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IGNORED

Tessera per la teriaca


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Inviato

Salve

Belle immagini di un tappo sigillo della spezieria al S. Marco sono state postate da pesnad ai ## 26 e 33.

Da quanto posso vedere dalla foto di ilehafatto, la capsula non mi sembra di questa spezieria e potrebbe essere di quella all'insegna della Rosa d'oro.

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Sarebbe opportuno postare immagini migliori del reperto di ilehafatto.

apollonia


Inviato

No, non credo sia alla Rosa d'oro, ne ho uno in mano e non combacia. Mi insospettisce l'assenza di scritte....

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Supporter
Inviato

Sicuramente Rosa d’oro non è.

Se manca la scritta (sempre che non sia stata cancellata totalmente dall’erosione), non dovrebbe trattarsi di una capsula della teriaca perché anche quelle farlocche ce l’hanno.

Ruotando l’immagine di 180° sembra esserci una raffigurazione in quel tondello disposto non al centro del tappo ma spostato verso il basso.

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Sarebbe il caso di misurare il diametro del tondello e il diametro della capsula e determinare il suo peso.

apollonia


Inviato

Salvete amici - quant' agli tappi della spezieria Al San Marco qui un tipo con l'iscrpost-21128-0-10260400-1361148058_thumb.jizione THERIACA.VENEC.S.MARCO in un foro polognese ed un altro tipo con l'iscrizione EX.OFFICINNA (!).SANTO.MARCO (il pezzo illustrato recentemente trovato in Turingia in Germania ed un altro in Tongeren in Belgio - vedi Raf Van Laere, Lead seals, in: Fundamenta Historiae. Festschrift für Niklot Klüßendorf, Hannover 2004, pag.5, fig. 12).

Tanti saluti, julmin1

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Ciao julmin e bentornato con questi interessanti reperti della spezieria 'Al San Marco'.

I tappi delle spezierie di Venezia come la famosa canzone di Gino Paoli: senza fine...

apollonia


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Inviato

Salve


Se si vuole accostare il reperto di ilehafatto al post # 175 (foto a destra) con quello di pesnad precedentemente riportato, l’orientamento corretto è il suo anche se non si vede l’immagine completa del leone alato frontale.

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In ogni caso non è possibile classificare la prima capsula (né tantomeno la seconda) come autentica della spezieria ‘Al San Marco’ perché la scritta è di fantasia, come in altre capsule che imitano quelle delle spezierie veneziane. Inoltre nelle capsule di questa spezieria il leone di san Marco non è raffigurato frontalmente ma andante (o rivolto) a sinistra (vedi post # 90).



apollonia


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A proposito del leone di san Marco, mi sembra che su monete, medaglie, tessere e gettoni la rappresentazione simbolica dell'evangelista san Marco in forma di leone alato lo veda rivolto a sinistra oppure frontalmente.

La stessa cosa si verifica per la maggior parte delle statue, sculture e bassorilievi, dei dipinti, degli stemmi , delle bandiere, ecc., ma in questi casi non mancano esempi di leone rivolto a destra (leone della Porta della Carta, leone nei comuni vicentini, ecc.).

Mi sembra che il leone rivolto a destra sia uno dei segni di dominazione veneziana più antichi, come ad es. il leone di san Marco murato nella porta detta appunto “del Lion”. Dalle parti di via del Molo si trova un imponente bassorilievo del leone ‘a destra’ che risale al 1379, al tempo delle guerre tra le Repubbliche Marinare. Con la stessa caratteristica il leone di san Marco circondato da angeli sulla faccia della cattedrale.

Sulla capsula della teriaca recentemente postata da julmin1 e qui riprodotta, il leone è rivolto verso destra e da questo si può dedurre che essa sia precedente a quella datata 1683 al post # 90.

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Notare che la scritta EX OFFICINNA è il modo di indicare l’editore o la casa editrice di un libro, in genere in latino.



apollonia


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Inviato

L’altra capsula postata da julmin1 raffigura pure un leone verso destra ma stilizzato, con le ali simili a quello del leone moderno per i tatuaggi.

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apollonia


Inviato

Quindi io classificherei come tappi originali della spezieria al San Marco quelli posati da julmin1, mentre quello posato da me e il precedente rimangono in attesa di classificazione anche se sono MOLTO propenso per un falso d'epoca.


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Inviato

Ciao ilehafatto


Dico la mia sui tappi sigillo della spezieria ‘Al San Marco’. Se si considera l’insegna della spezieria e la capsula riportata da Ulrich Klein (che è poi julmin1) in U. KLEIN, Weitere Theriak-Kapseln, SM 218, 2010, Heft 239, S. 71-79, è evidente l’analogia della raffigurazione del leone.

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Ma se si tiene conto della scritta sulla capsula TER F AL LION DORO IN VENETI, non vi sono dubbi che il tappo appartenga a un’altra spezieria, quella appunto “Al Leon d’oro”.

Il tappo con il leone in maestà presentato in precedenza si riferisce probabilmente alla teriaca della spezieria ‘Al S. Marco’, ma la scritta rivela che non è autentico.

Il tappo recentemente postato da julmin1 con il leone stilizzato a destra presenta nella scritta sia S. MARCO sia THERIACA, ma non credo sia autentico con quella raffigurazione fantasiosa del leone.
L'altro tappo di julmin1 con la raffigurazione più realistica del leone è sicuramente della spezieria Al S. Marco (anzi, del laboratorio di questa spezieria), ma non si può dire che faccia riferimento specifico alla teriaca in quanto potrebbe farlo alle generiche preparazioni magistrali della spezieria stessa.

Non so se Ulrich è d’accordo. In tal caso un tappo sigillo sicuramente autentico della spezieria ‘Al S. Marco’ dev’essere ancora trovato (o descritto).

apollonia


Inviato

Ciao Apollonia, quando dici che il tappo non è autentico per la scritta e per l'immagine del leone, pensi che sia una contraffazione d'epoca o un falso moderno?


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Ciao dareios

Io credo che le capsule con scritte di fantasia e di fattura e stile grossolani che nulla hanno a che vedere con quelle autentiche di Venezia siano imitazioni barbariche prodotte ai tempi nelle località in cui la teriaca era esportata dai mercanti veneziani. In particolare Bulgaria, Turchia, Grecia, Balcani, ecc.

apollonia

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  • 9 mesi dopo...
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Inviato

Cari amici 'teriacanti',

è da un po' di tempo che tutto tace sull'argomento.

Per questo motivo, e soprattutto come augurio natalizio e di buon 2014, riporto l'episodio pubblicato nell'album di Topolino “Zio paperone mumble… mumble!” del 1974.

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Per i dettagli vedi http://coa.inducks.org/story.php?c=I+TL++802-C

Zio Paperone e la "triàca veneziana"

Codice Storia: I TL 802-C
Origin: Italia
Titolo: Zio Paperone e la "triàca veneziana"
Pagine: 33
Layout: 3 righe per pagina
Personaggi: Gastone, Paperino, Pico, Qui Quo Qua, Zio Paperone [mostra le immagini dei personaggi]
Trama: Abramo Barosso
Sceneggiatura: Giampaolo Barosso
Disegno: Massimo De Vita
Data di prima pubblicazione: April 11, 1971
Riferimenti sono contenuti in Qfi/ALP 18F (article)

Paperone scopre la ricetta della "triaca veneziana", un antico farmaco in grado di curare i malanni. Gli ingredienti per prepararla sembrano però introvabili: Paperino e Gastone faranno a gara.

apollonia

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Inviato

Salve

vi presento in allegato un piccolo sigillo della Farmacia di S. Fosca - Venezia.

Penso non abbia nulla a che fare con la theriaca... ma sicuramente doveva garantire un qualche cosa!!!!

Passerò appena mi sarà possibile per la Farmacia per sapere se è ancora in uso o se ricordano l'uso che ne era stato fatto.

Colgo l'occasione per fare i miei + sinceri auguri, in particolare ai frequentatori di questo settore.

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Ciao arrigome

Agli inizi del XVIII sec. la farmacia era famosa per le "Pillole di Santa Fosca" (1701), di grande efficacia purgativa (furono vendute per due secoli e mezzo, fino al 1950), e di un farmaco per la cura della blenorrea (1713). Può darsi che il sigillo fosse applicato come garanzia alle preparazioni della farmacia.

Contraccambio gli auguri. Auguri anche a Luciano, a dareios e agli altri amici.

apollonia

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  • 1 mese dopo...
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A Roma operavano alcune farmacie di ordini conventuali, soprattutto i Carmelitani Scalzi e la farmacia di S. Maria della Scala, i Francescani e S. Francesco a Ripa, S. Maria dell’Aracoeli, nonché alcune farmacie storiche laiche ancora esistenti, alcune delle quali ai tempi potevano produrre la teriaca.

Dalla Farmacia del Collegio Romano gestita dai Gesuiti provengono testimonianze significative sulla preparazione del medicamento come il Ricettario della triaca, di alcuni tipi di trocisci e del mitridato della spezieria della Compagnia di Gesù al Collegio Romano nell’anno 1646 (Ges. 1382).

Quindi si tratta probabilmente del coperchio di un contenitore di teriaca prodotta nella capitale.

apollonia


Inviato

Posso sbagliarmi, ma non credo, è un " coperchio " che risale alla fine del 1300 / 1400.


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Inviato

Non vedo dalla foto il trigramma caratteristico dell’ordine dei Gesuiti che si trova invece inciso su due ‘coperchi’ simili che ho in collezione.

L’apertura della farmacia di S. Maria della Scala a Roma risale all’anno 1523, quella della farmacia dei Carmelitani Scalzi alla metà del 1600.

Certamente la teriaca era utilizzata nell’antichità (e nella Roma imperiale in particolare) e nel Medioevo, e può darsi che anche nel ‘400, anno al quale risalgono artistiche ceramiche da farmacia a Roma, si producesse della teriaca ‘romana’.

Però la preparazione del medicamento diventa una voce economicamente importante per Roma e altre città della penisola a partire dal Rinascimento.

apollonia


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Coperchio in piombo di un bossoletto di teriaca con il simbolo dei Gesuiti

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Sul rovescio sono evidenti i prodotti di ossidazione del piombo.

apollonia


Inviato

I due coperchi che ho in collezione, il secondo è di mm 27/28, sono certamente della fine del '300 primi anni del '400.

Reputo la scritta "Teriaca di Roma" molto interessante, e chiedevo se qualcuno del forum fosse a conoscenza di pubblicazioni e/o foto di tappi o coperchi con la stessa dicitura.


  • 3 mesi dopo...
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Notizie riguardanti la storia della teriaca romana si possono trovare nella serie di articoli dal titolo “LA TRIACA IN ROMA (Brevi notizie sulla vita della farmacia romana)” pubblicati dal prof. Adalberto Pazzini in ‘La scienza del farmaco’, rivista tecnico-scientifica de ‘Il farmacista italiano: organo del Nobile collegio chimico farmaceutico italiano’ (estr. da: Scienza del farmaco, n. 1, 1. bimestre 1933.)

L’autore fa rilevare che i documenti riguardanti la confezione della triaca in Roma non sono anteriori al sec. XVI. Quindi, per tracciare una storia il più completa possibile della vita romana del medicamento, ha cercato di trarre informazioni dalle più antiche spezierie della città che hanno fama d’aver composto triaca, nonostante si abbiano notizie della presenza di alcune di esse da circostanze indirette.

Nei primi anni del Medioevo le farmacie private non esistevano in Roma (o non erano di importanza tale da essere ricordate in qualche documento), mentre esistevano molte farmacie private di ordini religiosi. Non solo il Medioevo, ma anche il Rinascimento e i secoli posteriori sono pieni di querele, di liti, di ricorsi degli speziali pubblici contro i Padri-farmacisti, a dimostrazione del fatto che la farmaceutica fratesca e monastica fosse quotata molto di più di quella laica.

Delle farmacie private che componevano la triaca sono rimaste scarsissime notizie. Del resto, i documenti che riguardano la vita scientifica romana prima del sec. XV, in qualunque ramo essa venga considerata, sono rarissimi. Uno dei più antichi che possa avere rapporto indiretto con la triaca romana è datato nell’anno 1429.

Se la capsula di gregleonard è, come molto probabile, della teriaca prodotta da una farmacia privata (assenza di simboli religiosi), la sua datazione tra la fine del XIV sec. e gli inizi del XV sec. non si può dare per scontata ma dev’essere adeguatamente documentata.

Certo è che, se così fosse, sarebbe molto meglio conservata della mia dei Gesuiti di due secoli e mezzo più ‘giovane’.

apollonia


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Posto i miei due coperchi in piombo di contenitori di teriaca [(a): 10,41 g, F = 37 mm; (b); 5,04 g, F = 31 mm] con la stessa scritta (IHS THERIACA tra croce e volto d’angelo alato con le iniziali C e R sopra le ali) che ne rivela la produzione da parte di un ordine religioso.

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L’elemento che può dare indicazioni sulla provenienza del farmaco dei rispettivi contenitori con queste chiusure è il trigramma IHS sormontato da una croce che Ignazio di Loyola scelse come proprio sigillo (1541) e successivamente la Compagnia di Gesù adottò come proprio emblema. Che i Gesuiti producessero la teriaca si ha prova nei manoscritti e nelle edizioni a stampa dalla Biblioteca della Farmacia del Collegio Romano, tra i quali la testimonianza più significativa è data dal Ricettario della triaca, di alcuni tipi di trocisci e del mitridato della spezieria della Compagnia di Gesù al Collegio Romano nell'anno 1646, ms. sec. XVII (Ges.1382).

Si narra poi che la regina Cristina di Svezia (Stoccolma 1626, Roma 1689), al centro di una notevole attività culturale a Roma dove si era definitivamente stabilita, in occasione della sua prima visita al Collegio Romano nel gennaio del 1656 rimase particolarmente colpita nell’assistere, nella bottega della farmacia, alla preparazione degli ingredienti di erbe, piante, metalli, gemme e altre cose rare per comporre la Treacle (cioè Theriac o teriaca) e il balsamo della vita.

apollonia

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A proposito poi della ‘concorrenza’ tra farmacie private ‘laiche’ e farmacie fratesche o monastiche per la produzione della teriaca di cui s’è detto nella storia della triaca in Roma, riporto il passo tratto dal libro di Urbano Tosetti Riflessioni di un Portoghese sopra il memoriale presentato da' PP. Gesuiti alla Santità di PP. Clemente XIII felicemente regnante che riguarda appunto le riflessioni esposte in una Lettera scritta ad un Amico di Roma in Lisbona 1758 - Con licenza de’ Superiori –.

Il Papa, e il P. Generale non possono ignorare il commercio che fa la Spezieria del Collegio Romano nonostante la proibizione fatta più volte alle spezierie de’ Regolari, e ultimamente da Benedetto XIV con suo editto del 13 luglio 1756, dove sono espressi nominalmente i Gesuiti, e dove è vietato il vendere qualsivoglia sorta di medicamento, o semplice, o composto, o preparato, o non preparato ecc. E’ pure stato calcolato che la Spezieria del Collegio fra l’altre cose vende ogni anno circa tremila libbre di triaca a un prezzo quasi doppio degli altri speziali. Non vi meravigliate, ch’io sappia tutte queste cose, essendo dimorato a Roma parecchi anni, ma vi stupirete, se vi dirò, e credetemelo di certo, che tutto questo è venuto alle orecchie, si può dire, di tutta Lisbona, ed anche di S. M. F.

La libbra romana equivaleva a 327,168 g e quindi siamo sui 981,5 kg all’anno, quasi una tonnellata: alla faccia della proibizione di papa Benedetto XIV. Se poi si considera che il prezzo era quasi il doppio di quello di mercato, non si può dire che i Gesuiti non sapessero vendere bene la loro merce, e specialmente il loro marchio (IHS sormontato da una croce).

apollonia

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Salve

E' arrivato dalla Bulgaria questo tappo sigillo della spezieria 'Alla Testa d'oro' che va ad aggiungersi alle altre 'teste auree', autentiche e copie, che ho in collezione.

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ITALY, Venezia (Venice). 17th century. Pb Theriac box seal. Produced by the Alla testa d’oro pharmacopia of Venice. TERIACA·F·ALLA·TESTA·DORO·IN·VENET·, laureate and draped right; to right, small winged lion; all within blossom-wreath and border-ornament / Blank. Rare.

Piombo: 26,0 g, diametro 44 mm, spessore 8 mm

Theriaca (also known as ‘Venice triacle’) was an ancient medicinal compound, employed as a traditional medicine since the time of Mithridates VI of Pontus, and was used as antidote against any poisonous bite. Nero’s physician Andromachus, as well as the medical author Galen discussed its medicinal value. Containing more than 64 ingredients, including viper flesh and opium, as well as herbs, cinnamon, agarics, and gum arabic, it was mixed with honey and wine to complete the compounding process. During the Middle Ages, it was considered a panacea. Theriac became a valuable article of commerce, with Venice, Padua, Milan, Genoa, Bologna, Constantinople, and Cairo all competing in its trade. It was expensive and hence available only for the rich (quality theriac cost one German taler in 1580s). By the time of the Renaissance, the making of theriac had become an official public ceremony, especially in Italian cities. It is first mentioned in England in 1538, and it gained popularity in Germany around the same time. Pharmacists sold it as late as 1900.

Venice regulated the production and trade of theriac beginning in 1258, and by the fifteenth century controlled its distribution throughout Europe. About 40 pharmacy shops in Venice were officially allowed to produce and sell theriac. One of the most renowned factories was “La farmacia alla testa d’oro,” which operated on the Rialto since 1565. The pharmacy kept detailed records on the amounts of its annual production. Curiously, this pharmacy still exists and operates in Venice.

apollonia

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