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IGNORED

Tessera per la teriaca


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47 minuti fa, gigetto13 dice:

Apollonia, è sempre un piacere leggerti! La numismatica è anche scienza esatta, come tu, da buon farmacista (e chimico!) ci insegni.

un saluto dal tuo "collega" Luigi ci rivediamo a Verona presto ho alcune domande da farti sul SEM, che io uso (per lavoro, si intende).

 

Ciao Luigi.

Un’applicazione ‘numismatica’ della microscopia elettronica a scansione accoppiata alla spettroscopia a dispersione di energia la puoi trovare sul mio articolo del mese scorso ‘Storia, poesia, chimica e mitologia in una medaglia di beneficenza di Firenze ai Pisani’ in Panorama Numismatico 325 (2017) 43-46.

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Il mio tappo sigillo della spezieria ‘Al Paradiso’ è arrivato.

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Piombo: 8,22 g, 22,7 mm.

Dal contorno irregolare è evidente che il tappo è stato ritagliato dal bossoletto al quale faceva da sigillo.

Nella metà superiore si nota il Padre con un’aureola triangolare, il Figlio con una corona raggiante e, tra loro, la colomba dello Spirito Santo in alto e sotto un globo terrestre mal formato sormontato da una croce. A destra e a sinistra un adoratore inginocchiato in preghiera. Nella metà inferiore si possono individuare le teste di quattro personaggi.

Questa è l’insegna della spezieria riprodotta dal Codice Gradenigo

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Buona Domenica

Non mi stupirei se, tra i vari adoratori della Trinità, ci fosse San Marco ;) difficile però identificarlo .....

saluti

luciano


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1 ora fa, 417sonia dice:

Buona Domenica

Non mi stupirei se, tra i vari adoratori della Trinità, ci fosse San Marco ;) difficile però identificarlo .....

saluti

luciano

Ciao Luciano

Per tua informazione riguardo al rapporto Teriaca della Testa d'oro-Fernet Branca ti allego un passo del testo del Dian 'Cenni storici sulla Farmacia Veneta' della Filippi Editore Venezia, 1900.

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Buona domenica anche a voi, 

premettendo che ho scarse conoscenze teologiche per cui magari dico delle inesattezze, mi risulta che il concetto biblico di paradiso sia alquanto astratto. Per cui occorre rivolgersi a colui che ha tradotto l'aldilà in immagini universali (sostanzialmente inventando anche il purgatorio, che tanto rientro economico ha portato alla Chiesa cattolica) e cioè Dante. Nell'empireo, tralasciando i cerchi angelici, troviamo la rosa dei beati (qui rappresentati nella parte basse del tappo e dell'insegna) sovrastata dalla Trinità di Dio Padre, Figlio e Spirito Santo, e fin qui ci siamo.

In merito alle altre due figure, nella Comedia, al vertice della rosa ci sono Maria, madre di Gesù (che mi pare assai probabile essere la figura a sinistra guardando -e quindi alla destra del figlio-), e di fronte a lei san Giovanni Battista. Se fossimo a Firenze non mi porrei molti dubbi ma essendo a Venezia  magari c'è stata qualche licenza interpretativa. Non vedo però nulla che ricordi l'iconologia di san Marco, per cui questa resterebbe una mera ipotesi congetturale.

Anche il mio tappo/sigillo del Paradiso, ancorché peggio conservato di quello di Apollonia, mostra sul retro un margine irregolare, anche se più ampio del suo, che farebbe pensare appunto ad un ritaglio del bossoletto.

Tornando alle spezierie teriacanti, non mi risulta sia stato fatto un lavoro organico in merito (magari c'è qualcosa nella tesi assegnata da Apollonia che sembrerebbe essere stata pubblicata, e a cui mi piacerebbe dare un'occhiata, ma che non sono riuscito a rintracciare né su tesionline né in nessun altro posto).

Comunque, il numero delle farmacie a Venezia ha avuto un andamento altalenante in base alle oscillazioni della popolazione (epidemie di peste in passato e progressivo spopolamento in tempi più recenti), nel Duecento Venezia conta circa 120.000 abitanti, più o meno gli stessi degli inizi del Cinquecento quando si contano 70 spezierie (erano arrivati ad essere 200.000 ma poi la peste ha compiuto il suo lavoro).

Nel 1550 le spezierie sono un centinaio e gli abitanti 150.000, poi ancora la peste a fine '500 e nel 1630 provoca grandi contrazioni di popolazione.

Nel 1750 gli abitanti sono ancora 150.000 e le spezierie 93, nel 2013 si riducono a 35 a fronte di circa 58.000 abitanti (R. Vecchiato, Gli speziali a Venezia, Mazzanti Libri, 2013)

Ma quante e quali erano le spezierie teriacanti?

Marianne Stoessl nel suo "Lo spettacolo della Triaca", Centro tedesco di studi veneziani, quaderno 25, 1983, dice che erano una quarantina ed elenca: "all'Abramo, all'Angelo, agli (due) Angeli, all'Aquila nera, al Basilisco, al Calice, alla Campana, alla Cavaliera, al Cedro imperiale, al Centauro, al Coral(lo), al Doge, alla Gatta, S. Girolamo, S. Giacomo, S. Giovanni Battista, al Griffo, all'Idra, al Lion d'oro, alla Madonna, al Medico, ai due Medici (SS. Cosa e Damiano?), ai due Mori, al Paradiso, al Pellegrino, alla Pigna, al Pomo d'argento, al Redentore, allo Struzzo, al Tedesco, alla Testa d'oro, all'Umiltà coronata, alla Vecchia etc"

a queste aggiungerei per certo le due Sirene, (io ho due tappi che darei abbastanza probabili come teriacali al Campanile e al Sole), abbiamo visto più di un tappo del Ponte delle Guglie, uno del San Marco, uno delle due Colonne, parecchi della Rosa aurea.

Per quanto riguarda il Lion d'oro, ho un tappo, piuttosto rovinato, in cui sembrerebbe vedersi il leone rampante, quindi l'insegna del Lion d'oro, diversa da quella del San Marco in cui il leone non è rampante.

Magari mettendo insieme le notizie la mappa si fa completa.

 


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@Spicier

Anche le mie conoscenza teologiche sono scarse, ma nel contesto del tappo e dell’insegna Al Paradiso è probabile che nella parte inferiore sia raffigurata la schiera paradisiaca dei santi e delle sante, guidati rispettivamente da san Giovanni Battista (a destra) e da Maria (a sinistra).

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Quanto alla tesi, non ho difficoltà a mandarti un pdf in reply a un messaggio dal tuo al mio indirizzo e-mail che puoi trovare sull’articolo citato al post # 426 o anche qui al post # 29

http://www.lamoneta.it/topic/147657-medaglia-di-antimonio/?page=2#comment-1704900

 

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Altro... Paradiso

Tiziano - Adorazione della Trinità 1551-1554 olio su tela; 346 x 240. Madrid, Museo del Prado

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Commissionata dall’imperatore Carlo V, l'Adorazione della Trinità è ricordata nei documenti cinquecenteschi anche come Trinità, Paradiso, Giudizio e infine Gloria a testimoniare la complessità dell’iconografia. Si tratta di una visione celeste alla quale sono ammessi i personaggi della casa imperiale, fra i quali si distingue anche l’autoritratto del vecchio Tiziano, introdotti dalle schiere angeliche in alto a destra. La loro veste è un candido lenzuolo ed indica la loro qualità di anime risorte in attesa di giudizio (positivo) e dell’accesso alla suprema beatitudine. Mentre in basso una serie di personaggi dell’Antico Testamento da Mosè a Noè e, a sinistra, Giovanni Battista, ultimo profeta del vecchio mondo e primo del nuovo, sembra aprire la strada alla splendida figura ammantata d’azzurro di Maria mediatrice. Giunti alle sfere supreme si manifesta infine la Trinità rappresentata dalle figure pressoché identiche del Padre e del Figlio ai lati della colomba dello Spirito Santo. 

Fonte: http://digilander.libero.it/sangiacomoparrocchia/Tiziano-AdorazioneDellaTrinita.htm

 

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Guarda che nel dipinto di Tiziano, san Giovanni Battista non è di fronte a Maria ma in basso a sinistra, con i personaggi dell’Antico Testamento da Mosè a Noè. In alto a destra, introdotti dalle schiere angeliche, vi sono i personaggi della casa imperiale, fra i quali si distingue anche l’autoritratto del vecchio Tiziano. Come dice la didascalia " La loro veste è un candido lenzuolo e indica la loro qualità di anime risorte in attesa di giudizio (positivo) e dell’accesso alla suprema beatitudine."

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Inviato

sì sì, ma al di là dell'autoreferenzialità di Tiziano e la piaggeria nei confronti della casa reale, le due figure preminenti -oltre alla Trinità- restano sempre Maria e san Giovanni Battista. Direi che questa sia l'iconografia classica, probabilmente ricalcata anche nel tappo

 


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e direi che l'iconografia del santo a destra fa proprio pensare a san Giovanni Battista

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1 ora fa, Spicier dice:

sì sì, ma al di là dell'autoreferenzialità di Tiziano e la piaggeria nei confronti della casa reale, le due figure preminenti -oltre alla Trinità- restano sempre Maria e san Giovanni Battista. Direi che questa sia l'iconografia classica, probabilmente ricalcata anche nel tappo

 

E perché piaggeria dell’artista nei confronti della casa reale? L’opera gli era stata commissionata dall’imperatore Carlo V e Tiziano deve aver seguito le indicazioni del committente (di cui era il ritrattista ufficiale), mettendosi anche lui con un lenzuolo bianco tra i personaggi a mo’ di firma.

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Inviato

più piaggeria di mettere la famiglia committente in primo piano davanti a dio prima dei santi e dei beati...

e più autoreferenzialità di fare altrettanto con se stessi, come del resto aveva fatto Michelangelo nel "Giudizio universale".  L'ego ipertrofico del grande artista :-) 


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Sbaglio o vuoi ‘vendicarti’ di Tiziano perché ti ha fatto andare fuori strada avendolo scambiato per san Giuseppe? E dire che vestiva anche un bel lenzuolo bianco!

A parte le battute, la raffigurazione centrale del dipinto che hai mostrato (dove si vede tra l’altro una moltitudine di gente a livello e al di sopra della Trinità) è praticamente il modello del tappo sigillo e dell’insegna della spezieria ‘Al Paradiso’.

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Sotto la Trinità c’è una folla, credo in attesa del Giudizio universale, mentre la schiera paradisiaca dei santi (guidati da san Giovanni Battista) e quella delle sante (guidate da Maria) sono rispettivamente a destra e a sinistra.

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Inviato

ahahah, san Giuseppe conta 'na cicca in paradiso, mai dubitato che fosse lui lì davanti; e massimo rispetto per Tiziano autore, direttamente o più probabilmente per il tramite del suo allievo Van Calcar, di uno dei più riusciti connubi tra arte e scienza il De humani corporis fabrica, Basilea, Oporinus, 1542 (grande anno, vedi De revolutionibus orbium celestium del Copernico e Historia stirpium del Fuchs) poi ristampato, sempre da Oporino nel 1555.

Opera stampata quasi clandestina - almeno la prima edizione- in Svizzera ma interamente concepita a Padova.

La serie degli scarnificati della Fabrica (e anche i tre scheletri assai espressivi) è quanto di più grande e bello si potesse concepire, soprattutto in un libro di anatomia.

Libro epocale, c'è un "prima" e un "dopo" la sua pubblicazione; tanto è vero che Realdo Colombo, successore alla cattedra di anatomia a Pd del Vesalio ha provato in tutti i modi, ahimè inutilmente, a convincere Michelangelo ad intraprendere un progetto simile.


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Inviato

Brrr, qui mi fermo sulla parte della Terra soggetta alla forza di gravità!...

Mi accontento della identificazione fino a prova contraria corretta dei personaggi raffigurati su questa capsula, una delle più popolate della serie. Per di più della serie di diametro inferiore.

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20 ore fa, apollonia dice:

Sbaglio o vuoi ‘vendicarti’ di Tiziano perché ti ha fatto andare fuori strada avendolo scambiato per san Giuseppe? E dire che vestiva anche un bel lenzuolo bianco!

 

A parte le battute, la raffigurazione centrale del dipinto che hai mostrato (dove si vede tra l’altro una moltitudine di gente a livello e al di sopra della Trinità) è praticamente il modello del tappo sigillo e dell’insegna della spezieria ‘Al Paradiso’.

 

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Sotto la Trinità c’è una folla, credo in attesa del Giudizio universale, mentre la schiera paradisiaca dei santi (guidati da san Giovanni Battista) e quella delle sante (guidate da Maria) sono rispettivamente a destra e a sinistra.

 

 

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Ciao!

.... e come si può vedere, a destra di chi guarda, ci sono gli Evangelisti (con un libro in mano che identificherei con il Vangelo) ... tra i quali, ovviamente, ci sarà pure S. Marco.

Scusate l'  :offtopic: ma conoscendo l'ossessione dei veneziani di allora di mettere S. Marco ovunque (in forma umana o leonina), non mi sarei meravigliato se anche nel tappino della spezieria in parola ce l'avessero fatto rientrare in qualche modo .... ;)

saluti

luciano


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Proprio così, Luciano.

Questa è una mia ipotesi sul bossoletto con il Leone in moeca di San Marco sull’estremità ancora sigillata, assumendo che sia quella alla base come sembra dalla foto.

 

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La premessa è che i coperchi erano simili per certi aspetti ai tipi monetali veneziani dell’epoca e che a volte i bossoletti effigiavano un leone alato (anche se non è specificata la posizione).

Questo bagattino della serie anonima dei Dogi (1519-1600) avrebbe potuto ispirare in teoria il tappo sigillo della spezieria ‘Alla Madonna’ per l’immagine della Beata Vergine con il Bambino sul diritto e il tappo sigillo della spezieria ‘Al San Marco’ per l’immagine del leone in maestà sul rovescio.

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Però avrebbe potuto anche essere stato preso a modello di un bossoletto della stessa spezieria, nella fattispecie ‘Alla Madonna’, con l’immagine della Madonna col Bambino sul sigillo e l’immagine del leone alla base.

Il sigillo che garantiva la qualità del farmaco, come pure il bossoletto in cui era confezionato, era di piombo, un metallo tenero che poteva essere ritagliato dalla sommità per aprire il contenitore.

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Inviato

l'ipotesi che il leone in moeca fosse impresso alla base del bossoletto era anche la mia idea. Sulla Madonna col bambino, questa è un simbolo assai spesso associato agli speziali.

A Firenze era la protettrice dell'Arte, ad esempio; Arte a cui anche Dante si era iscritto (in realtà solo per poter fare politica, condizione che presupponeva appunto l'iscrizione a un'arte, per cui tanto valeva iscriversi alla più prestigiosa) e la sua immagine compare nella prima edizione del "Ricettario fiorentino" stampato il giorno XXI di genaio MCCCCLXXXXVIII (ab incarnatione, e quindi in realtà 1499) dal Famosissimo Collegio degli esimi dottori della arte e medicina della inclipta ciptà di Firenze, ad instantia della Signori Chonsoli della università degli speziali.

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Inviato

ho anche recuperato un sigillo/tappo che sembrerebbe molto più antico di questi della teriaca, probabilmente medievale, con la stessa immagine

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Inviato

per quanto riguarda il leone di S. Marco, su tutti gli atti ufficiali della Serenissima il leone è di fianco con le due zampe anteriori sulla terraferma e le due posteriori in acqua a significare il dominio di Venezia sulla terra e anche sul mare. 

Non so bene quando venisse privilegiato quello in moeca, del quale possiedo un bellissimo sigillo per ceralacca

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