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Tessera per la teriaca


pozleo

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La farmacia ‘Alla Testa d’oro’ di Venezia

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Gli emblemi e i marchi commerciali delle diverse farmacie o spezierie veneziane autorizzate alla produzione della teriaca che avevano il compito di documentare la provenienza del prodotto garantendone al tempo stesso la qualità, furono istituiti negli anni Settanta del XVI sec. per ordine del doge, il quale dava esecuzione ad un provvedimento varato dalla magistratura competente in fatto di previdenza sanitaria, ossia dal Magistrato della Sanità. Tra questi marchi quello della Testa d’oro (ad signum capitis aurei) indicava una delle farmacie più note ed apprezzate a Venezia e a livello europeo. Il marchio imitava l’effigie imperiale coniata sulle monete romane, ossia la testa coronata d’alloro di un uomo di profilo, che troviamo rivolto verso sinistra nelle insegne (a) mentre nei coperchi dei contenitori di piombo nei quali il farmaco era dispensato dalla farmacia è rivolto verso destra (b).

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(a)

post-703-0-94569300-1403368928_thumb.jpg Voltolina

post-703-0-95998800-1403368952_thumb.jpg Bulgaria

(b)

Mentre i contenitori della teriaca sono andati persi, i rispettivi coperchi o tappi sigillo in piombo erano presenti in molti reperti, spesso con altre monete e oggetti monetiformi, e sono stati conservati avendoli scambiati per medaglie. Si conoscono tappi sigillo con incisi emblemi differenti della farmacia ‘Alla Testa d’oro’, alcuni dei quali sono autentici mentre altri sono copie degli originali. Le copie molto vicine all’originale si ritiene siano state realizzate a Venezia per destinarle al mercato ottomano e dell’Europa centrale orientale. Le copie che si possono considerare imitazioni ‘barbariche’ erano invece prodotte nelle stesse località di esportazione della teriaca sul modello di quelle veneziane.

A seguire posterò i tappi sigillo della farmacia ‘Alla Testa d’oro’ che ho in collezione. In generale (v. (b)), al centro è raffigurata una testa laureata a destra e davanti ad essa in basso un piccolo Leone di S. Marco (un piccolo volatile nell’esemplare riportato dal Voltolina). Procedendo verso l’esterno troviamo la legenda entro due cerchi concentrici e poi un festone circolare di motivi ornamentali. Nel tappo della Bulgaria esternamente vi sono quattro ghirlande d'alloro separate in croce da figure geometriche. Inoltre nel motivo centrale troviamo anche una data e due iniziali ai lati del busto.

apollonia

Modificato da apollonia
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Supporter

Ho trovato questa immagine con il tappo sigillo già presentato accanto al rispettivo contenitore, che dà un’idea delle dimensioni delle confezioni in cui la teriaca era dispensata nella farmacia della ‘Testa d’oro’ a Rialto, considerato che il diametro del tappo è ca. 40 mm.

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L’anno 1603 è marcato anche sui recipienti e indica che la teriaca era prodotta dalla ‘Testa d’oro’ qui fin da quell’anno. E’ probabile che le lettere V e C ai lati del busto siano le iniziali del conduttore della farmacia agli inizi del XVII sec.

apollonia

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Il primo tappo sigillo della farmacia ‘Alla Testa d’oro’ entrato nella mia collezione ha un diametro di soli 24 mm e pesa 6,80 g.

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La scritta è: TERIACA F. ALLA TESTA DORO IN VEN

apollonia

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Altro tappo sigillo della farmacia ‘Alla Testa d’oro’ (Pb: 25,94 g, 41 mm) in collezione.

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La scritta è: TERIACA FINA ALLA TESTA DORO IN VENEZIA .

apollonia

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Supporter

Questo tappo sigillo in collezione è un’imitazione barbarica di quello della farmacia ‘Alla Testa d’oro’ datato 1603 che ho presentato nel post # 202 con il rispettivo contenitore. Infatti la data è la stessa e i simboli ai due lati della raffigurazione corrispondono quello a sinistra alla lettera V e quello a destra alla lettera C con le ali del leoncino di S. Marco del tappo autentico.

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La scritta è: TERIACA EIWA (per FINA) ACA (per A LA) TESTA IIORO (per D'ORO) VHVRT (per VENEZIA).

Pb: 25,52 g, 35 mm.

apollonia

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Il quarto tappo sigillo della farmacia ‘Alla Testa d’oro’ entrato nella collezione in ordine cronologico è quello proveniente dalla Bulgaria già presentato al post # 200, con questo diritto.

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La scritta è esattamente quella del tappo sigillo riportato dal Voltolina in La storia di Venezia attraverso le medaglie, Milano, 1988, n. 1295, che però raffigura un piccolo volatile al posto del leoncino di S. Marco (v. post # 201).

Vari tappi sigillo come questo, con raffigurazione e legenda all’interno di una ghirlanda con ornamento floreale a ciascun punto cardinale, sono passati nelle aste (es. CNG e Hirsch) e dalla statistica su un campione di sei unità risulta un peso medio di 25 ± 2 g e un diametro medio di 42 ± 1 mm.

apollonia

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Prima di descrivere gli altri tappi sigillo di diverse spezierie/farmacie entrati in collezione, apro una parentesi per presentare questo gettone in rame di 34 mm di diametro e datato 1862 per la sua attinenza con la teriaca. E’ un gettone pubblicitario di W. C. Cook, un commerciante di zucchero e di ‘treacle’ di Sandridge, a Melbourne (Australia).

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La scritta sul giro del diritto ‘TREACLE’ deriva dal francese triacle che è la traduzione del nostro triaca, termine più comune e moderno di teriaca per indicare l’antico medicamento oppiato che si usava come antidoto contro i veleni e come cura di moltissime malattie, e che per estensione si usa anche col significato di rimedio prodigioso e toccasana.

Nella lingua inglese treacle ha sì il significato di composto medicinale a base di vari ingredienti, anticamente ritenuto capace di curare o prevenire gli effetti dei veleni, specialmente quelli dei serpenti, ma anche quello più comunemente usato di melassa, cioè il sottoprodotto della lavorazione delle barbabietole o della canna da zucchero, costituito da sciroppo impuro, che, malgrado il forte tenore di saccarosio, non può più dar luogo a cristallizzazione. La melassa è quindi uno sciroppo denso di colore scuro prodotto durante la raffinazione dello zucchero, che trova impiego principalmente come mangime per i bovini (mescolata, in genere, con foraggi, trebbie, polpe di barbabietole, ecc.). Si tratta in pratica di un alimento zootecnico di notevole valore energetico, ricco di composti azotati e in oligoelementi (cobalto, manganese, iodio, ecc.).

Va anche ricordato che la teriaca era dispensata prevalentemente come elettuario, cioè preparato farmaceutico semidenso formato da miscugli di farmaci impastati con miele o sciroppi. Infatti Venezia era particolarmente famosa per l’elettuario di teriaca, impasto di numerose sostanze tra cui la carne di vipera. Da qui molto probabilmente il duplice significato di treacle in lingua anglosassone per il famoso polifarmaco e per il veicolo (sciroppo/melassa) nel quale era dispensato dalle farmacie.

apollonia

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Tappo sigillo della farmacia Allo Struzzo d'oro

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La raffigurazione è di uno struzzo a sinistra con un serpentello nel becco; nel campo a sinistra un leoncino di San Marco. Il tutto all'interno di un cerchio di perline.

La scritta nel giro è: THERIACA . FINA . ALLO . STRUZZO . DORO . V .

Il peso è 9,404 g, il diametro 24 mm.

Nell'insegna e nel foglietto illustrativo lo struzzo è rivolto dalla parte opposta.

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apollonia

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Qualche notizia storica sulla spezieria Allo Struzzo d'oro

Giorgio Melichio, lo speziale dello Struzzo d’Oro in Venezia.

“La Theriaca di Andromaco è una composizione così ben regolata in tutte le sue parti, e così sicura negli effetti, che sorpassa ogni altra medicina; e può dirsi, ringraziato Iddio, rimedio concesso per la preservazione dell'uomo, perché utile a' mali moltissimi che affliggano il corpo umano, e tanto in oggi è nota per tutto il Mondo, che non abbisogna di maggior spiegazione”. (Virtù, Facoltà, ed Uso della Theriaca di Andromaco Il Vecchio che si compone con tutta fedeltà, e particolar diligenza da Pietro Cappelletto Di Pasquale Speciale all'antica specieria Dello Struzzo D'oro sopra il ponte de' Baretteri In Venezia).

Alla fine del 600 la città di Venezia poteva contare su un numero assai copioso di spezierie, all’incirca un centinaio. Di queste, distribuite per la città in modo da non disturbarsi l’una con l’altra nella condotta degli affari, solo alcune, le cosiddette “triacanti” godevano di uno statuto speciale concesso dall’amministrazione, che permetteva loro di produrre la rinomata “theriaca”: Alle Tre Torri, Allo Struzzo d’Oro e Alla Testa d'oro erano i nomi delle più famose.

La spezieria Allo Struzzo d’Oro, situata storicamente nei pressi del ponte dei Beretteri – uno dei più attraversati per la sua posizione centrale nel percorso che porta verso Piazza San Marco – assunse un ruolo particolare grazie alla figura dello speziale Giorgio Melichio che ne fu proprietario, verso la fine del XVI secolo.

Uomo di vaste conoscenze specialistiche, autore, fra l’altro, del più apprezzato antidotario della fine del XVI secolo, Giorgio Melichio divenne assai famoso anche al di fuori d’Italia per il suo operato: la sua “degnissima Triaca”, fonte di sicuro arricchimento per la città, veniva esportata in quasi tutti i paesi, compreso la lontana Cina. L’Imperatore in persona, essendo venuto a conoscenza della qualità del suo preparato, ne richiese per se stesso, seguendo la tendenza di molti sovrani e personaggi delle corti europee che facevano di tutto per garantirsi una riserva della potente panacea, tanto che Giuseppe Du Chesne “il Quercetano” (1546-1609), medico di Enrico IV di Francia, formulò una sua “Teriaca benedetta” e addirittura una “Teriaca Celeste” destinata espressamente all’uso personale di re e grandi personaggi.


La farmacia allo Struzzo d’Oro in Venezia, in virtù della competenza del suo proprietario non fu solo una normale spetiaria come tante altre, ma rappresentò un luogo di incontro, di studio e apprendistato per i giovani che si avvicinavano alla professione dello speziale, operando in collaborazione con il Collegio dei Signori Medici della città di Venezia al fine di rendere sempre più scientifica la preparazione dei futuri speziali, compito che più tardi venne assunto dalle università. Giungevano, infatti, spesso alla sua bottega speziali provenienti da altre città e ospedali importanti, come Camaldoli e Milano, allo scopo di perfezionarsi nelle conoscenze “erboristiche” con colui che veniva riconosciuto come il più competente in assoluto.

apollonia

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Tappo sigillo 'Struzzo d'oro' trovato con il metal detector (a destra) messo a confronto con il mio.

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Differenti le raffigurazioni e anche la scritta (THERIACA FINA ALLO STRUZZO D'ORO VENEZIA nell'ultimo).

apollonia

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Supporter

Nel museo civico di Venezia si conservano delle tessere del millecinquecento simili a medaglie di bronzo che pare fossero designate per ricognizione a quelle autorità, magistrature, o invitati che presenziavano alla confezione della triaca.

Secondo Girolamo Dian in Cenni storici sulla farmacia veneta, per una di queste tessere è possibile correlare le iscrizioni con l’antica insegna della farmacia dello Struzzo d’oro. Eccola (bronzo: 26,2 g, 36, 8 mm).

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Su entrambe le facce l’iscrizione in giro è MDLIX * FINA * MDLX7.

Su una faccia, all’interno di uno stemma con ai lati le iniziali (o il millesimo) M C, c’è una figura che il Dian non sa interpretare. A me dà l’idea di una bambola con grandi fiori ai lati.

Sull’altra faccia, all’interno di uno stemma con ai lati le lettere Z C, il Dian vede uno struzzo che tiene nel becco un serpente e da qui l’attribuzione della tessera alla spezieria con questa insegna.

Secondo il Voltolina, invece, non si tratta di uno struzzo ma di una cicogna e quindi la tessera non è da attribuire alla farmacia dello Struzzo d’oro ma alla famiglia Cicogna.

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Effettivamente l’uccello mi sembra più somigliante a una cicogna che a uno struzzo, tanto più che negli stemmi araldici ho visto delle cicogne con un serpente in bocca, ma non degli struzzi (veramente sembrava che uno tenesse nel becco un serpentello quando in effetti si trattava di un ferro di cavallo).

Volevo sapere l’opinione degli amici e in particolare di Corbiniano, al quale chiedo anche l’eventuale identificazione della ‘bambola’ nello stemma di destra.

apollonia

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Carissimo, grazie dell'assist.

Il quesito è interessante, perchè la risposta non è affatto scontata ---> eufemismo per dire non la so! :rofl:

Ragioniamoci insieme.

Stemma al d/

Il volatile è uno dei non pochi trampolieri dell'araldica, che nel piccolo spazio dello stemma coniato finiscono col somigliarsi tutti.

Cicogne, gru, struzzi...

Sulle monete classiche di Crotone c'è a volte una gru, animale onomatopeico della Kroton greca ---> per via del verso kro, kro...

Che nell'odierno stemma di un comune della provincia, Cirò, è forse diventata una cicogna tenente un serpe nel becco.

Ma qui siamo altrove, nella Venezia rinascimentale.

Dove Cicogna era un cognome di quelli importanti.

E i Cicogna avevano un'arma parlante: una cicogna.

Che però, a quanto ho trovato, stava nello scudo in tranquilla solitudine. :pardon:

I principali autori (Beatiano, Picinelli, ecc.) assegnano alla cicogna il significato simbolico di disprezzo dei piaceri (perchè "continuamente fa' guerra con i serpi"), di religione difesa, di misericordia, di giustizia, di correzione dei vizi, e persino di immagine di Maria che trionfa sul male ---> in parallelo con le raffigurazioni della Vergine che opprime un serpe.

Per farla breve: forse (sottolineo: forse) ha ragione il Dian a dire che è l'emblema della spezieria Struzzo d'oro.

Se confrontiamo la sequenza delle immagini di quest'emblema (vedi alle pagg. precedenti) con questo tondello, si può cogliere una certa continuità nel lento mutar d'aspetto di un simbolo.

Si parte dall'emblema della spezieria: uno struzzo con un ferro di cavallo nel becco.

Si continua con la sua versione a stampa: lo struzzo è ancora tale (vedi le piume della coda) ma il ferro di cavallo inizia a "incurvarsi".

Si finisce col tondello: lo struzzo ha perso la coda, e le curve del ferro sono diventate un sinuoso serpente.

Aggiungo un'osservazione, magari peregrina: sulle oselle di Murano, lo stemma civico mostra un gallo con un serpe nel becco.

Segno che l'abbinamento fra pennuto e rettile non è cosa episodica in Laguna.

Rimane un problema: cosa significano le lettere Z C?

L'ipotesi che siano le iniziali di un nome non è affatto improbabile.

E se si trattasse di uno stemma Cicogna "struzzodorizzato" (o viceversa di uno stemma Struzzo d'oro "cicognizzato")?!

Stemma al r/

Qui brancolo davvero nel buio. :mega_shok:

Altre lettere, M C ---> questa C che ritorna non sembra casuale...

...ma non saprei davvero come collegare i Cicogna al coso che sta dentro lo scudo.

Una bambola non ce la vedo proprio. :unknw:

Penso casomai a un triregno... anzi, oserei dire a un quadriregno, visto che è a quattro "strati".

Ai lati, due rose araldiche.

Sotto a tutto ciò, una fascia.

Non ho trovato nessuna famiglia veneziana avente uno stemma compatibile con questo.

---------------------------

E temo che, purtroppo, i documenti dell'epoca siano muti al riguardo... o sbaglio? :hi:

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@@apollonia

---------------

...però altri documenti "moderni" ci possono forse essere d'aiuto. :good:

Da una rapida ricerca in Rete, sono emerse diverse cosette:

- cercando strumenti antichi il cui nome inizia con C, ho trovato che in Laguna si usava (anzi si usa), fra i numerosi attrezzi da pesca, quello chiamato cogollo;

- un cogollo è costituito da una rete fissata a più cerchi concentrici e consecutivi, ossia è fatto così:

cogollo_med.jpeg

(da: http://www.carouselvenezia.eu/chicche/estuario/pesca/i-sistemi-di-pesca.html)

- concettualmente mi sembra del tutto affine al coso del nostro stemmino; :good:

- si potrebbe obiettare che però in dialetto il cogolo è anche una pietra da selciato...

- ...e non per nulla il comune di Cogollo del Cengio (VI) ne mostra quattro, impilate una sopra l'altra;

- però, in quella zona, c'è anche da dire che Cogoli è cognome attestato a fronte di una famiglia notabile di Vicenza;

- e lo stemma di questa famiglia, se non l'ho intravisto male (perchè su internet ne ho trovata soltanto un'immagine a bassissima definizione), sembra essere d'azzurro, alla fascia d'argento, attraversata da un (...coso?!...) d'argento accostato da due (fiori?!) d'oro...

Insomma, alla fin fine non ho trovato nulla di davvero risolutivo, solo tanti indizi o (per usare un'altra C) tante ciacole... :unknw: :unknw:

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...trovato!

Lo stemma dei Cogolo di Vicenza.

G. B. di Crollalanza, Dizionario storico-blasonico..., vol. I, Pisa 1886, p. 305:

"D'azzurro, alla fascia d'argento, con un cappuccio di monaco dello stesso in palo e attortigliato, attraversante sul tutto, e accostato da due stelle d'oro sulla fascia."

Lascia stare che il Crollalanza definisca la figura un cappuccio di monaco attortigliato.

Non sarebbe la prima figura che blasona in maniera (diciamo così) "semplificata".

Nel mio piccolo, poco fa, ho fatto perfino di meglio inventandomi il "quadriregno"...

Quando si ignora l'esatta natura di una figura araldica, gli sbagli possono essere clamorosi.

Ma lo stemma del r/ (al 99%) ha ora un cognome.

Da comprovare in altri documenti.

:good:

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Supporter

Caro Corbiniano,

buona domenica e complimenti per l’identificazione dello stemma araldico dei Cogolo di Vicenza, città che è stata in sintonia con la Serenissima. Nel 1404 vi fu la dedizione di Vicenza alla Repubblica veneta e costituì un Vicariato la città di Thiene, famosa per l’antica e storica farmacia Alla Madonna.

http://www.farmaciaallamadonna.org/la_serenissima.html

La mia prima impressione sulla ‘pila’ era che si trattasse di una bambola o di una signora con a lato dei fianchi due grandi quadrifogli o fiori. Avevo anche pensato a un albero di Natale senza il fusto o a una torta nunziale. Avevo escluso che fossero quattro pneumatici di diverso diametro data l’epoca, ma non che potessero essere quattro forme di formaggio di diverse dimensioni. L’ultima idea è che potesse trattarsi dei quattro settori più alti della montagna del Purgatorio dantesco, eventualmente con due stelle alpine in tema con l’ambiente alpestre.

Trattandosi di uno stemma araldico, è presumibile ritenere tale quello sull’altra faccia della medaglia, in particolare di un casato caratterizzato dalla raffigurazione di una cicogna con un serpente nel becco. Come si vede dalla figura che mette a confronto la tessera con la cicogna dello stemma del doge Pasquale Cicogna (di cui s’è parlato nelle medaglie di Venezia) e il tappo sigillo dello Struzzo d’oro, il volatile della tessera è molto più somigliante a una cicogna che a uno struzzo. Inoltre quello che tiene nel becco non è un serpentello ma una biscione di lunghezza almeno pari alla sua altezza.

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Per questo sono indotto a ritenere che non ci sia relazione fra la tessera e l’insegna della spezieria, anche perché queste tessere erano destinate alla autorità invitate ad assistere alla cerimonia di preparazione della triaca veneziana e non avevano funzione pubblicitaria di una determinata spezieria.

Un’altra tessera del genere è quella che ho in collezione ed è presentata al post # 66 la pag. 5 di questa discussione.

apollonia

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Supporter

Non ho trovato in araldica molte cicogne con entrambe le zampe a terra e parallele, come nello scudo della tessera. Questa è l'unica.

post-703-0-93303400-1404049743_thumb.png

Questa ha entrambe le zampe a terra, ma non in posizione parallela.

post-703-0-50366300-1404049763_thumb.png

apollonia

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Ok per tutto, carissimo.

(...)

Per questo sono indotto a ritenere che non ci sia relazione fra la tessera e l’insegna della spezieria, anche perché queste tessere erano destinate alla autorità invitate ad assistere alla cerimonia di preparazione della triaca veneziana e non avevano funzione pubblicitaria di una determinata spezieria.

(...)

Il problema è che (al momento) non mi risultano stemmi della famiglia Cicogna che mostrino l'animale con un serpe nel becco.

L'ideale sarebbe, a questo punto, che qualche documento ci dicesse se negli anni di questa tessera (1559-1567?) un Cicogna e un Cogolo occupavano cariche in qualche modo attinenti a essa.

Magari un signor Z. Cicogna, e un signor M. Cogolo...

;)

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Non ho trovato in araldica molte cicogne con entrambe le zampe a terra e parallele, come nello scudo della tessera. Questa è l'unica.

attachicon.gif109px-Blason_ville_fr_Savoillan_(Vaucluse).svg.png

Questa ha entrambe le zampe a terra, ma non in posizione parallela.

attachicon.gifArmsThe_Hague.png

apollonia

Dal punto di vista araldico, fra le due "pose" cambiano solo gli aggettivi con cui blasonarle.

La prima si definisce una cicogna stante sulla pianura.

La seconda, una cicogna passante.

:good:

Te ne aggiungo una nostrana e in una terza posizione, quella del comune di Cirò (KR):

post-21504-0-26100600-1404060399_thumb.j

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Tappo sigillo della farmacia 'Alle due colonne', con l'insegna riportata nel Codice Gradenigo

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post-703-0-80730100-1404140109_thumb.jpg

La scritta è: TERIACA FINA IN VENEZIA *

Piombo: 11,34 g, 23 mm

apollonia

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Supporter

Particolare dell'insegna dell'attuale farmacia

post-703-0-12298300-1404144982_thumb.jpg

Altra foto del diritto del tappo

post-703-0-07711600-1404144996_thumb.jpg

apollonia

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Nel museo civico di Venezia si conservano delle tessere del millecinquecento simili a medaglie di bronzo che pare fossero designate per ricognizione a quelle autorità, magistrature, o invitati che presenziavano alla confezione della triaca.

Secondo Girolamo Dian in Cenni storici sulla farmacia veneta, per una di queste tessere è possibile correlare le iscrizioni con l’antica insegna della farmacia dello Struzzo d’oro. Eccola (bronzo: 26,2 g, 36, 8 mm).

attachicon.gifTessera teriaca Cicogna.jpg

Su entrambe le facce l’iscrizione in giro è MDLIX * FINA * MDLX7.

Su una faccia, all’interno di uno stemma con ai lati le iniziali (o il millesimo) M C, c’è una figura che il Dian non sa interpretare. A me dà l’idea di una bambola con grandi fiori ai lati.

Sull’altra faccia, all’interno di uno stemma con ai lati le lettere Z C, il Dian vede uno struzzo che tiene nel becco un serpente e da qui l’attribuzione della tessera alla spezieria con questa insegna.

Secondo il Voltolina, invece, non si tratta di uno struzzo ma di una cicogna e quindi la tessera non è da attribuire alla farmacia dello Struzzo d’oro ma alla famiglia Cicogna.

attachicon.gifTessera teriaca da Voltolina con didascalia.jpg

Effettivamente l’uccello mi sembra più somigliante a una cicogna che a uno struzzo, tanto più che negli stemmi araldici ho visto delle cicogne con un serpente in bocca, ma non degli struzzi (veramente sembrava che uno tenesse nel becco un serpentello quando in effetti si trattava di un ferro di cavallo).

Volevo sapere l’opinione degli amici e in particolare di Corbiniano, al quale chiedo anche l’eventuale identificazione della ‘bambola’ nello stemma di destra.

apollonia

Buona giornata

Concedetemi di fare l'avvocato del diavolo. :pardon:

Il mio modesto convincimento è che si tratti di una cicogna con nel becco un serpentello. Tipica rappresentazione di alcuni stemmi, propri della famiglia Cicogna; a volte il serpentello c'è, altre volte manca, ma non ne farei un punto essenziale.

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L'iconografia della cicogna, d'altra parte, è troppo riconoscibile e differente da quella dello struzzo, non fosse altro che per il differente piumaggio delle ali e della coda, del differente becco e dal collo.

Riguardo alle iniziali MC presenti sul gettone, faccio presente che il capostipite della famiglia Cicogna - Marco Cicogna - quello che, per intenderci, fu ascritto al patriziato ai tempi della guerra di Chioggia, di professione faceva lo speziale.

Non era consuetudine per la nobiltà veneziana, a differenza di quanto avveniva in altri stati, abbandonare le professioni commerciali nelle quali avevano interessi, per fare il nobile che vive solo delle proprie rendite fondiarie; non dimentichiamoci che l'aristocrazia veneziana era mercantile....

Possibilissimo che la famiglia Cicogna abbia conservato nel tempo la propria spezieria, magari all'insegna dello struzzo, con la conseguente commistione di cicogne e struzzi ....

Riguardo alla iniziali MC, azzardo .... potrebbe essere che MC siano le iniziali del nome di un'altro membro della famiglia Cicogna, magari proprio il capostipite che, all'origine, aveva assunto quello strano stemma "quadriregno", come l'ha definito Corbiniano.

Non ho strumenti per cercarlo.....ma questo è terreno di Corbiniano, se non lo trova lui... :pleasantry:

saluti

luciano

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Il 'serpentello' potrebbe essere una vipera a giudicare dalla testa che emerge sopra il becco. Sappiamo che la carne di vipera è un componente essenziale della teriaca di Andromaco e quindi l'incisore della tessera potrebbe aver voluto rimarcare il fatto nel contesto dell'uso della tessera mettendo una vipera nel becco della cicogna.

apollonia

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Buona giornata

Concedetemi di fare l'avvocato del diavolo. :pardon:

Il mio modesto convincimento è che si tratti di una cicogna con nel becco un serpentello. Tipica rappresentazione di alcuni stemmi, propri della famiglia Cicogna; a volte il serpentello c'è, altre volte manca, ma non ne farei un punto essenziale.

attachicon.gifPasquale Cicogna.jpg

(...)

Ciao, "avvocato". ;) :D

Grazie per aver trovato uno stemma Cicogna "serpentifero".

Il problema, adesso, è capire se si tratta di una variante consolidata dello stemma, oppure di un semplice vezzo artistico di chi ha disegnato quest'esemplare.

Negli stemmi la presenza (o l'assenza) di una figura va sempre valutata (e a volte è più che essenziale). :good:

In questo caso, mi piace l'ipotesi avanzata dal nostro amico:

(...)

Sappiamo che la carne di vipera è un componente essenziale della teriaca di Andromaco e quindi l'incisore della tessera potrebbe aver voluto rimarcare il fatto nel contesto dell'uso della tessera mettendo una vipera nel becco della cicogna.

apollonia

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(...)

L'iconografia della cicogna, d'altra parte, è troppo riconoscibile e differente da quella dello struzzo, non fosse altro che per il differente piumaggio delle ali e della coda, del differente becco e dal collo.

Vero, esatto.

(...)

Riguardo alla iniziali MC, azzardo .... potrebbe essere che MC siano le iniziali del nome di un'altro membro della famiglia Cicogna, magari proprio il capostipite che, all'origine, aveva assunto quello strano stemma "quadriregno", come l'ha definito Corbiniano.

Tutto è probabile.

Ma in questo caso sembra difficilmente plausibile che un Cicogna abbia usato uno stemma identico a quello dei Cogolo, nè tanto meno sembra possibile il contrario...

Non ho strumenti per cercarlo.....ma questo è terreno di Corbiniano, se non lo trova lui... :pleasantry:

saluti

luciano

ciao a te

:good:

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Supporter

Ciao, ciao

Scusate, forse non c'entra nulla questa mia 'ciacola', come direbbe Corbiniano, ma nello stemma dei Cogolo raffigurato sulla tessera i due fiori non potrebbero essere una 'licenza poetica' dell'incisore? Infatti questi fiori non compaiono nello stemma effettivo.

post-703-0-72793500-1404214910_thumb.jpg

Quindi, per par condicio, fiori in più da una parte e vipera in più dall'altra.

apollonia

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