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Tessera per la teriaca


Risposte migliori

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Che li ha presi tutti da: Elsa M. Cappelletti, Giuseppe Maggioni, Giovanni Rodighiero, La Spezieria, Università degli Studi di Padova, Edizioni Antilia sas, Treviso, 2002. Tutte immagini appartenenti alla "Collezione Maggioni"

 


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Sull’etichetta a destra dovrebbe esserci la traduzione della scritta su quella a sinistra AL STRUZZO DORO AL PONTE DE BARETARI VENEZIA - THERIACA FINA  nella lingua di ceppo ‘arabo’ afgano-pakistana da identificare.

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Confronto analogo tra le etichette nelle due lingue della spezieria Alla Testa d’oro.

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Caratteristico foglietto a stampa (20x15 cm; coll. privata) che pubblicizza l’alchermes, un’altra specialità prodotta dalla spezieria all’insegna della ‘Testa d’oro’ a Ponte di Rialto in Venezia. Dalla figura non ci sono dubbi che si tratta della ‘Testa d’oro’ di questa città e non della farmacia di Trieste, che ha la stessa insegna.

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Logo d’epoca della farmacia “Al Segno della Testa d’Oro” a Ponte di Rialto in Venezia.

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L’etichetta della collezione privata è tratta da:

Per una storia della farmacia e del farmacista in Italia. Venezia e Veneto, vol. 2, Collana Schiapparelli, a cura di Angelo Schwarz, Bologna, Skema, 1981.

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Inviato (modificato)

Buonasera a tutti.

Per fortuna di etichette se ne sono conservate parecchie.

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Queste tratte da S. Gramigna; L'arte dello speziale; Centro internazionale della grafica; Venezia. 1988

Modificato da Spicier
Citazione

Inviato

E' carino, quando ci si riesce, seguire l'evoluzione nei secoli di un determinato rimedio proposto da una stessa farmacia che a sua volta cambia la sua struttura/proprietà.

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Etichetta “Teriaca fina alla spezieria del Pomo d’argento in Venezia”.

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R. S. Badoer, La teriaca veneta, Storia Veneta 26 (2014) p. 45.

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Inviato

E immediatamente dopo la Seconda guerra mondiale La Teriaca è stato anche il nome di una testata di categoria

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Le pillole di Santa Fosca o del Piovano

Sono pillole aloetiche di grande efficacia purgativa, la cui produzione e vendita era un’esclusiva della spezieria in campo S. Fosca all’insegna dell’Ercole d’oro. Le pillole sono di origine antichissima e, secondo la tradizione, furono inventate da un parroco della chiesa di S. Fosca vicina alla farmacia. Da qui il loro nome in quanto ‘piovano’ (o ‘pievano’) è il prete che ha il governo spirituale della gente che abita nel perimetro della sua parrocchia. Le pillole sono state presentate e reclamizzate da molti manifestini illustrati, alcuni dei quali estratti da riviste dell’epoca si trovano ancora oggi in vendita in rete, come quelli che descrivo qui e a seguire, presi dalla cosiddetta ‘baia’.

 

Pubblicità anni Venti.

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Pubblicità anni Trenta.

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Pubblicità anni Cinquanta.

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Pubblicità anni Sessanta.

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Trafiletto tratto da un giornale del 1967.

 

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Rientrano nello spirito promozionale delle pillole anche la cartolina e la figurina presentate.

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Da http://www.themerchantofvenice.it/it/spezieria-allercole-doro-812.asp

La spezieria all'Ercole d'Oro a Santa Fosca rappresenta un'altra location di pregio per The Merchant of Venice. Un tempo di proprietà di Giovanni Girolamo Zanichelli, qualche anno fa è stata restaurata e riportata all'aspetto che aveva nel Settecento dalla famiglia Ponci.

 

Nella seconda metà degli anni Sessanta, agli inizi della mia carriera universitaria presso la Facoltà di Farmacia dell'Ateneo pavese, il corso di Tecnica e legislazione farmaceutica era tenuto dal prof. Riccardo Ponci, della famiglia che aveva la titolarità della farmacia all'Ercole d'oro. Lo ricordo come una persona gentile, disponibile e prodiga di consigli per i neolaureati che, come me, stavano per intraprendere questa strada.

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Inviato

Infatti è abbastanza plausibile che la formula delle pillole sia stata ideata -o quanto meno definitivamente messa a punto- proprio da Gian Girolamo Zanichelli che il 30 settembre 1700 chiede ai Provveditori alla Sanità il Privilegio per la loro commercializzazione in esclusiva. Privilegio che gli viene concesso il 10 giugno 1701. Alla sua morte il figlio, Gian Giacomo, fa richiesta, accolta nel febbraio del 1729, di veder trasferito a proprio nome il Privilegio sulle Pillole, e sempre su sua istanza vengono ufficialmente ammoniti i gestori di nove spezierie veneziane che le stavano vendendo senza averne titolo e per di più contraffatte. E non spezierie di secondo piano: La Madonna, Il Redentore, la Testa d'oro, Lo struzzo, Il Pomo d'argento, ecc. Alla morte di Gian Giacomo, il Privilegio viene lasciato per testamento alla moglie Elisabetta Danieli che dovrà ancora difendersi da contraffazioni operate da varie spezierie per arrivare poi, non avendo avuto figli, a un nipote. La spezieria verrà quindi acquisita dalla famiglia Ponci che continuerà la commercializzazione delle pillole fino alla metà del '900 quando, per problemi burocratici legati alla loro registrazione, vennero abbandonate. Probabilmente il componente che ne decretò la fine dell'uso - vedi formula manoscritta più sopra -  è stata la radice di scammonea, da cui si estrae una resina - analogamente a quanto si fa con la gialappa- che ha  proprietà purganti molto drastiche per cui non viene praticamente più utilizzata

 Gran parte dei manoscritti e delle carte di Gian Girolamo Zannichelli vennero acquistati da Girolamo Dian che, nel 1902, li donò all'Orto botanico di Padova.

 

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L’insegna della spezieria all'Ercole d'Oro a Santa Fosca raffigura l’eroe-semidio dotato di una forza eccezionale, che affronta vittoriosamente fatiche sovrumane. Ai suoi piedi vi è Cerbero, il mostruoso cane a tre teste a guardia dell'ingresso degli inferi su cui regnava il dio Ade, che fu catturato dall’eroe nella sua ultima e più faticosa impresa.

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Un’altra insegna che raffigura un personaggio mitologico è quella della spezieria L’Europa, con la mitica regina di Creta che ha dato il nome al continente in groppa al toro (Zeus) nel viaggio via mare dalle coste fenice all’isola cretese.

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Le vicende di Europa a Creta sono narrate nel mio articolo su Panorama Numismatico

https://www.panorama-numismatico.com/wp-content/uploads/MITI-E-LEGGENDE-DI-CRETA-E-MONETE-CON-IL-LABIRINTO-DI-CNOSSO.pdf

 

Non ho altre notizie invece della spezieria con la sua insegna: spero che chi mi legge e ne abbia, le condivida.

 

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Notizie sulla spezieria all'Ercole d'oro a Santa Fosca.

Gli arredi barocchi della spezieria all'insegna dell’Ercole d'oro costituiscono uno degli esempi più significativi di farmacia veneziana «con fedeltà conservato come in antico». L'eccezionalità storico-artistica dell'insieme architettonico e plastico-figurativo ha prodotto un decreto di notifica e la musealizzazione in loco per questo «ambiente di impareggiabile bellezza, meta quotidiana di visitatori ammirati, fra cui i forestieri che da tutto il mondo vengono a Venezia».
Sopra le scaffalature, a ridosso del soffitto con travature ‘alla sansovina’, i timpani spezzati delle porte accolgono busti e teste di carattere alternati a figure allegoriche. La fantasiosa invenzione presenta affinità con l'opera di Francesco Pianta il Giovane (1630-1690), autore, nella Scuola grande di San Rocco, delle sculture e dei dossali lignei dell’arredo della Sala superiore. Quest'ultima attribuzione a Pianta il Giovane è suffragata da un indizio documentario: agli inizi del Settecento, infatti, i nipoti Antonio e Alessandro abitavano proprio nella parrocchia di Santa Fosca. Superato è invece il generico riferimento allo scultore bellunese Andrea Brustolon. 
«Le linee […] un po’ involute ma non disarmoniche del barocchismo […] diedero fasto e grazia a quegli ambienti che, oltre essere rinomati laboratori di ricercati farmaci, erano anche ritrovi graditi di persone di scienza che attorno al farmacista si raccoglievano in animate brigate e in dotti conversari. Poiché pure a Venezia i crocchi dei patrizi eruditi, dei preti, degli accademici, dei giureconsulti, oltre che raccogliersi nei caffè e nelle botteghe di libraio, si radunavano anche nelle farmacie. E così anche la spezieria all’Ercole d’oro a Santa Fosca doveva echeggiare a suo tempo di dotte discussioni, e, più di qualche altra, anche della vita gaia del nostro vecchio popolo veneziano».
Esercitava qui il celebre farmacista, chimico e botanico Giovanni Girolamo Zannichelli (1662-1726), con licenza di produrre e commerciare «un preziosissimo farmaco: le pillole dette ‘del Piovan’, d’origine antichissima e inventate, secondo una tradizione, da un parroco della vicina chiesa di Santa Fosca. Farmaco salito a gran fama per la sua efficacia, specialmente quando di esso dovette occuparsi anche il Governo della Serenissima, dietro richiesta di Gian Girolamo Zannichelli, ‘Spezier all’Ercole d’oro’, del 1701, che volle, continuandone la manipolazione, difenderlo dalle fraudolente falsificazioni. 
Lo Zannichelli, e più tardi il figlio suo Gian Giacomo, vissero nella fastosità barocca di quella farmacia la loro vita di chimici valentissimi; una fastosità fatta di pilastrini, di cornici, di timpani, di riquadri arzigogolati e volute a gobbe, di figure simboliche, di statue, che serrano così bene, e illeggiadriscono con grazia i grandi armadi tutti in legno massiccio, e le porte poderose sorridendo, aiutati dai bianchi riflessi dei bei vasi allineati in buon ordine, al mobilio, […], al soppalco variatamente dipinto nella leggiadria regolare delle sue travi» (citazioni tratte da Carlo Pedrazzini, La farmacia storica ed artistica italiana, Milano, Edizioni Vittoria, 1934).

Fonte: https://it-it.facebook.com/pages/Spezieria-allErcole-doro-Venezia/621591434581340?sk=info

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17 ore fa, apollonia dice:

L’insegna della spezieria all'Ercole d'Oro a Santa Fosca raffigura l’eroe-semidio dotato di una forza eccezionale, che affronta vittoriosamente fatiche sovrumane. Ai suoi piedi vi è Cerbero, il mostruoso cane a tre teste a guardia dell'ingresso degli inferi su cui regnava il dio Ade, che fu catturato dall’eroe nella sua ultima e più faticosa impresa.

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Un’altra insegna che raffigura un personaggio mitologico è quella della spezieria L’Europa, con la mitica regina di Creta che ha dato il nome al continente in groppa al toro (Zeus) nel viaggio via mare dalle coste fenice all’isola cretese.

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Le vicende di Europa a Creta sono narrate nel mio articolo su Panorama Numismatico

https://www.panorama-numismatico.com/wp-content/uploads/MITI-E-LEGGENDE-DI-CRETA-E-MONETE-CON-IL-LABIRINTO-DI-CNOSSO.pdf

 

Non ho altre notizie invece della spezieria con la sua insegna: spero che chi mi legge e ne abbia, le condivida.

 

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Così a memoria non mi dice molto. Ero proprio ieri alla Marciana a consultare un codice, a saperlo prima davo un'occhiata alla Mariegola, magari qualcosa saltava fuori.

Doveva essere nei pressi del "Ponte storto"  di san Martino, a Castello. Zona Arsenale quindi. Non mi pare siano rimaste farmacie lì. La darei per minore, benché nel 1744 il suo proprietario, Giambattista Muttoni, fosse Priore dell'Arte, non mi pare di averla mai vista annoverare tra le teriacanti. Risulta aperta nel 1803, quindi dopo la caduta della Serenissima.

Non mi sembra ne parlino, a parte il nome e le poche notizie di cui sopra,  né il Dian né il Pedrazzini né il Conci né il Maggioni, il Masino, la Stoessl e la Gramigna.

Temo che per saperne di più occorrerebbe un'indagine ad hoc tra Marciana e Archivio di Stato di Venezia. 


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Inviato

Chissà se i rapporti tra la Serenissima e Creta (Candia) hanno avuto qualche ruolo nell’insegna della spezieria con il mito di Europa raffigurato su alcune monete di Cnosso, come questo bronzo coniato circa nel 220 a. C. in occasione dell’alleanza della città con Gortyna (Asta Triton V, 2002).

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CRETE, Knossos . Circa 220 BC. Alliance between Knossos and Gortyna. Æ 18mm (3.57 gm). Europa on bull left, two dolphins below / KN-W-SI-WN, labyrinth of Minos; star above between the K and N. Svoronos 122; SNG Copenhagen 378; BMC Crete pg. 22, 36-38; Laffaille 387. EF, brown patina, slightly uneven strike. Very nice for this issue.

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Inviato

Volevo aggiungere una nota sulle sanzioni prese dai provveditori alla Sanità istituiti dal Senato nel 1440 nei confronti di speziali per le pillole del Piovano, richiamando il cap. 17 di Renato Vecchiato, Gli Speziali a Venezia – Pagine di Storia, Ordine dei farmacisti della provincia di Venezia, Mazzanti Libri, 2013.

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Per non parlare di queste sanzioni per i farmacisti 'fuorilegge':

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Tra le spezierie ammonite ufficialmente dai provveditori per la contraffazione delle pillole del Piovano troviamo quella al Centauro, in campo della Guerra a S. Giuliano, la cui insegna presenta questa figura biforme della mitologia greca.

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Una notizia in rete su questa spezieria riguarda il tema della frode e fraudolenza diffusa all’epoca dai fogli volanti mascherati da pubblicità.

MA NON MANCANO CERTO ALTRI ESEMPI COME QUESTO ULTERIORE FOGLIO VOLANTE CHE DICE VIRTU', ED USO DEL BALSAMO OLEOSO VOLATILE, CHE SI VENDE ALLA SPEZIERIA DEL CENTAURO, IN CAMPO DELLA GUERRA A S. GIULIANO IN VENEZIA EDITO NELLA CITTA' LAGUNARE E VEROSIMILMENTE COEVO DEL PRECEDENTE.
NEL FOGLIO VOLANTE RISULTA SCRITTO COME IL "BALSAMO" SIA IN GRADO DI SANARE PER INALAZIONE PRONTAMENTE DALLE VERTIGINI, E DOLORI DI TESTAMENTRE APPLICATO SULLA CUTE PUO' PARIMENTI GUARIRE CON PRESTEZZA LE CONTUSIONI ED ANCHE RISOLVE LE DUREZZE...RENDE IL MOTO ALLE PARTI PARALITICHE E POI ANCORA SE ASSUNTO PER VIA ORALE IMPEDISCE LA CORRUTELA DE' SUGHI NELLO STOMACO CONTESTUALMENTE RISULTANDO UTILE PURE COME DIURETICO.
MA LE SUE POTENZIALITA' DOVEVANO DAVVERO ESSER DEGNE DI UNA "MAGICA PANACEA" VISTO CHE IL FOGLIO VOLANTE GLI RICONOSCE ANCORA ALTRE POTENZIALITA' ESSENDOVI SCRITTO : ...GIOVA ANCORA PER LI MORSI DI ANIMALI VELENOSI, COME DI VIPERA, O ALTRI OVE SII BISOGNO DI VOLATILIZZARE IL SANGUE".

Fonte: http://www.cultura-barocca.com/INDEX.HTM

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Inviato

Non sarei per nulla certo che il foglietto del "Balsamo oleoso volatile" sia fraudolento. A Venezia, chiunque volesse vendere un rimedio medicinale -che non fosse preparato estemporaneamente in una spezieria da uno speziale dietro presentazione di una ricetta di un medico fisico-, indipendentemente dal fatto che a volerlo vendere fosse un medico, uno speziale, un ciarlatano (spesso erano figure assolutamente legittimate a farlo anche loro, ciarlatano non era inteso nell'accezione negativa di oggi) o un semplice privato cittadino, doveva fare domanda ai competenti organi sanitari della Serenissima che ne valutavano la non pericolosità per la salute pubblica, l'efficacia e l'originalità in collaborazione col Protomedico (famosissimo il Paitoni) e poi concedevano, o meno, la licenza di vendita (o addirittura il Privilegio, in casi particolari). Era a tutti gli effetti una sorta di "registrazione" ante litteram necessaria per poter vendere dei rimedi "OTC" del tempo. Ed era fatto obbligo accompagnare il rimedio con un "bugiardino" parimenti autorizzato. Il fatto che qui si citi una spezieria realmente esistente farebbe pensare ad un rimedio realmente venduto da quella spezieria in quel periodo. Per quanto riguarda le molte potenzialità decantate, era tipico del periodo e sostanzialmente in linea con quanto riportato per la maggioranza di questo tipo di rimedi. E non necessariamente a fini di inganno, semplicemente, alla luce delle magre conoscenze dell'epoca, si credeva realmente nell'efficacia di questi rimedi.

 

 


Inviato

Nella Repubblica di Venezia è possibile trovare tre tipi di "ricette": la ricetta manoscritta contenente la formula e il processo di manipolazione del medicamento che il richiedente sottoponeva alle autorità insieme alla supplica per ottenere poi la licenza di vendita; la ricetta manoscritta compilata dal medico per essere poi spedita in una spezieria; la ricetta a stampa con le indicazioni terapeutiche e le modalità di assunzione del farmaco che doveva accompagnarne la vendita.

"Le fonti veneziane sfatano il mito diffuso negli studi secondo il quale le ricette a stampa sarebbero invenzione pubblicitaria dei ciarlatani risalente alla età del XVII secolo grazie alle quali essi avrebbero messo a punto le prime strategie del mercato della cura. In realtà, almeno a Venezia, le cose andarono diversamente"...

"Per quanto concerne le ricette a stampa dei segreti autorizzati dai provveditori alla Sanità di Venezia, queste furono rese obbligatorie sull'esempio dei normali medicamenti, fossero essi opera di ciarlatani, speziali, medici o individui dalla professione non esplicitata"

Da Sabrina Minuzzi, Sul filo dei segreti, Edizioni Unicopli, 2016  (Lavoro assai ben fatto, tra l'altro)


Supporter
Inviato

Da http://www.cultura-barocca.com/imperia/messia.htm

 

RITORNANDO COMUNQUE AL TEMA DELLA 
FRODE - FRAUDOLENZA
PERPETRATA A DANNO DI TUTTI E SPECIE DEI SEMPLICI APROSIO AVEVA PERALTRO PRESENTE UNA VASTA DISCUSSIONE EPOCALE CHE FU BEN RIASSUNTA IN EMBLEMI ED ICONOGRAFIA TRA CUI UN LUOGO BASILARE HA 
QUESTA ICONA DI CESARE RIPA DELLA "FRODE" RAPPRESENTATA QUALE UN DEMONIACO "GIANO BIFRONTE".
E NEMMENO A CASO IL CITATO CAPITOLO XXXVIII DELLA GRILLAIA FU DEDICATO A QUESTO "MEDICO DI SPECCHIATA ONESTA' E SPIRITO CARITATEVOLE VERSO GLI INDIGENTI = ANCORA PIU' VERSO I MEDICI CHE VERSO GLI AVVOCATI LA CHIESA ANDAVA DEL RESTO PRENDENDO PROVVEDIMENTI E SANCENDO SEVERE 
NORME DEONTOLOGICHE CHE SAREBBERO STATE RIPRESE DAGLI STATI (VEDI QUI GLI INDICI).
ATTESI IN PARTICOLARE DUE FATTI BASILARI TRA CUI QUELLO
GENERALE DI UN NECESSARIO SOSTANZIALE ORDINAMENTO TRA LE DIVERSE SCUOLE MEDICHE CHE ANCORA PROLIFERAVANO E SPESSO SI COMBATTEVANO
QUANTO ANCORA QUELLO PARTICOLARE PER CUI PROPRIO IN ASSENZA DI UNA SEVERA NORMATIVA IN MERITO PROLIFERAVANO TRA LA CREDULITA' DEGLI UMILI, MA NON SOLO, TANTI
CIARLATANI O SE VOGLIAMO RESTARE NELLA TERMINOLOGIA USUALE "MERCANTI DI MERAVIGLIE"
TRA CUI SPESSO ERANO DIVERSI
"MEDICI DA FIERA" CHE -LEGGI QUI - SI VANTAVANO DI VENDERE LA "PANACEA", LO SCIROPPO MIRACOLOSO CHE AVREBBE CURATO OGNI MALE.
DA UOMINI SERI E ONESTI A. APROSIO E NAPOLEONE GIACOBI FECERO UNA LORO CAMPAGNA PERSONALE CONTRO QUESTI "IMBROGLIONI DA PIAZZA" CHE SI AVVALEVANO A POCO PREZZO DI POVERACCI CHE DIETRO MAGRI COMPENSI SI FINGEVANO MALATI, GIROVAGANDO PER LE PIAZZE FINGENDOSI CIECHI O ZOPPI O PRIVI DI CERVELLO O FORZE, E CHE POI ALL'ATTO DELL'ESIBIZIONE DEL FINTO MEDICO, "CHIAMATI A CASO" SUL PALCO ALLESTITO NELLA FIERA, INGURGITAVANO QUALCHE SCIROPPO SALVATUTTO (CHE NEL MIGLIORE DEI CASI NULLA FACEVA) E QUINDI DI COLPO, DOPO QUALCHE BEN RECITATA CONTORSIONE, SI FINGEVANO GUARITI DALLA FINTA MALATTIA DA CUI S' ERAN CON ENFASI DICHIARATI AFFLITTI SI' CHE GLI ASTANTI QUASI GRIDAVANO AL MIRACOLO METTENDOSI IN FILA PER ACQUISTARE L'INUTILE (SE NON QUALCHE VOLTA PERICOLOSO) INTRUGLIO.
EPPURE, NONOSTANTE L'IMPEGNO DI UOMINI COME APROSIO E GIACOBI, NONOSTANTE LE DISSUASIONI PUBBLICHE, POI LE GAZZETTE E QUINDI ALTRI MEZZI DI COMUNICAZIONE QUESTA "ARTE DI SPECULARE SULLE MALATTIE" VANTANDO IL POSSESSO DI IMPROBABILI RIMEDI DURO' A LUNGO E PUR PER ALTRE VIE E MEZZI PERSISTE ANCORA OGGI VOLTA PER VOLTA PROPONENDO A CHI VUOL CREDERE IL "FARMACO SALVATUTTO" (O QUASI) E NEMMENO A POCO PREZZO.
SENZA TIRARE IN BALLO ESTERNZIONI DI MODERNI "GIORNALI SATIRICI E NON" CHE GIUSTAMENTE DENUNCIANO QUESTE TRUFFE VAL LA PENA DI RAMMENTARE QUI CHE AI SOPRA CITATI 
FOGLI VOLANTI
DALLE AUTORITA' ERA SPESSO AFFIDATA L'OPERA DI DISSUASIONE MA CHE, A DIMOSTRAZIONE DI COME L' "ARTE DELLA TRUFFA" MUTI E SEMPRE SI RINNOVI ATTRAVERSO I SECOLI, VENIVANO EDITI

"ALTRI FOGLI VOLANTI"
MASCHERATI DA PUBBLICITA' , MAGARI ANCHE CON L'AVALLO DI QUALCHE NOTA SPEZIARIA IL CUI TITOLARE DATA L'EPOCA E LE COMPETENZE -MA ANCHE I NOMI E I TITOLI VANTATI DAI POSSIBILI VENDITORI D'ILLUSIONI [ED IN QUESTO CAPITOLO DELLA GRILLAIA NON A CASO APROSIO REDASSE UNA SUA RIFLESSIONE SATIRICA SU COME SI AMBISSE AI "TITOLI" ACCADEMICI E NOBILIARI E NON SOLO PER PROFESSIONE O STATO MA ANCHE PER SFRUTTARLE LA VALENZA SIA IN SENSO ECONOMICO QUANTO PER VARIE FORME DI PERSONALI ACCREDITI]
CEDEVA ALL'INTERESSANTO INGANNO.
SI VEDA PER ESEMPIO QUESTO 
FOGLIO VOLANTE (VENEZIA, FINE '700 = STACCHETTI FILIPPO, AVVISO INTERESSANTE AL PUBBLICO) FORMA DI PUBBLICITA' ORCHESTRATA DA CERTO PROFESSORE FILIPPO SACCHETTI CHIRURGO VENEZIANO CHE (FURBESCAMENTE PRECISANDO COME TUTTI LI POVERI, CHE AD ESSO SI PRESENTERANNO, SARANNO VISITATI, E MEDICATI, PER CARITA') OFFRIVA -PREVIO PAGAMENTO CERTO- UNA PANACEA, UN RIMEDIO CONTRO OGNI MALE OVVERO UN BALSAMO CHIAMATO DELLA SALUTE, ATTO A SANAR SCURAMENTE IN POCO TEMPO FERITE, PIAGHE, REUMA, E QUALUNQUE INFEZIONE VERMINOSA, A TENORE DELLA RICETTA STAMPATA, CHE INSEGNA IL MODO PER ADOPRARLO.
MA NON MANCANO CERTO ALTRI ESEMPI COME 
QUESTO ULTERIORE FOGLIO FOLANTE CHE DICE VIRTU', ED USO DEL BALSAMO OLEOSO VOLATILE, CHE SI VENDE ALLA SPEZIERIA DEL CENTAURO, IN CAMPO DELLA GUERRA A S. GIULIANO IN VENEZIA EDITO NELLA CITTA' LAGUNARE E VEROSIMILMENTE COEVO DEL PRECEDENTE.
NEL FOGLIO VOLANTE RISULTA SCRITTO COME IL "BALSAMO" SIA IN GRADO DI SANARE PER INALAZIONE PRONTAMENTE DALLE VERTIGINI, E DOLORI DI TESTAMENTRE APPLICATO SULLA CUTE PUO' PARIMENTI GUARIRE CON PRESTEZZA LE CONTUSIONI ED ANCHE RISOLVE LE DUREZZE...RENDE IL MOTO ALLE PARTI PARALITICHE E POI ANCORA SE ASSUNTO PER VIA ORALE IMPEDISCE LA CORRUTELA DE' SUGHI NELLO STOMACO CONTESTUALMENTE RISULTANDO UTILE PURE COME DIURETICO.
MA LE SUE POTENZIALITA' DOVEVANO DAVVERO ESSER DEGNE DI UNA "MAGICA PANACEA" VISTO CHE IL FOGLIO VOLANTE GLI RICONOSCE ANCORA ALTRE POTENZIALITA' ESSENDOVI SCRITTO : ...GIOVA ANCORA PER LI MORSI DI ANIMALI VELENOSI, COME DI VIPERA, O ALTRI OVE SII BISOGNO DI VOLATILIZZARE IL SANGUE
".
COME SEMPRE, ANCHE SE L'"ARTE DELL'IMBROGLIO E DEI CIARLATANI MUTA" RESTANO FERMI ALCUNI ESPEDIENTI TRA CUI UNA PUBBLICTA' ASFISSIANTE, QUALCHE TESTIMONIANZA (MEGLIO SE DAL VIVO) DI PRONTI RISULTATI, TANTE PAROLE, QUALCHE TERMINE MEDICO O PSEUDOMEDICO....E MOLTE PROMESSE, TANTE, PIU' VE NE SONO MEGLIO E': ALLORA (COME ADESSO) I PROBLEMI ALTRUI VENIVANO (E PURTROPPO) VENGONO SFRUTTATI DA QUESTI "SPECIALISTI NELLA CONFEZIONE DI FALSE SPERANZE".

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Inviato

E’ la posizione tradizionale degli storici della farmacia/medicina.
Il che non vuol dire che sia sbagliata ma, per molti aspetti è riduttiva.
Tanto è vero che molti lavori recenti l’hanno quanto meno integrata.
Posto che persone disoneste che si approfittano del prossimo ci sono, ci sono sempre state e sempre ci saranno, e questo in ogni categoria, sono molti gli aspetti da considerare.
I foglietti volanti che accompagnavano i rimedi erano, almeno a Venezia, obbligatori e soggetti a “registrazione” al pari del medicamento stesso; poi, alcuni erano “regolari” e altri no ma
se non eri autorizzato, a Venezia, facevi poca strada. Soprattutto se vendevi su un banco in piazza. E questo, se non altro, perché la procedura di autorizzazione prevedeva il pagamento di una tassa.
3. Convivevano due medicine: una ufficiale, calata dall’alto per così dire, che faceva capo   all’insegnamento universitario, alle farmacopee pubbliche, ecc.; e una non ufficiale, che derivava dal basso, dalla sperimentazione di singoli professionisti che avevano -o credevano di aver avuto- successo nell’utilizzo di certi preparati sperimentati nel tempo. Quest’ultima faceva capo alla cosiddetta tradizione dei libri di secreti, manoscritti o a stampa che fossero, così come alle pratiche di bassa chirurgia -norcini e litotomi specializzatisi nella calcolosi delle vie urinarie, barbieri per i salassi e cavadenti, tanto per dare un’idea-.
Al momento della laurea in Filosofia e Medicina il laureando pronunciava il giuramento che non avrebbe mai toccato un paziente, quella della medicina era considerata un’Arte speculativa che applicava i precetti della terapia umorale. Ma poiché a volte il contatto era imprescindibile, per secoli, quello che i medici consideravano troppo umiliante da fare lo fecero altre figure che si formarono con l’esperienza pratica sul campo, specializzandosi.
E spesso questi esercenti la bassa chirurgia, così come i venditori di secreti, erano itineranti.
Ma non tutti erano disonesti, e spesso erano legalmente autorizzati a praticare le loro attività.
Non sempre le due figure -ufficiale e non ufficiale- erano divise: tipico esempio Leonardo Fioravanti, medico laureato (anche se tardivamente) ma che ha passato la vita “camminando il mondo” e dispensando cure a base di secreti in dissenso con la medicina ufficiale.
A Venezia il principale esempio di commistione tra le due forme di cultura medica erano gli speziali. Sotto la Serenissima, di fatto, per una serie di ragioni, non è mai esistita una farmacopea ufficiale per cui gli speziali non si erano fatti costringere a seguire delle linee guida di tradizione galenica e antiquata ma sperimentavano giornalmente tutto ciò che arrivava in porto dall’estero e tutto ciò che aveva a che fare anche con la chimica, grazie alla consuetudine e disponibilità di vetreria, materie prime, alambicchi vari, ecc.
Per cui nelle spezierie convivevano rimedi ufficiali e non ufficiali, entrambi le categorie essendo autorizzate ufficialmente dai provveditori e sopraprovveditori alla Sanità.
Senza contare che, almeno fino alla fine del ‘700 era assai arduo distinguere tra un intruglio ufficiale e uno che non lo fosse, se non per la diversa fonte di legittimazione.
La medicina ufficiale da un lato cercava di far applicare un metodo che fosse garanzia per gli operatori e per i malati di operare al meglio delle conoscenze del tempo, ma dall’altro costituiva anche una forma di potere che mirava ad escludere chiunque non ne facesse parte.
Anche la medicina ufficiale aveva a volte quindi un che di “fraudolento” per certi versi, tanto è vero che i progressi nella stessa sono avvenuti spesso per tappe assai traumatiche di vera e propria rottura (Vesalio, Paracelso e molti altri).
Per questo la posizione che consideri questi foglietti volanti i primi esempi di pubblicità ingannevole non è corretta. Almeno il più delle volte.
 


Inviato

Questi sono esempi di "foglietti volanti" ufficiali e, come si può ben leggere, le proprietà dei vari preparati tendono spesso ad essere come dire? assai ampie

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