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Inviato

per ampliare le informazioni su Alfonso D'aragona vi posto quanto vi è scritto su wikipedia.Ho inserito un punto interrogativo affianco alla data di nascita poichè per il MIR la nascita è nel 1384,e la mia enciclopedia mi conferma che è il 1396

Mi hai messo la pulce nell'orecchio sulla data di nascita di Alfonso, e sono andato a spulciarmi un pò di fonti classiche. Sembrano tutte concordi sull'età del sovrano quando si spense, anche se discordano sul giorno della morte.

Angelo di Costanzo in "Historia del Regno di Napoli" (1582) rivela anche qualche dettaglio anatomico ai miei orecchi inquietante, ma forse soltanto perché ignoro la terminologia medica del XVI secolo: "Et essendo giunto all'anno 64 di sua vita Ré Alfonso andato à caccia in Puglia s'infermò di un flusso insensibile di sperma, & si fé condurre in Napoli dove morì nel mese di Giugno, del 1458".

Proto-giornalistico il Giannone ("Istoria civile del Regno di Napoli", 1723): "E da poi che fu giunto al castello dell'Uovo, il dì seguente morì a' 27 di giugno di quest'anno 1458, essendo giunto all'anno 64 di sua vita".

Contabilistico invece lo stile di Scipione Mazzella ("Descrittione del Regno di Napoli", 1601): "Regnò anni 16 mese 1 e giorni 21. Morì a' 28 di Giugno dell'an. 1458 essendo d'età d'anni 64".

Telegrafico Nicola Vivenzio ("Dell'istoria del regno di Napoli", 1827): "Alfonso morì nell'età di sessantaquattro anni".

Ora: 1458 - 64 a casa mia fa 1394, e anche il Pannuti-Riccio nelle note biografiche su Alfonso I d'Aragona riferisce che "era nato nel 1394". E' possibile che tutti questi antichi autori siano stati vittime di un clamoroso errore di conto passato di penna in penna come un domino, anche se le fonti di Pietro Giannone di solito sono molto autorevoli e la sua analisi risulta il più delle volte scrupolosa. O è probabile che nei passati 3 secoli sia emerso qualche dettaglio nuovo, tipo un atto di battesimo dato per disperso...perché va bene che le fonti di Wikipedia spaziano da Kantorowicz a Topolino, però anche la mia bruttissima enciclopedia mi dà come anno di nascita il 1496! Qualcun'altro vuole dare i numeri?

Ho riscontrato diverse volte che un errore originario nel riportare le fonti o una data può benissimo venire ripreso da autori successivi che non si danno cura di controllare le fonti . Difficile poi che un documento originale (atto di nascita etc) spunti fuori a meno che non lo si cerchi con il lanternino (come ad es. l'atto di nascita di caravaggio venuto fuori solo recentemente da pazientissime ricerche d'archivio di uno storico non professionista). Il Pannuti-Riccio mi pare pià rigoroso nei dati da lui riportati.


Inviato

No creo se puedan diferenciar emisones diferentes por la separcaión de la leyenda por un punto o dos puntos, por la posición del cuarteado de las ramas, etc...si miramos diversos ejemplares se pueden encontrar diversidad de cuños i multiples combinaciones, es decir hay monedas con las armas catalanas en 2 i 3 lugar con puntuación de leyenda con un solo circulo y los hay también con dos circulos, y lo mismo pasa con las armas catalanas en el 1 i 4 lugar...La moenda de Napoli, precisamente es rica e interesante (a parte por su excelente arte) por su variedad. Sí que había un patrón a seguir pero al msimo modo creo que había una libertad para cada artista plasmar su obra, es decir, una leyenda más larga o corta, el rey cabalgando a caballo de forma más enérgica o menos, etc. :rolleyes:


Inviato

No creo se puedan diferenciar emisones diferentes por la separcaión de la leyenda por un punto o dos puntos, por la posición del cuarteado de las ramas, etc...si miramos diversos ejemplares se pueden encontrar diversidad de cuños i multiples combinaciones, es decir hay monedas con las armas catalanas en 2 i 3 lugar con puntuación de leyenda con un solo circulo y los hay también con dos circulos, y lo mismo pasa con las armas catalanas en el 1 i 4 lugar...La moenda de Napoli, precisamente es rica e interesante (a parte por su excelente arte) por su variedad. Sí que había un patrón a seguir pero al msimo modo creo que había una libertad para cada artista plasmar su obra, es decir, una leyenda más larga o corta, el rey cabalgando a caballo de forma más enérgica o menos, etc. :rolleyes:


Inviato (modificato)

No creo se puedan diferenciar emisones diferentes por la separcaión de la leyenda por un punto o dos puntos, por la posición del cuarteado de las ramas, etc...si miramos diversos ejemplares se pueden encontrar diversidad de cuños i multiples combinaciones, es decir hay monedas con las armas catalanas en 2 i 3 lugar con puntuación de leyenda con un solo circulo y los hay también con dos circulos, y lo mismo pasa con las armas catalanas en el 1 i 4 lugar...La moenda de Napoli, precisamente es rica e interesante (a parte por su excelente arte) por su variedad. Sí que había un patrón a seguir pero al msimo modo creo que había una libertad para cada artista plasmar su obra, es decir, una leyenda más larga o corta, el rey cabalgando a caballo de forma más enérgica o menos, etc. :rolleyes:

Assolutamente d'accordo per la considerazione sulla punteggiatura se considerata isolatamente. Ma credo ci sia una certa incidenza sintagmatica di combinazioni piuttosto omogenee su diversi paradigmi (punteggiatura, abbreviazioni della legenda, postura del cavaliere e del cavallo, modulo del tondello) che a mio modesto giudizio merita un approfondimento. D'altronde il Pannuti aveva suddiviso il tipo in due sottotipologie per le partiture invertite, e le foto presenti nel catalogo mi avevano fatto erroneamente ritenere che ci fosse un nesso anche con il modulo e lo stile. Quanto detto da Vox sui carlini presuntivamente aquilani è interessante a proposito. Perché tali carlini si differenziano vistosamente da quelli certamente napoletani non solo per l'effigie del re in majestate molto più rozza, ma anche per la punteggiatura stellata.

Certamente ogni considerazione sui presunti alfonsini coniati a Gaeta avrà caratteristiche aleatorie fintanto che non verranno addotte prove inoppugnabili, come particolari segni di zecca purtroppo inesistenti. Quindi per l'attribuzione temo non si potrà venirne a capo tanto facilmente. Ma credo che, indipendentemente dalla questione della zecca di appartenenza, la questione di una certa regolarità di stile (tutta da verificare) valga la pena di essere approfondita...

Ti prego di perdonarmi se non rispondo in catalano, ma storpierei in modo indegno il tuo bellissimo idioma. Sono d'altronde certo che non avrai problemi a capire quanto ho scritto sopra.

Modificato da JunoMoneta

Inviato

Nos entenderemos al 90% seguro, tu en italiano y yo en castellano o en catalán (creo que incluso es más parecido al italiano), si bien entiendo un poco al italiano gracias a las clases de Vox :D mejor que escriba en castellano para no profanar vuestra bella lengua ;)


Inviato

ciao Jordi,

mi fa piacere sapere che hai partecipato anche tu a questa bella conversazione .

E' notevole la differenza di stile tra gli alfonsini delle foto, veramente interessante .

E' particolare anche la presenza di 2 moduli per la stessa moneta, non è una cosa comune nella monetazione catalano-aragonese. Potrebbe essere un identificativo di 2 zecche differenti operanti in tempi diversi .


Inviato

Caro Vox, mi fa molto piacere che tu ritenga l'ipotesi interessante!

A puro titolo di "curiosità" e senza la pretesa di voler asserire alcunché apprendo che un'analoga distinzione "stilistica" aveva condotto anche alcuni studiosi degli anni '20 ad attribuire i conii a zecche differenti.

Mentre cercavo altro, mi sono imbattuto nella tavola XIV del Catalogo della Collezione Ruchat (parte IV, P. & P. Santamaria, Roma, 11 giugno 1923) che presenta appunto 3 esemplari diversi di alfonsini d'oro. I numeri di catalogo mi hanno subito incuriosito, perché non sono sequenziali. Ebbene, andando a guardare le descrizioni in catalogo ho scoperto che il primo dei tre (lotto n. 707) veniva attribuito (senza alcun criterio esplicito) alla zecca di Gaeta, mentre gli altri 2 (ai lotti n. 738 e 739) a quella di Napoli. Peccato che il catalogo non fornisca il modulo e il peso di questi esemplari (e le fotoincisioni d'epoca non siano particolarmente affidabili per la dimensione), ma presumo che la distinzione tra le zecche si sia basata su un arbitrario quanto interessante apprezzamento stilistico:

707_gaeta.jpg

738_napoli.jpg739_napoli.jpg


  • 5 mesi dopo...
Inviato (modificato)

Immagine 5

Perdonatemi l'intromissione. Mi trovo a catalogare un sesquiducato dal medesimo rovescio, tuttavia in bibliografia non ho trovato riferimenti a questa disposizione dell'araldica. qualcuno saprebbe dirmi quale riferimento del P.R. o del MIR dovrei indicare: 1 o 2?

Modificato da BiondoFlavio82

Inviato

La tipologia del sesquiducato in questione è catalogabile come P/R 1 - MIR 52, in quanto presenta lo stemma palato al 1° e 4° quarto. La disposizione interna degli stemmi del 2° e 3° quarto (Gerusalemme, Ungheria e Aragona), come nel carlino, può variare (Aragona, Ungheria, Gerusalemme).

Un esemplare simile a quello postato è passato recentemente in Astarte del 10 giugno 2010.


Inviato

Immagine 5

Perdonatemi l'intromissione. Mi trovo a catalogare un sesquiducato dal medesimo rovescio, tuttavia in bibliografia non ho trovato riferimenti a questa disposizione dell'araldica. qualcuno saprebbe dirmi quale riferimento del P.R. o del MIR dovrei indicare: 1 o 2?

Caro biondoflavio, il tuo sesquiducato, indipendentemente dalla presenza o meno della sigla al dritto, ha un rovescio come nel Pannuti Riccio 1 (che non classifica tutte le varianti del rovescio). Poi ci sarebbe la nuova opera del 2009 di Crusafont i Sabater (opera esimia ed aggiornata di circa 850 pagine) che fa delle distinzioni tipologiche in base alla predisposizione del rovescio e delle armi inquartate. Il tuo è simile al numero 2928/a (cfr. immagine). Il MEC ne illustra uno al numero 848 e mi sembra di ricordare che riporta solo un tipo.

Ti ricordo che, come da documenti dell'epoca pubblicati sul prossimo numero di Panorama Numismatico, il sesquiducato va classificato con il re (e non cavaliere) a cavallo al dritto, e lo stemma al rovescio.

A tua completa disposizione. Francesco

post-8333-086512200 1290690169_thumb.jpg

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Inviato

Immagine 5

Perdonatemi l'intromissione. Mi trovo a catalogare un sesquiducato dal medesimo rovescio, tuttavia in bibliografia non ho trovato riferimenti a questa disposizione dell'araldica. qualcuno saprebbe dirmi quale riferimento del P.R. o del MIR dovrei indicare: 1 o 2?

Caro biondoflavio, il tuo sesquiducato, indipendentemente dalla presenza o meno della sigla al dritto, ha un rovescio come nel Pannuti Riccio 1 (che non classifica tutte le varianti del rovescio). Poi ci sarebbe la nuova opera del 2009 di Crusafont i Sabater (opera esimia ed aggiornata di circa 850 pagine) che fa delle distinzioni tipologiche in base alla predisposizione del rovescio e delle armi inquartate. Il tuo è simile al numero 2928/a (cfr. immagine). Il MEC ne illustra uno al numero 848 e mi sembra di ricordare che riporta solo un tipo.

Ti ricordo che, come da documenti dell'epoca pubblicati sul prossimo numero di Panorama Numismatico, il sesquiducato va classificato con il re (e non cavaliere) a cavallo al dritto, e lo stemma al rovescio.

A tua completa disposizione. Francesco

Grazie mille!


Inviato (modificato)

Ti ricordo che, come da documenti dell'epoca pubblicati sul prossimo numero di Panorama Numismatico, il sesquiducato va classificato con il re (e non cavaliere) a cavallo al dritto, e lo stemma al rovescio.

Ritengo molto interessante questo aspetto; spesso si presenta difficile definire quale sia il dritto e quale il rovescio di una moneta; è in caso dei sesquiducati in questione ma anche dei ducati e di alcune serie di coronati di Ferdinando I e dei ducati di Alfonso. Ho trovato molto interessante questa discussione:

Modificato da BiondoFlavio82

Inviato (modificato)

Francesco, vedo che stai facendo buon uso del Nuovo libro di Crusafont che ti ho portato :-) ... bravissimo!

Hai potuto notare la qualità eccelsa di questo libro Catalano rispetto a molti libri Italiani scritti solo per stampare carta? :-)

Modificato da vox79

Inviato (modificato)

Francesco, vedo che stai facendo buon uso del Nuovo libro di Crusafont che ti ho portato :-) ... bravissimo!

Hai potuto notare la qualità eccelsa di questo libro Catalano rispetto a molti libri Italiani scritti solo per stampare carta? :-)

Posso chiedervi quanto costa...? per curiosità...

Modificato da BiondoFlavio82
  • Mi piace 1

Inviato (modificato)

Francesco, vedo che stai facendo buon uso del Nuovo libro di Crusafont che ti ho portato :-) ... bravissimo!

Hai potuto notare la qualità eccelsa di questo libro Catalano rispetto a molti libri Italiani scritti solo per stampare carta? :-)

Posso chiedervi quanto costa...? per curiosità...

Il prezzo è molto invitante : 100 euro di copertina, è un libro di 850 pagine con separata di rarità e prezzi. Purtroppo si trova solo in Catalunya.

Modificato da vox79

Inviato (modificato)

;)

Modificato da francesco77

  • 3 anni dopo...
Inviato (modificato)

Altra questione affascinante riguarda il cimiero di Alfonso, recante un drago alato. I cimieri assumono un'enorme importanza nell'araldica del XIV e XV secolo, al punto che "le bon roi Reneé", l'ultimo rivale di Alfonso sulla strada verso la corona del Regno di Sicilia citra Pharum, gli dedicò un apposito trattato, si dice miniato di suo pugno, il Traité de la forme et devise d'un tournoi, dove appunto i cimieri hanno un particolare rilievo, come in questa straordinaria miniatura ivi contenuta:

IMG_0001.jpg

In una nota della sua opera sulle monete di Carlo VIII, il Fusco, sulla scorta di Scipione Mazzella, accenna al particolare valore che il cimiero ebbe nella contesa dei due papabili eredi della regina Giovanna: "Renato di Angiò, fugati ch'ebbe gli aragonesi dai dintorni di Napoli, si tolse per impresa un bue portando sul dorso lo scudo di sua stirpe, col motto francese PAS A PAS, per dinotare ch'egli al pari del bue, il quale sebbene cammina assai lentamente, non è però che col tempo non vada molto lungi. [...] A competenza di questa impresa di bellissimo intendimento, Alfonso ne inventò un'altra, che aveva un dragone tutto stizzoso ed adirato con regia corona sul capo, col qual corpo senza anima volle dinotare ad un tempo medesimo la forza e la vigilanza sua, mercé le quali virtù senz'altro lo avrebbe cacciato di trono." Segue la leggenda, in origine dovuta al Summonte, secondo cui i primi alfonsini si sarebbero coniati con l'oro proveniente dalla fusione della statua di San Michele Arcangelo al Gargano.

Il re d'Aragona in sella ad un destriero bardato di gualdrappa con i colori del casato in una minatura da "Le Grand Armorial Equestre de la Toison d'Or" (1440 ca.):

Roy_DAragon.jpg

L'ipotesi di Mazzella e Fusco è affascinante, non fosse che l'impresa del dragone alato figura già, riferita alla casa d'Aragona, in una pagina dell'Armoriale danese di Gelce o Gheldria, redatto tra la fine del XIV e l'inizio del XV secolo, quando Alfonso il Magnanimo era probabilmente in fasce:

Gelre_Folio_62r.jpg

Nessuno sa dirmi di più sull'origine di questa impresa che informa il cimiero?

Oggi desidero riesumare questa discussione ed attirare l'attenzione sugli interessanti interventi postati dal nostro caro amico abruzzese @@JunoMoneta , nella speranza che possa ritornare tra noi ed illuminarci come una volta ........... Giuseppe ci manchi tanto, ti aspettiamo! :good: :hi:

.............. in particolar modo trovo interessante la raffigurazione del re a cavallo sulla miniatura del 1440, si tratta a parer mio della conferma della presenza del re sul dritto dei sesquiducati a differenza di quanto scritto da altri studiosi che classificano un semplice cavaliere al galoppo e non il sovrano.

Modificato da francesco77

Inviato

Particolare della croce sulla tempia del re e il simbolo d'interpunzione presente nelle leggende delle monete meridionali aragonesi ...... Napoli, L'Aquila, Sulmona, eccetera, ovviamente anche nelle monete di Ferdinando il Cattolico 1479-1516 (figlio di Giovanni II d'Aragona http://it.wikipedia.org/wiki/Giovanni_II_d%27Aragona%C2'> fratello di Alfonso V d'Aragona).

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Inviato

Ho fatto una breve ricerca e risulta che sui sesquiducati troviamo questa croce come interpunzione ma non la troviamo sui nominali aurei e in rame di Ferrante successore di Alfonso, riappare sui tipi aurei di Alfonso II potete verificare per favore? Grazie

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Inviato

@@francesco77 sui primi Ducati di Ferrante c'è :)

Ok, mi era sfuggito il tipo giovanile. :good: Grazie


  • 6 mesi dopo...
Inviato

Francesco, l'esemplare n°1 è sicuramente il più bello conosciuto. Quando l'ho visto ingrandito mi hai fatto commuovere.

Per me l'alfonisno d'oro è la più bella moneta medievale di tutti i tempi ed ogni esemplare è una vera e propria opera d'arte.

Qualcuno ne può postare qualche esemplare con segni di zecca B ed S?

Veniamo al dunque del mio intervento, sapete che gli alfonsini vennero coniati anche a Gaeta? O meglio, forse vennero coniati prima a Gaeta e poi a Napoli?

Quando Alfonso d'Aragona conquistò Gaeta, vi stabilì la sua corte nel 1436 , così come la propria dimora fino al 1442 quando finalmente riuscì ad entrare in Napoli.

Fu in questo periodo in cui fece coniare queste splendide monete nella zecca del castello.

L'oro per coniare tali monete, come dice Rasile, fu tratto dalla stautua di S. Michele del santuario di monte Gargano a sua volta ottenuta dalla fusione della conca d'oro in cui fu battezzato Carlo III di Durazzo.

Qualcuno ha notizie in merito? Riusciamo a fare chiarezza se e quali Alfonsini d'oro vennero coniati a Gaeta? ... e come si distinguno da quelli battuti a Napoli?

Sul Rasile c'è scritto, citando:

G. Bovi "Le monete di Napoli dal 1442 al 1516" - Estratto dal Bollettino del Circolo Numismatico Napoletano - Anno LIII - 1968

Gilforte de Ursa di Messina credenziere della zecca di Gaeta 25/08/1440

maestri di zecca a Gaeta:

Giudo D'Antonio 1441 - 1448

Giovanni de Ponte 1461

Purtroppo pare che i sesquiducati coniati a Gaeta non abbiano segni distintivi rispetto a quelli di Napoli... Inizialmente come saprai erano attribuiti a Gaeta quelli siglati con la lettera B, in quanto non si conoscevano mastri di zecca a Napoli che siglassero le monete con quella lettera, ma poi si scoprì che erano opera di Jacopo Baboccio da Piperno e quindi correttamente riassegnati alla zecca di Napoli.

Certo scoprire un segno distintivo sulle monete di Gaeta sarebbe un bel colpaccio.

Complimenti per l'interessante discussione.

Volevo ripescare questa interessante discussione per chiedere a @@vox79 se ha notizie sulla classificazione dei sesquiducati coniati tra Gaeta e Napoli e se ci sono "novità dal territorio iberico" @@jordinumis riguardo eventuali segni identificativi tra i due. E' una vexata quaestio che va avanti da anni, si riuscirà mai a giungere ad una soluzione? Speriamo di sì. Grazie a tutti per l'interesse! :good:


Inviato

Speriamo in nuove notizie dalla Catalunya. Da Gaeta io non ho novità ;)


Inviato

Speriamo in nuove notizie dalla Catalunya. Da Gaeta io non ho novità ;)

Non a caso ho citato Jordi , vediamo cosa ha da dirci. :help: :good:


Inviato

Non a caso ho citato Jordi , vediamo cosa ha da dirci. :help: :good:

Ho riletto la discussione. Bellissima e piana di emozioni. Wow altri tempi. Senza qualcuno che aggredisce o fa chiudere il post Hahaha ;)

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