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I falsi nelle monete e nelle medaglie


Risposte migliori

Purtroppo la riproduzione/riconiazioni di medaglie ha radici antiche: a differenza dei riconii romani “ufficiali” a scopo commerciale degli Hamerani e Mazio nei secoli XVII/XIX, questa dei falsi napoletani ha motivazioni puramente truffaldine e perpetrata già a partire dagli inizi del ‘900. molti collezionisti, in mancanza di internet e validi volumi dovevano fare affidamento solo ed esclusivamente sull’esperienza personale (talvolta sul fiuto). Dovete sapere che nella Napoli degli inizi del ‘900 c’era una grande collezionismo e tanta competizione tra i collezionisti nel contendersi le medaglie napoletane di un certo livello…………… e dove giravano grandi rarità, giravano grosse sòle. Oggi per evitare di incappare in medaglie napoletane false è molto semplice e vanno seguite delle regole di buon senso, la dove c’è il dubbio basta chiedere lumi a quelli più addentrati, spero che questa discussione si ingrandisca perché ci sarebbe da scrivere un libro sull’argomento, ecco una prima regola:

 

Regola numero 1: Evitare assolutamente di acquistare medaglie fuse, sono tutte false! A volte vengono vendute come prove tecniche di coniazione. E’ ovvio che tale regola non vale per tutte quelle medaglie del ‘700 prodotte solo ed esclusivamente per fusione. Quello è un discorso a parte che affronteremo più avanti.

Modificato da Rex Neap
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Regola numero 2: attenti alle medaglie coniate in piombo! Molte (non tutte) sono dei falsi moderni, il piombo è molto morbido e per battere una medaglia in questo metallo non si necessita di grossi bilancieri. Prima di acquistare una medaglia in piombo affidarsi ai consigli di un esperto e farsi inviare immagini (nitide) ad alta risoluzione dal venditore. Ovviamente tale regola non è valida per quelle medaglie (rarissime) coniate/note esclusivamente in piombo come ad esempio quella del 1833 per il Principe di Canosa o del 1843 per le mense siciliane (cfr. D’Auria 180 e 243).

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Avanti con le domande, se qualchuno di voi ha dubbi su qualche sua medaglia può renderci partecipi postandola in questa discussione o inviare l'immagine (nitida) al mio indirizzo e-mail [email protected] . Sarò ben lieto di rispondere.

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ok. a quanto pare si deve fare molta attenzione alle medaglie fuse. Ma visivamente quali sono i criteri che distinguono le une dalle altre? Grazie.

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ok. a quanto pare si deve fare molta attenzione alle medaglie fuse. Ma visivamente quali sono i criteri che distinguono le une dalle altre? Grazie.

Per riconoscere le copie fatte per fusione è semplice, i rilievi risultano impastati e irregolari, ho in archivio alcune immagini di medaglie false ma non potrei posterle altrimenti rischio il linciaggio da parte di qualche commerciante. Magari a chi me ne farà richiesta in MP invierò le immagini via e-mail affinchè si faccia qualche paragone. La copia fusa di una medaglia la si riconosce a prima vista, è orribilante ed ha i classici puntini della fusione su una superficie rugosa e non liscia.

Ci sono i falsi e i riconii, le uniche medaglie napoletane riconiate "ufficialmente" sono quelle francesi post 1840 (fino ad oggi) raffiguranti Gioacchino Murat. Ecco la medaglia del 1808 per la presa di Capri e il riconio francese post 1840. Per rispondere a Mper in un suo quesito, posso dire che questi riconii ottocenteschi possono essere collezionati a titolo di studio e posti accanto alle autentiche per fare la differenza. La loro valutazione commerciale va da un minimo di 100 euro per una in bronzo a un massimo di 600-700 euro per un riconio in argento di grosso modulo (medaglia presa di Capri o 1812 Osservatorio). Stiamo parlando di riconii creati con conii diversi da quelli originali e non possiamo paragonarli al dilemma dei riconii Mazio, in un volume francese di Brasseux del 1840 ci sono tutte le notizie sui riconii francesi ed un listino prezzi di questi riconii in base al modulo del tondello e metallo utilizzato. In un mio studio sulle medaglie di Murat ci sono tutte le informazioni su come distinguerli. Ovviamente gli studi non finiscono mai, è in corso di preparazione la quarta parte dell'articolo con tutte le medaglie che non ho elencato nel sopra-citato studio.

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Rovescio del riconio francese, osservare i partricolari. Nell'autentica la parola NAPOLEONE ha le lettere centrali EO attaccate. Notevoli differenze anche riguardo il rovescio, navi, isola di Capri, onde, eccetera

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Ecco il listino di Brasseux sui riconii. é facile risalire al costo dell'epoca di un riconio francese in base al diametro delle medaglie, sul Ricciardi, Siciliano e D'Auria ci sono i diametri.

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Ed ecco la medaglia del 1808 in onore di Carolina Murat per la visita alla zecca di Parigi, sia quella autentica che quella postuma sono entrambe coniate a Parigi ma in epoche molto diverse. E' fondamentale dire che sul Brasseux sono riprodotte tutte le immagini delle medaglie riconiate, è chiaro quindi che se un riconio non è citato in quest'opera è frutto di una riconiazione molto recente e non ottocentesca e quindi priva di valore numismatico.

Su molti riconii (non su tutti!) venivano incuse alcune scritte nel taglio e poi abrase recentemente per spacciarle come autentiche. Al di là della presenza o meno di tali scritte, le differenze di conio sono evidenti, studiare e memorizzare queste ultime è fondamentale, basta farci l'occhio.

Nella seconda e terza immagine, alcune riproduzioni moderne (immagini provenienti dalla rete), da notare la differenza di stile delle lettere greche e degli elementi decorativi. L'autentica è quella postata nella prima immagine.

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Ecco in allegato l'immagine della medaglia del 1809 per la nuova piazza Murat, odierna piazza del Plebiscito a Napoli (Gioacchino Murat fece demolire chiese e case di fronte palazzo Reale per creare questa piazza). Da alcuni documenti dell'epoca risulta che sotto la piazza vennero cementate/murate (in segno di buon auspicio) delle cassette contenenti esemplari in argento e in oro, si tratta di una medaglia conosciuta in due tipi differenti. Un tipo presenta lo stesso dritto del 12 Carlini del 1809 (e non 1810) e una altro tipo invece la testa e la leggenda diversa. Qui in allegato l'immagine di un esemplare in bronzo FDC del primo tipo, sfogliando alcuni cataloghi d'asta e cataloghi museali ho notato che quasi tutti gli esemplari di questa tipologia presentano la stessa rottura di conio al dritto. Considerando che il tipo con il dritto del 12 Carlini è molto più raro dell'altro, è probabile che venne coniato per primo e solo dopo un'eccessiva rottura di conio si penso ad un secondo conio, ovviamente si tratta di una teoria che andrebbe documentata. Questa medaglia in argento è di grande rarità, personalmente ne conosco solo uno presente nel Gabinetto Numismatico del Castello Sforzesco di Milano. Di questa tipologia di medaglia non ho mai visto alcun riconio, le riconiazioni francesi riguardano solo l'altro tipo (cfr. post successivo).

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Ecco delle immagini confrontate con il 12 Carlini del 1809, ovviamente quello del 1810 è differente sia per la composizione del ritratto che per la leggenda.

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Complimenti Francesco, sei un grande. Ti ringrazio perchè senza il tuo prezioso aiuto non si saprebbe proprio dove attingere a queste informazioni.

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Complimenti Francesco, sei un grande. Ti ringrazio perchè senza il tuo prezioso aiuto non si saprebbe proprio dove attingere a queste informazioni.

Merci beaucoup monsieur!

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Ecco qui la medaglia della piazza Murat dell'altro tipo. Nella prima immagine quella autentica in ARGENTO, a seguire quella postuma sempre nello stesso metallo, in collezione è bene averle tutte e due, è importante avere sottomano sempre una pietra di paragone.

L'unica differenza tra l'autentica e la postuma è al rovescio, dove la cifra 2 di 25 risulta speculare.

Grazie ad alcune osservazioni di Salvatore D'Auria, debbo fare osservare un cosa: come mai, in entrambi i casi, le leggende al rovescio sono impostate allo stesso modo? Dalle immagini qui postate noterete che alcune lettere sono disallineate allo stesso modo, quasi come se fosse lo stesso conio ma modificato solo in quel punto. Quello che posso dire è che tutti gli esemplari con il 2 speculare hanno la scritta argent o bronze o cuivre abrasa nel taglio. Altra differenza tra i due esemplari è il tipo di coniazione diversa: mentre in quella autentica non venne utilizzata la ghiera/virola per contenere il taglio del tondello, in quella francese post 1840 la ghiera venne regolarmente utilizzata, infatti ............. mentre nel primo troviamo conio decentrato e impronta debole nelle lettere, nella seconda c'è un'impronta e un bordo ben delineati.

Senza l'utilizzo della ghiera, in seguito al pesante colpo del conio sul tondello, le lettere e i bordi esplodevano ai lati creando sbavaure, debolezze e rotture di metallo.

Nonostante la diversa tecnica di coniazione, da notare il grande fascino della prima, ancora in FDC e con la sua patina originale, "i peli delle basette fuoriescono dal ritratto quasi come a pungere le dita". E' la prima volta che viene presentato al pubblico un esemplare in argento autentico di questa medaglia, in questo metallo non è mai apparso in alcuna asta (mancava perfino nelle due aste Christie's del 1992). La grande rarità dell'argento è confermata anche nell'opera di D'Auria (R4).

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Ecco il riconio francese. Cifra 2 speculare rispetto a quella autentica. In questo esemplare c'è un'abrasione nel taglio.

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Anche in bronzo presenta gli stessi difetti di quella in argento ma essendo il primo metallo più duro del secondo è chiaro che senza la ghiera nel taglio il tondello manteneva meglio le esplosioni/sbavature laterali.

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Ecco in allegato nella prima immagine la medaglia autentica del 1809 per la distribuzione delle bandiere. In effetti, tra questa e quella postuma, un po' tutta l'impronta è differente ma la differenza più sostanziale sta al rovescio, dove la lettera M di MARZO è molto più spessa nella seconda. Non trascuriamo inoltre l'appiccagnolo, quello a forma di pallina è tipico francese, a Napoli era totalmente diverso.

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Ecco quella postuma (con appiccagnolo per giunta), da notare la differenza nella lettera M di MARZO e la scritta BR nel taglio, in molti esemplari queste sigle sono state abrase. Come già accennato nel mio studio su Panorama Numismatico, è sempre tenere in considerazione le differenze di conio tra l'autentica e la postuma, al di là della presenza o meno di contromarche nel taglio.

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Ecco un altro esemplare postumo in argento (considerando la patina direi dei giorni nostri). Da notare la scritta Argent nel taglio.

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Ecco un altro esemplare postumo in argento (considerando la patina direi dei giorni nostri). Da notare la scritta Argent nel taglio.

esemplare postumo ricavato da conio anche'esso moderno ?

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Le medaglia del 1809 ONORE AL MERITO è nota in due conii autentici, il primo si ruppe irremediabilmente al dritto e ne venne fatto un secondo, conosco personalmente alcuni esemplari con una leggera rottura di conio (prima immagine) ed altri con rotture di conio davvero deturpanti (seconda immagine, provenienza asta NAC 47), nel D'Auria c'è l'immagine del primo conio. Sono entrambi autentici in quanto presentano le lettere del dritto e del rovescio dello stesso stile (cfr immagini dei particolari).

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Conio francese postumo. Da notare la lunghezza dei rami di alloro al rovescio, essi toccano quasi al bordo inferiore.

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Ecco un altro esemplare postumo in argento (considerando la patina direi dei giorni nostri). Da notare la scritta Argent nel taglio.

esemplare postumo ricavato da conio anche'esso moderno ?

Si Mauro, è una medaglia di conio francese post-1840. Io penso che sia molto ma molto moderna la sua coniazione, non è importante se fatta nel 1850 o nel 1990, è postuma e vale pochissimo. Ho visto giorni fa da un antiquario un esemplare d'argento in vendita in vetrina coniato l'altro ieri ph34r.gif , una vera ciofeca, l'esemplare moderno lo si vede da 200 mt di distanza. Le riconiazioni moderne fatte in Francia sono numerosissime ed hanno invaso i siti di aste on-line francesi. Non saprei dirti se sono medaglie coniate ancora oggi da officine private attrezzate o dalla Monnaye de Paris, fatto sta che valgono poche decine di Euro, ecco perchè è importante fare il paragone con gli esemplari autentici.

La differenza più sostanziale sta nella M di Marzo, ecco un'immagine più chiara di un esemplare autentico in argento. La M è molto sottile se la paragoni a quella degli esemplari moderni.

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ok. a quanto pare si deve fare molta attenzione alle medaglie fuse. Ma visivamente quali sono i criteri che distinguono le une dalle altre? Grazie.

Oggi si deve fare attenzione su tutto, le riproduzioni riguardano soprattutto le medaglie e le monete di un certo valore, più sono falsificate e tanto più è motivo di orgoglio e soddisfazione per chi possiede le autentiche. Ecco una fusione acquistata al mercatino delle pulci per poche decine di Euro, l'ho comprata apposta per mostrarla agli amici lamonetiani, il venditore era uno che trattava oggetti di bronzo e ottone e ne aveva una ventina. Penso che chiunque, anche chi non mastica medaglie, si accorga della sòla, si tratta di un oggetto che non ho nemmeno messo accanto all'autentica perchè è una patacca modernissima. Un oggetto da turisti.

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Ecco quella autentica, il paragone è impossibile.

Ultimamente sono apparse sulle bancarelle delle medaglie falsissime del 1845 per il VII congresso degli scienziati (quella con Giovan Battista Vico per intenderci). Sono medaglie che hanno la stessa impronta impastata e orribilante di quella illustrata nel precedente post.

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