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Resto confusamente tangente alla discussione.

Quante anime ha la numismatica?

Ognuno di noi appassionati ne parla immaginando il resto del mondo collezionistico a lui affine e omogeneo, ma cosi' non è.

La curiosità inizialmente e la passione che subentra e cresce sono la prima spinta, la vittoria sull'inerzia, ma le cose, poi, proseguono e si sviluppano su binari diversi e multiformi.

Nella fase embrionale esiste la bulimia, la febbre di accumulazione unita all'incertezza del cosa raccogliere; la maturazione successiva porta piu' o meno lentamente a definire il proprio "stile collezionistico". Libri, studio, incontri e scambi con altri appassionati e con mercanti, circoli, oggi - sempre meglio e di piu' - le risorse web. Tutto questo non puo' agire in modo uniforme su ognuno di noi e genera' reattivita molto diverse.

Un nummo inteso come manufatto esprime una molteplicità di valori: estetico, storico, testimoniale, simbolico, geografico, ..... E', a mio avviso, vettore e sintesi culturale perfetto del suo tempo. Così tanti valori implicano naturalmente una declinazione in termini di prezzo. Quanti piu' ne ricerchiamo contemporaneamente quanto piu' dovremo sborsare per ottenere l'ambito tondello.

Ed e' su questo che si segmenta, a mio avviso, il mercato dell'arte in genere. La qualità, concetto flebile in quanto non qualificabile in se', la approssimiano alla maggior compresenza di valenze sensoriali ed emotive.

A complicare il gioco e' – negli ultimi dieci anni – sopravvenuto l'arrivo sempre piu' massiccio degli investitori interessati ad un ritorno in tempi medio brevi. E molto sta accadendo per favorire la vita ai nuovi arrivati che seguono logiche che il colleziosta numismatico puro e duro ignora e intimamente disprezza.

La scala Sheldon in uso da decenni negli Usa esprimendo in settantesimi la conservazione della moneta ha favorito una semplificazione eccessiva per il numismatico ma ottimale per l'investitore. E' stata così favorita la proliferazione di enti di certificazione che esprimono la conservazione del nummo su un etichetta racchiusa assieme alla moneta tra due semigusci. Ed è l'insieme che va venduto ed apprezzato. La pratica fluidifica e semplifica molto il mercato perchè rende – pare rendere - certezze a chi non ne ha riducendo i rischi per chi compra e per chi vende.

E' una prassi che sempre piu' occupa spazio anche sulle sponde europee; il web ha fatto conoscere e reso familare tutto questo al mercato numismatico globale con tentativi di creazione di indici rappresentativi degli andamenti dei prezzi per categorie tipologiche, dei veri e propri "art index".

Ed anche di questo bisogna tenere conto. Lo stileemergente sembra, a mio avviso, sempre piu' assimilabile a quello tipica dell'investitore-collezionista di arte contemporanea: attenzione alla "qualità", alla dimensione, alla genunità comprovata da terzi, alla forza (leggi propensione a rivalutarsi) rispetto ad un indice sintetico, all'internazionalità.

Tutto quanto sta modificando, a mio parere, il microcosmo collezionistico numismatico. La consapevolezza implicitamente si adegua ai cambiamenti delle regole e degli attori. Via via minore sarà la disponibilità ad esitare in blocco una collezione completa, ma anche un nucleo organico, soprattutto se di qualità eccelsa ed omogenea. Non è ottimale per l'incasso finale.

Si "gestisce la vendita di una collezione" al pari della cessione di un diversificato portafoglio mobiliare. Molti interventi qualificati in precedenza confermano questo corso. Se cosi' e', pare logico formare la propria collezione con criteri funzionali alla plusvalenza alla cessione ed entro questo ambito godersi la passione numismatica.

Tutto potrebbe funzionare ma, domando, il mercato numismatico in genere e italiano in particolare, hanno la trasparenza e l'assenza di attriti necessarie? Se affermativa la risposta, fino a quando?

Le collezioni ci sono, molte organiche e bellissime. Chi vive e' opera sulla piazza milanese, vera capitale europea della numismatica, sa quanto questo sia profondamente vero. Qualsiasi collezione si renda disponibile, trovato il suo canale primario, viene gestita smembrandola ed offrendo i brani nel momento, nel luogo, nel tempo piu' opportuni.

Concordo con pienezza con quanto scrive Piakos. La Numismatica, intesa come mercato, mostra un volto "ad usum delphini".

Come appassionato, approssimandomi alle sirene, lestamente mi lego all'albero e mi godo sicuro il canto.

A volte – confesso - lascio la corda lasca. Sono un amatore non un investirore.

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Nell'analizzare un fenomeno (è vero anche in fisica) a volte ottime considerazioni da un punto di vista dialettico , succede che manchino di evidenziare il nocciolo logico, il rapporto causa-effetto, che sta alla base delle dinamiche che ci interessano.

La crisi economica è un fenomeno recente.

Tutto è iniziato con una crisi finanziaria, profondissima, che ebbe la sua manifestazione piu virulenta tra settembre e dicembre 2008 (deflagrata con il fallimento della Lehman a settembre e culminata con il crollo dei mercati azionari a dicembre).

Nel 2009 se il mercato finanziario risaliva lentamente la china (il 2009 si è rivelato alla fine un anno ottimo per i gestori di portafolgli, ma magari non tutti lo sanno ..) in quell'anno si innestava la crisi economica, dapprima recessione che, in modo più o meno evidente continua tuttora per molti settori, e soprattutto famiglie.

I cicli non sono tutti uguali: se le imprese ancora affermavano di non conoscere crisi , settembre 2008 (andate a rileggervi le trimestrali delle società quotate) , a metà del 2009 (quando la parte finanziria cominciava a tirare qualceh sospiro di sollievo) hanno fatto sentire a tutti i loro lai..

Cosa c'entra questo con la numismatica : in realtà poco se non un fenomeno di rafforzamento alla tendenza di investimento come sicurezza e tesaurizzazione (simile , è quasi buffo, a quello che determinò certe dinamiche negli anni '70, anche se i contesti economico-finanziari non potrebbero essere piu diversi - pensiamo solo alle inflazioni stellari di quegli anni e alle correnti deflattive di questi anni).

Le mmonete sembrano aver rafforzato questo fenomeno di sicurezza, ma perche solo loro e soprattutto loro ?

In fondo se guardiamo a quanto successo nel resto del mercato dell'arte è facile notare che la crisi non è passata indenne, Ancora fino a pochi trimestri fa alcuni settori, "totalmente" sopravvalutati facevano registrare delle debacle di invenduto o prezzi crollati spaventosi (guardare risultati aste Sotheby's e Christies per il contemporaneo). Il Classico ha tenuto meglio, ma certamente non ha avuto i picchi che si registrano invece nelle monete (qui intendo solo una "certa" fascia di monete).

E allora ? Ci siamo riscoperti amanti del tondello improvvisamente ? Solo i magici dischetti ci mettono al riparo dalla brutta performance degli asset finanziari (il 2010 si sta rivelando un osso durissimo, lontano anni luce dal 2009).

Credo che ad alcuni sia sfuggito, ma non ai bravi osservatori e conoscitore del vero mondo numismatico, un fenomeno portato avanti con discrezione ma decisione da un piccolo ma molto influente gruppo di mercanti che ha si può dire "forzato" alcune quotazioni soprattutto del materiale più bello e pregiato.

Non farò nomi e cognomi (cosi anche il forum puo star tranquillo :P ) tanto chi conosce bene la dinamica di quanto successo conosce perfettamente anche gli attori.

La manovra , ben architettata , è partita prima della crisi finanziaria , diciamo circa 4-5 anni fa con alcune aste, comprimarie (ma non primarie) dove ad un certo materiale buono, ma non strepitoso, è stato imposto un salto di valutazione che non trovava giustificazione rispetto alle quotazioni di mercato di quel materiale. Il risultato fu discreto, non un successo pieno, ma neanche un rifiuto totale da parte del mercato quale uno si sarebbe a spettato imponendo valori tra il 40% e il 100% superiori di colpo ai valori correnti di mercato.

Successivamente ci fu un'asta di grande richiamo dove monete, soprattutto classiche, fecero delle cifre mai viste (MAI viste) e soprattutto ci furono anche collezionisti (investitori ;) ) mai visti prima.

Chi la organizzò è un mercante di grande talento che non solo sa scegliere molto finemente il suo materiale, ma anche a chi offrirlo.

Non mi dilungherò oltre anche perche non voglio fare, e non spetta ame, un'esegesi delle dinamiche del mercato numismatico di questi anni.

Dirò solo che , in una fase di progressiva rivalutazione (il fenomeno è certamente più antico), soprattutto delle monete classiche greche di alta epoca e delle romane (maxime imperiali ma anche repubblica) iniziatasi una dozzina di anni or sono (con importanti collezioni che si sono avvicendate sui rostri), si è innescata questa precisa spinta da parte di pochi ma influenti persone che hanno guidato sapientemente valutazioni verso livelli prima non conosciuti, riuscendo anche ad interessare una categoria nuova di collezionisti (ma sarebbe più corretto chiamarli collezionisti/investitori cui hanno fatto invstire cifre cospicue .

Gli oggetti target di questa manovra sono naturalmente monete di lusso, ovvero esemplari che per bellazza e rarità si pongono in una categoria a parte. Quello che fa rabbia di questo discorso è che se , ante-manovra , uno di questi pezzi poteva valere 5-10 volte i loro omologhi piu comuni o in piu bassa conservazione. Ora il rapporto è saltata a 20-30 ma anche 50 o 100 del loro valore , (un sesterzio perfetto poteva essere comprato a 20 dieci anni fa, oggi ci vuole un moltiplicatore base 10 e magari per qualche pezzo ci spinge verso il 100 :D ) creando una pericolosa "bolla>" che resterà tale finche i mezzi finanziari dei collezionisti/investitori non si ritireranno.

Ovvio che tali quotazioni sono sostenute da questi collezionisti e che il collezionista normale non potrà mai arivare a tali livelli. Ma mentre il collezionista "normale" è un fedelone, uno che resterà probabilmente affezionato alle monete tutta la vita, una garanzia insomma ;) , quest'altra categoria è più volitiva , un pò come i mercati finanziari... :lol:

Un'ultima osservazione , queste operazioni ben difficilmente passano, o possono passare per MIlano. Città di grandi collezionisti e grandissime collezioni, ma oggi Milano, ottimo mercato e centro di scambi, non ricopre quel ruolo, sul mercato numismatico, che ricopriva invece fino agli anni Sessanta dove mercanti tipo Ratto di fatto "rifornivano" i principali mercati europei . Oggi la scena maggiore si gioca sulla Svizzera (dove continuano ad tenersi le vendite più prestigiose) , a Londra, negli Usa e pochi altri posti.

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ELOGIO DEL BRONZO ROMANO.

- SESTERZI DI QUALITA' E PREZZI ALLE STELLE?

Confermo l'interesse di questa discussione che si sviluppa con contenuti sicuramente tecnici.

Osservo che il fenomeno rivalutazione/investimento delle monete molto belle (di lusso..) è stato oggetto di buona analisi.

Tuttavia per quanto concerne le quotazioni specifiche delle monete di bronzo romane e dei sesterzi in particolare vorrei evidenziare poche cose importanti per tentare un discrimine.

a)- Le monete di bronzo sono state quasi sempre oggetto di circolazione piuttosto che di tesaurizzazione...trovarle in conservazione alta...è difficile.

b - Le stesse monete sono facilmente attaccabili da fenomeno ossidativi, chimici, di elelttrolisi spontanea, fertilizzanti, pesticidi, piogge acide ecc. nei suoli ove vengono poi rinvenute...scarsi i ritrovamenti in ambiente sufficientemente protetto e quindi semineutro.

c) - Troppo spesso se non quasi sempre ;) pochissimi resistono alla tentazione di migliorare lo stato di simili oggetti e quindi si rinvengono sulle monete tracce di: lavorazione, eccessiva pulizia, bulinatura, ripatinatura, stuccatura...e restauri vari e spesso degni della migliore fantasia modellistica.

Per quanto sopra (a + b + c) consegue che le monete di bronzo in grandissima conservazione e, sopratutto, integre...sono veramente poche. La maggior parte, peraltro sono state oggetto di tesaurizzazione da ben prima che il fenomeno investimento/rivalutazione prendesse piede...chi le possiede molto spesso può permettersi di tenersele...anche a livello familiare e... di eredi, che spesso ne fanno un fatto distintivo.

Insomma non è facile che entrino in circolo...anche malgrado le ottime valutazioni raggiunte. Al riguardo può essere utile evidenziare che un grande collezionista americano di nome Conte...sulla cui collezione si incentrò una vendita NAC di un paio di anni fa, sembra che smise di cercarle e di tesaurizzarle (anche) perchè...malgrado fosse disponibile a pagarle al meglio...non ne trovava abbastanza (pochi pezzi all'anno e sempre di meno...quindi si annoiava :( ).

E' inoltre utile precisare che, il motivo per cui quel bravissimo mercante (al quale peraltro va il mio personale e spontaneo plauso...) cercò e tuttora cerca di rivalutare il bronzo imperiale di grande qualità ha fondamenti non tanto speculativi quanto tecnici.

Sapete a quanto si vendono gli aurei (romani)? Ad una follia, malgrado siano più numerosi dei sesterzi di grandissima qualità .. relativamente ne girano a iosa o quasi...e, mediamente valgono il doppio od il quadruplo dei bronzi di medesima conservazione. Osservo che l'oro, notoriamente fonda il proprio valore anche nell'inossidabilità ed inattaccabilità del metallo da qualunque fenomeno chimico/fisico naturale. Quindi anche se fu coniato in minor numero 1 a 100 rispetto ai sesterzi si è meglio conservato e se ne trovano tuttavia in maggior numero in ottima qualità, per fatto legato al metallo ed alla loro tesaurizzazione coeva.

In poche parole... il bronzo imperiale di grande o grandissima qualità era ed è sottostimato rispetto all'aureo.

Quel grande mercante ha cercato di rapportare il prezzo e poichè gli aurei non scendono (malgrado tutto...) di valore, hanno cercato di far salire la stima dell'altro.

Tale operazione si definisce: ricerca dell'equilibriuo tecnico delle merci rispetto alla domanda ed all'offerta generale.

Adesso arriva Giosafatte il "colorado" e dice: embè! Scusa eh!? se il bronzo è più raro perchè nu'n sale da solo senza che devono tirare a lui la volata...perbacco, baccon!

E qui vengono i dolori.

Le monete antiche di bronzo in patina naturale...sono tra le più affascinanti che possano essere collezionate. Ma sono difficili da valutare...non tutti le capiscono non tutti le amano (come per il vino di grande qualità)...ci vuole grande occhio, cultura, grande passione, maturità, piacere per l'arte e per la storia.

Tali necessarie qualità possono scarseggiare anche ove non dovesse essere scarso il portafogli. :D

L'oro infatti, per converso, riempie gli occhi e una qualche cupidigia...gli aureri sono immaginette (ben incise) di facile comprensione...dicono che sono rari...fanno status e mantengono con qualche regolarità il loro valore...malgrado sia più facile replicarli molto bene. E' comunque un fatto che li strapagano.

Conclusioni.

Le stime e le aggiudicazioni che possono essere raggiunte sporadicamente per qualche bellissimo sesterzio sul lago di Ginevra...sono del tutto particolari e si fondano su autentiche eccezioni.

Ma, per i bronzi eccezionali ed integri, non credo che le attuali quotazioni possano essere definite tecnicamente uno scandalo...nel mondo della numismatica, altre sono le vere monete da investimento milionario non propriamente spontaneo.

Potremmo invece dire che, un mezzo scandalo è stato il non averle acquisite quando costavano la decima parte di quanto costano oggi. ;)...e non illudetevi...non scenderanno più...le apprezzano anche i Russi, gli Arabi...i Cinesi, anche qualche Indiano.

:P

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Quindi anche se fu coniato in minor numero 1 a 100 rispetto ai sesterzi si è meglio conservato e se ne trovano tuttavia in maggior numero in ottima qualità, per fatto legato al metallo ed alla loro tesaurizzazione coeva.

:P

Si, però non dimentichiamoci che gli aurei sono sempre stati riutilizzati,previa fusione, in tutta la storia.

Esempi di fusione di ritrovamenti di monete auree antiche( greche,romane e bizantine) sono riportati negli annali storici.I bronzi ci si limitava a lasciarli lì,in antico.

Per cui,alla fine ,di aurei non è che se ne siano salvati così tanti percentualmente.

Casomai la questione potrebbe essere leggermente deviata su una altra tua frase:.."".fanno status e mantengono con qualche regolarità il loro valore...malgrado sia più facile replicarli molto bene."" e se si da un'occhiata ai registri dell IBSCC si nota l'ampiezza del fenomeno.

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Dimenticavo di aggiungere che la strategia, operata da un selezionato gruppo di bravi mercanti che ho descritto nel mio post precedente, ha avuto l'effetto di "tirare" su tutto il mercato di monete classiche di rara e bellissima conservazione.

Ovvero gli "acuti " che hanno fatto raggiungere a poche selezionatissime monete sono state sì una specie di unicum, ma hanno anche avuto l'effetto di rafforzare la tendenza (perlatro già in atto da diversi anni) di rivalutazione sia dell'oro e in misura minore del bronzo romano, accelerandone vertiginosamente le valutazioni.

Naturalmente si è ancora più accentuata una differenza dicotomica tra materiale eccezionale, che sia argento greco, oro o bronzo romano, poco importa che può fare il prezzo che vuole e materiale medio/medio-alto e anche alto e quasi-alto ( :D ), ma non "eccezionale" che invece non segue, e soprattutto non beneficia di questo trend.

Un chiaro esempio ci è stato fornito prporio recentissimamente dalla coll. BCD nella quale pochissime monete hanno fatto realizzi a 6 cifre, tra cui il tristastere di Delfi, una delle icone mondiali della monetazione greca (che ha spuntato ben 450.000CHF mentre 10 anni fa venne venduto per 90.000 !) e materiale più normale che non viene "tirato" da queste rivalutazioni.

La domanda che mi pongo è quanto durerà questa tendenza che si è instaurata da qualche anno ormai, e soprattutto se è un a strada di non ritorno, oppure se assisteremo ad un "raffreddamento" delle quotazioni più calde, ad un certo punto, e la convergenza verso un punto di equilibrio oppure se le quotazioni continueranno a divergere progressivamente.. Quien sabe ?

PS

per chi non s'intende di economia ma vorrebbe ambire

suggerisco la lettura di

"Produzione di merci a mezzo di merci " di Piero Sraffa,

uno degli economisti più intelligenti (e misconosciuti)

che l'Italia abbia avuto.., apre la mente a nuove prospettive.

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Tutti questi ''investitori'' in numismatica mi fanno un po' sorridere... Vi ricordate che fine aveva fatto il Fondo dei ferrovieri americani con le loro monete classiche...?

E per quanto riguarda le monete eccezionali, la tendenza al rialzo è iniziata qualche decennio fa. Fino alla metà del secolo scorso i collezionisti si combattevano sul piano della completezza della raccolta (l'esempio fatto prima della collezione Papadopoli è perfetto), in seguito invece la tendenza fu di stupire i propri concorrenti con la qualità dei pezzi in collezione. Pochi ma eccezionali (in questo caso è perfetto l'esempio della collezione Abecassis).

Tuttavia questo è possibile solo nei settori dove le monete sono comuni (anche gli aurei lo sono). Per esempio a voler fare monete eccezionali della zecca di Padova si mette in collezione un paio di monete. ;)

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Quindi anche se fu coniato in minor numero 1 a 100 rispetto ai sesterzi si è meglio conservato e se ne trovano tuttavia in maggior numero in ottima qualità, per fatto legato al metallo ed alla loro tesaurizzazione coeva.

:P

Si, però non dimentichiamoci che gli aurei sono sempre stati riutilizzati,previa fusione, in tutta la storia.

Esempi di fusione di ritrovamenti di monete auree antiche( greche,romane e bizantine) sono riportati negli annali storici.I bronzi ci si limitava a lasciarli lì,in antico.

Per cui,alla fine ,di aurei non è che se ne siano salvati così tanti percentualmente.

Casomai la questione potrebbe essere leggermente deviata su una altra tua frase:.."".fanno status e mantengono con qualche regolarità il loro valore...malgrado sia più facile replicarli molto bene."" e se si da un'occhiata ai registri dell IBSCC si nota l'ampiezza del fenomeno.

Purtroppo non posso darti torto.

:(

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Tutti questi ''investitori'' in numismatica mi fanno un po' sorridere... Vi ricordate che fine aveva fatto il Fondo dei ferrovieri americani con le loro monete classiche...?

E per quanto riguarda le monete eccezionali, la tendenza al rialzo è iniziata qualche decennio fa. Fino alla metà del secolo scorso i collezionisti si combattevano sul piano della completezza della raccolta (l'esempio fatto prima della collezione Papadopoli è perfetto), in seguito invece la tendenza fu di stupire i propri concorrenti con la qualità dei pezzi in collezione. Pochi ma eccezionali (in questo caso è perfetto l'esempio della collezione Abecassis).

Tuttavia questo è possibile solo nei settori dove le monete sono comuni (anche gli aurei lo sono). Per esempio a voler fare monete eccezionali della zecca di Padova si mette in collezione un paio di monete. ;)

Caro Arka,

in un recente incontro a Vicenza ti ho manifestato la mia stima.

In quello che dice c'è molto di vero.

Ma oggi, ogni giorno di più, è vero tutto ed il contrario.

Ti assicuro che c'è più di qualcuno - e senza andare in altri continenti - che preferisce smobilizzare altri asset...chiamamoli così...e acquisire monete di grande fascino e qualità. Non se anche di Padova...probabilmente no per i limiti che citavi ed anche perchènon interessano monete padane (... probabilmente a torto :D ).

Ovvio che costoro sono degli appassionati...ma ti assicuro che non sono degli sprovveduti.

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Signori, ho l'impressione però che siano mondi separati, quello delle aste di lusso e il mercato "normale" (entro i cui limiti includo le case d'asta italiane). Sono mondi separati ed incomunicabili. E' vero che i pezzi venduti da geneviensi , NAC , Nomos sono eccezionali, ma di pezzi assolutamente prestigiosi se ne vedopno anche nelle altre aste. E vanno via a prezzi alti, ovviamente, ma che ancora definiremmo normali. Non basta quel pizzico di qualità in più a giustificare il prezzo esagerato, ci sono altri fattori: il cliente che vuole un trattamento d'elite, essere servito riverito e viziato (anche questo avrà bene un costo), l'elitarismo insito nel servirsi solo dei più esclusivi mercanti, la certezza di acquistare solo pezzi unici ed irripetibili nonché perfetti, il sentirsi inserito in un club esclusivi di pochi eletti. Rimangono nella loro turris eburnea, indorati dalle parole mieolose e rassicuranti dei loro mercanti, certi dell'assoluta eccezionalità dei loro pezzi, insomma limitati nel loro mondo.

Quello che penso io però è che si rischia di vivere in un mondo povero di esperienze e di riscontri empirici: io mi sono beccato le sòle, le monete ripatinate, quelle false. Mi è bruciato molto, e me lo ricordo eccome. Non rinuncierei ad una sola delle fregature che mi sono preso, perché hanno una gropssa funzione educativa. Anche vagliare numeroso materiale in qualità media e bassa è fondamentale per capire come sono fatte le monete di buona qualità (mi riferisco alle monete antiche).

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Signori, ho l'impressione però che siano mondi separati, quello delle aste di lusso e il mercato "normale" (entro i cui limiti includo le case d'asta italiane). Sono mondi separati ed incomunicabili. E' vero che i pezzi venduti da geneviensi , NAC , Nomos sono eccezionali, ma di pezzi assolutamente prestigiosi se ne vedopno anche nelle altre aste. E vanno via a prezzi alti, ovviamente, ma che ancora definiremmo normali. Non basta quel pizzico di qualità in più a giustificare il prezzo esagerato, ci sono altri fattori: il cliente che vuole un trattamento d'elite, essere servito riverito e viziato (anche questo avrà bene un costo), l'elitarismo insito nel servirsi solo dei più esclusivi mercanti, la certezza di acquistare solo pezzi unici ed irripetibili nonché perfetti, il sentirsi inserito in un club esclusivi di pochi eletti. Rimangono nella loro turris eburnea, indorati dalle parole mieolose e rassicuranti dei loro mercanti, certi dell'assoluta eccezionalità dei loro pezzi, insomma limitati nel loro mondo.

Quello che penso io però è che si rischia di vivere in un mondo povero di esperienze e di riscontri empirici: io mi sono beccato le sòle, le monete ripatinate, quelle false. Mi è bruciato molto, e me lo ricordo eccome. Non rinuncierei ad una sola delle fregature che mi sono preso, perché hanno una gropssa funzione educativa. Anche vagliare numeroso materiale in qualità media e bassa è fondamentale per capire come sono fatte le monete di buona qualità (mi riferisco alle monete antiche).

Fotografia PERFETTA di quanto sta accadendo.....

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Signori, ho l'impressione però che siano mondi separati, quello delle aste di lusso e il mercato "normale" (entro i cui limiti includo le case d'asta italiane). Sono mondi separati ed incomunicabili. E' vero che i pezzi venduti da geneviensi , NAC , Nomos sono eccezionali, ma di pezzi assolutamente prestigiosi se ne vedopno anche nelle altre aste. E vanno via a prezzi alti, ovviamente, ma che ancora definiremmo normali. Non basta quel pizzico di qualità in più a giustificare il prezzo esagerato, ci sono altri fattori: il cliente che vuole un trattamento d'elite, essere servito riverito e viziato (anche questo avrà bene un costo), l'elitarismo insito nel servirsi solo dei più esclusivi mercanti, la certezza di acquistare solo pezzi unici ed irripetibili nonché perfetti, il sentirsi inserito in un club esclusivi di pochi eletti. Rimangono nella loro turris eburnea, indorati dalle parole mieolose e rassicuranti dei loro mercanti, certi dell'assoluta eccezionalità dei loro pezzi, insomma limitati nel loro mondo.

Quello che penso io però è che si rischia di vivere in un mondo povero di esperienze e di riscontri empirici: io mi sono beccato le sòle, le monete ripatinate, quelle false. Mi è bruciato molto, e me lo ricordo eccome. Non rinuncierei ad una sola delle fregature che mi sono preso, perché hanno una gropssa funzione educativa. Anche vagliare numeroso materiale in qualità media e bassa è fondamentale per capire come sono fatte le monete di buona qualità (mi riferisco alle monete antiche).

Non posso sapere se la mia esperienza può essere paragonata a quella di coloro che hanno contributito ad alimentare quasta discussione. Qui siamo immersi in un ambiente virtuale dove tutto è purtroppo relativo e scarsamente verificabile. Voglio anche dire che la mia non è polemica sterile ma un invito a prendere coscenza dello strumento virtuale e dei suoi limiti caratteristici.

Chi la sa più lunga tra di noi o chi potrebbe avere più occhio? Sarebbe più facile se fossimo seduti insieme ad un bar guardandoci in faccia e rispondendo ognuno alledomanede degli altri con le monete in mano e la lente.

Non è facile dire che una moneta è solamente un poco più bella di un'altra se non si sono viste con attenzione le monete veramente belle. E può essere capitato che qualcuno pensa di averlo fatto...ma non è così.

Le monete di rara bellezza e di grrande fascino...signori miei, sono poco numerose e se si è avuta occasione di tenerne in mano qualcuna subito salta all'occhio che quella uguale da noi posseduta e ritenuta ottima è più facilmente un ottimo BB o un quasi splendido. infatti le avete pagate meno che alla genevense.

Le aste nostrane sono ben gestite ed hanno buon materiale.

Tuttavia le monete di eccezionale importanza per la grande conservazione, eccettuato qualche sporadica e causale apparizione, appartengono alla trattativa privata tra grandi interlocutori o, in seconda battuta, ad ambienti d'asta particolari.

Difficilmente il possessore vorrà separarsene se non a ragion veduta.

A costoro che amano la ragion veduta non interessa prendere fregature, penso che hanno altro da fare. sicuramente si divertono meno a vivere la numismatica a tutto campo, però alla fine possiedono gli oggetti più belli dati loro da gente che risponde e garantisce il ceduto. Penso che alla fine avranno perso meno tempo, sprecato meno soldi e forse guadagnato di più. Diciamolo che non sono sprovveduti o scemacchioni come si potrebbe pensare. Complimenti comunque per questa discussione, se il livello del Forum è questo sarà un piacere partecipare trovando però il tempo necessario. Pochi minuti non mi sembrano sufficenti. Alla prossima.

Modificato da passatore
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Supporter

Buona serata passatore

Quello che dici è in buona parte (la prima del tuo commento) condivisibile; questo è un pour parler e non ha la pretesa né di essere un dogma né possiamo prendere i giudizi di chicchessia per oro colato....si va però un po' a logica (ognuno con la sua). ;)

Sulla seconda parte, mi permetto di dissentire, perchè il fascino di una moneta non è universale e le condizioni eccelse che una moneta può avere non sono prerogativa di poche "fascinose" monete.

Ci sono monete, a mio parere, comunissime come le 2 Lire quadriga briosa, che giudico molto belle nella loro iconografia, che si possono trovare in condizioni di Fdc eccezionale e che puo acquistare con una banconota da €. 100,00 ed anche meno.

Ci sono monete tutt'altro che belle, come uno zecchino veneziano....iconografia essenziale, ripetitiva, ecc. ecc .che, per tanti collezionisti, hanno molto fascino. Alcuni li puo trovare in condizioni anche eccezionali ed a prezzi tutto sommato abbordabili, se comuni; altri che, pur simili, non bastano €. 20.000,00 per acquistarli e ciò perchè sono rari.

Come la penso io, il fascino è una cosa, la rarità è un'altra e non sono affatto sinonimi.

Concordo sul fatto che talune monete, per la loro rarità e - secondariamente - per la loro bellezza (non ritengo sia essenziale e comunque è un giudizio soggettivo), ed anche per la loro conservazione eccezionale, più spesso prendono strade poco frequentate (aste), ma passano spesso di mano in mano in qualche caveau di banca, senza tanta pubblicità.

Saluti

luciano

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Il 18 dicembre NAC a Milano, ci sarà l'oro di Napoli!

dove hai trovato questa informazione? ho provato a vedere sul loro sito non riporta nulla

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Il 18 dicembre NAC a Milano, ci sarà l'oro di Napoli!

dove hai trovato questa informazione? ho provato a vedere sul loro sito non riporta nulla

;)

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