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IGNORED

Tessera per la teriaca


pozleo

Risposte migliori

Sono andato a rivedermi la cosa, normalmente, ad esempio nei Privilegia in Arte Aromataria, l'indicazione "alla" spezieria tal dei tali viene resa con ad + l'accusativo (ad Rosam Auream, ad Tria Jacula, ad Citrum Imperiale...) privilegerei quindi la concordanza con l'ablativo di officina, intendendo così dall'Officina San Marco.

Non mi formalizzerei troppo comunque, credo sia cosa di secondaria importanza 

 

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  • 2 settimane dopo...
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@417sonia

Approfitto del Leone di San Marco chiamato in causa recentemente da fromUkrain e in precedenzada julmin e altri amici per chiedere a Luciano, che sicuramente mi legge in questa discussione e conosce a fondo la storia di Venezia, cosa pensa del collegamento tra il leone di Sandan e il leone di piazza San Marco, che ho trovato casualmente attraverso un bronzo di Tarso, in Cilicia.

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CILICIA, Tarsos. 164 BC and later. Æ 18mm (4.97 g, 1h). Athenodoros, magistrate. Turreted, veiled, and draped bust of Tyche right / Sandan on mythical animal right; AQH/NOD/WRO in three lines to left. SNG Levante 969 (this coin); SNG France 1345. Good VF, dark green-brown patina. Attractive style.

Quanto segue è tratto da Wikipedia.

Il leone posto sopra la colonna che tuttora sovrasta piazza San Marco a Venezia è un ibrido fra un leone e un grifone prodotto nel primo ellenismo orientale ad opera di un artista greco o greco-ionico, fra la fine del IV e l’inizio del III secolo a. C. Secondo numerosi studiosi questo sarebbe stato un monumento eretto a Sandan, protettore della città di Tarso. Qui, secondo gli studi degli archeologi, esisteva intorno al III secolo un monumento in cui la divinità appariva su un grande leone alato e cornuto, di aspetto compatibile con quello del leone di San Marco. Tarso fu sede vescovile almeno fino al IV secolo ed è plausibile che questa statua sia stata abbattuta perché ritenuta pagana, riducendola ad una semplice raffigurazione leonina (un grifone con la testa di leone). Sarebbero stati i mercanti veneziani, abili nel portare in patria le bellezze di altri paesi a impadronirsi della statua (che aveva già perso la sua caratteristica raffigurazione di Sandan) e a trasportarla via mare a Venezia.

Qual è la tua opinione sulla faccenda?

Ciao e grazie.

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Buona giornata

Mistero irrisolto e riguardo alla provenienza del leone posto sulla colonna le congetture sono tante ....

L'utente @adalbertones anni fa ci ha deliziato postando i risultati di una sua ricerca e delle tesi di altri studiosi sul tema. Credo che sia opportuno "rinverdire" quella discussione, rilanciandola e ti ringrazio che me ne dai l'opportunità, perché la ritengo una delle migliori che si sono lette negli ultimi anni.

Se la provenienza del nostro leone è a tutt'oggi incerta, è invece certissimo che oggi è molto differente da come doveva essere in origine.

saluti

luciano

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  • 3 settimane dopo...

Cari amici triacanti,

al post #519 di Spicier (13 maggio): la leggenda si legge: THERIACA FINA AL INSEGNA DEL POMO DARGENTO VENEZIA - dunque un tappo della farmacia Al Pomo d'Argento - e per vero conforme alle diti al fondo di gran formato di 45-50 mm (con corona). Per il formato piccolo (disegno più semplice senza corona, diametro 23 mm) vedi per esempio la pubblicazione di G. R. Davidson, Corinth. Results of Excavations conducted by the American School of Classical Studies at Athens, vol. 12: The minor objects (Princeton 1952), p. 329, no. 2839 o in questo foro la discussione "Il fascino discreto dei gettoni di piombo", post #27 (febbraio 22, 2009) e post #30 (febbraio 23, 2009). I tappi col Pomo d'Argento sono infatti per accordo rari (per esempio in confronto colle pezzi con la Testa d'oro).

Quant'alla provenienza delle due tappi presentati di Apollonia comme offerte di Ephesus Coins (USA) in VCoins è di constatare: post #529 (1 giugno: Due Mori) = C(lassical) N(umismatic) G(roup), E(lectronic) A(uction) 352 (giugno 3, 2015) no. 665 e post #530 (2 giugno: Testa d'Oro derivata/barbarizzata) = CNG, EA 344 (febbraio 11, 2015), no. 607. Sono di comparare anche i prezzi!

Qui un altro esemplare della Testa derivata:

 

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Tanti saluti, julmin1

 

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  • 1 mese dopo...
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http://www.ancientimports.com/cgi-bin/lotinfo.pl?id=36950

 

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Piccola frattura a h 8 a parte, una 'Testa d'Oro' a mio avviso autentica e di buona qualità (peso c. 16 g, diametro c. 45 mm).

Ciao julmin e buon Ferragosto.

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Il 1/6/2017 at 23:45, apollonia dice:

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La spezieria ai Due Mori in Calle dei Stagneri, oggi non più esistente, era una di quelle autorizzate a preparare la teriaca come l’Aquila nera, le Tre Torri, lo Struzzo d’oro, la Testa d’oro e la Madonna. Pare che la migliore teriaca fosse quella prodotta dalla farmacia la “Testa d’oro”, che si trovava ai piedi del Ponte di Rialto, dalla parte di S. Bartolomeo, e che ora è identificabile soltanto dalla TESTA D’ORO, una scultura bronzea collocata sopra una porta (Salizada Pio X), e da una breve scritta sbadita: «Theriaca d’Andromaco». Questa farmacia aveva il privilegio di fabbricare il preparato tre volte all’anno, mentre le altre farmacie erano autorizzate a farlo soltanto una volta. Tra l’altro, alla caduta della Repubblica nel 1797, la farmacia “Alla Testa d’oro” fu l’unica cui fu concesso di continuare a produrre la Theriaca d’Andromaco fino al secolo scorso. D’altra parte, in una scheda dell'archivio della corrispondenza Gonzaga datata 1600/05/20, è citata la spezieria ai Due Mori perché qui gli alchimisti erano in grado di ottenere il mercurio dall’antimonio e di ridurre l’oro e l’argento in olio

http://banchedatigonzaga.centropalazzote.it/collezionismo/index.php?page=Visualizza&carteggio=4894

La sede della spezieria, come detto all’inizio, era la Calle degli Stagneri, una strada in cui gli artigiani che lavoravano lo stagno erano famosi per la loro incredibile abilità, che faceva sì che gli oggetti che essi producevano lavorando lo stagno alla fine del lavoro sembrassero d’argento.

Dal Num. 54 di Autopoetische Reflexion, Frauenbild (1788) in

http://gams.uni-graz.at/archive/get/o:mws.3262/sdef:TEI/get?locale=it

La Calle de’ Stagneri ora è per le donne il miglior passaggio.

Alla Spezieria delli due Mori si fa la Teriaca. Grame quelle Femmine che passano per quell’angusto sentiero. Sono strepitosamente fischiate siano Bagascie o Vestali. Siamo informati da un Biglietto, ch’jeri una povera giovine all’avviso recatole, che a suo marito successa fosse una disgrazia, la quale non si verificò, volò fuori di sè da Rialto a San Marco, e incautamente passando per la strada fatale ebbe un trattamento da farla cadere stordita, condito dalle risa d’approvazione de’ circostanti bottegaj. Fattasi in viso di fuoco, le corse qualche lagrima agli occhi, e all’interna agitazione che l’opprimeva, s’aggiunse la vergogna, l’avvilimento, la rabbia. A noi richiedesi l’origine d’un tal uso, e se regni per l’indolenza degli speziali o per la loro impossibilità di frenare questa plebea dannata licenza.

Non siamo informati su questi punti. Possiamo dire soltanto, che alcuni giustificano il chiasso de’ facchini come una festa, un‘acclamazione, altri lo biasimano come un insulto fatto al bel Sesso, da cui non và esente che qualche ben accompagnata Signora; c’è poi chi lo loda come un segno di libertà del Paese. Trà questa gran varietà di pareri gli uomini saggi disapprovano concordemente una baja clamorosa, che mette alla berlina le povere donne, le confonde, le spaventa, le infiamma di rossore, le fa tremare, e fuggire in apparenza di ree. Bisognerebbe, per confortarle, dir loro in que’ momenti d’orgasmo, che non s’intende d’offenderle; che la libertà del Paese porta così, per udire cosa risponder saprebbero.

Intanto avvisiamo quelle, che ignorano il pericolo, a raccomandarsi alla Calle de’ Stagneri.

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Modificato da apollonia
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  • 5 settimane dopo...
Il 1/10/2010 at 11:50, apollonia dice:

Ciao pozleo, ciao ilehafatto

Credo anch’io che la tessera di pozleo sia riconducibile all’insegna della spezieria ‘All’Umiltà coronata'

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Altre insegne con una figura centrale in piedi come ‘Il S. Francesco1744’ e ‘Alla Sanità’ sono meno affini.

Le principali farmacie di Venezia autorizzate alla fabbricazione della teriaca erano quelle all’insegna dello Struzzo, della Madonna, della Testa d’oro, della Vecchia, del Pellegrino, dell’Aquila Negra, del Redentore. Non mi risulta siano stati trovati dei contenitori integri, nemmeno nelle farmacie di altre città italiane come Bologna e Napoli che pure producevano il farmaco.

La teriaca veneziana era però considerata quella di qualità ottimale, e a chi il senso degli affari certamente non manca, questo era ben noto.

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Gent.le Apollonia, vista la sua granuidissima preparazione, di seguito le invio le foto di quella che credo essere il tappo di una teriaca 

 

Il 1/10/2010 at 11:50, apollonia dice:

Ciao pozleo, ciao ilehafatto

Credo anch’io che la tessera di pozleo sia riconducibile all’insegna della spezieria ‘All’Umiltà coronata'

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Altre insegne con una figura centrale in piedi come ‘Il S. Francesco1744’ e ‘Alla Sanità’ sono meno affini.

Le principali farmacie di Venezia autorizzate alla fabbricazione della teriaca erano quelle all’insegna dello Struzzo, della Madonna, della Testa d’oro, della Vecchia, del Pellegrino, dell’Aquila Negra, del Redentore. Non mi risulta siano stati trovati dei contenitori integri, nemmeno nelle farmacie di altre città italiane come Bologna e Napoli che pure producevano il farmaco.

La teriaca veneziana era però considerata quella di qualità ottimale, e a chi il senso degli affari certamente non manca, questo era ben noto.

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Gent.le Apollonia, vista la sua grandissima preparazione a riguardo, di seguito le invio le foto di quella che credo essere il tappo di una teriaca veneziana..

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Buon pomeriggio

In attesa che apollonia si colleghi, mi permetto di dire la mia.

Certamente è il tappo di un bussoletto di teriaca; le immagini e la scritta (peraltro errata) ci portano a Venezia, ma sarà effettivamente di Venezia, oppure una imitazione?

Certo che l'iconografia è insolita rispetto ai tappini che sono stati postati in precedenza ....

saluti

luciano

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Salve.

Sono d’accordo con l’amico Luciano che si tratti di un’imitazione per lo stile ‘orientaleggiante’ e per quelle due N nel nome della città. Anche quel leone in moeca centrale è una novità sui tappi sigillo di questa spezieria. Credo che l’amico julmin, conoscitore di tanti tappi imitativi (e autentici), sia d’accordo.

E’ possibile conoscere il diametro, lo spessore e il peso dell’oggetto?

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I dati sono in accordo per i tappi di piombo più piccoli. Quanto al contorno, a giudicare dalla foto mi sembra regolare, diverso da quello del tappo della spezieria Ai due Mori al post # 533 che è stato ritagliato dal contenitore. Forse questo era applicato a pressione o avvitato sul contenitore. E’ possibile avere la foto del rovescio? E anche qualche informazione sulla provenienza di questa ‘strana coppia’?

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Probabilmente erano a pressione..i bordi sono piuttosto regolari e non zigrinati internamente. Quanto alla zona di origine, arrivano da una piccola valle trentina, vicino a Riva del Garda, dove cmq c'è stata la dominazione veneziana..mi sono stati regalati da un contadino che li ha trovati nel suo campo di patate!!

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14 ore fa, Anne76 dice:

Probabilmente erano a pressione..i bordi sono piuttosto regolari e non zigrinati internamente. Quanto alla zona di origine, arrivano da una piccola valle trentina, vicino a Riva del Garda, dove cmq c'è stata la dominazione veneziana..mi sono stati regalati da un contadino che li ha trovati nel suo campo di patate!!

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Credo che le capsule provengano da un viaggio all’estero e siano state disperse nei campi. Anche il colore della patina fa pensare alla permanenza in un suolo arido e sabbioso come quello desertico. D’altra parte non si può pensare che la spezieria Alla Madonna abbia commissionato la produzione dei contenitori della rinomata teriaca di sua produzione a un incisore che non sapesse che il nome della città, latino o italiano che sia, si scrive con un’enne sola.

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4 ore fa, Spicier dice:

Tappi contraffatti in circolazione all'interno dei domini della Serenissima? Sarebbe una faccenda singolare, credo.

 

Vi risultano già tappi con questa iscrizione errata? E se sì, da che zona provengono? Nella mia valle il passaggio e la dominazione veneziana sono stati piuttosto importanti. Utilizzavano gli abeti di un bosco qui vicino per gli alberi maestri delle loro navi.

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53 minuti fa, apollonia dice:

Credo che le capsule provengano da un viaggio all’estero e siano state disperse nei campi. Anche il colore della patina fa pensare alla permanenza in un suolo arido e sabbioso come quello desertico. D’altra parte non si può pensare che la spezieria Alla Madonna abbia commissionato la produzione dei contenitori della rinomata teriaca di sua produzione a un incisore che non sapesse che il nome della città, latino o italiano che sia, si scrive con un’enne sola.

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Le misure invece corrispondono ai tappi originali oppure sono errate anche queste?

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19 minuti fa, Anne76 dice:

Di questa invece cosa ne pensa Apollonia? Non riesco a trovare una corrispondenza nella spezieria nominata..che pare essere Abran..

Spezieria Al Padre Abramo. Veneziana purosangue!

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Aggiungo che la sede della spezieria all’insegna dell’Abramo era alle Mercerie, in contrà San Basso, sotto la torre dell’Orologio.

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1 ora fa, Anne76 dice:

Le misure invece corrispondono ai tappi originali oppure sono errate anche queste?

Come ho risposto al post # 539, i dati ponderali e geometrici sono in accordo per i tappi di piombo autentici più piccoli.

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2 ore fa, Anne76 dice:

Vi risultano già tappi con questa iscrizione errata? E se sì, da che zona provengono? Nella mia valle il passaggio e la dominazione veneziana sono stati piuttosto importanti. Utilizzavano gli abeti di un bosco qui vicino per gli alberi maestri delle loro navi.

In questa discussione sono state descritte alcune capsule con scritte di fantasia e di fattura e stile grossolani che nulla hanno a che vedere con quelle autentiche di Venezia. Si tratta di imitazioni barbariche prodotte ai tempi nelle località in cui la teriaca era esportata dai mercanti veneziani. In particolare Bulgaria, Turchia, Grecia, Balcani, ecc. Questa è un’imitazione barbarica della farmacia ‘Alla Testa d’oro’ datata 1603 che ho in collezione.

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Per avere poi una prova di come fosse scritto il nome della città sulle capsule autentiche della spezieria Alla Madonna, questi foglietti pubblicitari della casa madre sono molto eloquenti.

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