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Tessera per la teriaca


pozleo

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Alcune spezierie prendevano il nome dai luoghi religiosi che si trovavano nelle vicinanze del negozio. Ad es. Al Campanile perché la farmacia era nei pressi del campanile della chiesa di S. Giovanni Grisostomo; al Ponte dei Servi perché era in prossimità del convento dei Servi.

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La spezieria alla Madonna di Candia (o di Spagna) in contrada di S. Giustina aveva preso questa insegna perché nella chiesa di S. Giustina si venerava un’immagine della Vergine proveniente da Candia e ancor prima dalla Spagna.

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Scrive il Gradenigo che: “Un divoto sacerdote dona alle Monache di S. Giustina una miracolosissima statua di Maria Vergine, trasportata da Candia con la perdita di quel regno caduto in mano ai Turchi e fu esposta sopra un Altare in Chiesa e si chiama la Madonna di Spagna perché prima che apparisse in Candia era in Spagna stata oltraggiata da barbari.”

apollonia

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La spezieria alla Dogaressa aveva potuto adottare questa insegna in seguito alla domanda del proprietario al governo della Serenissima di poter fregiare la sua bottega del titolo della Dogaressa e non del Doge essendovene già una con questo nome sulla Riva degli Schiavoni.

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La domanda è stata accolta perché da molti anni la spezieria forniva medicinali alla nobile famiglia Mocenigo di S. Stae (S. Eustacchio) che abitava nel palazzo omonimo e che diede allo Stato valorosi capitani e vari dogi.

apollonia

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Supporter

Per quanto riguarda la scelta dei soggetti rappresentanti i simboli che davano il nome a una spezieria (o a un esercizio in genere), si può notare come il S. Marco, presente in molte insegne commerciali, abbia avuto due possibilità di trasposizione grafica entrambe corrette ed ugualmente valide. Si poteva scegliere di rappresentare ‘umanamente’ il Santo mentre scrive il suo vangelo e reca accanto il cosiddetto ‘attributo principale’ – il leone alato e nimbato – oppure si poteva optare di rappresentare l’Evangelista servendosi solo del suo simbolo, il classico leone abbrancante il Libro.

L’insegna farmaceutica della spezieria Al S. Marco disegnata nel Codice Gradenigo ha scelto questa seconda maniera, tipicamente veneziana, che troviamo anche raffigurata sul tappo sigillo del bossoletto di teriaca che vendeva.

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Nel Museo del ‘700 di Cà Rezzonico, tuttavia, nella reale insegna della spezieria Al S. Marco ancora in vista, l’Evangelista è rappresentato nella sua forma completa “umana” e il leone è ai suoi piedi, in secondo piano.

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Una curiosità per concludere questa rassegna sulle insegne: nelle spezierie che avevano per insegna un santo (o anche il Redentore o la Madonna), nel giorno in cui cadeva la festa religiosa del protettore ricevevano un doppio salario.

apollonia

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  • 1 mese dopo...
Supporter

Ciao pozleo,

grazie della segnalazione. C'è proprio un esemplare in vendita qui

http://www.ebay.it/itm/1603-Dated-Lead-Wine-Or-Medicine-Theriac-Bottle-Seal-/291055951463?pt=UK_Antiques_DecorativeAntiques_Collectables_EH&hash=item43c4495e67&_uhb=1

dove però non si precisa che si tratta di un'imitazione di un tappo sigillo della spezieria Alla Testa d'oro di Venezia.

Magari darò risposta all'editore del bollettino Leaden Tokens Telegraphs.

apollonia

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  • 2 mesi dopo...
Supporter

A Verona l’amico Luciano (417sonia) mi ha parlato della spezieria Ai do San Marchi che è stata ricostruita al terzo piano del Museo di Ca’ Rezzonico e mi hai poi trasmesso il link dove si parla del mobilio e degli oggetti presenti nei tre ambienti di cui si compone questa farmacia.

 

http://carezzonico.visitmuve.it/it/il-museo/percorsi-e-collezioni/terzo-piano/

 

Nel secondo volume dal titolo Per una storia della farmacia e del farmacista in Italia – Venezia e Veneto della Collana Schiapparelli a cura di Angelo Schwarz (Ed. Skema, Bologna, 1981) una pagina è dedicata al primo ambiente della farmacia ricostruita, la bottega vera e propria, dove si nota l’elegante mobilio in radica di noce scura e la serie dei 183 vasi in maiolica decorata, opera della manifattura veneziana dei Cozzi, destinati a contenere le spezie e i materiali necessari alla confezione dei medicamenti.

 

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Il secondo ambiente è occupato dal laboratorio, con il caminetto e il fornello, oltre agli alambicchi in sottilissimo vetro, usciti dalle fornaci muranesi. Il terzo ambiente, infine, è quello del retro-farmacia con le pareti completamente ricoperte da una boiserie in legno d’abete dipinto, arricchita di capitelli intagliati e di altri elementi decorativi. Qui sono collocati, negli scaffali, vasi di maiolica e in vetro oltre a due grandi mortai, usati per polverizzare le materie prime.

 

 

apollonia

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Supporter

Buona serata

 

Un capolavoro di ebanisteria, impreziosito dai vasi di ceramica, maiolica e vetro di Murano ... da restare senza parole!

 

Cliccate anche sulla foto del link aggiunto da apollonia, e guardate le formelle di vetro che formavano presumibilmente la vetrina della spezieria.

 

luciano

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Fino al 1908 la farmacia si trovava in campo San Stin a Venezia, nell’edificio d’angolo con calle Donà.

L’insegna della farmacia raffigura due leoni affrontati che reggono il Vangelo aperto, simbolo del protettore di Venezia, l’evangelista Marco.

 

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Nel primo ambiente della farmacia ricostruita (v. post # 256), i due vasi più grandi, collocati simmetricamente agli angoli della parete di fondo, recano questa insegna.

 

Nel Museo di Ca’ Rezzonico è conservata anche la vecchia insegna della spezieria ai “Due San Marchi”, una tavola in legno alta 73 cm con il Santo in due diversi atteggiamenti sui due lati.

 

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apollonia

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  • 5 mesi dopo...
Supporter

Nella CNG 350 del 6 maggio prossimo sarà battuto un tappo sigillo della spezieria all’insegna dei due Mori come il mio illustrato al post # 243

 

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ITALY, Venezia (Venice). 17th century. PB Theriac capsule lid (24mm, 8.09 g). Produced by Venice’s Due Mori pharmacy. THERACA FINA A[LI DVE MORI] VEN, confronted busts of two moors / Blank. U. Klein, “Theriak-Kapseln und kein Ende,” Festschrift Ilisch p. 288, 1. Near VF, dark brown patina. Rare.

Theriaca (also known as ‘Venice triacle’) was an ancient medicinal compound – employed as a traditional medicine since the time of Mithridates VI of Pontus – used as an antidote against poisonous bites. Nero’s physician Andromachus, as well as the medical author Galen, discussed its medicinal value. Containing dozens of ingredients, including viper flesh, opium, cinnamon, agarics, and gum arabic, it was mixed with honey and wine to complete the compounding process. During the Middle Ages, theriac became a valuable article of commerce, with Venice, Padua, Milan, Genoa, Bologna, Constantinople, and Cairo all competing in its trade. Venice regulated the production and trade of theriac beginning in 1258, and by the 15th century controlled its distribution throughout Europe. About 40 pharmacy shops in Venice were officially allowed to produce and sell theriac. 

Nearly all of the known “Two Moors” theriac caps have been found in Greece or Bulgaria (see Klein pp. 287-288).

 

 

apollonia

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Nella stessa asta sarà battuta una capsula imitazione di quelle ufficiali della spezieria ‘alla Testa d’oro’, come quella già postata al # 104.

 

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“Golden Head” Pharmacy Imitation

 

ITALY, Venezia (Venice). 17th century. PB Theriac capsule lid (39mm, 17.58 g). Crude imitation of Venice’s Testa d’oro pharmacy. TERIACA F ALLA TEST DORO VENET, laureate bust right; large pellet before / Blank. Cf. U. Klein, “Theriak-Kapseln und kein Ende,” Festschrift Ilisch p. 288, 3c (for similar imitation of Trieste’s Alla testa d’oropharmacy). Near VF, slightly bent, sides of lid broken off or flattened.

 

Theriaca (also known as ‘Venice triacle’) was an ancient medicinal compound – employed as a traditional medicine since the time of Mithridates VI of Pontus – used as an antidote against poisonous bites. Nero’s physician Andromachus, as well as the medical author Galen, discussed its medicinal value. Containing dozens of ingredients, including viper flesh, opium, cinnamon, agarics, and gum arabic, it was mixed with honey and wine to complete the compounding process. During the Middle Ages, theriac became a valuable article of commerce, with Venice, Padua, Milan, Genoa, Bologna, Constantinople, and Cairo all competing in its trade. Venice regulated the production and trade of theriac beginning in 1258, and by the 15th century controlled its distribution throughout Europe. About 40 pharmacy shops in Venice were officially allowed to produce and sell theriac. 

 

See here for an excellent example of an official lid of the Golden Head pharmacy. The winged lion (badge of S. Marco and Venice) on that piece is here reduced to a simple pellet. Today, we would refer to theriac sealed with such crude lids as counterfeit goods, taking advantage of consumers’ trust in the Golden Head pharmacy name. We can only wonder what medicinal benefits the counterfeit theriac actually had.

 

 

apollonia

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  • 2 settimane dopo...
Supporter

Non so se è stata già segnalata questa vendita a prezzo fisso. Può darsi che a qualcuno possa interessare.

http://www.vcoins.com/en/stores/london_ancient_coins/89/product/italy_venezia_16th17th_century_pb_theriac_box_lid/578494/Default.aspx

 

Ciao Lorenzo e grazie della segnalazione.

Credo si tratti del coperchio in piombo di un bossoletto di teriaca con il simbolo dei Gesuiti simile a questo che ho in collezione.

 

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apollonia

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Supporter

Il tappo sigillo della spezieria all’insegna dei due Mori del post # 259 è stato aggiudicato a 110 $. Il miglior esemplare del genere battuto in un’asta dell’anno scorso ha spuntato 280 $, ma, come si vede dalla foto, la conservazione è migliore e la scritta lungo il bordo leggibile.

 

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Very Rare “Two Moors” Theriac Seal

ITALY, Venezia (Venice). 16th-17th centuries. PB Theriac seal (23.5mm, 12.54 g). THERIACA TINA ALI DVE MORI VEN, confronted busts of two moors / Blank. U. Klein, “Theriak-Kapseln und kein Ende,” Festschrift Ilisch p. 288, 1. VF, beige patina. Very rare.

 

Il 'TINA' nella didascalia è in effetti 'FINA'.

 

 

apollonia

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Il tappo sigillo non ufficiale della spezieria Alla Testa d’oro del post # 260 è stato aggiudicato a 90 $.

Un’altra imitazione con la legenda alterata ma in migliori condizioni di conservazione è stata aggiudicata lo scorso anno a 120 €.

 

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Interesting Theraic Box Seal

UNCERTAIN EASTERN MEDITERRANEAN. 17th century. PB Theriac box seal (37mm, 21.29 g). Derivative of the Production of the Alla testa d’oro Pharmacopia of Venice. Laureate and draped right; to right, small winged lion(?); border consisting of garbled legend within blossom-wreath / Blank. Cf. P. Voltolino, La storia di Venezia attraverso le medaglie (Milan, 1998), pp. 271-2 and no. 1295; cf. C. Martin, “Les capsules de theriaque”, - Museés de Genèva 99 (Geneva 1969), pp. 11-13; cf. U. Klein. “Von Paradies zu Paradies: Theriak und Theriak-Kapseln,” SM 218 (June 2005), 38-41, figs. 3, 9, 11; cf. Peus 364, lot 734 = Peus 367, lot 2086 (all refs. for protype). VF, deposits. An interesting example of an imitation of the popular pharmaceutical product.

 

 

apollonia

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Un’altra imitazione del tappo sigillo Alla Testa d’oro è in asta sulla nota piattaforma

 

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La capsula di piombo (47 g, 55 mm) è datata 1603 e raffigura al centro un busto di profilo a destra con una C in basso a destra, al di sopra dell’ultima cifra della data. La legenda, contornata da una ghirlanda di fiori, è: TERIACA . FINA . ALA . TES(rovesciata)TA . CIOPO . IN . VENET .

 

 

apollonia

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Altra imitazione come sopra ma piuttosto malridotta.

 

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Venezia XVII Secolo. Tappo in piombo di Teriaca. Farmacia in Venezia. TERIACA. F. ALLA. TESTA. D'ORO. IN . VENET. Grammi 30,45, Millimetri 40,4. RARO.

 

La parte della legenda che leggo è TERIACA F ALLA. Per il resto non so.

 

 

apollonia

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Tappo sigillo 'Alla Testa d’oro' autentico e, nel suo genere, in ottimo stato di conservazione (Hirsch 271, 17 febbraio 2011).

 

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Siegel-Deckel o.J. (Blei; 17. Jh.) der Apotheke "Alla Testa d' Oro". TERIACA . F . ALLA . TESTA . DORO . IN . VENET . Belorbeerte drapierte männliche Büste r., davor Marcuslöwe. Darum Kranz und Schriftkreis. Voltolin 1225. Brett. -. Unterer Rand mit Ausbruch. 43,1 mm. RRR   ss.

 

Dopo tante imitazioni ci voleva proprio!

 

 

apollonia

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Tappo sigillo della spezieria ‘Dalla Madonna’ venduto in eBay.

 

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Verschlussdeckel einer Theriak Arzneimittelampulle aus Blei aus dem 17/18. Jhd.

Die unabgekürzte Aufschrift lautet folgendermaßen: ALLA SPETIARIA DALLA MADONNA IN VENETIA

Selten mit den Initialen S P

Erhaltung siehe Bilder - Durchmesser 22mm.

 

 

La raffigurazione della Madonna col Bambino è simile a quella sulla capsula tratta da un lavoro di Ulrich Klein con la sigla è I H invece di S P.

 

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apollonia

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La teriaca Magna di Andromaco Senior ai tempi di Nerone è l’elaborazione del mitridato messo a punto da Mitridate VI re del Ponto e dal medico di corte Crateua, con l’aggiunta fondamentale della carne di vipera.

Per rispondere alla domanda se prima di Mitridate VI, che salì al trono verso il 111 a. C., non si fosse mai parlato di teriaca, si deve far presente che il termine ‘teriaca’ era già in uso negli ambienti medici di Alessandria d’Egitto nel IV-III secolo a. C.  Una delle teriache più antiche è quella utilizzata da Antioco III il Grande re di Siria dal 224/223 al 187 a. C., che, come Plinio ci trascrive nell’Historia Naturalis, era utilizzata contro i morsi di tutti gli animali velenosi eccettuato il cobra.

La composizione della teriaca di questo sovrano si trova scolpita in versi su una lapide all’ingresso del tempio di Asclepio (o Esculapio) nell’isola di Cos, dove era usanza, per così dire, depositare la ricetta di rimedi di utilità generale perché tutti potessero usufruirne, incidendole nel bronzo degli arredi o nel marmo.

 

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apollonia

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  • 4 settimane dopo...
Supporter

Segnalo un terzo tappo sigillo della spezieria all’insegna dei due Mori battuto alla CNG del 3 giugno scorso.

 

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ITALY, Venezia (Venice). 17th century. PB Theriac capsule lid (24mm, 9.76 g). Produced by Venice’s Due Mori pharmacy. THERIACA FINA ALI DVE MORI VEN, confronted busts of two moors / Blank. U. Klein, “Theriak-Kapseln und kein Ende,” Festschrift Ilisch p. 288, 1. VF, brown patina. Rare.

 

352, Lot: 665. Estimate $150. Sold for $100. 

 

 

apollonia

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  • 2 settimane dopo...
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Alla LAC 44 di metà luglio sarà battuto questo coperchio della teriaca dei Gesuiti simile a quello che ho in collezione (v. post # 262). Entrambi hanno perso dei pezzi.

 

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Italy, Venezia, 16th-17th century. Pb Theriac Box Lid (32mm, 14.14g). Cross / HIS / THERIACA / […] – R; lion below. U. Klein. “Von Paradies zu Paradies: Theriak und Theriak-Kapseln” in SM 218 (June 2005), - Broken, otherwise VF.

 

 

apollonia

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Ciao!

 

Teriaca dei gesuiti ..... questa è bella! Chissà quali gesuiti erano.

 

I gesuiti lasciarono Venezia ai tempi del Doge Leonardo Donà, quando Paolo Sarpi scrisse il monito di protesta a Paolo V, quando questi lanciò l'interdetto sulla Serenissima e fino al 1655 non vi fecero ritorno.

 

Saluti

luciano

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Io credo che la scritta IHS non sia da attribuire direttamente ai Gesuiti, quanto piuttosto ad una farmacia dal nome tipo "al Gesù", poi a Venezia sappiamo ci sono innumerevoli toponimi derivanti da "Gesù", Gesuati, ecc.

 

O forse, dato che spesso "a parità di fattori la spiegazione più semplice è da preferire" (Guglielmo di Occam), potrebbe essere semplicemente una sigla religiosa di buon augurio come spesso se ne vedono ovunque a Venezia, basta passeggiare ed è pieno di IHS sugli stipiti delle porte, nelle chiese e anche nelle piccole ancone agli incroci delle calli. Magari si voleva intendere che quella teriaca era in un certo senso benedetta? Marketing ante litteram?

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Ciao!

 

Teriaca dei gesuiti ..... questa è bella! Chissà quali gesuiti erano.

 

I gesuiti lasciarono Venezia ai tempi del Doge Leonardo Donà, quando Paolo Sarpi scrisse il monito di protesta a Paolo V, quando questi lanciò l'interdetto sulla Serenissima e fino al 1655 non vi fecero ritorno.

 

Saluti

luciano

 

Certamente non quelli che stavano a Venezia prima di lasciare la città. Si tratta dei Gesuiti del Collegio Romano e quindi di teriaca non veneziana ma romana. 

 

Saluti

 

Giampiero

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Io credo che la scritta IHS non sia da attribuire direttamente ai Gesuiti, quanto piuttosto ad una farmacia dal nome tipo "al Gesù", poi a Venezia sappiamo ci sono innumerevoli toponimi derivanti da "Gesù", Gesuati, ecc.

 

O forse, dato che spesso "a parità di fattori la spiegazione più semplice è da preferire" (Guglielmo di Occam), potrebbe essere semplicemente una sigla religiosa di buon augurio come spesso se ne vedono ovunque a Venezia, basta passeggiare ed è pieno di IHS sugli stipiti delle porte, nelle chiese e anche nelle piccole ancone agli incroci delle calli. Magari si voleva intendere che quella teriaca era in un certo senso benedetta? Marketing ante litteram?

 

Il fatto è che non si tratta di teriaca veneziana ma romana.  :pardon: 

 

apollonia

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