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Inviato

Perdonate anticipatamente la futilità della questione, ma vi giuro che è la prima volta che ci faccio caso...dopo averle avute sotto il naso per tanto tempo!

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Inviato (modificato)

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Che voi sappiate c'era davvero un'intenzionalità di Giuseppe Romagnoli (che pure era bolognese di nascita) di omaggiare la più bella serie di spiccioli preunitari? O sono solo tante coincidenze? D'accordo gli immortali archetipi magnogreci, forse influenti su entrambe le monetazioni, ma le coincidenze sono davvero tante! In ultimo ci sarebbe anche il più piccolo nominale della divisionale che, seppure sprovvisto di antecedenti illustri, sembra quasi dire "Sicilia" come la chiave di un rebus:

http://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-ITL/0

Chi conosce la genesi di queste due belle serie tra loro così lontane nel tempo? Mi piacerebbe conoscerne la chiave iconografica...

Modificato da JunoMoneta

Inviato

Perdonate anticipatamente la futilità della questione, ma vi giuro che è la prima volta che ci faccio caso...dopo averle avute sotto il naso per tanto tempo!

Non giurare falso, lo sappiamo che ne sai una più del diavoletto e che hai mille argomenti interessanti da sottoporci .......... e questo è uno dei tanti. Davvero interessante ohmy.gif questa sequenza.


Inviato

Ahah...per quanto diabolico, il mio giuramento è sincero. ;)

Peraltro sul Gigante sono a poche pagine di distanza, ma non le avevo mai accostate. Mi piacerebbe conoscere dai nostri eccellenti numismatici siculi l'origine di tanto splendore su piccole monete di rame che per bellezza superano di gran lunga la serie d'argento. E anche di Romagnoli vorrei conoscere la formazione, perché nei nostri spiccioli repubblicani ha sempre magnificato l'eleganza della numismatica "magnogreca", quasi a volersi contrapporre alla retorica romaneggiante degli anni precedenti.


Inviato

Riporto il passo di Giacomo Maiorca (Numismatica Contemporanea Sicula):

Nel 1814-15 il governo per ovviare ai disordini che giornalmente cagionava la vecchia moneta di rame per essere stata falsificata, ne improntava una nuova. Essa era del valore di 10 5 2 e un grano.......(omissis). Nel rovescio si vollero riprodotti gli emblemi delle monete greco-sicule (cornucopia/spiga - donna seduta - pegaso siculo - grappolo d'uva simboleggiante i vini di Sicilia).

Queste monete insieme alla doppia oncia (con simbolo la trinacria) sono state frutto dell'estro di uno o più artisti, ma noi sappiamo solo che lo zecchiere del tempo era Vincenzo Barile.

A voi la palla........ non saprei cosa dire per Romagnoli.


Inviato

Sul Romagnoli si potrebbe costruire un interessante articolo, per quanto innumerevoli le sue vicende, ma sopratutto per il contributo che diede in primis alla scultura.

E’ nato a Bologna nel 1872 ed è morto a Roma nel 1966.

Iniziò e compì i suoi studi d’arte e cultura nel Collegio Artistico Venturosi. Ha incominciato ad esporre nel 1897. Nel 1909 fu chiamato a dirigere la nuova “Scuola dell’arte della Medaglia” in Roma, dove è sempre rimasto insegnante ed unico direttore sino al 1954. In tale periodo creò quasi tutti i modelli per le monete del Regno d’Italia, dell’Impero Etiopico, dell’Albania, della Somalia e della Repubblica Italiana.

Grandissimo incisore raccolse il testimone dai due grandi che lo precedettero, Giuseppe Ferraris e Filippo Speranza, il primo per i coni di Vittorio Emanuele II, e l'altro per Umberto I, oltre quella straordinaria serie del Re numismatico dell'aquila araldica, comprendente la meravigliosa 5 Lire del 1901.

Penso che come supposto dal buon Giuseppe non si tratti di una coincidenza ma, visto la straordinaria personalità del Romagnoli, un omaggio alla grande Trinacria e alle popolazioni che hanno formato la grandissima Magna Grecia......

Va ricordato infine che il grande contributo che diede alla numismatica, purtroppo oscurò in parte la meravigliosa produzione scultorea.....


Inviato

Dopo i fantastici interventi di Augusto ed Eracle, urge colmare l'ultima lacuna nella serie di rame del 1814-15, il 5 grani con l'allegoria della Securitas:

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Continuando la citazione dal Majorca: "Nel 1814 e 1815 il governo per ovviare i disordini che giornalmente cagionava la vecchia moneta di rame per essere stata falsificata, ne improntava della nuova. Essa era del valore di grani dieci, di grani cinque, di grani due, e di un grano; nel diritto rileva la testa del monarca coronata, con la corona all'antica [...] ed intorno la legenda FERD. III. P. F. A. SICIL. ET. HIER. REX. cioè Ferdinandus III Pius Felix Augustus Siciliarum et Hierusalem Rex. Nel rovescio si vollero riprodotti gli emblemi delle monete greco-sicule infatti al n. 37 havvi due cornu-copia intrecciati ad una spica, emblema dell'abbondanza della Sicilia, ed intorno il motto FELICITAS PUBLICA, G. 10 [...], nel n. 38 havvi una donna seduta placidamente, col motto SECURITAS PUBLICA. Nel n. 39 havvi un cavallo alato riproduzione del pegaso siculo senza altra scrittura che G. 2, cioé grani due. Finalmente nel n. 40 vedesi un bellissimo grappolo d'uva, che simboleggia i vini della Sicilia"

Le iniziali V. B. appartengono allo zecchiere Vincenzo Barile. Ignoro chi ne abbia fatto i modelli in cera, lo stesso che presumibilmente avrà improntato le superbe 2 once d'oro con la Trinacria, il vero gioiello di questa magnifica serie "antiquaria".

Sarebbe interessante coinvolgere nella discussione anche gli esperti della sezione di monete antiche per scoprire quali modelli possano più verosimilmente aver ispirato questa serie. Da profano mi vengono in mente solo le monete di Metapontum (per la spiga) e di Corinto (per il Pegaso). Quanto alla Securitas, mi fa pensare ad un'allegoria romana, sconosciuta al mondo greco (?).


Inviato

Un volo pindarico ed una vaga analogia compositiva mi conducono ad una delle prime opere di Romagnoli in qualità di incisore della Zecca di Roma, il "romanissimo" buono da una lira del 1922:

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Di questa moneta ebbe a scrivere Nicola Borrelli, considerandola un degno risarcimento alla decadenza dello stile negli spiccioli italiani della fine degli anni '10: "In sostituzione dei non mai abbastanza spregiati buoni cartacei da una lira (che continueranno del resto a tenerci compagnia per qualche tempo), abbiamo dunque i tanto attesi spezzati di nichelio di egual valore; e giacché in simili occorrenze non tacemmo le nostre impressioni sull'arte e sui tipi delle nuove monete emesse, non vogliamo tacerle neppur questa volta intorno ai nuovi buoni metallici, dei quali pur qualche cosa va detto ed in bene ed in male. [...] Questa volta dunque possiamo confortarci, giacché la nuova moneta costituisce un primo passo se non verso la perfezione, certo verso la...riparazione. Il conio, infatti, improntato ad una certa severità classica e ad una larghezza di esecuzione, fa di questa moneta, e per concetto e per fattura, una delle migliori finora emesse." (N. Borrelli, "Rilievi tipologici intorno alla nuova moneta da una lira, "Miscellanea Numismatica, III n. 3, Marzo 1922)

Seguono moltissime considerazione di carattere storico-artistico e numismatico sulla Nike alata, sulle personificazioni femminili nella numismatica romana, sulle allegorie della Britannia nelle monete inglesi che imitano le romane, che a loro volta imitano le greche. E su i moltissimi infiniti piccoli dettagli di questo tondello.

Resta un bello spaccato su un periodo di transizione, un articolo da leggere per intero, con in testa ancora i modelli ipertrofici e trionfali dei Calandra e dei Trentacoste, con il brutto episodio dei 20 centesimi di necessità del primo conflitto bellico, ed una nuova generazione tutta protesa ai volumi compatti, severi eppure dinamici del decò ancora da venire. Una glittica di cui non si intuivano ancora i contorni, come non si riuscivano ad intuire ancora i contorni della situazione politica, che stava per precipitare in qualcosa d'altro, in quell'incerto principio dell'anno 1922.


  • 3 mesi dopo...
Inviato

Mi permetto di dissentire dai vostri pur dotti interventi. I riferimenti delle prime lire repubblicane sono ben altri, e tutti nella monetazione classica:

- Per la spiga, vedi il didramma di Metaponto 540-525 B.C (SNG ANS 166 )

- La cornucopia è un simbolo onnipresente sulla moneta imperiale romana, basti pesare, senza andare molto in la, al sesterzio di Druso che celebra la nascita dei due (sfortunati) gemelli (RIC I 42 (Tiberius).

- Il pegaso è il simbolo di Corinto (non sto neanche a riportarlo)

- La bilancia compare insistentemente sui rovesci dei sesterzi come attributo della Aequitas

- Il graspo d'uva è un leit motiv della monetazione greca (vedi l'ottimo lavoro di Roth37: http://www.roth37.it/COINS/Wine/index.html)

infine l'Italia seduta è una citazione pari pari, in ogni dettaglio della Roma seduta, onnipresente sul sesterzio imperiale a partire da Nerone

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Inviato

Aggiungo il druso con le cornucopie ed un pegaso di corinto

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Inviato

Mi permetto di aggiungere un grappolo d'uva da una provinciale di Geta

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  • 4 anni dopo...
Inviato

Altra discussione interessantissima da riesumare.


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