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Antonio Barbiano di Belgioioso


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Guest utente3487
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Chi era costui? :)

Scherzi a parte ho scoperto che anche questo personaggio ha fatto battere moneta, solo che le notizie sono alquanto scarse....

Chi mi aiuta?

Inviato

Antonio Barbiano (o da Barbiano credo sia più giusto) fu principe di Belgioioso, piccolo paese a pochi Km da casa mia ove ancora c'é il castello che porta il nome di quel casato (ed anche un bel castello, recentemente ristrutturato all'interno del quale tengono varie manifestazioni, anni fa persino un convegno numismatico, se ne consiglia una visita)

A nome del Barbiano vennero battute 2 sole monete: lo zecchino in oro e lo scudo in argento.

Belgioioso comunque non ospitò mai una vera e propria zecca; il Principe, ottenuto il privilegio di battere moneta, lo ostentò (e di fatti si tratta di pezzi di ostentazione) utilizzando la zecca austriaca e non mi risulta che le due monete di cui sopra ebbero mai corso reale, per quanto qualche pezzo usurato - parlo dello Scudo - si sia visto (ma la maggior parte dei pezzi noti é almeno SPL)


Guest utente3487
Inviato

Antonio Barbiano (o da Barbiano credo sia più giusto) fu principe di Belgioioso, piccolo paese a pochi Km da casa mia ove ancora c'é il castello che porta il nome di quel casato (ed anche un bel castello, recentemente ristrutturato all'interno del quale tengono varie manifestazioni, anni fa persino un convegno numismatico, se ne consiglia una visita)

A nome del Barbiano vennero battute 2 sole monete: lo zecchino in oro e lo scudo in argento.

Belgioioso comunque non ospitò mai una vera e propria zecca; il Principe, ottenuto il privilegio di battere moneta, lo ostentò (e di fatti si tratta di pezzi di ostentazione) utilizzando la zecca austriaca e non mi risulta che le due monete di cui sopra ebbero mai corso reale, per quanto qualche pezzo usurato - parlo dello Scudo - si sia visto (ma la maggior parte dei pezzi noti é almeno SPL)

Grazie Alberto. Si tratta dunque di monete da Ostentazione, battute mi sembra di aver letto, a Vienna. Quindi un posticino nelle rarità numismatiche italiane lo meritano, o no?

Inviato

Antonio Barbiano (o da Barbiano credo sia più giusto) fu principe di Belgioioso, piccolo paese a pochi Km da casa mia ove ancora c'é il castello che porta il nome di quel casato (ed anche un bel castello, recentemente ristrutturato all'interno del quale tengono varie manifestazioni, anni fa persino un convegno numismatico, se ne consiglia una visita)

A nome del Barbiano vennero battute 2 sole monete: lo zecchino in oro e lo scudo in argento.

Belgioioso comunque non ospitò mai una vera e propria zecca; il Principe, ottenuto il privilegio di battere moneta, lo ostentò (e di fatti si tratta di pezzi di ostentazione) utilizzando la zecca austriaca e non mi risulta che le due monete di cui sopra ebbero mai corso reale, per quanto qualche pezzo usurato - parlo dello Scudo - si sia visto (ma la maggior parte dei pezzi noti é almeno SPL)

Grazie Alberto. Si tratta dunque di monete da Ostentazione, battute mi sembra di aver letto, a Vienna. Quindi un posticino nelle rarità numismatiche italiane lo meritano, o no?

Perbacco, se lo meritano. Lo scudo é classificato R2, lo zecchino R3.

Dello scudo ti posso fare avere una foto, se ti serve.


Inviato

BIANCHIMANI Antonio Maria,Liste di zecche italiane in alcuni autori post CNI - Appunti per un indice di zecche italiane. 2004-2009 Panorama Numismatico

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Guest utente3487
Inviato

Antonio Barbiano (o da Barbiano credo sia più giusto) fu principe di Belgioioso, piccolo paese a pochi Km da casa mia ove ancora c'é il castello che porta il nome di quel casato (ed anche un bel castello, recentemente ristrutturato all'interno del quale tengono varie manifestazioni, anni fa persino un convegno numismatico, se ne consiglia una visita)

A nome del Barbiano vennero battute 2 sole monete: lo zecchino in oro e lo scudo in argento.

Belgioioso comunque non ospitò mai una vera e propria zecca; il Principe, ottenuto il privilegio di battere moneta, lo ostentò (e di fatti si tratta di pezzi di ostentazione) utilizzando la zecca austriaca e non mi risulta che le due monete di cui sopra ebbero mai corso reale, per quanto qualche pezzo usurato - parlo dello Scudo - si sia visto (ma la maggior parte dei pezzi noti é almeno SPL)

Grazie Alberto. Si tratta dunque di monete da Ostentazione, battute mi sembra di aver letto, a Vienna. Quindi un posticino nelle rarità numismatiche italiane lo meritano, o no?

Perbacco, se lo meritano. Lo scudo é classificato R2, lo zecchino R3.

Dello scudo ti posso fare avere una foto, se ti serve.

Si grazie. :)

Dalle rarità che indichi però non ne dovrebbero averne coniate tanto poche....

Guest utente3487
Inviato

BIANCHIMANI Antonio Maria,Liste di zecche italiane in alcuni autori post CNI - Appunti per un indice di zecche italiane. 2004-2009 Panorama Numismatico

Grazie Piergi. Che numero di PN?

Inviato (modificato)

BIANCHIMANI Antonio Maria,Liste di zecche italiane in alcuni autori post CNI - Appunti per un indice di zecche italiane. 2004-2009 Panorama Numismatico

Grazie Piergi. Che numero di PN?

Inserti del volume "Liste di zecche italiane in alcuni autori post CNI (Appunti per un indice di zecche italiane)" di Antonio Maria Bianchimani

186/giugno 2004, 193/febbraio 2005, 196/maggio 2005, 200/ottobre 2005, 203/gennaio 2006, 208/giugno 2006, 213/dicembre 2006, 218/maggio 2007, 231/luglio 2008, 234/novembre 2008, 238/marzo 2009, 241/giugno 2009, 242/luglio agosto 2009

Purtroppo non sono in grado di indicarti il fascicolo che tratta questa zecca .

Bianchimani mi ha mandato il suo recente volume che racchiude e aggiorna gli articoli apparsi durante gli anni su Panorama Numismatico

post-116-1283682815,68_thumb.jpg

Modificato da piergi00

Guest utente3487
Inviato

BIANCHIMANI Antonio Maria,Liste di zecche italiane in alcuni autori post CNI - Appunti per un indice di zecche italiane. 2004-2009 Panorama Numismatico

Grazie Piergi. Che numero di PN?

Inserti del volume "Liste di zecche italiane in alcuni autori post CNI (Appunti per un indice di zecche italiane)" di Antonio Maria Bianchimani

186/giugno 2004, 193/febbraio 2005, 196/maggio 2005, 200/ottobre 2005, 203/gennaio 2006, 208/giugno 2006, 213/dicembre 2006, 218/maggio 2007, 231/luglio 2008, 234/novembre 2008, 238/marzo 2009, 241/giugno 2009, 242/luglio agosto 2009

Purtroppo non sono in grado di indicarti il fascicolo che tratta questa zecca .

Bianchimani mi ha mandato il suo recente volume che racchiude e aggiorna gli articoli apparsi durante gli anni su Panorama Numismatico

Grazie della notizia. Si trova questo libro?

Inviato

BIANCHIMANI Antonio Maria,Liste di zecche italiane in alcuni autori post CNI - Appunti per un indice di zecche italiane. 2004-2009 Panorama Numismatico

Grazie Piergi. Che numero di PN?

Ciao elledi,

se ti può ancora interessare, il numero di PN che conteneva il fascicolo di Bianchimani con la voce 'Belgioioso' è il 187 (luglio 2004).

Cordialmente, Teofrasto

PS: Anche per Belgioioso è importantissimo, ancora una volta, il testo di Holzmair E. 1969, Monete di Ostentazione” der italienischen Reichsfürsten, “Numismatische Zeitschrift” 83, p. 58-81. Per Holzmair si tratterebbe di ducati e talleri (così anche in Motta 1911); dei primi furono coniati 620 pezzi, mentre del tallero furono battuti 430 esemplari (Holzmair 1969, p. 63).


Inviato (modificato)

A quanto detto dagli esperti, aggiungo una sintesi di quanto contenuto in Signorie e Principati. Monete italiane con ritratto del Ravegnani-Morosini.

Famiglia bellicosa e gagliarda, nota in Romagna sin dall'anno 1000, dove possiede numerosi feudi oltre a quello di Barbiano, la stirpe trova il suo esponente più celebre in Alberico, nato nel 1344 a Barbiano e passato alla storia come uno dei capitani di ventura più formidabili del suo tempo, dapprima sotto gli insegnamenti del condottiero inglese Giovanni Acuto e in seguito agli ordini di Bernabò Visconti. Ad Alberico si deve la prima concezione (in un'epoca in cui l'Italia era meta di capitani ed eserciti di ogni provenienza) di una compagnia di ventura interamente italiana, denominata di San Giorgio e sottoposta ad una rigida organizzazione e disciplina. Numerose le sue vittorie contro Luigi d'Anjou, Roberto il Bavaro, Firenze e Bologna, finché nel 1380 su invito del papa Urbano VI e di Santa Caterina da Siena accorre in soccorso del papato, cacciando da Roma le bande di Bretoni e Guasconi al servizio dell'antipapa Clemente VII. A seguito di questa impresa il pontefice lo nomina cavaliere di Cristo e gli consegna il bianco labaro con la croce rossa e la scritta "Italia liberata dai Barbari" che da allora accompagna l'arma dei Barbiano.

Richiamati a Milano sotto Filippo Maria Visconti i Barbiano ottengono il feudo di Belgioioso sotto Alberico VIII, il quale diviene comandante dell'esercito ducale, mentre gli antichi feudi di Cunio, Barbiano e Lugo vengono presi e devastati dai Fiorentini e dai Veneziani, e perduti per sempre dalla famiglia. Ludovico ottiene nel 1456 i titoli e i diritti di patrizio milanese da Francesco Sforza, mentre suo figlio Carlo aggiunge per primo il nome di Belgioioso a quello di Barbiano e diviene ambasciatore di Ludovico il Moro presso Carlo VIII di Valois, tra i principali artefici della sciagurata impresa del giovane re francese contro il Regno di Napoli e l'Italia intera. I suoi successori si segnalano ancora per imprese guerresche sotto Carlo V nella battaglia di Pavia (1523) ottenendo il viceregno di SIcilia e un'appannaggio annuale di 800 ducati di cui la famiglia continuerà a beneficiare fino al 1668.

[CONTINUA >]

Modificato da JunoMoneta

Inviato (modificato)

Al principio del '600 Galeotto dà origine alla linea comitale dei Bonaccorsi Quarterio, mentre suo fratello Alberico, primogenito, aggiunge al suo il cognome Trivulzio della madre Barbara. Da Alberico, attraverso Carlo e Giovanni, si giunge ad Antonio, che nel 1769 viene creato principe del S. R. I. e di Belgioioso dopo l'investitura del Toson d'oro, di 5 anni precedente. Uomo di cultura e grande viaggiatore, legato da amicizia con Voltaire e Rousseau, Antonio suggella il titolo imperiale con l'emissione di monete di ostentazione, lo zecchino e lo scudo. Unitamente al titolo di principe, Giuseppe II d'Asburgo gli conferma lo "jus monetandi", ossia il diritto di battere moneta a suo nome. Sotto Antonio viene anche ultimato il sontuoso palazzo Belgioioso di Milano.

http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/a/a8/8859_-_Milano_-_P.za_Belgiojoso_-_Palazzo_Belgiojoso_-_Foto_Giovanni_Dall%27Orto_-_14-Apr-2007.jpg

L'investitura a principe porta la data 5 agosto 1769, ma di fatto la concessione a battere moneta interviene solo nel gennaio 1770 e le monete furono coniate solo a partire dal febbraio 1772, perché lunghi furono i tempi per concordare le legende e le figurazioni, ed approntare i conii, originiariamente previsti in numero di 5 (compreso un tallero mai battuto) dagli incisori della zecca di Vienna alle dipendenze dello zecchiere Wiedmann. Si tratta di monete di ostentazione, ma di cui è tollerato anche il corso legale. Una curiosità: da una lettera di Benedetto Stefani, agente dei Belgioioso a Vienna, si rileva il tentativo di "corrompere" gli zecchieri viennesi con la "cioccolata dell' Ecc.ma casa di Belgiojoso" onde modificassero il ritratto del principe eseguito sui conii (a partire da un medaglione in avorio) e lo girassero verso destra, perché il precedente non era risultato gradito.

Al rovescio della moneta compaiono gli antichi titoli di conte di Cunio e di Lugo e di marchese di Grumello (COM. CVNII ET LVGI MARCH GRVMELLI), mentre la data è quella della concessione imperiale e non corrisponde alla data di coniazione. Il motto che si può leggere al rovescio sulla bandiera alla destra dello stemma è LIB.TA.AB.EXT. che è lo stesso che figurava sullo stendardo consegnato da papa Urbano VI all'avo Alberico nel 1380.

Belgioioso pagò i conii 500 fiorini e fece battere 620 zecchini d'oro e 430 scudi d'argento. Seguono i favolosi prezzi di aggiudicazione in aste internazionali dal 1879 fino a tutti gli anni '70 del secolo scorso. Basti dire che nel lontano 1979 uno scudo di Antonio di Belgioioso vicino al FDC realizzò 2 milioni e 700 mila lire in un'asta Titano. Ancora più alti i prezzi di aggiudicazione dello zecchino, che curiosamente viene considerato R3 a fronte del R2 dello scudo. Il tariffario Dotti li valutava rispettivamente 150/170 e 25/35 lire di allora.

Sul primo fascicolo della R. I. N. del 1911, da pagina 19, trovi un approfondito saggio sulle monete di Antonio di Belgioioso, a firma Emilio Motta, con il carteggio integrale dello Stefani con gli zecchieri viennesi, inclusa la storia della cioccolata:

http://www.archive.org/stream/rivistaitalianad24sociuoft#page/18/mode/2up

Modificato da JunoMoneta

Inviato (modificato)

Per ulteriore completezza vale la pena di ricordare che lo stesso diploma di Principi del S. R. I. con annesso jus monetandi fu concesso ad altre famiglie italiane del XVIII secolo dalle "cesaree maestà" della casa asburgica. Coniarono quindi altre monete di ostentazione a nome dei loro feudi italiani, ma tecnicamente a Vienna o ad Augusta, nell'ordine:

- Cesare Michelangelo d'Avalos, marchese del Vasto (1706-07)

- Antonio Tolomeo Trivulzio, barone di Retegno (1724-26)

- Giovanni VI Ventimiglia, marchese di Geraci (1725)

- Giovanni Domenico Milano, marchese di San Giorgio (1732)

- Antonio Pignatelli, principe di Belmonte (1733-38)

- Giacomo Francesco Milano, marchese di San Giorgio (1753)

Da notare come molti dei primi privilegi concessi fossero legati in qualche modo al ruolo che queste famiglie giocarono nello scacchiere europeo, al tempo delle lotte per la successione spagnola, in favore della casata imperiale di Vienna. Diverso il caso di Antonio Belgioioso, che sarà l'ultimo in Italia ad avvalersi di questo privilegio.

Modificato da JunoMoneta

Inviato

Per ulteriore completezza vale la pena di ricordare che lo stesso diploma di Principi del S. R. I. con annesso jus monetandi fu concesso ad altre famiglie italiane del XVIII secolo dalle "cesaree maestà" della casa asburgica. Coniarono quindi altre monete di ostentazione a nome dei loro feudi italiani, ma tecnicamente a Vienna o ad Augusta, nell'ordine:

- Cesare Michelangelo d'Avalos, marchese del Vasto (1706-07)

- Giovanni VI Ventimiglia, marchese di Geraci (1725)

- Giovanni Domenico Milano, marchese di San Giorgio (1732)

- Antonio Pignatelli, principe di Belmonte (1733-38)

- Giacomo Francesco Milano, marchese di San Giorgio (1753)

Da notare come molti dei primi privilegi concessi fossero legati in qualche modo al ruolo che queste famiglie giocarono nello scacchiere europeo, al tempo delle lotte per la successione spagnola, in favore della casata imperiale di Vienna. Diverso il caso di Antonio Belgioioso, che sarà l'ultimo in Italia ad avvalersi di questo privilegio.


Guest utente3487
Inviato

Per ulteriore completezza vale la pena di ricordare che lo stesso diploma di Principi del S. R. I. con annesso jus monetandi fu concesso ad altre famiglie italiane del XVIII secolo dalle "cesaree maestà" della casa asburgica. Coniarono quindi altre monete di ostentazione a nome dei loro feudi italiani, ma tecnicamente a Vienna o ad Augusta, nell'ordine:

- Cesare Michelangelo d'Avalos, marchese del Vasto (1706-07)

- Giovanni VI Ventimiglia, marchese di Geraci (1725)

- Giovanni Domenico Milano, marchese di San Giorgio (1732)

- Antonio Pignatelli, principe di Belmonte (1733-38)

- Giacomo Francesco Milano, marchese di San Giorgio (1753)

Da notare come molti dei primi privilegi concessi fossero legati in qualche modo al ruolo che queste famiglie giocarono nello scacchiere europeo, al tempo delle lotte per la successione spagnola, in favore della casata imperiale di Vienna. Diverso il caso di Antonio Belgioioso, che sarà l'ultimo in Italia ad avvalersi di questo privilegio.

Si trovano queste monete sul mercato numismatico?

Guest utente3487
Inviato

Al principio del '600 Galeotto dà origine alla linea comitale dei Bonaccorsi Quarterio, mentre suo fratello Alberico, primogenito, aggiunge al suo il cognome Trivulzio della madre Barbara. Da Alberico, attraverso Carlo e Giovanni, si giunge ad Antonio, che nel 1769 viene creato principe del S. R. I. e di Belgioioso dopo l'investitura del Toson d'oro, di 5 anni precedente. Uomo di cultura e grande viaggiatore, legato da amicizia con Voltaire e Rousseau, Antonio suggella il titolo imperiale con l'emissione di monete di ostentazione, lo zecchino e lo scudo. Unitamente al titolo di principe, Giuseppe II d'Asburgo gli conferma lo "jus monetandi", ossia il diritto di battere moneta a suo nome. Sotto Antonio viene anche ultimato il sontuoso palazzo Belgioioso di Milano.

http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/a/a8/8859_-_Milano_-_P.za_Belgiojoso_-_Palazzo_Belgiojoso_-_Foto_Giovanni_Dall%27Orto_-_14-Apr-2007.jpg

L'investitura a principe porta la data 5 agosto 1769, ma di fatto la concessione a battere moneta interviene solo nel gennaio 1770 e le monete furono coniate solo a partire dal febbraio 1772, perché lunghi furono i tempi per concordare le legende e le figurazioni, ed approntare i conii, originiariamente previsti in numero di 5 (compreso un tallero mai battuto) dagli incisori della zecca di Vienna alle dipendenze dello zecchiere Wiedmann. Si tratta di monete di ostentazione, ma di cui è tollerato anche il corso legale. Una curiosità: da una lettera di Benedetto Stefani, agente dei Belgioioso a Vienna, si rileva il tentativo di "corrompere" gli zecchieri viennesi con la "cioccolata dell' Ecc.ma casa di Belgiojoso" onde modificassero il ritratto del principe eseguito sui conii (a partire da un medaglione in avorio) e lo girassero verso destra, perché il precedente non era risultato gradito.

Al rovescio della moneta compaiono gli antichi titoli di conte di Cunio e di Lugo e di marchese di Grumello (COM. CVNII ET LVGI MARCH GRVMELLI), mentre la data è quella della concessione imperiale e non corrisponde alla data di coniazione. Il motto che si può leggere al rovescio sulla bandiera alla destra dello stemma è LIB.TA.AB.EXT. che è lo stesso che figurava sullo stendardo consegnato da papa Urbano VI all'avo Alberico nel 1380.

Belgioioso pagò i conii 500 fiorini e fece battere 620 zecchini d'oro e 430 scudi d'argento. Seguono i favolosi prezzi di aggiudicazione in aste internazionali dal 1879 fino a tutti gli anni '70 del secolo scorso. Basti dire che nel lontano 1979 uno scudo di Antonio di Belgioioso vicino al FDC realizzò 2 milioni e 700 mila lire in un'asta Titano. Ancora più alti i prezzi di aggiudicazione dello zecchino, che curiosamente viene considerato R3 a fronte del R2 dello scudo. Il tariffario Dotti li valutava rispettivamente 150/170 e 25/35 lire di allora.

Sul primo fascicolo della R. I. N. del 1911, da pagina 19, trovi un approfondito saggio sulle monete di Antonio di Belgioioso, a firma Emilio Motta, con il carteggio integrale dello Stefani con gli zecchieri viennesi, inclusa la storia della cioccolata:

http://www.archive.org/stream/rivistaitalianad24sociuoft#page/18/mode/2up

Grazie delle informazioni :)

Inviato (modificato)

Si trovano queste monete sul mercato numismatico?

Lo scudo di Antonio Belgioioso è quello che mi è capitato di vedere più di frequente sui listini, del resto il Ravegnani-Morosini lo considera R2. Anche il tallero e il mezzo tallero del Trivulzio è pressapoco della stessa rarità. Per il resto, tutte le altre monete di ostentazione viaggiano sul R3 e R4, senza considerare quelle di estrema rarità o uniche, come lo stratosferico 20 zecchini d'oro per Cesare Michelangelo D'Avalos, conservato al Kunsthistorisches di Vienna. Lo zecchino D'Avalos ogni tanto spunta, per lo più in aste oltralpe e di solito va via a prezzi proibitivi. Ne esistono anche esemplari ottenuti dopo la morte del marchese dai conii originali, ma privi dei contrassegni della zecca di Augusta. Tuttavia a togliermi il sonno è il tallero d'argento, come questo pubblicato in "Civiltà del Seicento a Napoli" con i conii originali, che all'epoca risultava ancora in casa D'Avalos...

CaesDaval_Tallero.jpg

Al dilà dell'opulenza barocca del ritratto e di quel bellissimo blasone con i 2 cannoni decussati quello che affascina di questa serie sono le picaresche avventure del marchese che ci sono dietro, in piena Guerra di Successione. Le altre monete di ostentazione a paragone hanno un sapore più "inerte"...

Ad ogni modo gli esperti sapranno certamente fornirti dettagli più circostanziati sulla loro reperibilità....

Modificato da JunoMoneta

Inviato

Che dire, come sempre interessanti e preziose le informazioni da te riportate, quest'ultimo conio e di una straordinaria intensità artistica, da potersi cimentare tanquillamente con gli altri coni Barocchi.........


Guest utente3487
Inviato

Grazie anche per queste preziose notizie....che bella questa numismatica.... :)

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