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Identificazione dell'aes rude


rufis

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Ho trovato un frammento di bronzo a forma di parallelepipedo abbastanza regolare, con la faccia superiore e inferiore e un lato lisci. Il peso è di 46 grammi. Potrebbe trattarsi di un frammento di aes rude? Ho visto in diverse aste, frammenti di forme e pesi differenti ma mi risulta difficile capire quali sono le caratterische essenziali di un aes rude, né tantomeno come si fa ad essere certi della sua autenticità. Quali sono le vostre considerazioni a riguardo?

Grazie

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Ho trovato un frammento di bronzo a forma di parallelepipedo abbastanza regolare, con la faccia superiore e inferiore e un lato lisci. Il peso è di 46 grammi. Potrebbe trattarsi di un frammento di aes rude? Ho visto in diverse aste, frammenti di forme e pesi differenti ma mi risulta difficile capire quali sono le caratterische essenziali di un aes rude, né tantomeno come si fa ad essere certi della sua autenticità. Quali sono le vostre considerazioni a riguardo?

Grazie

La considerazione è che il tuo, in quanto ritrovamento fortuito di materiale di potenziale interesse archeologico, ai sensi del Codice dei Beni Culturali deve essere denunciato entro 24 ore al Soprintendente dei BBCC, o al Sindaco o all'autorità di pubblica sicurezza competenti per territorio, che provvederanno a fare tutte le verifiche del caso sull'oggetto.

Modificato da vince960
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La considerazione è che il tuo, in quanto ritrovamento fortuito di materiale di potenziale interesse archeologico, ai sensi del Codice dei Beni Culturali deve essere denunciato entro 24 ore al Soprintendente dei BBCC, o al Sindaco o all'autorità di pubblica sicurezza competenti per territorio, che provvederanno a fare tutte le verifiche del caso sull'oggetto.

Se fosse un aes rude avresti ragione ma per il momento è solo un pezzo di bronzo non identificato e sinceramente non mi va nè di perdere tempo nè di far perdere tempo a tutte le autorità che hai elencato. Il problema che ho posto è come identificare un aes rude!

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Se fosse un aes rude avresti ragione ma per il momento è solo un pezzo di bronzo non identificato e sinceramente non mi va nè di perdere tempo nè di far perdere tempo a tutte le autorità che hai elencato. Il problema che ho posto è come identificare un aes rude!

E io ti ho risposto... L'identificazione la può fare solamente un archeologo esperto e specializzato, non certo il primo che passa per strada. I parametri fondamentali per identificare un aes rude sono l'analisi morfologica (c'è tutta una varietà di tipologie, dai colaticci ai resti di fusione, dalle barre ai pani circolari, ecc..), l'analisi ponderale e, soprattutto, l'analisi composizionale. Oltre agli elementi terrigeni (calcio, magnesio, alluminio, sodio, potassio e silicio) si individuano in diverse proporzioni rame, naturalmente, stagno, piombo, ferro, argento, arsenico, antimonio, bismuto, a volte anche zinco. Quest'analisi può dare informazioni sulla volontarietà della scelta delle leghe da utilizzare, escludendo origini naturali o cronologicamente incongrue del campione. Come vedi non è una cosa che una persona inesperta può fare ad occhio, quindi se c'è solamente il sospetto che quanto è stato ritrovato possa essere di interesse archeologico, è necessaria, oltre che obbligatoria per legge, la denuncia del ritrovamento. Poi fai come ti pare, però la normativa su questi aspetti è abbastanza chiara, così come i rischi che si corrono a volerla ignorare...

Modificato da vince960
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Grazie della risposta; adesso la situazione mi risulta un pò più chiara ma mi chiedo se tutti i frammenti di aes rude presenti in diverse aste, e alcuni anche di modesto valore, siano stati sottoposti alle analisi che hai prospettato e che immagino costose.

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Grazie della risposta; adesso la situazione mi risulta un pò più chiara ma mi chiedo se tutti i frammenti di aes rude presenti in diverse aste, e alcuni anche di modesto valore, siano stati sottoposti alle analisi che hai prospettato e che immagino costose.

Fino ai primi anni del '900, la legge sui beni culturali consentiva di compensare chi rinveniva materiale di interesse archeologico 'in natura'. Esiste quindi tutta una massa di oggetti oggi altrimenti non facilmente commerciabili che sono stati trasferiti da un collezionista all'altro e sono, una volta riconducibili alla loro provenienza lecita, perfettamente vendibili senza particolari problemi. Al di fuori di queste tipologie, è rischioso vendere o acquistare queste cose perché si potrebbe facilmente ricadere nella descrizione degli oggetti numismatici di interesse culturale, cioè: "le cose di interesse numismatico che, in rapporto all'epoca, alle tecniche e ai materiali di produzione, nonche' al contesto di riferimento, abbiano carattere di rarita' o di pregio, anche storico" o, ancora di più, nella categoria dei materiali di interesse archeologico la cui tutela è più stringente rispetto agli oggetti numismatici.

Modificato da vince960
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A proposito di Aes Rude, qualche anno fa ho pubblicato sugli atti della Associazione Italiana di Archeometria un lavoro su alcuni Aes Rude provenienti dal sito etrusco di Ghiaccio Forte (vicino Scansano, GR).

Se interessa e un moderatore dà il placet, il testo è a disposizione....

Modificato da vince960
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A proposito di Aes Rude, qualche anno fa ho pubblicato sugli atti della Associazione Italiana di Archeometria un lavoro su alcuni Aes Rude provenienti dal sito etrusco di Ghiaccio Forte (vicino Scansano, GR).

Se interessa e un moderatore dà il placet, il testo è a disposizione....

Buongiorno vince

io sarei molto interessato nel poter leggere il tuo lavoro.Come posso fare?

Grazie in anticipo

Adolfo

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A proposito di Aes Rude, qualche anno fa ho pubblicato sugli atti della Associazione Italiana di Archeometria un lavoro su alcuni Aes Rude provenienti dal sito etrusco di Ghiaccio Forte (vicino Scansano, GR).

Se interessa e un moderatore dà il placet, il testo è a disposizione....

Sarà sicuramente interessante. Mettilo a disposizione di tutti!

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Se il lavoro è già disponibile su internet puoi mettere direttamente il link. Sarebbe comunque interessante pubblicarlo nella sezione Articoli, se non ci sono problemi di copyright

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Se il lavoro è già disponibile su internet puoi mettere direttamente il link. Sarebbe comunque interessante pubblicarlo nella sezione Articoli, se non ci sono problemi di copyright

Il lavoro è pubblicato in forma cartacea negli atti del congresso e in quella forma non è possibile metterlo sul sito, appunto per questioni di copyright. Il file orginario in Word si può invece pubblicare, e quindi se interessa lo possiamo mettere tranquillamente tra gli articoli. Ora lo recupero e poi vediamo tecnicamente come si può fare...

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Sarebbe interessante l'articolo :rolleyes:

Per rispondere anche solo parzialmente all'utente che chiede come distinguere dei pezzi di rame usati a scopo monetario da scarti di fusione, , penso che senza conoscere le modalità del rinvenimento sia impossibile esprimersi. Mi spiego: se viene ritrovato un ripostiglio con dei pezzi di rame tipo aes rude, frammenti di ramo secco, pani di rame, asce o zappe o altri oggetti di rame di uso comune, allora si ritiene che quel rame a tocchelli di peso variabile sia stato messo da parte come riserva di valore e che quindi sia aes rude. Quello stesso rame potrebbe in precedenza anche esssere stato usato per transazioni commerciali al minuto, (ma non ci metterei la mano sul fuoco che l'aes rude servisse da spiccioli).

Se invece il ritrovamento è fortuito, di un pezzo di rame antico isolato, solo per questo non si può asserire che sia un aes rude. E' un vecchio scarto di fonderia e basta.

(Sono scarti di fonderia anche gli aes rude, di fatto, ma se c'è l'intenzionalità di occultarli insieme ad altri oggetti di valore databili in un periodo compreso tra il V e il III secolo AC, allora più facilmente si può inquadrare quell'anonimo pezzo rame come aes rude appunto).

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Ho letto l'articolo con attenzione e l'ho trovato molto interessante. Vorrei sapere se lo studio metallografico con la tecnica LIBS danneggia il campione visto che permette anche un'analisi in profondità del campione.

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Ho letto l'articolo con attenzione e l'ho trovato molto interessante. Vorrei sapere se lo studio metallografico con la tecnica LIBS danneggia il campione visto che permette anche un'analisi in profondità del campione.

La tecnica LIBS per sua natura è micro-distruttiva. Sicuramente molto meno di una qualsiasi analisi metallografica classica, ma una frazione per quanto minima del campione viene rimossa dal laser. Si può limitare molto la dimensione del danno (fino a pochi millesimi di millimetro di diametro - 1/10 di un capello umano) ma in ogni caso è un tipo di analisi che va utilizzato solo quando il beneficio che si ottiene è maggiore del danno, minimo ma comunque presente. Nel caso degli aes rude la conservazione dei campioni era tale da rendere assolutamente insignificante il danno. Durante l'incontro di ieri a Pisa ho fatto vedere un'applicazione sui denari legionari di Marc'Antonio, e anche in quel caso il danneggiamento sulle monete è stato del tutto trascurabile rispetto alle condizioni generali di conservazione. E' però evidente che su una moneta FdC anche un 'buchetto' di 5 micron sarebbe inaccettabile :( Stiamo lavorando su tecniche completamente non distruttive che possono dare informazioni anche in profondità, ma al momento le dimensioni del sistema di analisi - si parla di grandi facilities internazionali - e di conseguenza i costi associati si possono giustificare solo per lo studio di monete di grandissimo interesse (numismatico e/o economico).

Modificato da vince960
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  • 2 mesi dopo...

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