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Risposte migliori

Inviato
Ciao a tutti
ho notato che molte monete romane dichiarate sui cataloghi d 'asta R-RR
sono spesso molto presenti in tutte le vendite ,anche in diversi pezzi,
mentre altre dichiarate comuni si vedono assai di rado,
come è possibile?
Domanda forse scema :unsure: ,ma questa cosa mi incuriosisce non poco.
ciao giuli

Inviato
Giusta osservazione... :)
In effetti capita sovente di vedere monete considerate rare, su ogni catalogo e di non vedere invece monete comuni su nessuno degli stessi.

Io penso che la spiegazione va ricercata dietro ad una politica di mercato molto astuta che punta a offrire solo i pezzi più ricercati per ottenerne il massimo guadagno possibile.
Ad esempio il solito asse di Caligola con al rovescio Vesta seduta lo si vede in tutti i cataloghi e in conservazione BB raggiunge anche i 300 euro. Ora io credo che la moneta non sia poi così rara ma la richiesta è sempre altissima.
Non vale lo stesso per monete più comuni che, anche se in condizioni SPL, spesso non vengono tenute in considerazione dai commercianti poichè magari meno richieste e vendibili perciò a cifre più basse.
Ma io penso, non è meglio una moneta comune ma SPL che una dello stesso imperatore più rara ma MB?
Ovviamente però ciascuno colleziona secondo i suoi criteri :)

Inviato
L'argomento è molto scottante e non ha risposte univoche. Ne abbiamo già parlato altre volte ma giova ogni tanto riparlarne. Un criterio di rarità assoluta non esiste. I commercianti hanno i loro criteri, ovvero cercano appena possono di appioppare l'etichetta R alle monete per vendere. In realtà la cosa è molto diversa. Ad esempio c'è un concetto di rarità relativa: in un recente sondaggino ci siamo espressi come 70% collezionisti di roma impero e 30% di roma repubblica. I denari di nerone sono più comuni di una moneta repubblicana x presa a caso e non menzionata come particolarmente rara eppure spesso hanno la R. questo perché la richiesta di denari di nerone è alta e i commercianti cavalcano questa sensazione di rarità che è solo apparente. Altre monete realmente rare (pensiamo in linea di massima alle monete greche) restano ad ammuffire nei cassetti per mesi prima di essere vendute, perché ci sono pochi collezionisti del ramo.
Secondo me ognuno deve farsi il suo parametro personale della rarità. per esempio: quintillo ancora adesso sui cataloghi è segnato come R, ma se ne vendono una valanga, è una monetina comune. Tant'è che sul nuovo Sear del III secolo una moneta di quintillo bb vale 30 dollari. Idem per Floriano, Vabhallato, Quieto e altri nominali fintamente rari.

Inviato
io credo che dipenda anche dal fatto che ultimamente sono state trovate tutte quelle monete in ex jugoslavia

Inviato
la cosa che si potrebbe fare (e che un po' faccio io mentalmente per le monete che mi interessano) è redigere un report di quante volte una moneta compare nelle aste in un anno o in un periodo di tre cinque anni. Ci si renderà conto della rarità reale di una moneta, non della sua richiesta sul mercato. All'inizio sulle monete repubblicane ad esempio mi ero fatto un'idea sbagliata, poco alla volta saltano fuori tutti, i denari, nell'arco di un anno o due il panorama è quasi completo, sono mediamente abbastanza rari ma si vedopno con regolarità.

Un altro esempio di moneta comune ma costosa è il denario di augusto con caio e lucio con gli scudi. Ne parlai una volta con Varesi: mi disse che da quando è nel ramo quel denario si vende sempre, c'è continua richiesta, eppure è uno dei denari più comuni.
Seguendo questo tipo di report ho potuto osservare che la mitica moneta di bruto con i pugnali, un RRRRR, è andata in asta tre volte da quando seguo il mercato europeo (cioè da tre anni) un po' tante per una moneta che dovrebbe esistere in 68 esemplari contati, numerati e registrati !!!!! (di cui la maggior parte in collezioni pubbliche)

Caius

Inviato
vedo che le monete rare girono spesso nei cataloghi d'asta, e sono guasi sempre le stesse monete, che vengono rimesse in vendità. Io penso che già da anni vengono acquistate da investitori e non più da collezionisti.Vengono adoperate per fare soldi e non più per il piacere di avere tra le mani un pezzo di storia. Per appunto basta vedere il denario di Bruto "le idi" di quanti soldi è aumentato da pochi anni a questa parte, viaggiando da un'asta all'altra. Ciao

  • 2 anni dopo...
Inviato
Per continuare discussioni interessanti del passato... magari qualcuno recentemente iscrittosi vuole dire la sua ;) .
Io, a due anni di distanza, sono convinto che la rarità conti abbastanza poco nel mettere su una raccolta. O meglio, non è il mio parametro di riferimento. E' solo uno strattagemma commerciale per alzare il prezzo. Se si pensa che le tipologie di monete romane (tra reubblicane, imperiali, provinciali, tarde ecc) assommano a più di 25.000 tipi diversi (escluse le varianti), si capisce che in definitiva l'80-90% delle monete sono rare. :blink:
Io certamente ad una moneta rara preferisco una più comune ma meglio conservata (a parità di prezzo). Salvo ovviamente monete che alla rarità aggiungano motivi storici od artistici di straordinario interesse (sesterzi con il colosseo o masterpieces dei maestri siracusani, ad esempio).

Caius

Inviato (modificato)
Il denario di Augusto con Caio e Lucio è considerato come il più comune, se la gioca con quello col toro al rovescio, che però esiste in esemplari diversi (IMPX, IMPXI, ecc). Si tratta di una moneta coniata per un periodo di tempo lungo (2 A.C.-13 A.D., ben oltre la data di morte di entrambi i nipoti di Augusto), di cui esistono numerose varianti non presenti nel Cohen, che ha un suo fascino, e che penso possa essere richiesta anche perchè in condizioni BB è sicuramente più accessibile rispetto ai tanti denari di Augusto che viaggiano su quotazioni dieci volte superiori.

giampy

[quote name='caiuspliniussecundus' date='15 novembre 2005, 09:27']Un altro esempio di moneta comune ma costosa è il denario di augusto con caio e lucio con gli scudi. Ne parlai una volta con Varesi: mi disse che da quando è nel ramo quel denario si vende sempre, c'è continua richiesta, eppure è uno dei denari più comuni.
Seguendo questo tipo di report ho potuto osservare che la mitica moneta di bruto con i pugnali, un RRRRR, è andata in asta tre volte da quando seguo il mercato europeo (cioè da tre anni) un po' tante per una moneta che dovrebbe esistere in  68 esemplari contati, numerati e registrati !!!!! (di cui la maggior parte in collezioni pubbliche)

Caius
[right][snapback]69508[/snapback][/right]
[/quote] Modificato da giampy

Inviato
io l'inverno scorso ho seguito l'andamendo dei prezzi nelle varie aste per quanto riguarda i denari di macrino..ad un anno di distanza ho notato che ultimamente i commerciali l'hanno declassato da R a moneta comune e mi pare che il prezzo sia leggermente diminuito..

Inviato
...io inseguo da tempo il "speudo sesterzio" di Britannico...che puntualmente appare un'asta si e una no! :lol: :lol: :lol:

Inviato
Dal mio punto di vista, un conto è avere una moneta magari definita R4 o R3 perchè presente in esergo con il simbolo di zecca una palmetta, una luna crescente, due dot etcc(A); un conto è avere una tipologia del rovescio effettivamente rara che compare ben poche volte (B); un conto è avere un Imperatore/ice rari come Zenobia, Verina, Britannico, Romolo Augustolo, Petronio Massimo etcc ©ed infine un conto é avere in mano monete che per la loro tipologia e presenza di un usurpatore od Imperatore (trovate in pochissime copie) costituiscono dei veri e propri documenti storici che integrano il mosaico del nostro passato (non essendoci altra documentazione al proposito)(D)
Preferisco ovviamente le monete in ordine inverso rispetto a quanto esposto--------->D---->C----->B----->A
Salve a tutti

Inviato
Ribadisco poi quanto già detto da alcuni utenti che mi hanno preceduto.
Il valore commerciale non indica la rarità e l'importanza storica di alcune monete.
Imperatori come Nerone e Caligola che hanno coniato moltissimo sono estremamente ricercati ma per alcune tipologie non si può dire che le monete siano rare.
il valore segue la legge della domanda e dell'offerta.
In genere le monete medioevali ad esempio sono molto più rare risprtto alle romane, ma i collezionisti di monete romane sono molti di più rispetto a quelli che collezionano le mediovali e quindi il valore di qust'ultime è di gran lunga inferiore alle Romane.

Inviato
bellissima discussione.
Si è detto che monete realmente rare possono costare di meno risp. ad una comune la cui domanda è alta,perche poco ricercate.
Ora io vorrei avere una moneta rara davvero che costi poco in base alla sua bassa richiesta di mercato.
[b]Verso quali tipologie devo orientarmi?[/b]
Si potrebbe redigere un report con tutte le tipologie ritenute davvero rare che non incontrano una domanda molto alta numerando le volte che compaiono nelle aste.

Poi non so ad esempio se il decursio sia rara o comune ma comunque io spenderei quelle somme per averla perche è proprio bella come del resto le monete di Traiano.

Inviato
indubbiamente il fatto che negli ultimi volumi del RIC non sono elencati alcuni tipi e alcune legende ha allargato a dismisura la quantità di monete rare, soprattutto per quel che riguarda il basso impero.
per averne una idea basta visualizzare il sito www.notinric.info dal quale è possibile cogliere quale sia la panoramica dei volumi VI e VII.
Quelli che collezionano queste monete infatti sanno benissimo che esistono R5 ed R5, tant'è vero che un gloria exercitus o un fel temp reparatio classificati come rari per via di una officina non listata come prezzo discostano di pochissimo da una moneta simile ma classificata come comune. Invece tutt'altro discorso va fatto per una moneta rara come ad esempio la serie con al rovescio Anubis di cui tempo fa si parlava sul forum, ebbene monete come queste sono delle vere rarità e tanto che collezionisti non hanno bisogno di un grado per poter attribuire i numeri di pezzi conosciuti.

ps. a mio avviso la vera rarità nelle monete sta diventando la qualità e la genuinità delle stesse.

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