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Inviato

Fano, 11 febbraio 2010 - Ripescato al largo di Fano nell'ormai lontano 1964 il Lisippo è al centro del più celebre contenzioso d'arte fra Stati, l'Italia e gli Usa, in epoca contemporanea. Fu il peschereccio 'Ferruccio Ferri' del capitano Romeo Pirani a portare in superficie la statua 43 anni fa. Da quel momento il bronzo è più volte scomparso e riapparso sul mercato illegale delle opere d'arte, fino ad approdare, al prezzo di 3 milioni e 900 mila dollari, fra i beni del Museo Getty di Malibu, che lo espose per la prima volta nel 1974.

Fu lo stesso pescatore Romeo Pirani a raccontare quanto avvenuto all'alba di quel venerdì: "Avevo gettato le reti 40 miglia al largo di Fano. Tirai su, e mi trovai di fronte una statua di bronzo senza piedi, tutta incrostata. Sembrava un palombaro''. Pirani è morto nel 2004 senza mai rivelare il luogo esatto del ritrovamento, ma ha lasciato un quaderno di appunti con la mappa della sua caccia al tesoro. Con i compagni, sotterrò il bronzo in un campo di cavoli a Carrara di Fano. ''Volevamo venderlo, e abbiamo fatto circolare una sua fotografia. A gennaio del '64 si è presentato un signore di cui non so il nome, che l'ha comprato per tre milioni e mezzo. Ce li siamo spartiti fra noi''.

Poi la storia processuale. Il 18 maggio 1966 il Tribunale di Perugia assolse per insufficienza di prove tre commercianti di Gubbio, Pietro, Fabio e Giacomo Barbetti, e un sacerdote, don Giovanni Nagni, imputati a vario titolo per la ricettazione del bronzo e favoreggiamento. Il 27 gennaio dell'anno dopo la corte d'Appello li condannò, ma la sentenza fu annullata dalla Cassazione nel maggio 1968. Nuovo processo e assoluzione in appello, a Roma, il 18 novembre del 1970. Impossibile, argomentarono i giudici, accertare l'interesse artistico, storico e archeologico del 'Lisippo', nel frattempo scomparso, e se fosse stato ritrovato in acque territoriali o internazionali.

In base alla ricostruzione fatta dal maggior esperto fanese, il prof. Alberto Berardi, la statua lasciò Gubbio con una spedizione di forniture mediche inviate in Brasile a un missionario parente dei Barbetti. Herzer sostenne di aver acquistato il bronzo da una collezione sudamericana, per conto del consorzio internazionale d'arte Artemis, affidandola per il restauro al Doerner Institut di Monaco, nel 1971. L'allora direttore del Metropolitan Museum, Thomas Hoving, esaminò il bronzo nel 1972 a Monaco, ma rinunciò all'acquisto: i dubbi sulla provenienza erano troppi. Anche Paul Getty, il mecenate fondatore del museo californiano, sposò questa linea di condotta. Ma dopo la sua morte l'operazione andò in porto.

Ma un nuovo colpo di scena arriva nel 1989 quando Dario Felici, che aveva dissotterrato la statua dal campo di cavoli di Carrara, fece avere alla procura di Pesaro un frammento di concrezione marina, staccatosi dal bronzo per un colpo di vanga. Un altro frammento sarebbe stato in possesso di uno dei Barbetti. Nel momento in cui il 'Lisippo' ricomparve a Malibu, però, la magistratura non potè fare nulla in quanto i reati ipotizzabili erano prescritti.

Nel 2007 il ministro dei Beni culturali Rocco Buttiglione e il suo successore Francesco Rutelli ingaggiano un braccio di ferro con il Museo Getty una battaglia per il 'Lisippo'. Battaglia che prosegue anche per vie legali. Il 4 aprile 2007, l'avvocato Tullio Tonnini, presidente dell'associazione 'Le cento città', presenta un esposto al pm di Pesaro Silvia Cecchi per violazione delle norme doganali e contrabbando. In estate, il magistrato chiede al gip la confisca della statua, ma, il gip rigetta la richiesta.

Il pm e le 'cento città' fanno ricorso, con il sostegno dell’Avvocatura dello Stato, e il 12 giugno 2009 il nuovo gip Lorena Mussoni dichiara il bronzo bene "patrimonio indisponibile dello Stato". Essendo stata ripescata da una nave italiana, e sbarcata a Fano, la statua era soggetta a obbligo di denuncia e lo Stato avrebbe dovuto poter esercitare un diritto di prelazione o di acquisto coattivo. L’attuale responsabile della collezione Getty Stephen Clark viene interrogato il 21 dicembre 2009 a Pesaro, produce documenti sulla presunta buona fede del museo, ma il gip Mussoni ha deciso per la confisca, con una sentenza depositata oggi.

Voglio porre a voi appassionati questa vicenda che ogni giorno si arricchisce sempre più di nuove notizie, nuovi protagonisti che arrivano fino alle più alte cariche dello stato, per avere anche da voi una parere su questa faccenda, allego una foto della famosa statua aspettando vostri giudizi ed impressioni.

Il testo sopra l'ho preso da un articolo del Resto del Carlino, spero di non aver arrecato danno a nessuno

Saluti

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Inviato

Interessante articolo, ma mi sorgono dei dubbi.

Se la statua è stata venduta a gennaio 1964 com'è che nel 1989 si trovava ancora sotterrata??


Inviato

No, nel 1989 fu consegnato alla procura di Pesaro un un frammento del Lisippo da parte di chi l'aveva all'epoca dissotterrato, anche perchè già dal 1974 era esposto al Paul Getty Museum di Malibù!!!


Inviato

Che affascinante vicenda!!!!!!

Anche se pur travagliata, questo splendido pezzo scultoreo rappresentante l'Atleta di Lisippo, uno dei massimi scultori Greci classici, insieme a Mirone Fidia, Prassitele,etc.etc, ha suscitato la dovuta attenzione, che forse per molti anni attraverso tentate battaglie legali, non aveva sortito.

L'intera vicenda potrebbe essere un buon soggetto, per qualche vecchio amarcord all'Italiana.

La cosa interessante è che finalmente si sia fatta chiarezza e giustizia, su un piccolo ma enorme frammento del nostro patrimonio artistico-culturale, che per troppo tempo e stato osteggiato dai vari personaggi al potere.......

Le risorse del nostro patrimonio Artistico-Culturale sono tali , che potrebbero se conservati e gestiti meglio, risolvere in parte il debito delle casse dello stato!!!!!!!

Mi viene spontaneo a volte pensare che l'arte ormai abbia segnato il tempo, ed oggi in una società costruita prevalentemente sulla corsa al benessere sfrenato, fatto solo di ostentazioni, non vi sia che un minuscolo posto al suo interno........

Ovviamente queste sono solo considerazioni personali, in qualche modo vissute da vicino, forse anche troppo in questo straordinario ed emblematico ambiente che è L' ARTE!!!!!!! :rolleyes:


Inviato

Si, concordo con te sul fatto che sia stata fatta chiarezza, purtoppo però la giustizia è ancora ferma, è stata decisa la confisca del Lisippo, eppure nulla si muove, l'atleta è sempre a Malibù, in bella mostra e continua ad attirare turisti da ogni parte!!!

Tempo fa era stata addirittura proposto il ritiro totale di tutti i pezzi italiani da tutti i musei americani, cosa che, a parer mio, avrebbe incentivato eccome la restituzione della statua, dato che senza la nostra arte, ogni museo risulterebbe inevitabilmente vuoto, perlomeno privo di tutto quello che il mondo ci invidia..... inutile dire che non se ne è più parlato!!!

Riuscirò mai a vederlo nella mia città? Sinceramente lo spero, ma ho comprensibilmente forti dubbi a riguardo...


Inviato

La statua bronzea tornerà in Italia...è molto probabile, per non dire di più.

Andrà a finire che non tutto ciò che è stato illegalmente esportato verrà restituito...si negozierà, parte verrà restituito...una percentuale no.

L'affaire Lisippo è troppo eclatante, sarà tra le restituzioni.

Quando?

Non sarà una "pratica" secolare...ma, forse, non tutti faranno in tempo a goderne de visu.

Fate pure i debiti scongiuri!

:)

Li avete fatti?

Quoto!

:D


Inviato

Quel giorno splenderà nuovamente il sole sulla nostra meravigliosa penisola, anche se parziale la restituzione, potrà essere un'inizio importante, per avere un precedente da proporre nelle prossime contese!!!!!!!!!!!!!!! :D :D :D

ovviiamente gli scongiuri del caso sono stati fatti, sarebbe un sogno poterci essere :rolleyes: :rolleyes: :rolleyes:


Inviato

Io ho 24 anni, spero che la previsione di piakos si avveri in tempo....si dai ci credo!


Inviato

Seguo con molta attenzione le vicende dell'atleta di Lisippo che ho potuto ammirare, anni fa, a Malibu.

(come seguo anche il processo True concernenti altri reperti venduti dal commerciante Medici, attualmente processato, al museo californiano).

La domanda che mi pongo è:

ma se fosse esistita una legislazione precisa che avesse riconsociuto ai "ritrovatori" un congruo compenso (sicuramente superiore ai 3.5 milioni, di lire non dollari, che erano riusciti a farsi pagare) siamo sicuri che i personaggi in questione avrebbero affrontato tutti i rischi connessi al traffico della statua (consapevoli di fare un illecito) e che lo Stato non avrebbe goduto assai prima, e con probabile minore spesa, di un capolavoro di livello assoluto (statue originali in bronzo greche, di grandi dimensioni, si contano davvero sulle dita di una mano...

Ritengo, e lo ribadisco quando posso in tutte le sedi , che prevenire è meglio che curare

numa numa


Inviato

Seguo con molta attenzione le vicende dell'atleta di Lisippo che ho potuto ammirare, anni fa, a Malibu.

(come seguo anche il processo True concernenti altri reperti venduti dal commerciante Medici, attualmente processato, al museo californiano).

La domanda che mi pongo è:

ma se fosse esistita una legislazione precisa che avesse riconsociuto ai "ritrovatori" un congruo compenso (sicuramente superiore ai 3.5 milioni, di lire non dollari, che erano riusciti a farsi pagare) siamo sicuri che i personaggi in questione avrebbero affrontato tutti i rischi connessi al traffico della statua (consapevoli di fare un illecito) e che lo Stato non avrebbe goduto assai prima, e con probabile minore spesa, di un capolavoro di livello assoluto (statue originali in bronzo greche, di grandi dimensioni, si contano davvero sulle dita di una mano...

Ritengo, e lo ribadisco quando posso in tutte le sedi , che prevenire è meglio che curare

numa numa

E' davvero difficile non essere d'accordo.....

Mala tempora currunt.... :(


Inviato

erano anche altri tempi, mio nonno mi raccontava che spesso, una volta tornati al porto rompevano sul molo anfore su anfore, per non aver storie di alcun tipo, all'epoca si conosceva ben poco, sicuramente non avevano la benchè minima idea di quello che avevano tra le mani e 3 milioni di lire non erano affatto pochi di quei tempi. La colpa di tutto ciò è per me da attribure ad antiquari e ad esperti in materia che hanno approfittato di questa occasione per trarre un profitto alle spalle dello stato, della cultura e di tutti gli italiani!


Inviato

erano anche altri tempi, mio nonno mi raccontava che spesso, una volta tornati al porto rompevano sul molo anfore su anfore, per non aver storie di alcun tipo, all'epoca si conosceva ben poco, sicuramente non avevano la benchè minima idea di quello che avevano tra le mani e 3 milioni di lire non erano affatto pochi di quei tempi. La colpa di tutto ciò è per me da attribure ad antiquari e ad esperti in materia che hanno approfittato di questa occasione per trarre un profitto alle spalle dello stato, della cultura e di tutti gli italiani!

Facile dare la colpa agli antiquari disonesti. E' come dare la colpa dei furti ai ladri :D E' ovvio che quelli fanno i loro (loschi) interessi,

ma se il padrone di casa sorvegli a bene forse la fanno meno franca ..

Cosi dovrebbe fare lo Stato, sorvegliare il proprio patrimonio, che non significa mettere una guardia per ogni sito archeologico (non basterebbe l'esercito) , bensi usare l'intelligenza e mezzi appropriati che servono appunto a scoraggiare la pratica dell'illegalità rendendola meno appetibile, entrando appunto in concorrenza...

numa numa


Inviato

REALIZZAZIONE:

Le dimensioni della statua sono in altezza (misurata dal capo al polpaccio, visto che i piedi non sono presenti) 151,5 cm, in larghezza 70,0 cm e in profondità 28,0 cm. Quindi le dimensioni erano proporzionate al vero. Il peso è di 50 kg circa.

La statua è stata realizzata con la tecnica della fusione a cera persa, cioè con un modello positivo cavo in cera a perdere, su cui veniva appoggiata la terra da fonderia che creava il negativo, all'atto della colata la cera evapora per l'alta temperatura del metallo e lascia spazio a questo. Questa tecnica permetteva un'ottima modellabilità e la possibilità di rifinire minuziosamente i particolari, oltre che di ottenere superfici accuratamente levigate. Con questa tecnica non si poteva ottenere la statua in un'unica colata ma le varie parti, come tronco, testa, braccia e gambe, venivano realizzate separatamente e solo successivamente unite per saldatura.

La lega metallica utilizzata è un bronzo con la seguente composizione: rame 88,6%, stagno 11,3%, piombo >0,1%, arsenico 0,15-0,17% e cobalto 0,1%.

Tracce della terra da fonderia a volte permangono all'interno del fuso e le analisi chimiche permettono di conoscere la composizione della terra e quindi ipotizzare con buona approssimazione il luogo in cui la statua è stata formata e colata. A volte, nella terra da fonderia rimangono incluse anche piccole parti organiche come ossi o, come successo in questo caso, gusci di nocciole e noccioli di olive, che hanno permesso l'analisi e la datazione con il metodo del carbonio-14. Allo stato attuale delle conoscenze è comunemente accettata la datazione tra la fine del IV secolo a.C. e il II secolo a.C. ricavata con questo metodo. Non si può restringere ulteriormente questo intervallo temporale a causa dell'incertezza di misura intrinseca del metodo.

Questo elemento cronologico e soprattutto considerazioni di tipo stilistico hanno portato la statua ad essere attribuita dallo scultore greco Lisippo. Già nella sua prima ispezione Bernard Ashmole ed altri studiosi l'attribuirono a Lisippo, grande nome della storia dell'arte greca. Il metodo attuale considera meno importante l'attribuzione tradizionale dell'opera rispetto al contesto sociale in cui è stata concepita: il luogo dove è stata modellata, per quale scopo e chi doveva rappresentare.


Inviato

DESCRIZIONE DELLA SCULTURA

Il giovane atleta è rappresentato in nudità eroica.

La statua si presenta con la base mancante sino all'altezza delle caviglie, forse i piedi si sono staccati nel momento in cui la statua si è casualmente impigliata nella rete del peschereccio ma non è escluso che la rottura sia da ricondurre in età antica al momento del naufragio. Gli occhi, mancanti, furono probabilmente realizzati separatamente in avorio e inseriti a fusione ultimata, mentre i capezzoli sono in rame.

Anche se la parte inferiore ai polpacci è mancante dalla postura della statua si deduce che il piede ponderale, quello su cui la statua scarica il peso, è il destro. Mentre la gamba destra è diritta, la gamba sinistra è leggermente piegata in avanti e sembra che il piede sinistro poggiasse in punta. L'asse del tronco è lievemente inclinato verso sinistra mentre il collo ripiega verso destra con la testa che, in opposizione, ricade verso sinistra. Il capo, rispetto al busto, ha una leggera torsione a sinistra. Lo sguardo, con espressione fiera ma composta, sembra rivolgersi diritto avanti a se ad altezza d'uomo.

Mentre il braccio sinistro si distende naturalmente lungo il fianco, il braccio destro è alzato, con il gomito all'altezza della spalla e la mano all'altezza della fronte nell'atto, appena compiuto, di incoronarsi con una corona di alloro o olivo, usata dai vincitori, che l'atleta tiene in testa. Indice ed medio sono infatti appena scostati ed in opposizione del pollice, mentre anulare e mignolo sono ripiegati su se stessi. I capelli corti sono raggruppato in ciocche fluenti e ondulate che si dipartono uniformemente verso destra e sinistra a partire dall'altezza dell'occhio sinistro.

La scultura avrebbe potuto far parte di un gruppo scultoreo-celebrativo di alcuni atleti vittoriosi posto in un santuario greco-panellenico come a Delfi o Olimpia. A questo proposito è interessante notare che le analisi delle fibre trovate internamente alla statua hanno rivelato la presenza di lino; dal geografo Pausania ci è noto che nel II secolo d.C. l'unico luogo in cui cresceva il lino in Grecia era attorno ad Olimpia.


Inviato

La scultura avrebbe potuto far parte di un gruppo scultoreo-celebrativo di alcuni atleti vittoriosi posto in un santuario greco-panellenico come a Delfi o Olimpia. A questo proposito è interessante notare che le analisi delle fibre trovate internamente alla statua hanno rivelato la presenza di lino; dal geografo Pausania ci è noto che nel II secolo d.C. l'unico luogo in cui cresceva il lino in Grecia era attorno ad Olimpia.

Ci pensate? e se ce ne fossero altre? io non capisco perchè non si fa niente, si hanno addirittura le coordinate, il luogo quasi preciso... perchè? io non ci capirò molto, ma se fosse stato in me, avrei gia svuotato l'Adriatico!!!!


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