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Tessera per la teriaca


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Riguardo al simbolo dell’aquila imperiale sulle capsule teriacali di Gratian al post # 1089, credo che l’aquila della spezieria all’insegna della “Testa d’oro” di Trieste faccia riferimento all’Austria, mentre l’aquila della spezieria dell’insegna “Al Cedro Imperiale” di Venezia sia un segno di sovranità del frutto sottostante.

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Secondo la credenza popolare, il cedro rappresenta qui l’affettuoso e romantico ricordo di un farmacista dell’epoca per Catterina Thosor, la moglie del console inglese a Venezia. Quando la signora morì, durante il funerale, nella bara, era vestita di un abito bianco di seta e teneva in mano un cedro come Geroglifico dell'Eternità. In memoria di questa signora il farmacista dell'epoca, che secondo i pettegoli era legato a lei da "affettuosa amicizia", decise di creare questa insegna per la sua spezieria.

apollonia


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Riguardo al simbolo dell’Aquila imperiale associato a quello del Leone di San Marco sulla illustrazione del “bugiardino” della teriaca prodotta dalla spezieria “Allo Struzzo d’oro” di Venezia, che descrive le virtù del farmaco in lingua italiana, concordo con l’ipotesi di Spicier (che mi ha preceduto nel post) che servisse a certificarne la provenienza veneziana nel periodo della dominazione austriaca di Venezia.

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apollonia


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Faccio notare che i fogli pubblicitari sono stati stampati in diverse lingue. A differenza del foglio in francese che presenta la stessa illustrazione di quello veneziano con la coppia di simboli Aquila/Leone, i fogli nelle altre lingue hanno illustrazioni diverse. Per es., quello in arabo mostra una coppia di Leoni di S. Marco affacciati.

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apollonia


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I fogli in lingua spagnola e in lingua inglese hanno nella illustrazione un solo Leone di S. Marco proprio al di sopra dello struzzo, mentre l’illustrazione del foglio in tedesco non presenta simboli.

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Anche queste differenze richiedono ulteriori approfondimenti.

apollonia


Inviato

quello francese fa sempre riferimento a Pietro Cappelletto di Pasquale, e quindi è ottocentesco.

Per quanto riguarda gli altri, occorrerebbe avere fisicamente in mano gli originali per essere più precisi, ma ritengo, con ogni probabilità, che siano precedenti, motivo per cui compare solo il leone.


Inviato

o almeno, se non fossero precedenti i foglietti, sono stati usati dei blocchetti silografici per l'intestazione precedenti. Magari ad un certo punto sono stati rinnovati e in quell'occasione è stata introdotta l'aquila


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Etichetta per la teriaca della spezieria dell’Aquila Negra, a Venezia (da “Castalia”, 1951).

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apollonia


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Etichetta per la teriaca della spezieria dello Struzzo d’oro.

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La coppia di leoni dimostra che non c’è ingerenza dell’Austria.

apollonia


Inviato

Questa marca xilografica col solo leone è utilizzata dallo speziale Giovan Battista Albrizzi, attivo negli anni '20 e '30 del Settecento.image.thumb.jpeg.aaa10853863041084bbf2ed04d582a5f.jpeg

Da questo foglietto volante si evince che le marche servivano anche per confermare il privilegio (autorizzazione esclusiva, una sorta di brevetto ante litteram, concessa da pubbliche autorità) nella produzione di un determinato rimedio. 

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8 ore fa, Spicier dice:

Questa marca xilografica col solo leone è utilizzata dallo speziale Giovan Battista Albrizzi, attivo negli anni '20 e '30 del Settecento.image.thumb.jpeg.aaa10853863041084bbf2ed04d582a5f.jpeg

Da questo foglietto volante si evince che le marche servivano anche per confermare il privilegio (autorizzazione esclusiva, una sorta di brevetto ante litteram, concessa da pubbliche autorità) nella produzione di un determinato rimedio. 

La Tintura di Ginepro è un altro prodotto della spezieria “Allo Struzzo d’oro” al tempo della gestione di Giovan Battista Albrizzi, indicato per le cefalee, le infiammazioni delle vie urinarie, la gotta e l’arteriosclerosi e utile anche come rimedio per regolarizzare il ciclo mestruale e ridurre i dolori associati alle mestruazioni.

Oggi è in commercio la Tintura madre di Ginepro (soluzione idroalcolica) ottenuta dai frutti, che viene assunta in gocce sciolte in un po’ d’acqua e può essere utilizzata come antinfiammatoria delle articolazioni, per un buon funzionamento epatico e pancreatico e come antisettica delle vie urinarie e respiratorie.

apollonia

 

 


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Il 21/9/2018 alle 22:30, apollonia dice:

Segnalo un lavoro di Gabriel Custurea nel quale l’autore presenta sei capsule della teriaca scoperte in Dobrugia. Una testimonianza dei rapporti di questa regione della Romania con Venezia.

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pontica-41-pag-415-418.pdf 564.65 kB · 4 downloads

 

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Mi collego al post #647 di @apollonia per segnalare ulteriore lavoro di G. Custurea: DOUĂ NOI CAPACE DE TERIAC DESCOPERITE PE TERITORIUL DOBROGEI 

https://revistapontica.com/pdf/articole/1476.pdf

image.jpeg

Tale lavoro e’ ripreso nei post 1053-1081 a proposito di un esemplare (forse il medesimo).


  • 2 settimane dopo...
Inviato (modificato)

In Artikel  #15  haben wir zu Beginn dieser Serie über einen Stab des Theriak gesprochen, der dem Stab des Äskulap ähnelt.

https://www.lamoneta.it/topic/66189-tessera-per-la-teriaca/#comment-705264

Ich weiß nicht, ob es im Folgenden erklärt wurde, was es ist:

Es ist das Symbol der ehernen Schlange. Die Bronzeschlange (hebräisch נחשתן Neḥushtan) war das Bild einer Schlange aus bearbeitetem Kupfererz. Nach biblischer Überlieferung wurde sie von Mose auf Gottes Anweisung errichtet, um zu heilen, nachdem er von feurigen Schlangen gebissen worden war. Je nach Übersetzung wird sie auch als Kupfer- oder Bronzeschlange bezeichnet.
Nach einem Bericht aus dem Tanach oder dem Alten Testament sandte Gott Schlangen unter die Israeliten als Strafe für ihre Ungeduld, Undankbarkeit und ihr Murren nach dem Auszug aus Ägypten während ihrer Wanderung in der Wüste. Jeder, der von einer Feuerschlange gebissen wurde und zu der Bronzeschlange aufblickte, die auf einem Pfahl stand, wurde geheilt und konnte weiterleben.

"Und der HERR sandte Feuerschlangen unter das Volk, und sie bissen das Volk, und viele Israeliten starben. Da kamen sie zu Mose und sprachen: Wir haben gesündigt, indem wir gegen den Herrn und gegen dich geredet haben. Bittet den Herrn, die Schlangen von uns zu vertreiben." Und Mose betete für das Volk. Und der HERR sprach zu Mose: Mach dir eine Schlange aus Erz und stelle sie auf einen Pfahl. Wer gebissen wird und es anschaut, wird leben." Mose machte eine eherne Schlange und hob sie in die Höhe. Und wenn jemand von einer Schlange gebissen wurde, schaute er sich die eherne Schlange an und lebte."

- Num 21:6-9 Das
zweite Buch der Könige beschreibt, wie König Hiskia die Statue zerstörte, weil sie für Götzendienst missbraucht wurde (2. Könige 18,4).

Die Heilung derer, die auf die Schlange schauten, wird zu den Heilwerken Gottes gezählt (vgl. Dtn 8,15). In der Weisheitsliteratur ist davon die Rede, dass Gott seinem Volk ein "Zeichen des Heils" gibt (Weish 16,5-11).

Erwähnung im Neuen Testament

Die Geschichte von der Schlange wird im Neuen Testament wieder aufgegriffen, als Jesus zu Nikodemus spricht und sie als Analogie verwendet:

"Und wie Mose die Schlange in der Wüste erhöht hat, so muss der Menschensohn erhöht werden, damit jeder, der (an ihn) glaubt, ewiges Leben in ihm habe."

- Johannes 3:14-15
Die Heilung, die die Israeliten durch den Anblick der Schlange fanden, symbolisiert die Erlösung, die Jesus durch seinen Tod am Kreuz erlangte, d.h. auch "hoch" an einem Baum hängend. Der Gläubige erfährt Heilung, wenn er das Kruzifix betrachtet, so wie die Israeliten die Schlange betrachteten. Aus diesem Grund wird in der Kunst immer wieder ein Kreuz mit einer Schlange dargestellt.
[Wikipedia Deutschland ]

Das Symbol findet sich beispielsweise auch auf dem Joachimsthaler Pesttaler aus dem Jahr 1528 (siehe Bild). Mal ist sie mit einem lateinischen Kreuz dargestellt, mal wie im Buch in #5 mit einem Antoniuskreuz, das dem Buchstaben T ähnelt. Die Tatsache, dass das T auch der erste Buchstabe des Wortes Theriak ist (wie bereits erwähnt), macht die Sache noch interessanter.

Eine ideale Kombination dieser biblischen Symbolik mit dem heilenden Glauben, den die Menschen damals in Theriak hatten.

 

 

Pesttaler_aus_Joachimsthal_von_1528._Vorderseite.png

Modificato da Gratian

Inviato

Personalmente non ho mai trovato alcun riferimento ad un "bastone della Theriaca" utilizzato nella preparazione dell'elettuario, motivo per cui, ad oggi, ritengo che non esista.

O, almeno, che non facesse parte degli elementi caratteristici della  cerimonia pubblica di allestimento del preparato.

 

 


Inviato (modificato)

Io la vedo allo stesso modo. Il simbolo del libro mostrato non si riferisce a questa verga non provata e non ha nulla a che fare con la produzione di Theriak. Si tratta piuttosto del simbolismo del serpente di bronzo. Tuttavia, è interessante che venga utilizzato in relazione alla letteratura medica. Ciò dimostra quanto la scienza medica e le credenze, ma anche la superstizione, fossero strettamente legate nei tempi passati.

Modificato da Gratian

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Gratian mi ha anticipato nel precisare che il suo richiamo al fantomatico “Bastone della Teriaca” era dovuto al fatto che in quella discussione avevo presentato l’illustrazione in copertina de ‘I Discorsi’ di Pietro Andrea Mattioli sopra i sei libri di Pedacio Dioscoride, dove l’autore, nella dedica a Caterina regina di Polonia, dopo gli elogi della teriaca faceva notare come fosse impossibile ai suoi tempi (1559) procurarsi alcuni ingredienti che all’epoca di Galeno provenivano dai confini dell’impero. L’immagine di quella sorta di bastone a T con il serpente attorcigliato poteva quindi essere collegata alla teriaca, ma Gratian l’ha giustamente attribuita al simbolismo del serpente di bronzo con la sua ricerca.

gratianserpentedibronzo.JPG.8b2d705af57fe2f7d7659b89a32d9a92.JPG

Riguardo al “bastone”, ricordo che arrigome aveva recuperato l'articolo di NICOLO' SPADA, "Una mostra di Triaca a Venezia" dove viene citato, e l’aveva anche scannerizzato, solo che ora la scansione è scomparsa. Che poi fosse usato nella cerimonia della confezione della triaca, è tutto da dimostrare, anche perché è lo stesso autore dell’articolo ad avere qualche dubbio.

Però, visti gli ingredienti che venivano adoperati per le varie ricette delle teriache, c'è da aspettarsi di tutto!

apollonia

  • Mi piace 1

Inviato (modificato)

Um auf das österreichische Wappen in der "Strauß"-Werbung zurückzukommen:

Kennen Sie die Namen aller Besitzer dieser Apotheke und wissen Sie genau, wann der Apotheker tätig war? Diese Daten würden mich besonders interessieren für Pietro Cappelletto di Pasquale.

Für die Alla-Madonna-Apotheke würde mich die gleiche Information interessieren, nämlich:

Wie hießen die Apotheker und von wann bis wann arbeiteten sie?

Modificato da Gratian

Inviato (modificato)

difficile avere la successione completa degli speziali, occorrerebbe un'indagine approfondita all'Archivio di Stato di Venezia.

Sicuramente abbiamo:

Giorgio Melichio nella seconda metà del '500 (muore nel 1585), noto per la pubblicazione degli "Avvertimenti nelle composizioni de Medicamenti per uso della Speciaria" 1° ed 1575;

Alberto Stecchini che succede al Melichio (non so se direttamente) e copre la prima metà del '600, ripubblicando nel 1625 una nuova edizione integrata degli "Avvertimenti".

Antonio de Sgobbis che inizia la sua attività allo Struzzo nel novembre del 1631, diventa Priore dell'Arte nel 1639 e successivamente anche aggregato al Nobile Collegio degli Speziali di Roma e coadiutore nell'officina farmaceutica pontificale di Urbano VIII, e succede allo Stecchini nella proprietà della spezieria.

Noto anche per la pubblicazione della probabilmente più importante (insieme al Teatro del Donzelli) farmacopea privata del '600, il "Nuovo et Universale Theatro Farmaceutico", pubblicata a spese dell'autore nel 1667 e riedita dal Bagnoli, sempre a Venezia, nel 1682;

Al De Sgobbis succede un tale Gian Giacomo Roncalio che, nel 1691, è anche Consigliere dell'Arte.

Per quanto riguarda Pietro Cappelletto di Pasquale, è noto per diversi foglietti volanti che accompagnavano la sua Theriaca, redatti in diverse lingue, e per una serie di sue pubblicazioni nella "Gazzetta di Farmacia e Chimica" negli anni '50 dell'800.

Modificato da Spicier

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Inviato
Il 27/12/2023 alle 16:02, Spicier dice:

La piccola aquila bicipite in fianco alla testa della spezieria "Alla testa d'oro" potrebbe essere in relazione alla dominazione austriaca, molto spesso in questo tipo di

tessere si trova infatti il leone di san Marco. La silografia della spezieria dello Struzzo d'oro riporta curiosamente sia il leone che l'aquila (magari per non far torto a nessuno o a significare la continuità della produzione sotto le due legislazioni). Lo stesso sembrerebbe (l'aquila è meno evidente) fare la spezieria al Cedro imperiale nel suo bossoletto,

E' interessante, e non ci avevo mai fatto caso.

Se il riferimento fosse effettivamente all'Austria e al suo dominio ci si troverebbe di fronte a oggetti ottocenteschi, e non sarei così sicuro della loro datazione così tarda.

E' una osservazione acuta che andrà sicuramente approfondita

 

Ciao!

e.... buon anno!

Vi do una alternativa riguardo all'aquila bicipite caricata dello stemma ovale che presenta la banda orizzontale. Che ne dite di quello della famiglia Giustinian?

saluti

luciano

 

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Inviato

Ciao Luciano e buon anno anche a te.

Sul foglietto pubblicitario del Balsamo Greco l’aquila è coronata, come compare in un altro stemma della famiglia Giustinian

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Faccio notare che Giovan Battista Masgumieri, l’unico dispensatore del balsamo dalle “maravigliose virtù” pubblicizzato, era un noto ciarlatano venditore di balsami e taccomacchi a Venezia, citato ne “La Marfisa bizzarra” di Carlo Gozzi.

apollonia


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Inviato
15 ore fa, apollonia dice:

Ciao Luciano e buon anno anche a te.

Sul foglietto pubblicitario del Balsamo Greco l’aquila è coronata, come compare in un altro stemma della famiglia Giustinian

Stemma-araldico-Giustiniani.png.c3c68821ca989749e28a7dfd97462d34.png

Faccio notare che Giovan Battista Masgumieri, l’unico dispensatore del balsamo dalle “maravigliose virtù” pubblicizzato, era un noto ciarlatano venditore di balsami e taccomacchi a Venezia, citato ne “La Marfisa bizzarra” di Carlo Gozzi.

apollonia

 

Ciao

Questo stemma ha parecchie varianti: a volte c'è una corona tra le due teste, altre volte ogni testa è coronata, a volte non ci sono corone, le ali possono essere all'insù o no ....

cari saluti

luciano


Inviato (modificato)

 

Der doppelköpfige Adler auf dem Siegel der Goldkopfapotheke in Triest und auf dem Prospekt ist eindeutig das österreichische Staatswappen. Der Adler trägt rechts (im heraldischen Sinne) ein Zepter und ein Schwert in den Krallen und links den kaiserlichen Reichsapfel. Die Insignien des Heiligen Römischen Reiches und der Habsburger. 

Was das Wappen der Familie Giustinian betrifft, so könnte der Adler derjenige sein, der auf einigen Mützen der Apotheke von Al Cedro Imperiale zu sehen ist (#1089). Das macht aber nur Sinn, wenn die Familie mit der Apotheke zu tun hatte. Mit anderen Worten, sie besaßen früher die Apotheke...

Modificato da Gratian

Inviato (modificato)

Danke Spicier,

dann haben wir die folgende noch unvollständige Sequenz für Allo Strauß

Giorgio Melichio ? - 1585
Paolo Romani (siehe #735 + #737)
Alberto Stecchini
Antonio de Sgobbis 1631 -
Gian Giacomo Roncalio
Pietro Cappelletto di Pasquale um 1850

Und Domenico Romani (siehe # 741)? War er auch der Besitzer der Apotheke?

Die Chronologie der Apotheke zur Madonna hat Apollonia übrigens schon in #742 angedeutet. Ich würde mir das gerne anschauen und prüfen, ob die Initialen auf den Verschlüssen mit den Namen der Besitzer übereinstimmen. Dies würde es einfacher machen, die Schließungen in chronologischer Reihenfolge einzuordnen.

 

 

Modificato da Gratian

Inviato
Il 23/1/2018 alle 22:13, gigetto13 dice:

Ho chiesto ad un mio collega persiano se riusciva a leggere le scritte, questa la sua gentile risposta:

About the picture, it is not persian and also arabic. I showed the picture to my friends. Most of them belived that it is Pashto language (some part of afghanistan and most of pakistan). I am looking to find someone of this countries. If I success to find, I will tell you.

Best Wishes,
Ghafar
 
Ovviamente i caratteri sono gli stessi per tutte le lingue di ceppo "arabo", ma ovviamente la lingua cambia da paese a paese, ed anche all'interno di una stessa nazione.. senza pensare ovviamente che parliamo di un documento di secoli fa. Vediamo cosa mi risponderà Ghafar.
 

Buonasera a tutti. In merito al contenuto dell'etichetta in lingua di ceppo arabo che avevo postato qualche tempo fa, ho provato a fare un esperimento, facendola tradurre dal telefonino.

E questo è il risultato:

WhatsApp Image 2024-01-21 at 19.08.30.jpeg

Il traduttore lo riconosce come persiano (la traduzione è un po' così così, ci sta che non sia persiano ma qualcosa di simile. Come potrebbero essere ovvi limiti del traduttore) e non avrei dubbi sulla scritta centrale: Theriaca Andromachi.

Ci sono poi riferimenti alla Madonna (quel Pishanbadr sarà senz'altro spezieria) e alla dose, credo, una pozione di due minerali potrebbe avere a che fare con quello. Più problematica l'ultima riga.

Ma magari utilizzando un traduttore più evoluto...


  • 2 settimane dopo...
Inviato

Buongiorno,

ho trovato il top medicinale di Theriak nella Repubblica Ceca. Non sai di che periodo è?

la prima foto è mia, la seconda è scaricabile qui, grazie Karel
ASPETIARIA DAL S.GIERONIM?

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  • 2 settimane dopo...
Supporter
Inviato

Il dritto va ruotato di 180°:

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apollonia

  • Grazie 1

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