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Tessera per la teriaca


pozleo

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Sappiamo che la spezieria "all'insegna dei tre monti" sita in campo S. Apollinare fu gestita attorno al 1725 da Giovanni Battista Capello, professionista serio e preparato se nel 1728 fu in grado di scrivere e pubblicare a Venezia un manuale di farmacologia pratica, il Lessico farmaceutico-chimico contenente li rimedi più usati nella medicina.

La spezieria si chiamava come nel 1708, quando l’articolo ha sostituito la preposizione articolata dell’insegna più vecchia. E’ probabile che la variazione del nome e le modifiche del disegno (riduzione delle dimensioni de monte in primo piano) abbiano coinciso con la nomina di Arcangelo Martinelli da Consigliere a Priore.

Giovenale firma con inglese ok.jpg

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Elettuario dell’Orvietano

Polifarmaco composto di non meno di 65 sostanze vegetali oltre alla triaca e al mitridato, si vendeva da molti anni in una bottega in Frezzeria che non era una spezieria ma una drogheria. Il diritto di vendita fu riconosciuto al farmacista Giovanni Peranson, proprietario della spezieria all’insegna della Fortuna a S. Moisè.

Insegna alla Fortuna.jpg

 

Giovenale firma con inglese ok.jpg

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Elisir Svedese detto anche Elisir di lunga vita

Era una tintura a base di aloe, genziana, rabarbaro, zedoaria, agarico, triaca e poco zafferano. La vera ricetta era in possesso della farmacia all’insegna della Madonna, famosa per la sua teriaca, ma l’elisir si vendeva anche all’insegna del Campanile a S. Giovanni Grisostomo.

Insegna al Campanile.jpg

 

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Polvere della Comare

La polvere a base di foglie di Senna, cremor tartaro, diagridio e cannella si preparava nella farmacia all’insegna dei due Persici sita una volta a Santa Sofia.

Insegna alli due Perdici.jpg

 

Giovenale firma con inglese ok.jpg

 

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Notare che alcune spezierie triacanti erano famose anche per altri medicinali.

Nella spezieria Centenari all’insegna della Madonna (per l’insegna vedi post precedenti) si trovava anche il preparato noto come Olio di Scorpioni, che si otteneva affogando cento scorpioni vivi di medi grandezza in due libbre di olio d’oliva. Una pezzuola imbevuta di questo olio era applicata su una escoriazione o una ferita per farla guarire.

Un segreto particolare della speciaria in campo S. Fosca all’insegna dell’Ercole erano le Pillole del Piovan, a base di aloe e ad effetto purgativo.

Insegna all'Ercole.jpg

La spezieria all’insegna dello Struzzo sul ponte dei Barettieri dispensava anche l’acqua di belzuaro. Si diceva che un bicchiere alla mattina a digiuno serviva a prolungare la vita. Per ogni bicchiere si pagava una moneta d’argento, ma ai clienti che prolungavano la cura si accordava lo sconto di due bicchieri gratuiti per ogni dieci.

Prendi dieci e paghi otto allungando la vita. Che vuoi di più!:P

Giovenale firma con inglese ok.jpg

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Il 20.6.2016 at 23:41, gigetto13 dice:

Buena sera amici triacanti,

la serie di prodotti di specierie non triacanti enumerati di Apollonia può essere continuata del "elettuario del Pontano, un potente vermifugo usato anche come antidoto" di speciale Gentile Pontano (attivo verso 1607/1613) e di suoi eredi (attivi evidentemente fino al circa 1681). Vedi a questa cosa la dissertazione magnifica di Sabrina Minuzzi (accessibile facilmente per il link del post #347), p. 202-203. Questo elettuario ed il nome di Pontano risolvano nello stesso tempo anche il problema finora non risposto della identificazione del tappo con il ponte e la inscrizione GENTIL PONTTANO (vedi post #301). Non è necessario di cercare uno ponte simile al questo che è disegnato nel tappo, perchè si tratta non di uno ponte particolare, ma del stemma/segno "parlante" di Pontano.

Quant'al tappo con il lupo vorrei dire che la leggenda si lege ... DEL LVPO ... e che il coperchio mostra uno lupo con la preda (e non una lupa con gli bambini che niente hanno di fare sul dorso del animale corrente).

Tanti saluti, julmin1

 

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Buonasera julmin1

Dal 1607 fino al 1616, anno della sua morte, Gentile Pontano gestiva la spezieria al Cedro di campo S. Luca, che oltre un secolo dopo prenderà il nome di Cedro Imperiale.

Cedro imperiale.jpg

Ciao

 

Giovenale firma con inglese ok.jpg

 

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Supporter

Qui ho accostato il mio tappo sigillo della teriaca venduta al Cedro Imperiale con l’insegna presente nel Codice Gradenigo.

Tappo e insegna teriaca Cedro imperiale.jpg

Sul tappo (6,00 g, diametro 20 mm) si può leggere tra h 7 e h 1 ‘TERIAC VENETIA IL ‘. E’ probabile che la parte non leggibile della scritta sia ‘CEDRO IMPERIALE’.

 

Giovenale firma con inglese ok.jpg

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L’insegna attuale della farmacia al ‘Cedro Imperiale’ raffigura un albero di cedro con dei frutti ed è combinata con l’insegna della spezieria ‘Alla Vecchia’ come si vede dal pannello all’esterno e dal mosaico sul pavimento all’ingresso.

Insegna e mosaico attuali farmacia Vecchia Cedro.jpg

 

Spezieria farmacia all'insegna della Vecchia e del Cedro Imperiale.jpg

La fusione tra le due insegne in una sola farmacia per diritti di proprietà acquistati nel maggio del 1822 è certificata da documenti. Una spiegazione meno burocratica e più ‘romantica’ dell’accaduto si trova nelle cronache del 10 gennaio 1755, la data del funerale della moglie del console di Gran Bretagna. La defunta era vestita d’un abito bianco di seta e teneva in mano un cedro come geroglifico dell’Eternità. In memoria di questa signora il farmacista dell’epoca, che secondo i pettegoli era legato da ‘affettuosa amicizia’ alla defunta, decise di modificare l’insegna ‘Alla Vecchia’ consegnandola ai posteri com’è oggi.

 

Giovenale firma con inglese ok.jpg

 

 

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Al post #383:  

Carissimo Apollonia,

la leggenda totale degli tappi al cedro imperiale si legge:

(Punto) TERIACA F AL CEDRO IMPERIAL VENEZIA (una variante ha anche: IMPERIALE IN VEN) e comincia al h 12. Perciò entro h 6 e h 1 si trovano la parte seconda ed i due primi lettere del inizio, dunque : IMPERIAL VENEZIA (Punto) TE ...

Aggiungio le imagine di due esempi conservati un poco migliore e spero che questo è riconoscibile.

Saluti, julmin1

Cedro-2.jpg

Cedro-1.jpg

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Ciao!

Tante grazie per tutte le informazioni e sforzi! Siete stati di grande aiuto!

`E interessante  anche la questione che tipo di rimedio era tappato con un coperchio cosi piccolo (di soli 23-24mm). `E molto  probabile che il detto coperchio copriva un tappo in sughero che tappava una boccetta di vetro con qualche farmaco liquido. Visto che il cerotto fabricato nella bottega del Lupo non era per niente di consistenza liquida non si potrebbe trattare dello stesso. Avete forse qualche idea di cosa si potrebbe trattare? A mio avviso potrebbe essere qualche medicina liquida che si usava per la peste, perchè nella località dove è stato trovato il detto coperchio al inizio del Settecento sono documentati casi di epidemia di peste bubbonica.

Nel avviso della vedova di Nicolo Corradi puplicato nella Gazzetta Veneta (1760) si legge che il rimedio “è attivissimo specialmente per tumori e bubboni in qualunque parte del corpo…”

https://books.google.it/books?id=-tXRLKaJmzgC&pg=PT293&lpg=PT293&dq=spezieria+del+lupo&source=bl&ots=MkJi9M8Z61&sig=kjzr5q40LeGBZiq1ZNPt9sEU7wQ&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwifwuPr7p7QAhUGXRoKHcpwB-sQ6AEIJDAB#v=onepage&q=spezieria%20del%20lupo&f=false

Forse anche per i bubboni causati dalla peste bubbonica?  

Grazie!

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11 ore fa, julmin1 dice:

Al post #383:  

Carissimo Apollonia,

la leggenda totale degli tappi al cedro imperiale si legge:

(Punto) TERIACA F AL CEDRO IMPERIAL VENEZIA (una variante ha anche: IMPERIALE IN VEN) e comincia al h 12. Perciò entro h 6 e h 1 si trovano la parte seconda ed i due primi lettere del inizio, dunque : IMPERIAL VENEZIA (Punto) TE ...

Aggiungio le imagine di due esempi conservati un poco migliore e spero che questo è riconoscibile.

Saluti, julmin1

Cedro-2.jpg

Cedro-1.jpg

Carissimo,

grazie mille per la risoluzione di quello che per me era un vero e proprio rebus. La F dopo TERIACA sta naturalmente per FINA, a ribadire la qualità del preparato che si vendeva in quella spezieria.

Cordialmente,

apollonia

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Nella dissertazione di Sabrina Minuzzi si legge che nel 1607 Gentile Pontano speziale al Cedro fu autorizzato dai provveditori alla sanità a vendere il suo segreto e potente vermifugo, l’Elettuario del Pontano a base di mercurio dolce (cloruro mercuroso), che assunto a piccole dosi si rivelava velenoso solo per i vermi.

Nella richiesta il Pontano si era offerto di comporre l’elettuario nelle ‘publiche spitiarie’ e solo nel 1613 risulta gestore della spezieria al Cedro di campo S. Luca, dove sicuramente manipolava e vendeva il suo preparato.

Io credo che il ponte preso dal Pontano come emblema dei suo elettuario sia dei tre illustrati al post # 307 il più vicino alla suddetta spezieria.

Sappiamo che nel 1616 Gentile Pontano risulta già morto, e da questa data in poi la licenza di manipolare e vendere l’elettuario subisce diversi passaggi ereditari fino al 1681, quando lo speziale alla Madonna, Pietro Giorgio Castelli, chiede ai provveditori di poterlo trasferire ai figli. I provveditori danno il permesso a condizione che l’elettuario sia presentato in vasi marcati o etichettati con il solito segno del Ponte.

Un Ponte come marchio di qualità.

Giovenale firma con inglese ok.jpg

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@petrakiev

L’Elettuario del Pantano, come dice il nome stesso del medicamento, era un preparato semidenso formato da miscugli di farmaci impastati con miele o sciroppi, analogamente alla teriaca ma con un numero di componenti notevolmente inferiore, e come questa era dispensato in contenitori sigillati.

post-703-0-25380900-1449659408_thumb.jpg

Come si vede meglio dalla foto di sinistra, il tappo sigillo del contenitore ha un diametro di ca 20 mm, misura caratteristica anche di alcuni tappi sigillo della teriaca che non devono necessariamente arrivare al doppio come è il caso del mio al post # 352.

Il Cerotto del sig. Antonio è un impiastro, preparazione farmaceutica per uso esterno, di consistenza solida ma capace di rammollirsi alla temperatura del corpo umano acquistando proprietà adesive. Il medicamento poteva essere dispensato in un vasetto chiuso normalmente dal coperchio metallico con l’insegna della spezieria oppure da un tappo di sughero con sovraimposto quello metallico.

Il preparato si spalmava su una benda con la quale si ricoprivano ferite d’ogni genere, piaghe, vesciche, verruche, foruncoli, ecc.

 

Giovenale firma con inglese ok.jpg

 

 

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Qui trovi applicazioni del cerotto più dettagliate.

Cerotto 1.JPG

 

Giovenale firma con inglese ok.jpg

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  • 2 settimane dopo...
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Riporto i risultati dell’analisi al microscopio elettronico SEM-EDS su un particolare del mio tappo sigillo della spezieria Al Redentore al post # 321, precisamente il volto e il braccio destro benedicente di Gesù.

Foto SEM Teriaca volto Redentore.jpg

Le fotografie del particolare da elettroni secondari e da elettroni retrodiffusi sono riportate rispettivamente a sinistra e a destra dell’osservatore.

La composizione qualitativa e quantitativa alla superficie del particolare è riportata nell’istogramma e nella tabella sottostanti.

Teriaca volto Redentore dati quantitativi.jpg

I metalli preponderanti sono la stagno (ca 30% in peso) e il piombo (ca 20% in peso). Il rame è presente in percentuale di un ordine di grandezza inferiore (2,61% in peso), mentre il ferro, il silicio e l’alluminio, come pure il cloro, sono presenti in percentuali < 1% in peso. L’ossigeno è combinato con lo stagno sotto forma di ossido (SnO2, cassiterite) e con il piombo unitamente al carbonio sotto forma di carbonato (PbCO3, cerussite). I due composti sono i prodotti di trasformazione dei rispettivi metalli nelle condizioni atmosferiche.

Giovenale firma con inglese ok.jpg

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  • 2 settimane dopo...
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Albero di Natale teriacale.jpg

Auguri 'teriacali' di Buone Feste 

 

Giovenale firma con inglese ok.jpg

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Ciao!

Grazie. Vuoi mai che un agurio "teriacale" abbia la medesima sedicente potenza del polifarmaco?

Una panacea augurale, potentissima. :yahoo:

Anche da parte mia, quindi, tanti auguri.

luciano

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In effetti il tappo sigillo della farmacia all’insegna del Paradiso è particolarmente indicato in questa atmosfera natalizia in quanto la parte superiore della raffigurazione mostra il Padre a destra, il Figlio a sinistra e tra loro la colomba dello Spirito Santo. Il Padre porta un’aureola triangolare, il Figlio una corona splendente e tra loro un globo terrestre mal formato sormontato da una croce. A destra e a sinistra un adoratore inginocchiato in preghiera.

La farmacia, oggi non più esistente, era situata alla ‘Riva del Vin’, così chiamata poiché, già dall'XI secolo e fino alla metà dell'Ottocento, vi approdavano e stazionavano le barche cariche di vino. Nel XIII secolo, sulla stessa riva, veniva istituito l' "Uffizio del Dazio del Vin". La Riva del Vin, anticamente, era chiamata riva del Ferro (per la vendita del ferro che avveniva sotto il portico del palazzo dei Dieci Savi), ma poi questo nome passò a identificare la riva opposta del Canal Grande, dal lato del sestiere di San Marco. Anch'essa aveva un altro nome prima della costruzione del Ponte di Rialto, era chiamata, infatti, Riva della Moneta, in quanto lì vicino si trovava l'antica Zecca.
Nel 1181 venne costruito sul Canal Grande un primitivo ponte, detto della Moneta, utilizzando imbarcazioni dismesse, ma, nel 1250, le barche che avevano fatto da tramite tra le due sponde per quasi un secolo, furono sostituite da un ponte in legno con una sezione centrale mobile, sollevabile al passaggio delle imbarcazioni più alte (risale al 1591 l'inaugurazione dell'attuale Ponte di Rialto, costruito su progetto dell'architetto Antonio Da Ponte).

Da http://www.canalgrandevenezia.it/index.php/palazzi-canal-grande/lato-sinistro/52-riva-del-vin

 

Qui si può trovare un’ampia documentazione fotografica del luogo

http://www.veneziatiamo.eu/Rivadelvin_SANPOLO.html

Giovenale firma con inglese e presepe ok.jpg

 

 

Modificato da apollonia
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La riva del Canal Grande opposta alla Riva del Vin, dal lato del sestiere di San Marco, prima della costruzione del Ponte di Rialto era chiamata Riva della Moneta in quanto lì vicino si trovava l’antica Zecca raffigurata su questa vecchia stampa in vendita su eBay.

Zecca Venezia eBay 1.JPG

La Zecca era il luogo dove si coniavano le monete della Repubblica e si custodiva il tesoro dello Stato e i depositi dei privati. Il palazzo, collocato in Piazza San Marco fin dalla seconda metà del XIII secolo, era inizialmente in legno. Dopo un grosso incendio verificatosi nel 1532 venne deciso di rifarlo in pietra d'Istria e ne fu incaricato Jacopo Sansovino, che realizzò l’opera tra il 1537 e il 1547. Al principio l’edificio aveva solo un piano, decorato a piano terra da un bugnato rustico e in stile dorico nel piano superiore. Nel 1558 si decise la costruzione di un altro piano, di ordine ionico. Il tetto venne costruito con lastre di piombo. All’interno si trova un cortile con 30 arcate, dove si trovavano le fornaci, le botteghe fabbrili e i magazzini. Nel cortile fu eretto un pozzo monumentale, opera di Danese Cattaneo, e disegnato da Sansovino stesso, che si può vedere ora nel cortile di Ca’ Pesaro.Nella Zecca veniva coniata la moneta veneziana più conosciuta: il Ducato d’oro, o Zecchino. Data la sua purezza (oro al 997/1000) la moneta diede anche il nome all’oro puro, l’oro zecchino. Nel 1588, quando Vincenzo Scamozzi completò la Libreria Sansoviniana verso il molo, si dotò la Zecca di un'entrata che la collegasse al porticato. Venne così creato un passaggio in corrispondenza alla diciassettesima arcata del porticato, dove vennero posti due giganti realizzati da Gerolamo Campagna e Tiziano Aspetti, a simbolica difesa della Zecca. Il passaggio conduce poi ad un severo portale con due Telamoni. Dell’attività della Zecca sono rimasti: un torchio del XVIII secolo, visibile al piano terra, e gli antichi forzieri della Repubblica, in legno rivestito di ferro con borchie, al primo piano.

Da https://venipedia.it/it/palazzi/palazzo-della-zecca

 

Giovenale firma con inglese ok.jpg

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  • 1 mese dopo...
Supporter

Metto anche qui la risposta data ad Andrea nella discussione isolata.

La scritta TERIACA . F . ALLA . TESTA . D’ORO . IN . TRIESTE fa riferimento alla spezieria all’insegna della Testa d’oro di Trieste gestita dallo speziale Leonardo Suzzi, che nel 1785 fabbricava teriaca ad uso di Venezia per farne commercio negli stati ottomani. Non si tratta quindi della spezieria all’insegna della ‘Testa d’oro’ di Venezia, ma della spezieria con la stessa insegna di Trieste, e l’aquila bicipite al posto del Leone di S. Marco caratteristico dei tappi sigillo della spezieria veneziana indica l’appartenenza politica della città di Trieste all’Austria.

Giovenale firma con inglese ok.jpg

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A proposito della spezieria “Alla Testa d’oro” di Venezia, volevo far presente come già fatto in ‘Medaglistica’ che fino al 1957 ha continuato a preparare teriaca per la ditta Branca, che la utilizzava per la produzione del Fernet pubblicizzato da questa medaglia

Medaglia Fernet Branca per teriaca.jpg

Bronzo: 8,520 g, 28x31 mm.

Giovenale firma con inglese ok.jpg

 

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