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Inviato

Il primo tipo a sinistra postato da Fedafa è attribuito dal MEC nientemeno al 1458-59, ossia al periodo contraddistinto dalla lotta per la successione di Ferrante, prevalentemente sulla base del giovanile, elegante ma anche rigido e stereotipato profilo e soprattutto dal momento che al rovescio presenta le armi a tutto campo, prive di corona, e pertanto potrebbe intendersi antecedente all'atto formale dell'incoronazione. Mi danno un pò da pensare i caratteri della legenda che sono già quelli "minimal-rinascimentali" (alla Pisanello), mentre nello stesso periodo sui carlini si continuavano ad usare i caratteri del gotico fiorito. D'altronde è abbastanza lecito ritenere che le emissioni in oro fossero tributarie di un'attenzione estetica particolare, anche se quelle d'argento si mostreranno in seguito più duttili per gli aspetti propagandistici.

E' appunto di questo rarissimo ducato che il Pannuti-Riccio identifica due tipi distinti ai nn. 3 e 4 (il primo riferito al Corpus, il secondo ad un listino De Falco) benché personalmente non sia riuscito a cogliere nessuna variante "importante" o "primaria" tra i due esemplari, se si escludono minime variazioni nella legenda, e chiedo lumi in proposito ai grandi esperti che sono intervenuti sopra.

Il secondo ducato invece è catalogato al n. 5 del Pannuti e, per schiaccianti analogie stilistiche, ritengo possa ritenersi coevo al tarì o doppio carlino d'argento che si vuole coniato immediatamente dopo l'incoronazione di Ferrante (1459) e per pochi anni seguenti, durante la reggenza temporanea della zecca da parte di Salvatore Miraballo e di suo fratello (?) Antonio, che pure resse la zecca tra il 1458 e il '60 (Prota) ma a cui il MEC attribuisce la lettera A.

ducato1459-62.jpgtar_1459.jpg

Nelle due monete identica è la foggia della corona, con i grossi fioroni contornati da un'aura membranosa (?), identico il profilo crudele e affilato, fortemente mascellare e aquilino del giovane re, identica la piega finale sollevata e a punta della capigliatura, l'occhio socchiuso con le palpebre pesanti, l'orecchio appena accennato sotto il casco di capelli, come pure molto simile risulta l'abbigliamento, con un farsetto a righe verticali da cui spunta una cotta di maglia visibile attorno al collo e sulla spalla (particolarmente nel tarì che presenta il busto intero) e una fascia trasversale al petto recante una croce (non visibile in tutti gli esemplari).

Solitamente i tarì privi della sigla dello zecchiere (M) presentano un profilo più morbido e addolcito, come si vede bene anche dal confronto con l'esemplare pubblicato sul Pannuti al n. 10, di rarissima apparizione, e che sembra propriamente un tipo a parte rispetto al tarì di cui sopra.

E' tuttavia recentemente "spuntato" un ducato inedito, del tutto simile a quello del 1459-60, ma con i tratti del sovrano addolciti (NAC 32, 23 gennaio 2006, n. 71). Sarebbe interessante poter leggere parimenti questo ritratto in analogia con quello "addolcito" sui tarì senza sigla. E stilisticamente sembra intermedio tra i due postati sopra da Fedafa.

Ho recuperato la foto di un altro ducato "precoce" di Ferdinando I , passato all'asta Aretusa n. 2 del 13-14 maggio 1994 (lotto 949

questo tipo, simile a quello citato da Juno come n. 71 dell'asta NAC 32 del 2006, a detta dell'estensore del catalogo d'asta sarebbe inedito e non descritto nel PR , viene a inserirsi prima del PR 5 (citato da Juno e apparso nell'asta NAC del 2006 al n. 72) e dopo il PR 3 e 4 che mostrano un ritratto del re ancora non ben differenziato e con caratteristiche fisionomiche che confermerebbe una datazione molto alta nella serie emessa da Ferdinando.

Personalmente sarei propenso a ritenere gli esemplari PR 3 e 4 come discendenti da uno stile di stampo "spagnolo" . Comparando infatti le produzioni spagnole con quelle italiane dei sovrani aragonesi si notano esplicite differenze di stile con una decisa capacità espressiva maggiore in quelle "italiane" anche se alcuni ritratti compaiono prima nelle produzioni "castellane"..

numa numa

post-4253-1275839778,34_thumb.jpg


Inviato

Ciao Francesco,

puedes poner la foto del ducato de grandes flores sin texto encima de la foto?

Grazie. Es para un estudio que estoy haciendo.

Grazie.


Inviato

Claro que si, hombre! Esta es una moneda cumprada 10 anos atras en Espana.


  • 3 mesi dopo...
Inviato

In una prossima asta elvetica c'è un esemplare simile a quello in questione (foglie molto grandi). Ovviamente la conservazione è un q.spl, nulla a che vedere con il q.FDC della Civitas Neapolis con i rilievi taglienti. Magari il nostro amico Jordinumis saprà dirci qualcosa in più sull'argomento. E' una tipologia davvero rara.


  • 2 mesi dopo...
Inviato (modificato)

Ho recuperato la foto di un altro ducato "precoce" di Ferdinando I , passato all'asta Aretusa n. 2 del 13-14 maggio 1994 (lotto 949

questo tipo, simile a quello citato da Juno come n. 71 dell'asta NAC 32 del 2006, a detta dell'estensore del catalogo d'asta sarebbe inedito e non descritto nel PR , viene a inserirsi prima del PR 5 (citato da Juno e apparso nell'asta NAC del 2006 al n. 72) e dopo il PR 3 e 4 che mostrano un ritratto del re ancora non ben differenziato e con caratteristiche fisionomiche che confermerebbe una datazione molto alta nella serie emessa da Ferdinando.

Personalmente sarei propenso a ritenere gli esemplari PR 3 e 4 come discendenti da uno stile di stampo "spagnolo" . Comparando infatti le produzioni spagnole con quelle italiane dei sovrani aragonesi si notano esplicite differenze di stile con una decisa capacità espressiva maggiore in quelle "italiane" anche se alcuni ritratti compaiono prima nelle produzioni "castellane"..

numa numa

Alla luce di tutto questo, come cataloghiamo questo ducato? PR 5 o versione intermedia fra 4 e 5?

A me pare proprio che costituisca una specie a sè... pur se molto rara

Modificato da BiondoFlavio82

  • 4 anni dopo...
Inviato

Il primo tipo a sinistra postato da Fedafa è attribuito dal MEC nientemeno al 1458-59, ossia al periodo contraddistinto dalla lotta per la successione di Ferrante, prevalentemente sulla base del giovanile, elegante ma anche rigido e stereotipato profilo e soprattutto dal momento che al rovescio presenta le armi a tutto campo, prive di corona, e pertanto potrebbe intendersi antecedente all'atto formale dell'incoronazione. Mi danno un pò da pensare i caratteri della legenda che sono già quelli "minimal-rinascimentali" (alla Pisanello), mentre nello stesso periodo sui carlini si continuavano ad usare i caratteri del gotico fiorito. D'altronde è abbastanza lecito ritenere che le emissioni in oro fossero tributarie di un'attenzione estetica particolare, anche se quelle d'argento si mostreranno in seguito più duttili per gli aspetti propagandistici.

E' appunto di questo rarissimo ducato che il Pannuti-Riccio identifica due tipi distinti ai nn. 3 e 4 (il primo riferito al Corpus, il secondo ad un listino De Falco) benché personalmente non sia riuscito a cogliere nessuna variante "importante" o "primaria" tra i due esemplari, se si escludono minime variazioni nella legenda, e chiedo lumi in proposito ai grandi esperti che sono intervenuti sopra.

Il secondo ducato invece è catalogato al n. 5 del Pannuti e, per schiaccianti analogie stilistiche, ritengo possa ritenersi coevo al tarì o doppio carlino d'argento che si vuole coniato immediatamente dopo l'incoronazione di Ferrante (1459) e per pochi anni seguenti, durante la reggenza temporanea della zecca da parte di Salvatore Miraballo e di suo fratello (?) Antonio, che pure resse la zecca tra il 1458 e il '60 (Prota) ma a cui il MEC attribuisce la lettera A.

ducato1459-62.jpgtar_1459.jpg

Nelle due monete identica è la foggia della corona, con i grossi fioroni contornati da un'aura membranosa (?), identico il profilo crudele e affilato, fortemente mascellare e aquilino del giovane re, identica la piega finale sollevata e a punta della capigliatura, l'occhio socchiuso con le palpebre pesanti, l'orecchio appena accennato sotto il casco di capelli, come pure molto simile risulta l'abbigliamento, con un farsetto a righe verticali da cui spunta una cotta di maglia visibile attorno al collo e sulla spalla (particolarmente nel tarì che presenta il busto intero) e una fascia trasversale al petto recante una croce (non visibile in tutti gli esemplari).

Solitamente i tarì privi della sigla dello zecchiere (M) presentano un profilo più morbido e addolcito, come si vede bene anche dal confronto con l'esemplare pubblicato sul Pannuti al n. 10, di rarissima apparizione, e che sembra propriamente un tipo a parte rispetto al tarì di cui sopra.

E' tuttavia recentemente "spuntato" un ducato inedito, del tutto simile a quello del 1459-60, ma con i tratti del sovrano addolciti (NAC 32, 23 gennaio 2006, n. 71). Sarebbe interessante poter leggere parimenti questo ritratto in analogia con quello "addolcito" sui tarì senza sigla. E stilisticamente sembra intermedio tra i due postati sopra da Fedafa.

 

@@Rex Neap  @@vox79

Avete notato che l'effigie è praticamente frutto dello stesso punzone? Siete d'accordo? In effetti oltre allo stesso incisore .......... è la prova che si tratta anche della stessa zecca, cavolo! Anche lo stesso segno sull'orecchio! Interessante, vero?  :blum:

Peccato che @@JunoMoneta non si collega da tempo!  :help:

  • Mi piace 1

Inviato

@@Rex Neap  @@vox79

Avete notato che l'effigie è praticamente frutto dello stesso punzone? Siete d'accordo? In effetti oltre allo stesso incisore .......... è la prova che si tratta anche della stessa zecca, cavolo! Anche lo stesso segno sull'orecchio! Interessante, vero?  :blum:

Peccato che @@JunoMoneta non si collega da tempo!  :help:

 

 

hahhah proprrio pochi minuti fa avevo messo mi piace proprio perche' avevo notato la stessa cosa :), sei un veggente :)


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