Selinunte e, oltre a questi, Himera, rimasero soggette, come prima, ai Cartaginesi: tutte le altre erano indipendenti sotto l’egemonia dei Siracusani.

Nota del T.: questo nuovo patto tra Agatocle e i Cartaginesi di Amilcare in qualche modo superava il precedente patto di Timoleonte, del 338 a.C., e l’eparchia puniva risulta leggermente ingrandita.

(9) 70 a.C. Cic., Verr. I12, 86

Dovete infatti sapere, per conoscere anche la mitezza e la giustizia dell’Africano, che un tempo i Cartaginesi avevano occupato la città di Himera, che era stata tra le città della Sicilia una delle più famose e delle più ricche di opere d’arte. Scipione, ritenendo più conforme alla dignità del popolo romano che, conclusa la guerra, gli alleati recuperassero grazie alla nostra vittoria ciò che era loro appartenuto, presa Cartagine, fece restituire a tutti i Siciliani ciò che poté. Dopo la distruzione di Himera, i cittadini sopravvissuti alla calamità della guerra si erano stabiliti a Thermai, nel medesimo territorio e non lontano dalla città antica, e ritenevano di poter recuperare la condizione e la dignità dei loro antenati con la collocazione dei monumenti che avevano abbellito quella dei loro antenati.

(10) Prima del 36 a.C. Diod. XI 49, 3-4

[3] Quanto a Terone, constatando che dopo il massacro degli abitanti di Himera, questa città aveva bisogno di coloni, aggiunse alla sua popolazione i Dorici e iscrisse tutti gli altri popoli che erano disponibili al numero dei suoi cittadini. [4] Tutti questi uomini vissero in buona intelligenza nelal loro città per 58 anni, ma da allora, la loro città fu presa e completamente rasa al suolo dai Cartaginesi e rimase disabitata fino ai nostri giorni.

Nota del T.: non appare molto corretto il numero indicato degli anni di tranquillità di Himera, in quanto Terone morì nel 472 a.C.

(11) Prima del 26 a.C. Strabo VI 272 (2.6)

Tuttavia il resto degli insediamenti e la maggior parte degli interni [della Sicilia] sono venuti in possesso dei pastori, perché io non so se qualche popolazione sedentaria viva ancora in Himera o Gela o Callipolis o Selinus o Eubea o più altri luoghi. Di queste città Himera fu fondata dai Zanclei di Milazzo, Callipolis dai Nassii, Selinus dal Megaresi di Megara siciliana, Eubea dai Leontini.

Nota del T.: quindi al tempo di Strabone non si ha notizia di insediamenti nella zona di Himera.

Dalle risposte di Cicerone (fonte n. 9) e Diodoro (fonte n. 10) appare evidente un contesto che significa la distruzione del 409/408. Queste due fonti hanno un peso minore a quelle sopra indicate e messe insieme (soprattutto fonti n. 2-6). L'espressione del discorso di Cicerone cade in un tribunale, il cui scopo è diverso da quello di una equilibrata narrazione storica. In conclusione, Diodoro fornisce una diapositiva nella sua presentazione del tempo dei tiranni Emmenidi e Deinomenidi, ma non una narrazione continua di eventi alla fine del V secolo, che risale ad altre fonti. Infine Strabone (fonte n. 11) si riferisce solo a condizioni della località al suo tempo e non ha nessuna importanza per noi (Nota 4: Restano per noi irrilevanti anche le notizie da Zonar. VIII 14 (393); Plut., Pomp., X. 6; Plin. n.h., III, 8, 90).

Prendiamo ora in considerazione le fonti riguardanti Thermai.

(12) 480 a.C. Steph.Byz. (VI sec. d.C.) s.v. = Philistos (l.H. IV sec. d.C.) FGH 556 16

Al tempo di Ippocrate e Gelone, Therma era un luogo in Sicilia, come Filisto scrive nel terzo libro della sua opera storica.

La fonte è dunque lo storico Filisteo, contemporaneo di Dionisio I.

(13) 407 a.C. Diod. XIII 79, 8

In Sicilia i Siracusani, inviando ambasciatori a Cartagine, non solo la censurarono per la guerra, ma richiesero che per il futuro cessasse le ostilità. A loro i Cartaginesi diedero risposte ambigue e iniziarono ad assemblare grandi armamenti in Libia, dal momento che il loro desiderio era rivolto a schiavizzare tutte le città dell'isola; ma prima di inviare le loro forze contro la Sicilia essi scelsero volontari dai loro cittadini e da altri abitanti di Libia e fondarono in Sicilia a destra di fonti calde (therma) una città che essi chiamarono Therma.

(14) dopo 387 – prima 361 a.C. Diod. XIX 2 , 2

Carcinus di Reggio, un esule dalla sua città natale, si stabilì a Therma in Sicilia, una città che era stata portata sotto il dominio dei Cartaginesi…….

(15) 307 a.C. Diod. XX 56, 3

La gente di Agrigento dopo l'incontro con questo rovescio pose fine alla propria impresa più nobile e, al tempo stesso, alle speranze di libertà dei loro alleati. Poco dopo che era avvenuta questa battaglia, Agatocle si installò a Selinunte in Sicilia e costrinse gli abitanti di Eraclea, che avevano reso libera la loro città, a sottomettersi a lui ancora una volta. Dopo aver attraversato l'altro lato dell'isola, attribuì a se stesso un trattato col popolo di Therma, concedendo un salvacondotto per il presidio cartaginese. Poi, dopo aver preso Kephaloidion e lasciando Leptine come suo governatore marciò verso l’interno tentò di espugnare Kenturipa di notte, dove alcuni dei cittadini erano a lui favorevoli. Quando però il loro piano fu scoperto e la guardia accorse alla difesa, egli fu gettato fuori dalla città, perdendo più di 500 dei suoi soldati.

(16) 306 a.C. Diod. XX 77, 3

Agatocle, ora che le sue speranze erano ridotte in ogni quartiere, era così abbattuto nello spirito che mandò un'ambasceria a Deinocrates e lo invitò a fare un trattato su questi termini: che, da un lato, si dovrebbe ritirare dalla sua posizione come tiranno e il ripristino del potere siracusano sui suoi cittadini, e che Deinocrates non dovrebbe più essere esiliato ma avere consegnato ad Agatocle due fortezze designate, Therma e Kephaloidion, assieme ai loro territori.

Non è necessario continuare con le successive citazioni di Thermae al tempo della prima guerra punica (Polyb., Diod., Zonar. Cass. Dio).

Come appare evidente dal confronto delle voci relative a Himera e Thermai, ne esistono due gruppi che sono nettamente distinti nel tempo. Per circa una generazione dopo 408 si parla di una polis Himera. Queste voci appaiono fino al tempo della la sconfitta di Dionisio contro i Cartaginesi a Kronion (Nota del T.: quella in cui trovò la morte il fratello Leptine, nel 374 a.C.).

Circa l'esistenza di Thermai si apprende che è stata fondata nel 407 (fonte n. 13) e poi torna indirettamente al 361 a.C. (fonti n. 14-15), quindi in un periodo in cui Himera era situata al confine tra il regno di Dioniso II a est e l’epicrazia dei Cartaginesi a ovest. Poi le fonti tacciono fino al momento di Agatocle. Una menzione isolata di Himera per l'anno 314 (fonte n. 8) può essere lasciata perdere.

Alla luce di queste fonti, sembra che si possa interpretare, come è accaduto frequentemente, che a partire dal 407 (fonte n. 13) sia esistita solo Thermai, in cui la popolazione dei fondatori sarebbe stata presto superata in numero dagli immigrati sopravvissuti imeresi (fonte n. 9). E se Diodoro e Polieno avessero chiamato il luogo come Himera così per abitudine o superficialità (nota 5).

La nostra lista delle fonti mostra piuttosto la probabilità che al tempo di Dionisio I - ed Enea Tattico (fonte n.5) era quasi suo contemporaneo – era esistita una polis chiamata Himera. Dove era situata questa polis, continueremo a guardare verso il basso. D'altra parte, Thermai si presenta come città solo indirettamente verso il 361 a.C. e le voci si accumulano alla fine del IV secolo.

(continua)


Inviato

2. La monetazione

Dal punto di vista giuridico, pertanto, nulla impedisce l’opinione che anche dopo 408 - o meglio fino al 405 - potrebbero essere coniate monete con la leggenda di Himera.

In particolare, è stato ripetutamente ritenuto che le seguenti serie di rare monete rare risalgano a dopo 408 - un parere espresso anche da Colin Kraay:

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D: Testa di ninfa frontale con Ampyx e orecchino.

R: Gambero a sinistra, accanto a sei globetti di valore, IME in basso.

Hemilitrion, pesi a 1.20-2.30 g. Taf. VII, l-2

Kraay, l.c. 31 n. 4; 40 - Gabrici 73 n. 118 pl. 6,18.

E due successivi due valori della serie:

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D: Come sopra.

R: Pecten, quattro globetti di valore, IME.

Trias, pesi a 1.10-1.50 g. Taf. VII, 3-5

G.F. Hill, NC, 1927, 193 n. 1 Taf..9 - G. Manganaro, JNG, 34, 1984 Taf. 2.11, erroneamente classificato come tetras.

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D: Tipo simile alla moneta precedente.

R: Conchiglia, 3 globetti e IME.

Tetras, pesi intorno 1.00-1.20 g. Taf. VII, 6

G. Manganaro, 1.c. Taf. 2.12 (nota 6: un altro esemplare è in Schweizerische Kreditanstall Bern, Auktion 7, 27-29.4.1987, n. 503).

La rarità delle emissioni è sottolineata dal fatto che apparentemente tutti gli Hemilitre da una parte e tutti i Triantes e Tetrantes dall’altra parte sono impressi da un unico conio del diritto.

A partire da Sir A.J. Evans (nota 7) da sempre è stato riconosciuto (nota 8) che la testa di questa serie è impensabile senza l'esempio della Aretusa di Kimon. L'Aretusa di Kimon deve precedere questa serie. Che questo sarebbe accaduto prima del 409/408 risulta improbabile per diverse ragioni. Come L. Mildenberg ha sottolineato, il lavoro di Kimon suggerisce la datazione di Aretusa per l’anno 406, ma non per il 410 (nota 9). Le emissioni di Catana e il tesoro di Ognina (nota 10) hanno la stessa data. Infine nel 409/408, anche tenendo conto della situazione particolare nello sviluppo delle varie emissioni di bronzo (nota 11: La località è finora garantito solo la cittadina collinare di Himera noto, cfr A. Cutroni Tusa, Himera-I, 1970, n. 20.46, Idem, Imera-II, 1976, n. 197.205.214.368), sarebbe senza eguali uno standard di peso così leggero (nota 12). Mi piacerebbe datarle al 400 per iniziare subito dopo, come è stato suggerito un centinaio di anni da Fr. Imhoof-Blumer (nota 13).

La serie raffigurata con la testa frontale precede il molto più frequente Hemilitrion di bronzo:

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D: Testa di Ninfa con Sphendone, orecchino a trofeo e collana, di profilo a sinistra; dietro IME; davanti, sei globetti di valore; linea circolare.

R: Sei globetti in corona di alloro.

Hemilitrion, pesi passando da 5,90 a 2.50g. Taf.V II, 7-8.

Kraay, l.c. 31, n. 3; 39 f.; 45 f. - Gabrici 66 f. Taf. 6 n. 10

Le precedenti ricerche su questa tipologia di moneta hanno prodotto i seguenti risultati:

a) Con il calo osservato dei pesi, lo standard ponderale è stato apparentemente ridotto nel corso della coniazione (nota 14).

b) lo stile di fabbrica delle monete, come le teste delle ninfe e i loro orecchini, sono sotto l'influenza di Siracusa (nota 15).

c) Il luogo più frequente di rinvenimento è l'area di scavo a Himera (fino al 1973 più di 300 copie), dove il tipo monetale accompagna le ultime fasi della colonizzazione ed è ripetutamente associato a monete siracusane (nota 16). A differenza delle monete con la testa frontale di ninfa, tuttavia, questo tipo di ninfa a sinistra si ritrova anche all'interno dell'isola (nota 17).

d) Questa nuova emissione non appare separata dal tipo con la testa frontale di ninfa in base a una incisione basata sulla intensità di una conquista della città, come anche si trovava vicino negli scavi di Himera (nota 18).

Se credo che la maggior parte delle argomentazioni deponga per una datazione, almeno per la prima serie, a dopo il 405, tuttavia non me la sento di considerarla una vera prova.

Come le monete di bronzo sopra menzionate, anche un tetradramma di Himera, l'ultimo della città, è stato giudicato incoerente. E' noto in una singola combinazione di conii.

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D: Quadriga al galoppo a destra, sull’auriga in volo una Nike con corona e tavoletta con MAI (nota 19). All’esergo, Ippocampo (nota 20).

R: Ninfa in piedi con chitone e mantello con maniche, sacrifica su un altare con sostegni laterali rialzate. A destra, un satiro nella vasca della fontana, sotto un getto acqua da testa di leone. All’intorno, in senso antiorario, HI-MEP-AION.

Tetradramma. Taf. VII, 9

F. Gutmann W Schwabacher, Die Tetradrachmen- und Didrachmenprägung von Himera, BNG, 47, 1929, p. 115 f. n. 20 - Gabrici 71 f. n. 114 pl 6, 14.

In particolare, lo stile del rovescio di questa moneta è stato ripetutamente criticato e con ragione: è molto particolare e non ha a che fare con quello dei precedenti tetradrammi della piccola città (nota 21). Non ci può essere alcun dubbio che questo tipo venne creato solo dopo una più lunga pausa nella monetazione di Imera. Si potrebbe tentare di portare questa incisione al tempo degli eventi di 409/408, perché è improbabile che la città abbia avuto i mezzi per coniare nel 405. Suppongo che tale emissione debba essere stato programmato subito prima della tempesta cartaginese del 409/408.

Recentemente è stato reso pubblico un ritrovamento che conteneva un certo numero di questi tetradrammi in fresca condizione, noto come “The Himera Trasure” (nota 22). Purtroppo, finora non si conosce l'esatta ubicazione (in realtà Imera?) e si sono notate contraddizioni riguardo il resto del contenuto del ripostiglio (nota 23).

Per rimanere su un terreno più sicuro, arriviamo a una moneta d'argento, che appare dimenticata, anche se pubblicata diverso tempo fa:

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D: Testa del giovane Eracle a destra, con scalpo leonino; davanti, IMEPAIΩN; c.p.

R: Palladion di fronte, con chitone e casco con tripla cresta, tiene alzata la lancia con la mano destra; c.p..

AR Litra o obolo 0,70 g. Taf. VIII, 11

BMC n. 49 - Gabrici 73, n. 117 Taf. VI, 15 (nota 24).

Ci sono diversi motivi per una tardiva datazione di questa moneta.

Ponendola a Himera in sequenza alle sue monete del 409/408 non avrebbe alcun riferimento tipologico. Per quanto riguarda la combinazione di testa di Eracle e Palladion frontale, si pensi al famoso statere di Pergamon, che è stato datato agli anni 330/320 anni (nota 25). Naturalmente il suo stile è diverso: la sua testa di Eracle presenta già il caratteristico stile del tempo di Alessandro, e la sua Palladion reca tutte le successive rappresentazioni della canonica Promachos con clamide, che manca nella nostra moneta. Questo è più precoce. Ma nel quinto secolo, non era così. Basta osservare la particolare angolatura dello scarno capo di Eracle lungo il lato dello scalpo del leone abbattuto, che è corrispondente a diversi tipi di monete della Sicilia o di altre regioni. Molto affine è la testa di Eracle in una moneta in bronzo di Thermai (Taf . VIII, 12), come già notato da E. Gabrici (nota 26).

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Il confronto parla da solo come la datazione di una delle nostre monete in argento di Himera possa sembrare appartenere a un tempo in cui già esisteva Thermai con le sue monete. Non si può fare altrimenti che assegnare entrambe le monete a una stessa polis: una si chiama Himera, l’altra Thermai. Se le monete fossero contemporanee, esse potevano provenire da due diverse poleis. Questo non è probabile. Piuttosto, dobbiamo presumere che la polis abbia cambiato il proprio nome sul conio delle monete. Se più tardi, in epoca romana, entrambi i nomi sono riuniti (ΘEPMA IMEPAIA, ΘEPMITAN IMEPAIΩN) (nota 27) non dobbiamo respingere questa idea nei due secoli della grande antinomia greco-cartaginese. Fin dall'inizio del IV secolo la città fu chiamata Himera, se era situata al confine tra l’epicrazia cartaginese e l’area siceliota (verso la zona di influenza siracusana), e Thermai, quando andavano verso est.

Qui tralascerò il gruppo delle rozze e anepigrafi monete in argento e bronzo che sono state chiamate in causa per la loro rappresentazione della ninfa in connessione con Himera, Taf. VIII, 10 (nota 28).

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Esse possono provenire dalla regione di Himera, ma è impossibile decidere se sono monete greche e non piuttosto influenzate da popoli indigeni. Per queste emissioni non si può parlare di una polis a causa della mancanza di una chiara leggenda, e quindi non posso procedere oltre.

Tuttavia, c’è una prova molto chiara di coniazione di Imeresi nel IV secolo, sotto forma di una moneta d'argento:

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D: testa barbuta di Kronos a destra, davanti KPONOS; bordo lineare.

R: Fulmine compatto, accanto un grano d'orzo, all’intorno, IMEPAION; bordo di puntini.

AR 0,88 g. 45’. Taf. VIII, 13

Berlino, Imhoof-Blumer, Mannaies Grecques, 1883, 21 n. 33, Taf. B, 4 - Gabrici 73 n. 116 Tavola 6, 16

A questo pezzo recentemente si aggiunge un doppio nominale:

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D: Testa di Kronos e l'iscrizione come sopra, circondata da circolo di puntini.

R: Fulmine compatto e leggenda come sopra; a sinistra, grano orzo; a destra, l'aquila con un serpente fra gli artigli; bordo lineare.

AR 1,23 g 9' Taf. VIII, 14

Di proprietà privata.

All’inizio non era facile identificare a quali nominali appartenevano i due pezzi. Per quello più piccolo si potrebbe pensare inizialmente a un litra, ma restava difficile la certezza. Il pezzo di doppio peso è chiaramente sottopeso. Un secondo esemplare pesa 1,84 grammi, e quindi si potrebbe parlare di un Hemidrachmon sottopeso. Questo potrebbe essere un piccolo Trihemiobol (nota 29). Al tempo di Timoleonte è normale che a volte le monete d'argento rimangano significativamente al di sotto del suo peso standard.

Adesso non ci sono dubbi che siano possibili questi nominali. Sia il rovescio delle monete con la loro forma di fulmine, con il chicco di orzo e con l’aquila così come l'enfasi del bordo lineare, sia la testa di Kronos provano come dipendenti dalla serie bronzea con Zeus Eleutherios di Siracusa, Taf, VIII, 15 (nota 30). Una ulteriore spiegazione appare superflua.

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Questo ci porta al tempo intorno alla metà del IV secolo e più precisamente al tempo di Timoleonte. Dato che i Cartaginesi furono sconfitti a Krimissos (342 o 341 a.C.), come manifestazione di indipendenza di Himera è difficile ammettere che le monete appartengano a un periodo dopo la battaglia. L'esistenza della polis Himera e la loro emissione di monete negli anni di Timoleonte testimoniano un altro capitolo della politica ed economia del diallaktés (mediatore) corinzio in Sicilia.

Le monete in tal modo in parte confermano l'affermazione delle fonti letterarie, in parte le completano. Si possono riservare due periodi in cui il nome di Himera è stato coniato dopo il 408:

1) Il tipo con Ercole e Palladion non molto tempo dopo 405 / inizi del quarto secolo, prima che la città cadesse definitivamente sotto il dominio cartaginese a seguito della sconfitta di Dionisio a Krimisos (c. 375 a.C.).

2) Il tipo con testa di Kronos e fulmine dopo la vittoria di Timoleonte presso il fiume Krimissos (342/341 aC).

Così non è vietato accettare l’idea di Kraay, che per primo ha discusso i tipi di monete di bronzo (Taf. VII, 1-6) come conati solo dopo la tempesta cartaginese del 409/408, contro la scuola di pensiero attualmente dominante. Tuttavia non lo possiamo dimostrare, a meno che non ci siano in soccorso altri argomenti provenienti da siti archeologici.

(continua)


Inviato

3. I reperti archeologici

Siamo lieti di sapere dove gli Imeresi si sono insediati, per essere letti da quelli che hanno impresso nel monete nel 405, che possiamo presumere essere nel territorio della polis più piccole rispetto a prima del 408.

Qui è importante precisare un importante dettaglio per la nostra prima domanda: in quale proporzione si trovavano lo stato e la città di Himera nel 408?

Ci sono esempi che dimostrano che dopo la distruzione di una città un nome identico dello Stato in questione è stato trasferito in un altro luogo.

Significativo è il caso Tirinto. Tirinto in circa l'anno 468 aC fu distrutta dagli Argivi e i suoi residenti furono espulsi.

Eppure ci sono monete di bronzo con la leggenda, TI, o TlPI o TIPYNΘIΩN che appartengono al IV secolo. Allora gli abitanti erano stati sfollati lungo Halieis, oggi Porto Cheli. Così avevano mantenuto il vecchio nome per il loro stato, anche se lo stesso sito non era più occupato (nota 31).

Per noi, questo significa che le prove sopra menzionate hanno portato ad una temporanea esistenza dello Stato Himera nel IV secolo, la città sarebbe stata distrutta nel 409/408 poi ripresa di nuovo. Al contrario, nel caso di non-esistenza della città non era possibile trarre conclusioni sullo stato. Infine, un insediamento esistente a Himera dopo il 408 non significa automaticamente che essa stava ancora cercando il centro politico dello stato. Stato e città di Himera nel nostro caso sono trattati separatamente.

Come è ben noto, gli scavi di Himera, iniziati nel 1963 (nota 32), hanno dimostrato, contrariamente a quanto aspettato, che l'insediamento non si è conclusa con la distruzione del luogo nel 409/408 (nota 33). Secondo l'interpretazione dei risultati degli scavi archeologici, però dopo il 408 la colonizzazione fu piuttosto scarsa e la maggior parte degli strati in cui sono state trovate le monete di bronzo sopra descritte con i dati di valore (Taf. VII, 1-8) sembra risalire a prima della distruzione.

Il lettore potrà non sentirsi molto sostenuto da questa interpretazione se vuole controllare la quantità di monete di Himera. Salvo una o due eccezioni, sono presenti tutte le rappresentazioni; solo un ripostiglio renderebbe leggibile la situazione. Se si vive nella città posta sul Piano di Himera, la fuoriuscita di monete è solitamente è molto bassa; di solito si trovano solo sotto il livello delle fondazioni degli edifici. Mi ha colpito la constatazione che non ci sono motivi di disturbi forniti dall'agricoltura, dalla piantagione di alberi, ecc.

Tuttavia, in molti punti sono percepibili strati, ma mai profondamente sepolti, a volte con tracce di fuoco, associati a quanto pare con la testimonianza di una improvvisa distruzione e non un graduale declino. Questi strati ripetutamente sono caratterizzati da tegole cadute e gli strati più profondi sono sigillati (nota 34).

Questo quadro costituisce la prova archeologica della tempesta cartaginese del 409/408 aC.? Oppure si dovrebbe riconoscere l’esistenza di una generazione più tardiva, circa 380, come confermato dalle fonti letterarie di cui sopra, solo per citarne Imera? Gli archeologi sostengono la prima soluzione, ma la prova rigorosa del mio parere resta finora colpevole. Quasi tutte le ceramiche e altri reperti del periodo possono essere note, ma nessuna fornisce una data precisa per una generazione, se non vengono in loro aiuto fonti letterarie, iscrizioni e monete.

Ma anche questi dati possono essere facilmente fraintesi, come dimostra l’esempio di Gela, dove è stato vista fino a pochi anni fa una interruzione di insediamento lunga due generazioni nel 405-344. Oggi sappiamo che l'interruzione, riguardò l'esistenza di autonomia statale di Gela, ma non l'esistenza fisica della città in cui la vita continuò anche dopo il 405, seppure a un livello più povero (nota 35).

Il nostro caso è legato a Selinunte. Qui gli attenti scavi di A. Rallo hanno - ancora una volta, contrariamente alle precedenti aspettative - dimostrato la colonizzazione fino al 380 sul lato settentrionale della città, sulla collina di Manuzza (nota 36). Quindi, anche a Selinunte è solo la sconfitta di Dionisio I al monte Kronion a stabilire la fine delle rimanenti città greche a est dei confini fissati dai fiumi Halycus e Himera, mentre la conquista di 409/408 non fu così drastica.

I risultati degli scavi nel Piano di Himera forniscono due peculiarità, che possono mettere in guardia come sia prematuro e poco chiaro impostare la data sul 408.

Finora non abbiamo trovato nulla di una cinta muraria, che secondo Diodoro era disponibile nel 408. Se gli escavatori hanno chiaramente dimostrato strati di distruzione nelle zone residenziali, perché non si trovano resti altrettanto chiari del muro? Ma se questo era lontano dal pianoro, come accettato, allora forse i risultati ottenuti sul pianoro non rappresentano tutta la città (Nota 37)? Oppure il muro fu abbattuto completamente dopo 405, in quanto non doveva comunque esistere? Allora dove stanno i suoi materiali? Magari gli "Strati di 408" dovrebbero alla fine essere impostati solo al 380?

Finora, tra le rovine delle case in Himera ci sono punte di freccia, ma non sono stati ritrovati scheletri che non dovrebbero mancare, dopo la descrizione di Diodoro a proposito della conquista di 408 (nota 38) - a meno che non siano stati poi sistematicamente spazzati via tutti i detriti e le case ricostruite. Mozia costituisce un caso diverso: ci sono scheletri insepolti di caduti, sotto detriti non cancellati e venuti alla luce (nota 39).

Rimane da stabilire dove si trovava il centro dello Stato di Himera dopo 405. Fino al 380 forse al centro storico, oppure a una sua parte. Solo successivamente al 380 la funzione centrale sembra essere passata a Thermai, che ha assorbito poco prima la popolazione greca sopravvissuta, come accennato da Cicerone (nota 40).

Resta incerto se vi è stato un breve ristabilimento di vita nel vecchio sito sotto Timoleonte, non lo sappiamo dalle fonti letterarie, oppure se Thermai abbia temporaneamente assunto il vecchio nome. Non si possono pretendere estesi scavi nella modernamente edificata Termini. E non è escluso che ad Himera non sia stata ancora trovata una piccola area fondata sotto Timoleonte.

La nostra domanda su dove si sono stabiliti gli Imeresi, i cui nomi sono letti sulle monete coniate dopo il 405, non ha ottenuto risposta dalla ricerca effettuata nel sito. Questo ancora condiziona i risultati numismatici, unilateralmente dall’interpretazione delle loro scoperte.

* * *

Ciò che rimane è la prova letteraria e numismatica per l'esistenza di uno stato Himera da circa 400 a circa 380, e la numismatica solo per il periodo di Timoleonte.

Essa non può essere del tutto sicura, anche se è probabile che le monete di bronzo descritte in Taf. VII, 1-6 risalgano al 400 a.C., come sostenuto da Colin M. Kraay. I suoi argomenti mantengono il loro valore (nota 41: p. 8, contro la fiducia assiomatica di A. Tusa Cutrini, Secondo Quaderno Imerese, 1982, p. 173 f. nella correttezza dell’interpretazione dei risultati sostenuta dagli archeologi). Riceverete anche la conferma che ormai non si può più confutare il fatto che la vita politica di Himera sia spenta per sempre nel 408.

(Fine)

Nei prossimi giorni posterò alcuni commenti al suddetto articolo (mi scuso per la modesta mia traduzione dal tedesco e per le immagini, che sono tratte dal suo articolo che avevo solo in fotocopia). Per ragioni di spazio e di tempo ho tralasciato le note, che potranno essere lette sul lavoro originale (e posso procurare una sua copia in pdf su richiesta e per via email personale a causa del suo ingombro).

Poi proverò a meglio analizzare la famosa litra col dio Kronos.....


Inviato

Caro Acraf...che debbo dirti?

Quando ho parlato e lo ribadisco qui :)... di intuito/visionario...intendevo farlo in senso intellettuale...e, se mi riduci tale intuito a una sorta di sesto senso del tutto sganciato dallo studio della materia (presupposto scontato), non mi vuoi comprendere.

L'intuito può essere qualcosa in più...che mette a frutto studio, esperienza e dati.

Si considerava un intuitivo visionario un certo Paolo Orsi (Rovereto, 17 ottobre 1859 – 1935).

Si affidava all'intuito visionario un certo Schliemann Heinrich, :) il quale ha scoperto ciò che troppi studiosi nemmeno riuscivano ad immaginare.

Anche l'archeologia può essere letteratura e poesia...ed anche la numimatica, amico Acraf...può esserlo, con notevoli risultati.

Numismatizziamo il concetto.

Oltre ogni dotto excursus, le monete sono da considerare un'espressione non solo storica od economica o numismatica...ma anche (e sopratutto) legata alla storia dell'arte, in funzione dell'incisione delle immagini sul conio. Siamo, fino a prova contraria, dentro le immagini...che in primis vanno studiate, comparate, analizzate ... per la verità anche con approcci diversi da quelle tecnicamente scientifiche del ricercatore biologo.

E temo che, tale concetto - pur obiettivamente prevalente - possa non essere metabilizzato...per non essere - solitamente - i numismatici degli specialisti della storia dell'arte e nemmeno di altre scienze attinenti.

Di qui nascono una messe di problemi anche legati alle identificazioni, come il mio excursus su Apollo nei tetra selinuntini ed in alcune litre argentee di Stiela e Leontini...ha, probabilmente, sufficientemente dimostrato e comprovato, atteso che non è intervenuta altrettanto dotta e comparata contestazione/dimostrazione...e nemmeno credo possa intervenire (cornetto più o cornetto in meno).

Mi dispiace doverti contraddire - d'altronde qui non si fa polemica ma siamo in un sereno scambio dialettico - ma credo proprio che, in assenza di spunti creativi (frutto di stratificazioni culturali polivalenti nelle sinapsi) sia difficile dipanarsi nella materia...che - a tutto voler dire - per altri versi può essere anche non propriamente affabulante.

La storia della numismatica di Himera e di altri siti è ben ipotizzabile per quanto noto allo stato attuale dell'arte (anche se in buona parte opinabile) ...al riguardo può essere sufficiente immergersi nelle dotte disquisizioni di studiosi come Il dott. Campana e nella attenta analisi numismatica condotta certosinamente da tali studiosi...in verità con esiti non sempre unanimi. Ma poi?

In soldoni:

le litre ex Rauch ed ex Busso Peus...sono della stessa tipologia di conio e presentano analoghi sintomi e segni di circolazione, nonchè di ossidazione, probabilmente antica.

Sono autentiche?

Rauch, Kuenker e Stack's...hanno ritirato la prima su segnalazione.

Busso Peus non ha ritirato la sua ...e la difende.

Sicuramente i primi due non sono degli specialisti...l'attuale Stack's forse nemmeno.

Questo era il dato e, probabilmente, l'intuito fondato su anni di esperienze e di ricerca intellettuale...e tecnicamente espicitato, può avere buon peso.

In qualche modo raggiunta una conclusione...e, avvalorato comunque che tale tipolgia non è frutto moderrno della fantasia di tecnici artigiani dotati di vasta immaginazione...potrebbe essere possibile affrontare ogni correlata problematica storica e geopolitica. Mi permetto di dubitare, con sommo rispetto, che posa essere dato il contrario.


Inviato

Lasciamo stare l'intuizione visionaria e restiamo, più pragmaticamente con i piedi per terra.

Le intuizioni visionarie vanno benissimo e possono essere esplicitate in efficaci articoli in apposita sede

sarà poi il mondo degli studiosi (o eventuali successive evidenze) a decretarne le fortune.

Va benissimo l'intuizione ma occorrono delle prove, delle evidenze o quantomeno una costruzione logica che sostenga la tesi argomentata.

Abbiamo visto in una recente discussione di un utente che sosteneva la derivazione dei "semi" delle carte da gioco dall'Aes gRave e Signatum romano che pur un'insolita e interessante intuizione ha difficoltà ad essere accolta in assenza completa di una qualche evidenza che non si basi solo su delle assonanze figurative.

Ringrazio Acraf per l'utilissimo articolo/sunto di Boheringer.

Ho sempre pensato che qualunque tesi possa liberamente venire sostenuta, ma indipendentemente dal consesso nel quale si intende sostenerla, congresso, conferenza, articolo scientifico, dibattito, e anche naturalmente forum, occorre sempre presentare delle basi logiche che possano supportarla.

L'analisi del profilo artistico di un'emissione è importantissima e porta a dei risultati spettacolari quando condotta con grande conoscenza di base e capacità intellettuale, come ha dimostrato il Rizzo nella sua eccezionale opera, ma occorre seguire l'applicazione di un metodo che poggi su basi rigorose al fine di evitare pericolose estrapolazioni.

Per il problema della pletora di frazionali che recentemente hanno invaso il mercato , soprattutto tedesco, credo che un occhio attento come quello posto e suggerito da diversi esperti qui sul Forum, non solo sia utilissimo per non lasciare nulla di intentato nell'esperire la plausibilità di certe coniazioni (litra di Tauromenion - di recente discussione - docet) ma anche per comunque inquadrare nell'opportuno ncontesto storico-geografico queste emissioni fornendo un utilissimo servizio agli utenti di questo forum.

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