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IGNORED

I SANTI NELLE MONETE MEDIEVALI


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nel grosso di pesaro per costanzo sforza 1473-1483

la vergine genuflessa in atto di adorare il bambino a terra (cavicchi PS 17)

Modificato da scacchi
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sto iniziando a pensare che la religiosità esteriore pervasiva e onnipresente sia figlia della controriforma, e che il medioevo vivesse piuttosto la religione come qualcosa di magico/trascendente.

In effetti nella mentalità medievale cielo e terra, "spirituale" e "materiale" erano tutt'altro che separati, anzi erano l'uno la diretta continuazione dell'altro e completamente permeabili tra loro. Angeli e santi (e ovviamente anche diavoli) erano presenze concretissime e costanti, del tutto in grado di influenzare direttamente sia la vita pratica degli uomini sia la loro vita spirituale (cioè il loro cammino verso la salvezza). Niente di strano quindi se i santi sono presenti in abbondanza sulle monete: è un modo per rendere loro omaggio e assicurarsi benevolenza e protezione per la città, garanzia e magari anche "successo" per la moneta stessa.

Quanto alla Vergine, sappiamo che il suo culto cominciò a diffondersi in modo capillare a partire dal duecento inoltrato, soprattutto tra le corporazioni mercantili e artigiane, per poi esplodere definitivamente con la controriforma. E' possibile quindi che l'immagine della Vergine sia rimasta per lo più in secondo piano (con qualche eccezione, citata) nel periodo del consolidamento delle autonomie comunali e della relativa iconografia. A quanto pare i comuni preferivano i santi locali, con una diretta relazione con il territorio e la città, con particolare attenzione per i vescovi (che potevano tornare utili anche in un discorso di sovranità) e i santi combattenti (per ovvie ragioni)

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Alla splendida analisi di paleologo , aggiungerei che i Santi erano morti come esseri umani seguendo così la figura del Cristo , avendo quindi accesso al Paradiso ed alla gloria eterna . Quale miglior messaggio , dunque , per poter affrontare la vita terrena ? L'avere un Santo Patrono martire proprio , diviene di importanza basilare anche per le Città più piccole che necessitano di identità propria sia politica che religiosa . E la moneta sarà veicolo di propaganda insuperabile . Comunque vedo che alla fine siamo tutti d'accordo . ;)

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L'avere un Santo Patrono martire proprio , diviene di importanza basilare anche per le Città più piccole che necessitano di identità propria sia politica che religiosa .

Credo che sia proprio il discorso identità su cui porre l'accento. Non a caso ho postato l'esempio mantovano dove il santo patrono venne sostituito dal ben poco religioso simbolo di Virgilio: Il sommo poeta da sempre identifica Mantova. E, soprattutto in epoca comunale, credo che l'apporre il santo della città fosse soprattutto un modo di identificare la città stessa. Questo spiega anche la scarsa presenza della Madonna sulle monete, simbolo relgiioso che non ha alcuna identificazione con le varie città battenti moneta.....

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Supporter

...ed anche quando una moneta non raffigurava determinati Santi, era il popolo che celi vedeva: è un anedotto, questo, che vede protagonista il ducato d'oro veneziano (poi zecchino).

E' risaputoci infatti che le genti Cristiane del Levante vedevano nell'immagine di San Marco che offre lo stendardo al doge, quelle di Costantino Magno e di sua madre Elena.

E' certo che Venezia seppe fare un uso "moderno" dell'immagine di San Marco idealizzata con il leone alato; "piantaleoni" venivano chiamati i veneziani, perchè in ogni dove, in qualsiasi loro paese o città del Ducato o delle colonie o dei possedimenti c'era la colonna con in cima il leone alato, oppure il bassorilievo sul palazzo del capitano o del podestà.

Questa operazione di "marketing" ante litteram, fece si che il termine "marchesco" fosse accettato e comunemente usato nei diversi stati, per identificare la popolazione veneziana.

Lo stesso Nicolò Machiavelli scriveva da Verona, dopo la sconfitta di Venezia ad Agnadello durante la guerra di "Cambrai", e dopo essersi reso personalmente conto del clima che c'era in quella citta: "I gentiluomeni non amano Venezia, inclinano agli alleati; ma il popolo, la plebe, i contadini sono tutti marcheschi"

Bellissime le monete che avete postato.

Saluti

Luciano

Modificato da 417sonia
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Due ulteriori emblematici esempi di monetazione medievale che si inseriscono in quanto stiamo esaminando sono il grosso di Lucca col celebre Volto Santo,anche qui abbiamo simboli religiosi e il potere che si uniscono in una traslazione Cristo-Re e Re -Cristo e poi la serie della monetazione di Aquileia col Patriarca che assume il potere politico ma anche quello religioso con la sua rappresentazione sulla moneta seduto in trono,mitrato con croce astile nella mano destra e nella sinistra il Vangelo,un mix insomma di identità,potere politico e religioso.

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Certamente l'esempio introdotto da Paolino67 riguardo l'iconografia di Virgilio nelle monete di Mantova mi lascia perplesso e curioso nello stesso tempo . Si tratta sicuramente di un'eccezione di notevole interesse . Una spiegazione , ma è solo una mia personeìale idea , è che nel Medioevo l'artista era considerato come uomo di dedizione , modesto e solamente desideroso di ricevere come ricompensa la grazia divina . Ma cosa c'entra questo con Virgilio??? Paolino che ne pensi?

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L'eccezione virgiliana rappresenta in effetti una interessante variazione a tradizioni consolidate che volevano sulle monete dell'epoca effigi di personaggi sacri più che profani. Ma credo che nonostante tutto questa rappresenti solo una variazione sul tema, che è sempre quello: l'apporre sulla moneta un simbolo indistinguibile della propria identità. Chiaro che in altre città la simbologia del Santo protettore della città rappresentasse la soluzione quasi obbligata per i motivi già esposti in questa discussione; a Mantova invece si scelse una figura non sacra, e questo rimane un'anomalia spiegabile forse solo con lo strettissimo legame che la città ha sempre avuto col poeta. Ancora oggi i mantovani sono comunemente chiamati virgiliani, la silhouette di Virgilio è presente nello stemma comunale e persino in quello della squadra di calcio (prima che fallisse, vedremo in quella nuova.... <_< ) riprova che si è creato un legame secolare talmente profondo da avere pochi esempi paragonabili.

Legame che già nel medioevo era fortissimo. Sicuramente cmq l'inserire Virgilio anzichè un simbolo sacro non voleva essere un prendere le distanze dall'aspetto religioso, visto che almeno nel primo periodo del comune (dalla metà del XII secolo alla metà del XIII) su tutte le monete appare anche il riferimento all'autorità vescovile che era quella a cui erano concessi i privilegi di battitura.

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L'eccezione virgiliana rappresenta in effetti una interessante variazione a tradizioni consolidate che volevano sulle monete dell'epoca effigi di personaggi sacri più che profani. Ma credo che nonostante tutto questa rappresenti solo una variazione sul tema, che è sempre quello: l'apporre sulla moneta un simbolo indistinguibile della propria identità. Chiaro che in altre città la simbologia del Santo protettore della città rappresentasse la soluzione quasi obbligata per i motivi già esposti in questa discussione; a Mantova invece si scelse una figura non sacra, e questo rimane un'anomalia spiegabile forse solo con lo strettissimo legame che la città ha sempre avuto col poeta. Ancora oggi i mantovani sono comunemente chiamati virgiliani, la silhouette di Virgilio è presente nello stemma comunale e persino in quello della squadra di calcio (prima che fallisse, vedremo in quella nuova.... <_< ) riprova che si è creato un legame secolare talmente profondo da avere pochi esempi paragonabili.

Legame che già nel medioevo era fortissimo. Sicuramente cmq l'inserire Virgilio anzichè un simbolo sacro non voleva essere un prendere le distanze dall'aspetto religioso, visto che almeno nel primo periodo del comune (dalla metà del XII secolo alla metà del XIII) su tutte le monete appare anche il riferimento all'autorità vescovile che era quella a cui erano concessi i privilegi di battitura.

Ho capito ! Ottimo e abbondante . Quando inizialmente ho parlato di "campanilismo" ebbene quale esempio migliore di questo di Mantova? ;)

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Altra monetazione molto importante, che non ha santi come soggetto è quella di Napoli.

Reputo il "saluto" con l'Annunciazione coniato a Napoli una delle più belle monete medievali . Da quello che ho capito nella nostra interessante discussione mi pare di poter dire che l'iconografia rappresentata dal Cristo , dalla Madonna e da eventii sacri sono simbolo di religiosità mentre quella che rappresenta il Santo Protettore ha più una valenza politica . La Croce presente nella maggioranza dei coni è il simbolo di apparteneza alla Cristianità . Realtà o discorso semplicistico da parte mia ???? ;)

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A Napoli sono stati coniati alcuni follis con S. Gennaro:

Atanasio II, duca di Napoli (877-902).

Follis con busto di S. Gennaro.

post-10942-1281124016,79_thumb.jpg

Modificato da glaucho
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Altra monetazione molto importante, che non ha santi come soggetto è quella di Napoli.

Reputo il "saluto" con l'Annunciazione coniato a Napoli una delle più belle monete medievali . Da quello che ho capito nella nostra interessante discussione mi pare di poter dire che l'iconografia rappresentata dal Cristo , dalla Madonna e da eventii sacri sono simbolo di religiosità mentre quella che rappresenta il Santo Protettore ha più una valenza politica . La Croce presente nella maggioranza dei coni è il simbolo di apparteneza alla Cristianità . Realtà o discorso semplicistico da parte mia ???? ;)

Quoto. L'ultima moneta da me postata fu battuta proprio durante il periodo di autonomia della città in risposta al divieto del culto delle immagini sacre imposto dall'imperatore bizantino Leone III (VIII secolo).

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vorrei ampliare il discorso sui simboli religiosi alla rappresentazione della Vergine che nelle monete medievali mi risulta apparire poco,io ricordo solo monete di Pisa e un trifollaro di Mileto con Maria e il bambino,forse penso la Vergine non era sufficiente simbolo per quel periodo di potere e identità,non vedo altre motivazioni oltre al fatto che era donna.

Sempre dal volume Monete e storia nell'Italia medievale della professoressa Travaini (pagine 250 e 251) si apprendono molte notizie.

L'immagine di Maria fu raffigurata sulle monete bizantine in vario modo:

orante su monete di Leone VI; nikopoios (ossia portatrice di vittoria) su monete di Costantino VII e poi Basilio II; busto di Maria accanto a quello dell'imperatore (Niceforo II e Giovanni).

Sulle monete italiane Maria appare orante su un follaro di Roberto il Guiscardo per Salerno ma anche seduta di profilo col Bambino in braccio su un trifolaro di Ruggero I per Mileto. Maria col bambino è sulle monete pisane del XIII secolo, sia in busto che a figura intera seduta in trono e in forme gotiche (ultimi due tipi imitati anche nella zecca di Aquileia).

nel 1278 fu introdotta la scena dell'Annunciazione sui carlini d'oro e d'argento da Carlo d'Angiò nella zecca di Napoli.

Oltre che nel volume citato, preziose informazioni anche sull'Enciclopedia dell'Arte medievale, volume VIII (Roma, istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1997), alla voce Maria. Numismatica (pp. 235-236), curata dalla stessa Lucia Travaini.

Altra moneta con la Vergine col Bambino, molto diffusa durante il Regno di Guglielmo I di Sicilia in tutta l'Italia meridionale, è questo follaro coniato a Messina nel 1155-1156:

post-10942-1281126850,84_thumb.jpg

Modificato da glaucho
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:o :o :o

non ci sono parole.

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Quando inizialmente ho parlato di "campanilismo" ebbene quale esempio migliore di questo di Mantova? ;)

Se non ricordo male, Virgilio in epoca medievale era creduto, oltre che mago, una sorta di "precursore" del Cristianesimo per via del contenuto di certe sue poesie (non chiedetemi una citazione più precisa, o magari datela ;)). Quindi era una figura un po' a mezza strada tra laico e religioso, se non sbaglio...

La Croce presente nella maggioranza dei coni è il simbolo di apparteneza alla Cristianità . Realtà o discorso semplicistico da parte mia ???? ;)

Secondo me sostanzialmente è proprio così, ma sicuramente l'argomento non è stato ancora sviscerato a fondo. I simbolismi medievali avevano spesso più di un livello di significato, e non c'è bisogno di tirare dentro Giacobbo e i Templari per esserne convinti :lol:

Sull'argomento ti segnalo in particolare questa discussione, se per caso ti fosse sfuggita :)

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Hai ragione l'argomento della croce in tutte le sue manifestazioni tipologiche andrebbe ampliato ed approfondito . Magari aprendo una discussione a riguardo . Comunque molte considerazione già le avete espresse nella vecchia . La croce è il simbolo più completo esistente che condensa nella sua essenzialità la più vasta delle sintesi . ;)

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:o :o :o

non ci sono parole.

Molto bella, indubbiamente. E' un pezzo che presenta uno stile eccellente, unito ad una conservazione davvero niente male. Comunque è una moneta già vista, passata in asta Artemide qualche mese fa, dove mi pare, se non erro, rimase invenduta. Visto il prezzo, immagino che rischi di rimanere al palo anche stavolta. :blink:

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Torno sull'argomento principale, ed in particolare sul culto dei santi in chiave propagandistica. Potrei sbagliarmi, ma mi pare che i grandi regni centrali non abbiano fatto grande uso di santi patroni per scopi propagandistici, puntando piuttosto all'esaltazione del sovrano con l'uso imperante della sua effigie, o della casata regnante incidendo sui conii il suo blasone.

L'eccezione che mi viene in mente è quella del Regno d'Ungheria, una vera potenza nel medioevo: per un lungo periodo fu raffigurato San Ladislao, che però fu anche un sovrano d'Ungheria, e di fatto un eroe nazionale.

image00771.jpg

L'iconografia di questo Goldgulden di Ludovico I (1342-1382) tralaltro tradisce chiaramente l'ispirazione al S.Giovanni sul fiorino di Firenze.

Seguì la Vergine: in questo caso si raffigura una figura di valenza universale, per definizione la più vicina a Dio, e quindi di grande potenza. Nessuno poteva reclamare per sè l'esclusività della benevolenza della Madre di Dio, ma il suo potere salvifico era altrettanto sicuramente fuori questione.

image05434.jpg

Ducato, Sigismund Bathory (1581-1602).

Siamo ormai fuori dal medioevo, e noto inoltre che se la Vergine troneggia sovrana sul verso, al dritto il sovrano non è affatto raffigurato in un atteggiamento "morbido", direi anzi che la Vergine controbilanci e compensi l'aggressività del Re.

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Malgrado gli esempi già citati di rappresentazioni numismatiche della Madonna in epoca medievale, molte delle quali bizantine o di ispirazione bizantina, è nel rinascimento che fioriscono le Vergini su moneta, e non solo sulla moneta grossa.

Mi riferisco alla mia esperienza veneziana, ma mi pare che il grande culto popolare di Maria abbia suggerito la produzione di moneta spicciola come il bezzo in rame, iconograficamente potentissima per la simultanea presenza della Madonna e di San Marco, che poteva benissimo essere usata come medaglia votiva (interpretazione mia).

6570_ico.jpg

Conoscete altri esempi di moneta spicciola di questo tipo?

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Conoscete altri esempi di moneta spicciola di questo tipo?

Ad esempio questo grossetto di Francesco II Gonzaga:

GrossettoconilcrogiuoloelaVergine__7015.jpgGrossettoconilcrogiuoloelaVergine__7014.jpg

Tipologia ripresa anche dal figlio Federico II:

GrossettoconlaVergineeilmonteOlimpo__7413.jpg

GrossettoconlaVergineeilmonteOlimpo__7414.jpg

Non a caso, come hai correttamente supposto, questo tipo di monete nella quasi totalità dei pezzi sono state rinvenute forate.

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